RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



5.3 - Il sostegno della rete dei servizi per il lavoro

Alla luce della delicata crisi economica che il Paese sta attraversando, nel 2009 il Governo italiano è intervenuto con un consistente pacchetto anticrisi contenente misure finalizzate a sostenere le famiglie, i soggetti più bisognosi, i lavoratori e le imprese. Tra le misure adottate, le risorse messe a disposizione dalle Regioni, attraverso l'utilizzo del Fondo sociale europeo, che assumono un ruolo più diretto nella gestione degli ammortizzatori sociali.
Per uscire dalla crisi è necessario fare sistema e, infatti, l'accordo sottoscritto dalla Regione del Veneto e le Parti sociali a inizio febbraio 2009, ulteriormente sancito dalla legge regionale di marzo dello stesso anno, interpreta opportunamente questo approccio: occorre rafforzare la rete dei servizi per il lavoro integrando politiche di welfare e di workfare.
Secondo quanto presentato da Veneto Lavoro, si stima che l'incidenza sul pil della spesa per gli ammortizzatori sociali nel 2009 è stata in Italia pari all'1,45% contro lo 0,8% dell'anno precedente; più alta per il Veneto, la cui spesa è stata pari all'1,55% del pil contro lo 0,86% del 2008 e lo 0,51% del 2007.

Inizio Pagina  Acrobazie nella rete...la cassa integrazione

Tra le politiche passive uno degli strumenti più importanti di sostegno al reddito e tutela del lavoratore è sicuramente dato dalla cassa integrazione; si tratta di una prestazione tesa a sostituire o integrare la retribuzione dei lavoratori sospesi dal lavoro o a orario ridotto, con l'obiettivo di sollevare le imprese da una situazione di momentanea difficoltà dai costi del lavoro della manodopera temporaneamente non utilizzata, garantendo al lavoratore di rimanere un dipendente dell'azienda.
Nel 2009 le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni (cig) in Italia sono risultate 918 milioni (Nota 1), oltre quattro volte al di sopra del dato dell'anno precedente e di gran lunga più elevato anche del valore registrato durante la crisi del '93 (circa 550 milioni). Sebbene tra gennaio e dicembre del 2009 è evidente la pressante ascesa del ricorso alla cassa integrazione straordinaria, connessa a crisi e ristrutturazioni aziendali, a seguito dell'effetto congiunto dell'attivazione della cassa integrazione in deroga e del passaggio di alcune aziende dalla ordinaria a quella straordinaria,a determinare la crescita, complessivamente nell'anno, è stato soprattutto l'aumento di ore di integrazione salariale a gestione ordinaria, più strettamente legata al ciclo economico, che ha quintuplicato il suo valore rispetto al 2008.
Anche in Veneto l'uso della cig nel 2009 è stato sfruttato considerevolmente: complessivamente nell'anno le ore autorizzate sono state quasi 82 milioni, oltre cinque volte al di sopra di quelle concesse nell'anno precedente e, come per l'Italia, quelle autorizzate di cig ordinaria sono risultate superiori (il 56% del totale monte ore per il Veneto e il 63% per l'Italia) a quelle di gestione straordinaria.
C'è da dire che anche nella nostra regione la crescita maggiore nell'anno l'ha subita la cig ordinaria, +567% rispetto al 2008, mentre quella straordinaria è aumentata del 313%, sebbene nel corso del 2009 è evidente la maggiore impennata della richiesta per quest'ultima forma di intervento tanto che da novembre supera anche quella ordinaria.
Inoltre, il peso della cig della nostra regione incide sul totale nazionale per l'8,9%, 7,9% l'ordinaria e 10,5% la straordinaria, quasi due punti percentuali in più del dato dell'anno precedente (Figura 5.3.1).
Dipendenti in cig
Traducendo le ore concesse in lavoratori equivalenti, ovvero ipotizzando un monte ore lavorato per persona nell'anno di 1.650 ore (Nota 2), in Italia si contano nell'anno 2009 quasi 556.500 occupati equivalenti in cig, oltre quattro volte al di sopra del dato dell'anno precedente; la regione con il monte ore di concessione di cig più elevato è la Lombardia che si è vista erogare il 29,8% delle ore totali. Segue il Piemonte che incide sul livello nazionale per il 18,1%, mentre il Veneto è terzo nella graduatoria regionale con poco meno di 49.600 lavoratori equivalenti in cig contro il dato del 2008 che ne contava circa 9.500.
A livello provinciale Vicenza è quella che registra il maggior numero di lavoratori sospesi integralmente a 0 ore nell'anno (il 25,8% del totale Veneto), seguono Treviso e Padova che, rispettivamente, incidono sul totale regionale per il 19,6% e il 17,7%. La crescita maggiore, invece, la subisce prima fra tutte Verona che, rispetto all'anno precedente, incrementa il numero di lavoratori equivalenti di quasi 8 volte; a seguire Vicenza con un aumento di oltre sei volte (Figura 5.3.2).
Per quanto riguarda poi i settori maggiormente colpiti nel 2009, in linea con il dato nazionale, sono evidenti le difficoltà nel comparto dell'industria meccanica che assorbe ben il 51,3% dei lavoratori equivalenti in cig del totale regionale, occupati per lo più nei territori a marcata specializzazione manifatturiera dell'area centrale e pedemontana veneta.
Pesando poi i lavoratori equivalenti in cig sul numero di occupati dipendenti, rilevati con le Forze di Lavoro Istat, si ottiene una stima, da considerare con le dovute attenzioni, del numero di lavoratori che potenzialmente possono aver utilizzato tale strumento di sostegno nel corso dell'anno. In questo caso la regione con la proporzione più elevata è il Piemonte dove si stima che oltre 7 dipendenti su 100 possono essere stati cassintegrati per tutto l'anno, mentre il Veneto si posiziona sesto nella graduatoria regionale con il 3% degli occupati dipendenti, valore al di sotto anche della media nazionale pari al 3,2%. In confronto con le altre regioni italiane, inoltre, l'incremento in Veneto rispetto al 2008 di tale quota è il quarto valore più alto, meno intenso solo a quello dell'Emilia Romagna, della Lombardia e dell'Abruzzo (Figura 5.3.3).
Una rete più grande: la cig in deroga
Tra le misure adottate dal nostro sistema di ammortizzatori sociali per garantire maggiori tutele ai lavoratori colpiti dalla crisi, troviamo la cassa integrazione in deroga (cig/d): si tratta di uno strumento già in essere da anni, ma che nell'ultimo anno è stato valorizzato subendo importanti varianti, caratterizzate soprattutto da una significativa estensione dell'area di applicazione e da una più ampia articolazione della sua gestione che coinvolge anche le Regioni e le parti sociali a livello territoriale. Attraverso questo istituto si allarga il ricorso alle sospensioni indennizzate anche a quei lavoratori che non possono chiedere la cassa integrazione ordinaria o straordinaria come, ad esempio, lavoratori di aziende artigiane, imprese del terziario, imprese cooperative, studi professionali e imprese industriali qualora non abbiano le condizioni per utilizzare gli strumenti ordinari.
Sebbene questa possibilità di chiedere la cig in deroga sia stata data ai datori di lavoro da fine maggio del 2009, secondo i dati di Veneto Lavoro, nel bilancio annuale emerge che sono pervenute alla Regione del Veneto 9.800 domande di ammissione per un totale di 6.660 aziende interessate, una richiesta di quasi 28 milioni di ore e oltre 39 mila unità di lavoratori previsti. A livello territoriale le province maggiormente interessate sono state quelle dell'area centrale veneta: spicca Vicenza dove le domande presentate sono state oltre 3.100 per un ammontare di quasi 12 mila lavoratori previsti e una richiesta di ore di cig in deroga pari ad oltre un terzo del totale regionale. Di seguito Treviso e Padova con, rispettivamente, il 19,1% e il 18,6% delle ore richieste del totale regionale (Tabella 5.3.1).
Per quasi l'80% dei casi la domanda proviene da aziende artigiane, con una richiesta di ore da utilizzare in cig/d di quasi l'83% del totale regionale, nell'11,7% da imprese industriali e nel 7,2% da imprese del terziario. Sono soprattutto aziende di piccole dimensioni con meno di 15 dipendenti.a farne richiesta, in particolare il settore di attività più coinvolto è il manifatturiero (il 77,5% del totale aziende interessate), per lo più il settore della metallurgia e produzione di metalli e quello della moda (Tabella 5.3.2).
Precauzione o bisogno effettivo
Davanti a una richiesta così elevata di ore di cassa integrazione c'è da chiedersi se vi è un altrettanto uso effettivo o se in qualche misura non corrisponda ad una operazione precauzionale dell'azienda. In un comunicato dell'Inps dei primi di febbraio 2010 è stato messo in evidenza che le aziende italiane nel 2009 hanno usufruito del 56% delle ore richieste contro il 73% dell'anno precedente. Si tenga presente, comunque, che il 56% corrisponde a circa 515 milioni di ore, una quantità assai superiore di quella richiesta negli anni precedenti.
Per quanto poi riguarda la cassa integrazione in deroga, considerando sempre i dati di Veneto Lavoro, è possibile analizzare il vero utilizzo prendendo il sottoinsieme di domande per il quale si è concluso il periodo di integrazione salariale richiesta e sono disponibili i rendiconti a consuntivo: si tratta del 34% delle richieste complessive fatte nel corso del 2009 che assorbono oltre 17.700 dipendenti potenzialmente coinvolti per quasi 9 milioni e mezzo di ore richieste. Complessivamente in Veneto sono state utilizzate il 47,6% delle ore concesse e i dipendenti che ne hanno usufruito sono stati l'87,6% di quelli previsti; praticamente identico l'utilizzo nelle aziende artigiane, mentre gli studi professionali sono quelli con le quote più basse. Si può quindi pensare che le aziende venete abbiano usato prudenza e prevenzione di fronte all'avanzare della crisi (Figura 5.3.4).

Inizio Pagina  Con un piede dentro e uno fuori dalla rete: i licenziati

Diversamente dalla cassa integrazione in cui si garantisce al lavoratore di rimanere dentro alla rete lavorativa come dipendente dell'azienda, l'istituto della mobilità sostiene i lavoratori licenziati agevolando la loro rioccupazione, grazie alla concessione di sgravi fiscali per le aziende che attingono dalle liste di mobilità in cui gli stessi si sono iscritti a seguito del licenziamento, e fornendo loro un'indennità; tale indennità è prevista per i lavoratori coinvolti da licenziamenti collettivi o licenziati dopo periodi di cassa integrazione straordinaria da imprese medio-grandi (Legge 223/91) (Nota 3); mentre per i lavoratori inseriti nella lista di mobilità a seguito di licenziamenti individuali attivati dalle piccole imprese (Legge 236/93), qualora ne abbiano il diritto, possono accedere all'indennità ordinaria di disoccupazione. Si tenga presente, comunque, che per quest'ultimi dal 2009 la rete di tutela si è estesa ed è prevista anche l'erogazione di un trattamento di ammontare equivalente all'indennità di mobilità nell'ambito delle risorse finanziarie destinate per l'anno agli ammortizzatori sociali in deroga alla vigente normativa.
Nel 2009 nel Veneto i licenziamenti e i conseguenti inserimenti in lista di mobilità sono stati oltre 33 mila, il 69,7% in più del 2008 e quasi quattro volte al di sopra del dato di nove anni prima. Come già da molti anni a questa parte, sono i licenziamenti individuali a incidere maggiormente sulla quota totale e anche quelli a subire la crescita più elevata rispetto all'anno precedente: sfiorano, infatti, le 23.250 unità, incidendo per il 69,8% sul totale degli ingressi nelle liste di mobilità, contro i 10.054 derivanti da risoluzioni collettive, e salgono dell'82,2% rispetto al 2008, mentre quelli di tipo collettivo del 46,3%.
A livello provinciale si confermano ancora una volta quelle dell'area centrale come le più colpite: Padova e Treviso incidono ognuna sul totale regionale per il 21,1%, segue Vicenza con una quota pari al 19,6%.
Per un'analisi più approfondita delle difficoltà congiunturali in cui si trova il nostro mercato del lavoro è possibile considerare il rapporto tra il dato complessivo degli inserimenti in lista di mobilità e quello relativo al numero di occupati dipendenti, ottenendo così una stima dell'incidenza dei licenziati. In Veneto in un solo anno il peso è cresciuto dall'1,2% del 2008 al 2% del 2009, valore al di sopra di quasi un punto e mezzo del dato di nove anni prima (Figura 5.3.5).
Per quanto riguarda gli inserimenti in lista per licenziamenti collettivi, emerge la contrazione del peso del comparto tessile-abbigliamento e la crescita, invece, del metalmeccanico tanto che nel 2009 incide per quasi un terzo degli ingressi complessivi in lista. Come per i licenziamenti collettivi, anche le espulsioni individuali sono state realizzate per lo più nell'ambito del manifatturiero (per i collettivi il peso è pari al 72% mentre per gli individuali 42,3%); in particolare, i settori prevalenti sono quello metalmeccanico con un'incidenza sul totale di questi ingressi pari al 17,8%, quello delle costruzioni (16.6%) e del commercio (15,2%).
Sostenere i disoccupati contro l'esclusione
Un intervento a sostegno dei lavoratori licenziati che garantisce loro un reddito sostitutivo della retribuzione, diminuendo così i rischi di esclusione ed emarginazione sociale, è dato dal sussidio di disoccupazione. Si tratta di lavoratori che non si sono dimessi volontariamente, se non per giusta causa (mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, variazione delle mansioni ecc.). Le principali tipologie di sussidio in ambito extra agricolo sono la disoccupazione ordinaria, la disoccupazione ordinaria a requisiti ridotti e l'indennità di mobilità (Nota 4). Per gli effetti della crisi dell'ultimo anno è stata prevista la possibilità di utilizzare la mobilità in deroga per quei lavoratori sprovvisti di tutela contro la disoccupazione estendendo così la rete dei servizi a sostegno dei lavoratori in difficoltà.
Nel 2009 in Veneto sono pervenute complessivamente circa 202 mila domande di sussidio extra agricolo: quasi 149.000 le domande di disoccupazione ordinaria, quasi 42.600 quelle di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti e circa 10.750 quelle di indennità di mobilità. Rispetto ai dati del 2008, la crescita più elevata la subisce la prima tipologia che aumenta di ben il 79,6% contro il valore nazionale che incrementa del 60,7%. Più alto anche il peso della domanda di disoccupazione ordinaria veneta sul rispettivo totale nazionale: 9,9% l'incidenza nel 2009 contro l'8,9% dell'anno precedente.
Piuttosto marcata anche la crescita registrata dalle domande di indennità di mobilità in Veneto, +51,5% rispetto il 2008, mentre più contenuta la richiesta di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti (+9,7%).
Per quanto riguarda quanti beneficiano di tali sussidi, concentrandosi sull'indennità di disoccupazione ordinaria non agricola, che copre il 73,6% del totale sussidi richiesti nella nostra regione nel 2009, si evidenzia dai dati di Veneto Lavoro che al 31 dicembre 2009 i percettori sono 48.505. In linea con quanto visto nel sottocapitolo che parla delle persone più a rischio di esclusione dal lavoro, i percettori sono per il 53,7% donne, il 20,4% del totale indennizzati sono giovani sotto i 30 anni, mentre il 18,9% sono anziani, e quasi una persona su quattro è straniera (Figura 5.3.6).

Inizio Pagina  I Cpi: luogo di incontro di domanda e offerta

In risposta alla crisi, tra le politiche attive, non si può non parlare del ruolo sempre più fondamentale dei centri per l'impiego (Cpi), luogo di incontro di domanda e offerta per ogni persona che cerca di lavoro, che deve occuparsi dei bisogni reali delle persone, dell'orientamento e dei percorsi formativi finalizzati all'inserimento o al reinserimento lavorativo. Il lavoratore disoccupato o inoccupato che si reca al centro per l'impiego dichiara la sua disponibilità a lavorare e sottoscrive con questo un patto di servizio, ovvero un accordo che definisce le condizioni generali dell'erogazione dei servizi da parte del Cpi e della fruizione dei medesimi da parte del lavoratore.
Nel corso del 2009 in Veneto quasi 59.000 lavoratori hanno sottoscritto tale patto durante il primo colloquio con gli impiegati dei servizi per l'impiego; la maggior parte si è recata entro il primo mese di disoccupazione (il 70,2% del totale), mentre un ulteriore 13,2% entro i primi sei mesi. Quasi il 28% sono stranieri, per lo più maschi, mentre le donne sono più numerose tra i cittadini italiani.
Interessanti, poi, i dati relativi alle persone che hanno avuto anche un secondo colloquio di approfondimento: un'attività che ha interessato oltre 22.500 persone, per il 59% donne, per lo più con un'anzianità di disoccupazione minore dei sei mesi (Figura 5.3.7).
In periodi di difficoltà occupazionali come questi, è sempre più necessario fare rete e i centri per l'impiego sono strumenti e mezzi fondamentali per la realizzazione.

Figura 5.3.1
Ore autorizzate di cassa integrazione guadagni per gestione e mese. Veneto e Italia - Anni 2008:2010
Figura 5.3.2
Variazione percentuale 2009/2008 dei lavoratori equivalenti in cig per provincia
Figura 5.3.3
Percentuale di lavoratori equivalenti in cig su occupati dipendenti: valori assoluti nell'anno 2009 e variazione percentuale 2009/2008 per regione
Tabella 5.3.1
Cassa integrazione in deroga: distribuzione percentuale delle aziende interessate, delle domande presentate, delle ore richieste e dei lavoratori previsti nel corso del 2009 per provincia veneta
Tabella 5.3.2
Cassa integrazione in deroga: distribuzione percentuale delle aziende interessate, delle domande presentate, delle ore richieste e dei lavoratori previsti nel corso del 2009 per tipologia d'azienda. Veneto
Figura 5.3.4
Cassa integrazione in deroga (cig/d): ore utilizzate su concesse e dipendenti in cig/d su quelli previsti per tipologia d'azienda. Veneto - Anno 2009
Figura 5.3.5
Lavoratori entrati nelle liste di mobilità a seguito di licenziamenti e percentuale su occupati dipendenti. Veneto - Anni 2000:2009
Figura 5.3.6
Indennizzati di disoccupazione ordinaria non agricola al 31/12/2009 per cittadinanza, sesso e età. Veneto
Figura 5.3.7
Lavoratori che hanno sottoscritto il patto di servizio con i Centri per l'impiego e lavoratori al colloquio di approfondimento. Veneto - Anno 2009


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.