RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



7.1 - La congiuntura

Nel 2009 il commercio internazionale è stato duramente colpito dalla crisi economico-finanziaria iniziata nella seconda metà del 2008. Una crisi iniziata con una turbolenza finanziaria senza precedenti, trasformatasi rapidamente in una pesante recessione economica che ha generato una frenata dei consumi e quindi della domanda mondiale di beni.
A livello globale, la contrazione degli scambi internazionali, circa tredici punti percentuali, è stata più grave rispetto alle precedenti recessioni (1990-1993 e 2001-2002), sia in termini di caduta dei volumi sia di tempistica della ripresa. La riduzione della domanda di beni ha riguardato tutti i settori: i comparti meno internazionali, come quelli del "made in Italy" classico, hanno evidenziato flessioni meno intense rispetto a quelle dei beni tradizionalmente trainanti. I beni intermedi hanno registrato i risultati peggiori risentendo anche dell'andamento dei prezzi delle commodity. I beni di consumo hanno riportato una riduzione nelle esportazioni di circa il 10%, mentre il calo delle vendite è stato invece più contenuto per l'export di beni agricoli, che confermano il loro carattere anticiclico (Figura 7.1.1).
La Cina, superando la Germania, è divenuta il leader mondiale dell'export: nel 2009 il colosso asiatico, pur registrando una flessione delle esportazioni, ha raggiunto la quota del 9% del commercio mondiale e le previsioni per il 2010 indicano che l'export cinese continuerà a crescere. Le prospettive di sviluppo degli altri mercati emergenti saranno complessivamente migliori. La domanda di beni dall'estero di India e Brasile, offrirà un contributo importante al recupero degli scambi globali. Verrà forse a mancare l'impulso della Russia, la cui uscita dalla crisi sarà più lenta per questioni strutturali del paese.
Il recupero delle esportazioni italiane non sarà immediato e solo nel 2011 la dinamica tornerà vicina ai livelli del 2007, con espansioni del 5% in termini reali. Le esportazioni italiane cresceranno a un ritmo inferiore a quello della domanda mondiale e, quindi, la quota di mercato dell'export italiano, che a partire dai primi anni del Duemila ha registrato una dinamica oscillante, subirà una leggera riduzione (da 3,6% a 3,5%).

Inizio Pagina  In Italia

È importante ricordare che i dati relativi all'interscambio commerciale dell'anno 2009 sono provvisori e che i valori definitivi vengono pubblicati dall'Istat a distanza di circa un anno dalla loro prima diffusione. Dal monitoraggio di tali valori nel corso degli anni, si è osservato che le variazioni tra i primi ed i secondi, soprattutto nel caso dell'export veneto, risultano sottostimate in misura non trascurabile.
Non potendo disporre dei dati definitivi del 2009, nell'analisi dei dati del commercio estero si è ritenuto opportuno affiancare al dato pubblicato dall'Istat anche la variazione percentuale 2009/08 calcolata confrontando i due dati provvisori, ciò per rappresentare una più corretta previsione dell'andamento dell'interscambio commerciale regionale. L'analisi congiunturale (trimestrale e annuale) verrà dunque effettuata sulla dinamica provvisoria.
Nel 2009 il saldo commerciale nazionale è negativo per 4,1 miliardi di euro, notevolmente inferiore al disavanzo di circa 13 miliardi di euro registrato nel 2008. Il saldo commerciale con i paesi Ue, dopo il surplus di 8,5 miliardi del 2008, torna negativo (-1,8 miliardi di euro). Anche gli scambi verso i paesi extra UE registrano un saldo negativo, pari a -2,3 miliardi di euro, ma in deciso miglioramento rispetto al deficit (-21,5 miliardi di euro) registrato nel 2008.
Il valore delle esportazioni nazionali registra una flessione annua, in linea con quella dei nostri principali partner europei (Germania -19,4%, Francia -22,2%), pari al -20,7 %, dovuta a consistenti riduzioni dei flussi sia verso i paesi Ue (-22,5%) sia, in misura più contenuta, verso i paesi extra Ue (-18,1%).Tra i singoli mercati di destinazione, si segnalano le forti contrazioni dell'export nazionale verso Spagna (-31%), Germania (-21,6%), Regno Unito (-22,6%), Stati Uniti (-25,5%) e Francia (-18%). Considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni nazionali, si rilevano flessioni significative per i macchinari (-22,3%), il settore moda (-18,9%), i mezzi di trasporto (-25,3%), i prodotti in metallo (-28,6%) e i prodotti chimici (-19,3%). Resta quasi stabile il valore dell'export dei settori dell'agroalimentare (-3,5%) e aumenta quello delle produzioni farmaceutiche (+2,4%).
Nell'ultimo anno le importazioni nazionali calano del 22% e si registrano diminuzioni in tutti i principali settori di attività economica, ad eccezione degli articoli farmaceutici (+10,6%) e delle forniture mediche e dentistiche (+2,7%). Le flessioni più significative riguardano le produzioni in metallo (-44,3%), i prodotti energetici (-34,7%), i macchinari (-29,4%), gli apparecchi elettrici (-17,8%), i mobili (-15,2%), il comparto orafo (-26,7%) e i mezzi di trasporto (-18,6%). Si registrano flessioni inferiori ai dieci punti percentuali nel settore agroalimentare (-6,3%). Per quanto riguarda le aree di approvvigionamento, le riduzioni più importanti nell'area UE si sono registrate da Germania (-18,7%), Francia (-19,8%), Regno Unito (-18,7%), Paesi Bassi (-18,2%) e Austria (-20,7%). Per i paesi extra Ue (-26,9% nel loro complesso) si rilevano cali marcati delle importazioni dalla Cina (-18,3%), Turchia, Russia, Brasile e India (Tabella 7.1.1) e (Tabella 7.1.2).
Tutte le ripartizioni territoriali fanno rilevare flessioni nelle esportazioni, con riduzioni superiori alla media nazionale per quella insulare (-38,6%), dovuta alla forte riduzione del valore delle vendite all'estero di prodotti petroliferi raffinati, e per quella meridionale (-22,9%). Flessioni attorno alla media nazionale sono registrate, invece, dalle ripartizioni del nord-ovest (-20,1%) e del nord-est (-21,3%). Nelle regioni del centro la riduzione dell'export è stata pari al 15,1%.
La dinamica congiunturale, valutata sulla base dei dati trimestrali, evidenzia, nell'ultimo trimestre del 2009 rispetto al trimestre precedente, variazioni positive delle esportazioni in tutte le ripartizioni, ad eccezione dell'Italia insulare (-5,8%). Gli incrementi più rilevanti si registrano nell'Italia nord-occidentale (+7,5%), nelle regioni centrali (+6,9%) e nel Mezzogiorno (+6,3%). In ripresa anche l'export dell'Italia nord-orientale (+4%).

Inizio Pagina  In Veneto

Nel 2009 il Veneto si conferma la seconda regione italiana per valore complessivo di export (38,3 miliardi di euro), con una quota del 13,2% sul totale nazionale. La dinamica congiunturale degli ultimi trimestri evidenzia una rilevante contrazione dell'export regionale nel primo trimestre, cui è seguito, sulla scia della ripresa del commercio mondiale, un periodo di moderata crescita: +1,7% nel secondo trimestre rispetto al precedente, una situazione di stabilità nel terzo e +9,3% nel quarto trimestre. Quanto alla dinamica congiunturale dei settori produttivi, si nota lo sviluppo positivo negli ultimi trimestri del 2009 dei comparti alimentare (+15,5% tra primo e secondo semestre 2009), metalli (+8,7%), apparecchi elettrici (+16,1%), elettronica (+7,9%), chimica (+17,3%), mezzi di trasporto (+4,3%), e la stabilità del settore moda e dei macchinari. Quanto ai mercati, nel secondo semestre del 2009 si registra una ripresa degli scambi verso il mercato russo e quello dei principali partner europei. In crescita anche l'export verso gli Stati Uniti: nell'ultimo trimestre le vendite di prodotti veneti nel mercato americano sono cresciute del 14,3% (+10,6% tra il primo e il secondo semestre del 2009) (Figura 7.1.2) e (Figura 7.1.3).
La maggiore apertura verso i mercati esteri rende l'economia veneta più sensibile alle dinamiche del commercio mondiale e ciò spiega il forte rallentamento dell'export subito nell'ultimo anno: nel 2009 la regione subisce una perdita del 20,6% rispetto all'anno precedente, in linea con la dinamica nazionale e delle altre principali regioni (Lombardia -20,9%, Emilia Romagna -23,3%, Piemonte -21,6%). Il saldo commerciale regionale continua ad essere positivo, oltre 8 miliardi e 500 milioni di euro nell'ultimo anno, e presenta valori estremamente positivi nei comparti della meccanica (5,4 miliardi in attivo), delle altre produzioni manifatturiere - mobili, gioielli, articoli sportivi e forniture mediche - (+3,9 miliardi), della moda (+2,1 miliardi) e degli apparecchi elettrici (+1,9 miliardi), mentre risulta fortemente in passivo il settore dei mezzi di trasporto (-3,9 miliardi). Il saldo commerciale per area geografica presenta dati positivi sia per l'UE (+4,6 miliardi) che per i paesi extra UE (+3,9 miliardi). Rimane rilevante il deficit verso l'Asia orientale (-1,6 miliardi).
La struttura geografica delle esportazioni regionali si è leggermente modificata a favore dell'area Ue 27, in controtendenza rispetto alle dinamiche degli anni precedenti, che ha assorbito il 60% delle esportazioni, rispetto al 59,6% dell'anno precedente. Crescono anche le quote di export verso l'Asia orientale (da 6,1% nel 2008 a 7% nel 2009) e l'Africa settentrionale (da 2,5% a 3%).
La flessione delle esportazioni venete deriva da tendenze omogenee dei flussi verso le due principali aree di sbocco: i flussi diretti verso i paesi Ue (-20%) segnano diminuzioni particolarmente rilevanti per Regno Unito (-24,9%), Spagna (-26%), Romania (-26,2%) e Polonia (-28%). L'export diretto verso i paesi extra Ue (-21,5%), registra diminuzioni particolarmente significative verso Russia (-37,7%), Stati Uniti (-28,5%) e Turchia (-27,1%); i flussi diretti verso la Cina registrano, invece, un sensibile aumento in valore (+7,8%) (Figura 7.1.4) e (Figura 7.1.5).
Il decremento generalizzato verso tutti i mercati è frutto del crollo avvenuto nel primo trimestre 2009, solo in parte recuperato nei trimestri successivi. La ripresa più forte nel secondo semestre ha interessato i flussi verso la Russia, Cina e Regno Unito.
L'analisi dell'andamento delle esportazioni per settore economico, mette in evidenza come la flessione del fatturato estero regionale abbia interessato gran parte dei principali settori, con riduzioni superiori al 20% per le produzioni in metallo (10,7% dell'export regionale), la meccanica (18,6% dell'export regionale), gli apparecchi elettrici (8,1% dell'export regionale) e i mezzi di trasporto. I settori che hanno risentito meno della crisi economica sono l'industria alimentare (-2,2%, rappresenta il 7,1% del totale regionale di settore) e il comparto dell'elettronica (-3,1%). Il comparto moda, primo settore dell'export veneto (19% dell'export regionale) ha registrato una riduzione del fatturato estero di circa diciassette punti percentuali (Figura 7.1.6) e (Figura 7.1.7).
Nel secondo semestre si evidenzia la stabilità del trend dei due principali settori dell'export regionale: Moda, -0,1% rispetto al primo semestre 2009, e Meccanica (+0,1%). In ripresa, invece, il fatturato estero degli altri principali comparti, con punte per i prodotti chimici (+17,3% rispetto al primo semestre 2009), gli apparecchi elettrici (+16,1%) e l'industria alimentare (+15,5%).
Il volume delle importazioni del 2009 è stato pari a circa trenta miliardi di euro (circa il 10% delle importazioni nazionali), con un decremento rispetto al 2008 del 20,4%. I prodotti maggiormente importati sono stati quelli dei mezzi di trasporto (18,9% dell'import regionale), del settore moda (17,4% dell'import regionale), dei metalli (10,2% dell'import regionale) e dell'industria alimentare (9,1% dell'import regionale). La contrazione ha interessato tutti i principali settori dell'import regionale e il rallentamento risulta particolarmente intenso per i prodotti in metallo (-41,6% rispetto al 2008), le produzioni meccaniche (-29,3%) e i mezzi di trasporto (-22,2%).
L'UE rappresenta il principale mercato di provenienza delle merci importate in Veneto, con una quota in valore che si aggira intorno al 62%. Al secondo posto si trova l'Asia orientale, con il 14,4%. Ancora significative risultano le quote dei paesi dell'Europa orientale (4,1%) e dell'Africa settentrionale (4,6%). L'import veneto registra contrazioni significative in valore dalla maggior parte delle aree geo-economiche prese in esame: -20% dalla UE, con punte superiori al 25% dal Belgio, Regno Unito e dalla Repubblica Ceca, -32,4% dai paesi dell'America Latina (nel 2009 rappresentano il 2,7% dell'import regionale), -32,7% dal Nord America e -31,3% dall'Europa orientale.

Inizio Pagina  Le province

A livello provinciale la situazione dell'export appare piuttosto diversificata: le province di Belluno (-17,1%), Verona (-17,7%) e Treviso (-19%) registrano un calo del valore dell'export lievemente inferiore al livello medio regionale, Vicenza e Padova rispecchiano l'andamento regionale con tassi negativi vicini a ventuno punti percentuali, mentre Rovigo e Venezia registrano riduzioni dell'export superiori a venticinque punti percentuali.
Per quanto riguarda le importazioni, Verona, Padova, Treviso e Venezia riflettono la dinamica regionale, mentre Belluno registra una riduzione delle importazioni pari a circa dieci punti percentuali. Vicenza è la provincia veneta che registra il più consistente calo di merci importate (-26,7% in valore rispetto al 2008) (Tabella 7.1.3).
Nel 2009 le imprese della provincia di Belluno hanno esportato beni per un valore complessivo di 2.058 milioni di euro, contribuendo al 5,4% dell'export regionale. L'apertura ai mercati esteri è stata determinata prevalentemente dalla vendita di strumenti ottici, corrispondente a oltre il 65% delle esportazioni provinciali, che ha fatto registrare una contrazione di circa quattordici punti percentuali. Segnali non positivi anche dai prodotti meccanici (-19,6%), secondo settore provinciale con una quota che si avvicina al 15% del fatturato estero bellunese.
Il valore complessivo delle merci esportate dalle imprese padovane è risultato pari a 5.750 milioni di euro. La quota di Padova sul totale dell'export Veneto si attesta su valori attorno ai quindici punti percentuali, confermando la provincia al quarto posto in regione per valore assoluto delle merci esportate. Il risultato negativo dell'export provinciale è dovuto a dinamiche settoriali differenti: il settore della meccanica, che rappresenta il 29% dell'export provinciale, registra una flessione di circa ventisette punti percentuali, mentre il comparto moda, quasi il 16% dell'export provinciale, tiene (-3,1% rispetto al 2008).
La provincia di Rovigo, con un fatturato estero pari a 875 milioni di euro, contribuisce per il 2,3% all'export regionale. Nel 2009 il valore delle esportazioni provinciale ha registrato una rilevante flessione, dovuta a consistenti riduzioni dei flussi verso i paesi extra Ue (-49,9%). La diminuzione, in valore, delle esportazioni provinciali risulta particolarmente rilevante verso il Medio Oriente (-57%), i paesi dell'Europa orientale (-49%) e i paesi africani (-120 milioni di euro rispetto al 2008).
L'ammontare complessivo delle esportazioni della provincia di Treviso supera gli 8.500 milioni di euro, dei quali il 65% è ricavato dalle vendite nei paesi dell'Unione Europea. Il dato complessivo trevigiano risente della flessione registrata da tutti i principali settori di specializzazione produttiva del territorio: moda (-24,8%), che rappresenta quasi il 25% del fatturato estero provinciale, meccanica (-22,3%), le produzioni di mobili (-16%) e gli apparecchi elettrici (-21,1%). Alle difficoltà rilevate in tutti i principali mercati tradizionali, si contrappone il risultato positivo realizzato nel mercato cinese: l'export provinciale verso la Cina passa da 200 milioni di euro del 2008 a 270 milioni nel 2009 (+35%).
Nella provincia di Venezia le esportazioni calano a causa della consistente riduzione degli scambi nel comparto navale, che passa da 302 milioni di euro del 2008 a 14 milioni del 2009, e in quello degli aeromobili e veicoli spaziali (-35,4%), che in un anno perde circa 115 milioni di euro. Per quanto riguarda i principali mercati di sbocco delle merci veneziane, regge l'export verso l'Austria (-7,4%), mentre negli altri mercati si registrano riduzioni del fatturato estero superiori ai venti punti percentuali. Crescono, invece, le esportazioni verso la Slovenia (+17,3%), la Croazia (+36,8%) e Singapore (+60 milioni di euro rispetto al 2008).
Nel corso del 2009 le esportazioni della provincia di Verona sono risultate, in termini di valori correnti, pari a 6.826 milioni di euro. Considerando i prodotti di maggiore rilevanza per le esportazioni provinciali, si evidenzia la flessione delle vendite dei prodotti meccanici (-24,8%), primo settore dell'export veronese, dei metalli (-34%) e degli articoli in gomma e plastica (-22,7%). Risentono meno della crisi internazionale altri due settori importanti dell'export veronese: i prodotti dell'industria alimentare (-1,1%), che rappresentano circa il 18% del fatturato estero provinciale, e i beni del comparto moda (-5,5%).
La provincia vicentina continua a mantenere un peso notevole nell'ambito dell'interscambio commerciale regionale, infatti, le esportazioni, con un valore di 10.965 milioni di euro, rappresentano quasi il 29% del fatturato estero regionale. La contrazione delle esportazioni generate nella provincia di Vicenza è dovuta alla caduta dei flussi diretti sia verso i mercati extra Ue, diminuiti del 21,3%, che in quelli comunitari (-20,7%). Nell'area Ue diminuzioni significative si registrano per le esportazioni verso Spagna, Germania, Regno Unito e Francia. Registra un leggero incremento, +2%, il valore dei beni esportarti verso il mercato cinese. Il più importante settore economico a livello regionale, il settore moda, che detiene una quota del 23% sul totale provinciale esportato, mostra una diminuzione di oltre il 18% delle sue vendite. Anche il comparto orafo vicentino risente della crisi internazionale e registra una riduzione annua del fatturato estero di circa ventisei punti percentuali.

Figura 7.1.1
Variazioni percentuali annue del commercio mondiale di merci - Anni 2000:2011
Tabella 7.1.1
Esportazioni per regione. Valori espressi in milioni di euro e variazione % annua. Anni 2008:2009
Tabella 7.1.2
Importazioni per regione. Valori espressi in milioni di euro e variazione % annua. Anni 2008:2009
Figura 7.1.2
Interscambio commerciale con l'estero del Veneto per trimestre. Anni 2008:2009
Figura 7.1.3
Saldo commerciale per area geografica. Valori espressi in milioni di euro. Veneto - anni 2000 e 2009
Figura 7.1.4
Variazioni percentuali annue 2009/08 e quota 2009 delle esportazioni venete verso i principali partner commerciali
Figura 7.1.5
Variazioni percentuali per semestre 2009 e quota 2009 delle esportazioni venete verso i principali partner commerciali
Figura 7.1.6
Variazioni percentuali annue 2009/08 e quota 2009 delle esportazioni venete verso i principali settori economici
Figura 7.1.7
Variazioni percentuali per semestre 2009 e quota 2009 delle esportazioni venete verso i principali settori economici
Tabella 7.1.3
Interscambio commerciale con l'estero per provincia. Valori espressi in milioni di euro e variazione % annua. Anni 2009:2008


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.