Il pendolarismo
Con il termine pendolarismo si definiscono tutti quei movimenti sistematici compiuti quasi quotidianamente verso la medesima destinazione e nelle stesse fasce orarie. Nell'immaginario collettivo i pendolari sono solamente i lavoratori e gli studenti che si spostano ogni giorno da casa a lavoro o a scuola. In realtà ci sono anche altre motivazioni alla base della mobilità ordinaria come i movimenti per la gestione familiare (spesa, visita ai parenti, ecc.) ed il tempo libero (sport, cinema, riunioni associazioni di volontariato, ecc.) che, pur essendo meno frequenti, vengono effettuati con una certa costanza.
In questo paragrafo ci limitiamo ad analizzare gli spostamenti da casa a scuola o lavoro che comunque rappresentano la parte più consistente della mobilità pendolare.
Non tutti gli occupati e gli studenti possono però essere considerati propriamente pendolari: parte di essi infatti dichiara di avere tempi di percorrenza variabili per recarsi nel luogo di studio o di lavoro facendo presupporre che non abbiano una sede fissa. Questo fenomeno è particolarmente accentuato tra gli occupati: in Veneto sono ben il 12,3 % anche se al di sotto del dato nazionale (16,4%). Al contrario la variabilità del tempo impiegato per gli spostamenti verso il luogo di studio rappresenta una quota limitata della mobilità studentesca, dato che in Veneto solo l'1,8 (contro il 4,9% dell'Italia) afferma di non dedicare un tempo costante per recarsi a scuola. La spiegazione può essere ricercata nel fatto che sono soprattutto gli universitari a dichiarare di impiegare un tempo variabile per recarsi nel luogo di studio che in Veneto sono, a livello percentuale, meno che in Italia.
La società nel corso degli anni sta diventando sempre più frenetica ed il tempo è una risorsa sempre più preziosa da non sprecare. Il tempo impiegato negli spostamenti potrebbe essere infatti dedicato ad altre attività: per migliorare la qualità della vita delle persone è quindi necessaria anche una mobilità rapida ed efficiente.
In Veneto mediamente gli occupati dedicano 21,7 minuti per percorrere il tragitto casa-luogo di lavoro. Non è una quantità di tempo eccessiva soprattutto se si considera il fatto che il dato medio nazionale si attesta a 24,9 minuti e che oltre l'85% (contro l'80,2% dell'Italia) impiega al massimo 30 minuti.
(Figura 15.3.1)
Rispetto ai lavoratori gli studenti impiegano generalmente meno tempo per arrivare al luogo di studio. Il tempo di percorrenza aumenta comunque al crescere del livello d'istruzione. Le scuole elementari e medie sono infatti diffuse capillarmente sul territorio, quelle secondarie sono presenti soprattutto nei centri medio- grandi mentre le università sono concentrate solamente nei maggiori centri urbani.
E' naturale, quindi, che la maggioranza degli studenti impieghi un tempo ridotto per recarsi a scuola visto che gli universitari rappresentano una quota marginale della categoria e che spesso decidono di trasferire il proprio domicilio presso la sede per non impiegare troppo tempo in mobilità. Le differenze tra il Veneto e l'Italia si assottigliano tra gli studenti proprio in virtù del fatto che, per garantire il diritto allo studio ad ogni cittadino, c'è una diffusione relativamente uniforme delle scuole su tutto il territorio nazionale. Il tempo medio in Veneto, per spostarsi da casa al luogo di studio è infatti di 19,5 minuti, leggermente inferiore rispetto ai 20,7 minuti degli studenti in Italia, e la distribuzione del tempo impiegato per effettuare il tragitto casa-scuola è quasi equivalente. Infine, la percentuale di studenti che impiegano al massimo 30 minuti è l'84,2% sia in Veneto che in Italia.
(Figura 15.3.2)
Uno degli effetti collaterali della mobilità è la congestione della rete infrastrutturale, cioè l'incapacità del sistema di viabilità di garantire alla comunità spostamenti fluidi. Frequentemente, soprattutto nelle città, possiamo osservare code e situazioni di traffico che secondo la Commissione Europea costano all'UE l'1% del Pil. Calandosi nella vita quotidiana delle persone il fenomeno della congestione causa perdite di tempo che potrebbe essere investito in altre attività e fa crescere lo stress.
La congestione è spesso causata dal fatto che troppe persone nello stesso momento hanno necessità di muoversi. Le infrastrutture non sempre riescono a far fronte alla domanda di trasporto soprattutto in alcuni momenti della giornata.
Ben il 65,3% degli studenti e il 51,4% dei lavoratori in Veneto esce tra le 7:30 e le 8:30 per recarsi nel luogo di studio e di lavoro. La differenza è dovuta prevalentemente al fatto che l'inizio della giornata scolastica è pressoché omogeneo per tutti i livelli di istruzione (eccetto l'università), mentre gli occupati hanno un orario più modulato, anche se, comunque, la maggioranza esce di casa tra le 7:30 e le 8:30. Oltre a ciò, visto che gli spostamenti dei lavoratori sono più lunghi rispetto a quelli degli studenti, a parità di orario di inizio lavoro gli occupati devono partire anticipatamente.
(Figura 15.3.3) e
(Figura 15.3.4)
Se in Veneto tra gli occupati si registra un picco elevato di partenze tra le 7:30 e le 8:00, in Italia, pur registrandosi l'apice nella stessa fascia oraria, la distribuzione è più uniforme tra le 7:00 e le 8:30. Inoltre l'orario di partenza degli studenti del Veneto è anticipato rispetto alla media italiana: l'apice delle uscite avviene tra le 7:30 e le 8:00, mentre in Italia si verifica nella fascia oraria immediatamente successiva.
Se l'obiettivo finale è l'accessibilità ad un bene o ad un determinato servizio non sempre è necessario uno spostamento. Grazie alle nuove tecnologie dell'informazione si possono avvicinare i cittadini e i fornitori di servizi o i luoghi di lavoro. Pratiche come l'e-government, l'e-health , il telelavoro, la formazione didattica di base e permanente a distanza hanno ancora una rilevanza marginale sia in Italia che in Veneto, ma potrebbero rappresentare un aiuto per la soluzione dei problemi di congestione, riducendo gli spostamenti o mettendo nelle condizioni la persona di scegliere quando effettuarli.
Gli occupati che dichiarano di lavorare a domicilio sono soltanto l'1,5% in Italia e l'1,8% in Veneto, un fenomeno poco diffuso anche considerando che la maggior parte di essi sono lavoratori autonomi che quindi hanno la casa contigua alla sede della propria attività.
I mezzi di trasporto
Le quote modali dei mezzi utilizzati per percorrere il tragitto casa-luogo di studio o lavoro sono molto diverse tra studenti e occupati. Ci sono molteplici motivi che possono spiegare le differenze: innanzitutto la maggior parte degli studenti, in quanto minorenni, non possiedono la patente, in secondo luogo le ridotte distanze tra casa e scuola permettono di andare a piedi o in bicicletta e, infine, spesso è organizzato un servizio di trasporto pubblico che raggiunge direttamente il luogo di studio.
E' facile notare quindi come, tra gli studenti, il trasporto privato, pur rimanendo la modalità prevalente, riduce significativamente la sua quota a favore del trasporto pubblico, della bicicletta e dell'andare a piedi. In particolare, analizzando i mezzi utilizzati, gli studenti scelgono maggiormente la corriera, l'autobus e il pullmino scolastico e vanno molto di più a piedi o in automobile come passeggeri rispetto agli occupati. I lavoratori, invece, sono prevalentemente conducenti di un'automobile privata. Il ricorso all'auto privata è dovuto al fatto che non sempre il trasporto pubblico raggiunge in modo veloce e capillare il luogo di lavoro e non possiede la flessibilità di cui ha bisogno un occupato per la gestione familiare. Inoltre molto spesso le distanze da percorrere per i lavoratori sono maggiori che per gli studenti rendendo impossibile l'utilizzo della bicicletta e l'andare a piedi.
(Tabella 15.3.1)
Nel Veneto la mobilità pendolare tende ad accentuare l'utilizzo del trasporto privato a scapito dei mezzi più sostenibili. Tra gli occupati l'uso inferiore del trasporto pubblico rispetto all'Italia (6,6% contro 9,8%) viene compensato in parte dal trasporto privato (75,1% contro 74,3%) e con una percentuale inferiore di lavoratori che condividono l'automobile) e in parte da altri mezzi non specificati (4,8% rispetto a 2,4%). Per gli studenti del Veneto il trasporto privato (44,9%), spinto prevalentemente dall'opzione automobile come passeggero, ridimensiona la quota di coloro che scelgono di andare a scuola a piedi ed in parte il dato del trasporto pubblico. Da segnalare come sia tra gli occupati che tra gli studenti in Veneto ci sia un maggiore utilizzo della bicicletta che però solo tra gli occupati riesce a controbilanciare le quote più basse degli spostamenti a piedi. La particolare struttura demografica del Veneto, in cui la popolazione è relativamente dispersa sul territorio e una parte consistente vive in centri medio piccoli, può spiegare il maggiore ricorso al trasporto privato e la scelta, da parte degli studenti, della corriera extraurbana piuttosto che dell'autobus.
Nell'ottica della mobilità sostenibile merita particolare attenzione l'articolazione del sistema dei trasporti negli agglomerati urbani. L'alta densità di popolazione e il fattore di attrattività per i più variegati motivi (lavoro, studio, tempo libero, shopping, ecc.) delle città alimenta una forte domanda di mobilità a cui non si può rispondere esclusivamente con il trasporto privato. Le problematiche tipiche delle aree urbane sono appunto la congestione e l'inquinamento per l'eccessivo utilizzo del mezzo privato. Ci sono diversi strumenti per attenuare questi fattori negativi: facendo leva sulla forte domanda di trasporto potrebbe essere più agevole rafforzare il trasporto pubblico, promuovere gli spostamenti a piedi e in bicicletta mettendo in sicurezza i passaggi pedonali e le piste ciclabili e favorire l'integrazione tra diverse modalità di trasporto. Per quanto riguarda l'utilizzo dell'automobile, esso deve essere promosso introducendo soluzioni come la condivisione dell'auto ("car-sharing") o il suo uso in comune ("car-pooling"), scoraggiando le aree di sosta gratuite interne alle città, promuovendo la costruzione di parcheggi di interscambio fuori dagli agglomerati in modo che, dopo aver raggiunto la periferia urbana in auto, si possa accedere al centro con un mezzo pubblico. Inoltre, nella pianificazione urbanistica, è opportuno tenere conto dell'espansione continua delle cinture urbane che deve essere accompagnata da un'estensione in tal senso dei servizi di trasporto pubblico.
Anche se ci dà una fotografia parziale della situazione, è interessante analizzare con che mezzo si muovono i residenti delle aree urbane rispetto a quelle rurali
(Nota 8).
La maggior vicinanza ai luoghi di studio rispetto ai residenti delle aree rurali spinge gli studenti ad andare a scuola a piedi o in bicicletta. Il notevole incremento dei mezzi puliti fatica però ad erodere quote al trasporto privato che resta la modalità preponderante, piuttosto sostituisce il trasporto pubblico. La corriera extraurbana infatti non può più essere un'opzione valida visto che il luogo di studio si trova per lo più nel centro cittadino e il servizio del pullmino scolastico è praticamente inesistente svolgendo, per gli studenti, le funzioni dell'autobus nelle zone rurali. Anche tra i lavoratori la modalità preferita è il trasporto privato, sebbene in misura ridimensionata. Tra gli occupati è, però, il trasporto pubblico a guadagnare maggiormente quote tra i residenti delle aree urbane, più che gli spostamenti a piedi o in bicicletta, che comunque incrementano lievemente. Le distanze casa-luogo di lavoro spesso sono più ampie rispetto al tragitto per andare a scuola: il servizio capillare nelle città e la maggiore difficoltà di parcheggio rende per i lavoratori più competitivo il trasporto pubblico. Non bisogna dimenticare, infine, che le grandi aree urbane ricevono la pressione non solo dei propri residenti ma anche della mobilità pendolare degli abitanti delle zone rurali che convergono su di esse.
(Tabella 15.3.2) e
(Tabella 15.3.3)
In Veneto la percentuale di studenti delle aree urbane che utilizzano il trasporto privato cala rispetto alle zone rurali anche se rimane la modalità principale rappresentando il 41,7% del totale. Raddoppia la quota degli studenti che scelgono di andare a piedi o in bicicletta (38,3%) mentre scende nettamente quella riguardante il trasporto pubblico che si attesta al 19,9%. Queste tendenze si presentano anche in Italia, ma sono attenuate rispetto al Veneto tanto che nel territorio nazionale la quota di trasporto privato degli studenti delle aree urbane è maggiore rispetto a quelli delle zone rurali. In Veneto, tra i lavoratori delle zone urbane, lo share modale del trasporto privato, attestandosi al 64%, si riduce di molto rispetto al valore Italia (69,6%) . Nel confronto con il dato nazionale un minor uso dei mezzi privati viene compensato da una maggior frequenza degli spostamenti a piedi o in bicicletta (17,5%) e con altri mezzi (4,9%) .
Da segnalare come caso positivo il Veneto rispetto all'Italia per il notevole utilizzo, nella mobilità pendolare dei residenti delle aree urbane, della bicicletta: tra gli studenti sono addirittura il 14,6% (in Italia il 2,3%).
Gli utenti utilizzano molto spesso mezzi diversi a seconda della distanza da percorrere o del tempo impiegato per raggiungere una determinata destinazione. Per ridimensionare il ruolo del trasporto privato è bene favorire gli spostamenti in bicicletta e a piedi quando le distanze sono brevi mentre il trasporto pubblico può rappresentare un valido concorrente soprattutto nei viaggi a lunga percorrenza.
(Figura 15.3.5),
(Figura 15.3.6) e
(Figura 15.3.7)
La modalità più utilizzata nel Veneto, considerando tempi di percorrenza inferiori ai 15 minuti, è il trasporto privato sia per gli studenti (55,3%) che per gli occupati (67,2%). Gli spostamenti a piedi o in bicicletta rappresentano una quota consistente relegando il trasporto pubblico ad un ruolo marginale soprattutto tra gli occupati. Confrontando il Veneto con il territorio nazionale non ci sono grosse differenze nella ripartizione modale per gli occupati. Al contrario tra gli studenti si fa maggior ricorso al trasporto privato rispetto all'Italia: nelle zone rurali, anche per percorrere brevi distanze, non dovendo affrontare livelli di traffico eccessivi, si preferisce accompagnare i figli a scuola in macchina.
Per tempi di percorrenza tra i 15 e i 45 minuti avvengono due fenomeni contrastanti tra studenti e occupati. Il trasporto privato assume una prevalenza quasi assoluta per i lavoratori mentre subisce il sorpasso del trasporto pubblico tra gli studenti. La spiegazione è semplice: visto che la gran parte degli studenti non ha la patente è difficile che qualcuno li accompagni nei viaggi medio-lunghi, per di più se spesso c'è a disposizione un servizio di trasporto pubblico. Al contrario, tra gli occupati il trasporto pubblico non da' un vantaggio in termini di risparmio di tempo. In Veneto queste tendenze vengono accentuate rispetto all'Italia sia tra gli studenti, dove la modalità principale è il trasporto pubblico (46,9% contro il 43,8% del territorio nazionale), sia tra gli occupati che preferiscono maggiormente il trasporto privato (86,2% contro 83,1%). Gli spostamenti in bicicletta e a piedi diminuiscono sensibilmente in percentuale: in Veneto, rispetto all'Italia, la quota è inferiore soprattutto tra gli studenti (13,3% contro 20,1%)
La prevalenza del trasporto pubblico tra gli studenti e del trasporto privato tra i lavoratori permane anche per i viaggi dei pendolari superiori a 45 minuti. Se per gli studenti si registra una crescita del trasporto pubblico fino a raggiungere una posizione di predominio quasi assoluto, fra gli occupati la quota del trasporto privato, pur rimanendo la modalità principale, perde peso rispetto agli spostamenti pendolari di lunghezza intermedia in favore dei mezzi pubblici. In Veneto, inoltre, tra gli occupati che per recarsi a lavoro si sobbarcano lunghi viaggi, il trasporto privato registra quote inferiori rispetto all'Italia (58 % contro 62,7%), mentre il trasporto pubblico (36,5% rispetto a 33,6%) e gli altri mezzi non specificati (4,4% contro 2,5%) hanno percentuali superiori.
Il trasporto pubblico
L'alto livello di inquinamento, atmosferico e acustico, e la congestione negli orari di punta dovuti essenzialmente all'uso smodato dell'automobile hanno conseguenze negative sulla qualità della vita dei cittadini. La libertà di utilizzo dell'automobile può così diventare un ostacolo al benessere collettivo e al diritto stesso alla mobilità. La soluzione non sta solo nel disincentivare la scelta dell'automobile privata come mezzo di trasporto, ma anche nel rendere coscienti i cittadini dei benefici collettivi che si possono ricavare dall'utilizzo di mezzi più sostenibili: il trasporto pubblico, la bicicletta e gli spostamenti a piedi. Dall'altra parte però deve essere garantito alla comunità un buon livello del servizio pubblico, piste ciclabili e percorsi pedonali capillari e sicuri che rendano realmente competitiva la mobilità sostenibile.
Il trasporto pubblico, a differenza della bicicletta e degli spostamenti a piedi, permette di compiere viaggi più lunghi, spesso con tempi di percorrenza inferiori, e non esclude dalla mobilità le fasce deboli della popolazione con disabilità motorie. Proprio per questi motivi il trasporto pubblico è da considerarsi uno strumento imprescindibile nella programmazione di un sistema dei trasporti sostenibile.
La crescita della quota modale del trasporto pubblico, e la contestuale diminuzione dell'uso del trasporto privato, porta alla collettività una serie di benefici ambientali, sociali ed economici quali la riduzione della congestione e dell'inquinamento atmosferico e acustico, assicura il diritto alla mobilità ad anziani, disabili, studenti ed in generale a tutti coloro che non possiedono un mezzo privato, limita il rischio di incidenti, libera dall'impegno della guida ed è possibile dedicarsi ad altre attività (leggere, conversare, riposare, ecc.), sostiene i risparmi delle famiglie in termini di minori spese per l'acquisto e il mantenimento dell'automobile privata.
Quasi la metà della popolazione con 14 anni e più prende in considerazione il mezzo pubblico per effettuare i suoi spostamenti. Si riscontrano leggere differenze tra la percentuale del Veneto, dove il 49,8 % si muove almeno una volta all'anno con un mezzo pubblico, e quella italiana (48,6%). Analizzando più a fondo la mobilità quotidiana si scopre che scelgono un mezzo pubblico con una certa frequenza solo il 14,2 % dei Veneti, inferiore rispetto al 18,3% registrato in Italia.
(Tabella 15.3.4)
Prendendo in considerazione i tre principali mezzi pubblici, treno, autobus e corriera extraurbana, in Veneto il treno riscuote maggior successo visto che il 34,8 % della popolazione con 14 anni e più lo utilizza almeno una volta l'anno nei suoi spostamenti. In realtà però solo il 2,8 % usufruisce del servizio del treno più volte la settimana. Il mezzo pubblico utilizzato con più frequenza in Veneto è l'autobus, scelto dall'8,3% della popolazione più volte la settimana e dal 21% almeno una volta l'anno seguito dalla corriera ( 5,2% più volte la settimana e il 18,1% almeno una volta l'anno). C'è da dire però che, in Veneto, per il 19,6% della popolazione con 14 anni e più non esiste il servizio dell'autobus nel comune di residenza. Se ci si soffermasse esclusivamente sul sottoinsieme dei cittadini del Veneto che potrebbero usufruire del servizio si scoprirebbe che il 26,2% prende l'autobus almeno una volta l'anno (in Italia il 29,5%) mentre il 10,4% lo utilizza con una certa frequenza (in Italia il 14%).
Se il trasporto pubblico fatica ad affermarsi come valida opzione per effettuare gli spostamenti, l'automobile è di gran lunga il mezzo preferito dalla popolazione del Veneto con 18 anni e più. Ben il 76,4% (in Italia il 71,6%) afferma di guidare l'automobile almeno una volta l'anno, mentre il 72,4% (in Italia il 67,1%) dichiara di utilizzarla quasi quotidianamente da conducente.
Ciò è comprensibile se si tiene conto delle controindicazioni del trasporto pubblico: la rigidità degli orari e dei tempi di percorrenza, le fermate a volte lontane dalle destinazioni o da casa, la mancanza di integrazione tra mezzi, il sovraffollamento di alcune tratte, la pericolosità di alcune stazioni nelle ore notturne, ecc. Però spesso si fa un uso eccessivo del mezzo privato anche quando il trasporto pubblico, la bicicletta o gli spostamenti a piedi risulterebbero competitivi. In Veneto, tra chi utilizza l'automobile da conducente almeno una volta l'anno, solo il 17,2 % decide di muoversi frequentemente anche con un mezzo più sostenibile, mentre in Italia la percentuale si attesta al 20,1%. La quota di persone sale di molto se invece si prende in considerazione chi, tra chi usa l'auto da conducente, effettua almeno uno spostamento l'anno con un mezzo alternativo al trasporto privato: in Veneto sono il 52,7% della popolazione con 18 anni e più, in Italia il 50,8%. Questo significa che i cittadini non sono contrari a priori ai mezzi alternativi all'auto privata: se il servizio del trasporto pubblico migliorasse e rispondesse maggiormente alle esigenze della popolazione, ci fosse più attenzione verso la mobilità pedonale e in bicicletta la quota degli spostamenti con mezzi sostenibili probabilmente aumenterebbe.
La qualità percepita del trasporto pubblico
Un servizio di qualità è prioritario per orientare la scelta del mezzo con cui effettuare uno spostamento verso il trasporto pubblico. Infatti, se un cittadino sperimenta inconvenienti durante il viaggio, difficilmente sarà propenso a scegliere nuovamente il trasporto pubblico. Miglioramenti della quantità offerta, in termini di corse e lunghezza delle tratte, e della qualità del servizio non necessariamente corrispondono ad una crescita della domanda e della soddisfazione dell'utenza ma sono comunque componenti fondamentali sia per fidelizzare che per attrarre nuovi passeggeri.
Per verificare, quindi, i risultati ottenuti dagli sforzi profusi per organizzare un sistema di trasporto pubblico che possa essere competitivo rispetto ai mezzi privati, si valuta la percezione degli utenti riguardo i vari aspetti del servizio.
Le caratteristiche del servizio si possono suddividere in aspetti oggettivi-strutturali e fattori più soggettivi che dipendono dai gusti e dalle preferenze degli utenti. Tra gli aspetti strutturali più importanti ci sono la puntualità, la frequenza delle corse, la velocità del servizio, la comodità degli orari, il costo di biglietti e abbonamenti, il sovraffollamento, la possibilità di collegamento con le varie destinazioni e la possibilità di reperire informazioni sul servizio e sugli orari. La puntualità attiene alla sfera dell'affidabilità del servizio ed è intesa come la capacità di un sistema di trasporto collettivo di rispettare l'orario programmato e di mantenere tempi di viaggio regolari. La frequenza del servizio è importante perché, più corse ci sono, maggiore è la flessibilità del servizio e minori i tempi di attesa alle fermate. La velocità delle corse riduce i tempi di percorrenza e permette agli utenti di dedicarsi ad altre attività, mentre il collegamento con le destinazioni migliora l'accessibilità e dà la possibilità anche di raggiungere alcuni servizi con mezzi alternativi a quelli privati. Orari distribuiti lungo tutto l'arco della giornata sono importanti per venire incontro alle esigenze delle persone anche al di fuori delle ore di punta. La possibilità di reperire informazioni, che può essere messa a disposizione sia all'inizio che durante il viaggio (a bordo o alle fermate) migliora la qualità del servizio e riesce ad attrarre anche un'utenza occasionale. I prezzi dei biglietti devono infine essere accessibili a tutti, soprattutto alle fasce della popolazione più deboli che non possono permettersi un mezzo privato.
Gli aspetti soggettivi, invece, sono tutti attinenti al comfort del servizio che dipende dalle caratteristiche degli utenti. Influenzano il comfort soprattutto fattori come la pulizia dei mezzi, la presenza di climatizzazione, un basso grado di affollamento a bordo e la possibilità di trovare posti a sedere, bassi livelli di rumore e vibrazioni, assenza di cattivi odori e la comodità dell'attesa alle fermate.
(Figura 15.3.8),
(Figura 15.3.9) e
(Figura 15.3.10)
Per riassumere le informazioni si presentano degli indici di sintesi che esprimono complessivamente la soddisfazione degli utenti nei confronti dei vari aspetti del servizio del treno, dell'autobus e della corriera extraurbana. Gli indici, che inglobano sia aspetti oggettivi che soggettivi, variano tra 0 e 100 dove valori vicini a 0 indicano bassa qualità del servizio e valori vicini a 100 qualità elevata. Complessivamente il giudizio dei cittadini del Veneto sui tre principali mezzi di trasporto pubblico è in linea con la media italiana anche se gli indici non raggiungono mai valori particolarmente elevati. L'autobus è l'unico caso in cui si registra un valore dell'indice per il Veneto (54 su 100) significativamente superiore a quello italiano (48,1 su 100). Dei tre mezzi presi in considerazione è sempre l'autobus a riscuotere globalmente maggiore successo in Veneto mentre il treno, pur avendo la più alta percentuale di cittadini che lo utilizzano almeno una volta l'anno, con un punteggio di 47,2 su 100, ha il più basso indice di soddisfazione.
(Tabella 15.3.5)
L'indice sintetico dell'autobus in Veneto è elevato soprattutto grazie agli ottimi giudizi riguardo la frequenza, la puntualità, la velocità delle corse e la comodità degli orari: per tutti questi aspetti più del 70% dei cittadini che usufruiscono del servizio si dichiarano soddisfatti, percentuali notevolmente superiori alla media italiana. Si riscontrano alcuni malumori, invece, nei confronti del costo del biglietto anche se la percentuale di soddisfatti è comunque superiore al 40%. La nota di assoluto rilievo è come tutti gli aspetti strutturali principali siano percepiti dagli utenti come soddisfacenti: l'autobus è un mezzo rapido, flessibile, puntuale, tutte caratteristiche da enfatizzare in una campagna di marketing a sostegno di questo mezzo. Appare, inoltre, come i giudizi non varino molto tra chi utilizza l'autobus frequentemente e chi più raramente: solo il sovraffollamento viene percepito in maniera differente, ma ciò è comprensibile se si pensa che chi lo usa spesso probabilmente lo fa negli orari di punta.
Anche la corriera extraurbana in Veneto, con un punteggio dell'indice sintetico di 52,5 su 100, riscontra giudizi favorevoli soprattutto per la velocità e la puntualità del servizio, per i quali più del 70% degli utenti si dichiarano soddisfatti. Anche altre caratteristiche del servizio risultano positive come la frequenza delle corse, la possibilità di collegamento tra comuni diversi con percentuali di soddisfatti che sfiorano il 70%, mentre le uniche note stonate sono la comodità di attesa alle fermate e il costo del biglietto. In Veneto si ha una miglior percezione del servizio della corriera rispetto all'Italia per la maggior parte degli aspetti presi in considerazione, anche se le differenze spesso non sono significative. Rispetto all'autobus si riscontra una maggior differenza di giudizio nel confronto tra utenti occasionali e quelli più fidelizzati. Sono soprattutto la puntualità, la possibilità di trovare posti a sedere, la velocità delle corse e la comodità degli orari gli aspetti per i quali si rilevano divergenze di giudizio: anche qui la percezione è probabilmente influenzata dal fenomeno del pendolarismo che si concentra in orari specifici e dal fatto che la corriera non è dotata di infrastruttura propria per cui risente anche del traffico del trasporto privato.
Il valore dell'indice per il treno in Veneto (47,2 su 100) risente del giudizio particolarmente negativo nei confronti della pulizia delle vetture e, in misura minore, del costo del biglietto. Va meglio quando si analizza la frequenza e la velocità delle corse che sfiorano il 70 % di utenti soddisfatti. Si riscontrano differenze in più di un aspetto tra chi utilizza più o meno frequentemente il servizio: il risultato positivo è che spesso sono più soddisfatti gli utenti più fidelizzati, forse "abituati" ad alcuni disservizi, e che rappresentano una quota minoritaria rispetto alla platea degli utenti che prendono il treno almeno una volta l'anno.
Complessivamente, la percezione degli utenti per il servizio del trasporto pubblico appare positivo e questo risultato dovrebbe essere pubblicizzato. Restano da capire le motivazioni per cui una quota considerevole di cittadini non prende in considerazione il mezzo pubblico per nessun tipo di spostamento.