(Nota 1) L'Unione europea contiene oggi 27 Stati membri che costituiscono una comunità e un mercato unico di 493 milioni di cittadini. Fra questi Stati e le loro 271 Regioni, come ricordato in premessa, si riscontrano profonde disparità economiche e sociali. Attraverso l'attuale politica di intervento con i fondi strutturali a finalità regionale l'UE mira a produrre risultati concreti per contribuire, attraverso la coesione territoriale, a correggere i principali squilibri esistenti nella Comunità, a ridurre i divari di sviluppo economico e sociale tra le regioni d'Europa, a sostenere ed arricchirne le rispettive potenzialità.
Tre sono gli Obiettivi strutturali della politica regionale europea del 2007-2013 (Convergenza, Competitività e Cooperazione) per creare un potenziale che consenta alle regioni uno sviluppo sostenibile e promuovere al contempo lo scambio di idee e di "buone pratiche", in linea con le priorità definite dall'Unione europea in materia di crescita e occupazione (Strategie di Lisbona).
L'intero territorio dell'Unione è interessato da almeno uno dei tre Obiettivi, ma è proprio l'obiettivo "Cooperazione territoriale europea" (ex iniziativa comunitaria Interreg), con una dotazione finanziaria di € 8,7 miliardi - 2,5% del totale dei fondi strutturali - che attraversa e connette l'intera Europa. L'obiettivo e le risorse sono ripartiti in tre diverse sezioni dalla maggior alla minore
intensità di cooperazione: € 6,44 miliardi per la cooperazione transfrontaliera, € 1,83 miliardi per l'elemento transnazionale e € 445 milioni per la cooperazione interregionale
(Nota 2).
La popolazione che vive nelle zone transfrontaliere corrisponde a 181,7 milioni (37,5% della popolazione complessiva dell'UE), mentre tutte le regioni e tutti i cittadini dell'UE rientrano in uno dei 13 ambiti di cooperazione transnazionale ed infine la cooperazione interregionale copre l'intero territorio UE.
Il nuovo Obiettivo si fonda sull'esperienza della precedente iniziativa comunitaria INTERREG di cui conferma la
mission a rafforzare la cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative congiunte a livello locale e regionale, a sostenere la cooperazione transnazionale per uno sviluppo territoriale integrato in aree vaste, a valorizzare la collaborazione e lo scambio di esperienze a livello interregionale. Ciò che caratterizza e contraddistingue questo Obiettivo è la collaborazione tra i territori: condividere un problema e cercare insieme la soluzione
facendo rete è la base di ogni progetto, le reti sono più o meno lunghe in base all'ampiezza degli spazi eligibili dei Programmi o della distanza dei partner dai confini.
Il filo comune di tutti i progetti, transfrontalieri o transnazionali, è il necessario coinvolgimento di soggetti appartenenti a diverse Regioni e Stati d'Europa, siano essi confinanti tra loro o meno, interni o esterni all'Unione. Le reti create dai partenariati dei progetti sono lo strumento attraverso cui si realizza il processo di rafforzamento della coesione economica e sociale partendo dal basso, ossia, facendo dialogare e cooperare i territori, le comunità, le organizzazioni di Paesi diversi fra loro. Lo scopo è proprio quello di evitare che i confini nazionali rappresentino una barriera economica, culturale e sociale tale da ostacolare lo sviluppo equilibrato e la coesione interna del territorio europeo, facilitando anche l'integrazione dei Paesi candidati e limitrofi per accelerarne "l'acquis communitaire" e il senso di appartenenza.
La rete è un'infrastruttura immateriale, i progetti di cooperazione danno luogo solo eccezionalmente ad investimenti fisici, se non per azioni pilota a cui vengono applicate le strategie sviluppate dal progetto. E' un vettore a cui si possono affidare i temi più diversi, le questioni trattate dai progetti convergono su temi quali lo sviluppo economico, l'assetto del territorio, la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, la creazione delle reti di servizi economici e sociali o sanitari, la mobilità i trasporti e la logistica, la società dell'informazione, la cooperazione in materia di ricerca e scambio tecnologico.
Interreg IVC è il Programma che
per definizione crea reti fra istituzioni, mondo della ricerca, società civile, e la cooperazione interregionale è quella che ha dato vita alle reti più lunghe costituendo partenariati che uniscono l'intero territorio europeo senza le conterminazioni di spazi pre definite nei programmi operativi.
Questo programma è quello che ha originato il maggior numero di partnership, ma nella visione più generale si può apprezzare come negli anni i programmi di cooperazione abbiano costituito per il Veneto un vero e proprio laboratorio nel quale i diversi soggetti hanno sperimentato lo scambio di idee e di soluzioni per affrontare problemi condivisi da altre parti del territorio europeo.
I partner dei vari progetti hanno in comune elaborato soluzioni e strategie, volte allo sviluppo dei propri territori, sia frontalieri, sia più lontani, confermando l'obiettivo del superamento delle barriere economiche, culturali, amministrative create dall'esistenza dei confini.
Nel corso degli ultimi due periodi di programmazione dei fondi strutturali UE, gli enti e le organizzazioni private e pubbliche del territorio veneto hanno ricoperto un ruolo molto attivo nei processi di formazione di reti con soggetti provenienti dagli altri Paesi europei.
La cooperazione territoriale europea (ex-Interreg) fa del
mettersi in rete la sua filosofia fondante. Il valore aggiunto dei progetti di cooperazione territoriale europea è proprio la messa in rete di competenze, esperienze, risorse umane ed economiche per affrontare in modo congiunto temi o problematiche che non avrebbe senso gestire a livello di singola area. L'obiettivo è la condivisione tra Paesi diversi di soluzioni e risultati partendo dall'analisi di questioni comuni. I progetti riguardano esigenze o problematiche legate allo sviluppo del territorio di un'area vasta nel suo complesso: cioè questioni che - insieme - si affrontano con maggior successo e efficacia
Nel precedente periodo di programmazione giunto a conclusione, quello intercorso tra il 2000 e il 2006, notiamo come la maggior parte dei partenariati che hanno coinvolto organizzazioni nel Veneto siano stati realizzati nell'ambito della Cooperazione Transfrontaliera
(Tabella 18.4.1).
Tale Cooperazione mira a superare i
gap di sviluppo delle aree di confine, spesso lontane dai centri amministrativi e politici dei Paesi di appartenenza e per questo periferiche e talora svantaggiate. Il Veneto confina a Nord con l'Austria e - attraverso il mare Adriatico - con la Slovenia e con questi due Paesi enti ed organizzazioni pubbliche e private hanno intessuto il maggior numero di rapporti, testimoniati dalla consistente mole di progetti finanziati dai programmi Italia-Austria e Italia-Slovenia
(Figura 18.4.1) e
(Figura 18.4.2).
E' da rilevarsi complessivamente una maggiore vivacità di relazioni con quei Paesi che mirano attraverso i progetti di cooperazione a colmare un ritardo di sviluppo dovuto a vicende storiche, in particolare i Paesi dell'Est Europeo e dell'area Balcanica. Ecco quindi che nell'ambito della Cooperazione transnazionale e interregionale abbiamo registrato l'attivarsi di molti partenariati nel programma CADSES, la cui area geografica abbracciava per l'appunto le regioni appena menzionate e nel programma transfrontaliero-Adriatico, che pur essendo un programma di cooperazione transfrontaliera coinvolgeva sei Stati, cinque non ancora appartenenti all'Unione, e dunque presenta modalità di funzionamento paragonabili ai programmi transnazionali.
Uno sguardo alla performance del territorio veneto, in estrema sintesi, evidenzia la realizzazione di 285 progetti, finanziati nei vari programmi Interreg che hanno attivato 427 partenariati.
Queste azioni di intervento comune sono state indirizzate a rafforzare il dialogo e la conoscenza reciproca tra i Paesi partecipanti, contribuendo altresì ad aumentare la responsabilità delle Istituzioni e dei partner privati su argomenti condivisi di rilievo per l'intero territorio europeo.
Il periodo di programmazione attuale, che si concluderà nel 2013, vede confermarsi il trend già descritto, pur non essendo ancora disponibili i dati su tutti i programmi, alcuni infatti - con la Slovenia e con i Balcani - non hanno ancora concluso le valutazioni dei progetti presentati per il primo bando.
Le relazioni con l'Austria continuano ad essere molto importanti, anche in ambito transnazionale, nel quale - già dai primi bandi - si sono confermate e ampliate tutte quelle reti di cooperazione nate durante CADSES, la cui area di programma è stata scorporata nei due nuovi spazi di cooperazione: Central Europe e South East Europe
(Figura 18.4.3),
(Figura 18.4.4) e
(Tabella 18.4.2).
La mappa che riepiloga il numero di partnership che coinvolgono soggetti veneti con altre organizzazioni europee nella Cooperazione transnazionale ed interregionale evidenzia l'intensità delle relazioni con la Slovenia. Le ragioni vanno sicuramente ricercate nella vicinanza territoriale, che porta il Veneto e la Slovenia ad essere coinvolte negli stessi programmi e nella vivacità economica dei due territori, sempre alla ricerca di nuove linee di finanziamento a supporto delle istanze dei soggetti istituzionali ed economici
(Figura 18.4.5).
Seguono Germania ed Austria, Paesi con i quali il territorio Veneto condivide storia e problematiche tipiche dell'area alpina
(Figura 18.4.6).
Il
gap strutturale ed economico delle aree montane, il loro impoverimento in tutta l'Europa a beneficio della pianura ha reso naturale lo svilupparsi di questo consistente numero di partenariati, nella cooperazione transnazionale così come nel già citato programma Italia-Austria, transfrontaliero.
Molto simile è il dato della Polonia, le cui organizzazioni sono tra le più attive nel tentativo di colmare il ritardo imposto dalla storia, e verso la quale le relazioni si propagano senza soluzione di continuità lungo Austria e Germania. Una performance molto interessante è la collaborazione significativa con Grecia e Spagna dell'area mediterranea alla quale il Veneto partecipa per la prima volta e dunque dimostra di saper costruire delle nuove reti
(Figura 18.4.7).