Negli ultimi decenni la cultura e l'organizzazione del lavoro è più volte cambiata. Le trasformazioni nelle dinamiche della popolazione italiana hanno contribuito alla modificazione del lavoro: il prolungamento della durata della vita, il calo delle nascite, la trasformazione dell'Italia da paese di emigrazione a paese di immigrazione sono fatti che, uniti ad altri eventi, come ad esempio le innovazioni tecnologiche, spiegano molti dei cambiamenti avvenuti nel lavoro. Ancora le trasformazioni tecnologiche della new economy hanno portato ad una vera e propria rivoluzione del concetto stesso del lavorare: flessibilità e mobilità sono i perni su cui puntare, l'adattamento dei lavoratori alle nuove tecnologie e l'educazione permanente lungo l'arco della vita sono elementi essenziali caratterizzanti il nuovo modello del mercato lavorativo.
Flessibilità e mobilità tanto più richiesta nell'ultimo periodo in cui la tempesta finanziaria e le forti pressioni sui sistemi bancari e sulle condizioni del credito hanno gravemente mutato le prospettive dell'economia. Una crisi che, partita dagli Stati Uniti in maniera prima moderata nell'estate del 2007 e poi con più vigore nell'autunno del 2008, ha raggiunto l'Europa e il resto del mondo e approda in maniera più diretta e significativa in Italia nello stesso periodo. Una crisi che colpisce in prima persona e che, per essere sconfitta, necessita di uno sforzo collettivo, facendo attenzione agli obiettivi fondamentali della coesione sociale e della conservazione della base industriale, nonché sostenere le famiglie e potenziare gli strumenti per aiutarle.