RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



4.3 - Percorsi scolastici nella rete dopo l'obbligo comune

Gli indicatori di avanzamento degli studenti previsti dall'ingresso all'acquisizione del titolo segnalano anche le caratteristiche del percorso dello studente, anche nei suoi momenti di successo ed insuccesso. Il percorso scolastico può quindi essere visto come una rete di percorsi individuali che miri allo sviluppo e all'acquisizione di conoscenze e capacità decisionali proprie.

Inizio Pagina  I percorsi degli studenti

Ogni ragazzo in uscita dalle scuole secondarie di primo grado si trova ad effettuare una scelta di percorso che influirà sulle sue scelte future. Il sentiero intrapreso da ciascuno di essi ha come fondamento l'acquisizione di un metodo di apprendimento che nel tempo possa consentire loro di divenire autonomi nella vita e nel lavoro.
Ecco perché la specificità di ciascun percorso appare centrale di fronte all'intricata rete di flussi individuali che, vista nel suo insieme, compone il sistema scolastico. Riuscire a valutare quindi le differenti tipologie scolastiche in base ai percorsi degli studenti che le scelgono diventa un imperativo per riuscire a comprendere una parte essenziale di quel complesso meccanismo che è la scuola.
In Veneto nell'anno scolastico 2008/09 il 70,2% dei ragazzi in età media annua tra 18 e 19 anni si diploma ad una scuola secondaria di secondo grado, mentre la quota sale al 79% se si tiene conto anche dei giovani che terminano i percorsi regionali di formazione professionale; più precisamente, il 29,5% di essi si diploma ad un liceo, il 26,8% esce con una formazione tecnica e appena il 13,9% con un'istruzione professionale (Tabella 4.3.1).
Ma come arrivano al diploma i nostri ragazzi?
Lo studio dei coefficienti di transizione, costruiti come rapporto tra gli studenti iscritti nell'anno t+1 all'anno di corso k+1 sugli iscritti nell'anno t all'anno di corso k ci permette di stimare i flussi degli studenti da un anno a quello successivo. E' il caso di sottolineare che questi valori sono, per costruzione, delle stime e quindi non possono essere interpretati letteralmente come la quota di studenti che passa da un anno a quello dopo, perché sono influenzati da una serie di fattori quali le ripetenze o le entrate e le uscite da e verso altre scuole, ma sono comunque una buona proxy delle quote dei passaggi negli anni scolastici.
Considerando il valore medio di tali coefficienti, al fine di garantire maggiore stabilità nelle stime, nell'intervallo di tempo 2004/05:2008/09, nel Veneto la quota di studenti che arriva dal primo al quinto anno nelle scuole secondarie di secondo grado è pari al 76,3%: ciò significa che quasi uno studente su quattro viene perso lungo il percorso. Più precisamente, considerando i dati per tipologia scolastica, emergono differenze significative: se da un lato si ha che l'82,2% dei ragazzi iscritti ad un liceo arriva alla quinta superiore, o il 79,1% per gli istituti tecnici, dall'altra sono meno del 64% quelli degli istituti professionali. Risulta evidente lo squilibrio tra le scuole a carattere professionale e le altre tipologie scolastiche: nelle prime infatti il meccanismo selettivo, nel corso dei cinque anni, pare molto più accentuato.
In dettaglio, sia per l'istruzione liceale che per quella tecnica lo scoglio più grande è rappresentato dal superamento del primo anno, mentre per gli istituti professionali si incontrano difficoltà sia all'inizio che a metà percorso, anche se bisogna considerare che una piccola quota di studenti ai professionali esce dopo il terzo anno con una qualifica.
Tra gli studenti che arrivano all'ultimo anno, sempre per la media veneta 2004/05:2008/09, la percentuale di quelli che si diploma è pari al 95%: questo valore supera il 100% per i licei, a causa degli esaminati esterni, particolarmente frequenti nei licei linguistici, mentre è circa pari al 93% per gli istituti professionali.
Moltiplicando tra loro i coefficienti di transizione e poi con la quota di diplomati sugli iscritti al quinto anno si ottiene la percentuale di iscritti al primo anno che in media riesce ad arrivare al diploma; di conseguenza, per quanto detto in precedenza, questo valore risulta essere una stima per gli anni presi in considerazione.
Complessivamente, nel Veneto, il 72,5% degli iscritti al primo anno in media arriva al diploma; questo significa che vi è un 27,5% di ragazzi che si iscrivono alle superiori ma non riescono a centrare l'obiettivo del diploma.
Le differenze tra tipologie scolastiche sono emblematiche di come la scelta del tipo di percorso sia correlata con la riuscita scolastica: se la percentuale di iscritti al primo anno che arriva al diploma è pari all'82,9% per i licei, questa scende al 76,3% per gli istituti tecnici fino a toccare un valore piuttosto basso del 59,1% per gli istituti professionali, dove ben quattro ragazzi su dieci non riesce a completare positivamente il proprio percorso di studi. Questi dati aprono spiragli interpretativi e significativi ai fini della programmazione scolastica (Figura 4.3.1).
In un confronto con la media nazionale, si osserva un maggiore successo scolastico per il Veneto: sono, infatti, meno del 68% i ragazzi iscritti al primo anno delle superiori che prendono la maturità in Italia, 4,6 punti percentuali al di sotto del dato veneto; differenza che viene quasi completamente spiegata dal numero esiguo di ragazzi italiani che arrivano a diplomarsi nelle scuole professionali (solo il 49,2%).
Le differenze, talvolta rilevanti, tra le tipologie scolastiche possono aprire spunti di riflessione; l'obiettivo di garantire a ciascun ragazzo che si iscrive alla scuola secondaria di secondo grado un percorso di istruzione continuativo, qualitativo ed egualitario non sembra oggi ancora pienamente raggiunto.

Inizio Pagina  Le difficoltà di percorso nella rete educativa

Le nuove frontiere, per un sistema scolastico che miri a formare cittadini che siano in grado di formulare e perseguire un proprio progetto di vita autonomo e che cerchino realizzazione per la vita acquistando il gusto del fare nell'esperienza lavorativa, sono bene rappresentate dal concetto di successo scolastico e formativo. Gli insuccessi scolastici, d'altro canto, sono invece fenomeni spesso complessi, ricchi di sovrapposizioni e intrecci di storie individuali dalle più svariate sfaccettature. Spesso l'insuccesso scolastico di uno studente si accompagna anche ad altri insuccessi, che coinvolgono l'ambiente in cui il giovane cresce e con cui si trova ad interagire.
Valutare l'insuccesso scolastico significa, quindi, non concentrarsi unicamente sul ragazzo, piuttosto contestualizzare una specifica realtà individuale all'interno di un più ampio quadro, che coinvolge parimenti la famiglia e il sistema scolastico stesso, che non sempre riesce ad affrontare in modo tempestivo i cambiamenti di fronte allo svilupparsi di nuove realtà sociali (Tabella 4.3.2).
Nell'anno scolastico 2006/07 in Veneto in media ben il 38,2% degli studenti scrutinati a fine anno viene ammessa all'anno successivo con debito formativo; tale quota passa da poco più del 33% per i licei a quasi il 45% per gli istituti professionali che tendono ad essere sempre i più critici rispetto alle difficoltà di percorso riscontrate dai ragazzi delle scuole superiori. Infatti, per l'anno scolastico 2008/09, per questa tipologia scolastica più di un ragazzo ogni dieci iscritti è ripetente, mentre quasi il 18% degli scrutinati a fine anno viene bocciato. Questi numeri sicuramente impressionano se paragonati alle quote sensibilmente inferiori su cui si attestano gli studenti iscritti nei licei; più l'istituto è professionalizzante maggiori sono le difficoltà incontrate durante l'iter scolastico dallo studente. C'è da riflettere: chi si iscrive ad una scuola professionale lo fa perché ritiene di essere più propenso a materie tecniche, ma viene contrariamente valutato più severamente nelle materie di tipo teorico. Di conseguenza, sorge anche un interrogativo: la maggiore selezione che viene applicata per gli istituti professionali verte sulle materie professionalizzanti e sulle competenze di tipo tecnico/pratico dell'indirizzo specifico, oppure sono proprio le difficoltà che gli studenti di queste scuole riscontrano per le materie di tipo teorico/nozionistico generale a creare le differenze sopracitate negli esiti scolastici?
Complessivamente nel 2008/09 il Veneto registra il 7,4% di studenti ripetenti, posizionandosi a metà classifica nella graduatoria regionale per i valori più alti di ripetenti, ma al di sotto della media nazionale pari al 7,7% e terzo valore più basso fra le regioni del Nord (Figura 4.3.2).
Infine, le interruzioni di percorso rappresentano uno degli stadi più estremi della dispersione scolastica, poiché spesso si trasformano in abbandoni.
Le interruzioni, per l'anno scolastico 2006/07 in Veneto, rappresentano il 2,2% delle iscrizioni totali nelle scuole secondarie di secondo grado: se le interruzioni nei licei appaiono più contenute, 1,6%, crescono invece al 2,0% per gli istituti tecnici, fino ad attestarsi ad un valore del 3,5%, sensibilmente più rilevante, per gli istituti professionali.
Tra le persone più a rischio, quelle che lasciano prematuramente gli studi, il cui numero appunto dovrebbe ridursi in modo tale che entro il 2010 nell'Unione europea la percentuale media di abbandoni scolastici precoci non superi il 10%. Nel 2008 in Italia, l'abbandono scolastico prematuro, ossia la percentuale di giovani in età 18-24 anni con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni, è pari 19,7%, invariante rispetto al dato dell'anno precedente, ma oltre tre punti percentuali in meno rispetto al dato del 2004.
Migliore la situazione della nostra regione che registra un tasso pari al 15,6%, ma purtroppo in crescita di due punti e mezzo percentuali rispetto al dato del 2007.

Inizio Pagina  In rete con la formazione professionale

Non tutti i ragazzi prediligono di continuare gli studi dopo il percorso di obbligo formativo comune, iscrivendosi alla scuola media superiore. In quest'ottica, il ragazzo può dunque orientarsi, all'interno del sistema scolastico, verso percorsi alternativi dallo spiccato carattere professionalizzante, che lo portino in breve tempo a un titolo direttamente spendibile nel mercato del lavoro.
I corsi regionali di formazione professionale, sia quelli realizzati con fondi regionali che quelli con fondi comunitari europei, si inseriscono quindi in un contesto di distinzione netta dai percorsi liceali, attirando una marginale ma rilevante fetta di ragazzi che si identifica maggiormente nell'orientamento al lavoro, piuttosto che nella motivazione a imboccare strade formative a prevalente carattere culturale di base (Tabella 4.3.3).
Nella nostra regione, per l'anno di corso 2008, più di sei ragazzi su dieci tra quelli che si iscrivono ai corsi regionali di formazione professionale, sono di sesso maschile, in linea con la tendenza più generale che vede il sesso femminile in quota minoritaria in quegli istituti a tipologia di formazione maggiormente professionalizzante; questo perché, rispetto forse ai coetanei maschi, le femmine di quell'età tendono ad avere una più spiccata motivazione ad intraprendere percorsi con una prospettiva culturale a più lungo termine. Rispetto alle scuole superiori, inoltre, nei corsi di formazione professionale si registra una maggiore iscrizione degli studenti portatori di handicap: a fronte dei circa 1% di iscritti nelle prime, nei corsi la quota sale al 3,6%.
In media circa il 5% degli iscritti iniziali non raggiunge la fine dell'anno di corso, dato che nello specifico sale dal 3,6% per il primo anno di corso a quasi il 7% per il terzo anno.
Più del 9% di coloro che comunque arriva al termine dell'anno di corso non viene ammesso all'anno successivo; in dettaglio, i bocciati sugli scrutinati scendono dal 12,2% del primo anno al 6,2% del terzo. In conclusione, l'85,9% degli iscritti a un corso regionale di formazione professionale nell'anno 2008 in Veneto viene promosso all'anno successivo.

Inizio Pagina  Integrarsi nella rete

La scuola italiana per riuscire a svolgere a pieno il suo compito deve restare al passo con i cambiamenti del nostro tempo, garantendo pari opportunità a tutti i soggetti sociali.
Ecco perché una vera integrazione sociale delle categorie a rischio di emarginazione, come gli studenti di cittadinanza non italiana, deve passare attraverso un sistema scolastico che garantisca a tutti uguali possibilità di acquisire strumenti professionali e culturali al fine di potersi assicurare un futuro di qualità (Figura 4.3.3).
La quota di studenti con cittadinanza non italiana sul totale degli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado è in progressiva crescita dall'anno scolastico 2000/01 al 2008/09: in otto anni si passa, infatti, dallo 0,9% al 7,0% per il Veneto e dallo 0,7% al 4,8% per l'Italia.
Gli alunni con cittadinanza non italiana alle scuole superiori del Veneto per l'anno scolastico 2008/09 sono oltre 13.000 e prediligono per lo più un'istruzione di tipo tecnico e professionale (oltre il 78% nell'anno scolastico 2006/07). A livello territoriale, in linea con l'incidenza della popolazione straniera su quella totale per provincia, spicca Treviso con una quota di ragazzi stranieri iscritti sulla popolazione scolastica pari all'8,5%, segue Vicenza con il 7,3 %, mentre in coda Belluno con il 3,9%.
Molte sono le cittadinanze estere rappresentate dal totale di questi studenti, principalmente ragazzi di origine nord-africana o di paesi slavi.

Tabella 4.3.1
Indicatori sui percorsi degli studenti per tipologia di scuola secondaria di II grado. Veneto - Media a.s. 2004/05:2008/09 e a.s. 2008/09
Figura 4.3.1
Percentuale di studenti del primo anno che in media arriva al diploma per principali tipologie scolastiche. Veneto e Italia - Media a.s. 2004/05:2008/09
Tabella 4.3.2
Percentuale di studenti con difficoltà di percorso per tipologia di istituto secondario di II grado. Veneto - A.s. 2006/07
Figura 4.3.2
Graduatoria della percentuale di studenti ripetenti sul totale degli iscritti nelle scuole secondarie di II grado per regione - A.s. 2008/09
Tabella 4.3.3
Indicatori sui percorsi degli studenti dei corsi regionali di formazione professionale per anno di corso. Veneto - Anno 2008
Figura 4.3.3
Percentuale di studenti delle scuole secondarie secondarie di II grado con cittadinanza non italiana sul totale degli studenti per anno scolastico. Veneto e Italia - A.s. 2000/01:2008/09


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.