Nel 2008 la spesa per ricerca e sviluppo in Veneto ammonta a 1.542 milioni di euro, collocando la nostra regione al quinto posto nella graduatoria delle regioni italiane, dopo Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna. La spesa veneta in R&S del 2008 ha fatto registrare una variazione positiva del 24,1% rispetto all'anno precedente, a fronte di una crescita nazionale annua del 5,9%. L'incremento annuo della spesa veneta è secondo soltanto a quello valdostano, che presenta però valori assoluti decisamente più bassi. La forte diffusione degli investimenti in ricerca anche nelle piccole e medie imprese ha contribuito all'incremento della spesa totale per R&S soprattutto in quei contesti in cui le PMI sono il cuore del tessuto produttivo: è così che l'andamento più che positivo della spesa complessiva veneta è stato trainato dall'importante contributo delle attività imprenditoriali, cresciute nell'ultimo anno del 36,4%.
(Tabella 4.2.1) e
(Figura 4.2.1)
Questa rapida crescita degli investimenti delle imprese ha fatto sì che il Veneto abbia quasi raggiunto l'altro vincolo che era stato posto come obiettivo dalla Strategia di Lisbona, ossia la condizione che i due terzi della spesa siano sostenuti dalle imprese. Le imprese in Veneto, infatti, hanno investito nel 2008 il 64,6% della spesa complessiva in R&S; a seguire l'università ne ha speso una quota pari al 25,1% e le istituzioni pubbliche e private non profit il rimanente 10,2%. Molto simile è la distribuzione per settore istituzionale del personale addetto alla R&S: il 66,2% degli addetti -calcolati in equivalenti tempo pieno- impiegati in attività di ricerca appartiene alla realtà imprenditoriale veneta, il 25,3% al sistema universitario e il restante 8,5% a pubbliche amministrazioni ed organizzazioni non profit. Complessivamente in Veneto gli addetti alla ricerca e sviluppo sono 23.884 e in rapporto alla popolazione sono 4,9 ogni 1.000 abitanti, rispetto al valor medio nazionale di 4 addetti ogni 1.000 abitanti.
(Figura 4.2.2)
La spesa complessiva in R&S veneta del 2008 ha assorbito l'1,05% del PIL regionale, valore ancora inferiore rispetto al dato nazionale, 1,23% nel 2008 e 1,27% nel 2009. Se focalizziamo l'attenzione sull'andamento di questo indicatore negli ultimi anni possiamo osservare come il Veneto sia stata la regione italiana a far registrare il maggior aumento medio annuo, con una crescita di più di mezzo punto percentuale del PIL dal 2000 al 2008. La quota di spesa per ricerca in rapporto al PIL in Veneto è infatti più che raddoppiata in questi 8 anni, passando dallo 0,51% all'1,05% del prodotto interno lordo, quando nello stesso arco temporale in Italia la crescita registrata è del 17,7%.
(Figura 4.2.3) e
(Figura 4.2.4)
Le imprese che investono in Veneto
La spesa complessiva dell'imprenditoria in Veneto, pari a quasi 1 miliardo di euro, proviene per l'87,3% da imprese aventi sede legale in Veneto e per il 12,7% da imprese con sede fuori Veneto, ma che svolgono attività di ricerca anche all'interno di unità produttive localizzate nella nostra regione. Gli investimenti in R&S di imprese non venete riguardano per oltre la metà imprese del centro e sud Italia, probabilmente per la concentrazione delle sedi di grossi gruppi presso la capitale, mentre il terzo della spesa originato da imprese con sede nel Nord Ovest riguarda principalmente aziende lombarde.
(Figura 4.2.5) e
(Figura 4.2.6)
Nel complesso di aziende, venete e non, il settore economico più coinvolto è quello manifatturiero, dal quale provengono oltre i sette decimi della spesa in R&S. Il secondo settore per importanza interessato alla ricerca è il commercio. Può sembrare strano che un'attività commerciale sia interessata alla R&S intesa non già come innovazione ma come "il complesso di lavori creativi intrapresi in modo sistematico sia per accrescere l'insieme delle conoscenze (ivi compresa la conoscenza dell'uomo, della cultura e della società), sia per utilizzare dette conoscenze per nuove applicazioni"
(Nota 6). In realtà, quasi il 15% della spesa in ricerca è effettuato da aziende classificate come commerciali poiché queste imprese svolgono sia attività produttiva che distributiva ma, poiché realizzano un maggior fatturato nella seconda, vengono classificate nel comparto del commercio. Le altre categorie economiche rilevanti riguardano i servizi di informazione e comunicazione e le attività professionali, scientifiche e tecniche.
(Figura 4.2.7) e
(Figura 4.2.8)
Si è ritenuto opportuno approfondire il fenomeno all'interno del settore manifatturiero, in quanto più interessato ad elevare i propri contenuti tecnologici per mantenere il proprio vantaggio competitivo.
Il 26,7% della spesa di ricerca nel manifatturiero in Veneto viene da aziende meccaniche, seguite da tutto il settore del tessile, abbigliamento, pelli e accessori, da ottica ed elettronica, dalla chimica-gomma-plastica e dai metalli, con quote di spesa che vanno dall'11,1% a quasi il 15%. Non mancano le attività tradizionali tipiche del made in Veneto, relative alla gioielleria, legno e mobili e articoli sportivi, così come l'industria alimentare.
Nella globalizzazione delle merci, è il ritmo dell'innovazione tecnologica che determina i fattori di competitività dei prodotti, dei processi, delle imprese. Ciò induce da un lato all'immissione crescente di risorse intangibili nelle filiere dei settori tradizionali, e dall'altro lato allo spostamento delle specializzazioni manifatturiere nei paesi avanzati verso settori ad alto contenuto di tecnologia.
Ancor più importante del settore economico dell'impresa che fa ricerca in Veneto è la comprensione della tipologia di prodotto o servizio su cui si concentra l'attività di ricerca e sperimentazione. Si osserva che oltre il 90% delle aziende preferisce non disperdere questo tipo di attività, ma concentrarsi su un unico gruppo di prodotto, per un ammontare pari al 90% del totale della spesa in R&S in Veneto.
Dall'ammontare complessivo dedicato allo sviluppo o miglioramento di prodotti e di tecniche di produzione
(Nota 7), emergono i prodotti dell'industria farmaceutica, a cui è finalizzato il 12,3% della spesa, seguiti da quelli dell'industria tessile, 7,4%, dell'industria della fabbricazione di apparecchi elettrici, 6,4%, dell'industria delle macchine per impiego generale, 4,9%, dell'industria delle confezioni, 4,6%, dell'industria alimentare, 4,1%, dell'industria chimica, 4,0%, della metallurgia, 3,7%, prodotti, servizi e processi relativi alla distribuzione dell'energia elettrica, del gas e dell'acqua, 3,5%. Le altre attività industriali con percentuali minori di investimento fanno parte della manifattura tipica del made in Veneto, ancora una volta a dimostrare che anche i settori tradizionali e da molti considerati ormai a "tecnologia matura" stanno svolgendo ricerca e progettazione per una continua evoluzione e miglioria del prodotto.
Tra i servizi, si segnala lo sviluppo o miglioramento di servizi di produzione di software, di consulenza informatica e di attività connesse, 2,4% di spesa, lo sviluppo o miglioramento di qualsiasi altro servizio offerto alle imprese o alle famiglie e delle relative tecnologie, 2,1%, e i prodotti, servizi e processi relativi alle attività dei servizi finanziari e di assicurazione, 2,0%.
(Figura 4.2.9)
Gli addetti alla ricerca e sviluppo in Veneto sono quasi 16 mila in equivalenti tempo pieno e sono occupati per oltre il 90% in imprese venete. Quasi l'82% del personale addetto alla ricerca e sviluppo è di genere maschile e per oltre il 78% è impiegato in attività di ricerca presso un'impresa dell'industria manifatturiera.
L'identikit dell'impresa veneta che fa ricerca
Nel 2008 le imprese con sede in Veneto hanno investito 910 milioni di euro in R&S di cui oltre 870 milioni in territorio veneto.
Il 51,1% degli investimenti viene da aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, un altro 25,5% è originato da imprese con una classe di fatturato tra i 10 e i 50 milioni di euro, un altro 10,4% da quelle con fatturato tra i 5 e i 10 milioni di euro.
(Figura 4.2.10)
La spesa in R&S delle imprese venete è attribuibile per il 98% alle aziende con forma giuridica società di capitale e, dal punto di vista dimensionale, proviene per oltre la metà da imprese con più di 250 addetti. Com'è ovvio il volume d'investimento è proporzionale alla dimensione e al fatturato, ma non si può non rilevare che l'85% delle imprese venete che investono in R&S appartengono alla categoria delle Piccole Medie Imprese
(Nota 8).
(Figura 4.2.11)
Le imprese venete hanno investito nel 2008 oltre 50 milioni di euro in ricerca nel settore energetico, ossia quasi il 6% del totale della spesa in R&S. Le aree maggiormente interessate dalla ricerca in questo settore sono l'efficienza energetica (quasi 20 milioni di euro), la ricerca sulle fonti rinnovabili (quasi 10 milioni di euro) e la ricerca sulle tecnologie per la conversione, la trasmissione, la distribuzione e lo stoccaggio di energia (oltre 6 milioni di euro).
La ricerca sulle biotecnologie e sulle nanotecnologie è ancora da considerarsi di nicchia in Veneto: nel 2008 sono stati spesi circa 6 milioni di euro in attività di ricerca riguardanti le biotecnologie (principalmente relative all'utilizzazione di cellule e tessuti e di ingegneria dei processi applicativi in campo biotecnologico) e altrettanti nel settore delle nanotecnologie, soprattutto relative alle applicazioni delle nanotecnologie in campo medico-sanitario e nel settore delle scienze della vita e sui nanomateriali.
Si vuole sottolineare che i dati trattati fino ad ora riguardano l'attività di ricerca
intra-muros, ossia quella svolta direttamente dalle imprese all'interno delle proprie strutture e con proprio personale. Oltre ad essa, le imprese venete impiegano una cifra complessiva attorno ai 68 milioni di euro per ricerca commissionata a soggetti esterni (spesa
extra-muros). La spesa
extra-muros vede il coinvolgimento principalmente di altre aziende italiane, 49,3%, di imprese italiane dello stesso gruppo, 16,0%, di altre imprese estere, 9,7%, di centri di ricerca e laboratori privati italiani, 9,3%, e di imprese estere dello stesso gruppo, 7,5%. E' curioso che soltanto il 6,9% della spesa
extra-muros delle imprese sia destinato alle Università e l'1,4% a centri di ricerca, laboratori o istituzioni pubbliche (CNR, ENEA, ecc.).