(Nota 1) Rete Natura 2000 rappresenta una concreta risposta da parte dell'Unione Europea, e quindi dei propri Stati membri, all'obiettivo di tutelare la biodiversità. Già negli anni Settanta del secolo scorso, le politiche ambientali dell'Unione elaboravano un nuovo concetto di natura, da intendersi come risorsa per il benessere generale volto a contrastare la diminuzione della biodiversità. La perdita di biodiversità, infatti, non provoca soltanto effetti negativi da un punto di vista intrinseco, come l'irreversibilità del processo di estinzione, ma comporta l'impoverimento degli ecosistemi naturali e della ricchezza, vista anche nel corrispettivo monetario, che da essi deriva. Si possono in proposito trovare esempi tanto nel campo delle risorse energetiche o alimentari quanto in quello della difesa del suolo. Tutti questi fattori sono stati legati in diverso grado all'attività dell'uomo e ne consegue che non si può pensare di perseguire la conservazione, o il ripristino, degli ecosistemi senza tenere nel debito conto le necessità delle popolazioni. Da queste considerazioni prende avvio la strategia di realizzazione e gestione di una rete ecologica europea che è stata denominata Natura 2000, concentrando gli sforzi sui territori che presentano maggiori risorse in termini di ricchezza di habitat e specie, attraverso l'applicazione della Direttiva comunitarie 92/43/CEE, denominata "Habitat"
(Nota 2). La rete si compone di due differenti tipologie di aree protette: le Zone Speciali di Conservazione (ZSC), nell'ambito della direttiva "Habitat", e le Zone di Protezione Speciale (ZPS), nell'ambito della direttiva "Uccelli", tra le quali ci possono essere rapporti spaziali di vario grado, dalla perfetta corrispondenza, all'inclusione totale o parziale, fino all'assenza di intersezione. Attualmente il processo di designazione delle ZSC non è ancora concluso e i siti sono definiti Siti di Importanza Comunitaria (SIC)
(Tabella 17.2.1).
Con la rete Natura 2000 si sta consolidando un sistema di aree che, seppur non contigue, garantisce all'interno delle varie regioni biogeografiche (ambiti uniformi per fattori storico-biologici, geografici, geologici, climatici e biotici in grado di condizionare la distribuzione geografica degli esseri viventi) il mantenimento della funzionalità ecologica di habitat e specie. Differentemente dalla logica istitutiva dei parchi e delle aree naturali protette, rete Natura 2000 attribuisce valore non solo ai luoghi ad alta naturalità ma anche a quegli ambiti limitrofi divenuti indispensabili per mettere in relazione questi siti. In Italia, con il provvedimento di recepimento della direttiva "Habitat" - Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, modificato ed integrato da un nuovo Decreto del Presidente n. 120 del 2003 - viene attribuito direttamente alle Regioni il compito di provvedere all'attuazione di Natura 2000, nell'ambito del proprio territorio amministrativo di competenza, sia per quanto riguarda la designazione dei siti, sia per la gestione di questi, attraverso opportuni strumenti, al fine di evitare il degrado degli habitat naturali, degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie. Nel Veneto, fino ad oggi, il percorso che ha portato all'attuale conformazione della rete Natura 2000 è risultato lungo ed alquanto articolato. A partire dall'elenco elaborato a seguito di un primo censimento nell'ambito del programma Biotaly, conclusosi nel 1998 e coordinato dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con i referenti scientifici della Società Botanica Italiana, dell'Unione Zoologica Italiana e della Società Italiana di Ecologia, l'Amministrazione regionale ha svolto nel 2004 la revisione delle perimetrazioni dei siti per migliorare la coerenza della rete in riferimento ad alcune specie risultanti ancora fortemente minacciate. È seguita nel 2006 un'ulteriore modifica delle delimitazioni e dei formulari standard di qualche sito sulla base di recenti contributi scientifici che fornivano nuove indicazioni sulla presenza e sullo stato di conservazione di habitat e specie, a cui ha fatto seguito, nel 2007, l'accoglimento delle proposte di alcune Amministrazioni locali per l'integrazione dell'elenco con territori altamente significativi ai sensi delle Direttive. La Giunta regionale ha infine provveduto, nel dicembre 2008, all'ultimo aggiornamento dell'elenco in recepimento di specifiche misure compensative che prevedevano l'ampliamento di alcuni siti già istituiti. Attualmente la rete Natura 2000 del Veneto si compone di 128 siti, distribuiti su oltre un quinto del territorio regionale, per una superficie complessiva di quasi 414.675 ettari
(Figura 17.2.1).
Le 67 Zone di Protezione Speciale e i 102 Siti di Importanza Comunitaria, tra loro variamente sovrapposti, incidono in modo equivalente, in termini di superficie, nella composizione della rete regionale entrambi per circa il 20% (poco meno di 360.000 ettari per le ZPS e di poco inferiore ai 370.000 ettari per i SIC). All'interno dei siti si individuano complessivamente 76 habitat di rilevanza europea riportati all'allegato I della Direttiva "Habitat" e oltre 850 specie della flora e della fauna, di cui 284 comprese negli allegati delle Direttive "Habitat" o "Uccelli". Si tratta di numeri che danno immediatamente la misura della ricchezza del patrimonio naturalistico e parimenti una stima indiretta delle problematiche relative alle strategie di gestione: la rete non presenta caratteri di omogeneità e la distribuzione geografica dei siti appare molto irregolare. Inoltre, la variabilità delle caratteristiche fisiche, ambientali e biologiche è accentuata, basti pensare alle differenze che esistono nell'estensione dei singoli siti che può andare da pochi ettari ad alcune decine di migliaia. Complessivamente la rete veneta di Siti di Importanza Comunitaria e di Zone di Protezione Speciale interessa, anche se spesso solo parzialmente, oltre il 60% del totale dei Comuni veneti. Da ultimo è opportuno ricordare che tutte le Aree Naturali Protette, ai sensi della Legge 394/91, presenti nel territorio regionale, ovvero Parchi e Riserve, Statali e Regionali, sono state ricomprese all'interno dei siti Natura 2000, consentendo l'integrazione degli strumenti di tutela e di gestione attiva già vigenti con quelli derivanti dalle Direttive Comunitarie di riferimento al fine di migliorare il livello di interconnessione tra le aree e la relativa funzionalità ecologica
(Figura 17.2.2).