Il tema della mobilità, urbana ed extraurbana, suscita da tempo l'interesse non solo delle autorità locali, ma anche a livello europeo; tant'è che negli ultimi anni si è registrato uno sviluppo nella politica e nella normativa UE in questo settore.
Tra gli ultimi documenti prodotti dall'Unione Europea in tema di mobilità figura il "Piano d'azione sulla mobilità urbana" del 30 settembre 2009. Partendo dalla constatazione che "nel 2007, il 72% della popolazione europea viveva in aree urbane, che sono la chiave della crescita e dell'occupazione", che "le città necessitano di sistemi di trasporto efficienti per sostenere l'economia e il benessere dei loro cittadini", che "la mobilità urbana rappresenta una preoccupazione crescente per i cittadini" ed "è altresì il nucleo centrale del trasporto a lungo raggio", dato che "la maggior parte degli itinerari, che si tratti di trasporto merci o passeggeri, inizia e finisce nelle aree urbane", il piano d'azione propone azioni concrete in un quadro coerente di iniziative nel campo della mobilità urbana. Tra l'altro, si mira a promuovere le politiche integrate, consapevoli che "un approccio integrato dovrebbe idealmente occuparsi di vari aspetti: la complessità dei sistemi di trasporto urbani, le questioni di governance e dei collegamenti tra le città e le aree o regioni limitrofe, l'interdipendenza tra i modi di trasporto, le limitazioni all'interno dello spazio urbano, nonché il ruolo dei sistemi urbani nel più ampio sistema dei trasporti europeo. Un approccio integrato non è necessario soltanto per lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, ma anche per garantire una politica volta ad armonizzare trasporti e tutela dell'ambiente, ambienti salubri, pianificazione territoriale, edilizia abitativa, aspetti sociali dell'accessibilità e della mobilità, nonché politica industriale. Lo sviluppo di una pianificazione strategica dei trasporti integrati, l'istituzione di organizzazioni per la pianificazione della mobilità, nonché l'identificazione di obiettivi realistici sono elementi essenziali per affrontare le sfide a lungo termine lanciate dalla mobilità urbana e sostenere nel contempo la cooperazione con e tra gli operatori dei trasporti."
E le indicazioni di questo documento europeo si addicono in toto a quella che è la realtà e la situazione del Veneto, come se la nostra regione rappresentasse tutte quelle che sono le questioni aperte e le criticità in tema di mobilità.
Infatti, trattare di mobilità in Veneto implica affrontare questioni quali le conseguenze della posizione geografico-economica del territorio regionale, il livello dei servizi stradali, la logistica, il costo della mobilità di merci e persone, le esternalità negative del traffico, il particolare piano insediativo che caratterizza il territorio.
Il Veneto occupa una posizione geografica strategica in Europa grazie alle importanti direttrici di traffico commerciale che lo attraversano (Est-Ovest, Nord-Sud) e al recente allargamento dell'Unione Europea, che ha spostato verso Est il baricentro dello spazio del continente. Questa sua centralità rispetto ai nuovi confini va considerata sia come distanza fisica sia come ruolo di porta verso l'est ed il sud del mondo e risulta essere, al tempo stesso, privilegio e vantaggio competitivo ma anche fonte di criticità. Infatti, il territorio veneto risulta esposto ad un continuo aumento del traffico di attraversamento che, allo stato attuale, insiste sullo stesso sistema viario utilizzato dalla mobilità intraregionale di breve percorrenza.
Un altro fattore, oltre alla posizione geografico-economica, che incide fortemente sul traffico di persone e merci che attraversano il Veneto è la peculiarità del piano insediativo che dà vita alla cosiddetta "città diffusa", caratteristica dell'area centrale della nostra regione - si vive in località A, si portano i bambini a scuola in B, si lavora in C, si fa la spesa in D, e così via - che porta, conseguentemente, ad un'accresciuta domanda di trasporto, soprattutto privato e da parte dei cittadini residenti.
Alcune semplici informazioni aiutano a tratteggiare quelle che sono le caratteristiche generali della popolazione mobile veneta.
Negli anni, aumentano la distanza percorsa e il tempo dedicato alla mobilità quotidiana, restano nettamente predominanti gli spostamenti con mezzo di trasporto a motore. Ogni giorno, nel 2008, si percorrono mediamente 43 km (33 nel 2005) e ci si impiegano 67 minuti (57 nel 2005).
(Figura 2.1) e
(Figura 2.2)
Negli spostamenti quotidiani delle persone si conferma anche nel 2008 il ruolo predominante dell'auto: secondo i dati Isfort, il 77% di quanti escono di casa (79% il dato Italia) per motivi di lavoro, studio, gestione familiare o tempo libero utilizza mezzi di trasporto a motore e nel 78% dei casi si tratta appunto dell'auto privata (71,4% il dato Italia).
(Figura 2.3)
Restringendo l'attenzione a quanti utilizzano un mezzo di trasporto a motore per gli spostamenti e guardando alle variazioni intervenute dal 2005 al 2008 nelle preferenze accordate alle diverse tipologie di mezzi, si nota che a fronte di una diminuzione dell'uso dell'auto come conducente non si registra un aumento del ricorso ai mezzi pubblici, tutt'altro. Si passa piuttosto all'auto come passeggero - e già questo è un segnale positivo, in quanto fa pensare al diffondersi di nuove iniziative di car-pooling - al ciclomotore o allo scooter o alla combinazione di mezzi.
(Figura 2.4)
L'aumento del traffico è sicuramente testimoniato dal numero sempre crescente di veicoli circolanti, fenomeno che caratterizza non solo il Veneto ma l'Italia intera. Anche nel 2008, ultimo anno disponibile, il parco veicoli risulta in crescita: oltre 3.800.000 unità, con il 76% di autovetture. In sei anni i veicoli circolanti in Veneto sono aumentati dell'11,5%, variabile tra un minimo del 9% in provincia di Venezia e un massimo di circa 13% in provincia di Treviso.
(Tabella 2.1)
I veicoli a disposizione ogni 100 residenti sono 78 (80 il dato Italia), 3 in più rispetto a sei anni fa, con valori in aumento soprattutto nelle province di Rovigo e Belluno.
(Figura 2.5)
Facendo riferimento alla sola categoria delle autovetture, nel 2008 circolavano da 59 a 61 auto ogni 100 residenti in tutte le province venete - ad eccezione di Venezia, a motivo della particolare morfologia del territorio del suo capoluogo.
La rete stradale che fa da sfondo alla mobilità veneta conta nel 2007 10.991 km complessivi, comprendendo strade regionali, provinciali, altre strade di interesse nazionale (ex statali) e autostrade. Tale estensione corrisponde a quasi 23 km ogni 10.000 abitanti, 60 km ogni 100 kmq di superficie e poco più di 38 km ogni 10.000 veicoli circolanti.
(Figura 2.6)