RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



17.3 - La rete del sistema idrico integrato

(Nota 1) La situazione generale del servizio idrico sul territorio regionale si caratterizza per una fornitura idrica generalmente efficace, con caratteristiche di sicurezza e nel soddisfacimento puntuale di tutti i controlli e le analisi previste per legge per garantire all'utenza acqua potabile di buona qualità.
Si riscontrano comunque necessità di ampliamento della rete, per raggiungere zone attualmente servite con approvvigionamenti autonomi privati e per potenziare il servizio in considerazione dell'urbanizzazione del territorio. In molti casi sono necessarie manutenzioni straordinarie e sostituzioni di tubazioni; la rete è infatti spesso vetusta e presenta notevoli perdite. E' inoltre necessario migliorarne la potenzialità garantendo, oltre che la sicurezza qualitativa già ora attuata pienamente, anche adeguate portate e pressioni di esercizio all'utenza. Alcune fonti di approvvigionamento vanno rafforzate, realizzando nuovi pozzi e nuovi impianti di potabilizzazione, in particolare nei casi in cui gli attuali prelievi non garantiscono adeguate portate o buona qualità dell'acqua prelevata a causa di inquinamenti puntuali o diffusi delle aree interessate. Tali fenomeni sono dovuti prevalentemente ad attività industriali o agricole che hanno comportato un sensibile deterioramento della qualità dell'acqua delle falde freatiche dalle quali è attinta e che hanno contribuito altresì all'abbassamento dei livelli freatici negli ultimi anni.
La rete acquedottistica necessita generalmente di opere di interconnessione tra gli acquedotti esistenti, in modo da creare una maglia estesa sul territorio a livello intercomunale mettendo "in rete" gli impianti di potabilizzazione e le opere di prelievo. Una rete che garantisca efficienza e sicurezza anche in caso di incidente, di guasto puntuale o in caso di scarsa disponibilità dell'approvvigionamento in alcuni punti di prelievo.
Al fine di coordinare le azioni delle Autorità d'Ambito del servizio idrico integrato, la Regione Veneto ha approvato il Modello Strutturale degli Acquedotti (Nota 2), che consiste nell'individuazione degli schemi di massima delle principali strutture acquedottistiche della Regione, nonché delle fonti idriche per uso potabile da salvaguardare. L'obiettivo è quello di garantire ai cittadini piena e sicura disponibilità di acqua potabile, rimuovendo gli inconvenienti causati dall'eccessiva frammentazione delle strutture acquedottistiche ed attuando quindi un massiccio accorpamento dei piccoli e medi acquedotti, al fine di ricavare consistenti effetti di economia di scala e di risorsa, nonché di funzionalità. Altro obiettivo fondamentale è quello di interconnettere le grandi e medie adduttrici esistenti mediante la realizzazione di condotte interprovinciali di grande diametro. Il sistema acquedottistico veneto diventerà in tal modo di tipo reticolare, migliorando sensibilmente l'affidabilità del servizio. Si possono inoltre ridurre le attuali fonti di approvvigionamento e le perdite in rete, assicurando un risparmio non inferiore al 15 % rispetto alle risorse idropotabili ora impegnate. Si garantirà infine l'approvvigionamento con acqua di buona qualità anche alle aree della Regione più svantaggiate da tal punto di vista, quali quelle della Bassa Padovana e del Polesine, dove il prelievo avviene ora dalle acque dell'Adige e del Po, con i noti problemi qualitativi e quantitativi della risorsa addotta.
Il Modello Strutturale individua tre grandi schemi idrici tra loro interconnessi di interesse regionale: lo "Schema Acquedottistico del Veneto centrale - SAVEC", il segmento "Acquedotto del Garda", il segmento "Acquedotto pedemontano".
Lo Schema Acquedottistico del Veneto centrale è il più esteso e percorre una vasta area interna alle province di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza, servendo un bacino di circa 600.000 abitanti residenti, e circa 400.000 fluttuanti, che attualmente si approvvigionano di acqua attingendo, fra l'altro, da prelievi dal Po e dall'Adige, con elevati costi di potabilizzazione e con qualità dell'acqua distribuita relativamente bassa.
Mediante il SAVEC, la portata necessaria alla zona del Polesine verrà fornita principalmente razionalizzando i prelievi dalla falda esistenti fra Brenta e Sile, in parte elevando i prelievi stessi rispetto allo stato attuale ed in parte realizzando nuove fonti.
Per quanto attiene alla depurazione, alla pianificazione regionale e alla conseguente programmazione dei gestori, le Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale hanno perseguito l'obiettivo di accentrare il trattamento dei reflui fognari. Questo permette, oltre ad economie di scala, di garantire una performance depurativa di elevato livello, una gestione ottimale del refluo da trattare ed un continuo controllo e monitoraggio della qualità dello scarico finale. Gli impianti di depurazione hanno incrementato nel tempo sia la loro capacità depurativa, intesa come abitanti equivalenti trattabili, sia l'affinamento del refluo scaricato.
I maggiori impianti esistenti nella regione sono ormai quasi tutti dotati di trattamento terziario di filtrazione e disinfezione ed inoltre garantiscono, presso apposite sezioni impiantistiche, il trattamento dei nutrienti (azoto e fosforo), al fine di preservare le cosiddette "aree sensibili" (individuate dal Piano di Tutela delle Acque) dal rischio dell'eutrofizzazione.
In ambito regionale risultano censiti, al 2008, 521 impianti di trattamento delle acque reflue urbane dotati di trattamento secondario (con esclusione delle tipologie impiantistiche che prevedono unicamente un processo fisico di sedimentazione).
Gli impianti di potenzialità superiore ai 2.000 AE (Abitanti Equivalenti) (Nota 3) sono 240. Di questi, 138 sono al di sotto dei 10.000 AE, 85 tra 10.000 e 100.000 AE e 17 hanno potenzialità superiore a 100.000 AE (Figura 17.3.1) e (Figura 17.3.2).
Gli impianti di elevata potenzialità (oltre i 100.000 AE) sono solo 17 (il 3% del totale), ma garantiscono più del 60% della capacità depurativa totale della regione.
Per quanto riguarda il servizio idrico integrato, la cosiddetta Legge Galli (Legge n. 36 del 5 gennaio 1994) ha dato la prima disciplina organica del settore, organizzandolo sulla base di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), da individuarsi da parte delle Regioni sentite le Province interessate. La Legge regionale n. 5 del 27 marzo 1998 in recepimento della citata Legge n. 36/1994 stabilisce disposizioni in materia di risorse idriche e individuazione degli Ambiti Territoriali Ottimali. In particolare, con l'art. 2 è stata indicata la suddivisione del territorio regionale in otto ATO: Alto veneto, Bacchiglione, Brenta, Laguna di Venezia, Polesine, valle del Chiampo, Veneto orientale, Veronese e la creazione di un ATO interregionale con la Regione Friuli Venezia Giulia, denominato ATO Lemene, comprendente parte dei comuni della provincia di Pordenone e, per la parte Veneta, undici comuni situati nel bacino dei fiumi Livenza e Tagliamento.
Il compito della pianificazione degli ATO è di assicurare la diffusione su tutto il territorio di una rete acquedottistica efficace, sviluppando azioni ed interventi concernenti lo sviluppo del settore acquedottistico fognario e depurativo, nell'ottica del miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia dell'economicità gestionale, del rispetto delle norme di tutela ambientale e della salvaguardia dell'uso delle risorse idriche, in particolare per l'utilizzazione idropotabile (Figura 17.3.3) e (Tabella 17.3.1).

Figura 17.3.1
Distribuzione percentuale degli impianti di trattamento delle acque reflue per classe di potenzialità (espressa in abitanti equivalenti). Veneto - Anno 2008
Figura 17.3.2
Distribuzione percentuale della capacità depurativa degli impianti di trattamento delle acque reflue divisi per classe di potenzialità (espressa in abitanti equivalenti). Veneto - Anno 2008
Figura 17.3.3
Perimetrazioni degli ATO del Servizio Idrico Integrato
Tabella 17.3.1
Numero di comuni serviti dai gestori del Servizio Idrico Integrato e popolazione residente divisi per ATO (Ambito Teritoriale Ottimale). Veneto - Anno 2006


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.