RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



15.1 - I processi in atto nella Pubblica Amministrazione

Le riforme che hanno coinvolto la Pubblica Amministrazione (PA) a partire dagli anni '90 ne hanno profondamente trasformato la struttura e l'organizzazione, orientandola verso una sempre maggiore funzionalità. La trasformazione del ruolo degli enti territoriali, l'introduzione di principi quali la sussidiarietà, la semplificazione, la trasparenza amministrativa, la privatizzazione del lavoro pubblico, di pari passo con il processo di informatizzazione, sono tutti elementi che hanno consentito di mettere in rete una realtà prima fortemente burocratizzata, interconnettendo le amministrazioni, le persone, i nodi della rete, che hanno così potuto semplificare i propri processi operativi, i procedimenti.
Negli ultimi anni si è dato ulteriore impulso a questi processi: la Pubblica amministrazione deve oggi misurarsi con una governance politica che funziona secondo una logica multilivello, alla quale questa edizione del Rapporto dedica il capitolo 18, fortemente voluta dall'Unione Europea e perciò irradiatasi nelle logiche istituzionali dei diversi Stati membri. Per questo è divenuto fondamentale per le Amministrazioni rendere conto delle proprie attività, accountability, soprattutto nei riguardi di coloro che usufruiscono dei servizi da esse forniti, oltre che rispetto agli altri livelli di governo erogatori di finanziamenti, quale l'Unione Europea. Il sempre maggiore orientamento ai risultati ha perciò spinto l'istituzione pubblica a ridisegnarsi, abbandonando il vecchio modello gerarchico, favorendo un'organizzazione più attenta alle relazioni con i cittadini, con gli utenti-clienti, resi per questo partecipi e consapevoli della gestione delle risorse pubbliche.
Il decentramento di funzioni agli enti più vicini al cittadino è una pietra miliare del percorso di trasformazione istituzionale degli ultimi decenni. Assieme ad esso si è via via riconosciuta la necessità di attribuire agli enti locali l'autonomia finanziaria per svolgere tali funzioni decentrate, tanto da arrivare alla costituzionalizzazione dei principi di sussidiarietà e di autonomia finanziaria (rispettivamente art. 18 e art. 19 della L. cost. n. 3/2001), all'ultimo dei quali viene data oggi attuazione con l'approvazione definitiva della legge delega sul federalismo fiscale (L. 5 maggio 2009, n.42). Essa rappresenta l'avvio di un processo di rilevante riassetto e riforma della struttura finanziaria del nostro Paese; con questo provvedimento, oltre ad un'amministrazione pubblica più vicina ai cittadini, si vuole creare una PA più efficiente, che sappia eliminare gli sprechi attraverso una maggiore autonomia fiscale da parte delle Regioni, che devono così tendere al riequilibrio delle condizioni finanziarie, facendo scelte più adatte alle diverse aree territoriali, nel rafforzamento della trasparenza e della responsabilità.
Argomentazioni teoriche e risultati empirici confermano l'impatto positivo del decentramento sulla performance economica di un paese e delle sue regioni. L'autonomia regionale, soprattutto in ambito decisionale, favorisce l'efficacia, oltre che l'efficienza, dell'azione pubblica, dato che a un livello istituzionale più a stretto contatto con la gente e con le aziende è più facile conoscere le loro necessità e mantenere un maggiore controllo della spesa: quando i bisogni sono eterogenei territorialmente, e dunque variano molto da regione a regione, una singola politica nazionale non è in grado di intervenire in modo efficace, incontrando le esigenze di ognuno.
Fra gli studi che confermano quanto appena detto, citiamo la ricerca condotta dall'Istituto Bakbasel su commissione dell'Assemblea delle Regioni Europee nel maggio 2009. Grazie all'utilizzo di una grande quantità di informazioni, è stato misurato il grado di decentramento di un Paese, di cui si è valutato l'effetto sul livello di benessere, misurato, a sua volta, dal Prodotto Interno Lordo (PIL) pro-capite. Il risultato è che l'impatto è positivo e, quindi, a parità di altre condizioni, i Paesi con un grado di decentramento più elevato sono quelli nelle condizioni economiche migliori in termini di PIL e rispettiva crescita nel tempo, in particolare in relazione al livello di autonomia finanziaria e decisionale delle singole regioni. Si osservi, al riguardo, la correlazione positiva fra il PIL pro-capite e l'indice di decentramento. Per quanto riguarda l'Italia, queste indicazioni sono di buon auspicio nello scenario attuale di crisi economica. L'Italia, infatti, si colloca al sesto posto nella graduatoria dei Paesi europei per livello di decentramento (Figura 15.1.1) e (Figura 15.1.2).

Inizio Pagina  Il capitale umano nella PA

Gestire in modo efficace le scarse risorse a disposizione, soprattutto in un momento assai delicato e difficile come questo, per poterle utilmente destinare ai settori e alle fasce di popolazione che necessitano di particolare attenzione, non può prescindere dall' esigenza, da parte delle Amministrazioni, di dotarsi di un capitale umano, e soprattutto di un management, sempre più capace e responsabile, come rimarcato dalle recenti normative nazionali in attuazione del d.lgs. 150/2009 in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e di trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Nonostante le statistiche ufficiali non forniscano ancora indicatori omogenei e confrontabili su tali aspetti, è già possibile affermare che assieme alla evoluzione dei servizi, nel senso di una loro razionalizzazione, si registra negli ultimi anni, proprio grazie alle prescrizioni normative, una tendenza alla riduzione del personale pubblico, che fa già pensare ad una maggiore produttività ed efficienza delle Amministrazioni in tal senso: il Paese può infatti vantare servizi non solo più articolati, ma anche migliori, resi funzionali da una minore dotazione di risorse umane. Ma, a fronte di tale tendenza generale, esistono differenze significative fra le varie regioni, e in particolare fra sud e nord, dove il primato, per efficienza, come testimoniano i dati che seguono, spetta a Veneto e Lombardia.
Ricostruendo sinteticamente la struttura della PA (Nota 1), la spesa ad essa connessa ed il livello di interazione con i cittadini e le imprese è possibile ricavare una panoramica dell'attuale stato di salute di questo importante settore produttivo. Nel 2008 sono 1.404.664 i dipendenti delle Amministrazioni periferiche in Italia mentre 1.970.667 quelli delle Amministrazioni centrali. In termini numerici le due regioni col maggior numero di addetti nel settore pubblico sono la Lombardia e il Lazio: la prima è la più popolosa di tutta l'Italia, la seconda ospita la sede centrale del governo e quindi di tutta la Pubblica Amministrazione e rappresenta pertanto il fulcro nazionale di questo settore. Le due regioni, assieme, assorbono il 24,5% del totale dei dipendenti pubblici. In Veneto si trova il 6,9% dei lavoratori della PA, quota simile a quelli di Piemonte ed Emilia Romagna.
Per avere una dimensione più rispondente a quelle che sono le singole realtà locali è però necessario relativizzare i valori assoluti rapportandoli alla popolazione residente, fornendo quindi un indicatore di massima sul potenziale di personale della PA al servizio della collettività. A livello nazionale sono 5,6 i dipendenti pubblici per 100 abitanti. Tra le regioni del centro nord, si può notare come la grande quantità di personale della PA, osservata in termini assoluti, in Lombardia debba coprire una popolazione molto elevata, infatti i lavoratori di tale settore sono 4,3 ogni 100 abitanti, valore piuttosto basso rispetto al Lazio e al Trentino, entrambi con 7,2. Il Veneto, come già in passato, anche per il 2008 conferma una politica organizzativa all'insegna di una maggiore economicità in termini di risorse umane con 4,8 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti, valore superiore, tra le regioni del centro nord, solo alla Lombardia. Questo stesso indicatore è lievemente calato sia su scala nazionale che su quella regionale rispetto al 2001 (-0,1 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti in entrambi i casi), complici le trasformazioni in atto all'interno della PA volte alla riduzione dei costi e al miglioramento dell'efficienza, ma anche le politiche degli ultimi anni, spesso condizionate dalla situazione economica sfavorevole (Figura 15.1.3).
A livello nazionale la ripartizione tra personale delle Amministrazioni periferiche e centrali è a favore di quest'ultima, con 3,3 dipendenti contro i 2,3. Le regioni rispecchiano abbastanza uniformemente questa suddivisione, particolarmente accentuata solo nel Lazio ove risiede il governo e tutta la Pubblica Amministrazione centrale (5,1 dipendenti per 100 abitanti nella PA centrale contro 2,1 della periferica). In Veneto si rileva la preponderanza del personale della PA centrale con 2,7 dipendenti ogni 100 abitanti contro i 2,1 delle Amministrazioni periferiche. L'eccezione è rappresentata dal Trentino, con il personale degli enti periferici che è 5 volte superiore rispetto a quello degli enti centrali ospitati nel territorio. Questo fatto si spiega facilmente tenendo conto che il Trentino è una regione a statuto speciale e quindi c'è un maggiore decentramento nelle funzioni amministrative rispetto alle regioni a statuto ordinario (Figura 15.1.4).

Inizio Pagina  La spesa della PA

Il rapporto tra la spesa della PA (Nota 2) e il PIL riserva al Veneto il primo posto della classifica di virtuosità tra le Regioni italiane: con riferimento all'anno 2007, il settore pubblico della nostra Regione spende il 34,9% del proprio PIL, contro una media italiana del 46,5% e il valore più alto della Calabria, pari al 66,7%. Se a livello nazionale la quota del 46,5% è ancora piuttosto alta e paga, tra l'altro, il costo degli interessi dovuti all'elevato debito pubblico, a livello locale il Veneto sembra riuscire ad arginare questi costi. Un segnale positivo è comunque dato dal fatto che, rispetto al 2000, si sia assistito ad una contrazione dell'incidenza della spesa pubblica rispetto al PIL sia a livello nazionale che regionale: 1,7 punti percentuali in meno per l'Italia e 1 per il Veneto (Figura 15.1.5).
La spesa per il personale assieme all'acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche costituiscono quelle principalmente sottoposte ai vincoli imposti dal patto di stabilità interno a partire dal trattato di Maastricht e che vincolano notevolmente gli enti attraverso le azioni di contenimento della spesa. Sono voci che assieme rappresentano per il Veneto il 36,3% dell'intera spesa corrente nel 2007 (16,6% la spesa di personale, 19,7% la spesa per acquisto di beni e servizi) e riguardano tutti i settori di intervento della PA. Rispetto ai settori di spesa, quello per il personale pesa maggiormente nell'ambito dell'istruzione e della sanità. Oltre la metà della spesa per acquisto di beni e servizi è invece relativo al settore sanitario.
Il Veneto, con il suo 11,2% di Pil utilizzato nelle spese per il "personale" e per l'"acquisto di beni e servizi", acquisiti come input del processo di produzione, si pone nel 2007 penultima, dopo la Lombardia, tra le diverse regioni analizzate (Figura 15.1.6).
Contrariamente a quanto avviene per la spesa complessiva, quella destinata al personale e all'acquisto di beni e servizi, ha visto, dal 2000 al 2007, un lieve incremento della propria quota sul Pil passando dal 14,6 al 14,8% in Italia. In Veneto, l'indicatore, pur rimanendo più basso rispetto al resto dell'Italia, aumenta in modo lievemente più accentuato: infatti passa da 10,4 all' 11,2% già analizzato in precedenza. Scorporando la spesa per il personale da quella per l'acquisto di beni e servizi si nota come sia proprio quest'ultima a influire sulla crescita complessiva appena analizzata: +0,4 e +0,9 punti percentuali rispettivamente per l'Italia e il Veneto. Al contrario, quella destinata al personale subisce una lieve flessione, sia per l'Italia che per il Veneto (-0,2 e -0,1 punti percentuali rispettivamente).
Un dato positivo viene comunque dalla congiuntura più recente, infatti, nel Veneto, l'incidenza della spesa per il "personale" e "l'acquisto di beni e servizi" sul Pil per il 2007 è più bassa rispetto a quella del 2006, anno in cui l'indicatore aveva toccato una quota pari all' 11,8% (Figura 15.1.7).

Inizio Pagina  Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella PA

L'efficienza della PA è sicuramente crescente grazie alla diffusione della tecnologia al suo interno e ai servizi on-line offerti all'utenza.
Le tecnologie dell'informazione necessitano di una solida organizzazione all'interno delle amministrazioni. Questo comporta la necessità sempre più diffusa di dedicare delle strutture, dotate di una propria autonomia gestionale, all'interno delle amministrazioni stesse, e interamente dedicate alla gestione del settore ICT. Nel 2007 in Italia il 16% dei comuni è dotato di servizi o uffici di informatica autonomi, valore derivante da una situazione piuttosto eterogenea all'interno della penisola. La Toscana è la regione dove maggiore è la concentrazione di comuni dotati di strutture informatiche autonome con un valore pari al 38,4%, mentre il Veneto è al sesto posto con il 20,8%. Parallelamente, va tenuto conto che dotarsi di uffici interamente dedicati all'informatica richiede la disponibilità di risorse economiche che non tutte le realtà locali possono permettersi, rimanendo quindi un beneficio che solo le amministrazioni più grandi possono concedersi. Incrociando i dati con quelli relativi all'ampiezza demografica, si osserva infatti come il 93% dei comuni italiani con oltre 60.000 abitanti siano dotati di infrastrutture autonome dedicate al settore dell'informatica rispetto al 6% di quelli con meno di 5.000 abitanti (Figura 15.1.8).
La diffusione di internet è pressoché capillare un po' in tutti i comuni italiani: il 99,9% sono connessi alla rete; tra questi il 58,9% è dotato di una connessione a banda larga. Anche in questo caso ci sono significative differenze tra le regioni italiane. L'Emilia Romagna è quella con la maggiore dotazione tecnologica con il 100% di comuni connessi a internet e, di questi, l'87,2% con la banda larga.
Anche in Veneto tutti i comuni sono collegati ad internet, la percentuale di quelli che possiedono anche il sistema a banda larga è pari a 69,3, valore che pone la regione al settimo posto nel panorama nazionale (Figura 15.1.9).
Se la presenza di internet fornisce una indicazione sulla potenzialità di un comune di collegarsi con l'esterno utilizzando la tecnologia informatica, la dotazione da parte dello stesso di un sito web istituzionale indica anche una misura di quanto esso si proponga verso l'esterno dando visibilità alla propria attività e fornendo servizi on-line alle imprese e alle famiglie. Il 78,2% dei comuni italiani è dotato di un proprio sito web. Le percentuali sono abbastanza elevate in tutte le regioni. Il picco si raggiunge presso la provincia autonoma di Bolzano e in Basilicata con il 100%, mentre il minimo si ha nella provincia autonoma di Trento che si ferma al 61%. Il Veneto si posiziona al sesto posto con il 91,1%. La sola presenza del sito web non è però sufficiente per comprendere il livello di interattività dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni ai loro utenti. Infatti se la maggior parte di esse fornisce, attraverso il sito, servizi di informazione, solo una piccola parte è anche in grado di erogare un servizio nella sua interezza, dall'avvio alla conclusione di tutto l'iter procedurale. Ad esempio, prendendo in considerazione i comuni che consentono ai cittadini e alle imprese di effettuare pagamenti on-line, in Italia, questi rappresentano solo il 9,4%. Ancora una volta l'Emilia Romagna è la regione più all'avanguardia sfiorando il 19%. Il Veneto è comunque secondo con il 14,5% (Figura 15.1.10) e (Figura 15.1.11).

Inizio Pagina  Le interazioni on line di imprese e individui con la PA

Una rete è formata da più unità interconnesse che interagiscono tra loro. Se da una parte c'è la PA che offre servizi ai cittadini e alle imprese tramite le tecnologie informatiche, dall'altra gioca la capacità degli stessi cittadini e delle imprese di interfacciarsi con tali strumenti.
In Italia, nel 2009, le persone che usano internet per ottenere informazioni dai siti istituzionali della Pubblica Amministrazione sono il 38,8% rispetto al totale di quelle che si connettono alla rete (Nota 3), percentuale che scende rispettivamente al 29,6% e al 14,2% se si considerano coloro che scaricano moduli e li spediscono compilati tramite il web. A livello regionale spiccano la Sardegna con il 45,6% di persone che si connettono per avere informazioni e le regioni del Nord, tutte intorno al 40%, oltre al Lazio. In Veneto le persone che fanno uso dei siti web della PA rappresentano il 39,7% del totale degli utilizzatori di internet, valore superiore alle media nazionale. Questo dato non è pienamente confermato esaminando chi interagisce in modo più completo via web, ovvero scaricando e anche rispedendo i moduli compilati: infatti le rispettive percentuali scendono al 28,1% e al 13,1%, valori inferiori ai corrispondenti nazionali in entrambi i casi (Figura 15.1.12).
Le imprese utilizzano maggiormente la rete per usufruire dei servizi della PA rispetto ai cittadini privati. Nel 2008 l'81% delle aziende con oltre 10 addetti fa uso di tali servizi mentre il 74,6%, oltre a connettersi ai siti della PA per ottenere informazioni, usufruisce dei servizi on-line, tipo scarico/invio di moduli, svolgimento di procedure amministrative, presentazione di gare d'appalto o altre attività. Tra le diverse aree geografiche della penisola vi sono alcune differenze anche se non troppo elevate. Nel nord-ovest le aziende che usano servizi on-line della PA sono l'84,4%, nel Centro il 76,4%, mentre il nord-est si attesta sull'82%. Analogamente a quanto si osserva a livello nazionale, la propensione all'uso del servizio si riduce con l'aumentare del suo livello di interattività un po' in tutte le aree. A fronte del già citato 84,4% di aziende che si interfacciano via web con la PA nel nord-ovest, sono il 78,4% quelle che utilizzano anche servizi che non sono esclusivamente informativi. Allo stesso modo, al centro e al nord-est, le percentuali scendono rispettivamente al 69,9% e 75,9%. Questo indica che da una parte le tecnologie dell'informazione sono ormai diffuse e che la maggior parte delle persone e delle imprese le conosce, però c'è ancora un po' di difficoltà nell'utilizzarle in certe operazioni, quali pratiche amministrative, tradizionalmente svolte interagendo con una persona fisica (Figura 15.1.13).
Quest'ultima considerazione sembra trovare conferma anche confrontando l'Italia con gli altri paesi dell'Unione Europea. Nel 2008, l'Italia si inserisce al nono posto tra i paesi dell'UE27 quanto a imprese che usano internet per accedere ai servizi offerti sui siti web della PA. Se però in termini generali, i valori dell'Italia sono al di sopra della media dell'Unione Europea, non avviene altrettanto analizzando i diversi contenuti interattivi. C'è infatti una riduzione nella percentuale di imprese che interagiscono con la PA via web mano a mano che aumenta il livello di interazione del servizio; questo avviene un po' in tutti i paesi, ed è particolarmente accentuato nel nostro. Infatti, a fronte del 74,1% di aziende nazionali (Nota 4) che si connettono ai siti della PA solo per ottenere informazioni contro il 61,4% nell'UE27, quelle però che utilizzano i medesimi siti anche per inviare moduli compilati (e quindi per portare a termine le pratiche amministrative) scendono al 41,7% nella penisola contro il 50,5% europeo. Questo a conferma del fatto che non c'è ancora piena diffusione della cultura delle tecnologie dell'ICT applicate alla PA, oppure, quando conosciute, non sono forse ritenute ancora sufficientemente affidabili per alcune attività. Infine va sottolineato che, talvolta, queste tecnologie, nonostante presenti, non sono in grado di fornire il servizio nella sua completezza, bensì solo parzialmente. Per quanto riguarda l'e-government e gli individui, si manifesta invece una situazione di generale ritardo dell'Italia rispetto al resto dell'UE, evidenziando quindi una certa difficoltà nelle relazioni on-line tra cittadini e PA: In Italia, nel 2008, il 44,5% (Nota 5) degli individui che hanno accesso ad internet hanno anche accesso a servizi offerti on-line dalla PA, mentre la media europea supera il 53% (Tabella 15.1.1).
Un esempio di servizio offerto grazie all'utilizzo delle ICT: la rete per gli immigrati
(Nota 6) In relazione al problema dell'integrazione degli immigrati presenti nel territorio regionale, la Regione del Veneto ha attivato alleanze territoriali per la realizzazione di numerosi progetti finalizzati al buon inserimento della popolazione extra-comunitaria nel contesto socio-lavorativo veneto. Tali progetti hanno previsto la collaborazione fra diversi soggetti pubblici e privati, quali la pubblica amministrazione, soprattutto gli Enti locali, gli istituti scolastici, le organizzazioni produttive e del lavoro, le associazioni di volontariato e di rappresentanza delle comunità degli immigrati. Il coordinamento fra i diversi attori coinvolti nel processo di integrazione è stato favorito dalla costituzione di un innovativo sistema informativo di network territoriale: il servizio Rete Informativa Immigrazione, ovvero una banca dati multimediale contenente tutte le informazioni sui servizi, i progetti ed i corsi rivolti ai cittadini extra-comunitari in tema di immigrazione dall'insieme delle autonomie locali, delle associazioni del terzo settore, dell'associazionismo immigrato e delle associazioni datoriali e sindacali.
I dati sugli accessi al sito sono molto incoraggianti: a inizio dicembre 2009 si contano quasi 5 milioni di accessi a fronte di oltre 160 mila visitatori. La rete copre tutte le province del Veneto e per ognuna le informazioni possono essere consultate per area tematica d'interesse: alloggio, lingua, lavoro, mediazione linguistico culturale, integrazione sociale/scuola ed associazionismo (Nota 7).

Inizio Pagina  La soddisfazione da parte dei cittadini nei confronti dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione

Dal punto di vista dei cittadini, la percezione sulla qualità di alcuni servizi di base quali, ad esempio, l'accessibilità agli uffici anagrafici, postali o sanitari è sicuramente favorevole in Veneto dove, nel 2008, quasi il 75% delle famiglie dichiara di non avere nessuna difficoltà a raggiungere gli uffici postali e oltre il 70 di non averne per raggiungere quelli comunali. Queste percentuali sono in entrambi i casi superiori rispetto alle medie nazionali che si fermano rispettivamente al 71,3 e 63% (Figura 15.1.14).
Le stesse considerazioni valgono anche considerando i giudizi sulla comodità degli orari di apertura degli uffici comunali, postali e delle ASL. In tutti i casi oltre il 60% dei veneti dà valutazioni positive (molto o abbastanza comodo), sfiorando il 72% nel caso degli uffici postali. Anche in questo caso la PA del Veneto ottiene risultati al di sopra dello standard italiano (Figura 15.1.15).

Figura 15.1.1
Relazione fra l'indice di decentramento e il Prodotto Interno Lordo pro-capite in parità di potere d'acquisto (UE27=100) per nazione
Figura 15.1.2
Indice di decentramento per nazione
Figura 15.1.3
Personale della Pubblica Amministrazione ogni 100 abitanti. Veneto e Italia - Anni 2001 e 2008
Figura 15.1.4
Personale della Pubblica Amministrazione ogni 100 abitanti per livello di governo e per regione. Anno 2008
Figura 15.1.5
Quota percentuale sul Pil della spesa totale consolidata della Pubblica Amministrazione per regione - Anno 2007
Figura 15.1.6
Spesa per l'acquisto di beni e servizi e spesa per il personale: quota % sul Pil - Anno 2007
Figura 15.1.7
Spesa della PA: differenza delle quote % della spesa per l'acquisto di beni e servizi e della spesa per il personale sul Pil - Anni 2000 e 2007
Figura 15.1.8
Percentuale di comuni con servizi/uffici di informatica autonomi per regione - Anno 2007
Figura 15.1.9
Percentuale di comuni con connessione in banda larga rispetto al totale dei comuni con internet per regione - Anno 2007
Figura 15.1.10
Percentuale di comuni con sito Web istituzionale per regione - Anno 2007
Figura 15.1.11
Percentuale di comuni che consentono a cittadini e imprese di effettuare pagamenti on-line per regione - Anno 2007
Figura 15.1.12
Percentuale di persone di 14 anni e più che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi per relazionarsi con i Servizi pubblici e/o la Pubblica Amministrazione per tipo di servizio usato. Veneto e Italia - Anno 2009
Figura 15.1.13
Percentuale di imprese con almeno 10 addetti per tipologia di servizi pubblici on-line utilizzati e per ripartizione geografica. Anno 2008
Tabella 15.1.1
Percentuale di imprese che hanno usato internet nel corso dell'anno precedente per tipologia di servizi offerti on-line dalla PA. Anno 2008
Figura 15.1.14
Difficoltà a raggiungere gli uffici postali e comunali da parte delle famiglie. Veneto e Italia - Anno 2008
Figura 15.1.15
Il giudizio sulla comodità dell'orario di accesso agli uffici pubblici: percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono l'orario molto o abbastanza comodo per tipologia di servizio. Veneto e Italia - Anno 2008


Verifica l'accessibilità del Rapporto Statistico 2010 : Valid HTML 4.01! 

I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.