RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



1.1 - Un modello per la rete abitativa

La dimensione "abitare", considerata in forma integrata nell'ambito del più ampio fenomeno della "qualità della vita" nel suo significato individuale, familiare, comunitario e sociale, è un fenomeno complesso, di difficile rappresentazione sintetica.
Nello schema riportato di seguito figura un tentativo di rappresentazione della "rete abitativa", a livello dei macro-fenomeni componenti. Il nodo centrale della rete sintetizza il macrofenomeno primario del sistema abitativo: la casa, definita nei suoi significati di
  1. edificio attrezzato per le esigenze della vita quotidiana,
  2. focolare domestico, ambito delle relazioni affettive e della privacy,
  3. dimora nel contesto della comunità locale in cui l'edificio è ubicato.
I due nodi collocati sull'asse verticale del nodo centrale della rete riguardano la famiglia (in alto) e la comunità (in basso). La famiglia è il nucleo di persone (o la persona) a cui la casa deve garantire qualità abitativa soddisfacente; la comunità è lo spazio fisico e vitale esterno in cui la casa è ubicata, le cui caratteristiche contribuiscono non poco a determinare le condizioni abitative della famiglia.
A sinistra del nodo centrale "casa" è collocato il nodo concernente i "bisogni abitativi" della famiglia, che definiscono il concetto di "qualità abitativa" in senso stretto, intesa come capacità del sistema abitativo di garantire il soddisfacimento delle esigenze delle persone collegate con la dimensione "abitare" della qualità della vita. Le tematiche affrontate sono quelle tipiche presenti nei report, soprattutto di livello internazionale, relativi alla "qualità dell'abitare":
  • la tipologia abitativa (villa, appartamento in condominio)
  • caratteristiche dell'edificio e degli impianti
  • beni durevoli presenti
  • affollamento
  • titolo di godimento
  • sostenibilità (percepita ed economica) del possesso dell'abitazione
  • vissuto rispetto alla qualità dell'ambiente comunitario
  • livello di gradimento per le condizioni abitative.
Il nodo di destra della rete rappresentata è infine dedicato alle variabili "strumentali" dell'abitare, cioè agli interventi di natura pubblica (politiche e strategie sociali) e di carattere economico-privato (settore edilizio) mirati a mantenere e a migliorare nel tempo la qualità delle condizioni abitative della popolazione. I nodi sono tutti collegati tra di loro, direttamente o attraverso il nodo centrale "casa" (Figura 1.1.1).
Dopo un breve quadro su alcuni fattori che influenzano la domanda abitativa, si intende approfondire in dettaglio la sezione dei "bisogni abitativi" e i collegamenti tra i fenomeni di questo blocco e le variabili relative ad aspetti dei fenomeni che caratterizzano i nodi Famiglia e Comunità della rete. Sono perciò privilegiati in questa sede contenuti conoscitivi relativi soprattutto alle variabili finali dello sviluppo, cioè quelle che nella pianificazione dello sviluppo, con riferimento ai bisogni abitativi, sono oggetto delle prescrizioni di politica della casa.

Inizio Pagina  Leve della domanda abitativa

L'utilizzo del territorio e lo sviluppo dello spazio cittadino vanno necessariamente pensati sempre più in modo relazionale: ciò che accade in un luogo può essere compreso solo in base alle connessioni con ciò che accade altrove e alle trasformazioni in ambito economico e sociale.
Nel Nord-est si registra una più elevata pressione della popolazione e dei sistemi produttivi sul territorio: tra il 1995 e il 2006 si contano 374,8 milioni di metri cubi edificabili autorizzati per la costruzione o l'ampliamento di nuovi fabbricati a scopo residenziale, circa 35,2 metri cubi medi per abitante, contro i 22,3 dell'Italia.
In particolare l'area pedemontana lombardo-veneta costituisce una delle aree più densamente urbanizzate, quasi senza soluzione di continuità. Per il Veneto possiamo parlare di una realtà territoriale caratterizzata da un policentrismo reticolare: edilizia residenziale e non residenziale con funzione soprattutto economica, non sono concentrate in un unico agglomerato urbano, com'è tipico delle grandi città, ma risultano distribuite in più centri di dimensioni ed importanza equilibrate (Figura 1.1.2).
I cambiamenti demografici influenzano lo sviluppo edilizio residenziale: la domanda abitativa è conseguenza non tanto della crescita della popolazione, quanto piuttosto dell'aumento dei nuclei familiari.
Oggi in Veneto si contano 4.885.548 abitanti, le famiglie sono invece 1.985.191. Dal 2001 la popolazione è aumentata del 7,9%, mentre le famiglie sono cresciute a un ritmo più sostenuto, dell'15,8%, diventando anche sempre più nucleari. La presenza di famiglie sempre più ristrette è dovuta a vari motivi, tra cui la denatalità, il rinvio alla formazione della famiglia e a generare figli, l'instabilità coniugale e l'aumento della sopravvivenza, che porta a un maggior numero di persone anziane sole. Per un dettaglio sulle trasformazioni familiari si rimanda al capitolo 3.
Le abitazioni, secondo la fonte statistica sui permessi di costruire, hanno un ritmo di crescita più simile a quello delle famiglie: dal 2001 lo sviluppo del patrimonio abitativo è del 9,7%. Le nuove abitazioni seguono il ritmo delle famiglie non solo in termini di quantità, ma anche di dimensione. Come i nuclei familiari, anche le nuove case sono sempre di più ridotte dimensioni: se nel 1995 una nuova abitazione veneta contava in media 93,4 mq, nel 2006 si scende a 76 mq. Le nuove costruzioni interessano soprattutto gli appartamenti di meno di 45 mq (in aumento del 136,6%) e quelli tra 46 e 75 mq (+128,1%). Per quanto riguarda i fabbricati, si assiste a una diminuzione di nuove abitazioni singole (da 2.578 nel 1995 a 1.935 nel 2006) a favore di un aumento di fabbricati con più appartamenti, specie palazzine o condomini con almeno quattro abitazioni.
Sulla questione abitativa ha un peso consistente anche la dinamica dell'immigrazione. Si tratta di un fenomeno in massiccio aumento, specie da un decennio a questa parte, e oramai sedimentato nel nostro territorio, tanto che quando si parla di progetti migratori a lungo termine, questi richiedono stabilità non solo affettiva, sposarsi e avere figli, ma anche residenziale, attraverso l'acquisto o l'affitto di una casa. La possibilità di disporre di un'abitazione dignitosa costituisce un elemento basilare per ogni progetto di inclusione sociale. Dal 2001 gli stranieri in Veneto sono aumentati del 190,2%, oltrepassando oggi le 450 mila persone, e rappresentando il 9,3% della popolazione totale (Figura 1.1.3).
Guardando alle regioni del Nord, si evidenzia bene che anche la viabilità è stata ed è un fattore importante per la riorganizzazione dello spazio urbano e produttivo. Il Nord-Italia, per la sua particolare posizione geografica, centrale anche nel più ampio contesto europeo, assume sempre più un ruolo rilevante di collegamento tra gli assi orizzontali e verticali di comunicazione, viaria e commerciale: le imprese tendono per ovvie ragioni a svilupparsi lungo le vie di comunicazione e la distribuzione della popolazione segue quella delle imprese.
Proprio in corrispondenza delle principali direttrici di viabilità si collocano i centri urbani con la maggiore concentrazione di popolazione. Accanto alle grandi aree metropolitane più consolidate di Milano, Torino e Genova, si sono venute a formare nuove aree "metropolitane" di dimensioni più ridotte lungo il corridoio V, con continuità da Milano a Venezia, e il corridoio Via Emilia con continuità da Parma a Imola, come anche in corrispondenza dei nodi di intersezione tra i corridoi. È il caso dell'area Milano-Bergamo, di Bologna, di Parma-Reggio Emilia-Modena e per il Veneto l'area di Padova-Treviso-Venezia, con oltre 1,5 milioni di abitanti, e quella di Verona che tende a svilupparsi verso Brescia-Mantova (Figura 1.1.4).

Figura 1.1.1
Modello rete abitativa
Figura 1.1.2
Distribuzione geografica delle località di centro abitato e nucleo abitato - Anno 2001
Figura 1.1.3
Nuove abitazioni di edilizia residenziale autorizzate, popolazione residente e famiglie (numeri indice, basi 2001=100). Veneto - Anni 2001:2007
Figura 1.1.4
Aree 'metropolitane' nelle regioni del Nord - Anno 2008


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.