RAPPORTO STATISTICO 2010

il Veneto si racconta , il Veneto si confronta

Presentazione  Presentazione  

Sintesi

Interconnessione : Reti e Sinergie

Le reti sociali dello sviluppo

Capitolo 1

Qualità della rete abitativa

Capitolo 2

Centro e periferia: diversi sistemi di mobilità

Capitolo 3

Famiglia e solidarietà

Capitolo 4

La qualità della rete educativa

Capitolo 5

Vivere la rete lavorativa


Le reti economiche

Capitolo 6

Le interconnessioni del sistema economico

Capitolo 7

La rete mercantile

Capitolo 8

La rete agroalimentare veneta

Capitolo 9

Le sinergie per la montagna

Capitolo 10

Le reti produttive

Capitolo 11

La rete distributiva

Capitolo 12

Turismo: sinergia tra settori e reti tra individui


Le istituzioni e i servizi

Capitolo 13

Lavorare in rete per la salute

Capitolo 14

Il modello veneto di integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari

Capitolo 15

Pubblica amministrazione, servizi per il cittadino e per l'impresa

Capitolo 16

Le reti telematiche in Veneto

Capitolo 17

Le reti di controllo dell'ambiente e del territorio

Capitolo 18

Reti istituzionali oltre confine

Capitolo 19

Modelli interistituzionali locali


Fonti

Bibliografia

Lista dei testi utilizzati

Sitografia

Lista dei siti consultati



13.1 - Prevenzione cardiovascolare primaria nella popolazione sana

Le malattie cardiovascolari rappresentano nel mondo occidentale la prima causa di morte: in Italia, sono responsabili del 44% di tutti i decessi. I fattori correlati al rischio di malattia cardiovascolare sono numerosi: fumo, diabete, obesità, sedentarietà, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa. La probabilità di sviluppare la malattia dipende dalla gravità dei singoli fattori di rischio e dalle loro combinazioni. Conoscere la prevalenza di queste condizioni nella popolazione e la diffusione delle pratiche efficaci per contrastarle consente di effettuare interventi di sanità pubblica mirati nei confronti dei sottogruppi più a rischio.
La classe d'età 40-59 anni può costituire una prima fascia di attività di analisi e di azione preventiva attiva. Si stanno pertanto sperimentando modelli di intervento che hanno come obiettivi:
  1. ridurre la mortalità e la morbosità per eventi cardiovascolari;
  2. misurare il livello di rischio cardiovascolare nella popolazione;
  3. aumentare le conoscenze e la percezione del rischio nella popolazione;
  4. organizzare un'assistenza integrata fra diversi livelli assistenziali, ospedale, distretto, dipartimento di prevenzione, per prevenire l'insorgenza della patologia cardiovascolare, contrastando i fattori di rischio modificabili (alimentazione, fumo, attività fisica, ...);
  5. favorire un approccio terapeutico razionale, migliorando l'appropriatezza prescrittiva;
  6. monitorare e valutare in itinere i suddetti interventi.
Il programma di prevenzione cardiovascolare primaria prevede modalità organizzative simili ai programmi screening oncologici, vale a dire la chiamata attiva dei soggetti destinatari, la costruzione di una rete coinvolgente i dipartimenti di prevenzione, i medici di medicina generale (MMG), specialisti, ospedali, associazioni di pazienti, enti locali e università fino alla messa a disposizione del know-how di sanità pubblica con la gestione di grandi numeri di popolazione, analisi epidemiologica e valutazione degli interventi, attività di tipo educativo, sviluppo di percorsi secondo la logica di clinical governance.
Il programma implementa nella rete dei medici di base l'utilizzo della carta del rischio e il conseguente counselling individualizzato, oltre ad attivare iniziative di collaborazione e interventi integrati fra servizi sanitari e fra questi e i comuni e le associazioni presenti sul territorio.
Si intende dare centralità alla figura del medico di medicina generale, proponendo ai cittadini target dell'intervento uno screening dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare e offrendo interventi mirati ed efficaci ai soggetti che presentino potenziali rischi. I MMG interverranno sottoponendo al "bilancio di salute" i loro assistiti e, in caso venissero rilevati fattori di rischio, opereranno secondo linee guida, indirizzandoli ai programmi di attività motoria, di disassuefazione dal fumo, di correzione degli squilibri alimentari e avviandoli ai trattamenti terapeutici secondo le linee guida previste.
Il dipartimento di prevenzione delle aziende sanitarie ha una funzione di coordinamento e supporto per le attività preventive e di secondo livello per i soggetti con fattori di rischio (ad esempio un centro per smettere di fumare nel caso di fumatori, una palestra convenzionata, iniziative da parte di associazioni ed enti di promozione della salute rivolte all'attività motoria, counselling con dietista) e promuove l'attivazione di rapporti di collaborazione con comuni, enti e associazioni per la messa a disposizione di strutture e servizi per lo svolgimento di attività di promozione di stili di vita sani.
Il cambiamento comportamentale proposto dal personale sanitario è attuato in modo flessibile sulla base della disponibilità e delle preferenze della persona: in forma individuale, in gruppi informali o in situazioni strutturate, in maniera alternativa e integrata. Per l'attività motoria, ad esempio, gli interventi possibili riguardano l'attività in palestra, utilizzando, in caso di preferenza degli utenti, anche palestre estemporanee quali ambienti nelle parrocchie o ambienti scolastici, dove sia più facile superare l'imbarazzo, l'utilizzo di "percorsi vita", la partecipazione ai gruppi di cammino, che sfruttino le possibilità offerte dall'ambiente naturale dei singoli territori, o altre modalità che saranno via via individuate.
Le opportunità per smettere di fumare vengono potenziate mediante l'attivazione di gruppi aperti con accesso libero e cadenza settimanale, la formazione degli operatori UTAP (unità territoriale assistenza primaria) per counselling breve, eventualmente con prescrizione di sostituti della nicotina da parte del MMG, la fornitura di materiale di auto aiuto, un migliore utilizzo ambulatorio di secondo livello. Si incrementano, infine, le occasioni di alimentazione sana tramite la partecipazione a gruppi di auto aiuto, a corsi di cucina, a incontri teorico-pratici relativi alla sana  alimentazione, la diffusione del menù "alta salute" nei ristoranti, la conoscenza e la diffusione di itinerari motorio-gastronomici "alta salute".
Tutte le occasioni di salute presenti nella comunità locale, preesistenti o di nuova istituzione, sono censite e inserite in un "prontuario" a disposizione dei MMG, della comunità locale e dei singoli cittadini. Preliminarmente all'avvio del progetto, viene proposto alle amministrazioni comunali di strutturare proposte attive di attività motoria, adeguate secondo i criteri del progetto. Esiste un aggiornamento continuo che arriva al personale sanitario coinvolto sulle occasioni di salute già in essere in ogni comune che consentono allo stesso personale di dare tutte le informazioni utili ai destinatari del progetto.

Inizio Pagina  La sperimentazione

Ad oggi tale programma di prevenzione primaria con valutazione del rischio cardiovascolare nella popolazione sana in Veneto è attivo nelle Aziende ULSS 4 di Thiene, 9 di Treviso e 17 di Este-Monselice. Le tre Aziende Ulss hanno scelto modelli organizzativi propri, integrati con le specificità territoriali dell'assistenza primaria; tali modelli sono tuttora in fase di valutazione per poter definire quello maggiormente riproducibile e sostenibile anche in altre realtà territoriali.
Tuttavia, le tre esperienze hanno in comune alcune linee di azione. Inizialmente vengono selezionate le persone destinatarie dell'intervento in base all'età e all'assenza di eventuali patologie pregresse. Il cittadino viene invitato a presentarsi nella sede individuata e un'infermiera o un'assistente sanitaria, adeguatamente formata, procede allo studio degli stili di vita, alla misurazione di peso, altezza, circonferenza addominale e pressione arteriosa, all'esecuzione di uno stick glicemico. Tutte le rilevazioni sono raccolte in un "bilancio di salute preventivo" informatizzato. Sulla base della valutazione effettuata, gli utenti sono suddivisi in: GRUPPO A - stile di vita sano con parametri normali; GRUPPO B - stile di vita non sano con parametri normali; GRUPPO C - nuovi ipertesi e nuovi iperglicemici; GRUPPO D - esclusi perché già con patologie importanti.
Le persone classificate nei gruppi B o C vengono invitate a partecipare a uno o più interventi per migliorare gli stili di vita o in caso di fallimento del cambiamento, vengono rinviate al medico curante per un intervento terapeutico farmacologico.
I risultati presentati in tabella si riferiscono ai lavori svolti fino alla data indicata in colonna per ciascuna Azienda Ulss e non esauriscono l'intera attività, tuttora in corso e che si concluderà nel primo semestre del 2011. Pertanto i soggetti invitati al momento sono una percentuale di quelli destinatari dell'intervento (Tabella 13.1.1).
I primi risultati sono estremamente promettenti in quanto lo screening si mostra in grado di evidenziare una quota importante di ipertesi e iperglicemici che non era a conoscenza del problema e che in ogni caso, anche considerando un fallimento del cambiamento dello stile di vita, troverà molto giovamento da una terapia farmacologica.
I dati evidenziano, inoltre, la fattibilità di un modello organizzativo di screening cardiovascolare primario, che utilizza non solo l'esperienza centrale di screening, ma anche gli stessi strumenti e modalità organizzative, nonché parte del personale. Questo permette di raggiungere economie di scala e già un'alta qualità nell'intervento che ovviamente nella parte gestionale usufruisce di risorse e meccanismi collaudati. Ottimo l'approccio con la medicina di famiglia nell'integrazione con l'UTAP. Lo svolgimento del primo livello da parte di un assistente sanitario o di personale infermieristico è la chiave di volta del progetto, in quanto permette l'utilizzo del tempo medico su un minimo numero di soggetti.
A tal fine emerge l'esigenza di una intensa integrazione tra Azienda Ulss e territorio: infatti la potenza del modello organizzativo si fonda sul mettere insieme in modo coordinato più servizi sanitari, in collaborazione con la medicina di famiglia, le agenzie territoriali di tipo pubblico, in primis i comuni, e privato (come ad esempio gruppi di cammino, palestre, ecc).

Tabella 13.1.1
'Piano di prevenzione primaria con valutazione del rischio cardiovascolare nella popolazione sana': primi risultati della sperimentazione. Veneto


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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".
La traduzione in inglese è a cura del Centro Linguistico di Ateneo dell'Università di Padova.