RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



1.2 - Le dimensioni della qualità dell'abitare

Inizio Pagina  La tipologia abitativa

In base ai dati del censimento della popolazione e delle abitazioni condotto da Istat nel 2001, in Veneto si contavano 2.016.082 abitazioni, di cui il 14,8% non occupate; secondo una stima nel 2007 il patrimonio abitativo sale a 2.212.069 unità (Nota 1).
La maggioranza delle famiglie (56%), e delle persone che sono in famiglia (60%), vive in villa, villino, casa uni o plurifamiliare, forma abitativa che garantisce alla famiglia il massimo di libertà e di privacy. Chi è in appartamento vive per lo più in contesti di piccoli condomini, con meno di 10 appartamenti. Viceversa a livello nazionale più frequente è la sistemazione in appartamento, che interessa il 53% delle famiglie e il 52% delle persone, distribuite più o meno equamente in codomini di piccole o di medie-grandi dimensioni.
Il numero medio di persone per abitazione delle famiglie che vivono in case uni o plurifamiliari è leggermente superiore in Veneto (2,6 e 2,7) rispetto all'Italia (2,5 e 2,6), situazione opposta si verifica per le famiglie che stanno in appartamento (Tabella 1.2.1).
Rispetto alla situazione nazionale il patrimonio abitativo di cui dispongono le famiglie in Veneto risulta meno datato, infatti il 68% delle case occupate risale agli ultimi 50 anni mentre in Italia la stessa percentuale scende al 64%. Soprattutto è più frequente la sistemazione in abitazioni costruite dal 1990 in poi: riguarda il 21% delle famiglie, 6 punti percentuali in più rispetto al dato nazionale. Dal 2000 in poi, inoltre, si evidenzia una maggiore tendenza ad abitare in appartamenti rispetto a ville uni o plurifamiliari.
Il boom delle costruzioni attualmente occupate dalle famiglie si è verificato, comunque, negli anni Sessanta e Settanta: per il Veneto significa 31.577 unità in media all'anno nel primo decennio e 37.713 in quello successivo (Tabella 1.2.2).
Quanto agli anni vissuti nell'attuale abitazione (2007), la distribuzione delle famiglie del Veneto è molto simile a quella dell'Italia in complesso: la permanenza media è di 20 anni e il 43% delle famiglie vi abita da 20 anni e oltre (45% in Italia).
La mobilità abitativa interessa mediamente all'anno il 4,6% delle famiglie (Italia 4%), come risulta dalla stima dell'indice di turnover medio annuo, basata sull'esperienza di mobilità degli ultimi due anni. Il cambiamento di abitazione è dovuto principalmente (46%) a ragioni di famiglia, quindi a cause riferibili alle condizioni abitative e a motivi di lavoro (Figura 1.2.1).

Inizio Pagina  Le condizioni strutturali dell'abitazione

Vivere in un'abitazione adeguata alle proprie esigenze, sufficientemente spaziosa, confortevole, dotata dei servizi che si ritengono necessari contribuisce ad aumentare la qualità di vita. L'abitazione è, infatti, il luogo dove si trascorre quotidianamente gran parte del tempo, è il centro della vita familiare ma anche delle relazioni con amici, parenti e vicini; in senso più ampio è un elemento essenziale per garantire l'inclusione sociale. Avere una propria casa, e sentire di viverci bene, accresce nelle persone un senso di sicurezza, stabilità e anche di benessere psicologico.
Le condizioni abitative sono importanti anche dal punto di vista della salute, infatti la presenza di umidità e muffa, di strutture danneggiate, di ambienti piccoli e poco luminosi, o ancora la mancanza di servizi igienici adeguati possono essere causa di disagi e malattie che condizionano il benessere di chi vi abita.
Dal punto di vista delle caratteristiche strutturali la situazione in Veneto è buona. La mancanza di dotazioni di base, come il gabinetto interno e la vasca da bagno o la doccia, riguarda infatti un numero irrisorio di famiglie. Se si considerano i servizi di livello superiore, ossia non strettamente necessari ma che aumentano il comfort delle famiglie, risulta diffusa la presenza di una cucina separata, sono poi abbastanza numerose anche le famiglie che possono contare su uno spazio ulteriore, come una cantina o una soffitta, o che hanno a disposizione più di un bagno. Decisamente più alta, rispetto all'Italia, la percentuale di chi dispone di una casa con garage o posto auto e con giardino privato; ciò è certamente legato al fatto che le famiglie venete risiedono prevalentemente in ville e villini unifamiliari o plurifamiliari. Inoltre il 65% delle famiglie dichiara di poter godere di almeno quattro dei sei servizi di livello superiore rilevati.
Le situazioni di disagio per quanto riguarda la dotazione degli impianti, ossia la loro adeguatezza, sicurezza e funzionalità, sono poco frequenti. Le famiglie che possono contare su impianti adeguati sono l'85% per l'impianto elettrico, l'81% per quello idraulico e il 79% per quello di riscaldamento; la quasi totalità dispone di acqua calda e il 58% non presenta alcun problema negli impianti.
Solo una percentuale limitata ritiene di vivere in ambienti poco spaziosi o poco luminosi ed è comunque inferiore al valore registrato a livello nazionale. Viceversa, in Veneto le famiglie dichiarano con maggiore frequenza la presenza di alcune deficienze importanti, come problemi di umidità e di strutture danneggiate, sebbene in realtà le abitazioni risultino maggiormente dotate dal punto di vista strutturale. Bisogna comunque tenere presente che si tratta di giudizi espressi e la discrepanza tra situazione effettiva e percepita è legata al contesto socio-culturale in cui le famiglie sono inserite e alle loro aspettative.
Anche la presenza nell'abitazione di beni durevoli contribuisce a determinare la qualità abitativa delle famiglie, permettendo alle persone di godere di un adeguato livello di comfort. Lavatrice, frigorifero, televisore e telefono sono posseduti dalla quasi totalità delle famiglie venete e italiane, essendo ormai beni che appartengono a uno stile di consumo piuttosto consolidato. Tuttavia, con la diffusione della tecnologia e la contemporanea diminuzione del costo medio di alcuni prodotti, risultano abbastanza diffusi anche il lettore dvd o il videoregistratore, il computer e l'accesso a internet. Inoltre, il fatto di non possedere questi beni spesso non dipende da una questione puramente economica, o perlomeno le famiglie non hanno dichiarato questa come motivazione principale, ma sembra più legato a una scelta, come se fossero ritenuti beni non strettamente necessari (Tabella 1.2.3).
Per favorire una migliore comprensione delle informazioni presentate, si propongono indicatori di sintesi relativi agli aspetti finora analizzati, che contribuiscono a determinare la qualità dell'abitazione, ossia la disponibilità di servizi strutturali, i problemi percepiti, l'adeguatezza degli impianti, i beni fondamentali (Nota 2) e gli altri beni presenti. Ciascun indicatore assume valori che variano tra 0 e 100, dove 0 indica bassa qualità e 100 qualità elevata. A questi se ne aggiunge un sesto, sempre variabile tra 0 e 100, che descrive sinteticamente la qualità complessiva delle caratteristiche strutturali dell'abitazione, ottenuto come media dei cinque indicatori precedenti. Gli indicatori sintetici risultano utili soprattutto per confrontare tra loro le famiglie con caratteristiche diverse e anche per confrontare il Veneto con le altre regioni italiane.
L'indicatore finale per il Veneto assume un punteggio di 83 su 100, a conferma che complessivamente le condizioni abitative delle famiglie risultano buone, per effetto congiunto di livelli generalmente medio-alti nelle cinque sottodimensioni che lo compongono. Sono comunque soprattutto gli indici relativi ai beni fondamentali posseduti, all'adeguatezza degli impianti e ai problemi percepiti ad assumere valori elevati (intorno a 90 su 100), più basso invece l'indicatore riferito al possesso di beni accessori (74 su 100) e quello relativo ai servizi strutturali (67 su 100).
Un'analisi più approfondita permette di capire se vi siano differenze tra le famiglie a seconda della disponibilità economica o del numero di componenti; tra chi vive in case di proprietà o in affitto, in zone più o meno urbanizzate o in alloggi più o meno datati.
Rispetto alla media regionale la situazione risulta decisamente diversa per le famiglie in affitto e per quelle con un reddito basso (Nota 3). Gli affittuari mostrano un indicatore finale pari a 76/100 e risiedono in abitazioni meno dotate di servizi strutturali, con più problemi (percepiti) in termini di spazio, di strutture danneggiate, di umidità e luminosità e con una minore presenza di beni accessori; si tratta comunque di case ben dotate dal punto di vista degli impianti. Anche le famiglie con un reddito annuo inferiore ai 16.000 euro presentano gli stessi problemi (l'indicatore finale assume valore pari a 78/100), d'altra parte vivono prevalentemente in abitazioni in affitto. Per le famiglie che vivono in case meno nuove, costruite prima del 1980, e in zone a più alta urbanizzazione, la qualità dell'alloggio è in linea, invece, con la media regionale (Tabella 1.2.4).
Il confronto tra le regioni italiane evidenzia la buona posizione occupata dal Veneto, simile a quella delle regioni vicine, ossia Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, e al di sopra della media nazionale. Valori superiori al Veneto si riscontrano solo per Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, mentre le regioni meridionali chiudono la graduatoria (con punteggi che oscillano tra 72 e 76 su 100), soprattutto perché le abitazioni risultano meno dotate di servizi strutturali, di beni accessori e di impianti adeguati.
Il valore più elevato, a livello nazionale rispetto al Veneto, dell'indicatore di qualità percepita relativo alla presenza di problemi rivela livelli di esigenze e di aspettative sulla qualità dell'abitare diversi nei due contesti (Figura 1.2.2).

Inizio Pagina  L'affollamento

Un aspetto rilevante della qualità abitativa è il comfort spaziale, definito come rapporto tra dimensione (metri quadrati o numero di stanze) e numero di componenti e tipologia della famiglia. Situazioni di disagio si possono verificare se una famiglia si trova a vivere in uno spazio ristretto, in un alloggio non adeguato per dimensioni al numero dei suoi componenti, che rischiano così di vedere limitata la propria privacy e la propria libertà.
In letteratura il disagio spaziale è molto studiato per vari motivi, non solo perché può compromettere la qualità dell'abitare, ma anche per gli eventuali effetti negativi sullo stato di salute, sul benessere fisico e mentale delle persone. In situazioni di sovraffollamento può essere più difficile mantenere buone condizioni igieniche e può aumentare il rischio di diffusione di malattie, specie respiratorie e infettive, e di incidenti domestici. Un affollamento eccessivo può essere anche causa di stress e può amplificare le tensioni familiari, con eventuali conseguenze negative, specie per i bambini, a livello comportamentale e di apprendimento.
Inoltre, in una realtà come quella del nostro Paese, in cui il numero di componenti del nucleo familiare tende a ridursi, il sovraffollamento abitativo sembra correlarsi in maniera più netta a situazioni di povertà. È pertanto considerato un importante indicatore per misurare la povertà abitativa e, più in generale, il livello di povertà di una famiglia (Nota 4).
Una prima misura dello stato di affollamento, utilizzata a livello europeo, è data dal rapporto tra il numero di componenti della famiglia e il numero di stanze della casa: un'abitazione viene considerata adeguata se ogni persona del nucleo familiare ha a disposizione almeno una stanza nella quale isolarsi e poter godere di un livello minimo di privacy; pertanto se il numero medio di persone per stanza è superiore a 1 si è in presenza di sovraffollamento. A livello UE27 l'indicatore è pari a 0,6 e si osserva generalmente un maggiore affollamento nelle abitazioni dei Paesi dell'Est, specie in Lettonia e Romania, mentre la situazione migliore si riscontra in Belgio, con 0,5 persone per stanza. Rispetto alla media europea, l'affollamento in Veneto è un po' più alto, ma comunque meno presente che in Italia, con in media 0,7 persone per stanza anziché 0,8 (Figura 1.2.3).
Un altro modo per misurare l'affollamento è quello di rapportare la superficie dell'abitazione al numero di componenti della famiglia. Questo secondo approccio, a differenza del primo, mette in evidenza la comodità, in termini di spazio, dell'abitazione in cui la famiglia vive, piuttosto che la possibilità di ricavarsi uno spazio per sé. Ciò per il Veneto si traduce in 54 mq a disposizione in media per ogni persona, contro i 49 mq a livello italiano, confermando la differenza osservata in precedenza. Tra le regioni italiane è uno dei valori più elevati, preceduto di poco solo da quello di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Molise. Nelle regioni meridionali mediamente le abitazioni risultano di dimensioni più ridotte, specie in Basilicata e Campania, dove ogni persona dispone in media di circa 43 mq (Figura 1.2.4).
A livello territoriale (Nota 5), come si può desumere dalla mappa dei valori comunali dell'indicatore al Censimento 2001, nella prevalenza dei comuni di piccola-media dimensione le famiglie dispongono di case meno spaziose: sono mediamente costruzioni più recenti e insediamenti relativamente nuovi; infatti in questi comuni c'è stato un forte incremento demografico nell'ultimo periodo, proprio per l'offerta di condizioni abitative più vantaggiose e più accessibili specie per le giovani coppie o le famiglie più numerose.
Nei comuni capoluogo, viceversa, ci sono case più grandi, o perché di maggior pregio o perché risalgono a anni in cui la distribuzione e la disponibilità degli spazi delle abitazioni erano concepite in maniera diversa rispetto alle nuove costruzioni. Inoltre, molti giovani hanno abbandonato i quartieri centrali della città per trasferirsi nei comuni delle cinture delle aree urbane mentre sono rimasti i genitori anziani, in case spaziose e sovradimensionate La fuga dei residenti dai centri urbani e nel contempo l'incremento dei "city users", ossia di chi usa la città per i suoi servizi e le sue opportunità ma non vi abita, stanno cambiando il volto dei centri urbani, con conseguenze importanti sulle infrastrutture della mobilità. In questo senso proprio la questione abitativa rappresenta uno dei fattori principali per il recupero della vita delle città.
Nelle province di Treviso e di Padova le famiglie possono godere di abitazioni più ampie, in media rispettivamente con 54 e 53 mq per persona. La realtà veneziana è particolare, con case generalmente più piccole o più affollate che nel resto del territorio regionale, con circa 48 mq per persona, mentre nelle altre province la situazione è molto simile e l'indice di affollamento non si discosta da quello regionale (nel 2001 51,8 mq) (Figura 1.2.5).
Entrambi gli indicatori appena descritti sono di facile comprensione, tuttavia sono misure piuttosto grezze dell'affollamento, in quanto il bisogno di spazio di una famiglia non cresce proporzionalmente al numero di componenti. È opportuno, quindi, ricorrere a misure più affinate che tengano conto della dimensione della famiglia, come anche di alcune caratteristiche dei suoi componenti, quali il sesso e l'età. Ad esempio la metodologia adottata da Eurostat definisce, tra le altre condizioni, che ogni persona di età superiore ai 18 anni deve disporre di una propria stanza da letto, e che due persone di sesso diverso possono condividere la stessa stanza solo fino ai 12 anni e non oltre.
Si procede, quindi, alla definizione di soglie che identificano dei livelli minimi di spazio abitativo, permettendo così di individuare le famiglie che rimangono al di sotto di questi standard e si trovano in condizioni di sovraffollamento e quindi di disagio abitativo.
Di seguito si propone il metodo adottato dalla Commissione di indagine sulla povertà e sull'emarginazione - Presidenza del Consiglio dei Ministri in uno studio del 1997 e che definisce soglie diverse a seconda del numero di componenti della famiglia (Nota 6). Utilizzando tale metodologia emerge che in Veneto il 6% delle famiglie (circa 122.700 famiglie) si trova in una situazione di sovraffollamento abitativo, il 32% in condizioni di normalità. Il 62% delle famiglie vive, invece, in abitazioni sottoutilizzate, ossia dispone di una superficie che può ritenersi al di sopra del normale fabbisogno. Inoltre il problema del sovraffollamento risulta meno grave che in Italia, dove l'11% delle famiglie vive in questa condizione.
Il dato non deve essere considerato nel suo valore assoluto, poiché le soglie utilizzate per il calcolo presentano un certo grado di arbitrarietà (Nota 7), ma risulta comunque importante per capire la distribuzione del fenomeno e per fare confronti tra famiglie con caratteristiche diverse. In particolare si osserva che le situazioni di sovraffollamento aumentano al crescere del numero di componenti, specie se la famiglia è formata da 4 o più persone. Per i nuclei familiari fino a 2 componenti sono più frequenti, invece, situazioni di sottoutilizzo (70% anziché 62%), ciò è probabilmente dovuto anche alla presenza di anziani soli o in coppia che vivono in abitazioni di grandi dimensioni, talvolta però di qualità scadente.
Inoltre il sovraffollamento è più evidente tra chi è in affitto e ha reddito basso, fino a interessare il 12% delle famiglie. Sono risultati abbastanza prevedibili, in quanto generalmente le famiglie in affitto hanno un reddito mediamente più basso rispetto a quelle che vivono in case di proprietà, e minori disponibilità economiche consentono l'accesso ad abitazioni meno dotate in termini di spazio oltre che di servizi (Tabella 1.2.5).

Inizio Pagina  L'accessibilità e la sostenibilità abitativa

Il titolo di godimento
In Italia, più che in altri Paesi europei, prevale la cultura della casa di proprietà: l'acquisto di una casa è visto come un traguardo importante, quasi necessario. Si tratta di un grosso impegno finanziario, ma è un passo che si è disposti a fare, in quanto è considerato un buon investimento e soprattutto una garanzia, per il presente e per il futuro. Vivere in una casa di proprietà aumenta infatti il senso di sicurezza delle famiglie e delle persone, specie di quelle anziane. Oltre a ciò, se la casa è propria, e non si è in affitto, si è più propensi a prendersene cura, ad apportare migliorie, abbellirla, renderla più confortevole e adattarla alle proprie esigenze.
D'altra parte le politiche abitative italiane sono sempre state prevalentemente orientate alla diffusione della proprietà e non hanno facilitato il mercato dell'affitto; questo a partire dal secondo dopoguerra, quando il sostegno all'acquisto della casa era giustificato come incentivo al risparmio e all'uscita dalle situazioni di povertà abitativa. Negli ultimi anni, poi, le condizioni del mercato immobiliare, ovvero l'innalzamento spropositato dei canoni di affitto e dei prezzi degli alloggi, congiuntamente alla riduzione dei tassi di interesse, hanno spinto sempre più famiglie ad acquistare l'abitazione di residenza, anche indebitandosi per cifre considerevoli e per molti anni.
Tali particolari condizioni hanno portato l'Italia ad avere l'81,5% delle famiglie che vivono in abitazioni di proprietà (Nota 8), valore superiore rispetto a tutti i Paesi dell'Europa occidentale, eccetto Spagna e Portogallo. Nell'UE15 le famiglie con casa di proprietà sono in media il 71,5%, percentuale che sale al 76% per l'UE27, ovvero se si considerano anche i Paesi dell'Est Europa, dove la proprietà risulta più diffusa per effetto della massiccia privatizzazione dell'edilizia abitativa pubblica avvenuta a partire dagli anni '90; tuttavia si tratta nella maggioranza dei casi di abitazioni caratterizzate da standard qualitativi molto bassi (Figura 1.2.6).
Le differenze tra Italia e altri Paesi dell'Europa occidentale sono dovute anche alle diverse politiche abitative adottate nei vari contesti e soprattutto al ruolo che il settore pubblico svolge nell'incentivare l'offerta di abitazioni a canone accessibile o altre forme di social housing. Ad esempio nei Paesi Bassi gli alloggi con affitto sociale rappresentano il 35% del patrimonio abitativo totale e il 77% delle case in affitto. In Gran Bretagna, Svezia, Austria, Danimarca e Francia la percentuale di case a canone sociale è minore, ma rimane su valori del 20% dello stock abitativo; in Italia, invece, l'edilizia sociale pubblica risulta molto limitata e pari soltanto al 5% (Figura 1.2.7).
La difficoltà ad accedere al mercato dell'affitto, sia per la ridotta offerta di abitazioni sia per i costi elevati, ha ripercussioni negative per vari motivi. Vengono penalizzate soprattutto le fasce deboli della popolazione: i giovani, gli anziani, le famiglie monoreddito, gli immigrati, i lavoratori precari, in generale le famiglie con minori possibilità economiche che, non potendo avvalersi del credito bancario per l'acquisto della casa per la mancanza di sufficienti garanzie economiche, si trovano a sostenere affitti troppo impegnativi in rapporto alle loro disponibilità; nello stesso tempo, pur faticando ad accedere al mercato della casa, il più delle volte non hanno un reddito così basso da poter usufruire dell'edilizia residenziale pubblica. La situazione si è sicuramente aggravata negli ultimi anni, visto che i prezzi degli immobili sono cresciuti senza che vi fosse un proporzionale aumento nel reddito delle famiglie.
La questione abitativa è, poi, tra i principali motivi che inducono i giovani italiani a rimanere nella casa dei genitori più a lungo rispetto ai coetanei europei, rinviando il progetto di costruirsi una vita autonoma e di formarsi una propria famiglia.
Inoltre, l'eccessiva diffusione della proprietà non agevola la mobilità abitativa e quindi la mobilità sul territorio delle persone e dei lavoratori, con effetti negativi sul mercato del lavoro, che invece richiederebbe maggiore flessibilità. In parte ne risentono anche gli spostamenti per motivi di studio dei giovani universitari fuori sede, per cui la ricerca di alloggi a costi contenuti si dimostra problematica, specie nelle grandi città, e può diventare un impedimento a iscriversi all'università o a frequentare la sede che si ritiene più opportuna. Questa situazione rischia anche di alimentare il mercato degli affitti in nero.
La proprietà in Veneto è particolarmente diffusa e riguarda il 74% delle famiglie contro il 68% di quelle italiane (Nota 9). Il 15% vive, invece, in affitto e il restante 11% si trova in altre condizioni abitative: usufrutto, uso gratuito o abitazioni improprie.
Anche in Veneto, l'affitto interessa in misura maggiore le aree ad alto grado di urbanizzazione e le persone che vivono da sole. Alle volte può essere un'alternativa preferibile all'acquisto dell'abitazione o una soluzione temporanea, specie in alcune fasi della vita, quando la carriera lavorativa è agli inizi ed è richiesta una maggiore mobilità sul territorio. Tuttavia, come confermato da un'indagine sulle famiglie che vivono in affitto, realizzata da Censis-Sunia-CGIL nel 2007 a livello nazionale, per la maggior parte degli inquilini (66%) il fatto di abitare in affitto non è una scelta, piuttosto una necessità dovuta all'impossibilità di acquistare una casa. Infatti, il possesso dell'abitazione di residenza è fortemente collegato alle disponibilità economiche delle famiglie, tanto che tra le famiglie con reddito più basso, ossia inferiore ai 16.000 euro in media all'anno, la percentuale di case di proprietà scende al 57% e l'affitto sale al 31% (Tabella 1.2.6).
La sostenibilità dell'abitazione
Per anni in Italia non si è posta la giusta attenzione sulla questione abitativa, ritenendo che riguardasse solo una parte marginale della popolazione, visto anche l'alto numero di famiglie con casa di proprietà. Dalla metà degli anni '90, il forte innalzamento dei prezzi del mercato immobiliare, la nuova domanda abitativa legata ai flussi immigratori e all'aumento del numero di nuclei familiari, il progressivo indebitamento e impoverimento di alcune fasce della popolazione, aggravato anche dalla crisi in atto, hanno fatto riemergere la necessità di interventi e politiche per affrontare il problema abitativo e le possibili situazioni di disagio.
Al di là delle persone che vivono in condizioni di emergenza abitativa assoluta, i senza tetto o chi occupa alloggi di fortuna, il disagio abitativo può riguardare un più alto numero di famiglie che, pur disponendo di un reddito e di una condizione di relativa stabilità, non sono in grado di sostenere l'attuale mercato della casa, di affittare o comprare un alloggio adeguato alle proprie esigenze a un prezzo ragionevole e di far fronte ai continui costi dell'abitazione, riuscendo a mantenere standard di vita accettabili.
In questo senso l'accessibilità e la sostenibilità economica dell'abitazione (affordability) rappresentano un aspetto molto importante della qualità dell'abitare.
Le spese totali per l'abitazione costituiscono una delle voci principali del bilancio familiare: per bollette, affitto o mutuo, in Veneto una famiglia spende in media poco meno di 400 euro al mese, ossia il 15,5% del proprio reddito (Nota 10).
Chiaramente vi sono notevoli differenze a seconda del titolo di godimento dell'abitazione. Essere proprietari della casa in cui si vive e non avere un mutuo da pagare rappresenta la condizione migliore, di maggiore sicurezza: per queste famiglie i costi dell'abitazione si limitano essenzialmente alle spese per le utenze e la manutenzione ordinaria, che incidono per il 9,5% del reddito (circa 250 euro).
Il 16,5% delle famiglie venete ha invece attivo un mutuo per l'acquisto della casa, ovvero poco più di un quinto delle famiglie con abitazione di proprietà. La rata si attesta attorno ai 600 euro al mese e assorbe mediamente il 20,7% della disponibilità economica familiare. L'affitto incide per 21,2%, però la rata media mensile è di poco inferiore ai 400 euro, segno che le famiglie in affitto hanno in genere un reddito più basso e pertanto risultano maggiormente gravate dai costi dell'abitazione.
Se si aggiungono le quote per le bollette, la percentuale di reddito impegnato per mantenere la casa sale al 28,7% (circa 880 euro) per le famiglie che pagano il mutuo e al 31,9% (circa 580 euro) per quelle in affitto (Tabella 1.2.7).
Il disagio abitativo in termini economici è vissuto, dunque, in misura maggiore dagli affittuari piuttosto che dai proprietari, anche nel caso in cui si paghi un mutuo. A livello europeo un indicatore adottato per valutare la sostenibilità economica dell'abitazione è dato dalla percentuale di famiglie che spendono per la casa meno del 40% del proprio reddito: superare questa soglia è giudicato un onere eccessivo, uno sforzo spropositato, insostenibile nel tempo. In Veneto il 37% delle famiglie in affitto si trova in condizioni di difficoltà, dovendo affrontare spese per l'abitazione di residenza superiori al 40% del reddito disponibile. Anche l'acquisto di una casa, proprio perché richiede l'investimento di una notevole quota di capitale, può rappresentare un carico troppo elevato in rapporto alle proprie risorse economiche. Tuttavia il 25% delle famiglie con mutuo ha dichiarato spese superiori alla soglia di sostenibilità, 12 punti percentuali in meno rispetto a quelle in affitto. Se poi la restituzione della quota in conto capitale compresa nella rata del mutuo viene vista come un risparmio destinato alla ricostituzione del patrimonio e non come una spesa, cioè un consumo, la percentuale scende al 7,4%.
Oltre a considerare l'entità delle spese, è importante conoscere se le famiglie incontrano difficoltà nel pagare regolarmente affitto, mutuo e bollette e come percepiscono i costi per la casa, se li ritengono un carico eccessivo, un onere troppo pesante e fonte di stress. Per quanto riguarda gli arretrati nei pagamenti, rispetto alla media regionale, emerge di nuovo la situazione più critica delle famiglie che hanno acceso un mutuo e soprattutto di quelle in affitto. Infatti, se complessivamente il 5,5% delle famiglie dichiara arretrati nelle bollette, tra i soli affittuari il valore sfiora il 16% e tra i mutuatari raggiunge il 9%. Inoltre, l'11,5% delle famiglie ha problemi a versare regolarmente l'affitto e il 5% a saldare la rata del mutuo. Le maggiori difficoltà di quanti sono in affitto risultano ancora più evidenti se si considerano le famiglie che faticano a pagare sia le bollette che l'affitto: disagio che riguarda circa 24.600 nuclei familiari in Veneto, l'8,4% delle famiglie in affitto.
Anche se si riescono a rispettare le scadenze dei pagamenti, le spese per la casa sono comunque giudicate impegnative e difficili da sostenere da gran parte delle famiglie, in particolar modo da quelle in affitto (Tabella 1.2.8).
Per semplificare il confronto tra Veneto e Italia e per misurare il divario tra famiglie con caratteristiche diverse, i vari aspetti della sostenibilità dell'abitazione sono stati sintetizzati in tre indicatori:
  • l'indice sintetico di sostenibilità economica, un indicatore di tipo oggettivo che tiene conto dell'entità dei costi per la casa, di quanto incidono sul reddito e se alla famiglia rimangono risorse sufficienti da destinare ad altri consumi e per mantenere uno standard di vita accettabile (Nota 11);
  • l'indice sintetico di percezione della sostenibilità abitativa, ossia un indicatore di tipo soggettivo che esprime come le famiglie giudicano e percepiscono lo sforzo richiesto per far fronte alle spese per la casa (Nota 12);
  • l'indice sintetico complessivo di sostenibilità, calcolato come media ponderata dei primi due, dando peso maggiore alla sostenibilità economica (Nota 13).
Tutti e tre gli indicatori variano tra 0 e 100, dove 100 rappresenta la situazione più favorevole, cioè la massima sostenibilità.
Rispetto alla situazione italiana non si osservano differenze significative in termini di sostenibilità complessiva e nelle sue due componenti, economica e percepita: il punteggio medio dell'indicatore complessivo per il Veneto è di 75,9 su 100, per l'Italia è 76,1. Inteso come indice di concentrazione della sofferenza, si potrebbe anche dire che il 24,1% delle famiglie venete, o il 23,9% di quelle italiane, ha una sofferenza massima.
Per le famiglie in affitto la sostenibilità dell'abitazione risulta particolarmente difficoltosa, tanto che l'indicatore complessivo si abbassa a 46,1. Marcata è anche la differenza tra coloro che hanno la casa di proprietà, tra chi ha il mutuo e chi non lo ha: per i primi l'indicatore complessivo è 55,8, per gli altri migliora fino a 87,6.
Naturalmente la sostenibilità dipende in larga misura dalla disponibilità economica e tra le famiglie meno abbienti il punteggio medio è 58,4.
Si osserva, inoltre, che tra le diverse categorie di famiglie cambia soprattutto il livello di sostenibilità economica oggettiva, più che la percezione dell'onere delle spese (Tabella 1.2.9).

Inizio Pagina  La zona di residenza e l'accessibilità ai servizi

Le condizioni strutturali e funzionali dell'edificio e la sostenibilità del relativo possesso sono fattori che hanno certamente molta influenza sul vissuto di qualità abitativa della famiglia. Ma su quest'ultimo pesano anche in maniera consistente le caratteristiche dell'ambiente esterno, considerato almeno nei seguenti quattro gruppi di fattori e relativi problemi:
  1. ecologia locale (sporcizia delle strade, inquinamento dell'aria, rumori, odori sgradevoli, mancanza di spazi verdi, ...);
  2. mobilità (difficoltà di parcheggio, traffico, scarsa illuminazione delle strade, cattive condizioni stradali, difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici);
  3. rischio criminalità;
  4. accessibilità a servizi essenziali (negozi, banche, ufficio postale, trasporti pubblici, servizi sanitari, farmacie, scuola dell'obbligo, centri sportivi, palestre, piscine, ...).
Con riferimento alla dimensione ecologica, i problemi della zona di residenza maggiormente percepiti come "molto o abbastanza presenti" sono nel Veneto l'inquinamento dell'aria (47% delle famiglie) e il traffico (45%). Cattive condizioni stradali (43%) e difficoltà di parcheggio (30%) sono i problemi dichiarati con maggiore frequenza nell'ambito della mobilità, ma anche la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (28%) (Tabella 1.2.10).
Sulla base delle dichiarazioni delle famiglie sulla presenza di dieci problemi negli ambiti precedenti, è stato costruito un indicatore sintetico, con valori tra 0 (qualità peggiore, tutte le famiglie dichiarano tutti i problemi molto presenti) e 100 (qualità migliore, nessuna famiglia dichiara presenza di problemi), proporzionali all'incidenza e all'intensità dei problemi (Nota 14). Il valore del Veneto è pari a 64 punti su 100 (Italia 59). Il confronto con l'Italia vede il Veneto in posizione più favorevole per tutti i problemi, escluso l'inquinamento dell'aria. Rispetto alle regioni limitrofe, la qualità percepita dalle famiglie venete è confrontabile con quella dell'Emilia Romagna, più positiva della regione Lombardia, meno positiva delle due regioni a statuto speciale Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (Figura 1.2.8).
Anche l'accessibilità ai servizi essenziali per la vita delle famiglie contribuisce in maniera non trascurabile a determinare la qualità dell'abitare. La frequenza relativa di famiglie venete che dichiarano di accedere con facilità o con molta facilità alle otto tipologie di servizi considerati va da un minimo di 73% per i centri sportivi, palestre, piscine (Italia 67%) al massimo di 83% (Italia 78%) per la scuola dell'obbligo. Le percentuali del Veneto, calcolate rispetto alle famiglie che necessitano del servizio, sono superiori alla media nazionale per tutti i servizi considerati (Tabella 1.2.11).
Complessivamente sull'accessibilità percepita ai servizi locali della zona di residenza della famiglia è stato calcolato un indicatore di sintesi dei livelli di qualità, i cui valori variano tra 0 (qualità peggiore, tutte le famiglie dichiarano accesso con molta difficoltà a tutti i servizi) e 100 (tutte le famiglie dichiarano di accedere a tutti i servizi con molta facilità) (Nota 15). Il valore del Veneto (63 punti su 100) si colloca al sesto posto della graduatoria dei valori delle regioni italiane (media nazionale 60 punti) (Figura 1.2.9).

Inizio Pagina  La soddisfazione per l'abitare

Sulla qualità percepita in senso complessivo, rispetto a tutte le condizioni abitative interne ed esterne, la percentuale di famiglie venete che dichiarano di essere soddisfatte o molto soddisfatte dell'abitazione in cui vivono è pari all'86%. Il Veneto occupa una posizione mediana nella distribuzione delle regioni italiane, tra il valore più alto della Valle d'Aosta (93%) e quello più basso della Campania (76%). La media nazionale presenta un valore molto vicino a quello del Veneto (84,5%) (Figura 1.2.10).
La soddisfazione per la qualità dell'abitare è influenzata soprattutto dalle condizioni oggettive della casa. La quasi totalità delle famiglie (94%) che risiedono in abitazioni migliori dal punto di vista strutturale, più dotate di servizi, di impianti adeguati, con minori problemi di umidità e luminosità, si dichiara soddisfatto delle proprie condizioni abitative; la percentuale scende al 77% tra quante occupano case di qualità inferiore per caratteristiche strutturali. Naturalmente anche la maggiore disponibilità di spazio aumenta il livello di soddisfazione.
Anche in termini di soddisfazione emerge il divario tra chi vive in affitto e chi è proprietario, come già evidenziato più volte prendendo in esame i singoli aspetti della qualità dell'abitare. Un buon livello di soddisfazione complessiva viene dichiarato dal 90% delle famiglie in proprietà, contro il 68% di quelle in affitto. D'altra parte chi può permettersi l'acquisto di una casa ha maggiori disponibilità economiche e può accedere ad alloggi qualitativamente migliori, ma è anche più propenso a mantenere la propria abitazione in buono stato e, se possibile, ad apportare interventi per migliorarla o meglio adattarla alle proprie esigenze (Figura 1.2.11).

Tabella 1.2.1
Percentuale di famiglie e di persone per tipologia abitativa. Veneto e Italia - Anno 2007
Tabella 1.2.2
Età delle abitazioni occupate dalle famiglie residenti. Veneto e Italia - Anno 2007
Figura 1.2.1
Motivo principale (valori percentuali) del cambio di abitazione nel corso degli ultimi due anni. Veneto e Italia - Anno 2007
Tabella 1.2.3
Percentuale di famiglie per presenza di servizi strutturali, problemi percepiti e beni durevoli nell'abitazione. Italia e Veneto - Anno 2007
Tabella 1.2.4
Indicatori sintetici di qualità delle caratteristiche strutturali dell'abitazione. Veneto e Italia - Anno 2007
Figura 1.2.2
Indicatore sintetico di qualità delle caratteristiche dell'abitazione, per regione - Anno 2007
Figura 1.2.3
Indice di affollamento medio: persone per stanza in Veneto e nei Paesi dell'UE27 - Anno 2007
Figura 1.2.4
Indice di affollamento medio: mq per persona, per regione - Anno 2007
Figura 1.2.5
Indice di affollamento medio, mq per persona, per comune - Anno 2001
Tabella 1.2.5
Indicatori di affollamento abitativi. Veneto e Italia - Anno 2007
Figura 1.2.6
Percentuale di famiglie in abitazioni di proprietà in Veneto e nei Paesi dell'UE27 - Anno 2007
Figura 1.2.7
Percentuale di abitazioni con affitto sociale sul patrimonio abitativo totale, per Paese europeo - Anno 2007
Tabella 1.2.6
Percentuale di famiglie per titolo di godimento dell'abitazione. Veneto e Italia - Anno 2007
Tabella 1.2.7
Indicatori di sostenibilità abitativa economica. Veneto - Anni 2006-2007
Tabella 1.2.8
Indicatori di sostenibilità abitativa percepita. Veneto - Anno 2007
Tabella 1.2.9
Indicatori di sostenibilità abitativa economica e percepita per alcune caratteristiche familiari. Veneto e Italia - Anni 2006-2007
Tabella 1.2.10
Percentuale di famiglie che ritengono molto o abbastanza presenti alcuni problemi della zona di residenza, per alcune regioni italiane - Anno 2007
Figura 1.2.8
Indicatore sintetico di percezione della qualità della zona di residenza, per regione - Anno 2007
Tabella 1.2.11
Percentuale di famiglie per giudizio espresso sull'accessibilità ai servizi presenti nella zona di residenza. Veneto e Italia - Anno 2007
Figura 1.2.9
Indicatore sintetico di accessibilità dichiarata ai servizi della zona di residenza, per regione - Anno 2007
Figura 1.2.10
Percentuale di famiglie che si dichiarano soddisfatte o molto soddisfatte dell'abitazione in cui vivono, per regione - Anno 2007
Figura 1.2.11
Percentuale di famiglie che si dichiarano soddisfatte o molto soddisfatte dell'abitazione per alcune caratteristiche familiari e abitative.  Veneto - Anno 2007


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.