In sintesi, dal confronto tra la situazione del Veneto e quella media nazionale emergono alcuni elementi di giudizio positivo sulla realtà regionale, ma sono evidenti anche alcuni elementi di criticità che meritano di essere attentamente considerati ai fini dell'assunzione di decisioni di politica e strategia educativa da parte dei soggetti che a livello regionale hanno responsabilità di governo della scuola.
L'interrogativo principale riguarda l'influenza dello status sociale della famiglia di appartenenza nella scelta tra le tipologie di scuola dopo l'obbligo comune, alle quali corrispondono, tra l'altro, percorsi e dispersione scolastica molto differenziati. Con riferimento ai percorsi scolastici, l'indicatore più significativo è rappresentato dalla frazione di studenti che acquisiscono il diploma di maturità sul totale di quelli che si iscrivono al primo anno cinque anni prima. Anche se la percentuale media del Veneto (72,5%) è superiore al valore medio nazionale (67,9%), la situazione rimane alquanto critica: una dispersione scolastica del 27,5% (che per gli istituti professionali raggiunge il 41% nel Veneto e il 51% in Italia) è piuttosto alta per una formazione che ormai è rivolta e dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini.
Relativamente poi agli esiti educativi, è confortante per il Veneto rilevare che il livello di apprendimento cognitivo dei quindicenni scolarizzati risulta mediamente più alto sia rispetto alla media nazionale che alla media dei paesi OCSE. Rimane critica, comunque, la correlazione con il livello di status sociale della famiglia, a sfavore soprattutto dei ragazzi che scelgono di studiare negli istituti professionali.
Questo misuratore del livello di apprendimento cognitivo è un buon strumento, in quanto permette confronti tra paesi ed entro paesi; il limite sta nel fatto che misura solo l'ambito cognitivo dello sviluppo della persona, trascurando altre dimensioni quali quella delle competenze relazionali e della sfera affettivo-motivazionale, non meno importanti oggi per la formazione del cittadino e del lavoratore.
Il rischio è che la Scuola, valutata in forma sistematica solo per lo sviluppo cognitivo, trascuri nella programmazione scolastica di perseguire in forma non occasionale obiettivi educativi specifici a tali dimensioni.
"Difendersi dall'ignoranza" sta diventando sempre più complesso per le nuove e le vecchie generazioni: Scuola e istituzioni educative devono fare passi da gigante se vogliono rispondere con successo alle sfide dei tempi.