RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



9.2 - La manutenzione ambientale del territorio montano. Una sinergia tra istituzioni

Come evidenziato in premessa, l'abbandono della montagna ha determinato un ripensamento dei modelli di sviluppo da applicare a questi territori tali per cui siano prese in considerazione la fragilità del territorio montano e la sua debolezza economica; modelli di sviluppo che non siano ereditati da esperienza riferite ad aree forti del paese, come ad esempio le zone urbane, ma che considerino la specificità del territorio di montagna facendo emergere le potenzialità di sviluppo locali. La nascita delle Comunità montane rispondeva proprio a queste istanze in cui la valorizzazione delle zone montane doveva necessariamente prevedere una partecipazione delle popolazioni locali.
Ma è proprio sull'aspetto della manutenzione ambientale che alle Comunità montane è stato assegnato un ruolo attivo di sostegno e valorizzazione dell'agricoltura di montagna, soprattutto attraverso la realizzazione di interventi che supplissero alle funzioni di equilibrio idrogeologico, un tempo svolte dall'agricoltura di montagna tradizionale.
Le Comunità montane possono incentivare (Nota 1) il razionale utilizzo delle superfici prative, contribuire al recupero delle superfici agricole abbandonate, provvedere al mantenimento in efficienza delle infrastrutture rurali, garantire il consolidamento delle pendici e il mantenimento dei corsi d'acqua nonché provvedere alle cure colturali dei soprassuoli boschivi.
Si tratta di un ampio ventaglio di interventi, che possono essere eseguiti anche direttamente dalle Comunità montane, che propongono un modello di sviluppo in sintonia con le esigenze di multifunzionalità dell'agricoltura, obiettivo perseguito fortemente dalla recente politica comunitaria.
Con l'attivazione di questi interventi, infatti, oltre a garantire il mantenimento del territorio attraverso operazioni puntuali, si garantisce il consolidamento di attività integrative a favore degli operatori agricoli, agevolati anche da una normativa regionale (Nota 2) che prevede la possibilità da parte delle istituzioni di affidare loro l'esecuzione di lavori e di servizi attinenti alla difesa e alla valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio.
Oltre a rappresentare un modello di sviluppo intrinseco alla realtà montana, gli interventi sul territorio montano hanno anche un'importante funzione turistica, soprattutto in quei contesti dove la pressione dei turisti è consistente e dove gli interventi di manutenzione ambientale risultano prioritari.
Alle azioni svolte dalle Comunità montane, si aggiungono gli interventi promossi dai Servizi Forestali regionali finalizzati alla difesa idrogeologica del territorio, la conservazione del suolo, il miglioramento boschivo e dell'ambiente naturale.
Gli interventi svolti dai Servizi forestali sono sostanzialmente interventi strutturali perché intervengono sulla funzionalità del bacino idrografico, indipendentemente dai confini amministrativi degli enti locali, mentre gli interventi delle Comunità montane e dei comuni si collocano come azioni accessorie e di dettaglio.

Inizio Pagina  Gli interventi di sistemazione idraulica dei bacini montani.

La salvaguardia dei bacini montani viene operata con lavori volti al loro consolidamento ed alla correzione del regime idrico dei torrenti. Queste due tipologie di intervento, pur essendo distinte, debbono essere eseguite in modo coordinato, non indipendente l'una dall'altra. In ogni caso si tratta per lo più di interventi diffusi su tutto il bacino, tali da perseguire il più possibile gli obiettivi di difesa e di controllo della regimazione delle acque nonché di stabilità dei versanti. Sono interventi improntati all'applicazione di tecniche realizzative "morbide", il più possibile rispettose dell'ambiente e ricorrendo sistematicamente (là dove le caratteristiche del dissesto lo consentono) all'applicazione di metodiche bioingegneristiche.
Il principale obiettivo è migliorare le condizioni dei bacini montani e contenere i fenomeni erosivi, creando nuovi boschi e migliorando quelli esistenti, impedendo il degrado delle superfici pascolive e prative, sistemando frane e regimando il corso delle acque.
Nel loro insieme si tratta di interventi assai di frequente puntuali, di non immediata visibilità e caratterizzati da un elevato contenuto di manodopera necessaria alla loro realizzazione. Infatti, si tratta di intervenire direttamente sul territorio laddove esso manifesta immediati bisogni di cura e di ripresa. Si può ben dire che, se fino ad oggi, la montagna veneta è stata solo marginalmente interessata da gravi eventi di dissesto idrogeologico con le relative tragiche implicazioni, ciò è dovuto anche alla presenza delle strutture tecniche e forestali delle varie amministrazioni coinvolte, che hanno assicurato, anno dopo anno, una costante azione di presidio e di cura del territorio nella sua componente più fragile e delicata.
Un altro obiettivo della sistemazione dei bacini montani è il miglioramento delle condizioni idrauliche della pianura.
Il disordine idrogeologico dei bacini montani determina come conseguenza un maggior apporto di materiali solidi, che vengono portati a valle dai torrenti e dai fiumi e che possono depositarsi sul letto dei corsi d'acqua provocando un repentino innalzamento dell'alveo, con il conseguente aumento del pericolo di rottura degli argini e di piene rovinose. E' infatti nella regimazione della portata solida, il fenomeno spesso più pericoloso, che si incentra l'azione delle sistemazioni idraulico-forestali assicurando boschi e deflussi idrici efficienti.
Il minor potere di trattenuta dell'acqua piovana nell'area montana si traduce, infatti, anche nel conseguente innalzamento dei picchi di piena e nella possibilità di rovinose esondazioni.
La sistemazione di un bacino montano non è solo un fatto locale, i cui benefici si risentono unicamente dove sono eseguite le opere, ma rappresenta un intervento i cui effetti si fanno sentire lungo tutto il corso d'acqua alimentato dal bacino, fino alla sua foce.
Scopo di questi interventi è di mantenere uno stato, sia pure artificioso, di equilibrio del bacino, in tutta la sua estensione.
Nella conservazione del suolo le opere di difesa idrogeologica rivestono certamente un ruolo fondamentale. La Direzione Foreste e i Servizi Forestali Regionali sono responsabili della conservazione e manutenzione dei bacini, della predisposizione degli interventi e dello studio di nuove strutture di difesa.
La sistemazione idrogeologica, la conservazione del suolo, la difesa delle coste e la conservazione e manutenzione delle opere esistenti sono riconosciute quali attività di importanza vitale per la comunità veneta, finanziate in qualità di opere pubbliche sotto forma di interventi di sistemazione idraulico-forestale e di miglioramento boschivo (Nota 3).
Ogni bacino idrografico, anche il più piccolo, rappresenta un'entità caratterizzata da propri parametri. L'operatività nel settore in argomento è pertanto uniformata al criterio generale della priorità della prosecuzione e, per quanto possibile, del completamento organico e integrato della sistemazione idraulico-forestale delle singole Unità Idrografiche e dei bacini idrografici, senza peraltro necessariamente trascurare, pur nei limiti finanziari concessi, il contenimento dei fenomeni di dissesto più gravi e potenzialmente capaci di assumere dimensioni incontrollabili.
I Servizi Forestali tradizionalmente realizzano gli interventi sistematori provvedendo autonomamente alla progettazione dei lavori, all'approvvigionamento dei materiali d'opera e alla realizzazione delle opere previste mediante l'impiego di maestranze appositamente assunte: gli operai forestali.
La forza lavoro complessivamente ammonta a circa 600 unità, la maggior parte delle quali è inquadrata con rapporto di lavoro a tempo determinato; la restante parte, invece, è a tempo indeterminato ed usualmente rappresenta la componente maggiormente qualificata e specializzata nella esecuzione dei lavori. La loro operatività risulta necessaria per tutto il periodo dell'anno anche per far fronte alle esigenze di natura manutentoria ed organizzativa durante la cattiva stagione, in vista degli approntamenti e dell'avvio della stagione lavorativa successiva.
L'azione sistematoria nel comparto forestale è caratterizzata da due componenti fondamentali: la necessità di assicurare la tutela di un superiore e pubblico interesse al fine di evitare che " ... terreni di qualsiasi natura e destinazione ... possano con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque" (Nota 4) e la rapidità di esecuzione dei lavori, quasi sempre fattore decisivo per il successo, in condizioni ambientali difficili spesso soggette a pesanti condizionamenti meteo-climatici, da considerarsi pertanto intrinsecamente "urgente" ancorché inserita in un contesto di ordinaria programmazione ed operatività.
D'altro canto, l'esperienza accumulata dalle strutture in anni di attività ha insegnato che, frequentemente, l'orografia del territorio, la localizzazione del cantiere, il tipo di dissesto a cui si deve porre rimedio, non consentono l'impianto di un cantiere tradizionalmente concepito; né si riuscirebbe a trovare altro soggetto esecutore disposto a lavorarvi all'interno di accettabili parametri di costo. In tali situazioni l'intervento diretto e tempestivo dell'Amministrazione Forestale, oltre a consentire il controllo o la soluzione dello specifico problema, evita la degenerazione del dissesto che, se trascurato, potrebbe richiedere nel futuro l'impegno di ingenti risorse con risultati non sempre soddisfacenti.
Queste modalità operative per l'azione manutentoria sono molto utili in quanto rilevano la notevole duttilità e flessibilità nell'organizzazione e nella conduzione dei cantieri con particolare riferimento a esigenze di natura manutentoria di opere esistenti.
Rilevano inoltre una maggiore velocità di spesa delle risorse assegnate: la pubblica amministrazione è in grado di realizzare interventi necessari ma che potrebbero risultare poco o nulla remunerativi per un tradizionale soggetto esecutore, mancando l'utile di impresa. Rimarchevole inoltre è l'"economia di scala" derivante dalla progressiva sensibilità ed esperienza che le maestranze sviluppano, assicurando la formazione ed il trapasso di conoscenze direttamente sul cantiere, in ciò favorite dalla comune provenienza da una realtà prevalentemente rurale.
Da ultimo, non va dimenticato come l'attività lavorativa estivo-autunnale favorisca la permanenza dei lavoratori sul territorio montano configurandosi come ulteriore alternativa occupazionale, destinata ad integrarsi con altre opportunità di reddito offerte nel periodo invernale dal turismo.



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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.