Gli impatti
L'impatto sulla popolazione è stato pesante: due morti, un disperso, molti feriti e migliaia di sfollati. Oltre al danno fisico vanno considerate anche le conseguenze psicologiche sulla popolazione interessata. Su questo fronte è intervenuto un gruppo di psicologi volontari che ha portato attività per superare la situazione di emergenza.
Poiché non è possibile, nel momento in cui si scrive, presentare un bilancio economico consolidato su quanto successo, si riportano di seguito dei dati con l'intento illustrare l'impatto sul territorio e sulle attività economiche.
Un semplice elenco per provincia di rotte arginali, allagamenti e dissesti sorti con l'evento ci fa comprendere la vastità di quanto successo e la difficoltà nell'affrontare l'emergenza da parte della popolazione e degli uomini che hanno portato aiuto. Sono stati coinvolti nelle operazioni la Regione del Veneto, la Protezione Civile locale e il Dipartimento Nazionale, i Comuni, le Province, le Prefetture, le Aziende ULSS, i Consorzi di Bonifica e le Autorità di Bacino. Le Regioni intervenute a supporto sono state Friuli-Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Marche, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia. Con questi enti hanno inoltre collaborato circa 3 mila volontari della Protezione Civile, circa 800 vigili del fuoco, di cui un centinaio da altre Regioni, circa 300 militari e tutte le forze dell'ordine disponibili.
(Tabella 17.4.1)
Da dati parziali e provvisori del 2 maggio 2011, in provincia di Vicenza si concentra il maggior numero di beni mobili e immobili danneggiati, conseguenza dell'allagamento subito dal centro storico di Vicenza, in una zona molto popolata e con alta densità di attività commerciali. A seguire hanno subito danni migliaia di immobili nelle provincie di Padova e Verona, parecchie centinaia a Treviso e alcune decine tra Belluno, Rovigo e Venezia.
Per quanto riguarda gli animali morti nell'evento i servizi Veterinari delle Aziende ULSS coinvolte hanno comunicato un totale di oltre 151 mila capi morti da indennizzare, tutti nei comuni della provincia di Padova. Circa 112 mila polli, 36 mila tacchini e 3 mila conigli provengono da allevamenti intensivi, mentre altri 59 capi sono animali di taglia più grossa come bovini, suini e caprini provenienti anch'essi per la quasi totalità da attività di allevamento. Agli animali deceduti e conteggiati dai servizi veterinari delle Aziende ULSS dovrebbe essere aggiunto l'impatto sulla fauna selvatica.
Un ragionamento particolare deve essere fatto per le attività produttive e commerciali messe in ginocchio da quanto accaduto, e qui, come per la popolazione, oltre che dei danni diretti e materiali si deve tener conto delle conseguenze sulla competitività e sulla determinazione a ripartire.
Un'altra questione da considerare è quella dei rifiuti: oltre alla necessità di smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuto indifferenziato, l'alluvione ha prodotto la dispersione nel terreno di agenti inquinanti provenienti da depuratori, cisterne di idrocarburi, depositi di solventi, vernici e simili che hanno reso necessari alcuni immediati interventi di tamponamento. Tuttavia i campionamenti e le analisi eseguite da Arpav a fine marzo 2011 nelle provincie di Padova, Verona e Vicenza hanno evidenziato un inquinamento del suolo limitato. Le analisi restituiscono nella quasi totalità dei casi una completa compatibilità ambientale, evidenziando valori nei limiti di legge e ricompresi entro il fondo naturale per quanto riguarda metalli e idrocarburi pesanti presenti nel terreno e nei sedimenti. In due campionamenti si sono riscontrati valori che si distaccano significativamente dalla norma. Uno in provincia di Padova, per valori anomali di cromo, e uno in provincia di Verona per il superamento nel terreno delle concentrazioni di rame che tuttavia sembra poter derivare da trattamenti antiparassitari congrui con la gestione agronomica.
Gli interventi
Durante il disastro e nei giorni immediatamente successivi, sono stati attivati 129 interventi, ormai pressoché tutti terminati. Di questi primi cantieri realizzati, 111 sono stati aperti da parte dei Geni Civili e 18 da parte dei Consorzi di Bonifica, per una spesa complessiva di una quarantina di milioni di euro. Si è trattato di cosiddetti interventi di somma urgenza, per tamponare argini crollati, frane, smottamenti e ripristinare la funzionalità minimale delle opere, dopo un evento che ha fatto registrare 140 km quadrati di territorio allagati, alcuni per più di una settimana. Contemporaneamente sono stati progettati altri interventi, di completamento dei primi o comunque funzionali al ripristino o al miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica preesistenti all'alluvione. In seguito si sono aggiunti altri interventi di somma urgenza per effetto di due code "alluvionali", la prima alla vigilia del natale 2010, la seconda il 16 marzo 2011, che ha causato tra l'altro l'allagamento di parte del centro abitato di Soave. In complesso, gli interventi connessi all'alluvione sono diventati 249, oltre un centinaio dei quali già conclusi, un altro centinaio in corso e i restanti in fase di completamento di progettazione, di autorizzazione o di appalto.
Dei comuni che hanno segnalato danni quasi i due terzi hanno già avuto un primo acconto sul rimborso dei danni segnalati. Le somme sono state erogate a 5 amministrazioni provinciali e a 228 comunali
(Nota 7) sulla base delle schede di "Quantificazione del danno" trasmesse dagli enti e pervenute al Commissario Delegato entro la data del 12 gennaio 2011. L'importo totale degli acconti erogati dalla Regione ai Comuni e alle Provincie devastate ha superato i 118 milioni di euro.
Al fine di individuare la graduatoria dei Comuni si è considerato il totale dei danni dichiarati e per la determinazione dell'acconto sono state istituite quattro fasce. Ventotto sono i Comuni che hanno ricevuto un acconto del 30% del totale del danno dichiarato che è stato superiore ai 2 milioni di euro e dodici di essi si trovano nelle provincie di Vicenza e Padova. Ventisette sono i comuni che hanno ricevuto un acconto pari al 20% del danno stimato e compreso tra uno e due milioni di euro, e cinquantotto sono le amministrazioni comunali con una stima dei danni compresa tra i 300 mila e un milione di euro che hanno ricevuto l'acconto del 15%. I rimanenti 115 comuni hanno ricevuto un acconto pari al 10% del danno dichiarato.
(Figura 17.4.1)
I tempi di risposta sono stati strettissimi. Il 2 novembre era già stato dichiarato lo stato di crisi da parte della Giunta Regionale e il 5 novembre era già dichiarato lo stato di emergenza da parte del Governo. Il 13 novembre, con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, avvenivano la nomina del Commissario per il superamento dell'emergenza e lo stanziamento di 300 milioni di euro. Il 15 dicembre, circa un mese dopo, i 300 milioni di euro indicati dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri sono messi effettivamente a disposizione del Commissario nel conto corrente appositamente istituito presso la Banca d'Italia e il 17 dicembre i primi contributi, per 93 milioni 350 mila euro, arrivavano ai 26 Comuni più danneggiati, per coprire il 30 per cento del danno segnalato. Il 20 dicembre, sono nelle casse degli altri Comuni i finanziamenti per 11 milioni di euro per acconti sui danni. Altri 50 milioni di euro sono stati destinati a pagare parte dei lavori di somma urgenza già eseguiti e gli ulteriori interventi indifferibili, che nel frattempo sono stati tutti progettati e sono ormai pronti a partire. A questi si aggiungeranno nuovi lavori dopo il ripetersi di eventi alluvionali il 16 marzo scorso, per un totale di una trentina di milioni.
Nel frattempo è stato predisposto il Piano strategico di interventi per la mitigazione del rischio per una cifra complessiva di circa 2,7 miliardi di euro e che sarà oggetto di ordinanza del Commissario. In seguito si potranno attivare le iniziative per realizzarne le disposizioni che richiedono le successive fasi di progettazione e il reperimento dei finanziamenti necessari.
La solidarietà
La solidarietà agli alluvionati ha raggiunto venerdì 29 aprile 2011 una quota pari a 5.048.826 euro di cui 1.815.408 euro raccolti dagli sms di solidarietà. Le donazioni sono pervenute per metà della cifra attraverso bonifici, quasi il 40% nel Conto Solidarietà aperto per la circostanza e quasi il 10% nel Conto Tesoreria della Regione Veneto. I messaggi sms di 2 euro hanno concorso al 36% del totale raccolto, mentre il rimanente 15% circa è già destinato al ripristino funzionale di Ponte Pusterla in compartecipazione finanziaria con il Comune di Vicenza.
(Tabella 17.4.2)
Nel "Conto Corrente Solidarietà" istituito presso il tesoriere Regione Veneto sono alla data del 29 aprile 2011 confluiti poco più di 2 milioni di euro. Il mondo imprenditoriale ha prediletto questo mezzo per manifestare generosamente la propria solidarietà, offrendo denaro per circa 875 mila euro. A seguire se ne sono serviti in gran numero anche privati cittadini, concorrendo per circa mezzo milione di euro, e enti pubblici per un valore di poco inferiore. Il valore rimanente corrisponde a una quota di poco inferiore al 10% offerta da raccolte fondi promosse da insiemi di privati cittadini, provenienti in primis da associazioni ma anche da scuole, consigli di enti pubblici, partiti politici, volontari, Comuni e pure da due istituti penitenziari.
Analizzando il numero di bonifici pervenuti nel "Conto Corrente Solidarietà" per settimana, si individua un andamento decrescente nel tempo ad eccezione del periodo prenatalizio. L'importo versato per settimana mostra una curva di crescita iniziale indice che le donazioni più generose in termini assoluti, provenienti dal modo imprenditoriale, hanno avuto la necessità tecnica di un paio di settimane per essere quantificate. Per motivi analoghi il successivo andamento decrescente per valore è interrotto da alcuni massimi che hanno un notevole picco nella settimana di Natale.
(Tabella 17.4.3) e
(Figura 17.4.2)
Oltre a somme di denaro sono stati donati molti beni mobili utilizzati per far fronte alla prima emergenza nei confronti della popolazione direttamente colpita e per permettere alle persone di compiere attività minori di sgombero e pulizia. Tra essi vi sono molti elettrodomestici, mobili e utensili, ma anche sanitari e impianti di riscaldamento.
(Tabella 17.4.4)
Della somma raccolta, 750 mila euro sono stati destinati al risanamento strutturale e al ripristino funzionale di Ponte Pusterla a Vicenza. L'ordinanza che stabilisce il finanziamento a favore di quest'opera pubblica devastata dal Bacchiglione prevede che la parte rimanente della spesa necessaria complessiva, che ammonta a 2,2 milioni di euro, sia a carico dell'amministrazione comunale vicentina. Come per questo caso, gli altri fondi di solidarietà, per espresso volere del Commissario per il superamento dell'emergenza, saranno destinati "al ripristino di opere esemplari di carattere pubblico e di utilità collettiva, importanti per i cittadini e per la messa in sicurezza del territorio". Il ripristino di opere di questo genere testimonierà nel tempo la generosità delle tantissime persone e delle istituzioni e società che hanno voluto concretamente dare una mano ai veneti per contribuire alla ripresa della normalità dopo il disastro.