RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



17.5 - Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia

(Nota 1) Il Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), promosso nel 1997 dal Comitato dei Ministri per la Difesa del Suolo ex lege 183/89, è nato dalla necessità di disporre di un quadro il più possibile completo sullo stato dei dissesti in Italia, con l'obiettivo di ottenere una migliore percezione della problematica "dissesto idrogeologico". L'attuazione del progetto è stata demandata alle Regioni e alle Province autonome in conformità ad una serie di apposite convenzioni con il Servizio Geologico Nazionale.
L'esperienza della Regione del Veneto nella partecipazione al progetto IFFI si è rivelata un'occasione per creare una banca dati unica dei dissesti che interessano il territorio regionale, in risposta alle esigenze di molteplici soggetti, pubblici e privati, che necessitano di un riferimento per tutte le attività di gestione e programmazione nel territorio regionale.
I dati inseriti nel database IFFI della Regione del Veneto derivano prioritariamente da segnalazioni, da archivi cartacei e informatizzati in possesso di vari enti e da pubblicazioni (ad esempio studi scientifici, progetto nazionale di cartografia geologica - CARG). Le perimetrazioni di frana, nei casi più significativi, sono oggetto di una ridefinizione mediante l'analisi multitemporale di foto aeree utile, fra l'altro, anche per valutare lo stato di attività del fenomeno franoso. Si è provveduto in alcuni casi ad integrare i dati a disposizione con specifiche osservazioni di campagna grazie alle quali è stato possibile anche aggiornare l'archivio iconografico (Nota 2).
Allo stato attuale, il numero totale di frane censite in Veneto nell'ambito del Progetto IFFI è di circa 9.500 per una superficie complessiva superiore a 220 Km2. La provincia con il maggior numero di dissesti è quella di Belluno con quasi 6.000 fenomeni. I dissesti si concentrano particolarmente nel territorio dell'Alpago e nella parte alta dei bacini dei fiumi Cordevole e Piave per la provincia di Belluno, nei Colli Euganei per la provincia di Padova, nelle valli del torrente Agno e Chiampo per la provincia di Vicenza e in quella dell'Illasi per la provincia di Verona (Figura 17.5.1).
Le varie tipologie di frana si distribuiscono in maniera irregolare all'interno del territorio regionale sia per l'effettiva disponibilità di dati sia per la natura litologica del substrato coinvolto. I crolli costituiscono la principale tipologia di dissesto, ove affiorano formazioni calcaree massive come ad esempio ai margini dell'altopiano carsico di Asiago, lungo la valle del Brenta (Vicenza) e sul fianco occidentale della dorsale del Monte Baldo che costituisce la sponda orientale del lago di Garda (Verona). Gli sprofondamenti interessano soprattutto i livelli gessiferi della Formazione di Raibl e della Formazione a Bellerophon e sono stati osservati per lo più nell'Agordino (Belluno). Le aree soggette a sprofondamenti diffusi riguardano in preferenza depositi detritici formati localmente da elementi gessosi esposti a rapida dissoluzione. Gli sprofondamenti censiti sono soltanto quelli che interessano i centri abitati coerentemente con la filosofia dell'archivio mentre, al momento, non sono state prese in considerazione le forme di dissoluzione presenti negli altopiani calcarei (Asiago, Cansiglio, Vette Feltrine) (Figura 17.5.2).
Per quanto riguarda gli effetti su elementi antropici connessi all'evoluzione delle frane, i danni maggiori subiti riguardano principalmente le reti viarie (2.601 segnalazioni di danno), seguite dai terreni agricoli (1.597) e da Nuclei/centri abitati (1.300 frane). Per 4.710 fenomeni le notizie raccolte non hanno permesso una precisa individuazione della tipologia di danno prodotta dal fenomeno.
Su una superficie totale del territorio regionale di oltre 18.000 Km2, le aree interessate da frane raggiungono i 222,54 Km2. Il rapporto tra area totale in frana rispetto all'area montano-collinare regionale risulta essere del 3%. Quest'ultimo valore, definito Indice di Franosità Effettiva (IF), fornisce un'idea sull'estensione dei dissesti rispetto all'area totale del territorio montano-collinare della regione (Figura 17.5.3).

Inizio Pagina  Ambiti di applicabilità della Banca dati Regionale Frane (IFFI) e suo aggiornamento

Per la grande mole di dati raccolti e la scala di lavoro utilizzata, la banca dati Regionale delle Frane, derivante dalla prosecuzione del progetto IFFI, rappresenta uno strumento conoscitivo di base da impiegare in vari ambiti quali la valutazione della pericolosità da frana, pianificazione territoriale, programmazione delle reti infrastrutturali e la programmazione degli interventi di difesa del suolo. A tale riguardo l'integrazione e l'aggiornamento periodico della banca dati è di fondamentale importanza perché tale strumento non perda la sua efficacia nel tempo.
La banca dati regionale IFFI delle frane rappresenta il riferimento di base sul tema del dissesto idrogeologico; è correntemente utilizzata, oltre che per progetti specifici, in tutte le attività di pianificazione territoriale quali PAI, PAT, PATI, PTCP, PTRC (Nota 3) e Piani di Emergenza ai fini di Protezione Civile delle quali costituisce un fondamentale livello conoscitivo di base.
Oltre ai piani territoriali, la conoscenza di tale tematismo è utile, se non necessaria, anche a professionisti del settore e ad enti scientifici che necessitano di una "visione" complessiva da cui partire per attività di studio specifiche.
In ambito regionale i dati sono utilizzati principalmente per la definizione della pericolosità geologica nella redazione e revisione dei Piani di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) e nell'attività di previsione e monitoraggio degli effetti al suolo nell'ambito del Centro Funzionale Decentrato (Nota 4). All'interno di quest'ultimo, attivato nell'aprile 2009 e di cui fanno parte la Protezione Civile e l'ARPAV, tra le azioni previste nella seconda area funzionale, la Regione è impegnata in un'attività di interpretazione e utilizzo integrato delle varie tipologie di dati rilevati con emissione di Bollettini di Criticità Idrogeologica al fine di supportare la previsione e la gestione di situazioni di criticità idrogeologica sul territorio.
Nell'ambito delle attività del Centro Funzionale Decentrato riguardanti la definizione degli scenari di rischio idrogeologico è stato attivato, con il supporto operativo di ARPAV, il controllo di alcuni grandi fenomeni franosi di rilevanza regionale. Tra questi fenomeni sono stati individuati in una prima fase la frana del Tessina e la frana di Cancia in provincia di Belluno, la frana del Rotolon in provincia di Vicenza e l'area della Foresta di Giazza in provincia di Verona la quale è interessata da diverse problematiche di dissesto.
Le attività di controllo avranno l'obiettivo di cogliere, attraverso l'analisi integrata di misure e periodiche osservazioni organizzate in uno specifico sistema informativo, i segnali evolutivi dei fenomeni franosi al fine di consentire un costante aggiornamento degli scenari di rischio idrogeologico e, conseguentemente, una maggiore efficacia delle azioni di mitigazione.

Inizio Pagina  Creazione di una rete di segnalazione eventi franosi

Sulla base di quanto detto, assume particolare rilievo il raccordo con le banche dati provinciali, create a seguito del trasferimento di competenze, relativamente agli interventi di difesa idrogeologica conseguenti alla entrata in vigore della L.R. 11/01 ("Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali"). Tale raccordo è anche espressamente previsto dall'art. 10 della L.R. 11/04 "Norme per il governo del territorio" che riguarda i rapporti tra la banca dati regionale e quelle comunali, provinciali e dei soggetti pubblici e privati che svolgono funzioni di raccolta, elaborazione e aggiornamento di dati conoscitivi e di informazioni relativi al territorio e all'ambiente.
La segnalazione degli eventi franosi avviene utilizzando un'applicazione dinamica consultabile tramite web (Nota 5). Operativamente lo strumento per la segnalazione degli eventi franosi è stato inizialmente condiviso con gli uffici che si occupano di Difesa del Suolo delle varie Amministrazioni Provinciali, attivando, di fatto, un network virtuoso di condivisione delle informazioni che ha già fornito buoni risultati. Attualmente sono in corso di attivazione specifici rapporti con altri enti a vario titolo interessati a far parte di tale sistema (es. Protezione Civile, Servizi Forestali, Comuni, Enti gestori di infrastrutture viarie).

Figura 17.5.1
Dissesti per tipologia di evento e provincia coinvolta. Veneto - Anno 2009
Figura 17.5.2
Densità di eventi franosi nel territorio veneto - Anno 2009
Figura 17.5.3
Frana complessa di Borsoi (Tambre - BL), autunno 2000


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.