L'offerta turistica della nostra regione, unica, variegata e di qualità, ha attratto nel 2010 un numero di turisti nuovamente in crescita; un segnale positivo dopo la frenata allo sviluppo del settore, conseguente alla crisi economica e finanziaria iniziata a fine 2008, che ha inciso a livello europeo anche sulla domanda di prestazioni turistiche. Nel frattempo cambiano i comportamenti dei turisti: si privilegiano destinazioni più vicine, si riduce la durata del soggiorno, si risparmia sulle varie voci di spesa una volta giunti sul posto. Numericamente nel 2010 si contano oltre 14 milioni e mezzo turisti, 600mila in più rispetto all'anno precedente (+4,6%), ripresa a cui corrisponde un aumento più blando delle presenze (+0,6%), giunte a oltre 60 milioni e 800 mila, segno della riduzione della permanenza media nelle località di villeggiatura (4,2 giorni).
(Figura 6.1.1) e
(Tabella 6.1.1)
Grazie ai milioni di turisti che lo scelgono come destinazione delle proprie vacanze, il Veneto sta mantenendo ormai da diversi anni il primato tra le regioni turistiche italiane, come risulta confermato anche per il 2009, ultimo anno disponibile a livello nazionale, totalizzando il 14,6% degli arrivi ed il 16,3% di presenze di turisti dell'intera penisola. Nessun'altra regione italiana è in grado di offrire una vacanza a 360 gradi, di soddisfare nel migliore dei modi ogni richiesta. In effetti, nel giro di pochi chilometri il Veneto è in grado di offrire ai suoi visitatori una vacanza al mare, in montagna, diventata patrimonio universale dell'umanità, o in parchi naturalistici, sui colli, al lago, alle terme, in città d'arte uniche al mondo, proponendo numerosi eventi culturali, di spettacolo e sportivi, il tutto arricchito da una eccellente tradizione enogastronomica.
(Figura 6.1.2)
Si tenga presente che l'indagine, cui si afferisce questa analisi, rileva solo coloro che effettuano almeno un pernottamento, cioè gli ospiti delle strutture ricettive venete per motivi di villeggiatura, d'affari, di benessere, di cura, sportivi, religiosi, ecc. Tutte le elaborazioni prescindono invece dal turismo giornaliero che, anche se non completamente quantificabile, è una realtà significativa per l'economia della nostra regione.
Le provenienze
Il turismo veneto è composto in maniera prevalente da un flusso straniero: nel 2010 costituisce il 60,4% delle presenze complessive. La crescita del turismo internazionale è ripresa, dopo il periodo di stasi degli anni scorsi e ora si conferma superiore a quella del turismo domestico (+2,3% contro -1,8%). La graduatoria delle provenienze straniere vede un incremento di presenze delle nazionalità che da anni occupano le primissime posizioni: tedeschi (+0,5%), austriaci (+0,7%), francesi (+2,4%), svizzeri (+3,4%), danesi (+2%) e spagnoli (+1,9%). Gli americani, che nel 2009 erano diminuiti quasi del 10%, avendo subito più pesantemente gli effetti della crisi economica globale, ricominciano ad aumentare (+1,7%). Continua inoltre la scalata di Russia (+29%), Giappone (+4,9%) e Cina (+25,3%), che giungono rispettivamente al 14°, 15° e 17° posto. Cinesi e giapponesi prediligono la visita alle città d'arte, dove si concentra il 94% delle presenze. In particolare Venezia, inserita in pacchetti turistici assieme a Firenze e Roma, continua a essere protagonista del dialogo tra Europa e Cina. I soggiorni dei russi si svolgono prevalentemente al mare (45% delle presenze) e in città d'arte (42%), ma si notano flussi sempre più importanti anche nelle località termali.
(Tabella 6.1.2)
Rimane invece sostanzialmente invariata la graduatoria dei turisti italiani con gli stessi veneti che distaccano di ben nove punti percentuali le presenze di turisti provenienti dalla Lombardia; seguono Lazio, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Piemonte, ecc.
(Tabella 6.1.3)
Nel corso dell'ultimo anno, le uniche località che hanno assistito ad un aumento dei propri flussi sia nazionali che internazionali sono le città d'arte. Alle terme sono aumentate le presenze degli italiani, mentre gli stranieri sono aumentati nelle località affacciate sul lago di Garda, dove rappresentano già una grossa fetta della clientela (80,7%) e presso le nostre rinomate località montane. Al mare sono diminuiti in particolar modo gli italiani, mentre le presenze degli stranieri si mostrano sostanzialmente stabili (-0,5%).
(Figura 6.1.3)
Le destinazioni
Il Veneto, da sempre apprezzato per la varietà dell'offerta turistica e per la cultura dell'ospitalità che lo caratterizza, è una regione che si dimostra comunque sempre attenta alle esigenze di una domanda che sta cambiando e che necessita di un continuo rinnovamento. Alle mete tradizionali si affiancano quelle di un turismo "alternativo", alla scoperta di ambienti, ville o edifici storici, tradizioni locali e produzioni tipiche dell'artigianato e dell'agroalimentare. Segmenti turistici in forte crescita si dimostrano quelli che coniugano il viaggio allo sport, come il cicloturismo, il mototurismo, il turismo golfistico, quello equestre, ma anche l'offerta benessere, il turismo congressuale, ecc.
(Figura 6.1.4)
Tirando le somme per il 2010, si nota un buon recupero di quel settore che nel 2009 aveva mostrato le maggiori difficoltà, costituito dalle nostre famose città d'arte, che riprendono il trend in forte crescita mostrato negli anni precedenti (+9,8% degli arrivi e +4,5% delle presenze). Aumentano le presenze dei più assidui frequentatori, americani (+4%) e francesi (+3,8%), ma anche dei veneti stessi (+11,7).
Al contrario la vacanza al mare, che negli anni scorsi aveva saputo mantenere inalterata l'attrattività esercitata a livello nazionale e internazionale, è l'unica ad aver subìto un rallentamento nella crescita dei propri flussi turistici, sia in termini di arrivi che di presenze. Si devono comunque rammentare le avverse condizioni climatiche che hanno caratterizzato il mese di giugno, avvio della stagione balneare, e le giornate di tempo instabile del periodo ferragostano nel corso del 2010. Le riduzioni più evidenti in termini assoluti riguardano veneti e tedeschi.
Le vacanze sul lago di Garda continuano a segnare buoni successi totalizzando un +2,9% sia degli arrivi che delle presenze.
Le località montane e quelle termali sono accomunate da un numero crescente di turisti, i quali però permangono per un periodo mediamente più breve, comportamento generalmente sempre più diffuso, ma che fa totalizzare in questo caso una variazione negativa delle presenze.
(Figura 6.1.5)
La scelta della struttura ricettiva
I flussi turistici che vedono come meta il Veneto si ripartiscono tra comparto alberghiero ed extralberghiero
(Nota 6) in maniera differente a quanto succede in Italia e in generale in Europa. In Veneto le strutture extralberghiere contano più presenze del settore alberghiero, e questo risultato è dovuto soprattutto alla forte attrattività esercitata dalle località balneari, dal lago e dalla montagna. Nelle città d'arte invece gli alberghi nel 2010 hanno accolto quasi l'80% dei flussi turistici e le località termali sono caratterizzate quasi totalmente da questo tipo di ospitalità.
(Figura 6.1.6)
La tenuta del settore turistico nel 2010, in termini di presenze, appare sostenuta da una buona annata del comparto alberghiero (+2%), a fronte di lievi perdite del settore complementare (-0,5%), situazione ribaltata rispetto a quella dei due anni precedenti. Per la ricettività alberghiera si nota una forte ripresa della presenza straniera, nonostante non si raggiungano i risultati pre-recessione economica, mentre continuano a crescere i flussi nazionali.
(Figura 6.1.7)
Nel corso dell'ultimo decennio l'utilizzo sempre minore di alberghi a bassa categoria risulta speculare agli incrementi totalizzati dagli hotel a più alta categoria. Questa tendenza appare ancor più evidente dopo il 2008, quando si assiste dapprima a decrementi per tutte le categorie e a seguire una ripresa solo per le 4 e 5 stelle. Sembra che la crisi stia operando una selezione e che solo l'alta qualità abbia continuato a trovare conferme, ampliando anche la propria clientela verso i mercati emergenti. L'aumento della domanda di alta qualità si accompagna a un aumento della corrispettiva offerta dovuto in parte a processi di riclassificazione: in un solo anno gli esercizi a 4 e 5 stelle sono aumentati complessivamente di 22 unità con un incremento di circa 3.500 posti letto.
(Tabella 6.1.4)
Gli agriturismi
Oltre al contatto con la natura e alla lontananza dal caos dei grandi centri urbani, è proprio l'offerta enogastronomica del territorio veneto, la sua storia, le sue tradizioni, la civiltà della comunità che ci vive, a sedurre gli ospiti: negli agriturismi, oltre che pernottare in un ambiente accogliente, si possono gustare prodotti tipici che rispecchiano le tradizioni gastronomiche locali.
L'offerta agrituristica del Veneto, con 1.261 aziende nel 2009, rappresenta il 6,6% di quella nazionale, quota superata solo dalle due regioni in cui questa tipologia di offerta turistica è storicamente molto radicata: Toscana (21,3%) e Trentino Alto Adige (16,8%). Ciascun agriturismo può possedere più di un'autorizzazione, cosicché le strutture venete presentano diverse combinazioni di servizi offerti. L'alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività, svolte nel 2009 rispettivamente dal 58% e dal 56,6% degli agriturismi. Nel 43,9% dei casi l'offerta prevede, in aggiunta o in alternativa, la degustazione, cioè la somministrazione di prodotti agricoli e zootecnici direttamente utilizzabili, come latte o frutta, e/o di prodotti che necessitano di una prima trasformazione, come olio, vino e formaggi.
Se complessivamente in Veneto la provincia di Verona presenta il maggior numero di agriturismi (24,2%), scendendo nel dettaglio delle tre principali autorizzazioni, permane ancora il primato del territorio scaligero per quanto riguarda l'offerta d'alloggio ma sul fronte della ristorazione e della degustazione è l'area trevigiana a presentare più attività agrituristiche, seguita dalla provincia di Vicenza.
(Figura 6.1.8)
In quasi la metà delle aziende l'offerta è specializzata (47,1%) e, più precisamente, il 24,4% offre solo alloggio, il 13,6% solo ristorazione e il 9% solo degustazione. A queste si affiancano molti agriturismi con un'offerta mista, il 13,6% fornisce addirittura un servizio completo alloggio/ristorazione/degustazione.
(Figura 6.1.9)
Le strade del vino e dei prodotti tipici
La Regione Veneto persegue da tempo strategie di valorizzazione dei prodotti tipici basate su percorsi enogastronomici: con la legge regionale n.17 del 2000 ha promosso e disciplinato la realizzazione delle Strade del vino e dei prodotti tipici, che percorrono aree apprezzate per la produzione di vini DOC
(Nota 7) e DOCG
(Nota 8), nonché di altri prodotti agricoli e agroalimentari a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). Le Strade sono associazioni alle quali partecipano soggetti pubblici e privati tra cui aziende agricole e agrituristiche, cantine ed enoteche, alberghi, ristoranti ed imprese artigiane, enti e associazioni locali. Corrono lungo percorsi segnalati che toccano aree e luoghi di produzione, e che offrono ai turisti l'opportunità di conoscere le risorse culturali e naturalistiche del territorio che attraversano. Attualmente ne sono state formalmente riconosciute diciannove, la maggior parte nel 2002, le ultime due nel 2007. Nel resto d'Italia solo un'altra regione è giunta a tale cifra, la Toscana. La collaborazione tra i diversi soggetti porta verso una promozione turistica integrata del territorio che mira a ricevere sempre maggiori consensi, partendo da una tipologia di turismo, quello enogastronomico, che non è più di nicchia, ma risulta sempre più diffuso e poco influenzato da economia, redditi e consumi. Un esempio tra tanti è come il grande successo registrato nelle strutture agrituristiche venete negli ultimi quattro anni (+68,3% delle presenze) veda una solida base nel flusso di turisti ospitati dalle aziende dislocate nei pressi delle Strade del vino e dei prodotti tipici.
(Figura 6.1.10)
La valenza economica del turismo
"Il turismo è una delle attività economiche che possiedono il maggiore potenziale per generare crescita e posti di lavoro nell'UE. Nella definizione più limitativa (alberghi, ristoranti, caffè, agenzie di viaggio, autonoleggi, linee aeree, ecc.) il turismo contribuisce attualmente per il 4% alla creazione del PIL dell'UE, ma il suo contributo indiretto è molto più elevato: il turismo genera indirettamente oltre il 10% del PIL dell'UE e fornisce circa il 12% di tutti i posti di lavoro. La sua particolare importanza consiste nell'offrire possibilità di occupazione ai giovani, che rappresentano in tale settore il doppio della forza lavoro rispetto agli altri settori economici. Negli ultimi anni la crescita dell'occupazione nel settore turistico è stata notevolmente più elevata che nel resto dell'economia; tale settore ha quindi contribuito in modo significativo agli obiettivi di Lisbona relativi alla creazione di posti di lavoro più numerosi e di qualità migliore". Questa introduzione, estrapolata dalla comunicazione della Commissione Europea che costituisce l'agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo
(Nota 9), fornisce una sintesi del valore economico del turismo a livello europeo.
Anche per la nostra realtà nazionale e regionale, il turismo rappresenta un segmento importantissimo dell'economia, che può far da traino a tanti altri comparti indotti nel terziario. Stime della spesa turistica dei soli stranieri ci vengono fornite dall'indagine condotta dalla Banca d'Italia
(Nota 10): con quasi 24 miliardi di euro di entrate in Italia per le spese dei soli viaggiatori stranieri nel 2010, il turismo può esser definito a buona ragione una risorsa eccezionale. Si tratta, in senso figurato, di un'industria di trasformazione che genera ricchezza economica partendo da un patrimonio culturale e paesaggistico di incomparabile valore.
Scendendo ad un maggior dettaglio territoriale, nel 2010 la spesa
(Nota 11) dei viaggiatori stranieri in Veneto è stata pari a 3,9 miliardi di euro, cifra che, rappresentando il 16,5% delle spese sostenute dai turisti stranieri in Italia, fa ottenere al Veneto la seconda posizione tra le regioni italiane dopo il Lazio. Si giunge ad un risultato così rilevante grazie alla considerevole massa di viaggiatori che oltrepassa le frontiere per raggiungere la nostra penisola, il 19,7% dei quali raggiunge il Veneto, in prima posizione nella graduatoria delle regioni italiane. Ad un flusso consistente di arrivi corrisponde un risultato altrettanto rilevante sul lato dei pernottamenti (18% del totale Italia). Per circa l'80% dei casi il motivo prevalente dell'incoming straniero in Veneto è trascorrere una vacanza, per circa il 15% è legato a motivi di lavoro, mentre il rimanente 5% riguarda altri motivi personali come studio, visite a parenti ed amici, cure, ecc. Lo stesso primato non vale per la spesa media sostenuta dall'ospite durante la vacanza: in Veneto la spesa pro capite si aggira attorno ai 385 € contro i 457 € in media dell'Italia. Il fatto va in parte collegato alla durata del soggiorno, che risulta una delle più brevi se paragonata a quella delle altre regioni italiane (4,3 giorni contro una media nazionale di 4,7). In effetti al di là della permanenza, la spesa media giornaliera dei turisti stranieri, di circa 90 € pro capite al giorno, risulta di molto inferiore ad esempio a quella di Lazio (129€) e Lombardia (113€), nonché alla media nazionale (98€).
(Figura 6.1.11)
Se si passa a valutare, invece, quanto spendiamo noi veneti in viaggi oltre frontiera, i 1.344 milioni di euro spesi collocano la nostra regione, con l'8,3% del totale nazionale, al 5° posto tra le regioni italiane.
Le elevate entrate del turismo in entrata e le più contenute uscite del turismo in uscita fanno ottenere al Veneto, tra le regioni italiane, il primato del saldo della bilancia dei pagamenti, pari nel 2010 a 2.565 milioni di euro.
Rapportando al PIL le spese sostenute dal turismo straniero (entrate), quelle degli italiani in villeggiatura all'estero (uscite) ed il saldo della bilancia turistica, si nota che il peso del saldo in Veneto è sensibilmente maggiore di quello italiano non tanto per le uscite, che risultano abbastanza equilibrate, quanto per le entrate, che pesano sull'economia veneta sensibilmente di più di quanto succeda a livello nazionale.
(Figura 6.1.12)
Per evidenziare la valenza economica complessiva del settore, non legata solo al turismo straniero, si consideri il valore aggiunto dell'attività economica denominata alberghi e ristoranti. Questo importo, che rappresenta comunque solo una stima approssimativa del valore aggiunto dell'intero comparto turistico, nel 2007 in Veneto è superiore a sei miliardi di euro e costituisce l'11,5% di quello nazionale, quota seconda solo alla Lombardia.
Il peso che il settore alberghi e ristoranti riveste nell'intera economia, sempre in termini di valore aggiunto, è nel Veneto maggiore di quello che si registra a livello nazionale (4,6% contro 3,8%).
Nell'ultimo anno, nonostante le presenze turistiche siano risultate in crescita, si stima
(Nota 12) una flessione del fatturato del -1,5%, legata principalmente a una riduzione della spesa dei turisti italiani e in particolare veneti.
Un impulso prezioso per l'economia viene anche dal giro d'affari del settore crocieristico, che vede Venezia tra i maggiori porti europei. L'Italia si conferma prima tra le nazioni europee in quanto a spese dirette del settore: i 4,3 miliardi di euro del 2009 distanziano di molto la seconda in classifica, il Regno Unito (2,4 miliardi di €) e, nonostante il periodo di crisi, risultano in lieve crescita rispetto al 2008 (+0,3%), in controtendenza rispetto alla riduzione riscontrabile in Europa (-1,2%).