Da un approfondimento di alcune variabili economiche si dimostra che la rete distributiva veneta è più vitale della media nazionale, avendo riportato una crescita del valore aggiunto settoriale del 4,9% dal 2001 al 2007
(Nota 1), a fronte di una crescita media italiana dell'1,0% nello stesso periodo.
In linea con le tendenze delle più moderne economie, in cui lo sviluppo della terziarizzazione è imputabile principalmente all'espansione dei servizi alle imprese, piuttosto che alle attività di commercio interno, a partire dal 2005 in Veneto la quota di valore aggiunto ascrivibile al comparto commerciale ha subìto una lenta contrazione, superando però sempre sopra la soglia del 10% e restando comunque superiore alla quota del comparto a livello nazionale
(Figura 11.2.1).
Il recupero di produttività del lavoro è un obiettivo di crescita definito anche nel programma di Lisbona, ed è di particolare interesse per il fatto che di norma esso costituisce una delle determinanti del miglioramento del prodotto e dello sviluppo economico di un paese.
Gli andamenti del commercio nazionale e regionale nei primi anni del Duemila sono stati accomunati da una decelerazione della produttività del lavoro, ma dal 2004 il settore è stato interessato da un'inversione di tendenza, molto più accentuata in Veneto rispetto alla media nazionale, che ha fatto sì che in 4 anni la produttività aumentasse di quasi 2 mila euro per unità di lavoro in Italia e di ben 3 mila euro per unità di lavoro in Veneto, portandosi dai 38.700 euro del 2003 ai 41.700 euro del 2007. Nel 2007 la produttività del lavoro nel commercio si attesta a 41.700 euro per unità di lavoro, contro i 39.100 euro dell'Italia. Questo rappresenta un elemento di competitività importante per la nostra regione, in quanto la crescita di produttività si accompagna, non soltanto ad un aumento di ricchezza prodotta, ma anche ad un potenziamento delle unità di lavoro nel settore.
Nel 2007 infatti il numero totale degli occupati in Veneto nel settore delle attività commerciali è stimato in 338.223 unità, di cui il 51,4% lavoratori dipendenti. L'aggregato è stato interessato da una variazione annua dello 0,7 % per la totalità degli occupati e addirittura del 2% per gli occupati dipendenti nel comparto
(Figura 11.2.2).