Capitolo 6

In viaggio con sostenibilità

La politica europea del turismo, come esplicitato dalla Commissione Europea nella comunicazione "Europa 2020" (Nota 1), mira principalmente a stimolare la competitività tenendo però presente lo stretto legame che sussiste oggigiorno tra sviluppo del settore e sostenibilità.
Già nel 2006 la Commissione aveva adottato una politica del settore rinnovata (Nota 2), con l'obiettivo principale di contribuire a "migliorare la concorrenzialità dell'industria europea del turismo e creare più posti di lavoro e di qualità migliore grazie alla crescita sostenibile del turismo in Europa e a livello mondiale". Oltre alla crescita e all'occupazione si promuovono obiettivi sociali e ambientali. La sostenibilità del turismo (Nota 3) riguarda, infatti, numerosi aspetti, come "l'utilizzo responsabile delle risorse naturali, la considerazione dell'impatto ambientale delle attività (produzione di rifiuti, pressione esercitata su acqua, suolo e biodiversità, ecc.), l'impiego di energie pulite, la protezione del patrimonio e la salvaguardia dell'integrità naturale e culturale delle destinazioni turistiche, la qualità dell'accoglienza".
L'apparente contrapposizione tra una maggiore attenzione verso questi aspetti e lo sviluppo di un'attività economica competitiva, che sussiste se ci si limita a pensare al presente, in un'ottica a lungo termine si trasforma in un legame imprescindibile, un equilibrio tra sviluppo economico e tutela delle destinazioni, da raggiungere grazie a strategie politiche integrate.
Come si legge nella comunicazione della Commissione che rappresenta un'Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo (Nota 4), "il futuro del turismo europeo si basa sulla qualità dell'esperienza dei turisti" ed è proprio per restare concorrenziale che il settore turistico tende verso la sostenibilità. L'Agenda, che rientra nella fase attuativa della Strategia rinnovata di Lisbona per la crescita e l'occupazione e nella Strategia rinnovata per lo sviluppo sostenibile, pone l'attenzione sul rendere disponibile a tutti senza discriminazioni le esperienze turistiche, sulla riduzione dell'effetto stagionale sulla domanda, sul miglioramento della qualità del lavoro. È su questi ultimi aspetti che, dopo un'analisi della situazione congiunturale, si focalizzerà l'attenzione.
La Regione Veneto ha messo in moto politiche in linea con l'Italia e con l'Europa: ha adottato il Piano regionale di sviluppo del turismo sostenibile e competitivo, incentivando Enti Locali e strutture ricettive ad acquisire le certificazioni ambientali, e ha aderito a molteplici progetti di promozione e sviluppo del turismo sostenibile, responsabile e di qualità (Nota 5), proponendosi anche come regione pilota per la sperimentazione in Europa delle pratiche di turismo sostenibile.
 
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6.1 - La situazione congiunturale

L'offerta turistica della nostra regione, unica, variegata e di qualità, ha attratto nel 2010 un numero di turisti nuovamente in crescita; un segnale positivo dopo la frenata allo sviluppo del settore, conseguente alla crisi economica e finanziaria iniziata a fine 2008, che ha inciso a livello europeo anche sulla domanda di prestazioni turistiche. Nel frattempo cambiano i comportamenti dei turisti: si privilegiano destinazioni più vicine, si riduce la durata del soggiorno, si risparmia sulle varie voci di spesa una volta giunti sul posto. Numericamente nel 2010 si contano oltre 14 milioni e mezzo turisti, 600mila in più rispetto all'anno precedente (+4,6%), ripresa a cui corrisponde un aumento più blando delle presenze (+0,6%), giunte a oltre 60 milioni e 800 mila, segno della riduzione della permanenza media nelle località di villeggiatura (4,2 giorni). (Figura 6.1.1) e (Tabella 6.1.1)
Grazie ai milioni di turisti che lo scelgono come destinazione delle proprie vacanze, il Veneto sta mantenendo ormai da diversi anni il primato tra le regioni turistiche italiane, come risulta confermato anche per il 2009, ultimo anno disponibile a livello nazionale, totalizzando il 14,6% degli arrivi ed il 16,3% di presenze di turisti dell'intera penisola. Nessun'altra regione italiana è in grado di offrire una vacanza a 360 gradi, di soddisfare nel migliore dei modi ogni richiesta. In effetti, nel giro di pochi chilometri il Veneto è in grado di offrire ai suoi visitatori una vacanza al mare, in montagna, diventata patrimonio universale dell'umanità, o in parchi naturalistici, sui colli, al lago, alle terme, in città d'arte uniche al mondo, proponendo numerosi eventi culturali, di spettacolo e sportivi, il tutto arricchito da una eccellente tradizione enogastronomica. (Figura 6.1.2)
Si tenga presente che l'indagine, cui si afferisce questa analisi, rileva solo coloro che effettuano almeno un pernottamento, cioè gli ospiti delle strutture ricettive venete per motivi di villeggiatura, d'affari, di benessere, di cura, sportivi, religiosi, ecc. Tutte le elaborazioni prescindono invece dal turismo giornaliero che, anche se non completamente quantificabile, è una realtà significativa per l'economia della nostra regione.
Le provenienze
Il turismo veneto è composto in maniera prevalente da un flusso straniero: nel 2010 costituisce il 60,4% delle presenze complessive. La crescita del turismo internazionale è ripresa, dopo il periodo di stasi degli anni scorsi e ora si conferma superiore a quella del turismo domestico (+2,3% contro -1,8%). La graduatoria delle provenienze straniere vede un incremento di presenze delle nazionalità che da anni occupano le primissime posizioni: tedeschi (+0,5%), austriaci (+0,7%), francesi (+2,4%), svizzeri (+3,4%), danesi (+2%) e spagnoli (+1,9%). Gli americani, che nel 2009 erano diminuiti quasi del 10%, avendo subito più pesantemente gli effetti della crisi economica globale, ricominciano ad aumentare (+1,7%). Continua inoltre la scalata di Russia (+29%), Giappone (+4,9%) e Cina (+25,3%), che giungono rispettivamente al 14°, 15° e 17° posto. Cinesi e giapponesi prediligono la visita alle città d'arte, dove si concentra il 94% delle presenze. In particolare Venezia, inserita in pacchetti turistici assieme a Firenze e Roma, continua a essere protagonista del dialogo tra Europa e Cina. I soggiorni dei russi si svolgono prevalentemente al mare (45% delle presenze) e in città d'arte (42%), ma si notano flussi sempre più importanti anche nelle località termali. (Tabella 6.1.2)
Rimane invece sostanzialmente invariata la graduatoria dei turisti italiani con gli stessi veneti che distaccano di ben nove punti percentuali le presenze di turisti provenienti dalla Lombardia; seguono Lazio, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Piemonte, ecc. (Tabella 6.1.3)
Nel corso dell'ultimo anno, le uniche località che hanno assistito ad un aumento dei propri flussi sia nazionali che internazionali sono le città d'arte. Alle terme sono aumentate le presenze degli italiani, mentre gli stranieri sono aumentati nelle località affacciate sul lago di Garda, dove rappresentano già una grossa fetta della clientela (80,7%) e presso le nostre rinomate località montane. Al mare sono diminuiti in particolar modo gli italiani, mentre le presenze degli stranieri si mostrano sostanzialmente stabili (-0,5%). (Figura 6.1.3)
Le destinazioni
Il Veneto, da sempre apprezzato per la varietà dell'offerta turistica e per la cultura dell'ospitalità che lo caratterizza, è una regione che si dimostra comunque sempre attenta alle esigenze di una domanda che sta cambiando e che necessita di un continuo rinnovamento. Alle mete tradizionali si affiancano quelle di un turismo "alternativo", alla scoperta di ambienti, ville o edifici storici, tradizioni locali e produzioni tipiche dell'artigianato e dell'agroalimentare. Segmenti turistici in forte crescita si dimostrano quelli che coniugano il viaggio allo sport, come il cicloturismo, il mototurismo, il turismo golfistico, quello equestre, ma anche l'offerta benessere, il turismo congressuale, ecc. (Figura 6.1.4)
Tirando le somme per il 2010, si nota un buon recupero di quel settore che nel 2009 aveva mostrato le maggiori difficoltà, costituito dalle nostre famose città d'arte, che riprendono il trend in forte crescita mostrato negli anni precedenti (+9,8% degli arrivi e +4,5% delle presenze). Aumentano le presenze dei più assidui frequentatori, americani (+4%) e francesi (+3,8%), ma anche dei veneti stessi (+11,7).
Al contrario la vacanza al mare, che negli anni scorsi aveva saputo mantenere inalterata l'attrattività esercitata a livello nazionale e internazionale, è l'unica ad aver subìto un rallentamento nella crescita dei propri flussi turistici, sia in termini di arrivi che di presenze. Si devono comunque rammentare le avverse condizioni climatiche che hanno caratterizzato il mese di giugno, avvio della stagione balneare, e le giornate di tempo instabile del periodo ferragostano nel corso del 2010. Le riduzioni più evidenti in termini assoluti riguardano veneti e tedeschi.
Le vacanze sul lago di Garda continuano a segnare buoni successi totalizzando un +2,9% sia degli arrivi che delle presenze.
Le località montane e quelle termali sono accomunate da un numero crescente di turisti, i quali però permangono per un periodo mediamente più breve, comportamento generalmente sempre più diffuso, ma che fa totalizzare in questo caso una variazione negativa delle presenze. (Figura 6.1.5)
La scelta della struttura ricettiva
I flussi turistici che vedono come meta il Veneto si ripartiscono tra comparto alberghiero ed extralberghiero (Nota 6) in maniera differente a quanto succede in Italia e in generale in Europa. In Veneto le strutture extralberghiere contano più presenze del settore alberghiero, e questo risultato è dovuto soprattutto alla forte attrattività esercitata dalle località balneari, dal lago e dalla montagna. Nelle città d'arte invece gli alberghi nel 2010 hanno accolto quasi l'80% dei flussi turistici e le località termali sono caratterizzate quasi totalmente da questo tipo di ospitalità. (Figura 6.1.6)
La tenuta del settore turistico nel 2010, in termini di presenze, appare sostenuta da una buona annata del comparto alberghiero (+2%), a fronte di lievi perdite del settore complementare (-0,5%), situazione ribaltata rispetto a quella dei due anni precedenti. Per la ricettività alberghiera si nota una forte ripresa della presenza straniera, nonostante non si raggiungano i risultati pre-recessione economica, mentre continuano a crescere i flussi nazionali. (Figura 6.1.7)
Nel corso dell'ultimo decennio l'utilizzo sempre minore di alberghi a bassa categoria risulta speculare agli incrementi totalizzati dagli hotel a più alta categoria. Questa tendenza appare ancor più evidente dopo il 2008, quando si assiste dapprima a decrementi per tutte le categorie e a seguire una ripresa solo per le 4 e 5 stelle. Sembra che la crisi stia operando una selezione e che solo l'alta qualità abbia continuato a trovare conferme, ampliando anche la propria clientela verso i mercati emergenti. L'aumento della domanda di alta qualità si accompagna a un aumento della corrispettiva offerta dovuto in parte a processi di riclassificazione: in un solo anno gli esercizi a 4 e 5 stelle sono aumentati complessivamente di 22 unità con un incremento di circa 3.500 posti letto. (Tabella 6.1.4)

Gli agriturismi

Oltre al contatto con la natura e alla lontananza dal caos dei grandi centri urbani, è proprio l'offerta enogastronomica del territorio veneto, la sua storia, le sue tradizioni, la civiltà della comunità che ci vive, a sedurre gli ospiti: negli agriturismi, oltre che pernottare in un ambiente accogliente, si possono gustare prodotti tipici che rispecchiano le tradizioni gastronomiche locali.
L'offerta agrituristica del Veneto, con 1.261 aziende nel 2009, rappresenta il 6,6% di quella nazionale, quota superata solo dalle due regioni in cui questa tipologia di offerta turistica è storicamente molto radicata: Toscana (21,3%) e Trentino Alto Adige (16,8%). Ciascun agriturismo può possedere più di un'autorizzazione, cosicché le strutture venete presentano diverse combinazioni di servizi offerti. L'alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività, svolte nel 2009 rispettivamente dal 58% e dal 56,6% degli agriturismi. Nel 43,9% dei casi l'offerta prevede, in aggiunta o in alternativa, la degustazione, cioè la somministrazione di prodotti agricoli e zootecnici direttamente utilizzabili, come latte o frutta, e/o di prodotti che necessitano di una prima trasformazione, come olio, vino e formaggi.
Se complessivamente in Veneto la provincia di Verona presenta il maggior numero di agriturismi (24,2%), scendendo nel dettaglio delle tre principali autorizzazioni, permane ancora il primato del territorio scaligero per quanto riguarda l'offerta d'alloggio ma sul fronte della ristorazione e della degustazione è l'area trevigiana a presentare più attività agrituristiche, seguita dalla provincia di Vicenza. (Figura 6.1.8)
In quasi la metà delle aziende l'offerta è specializzata (47,1%) e, più precisamente, il 24,4% offre solo alloggio, il 13,6% solo ristorazione e il 9% solo degustazione. A queste si affiancano molti agriturismi con un'offerta mista, il 13,6% fornisce addirittura un servizio completo alloggio/ristorazione/degustazione. (Figura 6.1.9)

Le strade del vino e dei prodotti tipici

La Regione Veneto persegue da tempo strategie di valorizzazione dei prodotti tipici basate su percorsi enogastronomici: con la legge regionale n.17 del 2000 ha promosso e disciplinato la realizzazione delle Strade del vino e dei prodotti tipici, che percorrono aree apprezzate per la produzione di vini DOC (Nota 7) e DOCG (Nota 8), nonché di altri prodotti agricoli e agroalimentari a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). Le Strade sono associazioni alle quali partecipano soggetti pubblici e privati tra cui aziende agricole e agrituristiche, cantine ed enoteche, alberghi, ristoranti ed imprese artigiane, enti e associazioni locali. Corrono lungo percorsi segnalati che toccano aree e luoghi di produzione, e che offrono ai turisti l'opportunità di conoscere le risorse culturali e naturalistiche del territorio che attraversano. Attualmente ne sono state formalmente riconosciute diciannove, la maggior parte nel 2002, le ultime due nel 2007. Nel resto d'Italia solo un'altra regione è giunta a tale cifra, la Toscana. La collaborazione tra i diversi soggetti porta verso una promozione turistica integrata del territorio che mira a ricevere sempre maggiori consensi, partendo da una tipologia di turismo, quello enogastronomico, che non è più di nicchia, ma risulta sempre più diffuso e poco influenzato da economia, redditi e consumi. Un esempio tra tanti è come il grande successo registrato nelle strutture agrituristiche venete negli ultimi quattro anni (+68,3% delle presenze) veda una solida base nel flusso di turisti ospitati dalle aziende dislocate nei pressi delle Strade del vino e dei prodotti tipici. (Figura 6.1.10)
La valenza economica del turismo
"Il turismo è una delle attività economiche che possiedono il maggiore potenziale per generare crescita e posti di lavoro nell'UE. Nella definizione più limitativa (alberghi, ristoranti, caffè, agenzie di viaggio, autonoleggi, linee aeree, ecc.) il turismo contribuisce attualmente per il 4% alla creazione del PIL dell'UE, ma il suo contributo indiretto è molto più elevato: il turismo genera indirettamente oltre il 10% del PIL dell'UE e fornisce circa il 12% di tutti i posti di lavoro. La sua particolare importanza consiste nell'offrire possibilità di occupazione ai giovani, che rappresentano in tale settore il doppio della forza lavoro rispetto agli altri settori economici. Negli ultimi anni la crescita dell'occupazione nel settore turistico è stata notevolmente più elevata che nel resto dell'economia; tale settore ha quindi contribuito in modo significativo agli obiettivi di Lisbona relativi alla creazione di posti di lavoro più numerosi e di qualità migliore". Questa introduzione, estrapolata dalla comunicazione della Commissione Europea che costituisce l'agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo (Nota 9), fornisce una sintesi del valore economico del turismo a livello europeo.
Anche per la nostra realtà nazionale e regionale, il turismo rappresenta un segmento importantissimo dell'economia, che può far da traino a tanti altri comparti indotti nel terziario. Stime della spesa turistica dei soli stranieri ci vengono fornite dall'indagine condotta dalla Banca d'Italia (Nota 10): con quasi 24 miliardi di euro di entrate in Italia per le spese dei soli viaggiatori stranieri nel 2010, il turismo può esser definito a buona ragione una risorsa eccezionale. Si tratta, in senso figurato, di un'industria di trasformazione che genera ricchezza economica partendo da un patrimonio culturale e paesaggistico di incomparabile valore.
Scendendo ad un maggior dettaglio territoriale, nel 2010 la spesa (Nota 11) dei viaggiatori stranieri in Veneto è stata pari a 3,9 miliardi di euro, cifra che, rappresentando il 16,5% delle spese sostenute dai turisti stranieri in Italia, fa ottenere al Veneto la seconda posizione tra le regioni italiane dopo il Lazio. Si giunge ad un risultato così rilevante grazie alla considerevole massa di viaggiatori che oltrepassa le frontiere per raggiungere la nostra penisola, il 19,7% dei quali raggiunge il Veneto, in prima posizione nella graduatoria delle regioni italiane. Ad un flusso consistente di arrivi corrisponde un risultato altrettanto rilevante sul lato dei pernottamenti (18% del totale Italia). Per circa l'80% dei casi il motivo prevalente dell'incoming straniero in Veneto è trascorrere una vacanza, per circa il 15% è legato a motivi di lavoro, mentre il rimanente 5% riguarda altri motivi personali come studio, visite a parenti ed amici, cure, ecc. Lo stesso primato non vale per la spesa media sostenuta dall'ospite durante la vacanza: in Veneto la spesa pro capite si aggira attorno ai 385 € contro i 457 € in media dell'Italia. Il fatto va in parte collegato alla durata del soggiorno, che risulta una delle più brevi se paragonata a quella delle altre regioni italiane (4,3 giorni contro una media nazionale di 4,7). In effetti al di là della permanenza, la spesa media giornaliera dei turisti stranieri, di circa 90 € pro capite al giorno, risulta di molto inferiore ad esempio a quella di Lazio (129€) e Lombardia (113€), nonché alla media nazionale (98€). (Figura 6.1.11)
Se si passa a valutare, invece, quanto spendiamo noi veneti in viaggi oltre frontiera, i 1.344 milioni di euro spesi collocano la nostra regione, con l'8,3% del totale nazionale, al 5° posto tra le regioni italiane.
Le elevate entrate del turismo in entrata e le più contenute uscite del turismo in uscita fanno ottenere al Veneto, tra le regioni italiane, il primato del saldo della bilancia dei pagamenti, pari nel 2010 a 2.565 milioni di euro.
Rapportando al PIL le spese sostenute dal turismo straniero (entrate), quelle degli italiani in villeggiatura all'estero (uscite) ed il saldo della bilancia turistica, si nota che il peso del saldo in Veneto è sensibilmente maggiore di quello italiano non tanto per le uscite, che risultano abbastanza equilibrate, quanto per le entrate, che pesano sull'economia veneta sensibilmente di più di quanto succeda a livello nazionale. (Figura 6.1.12)
Per evidenziare la valenza economica complessiva del settore, non legata solo al turismo straniero, si consideri il valore aggiunto dell'attività economica denominata alberghi e ristoranti. Questo importo, che rappresenta comunque solo una stima approssimativa del valore aggiunto dell'intero comparto turistico, nel 2007 in Veneto è superiore a sei miliardi di euro e costituisce l'11,5% di quello nazionale, quota seconda solo alla Lombardia.
Il peso che il settore alberghi e ristoranti riveste nell'intera economia, sempre in termini di valore aggiunto, è nel Veneto maggiore di quello che si registra a livello nazionale (4,6% contro 3,8%).
Nell'ultimo anno, nonostante le presenze turistiche siano risultate in crescita, si stima (Nota 12) una flessione del fatturato del -1,5%, legata principalmente a una riduzione della spesa dei turisti italiani e in particolare veneti.
Un impulso prezioso per l'economia viene anche dal giro d'affari del settore crocieristico, che vede Venezia tra i maggiori porti europei. L'Italia si conferma prima tra le nazioni europee in quanto a spese dirette del settore: i 4,3 miliardi di euro del 2009 distanziano di molto la seconda in classifica, il Regno Unito (2,4 miliardi di €) e, nonostante il periodo di crisi, risultano in lieve crescita rispetto al 2008 (+0,3%), in controtendenza rispetto alla riduzione riscontrabile in Europa (-1,2%).

Figura 6.1.1

Numero indice delle presenze di turisti (anno base = 2000). Veneto - Anni 2000:2010

Tabella 6.1.1

Movimento di turisti per provenienza e struttura. Veneto - Anno 2010

Figura 6.1.2

Presenze di turisti nelle regioni italiane (milioni). Anno 2009

Tabella 6.1.2

Provenienza dei turisti stranieri. Graduatoria delle presenze. Veneto - Anno 2010

Tabella 6.1.3

Provenienza dei turisti italiani. Graduatoria delle presenze. Veneto - Anno 2010

Figura 6.1.3

Variazione percentuale 2010/09 delle presenze di turisti per comprensorio e provenienza. Veneto

Figura 6.1.4

Numero indice delle presenze di turisti per comprensorio (anno base = 2000). Veneto - Anni 2000:2010

Figura 6.1.5

Variazione percentuale 2010/09 dei movimenti di turisti per comprensorio e provenienza. Veneto

Figura 6.1.6

Distribuzione percentuale delle presenze turistiche per nazione di residenza e tipo di struttura ricettiva. UE27, Italia e Veneto - Anno 2010

Figura 6.1.7

Numero indice delle presenze di turisti per provenienza e tipo di struttura ricettiva (anno base = 2005). Veneto - Anni 2005:2010

Tabella 6.1.4

Indicatori sulle strutture alberghiere per comprensorio. Veneto - Anno 2010

Figura 6.1.8

Principali autorizzazioni possedute dalle aziende agrituristiche per provincia. Veneto - Anno 2009

Figura 6.1.9

Aziende agrituristiche per specializzazione delle autorizzazioni. Veneto - Anno 2009

Figura 6.1.10

Presenze di turisti negli agriturismi dei comuni su cui si snodano le Strade del vino e dei prodotti tipici. Veneto - Anno 2010 e variazioni percentuali 2010/06

Figura 6.1.11

Arrivi di turisti stranieri (dimensione bolla), spesa media giornaliera (€) e permanenza media (gg) per regione. Anno 2010

Figura 6.1.12

Peso percentuale della bilancia turistica sul PIL. Veneto e Italia - Anno 2010
 
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6.2 - Il lavoro nel settore turistico

Se il Veneto riesce a sostenere da diversi anni il primato tra le regioni italiane per il cospicuo flusso turistico che lo interessa, è anche grazie ad una forza lavoro stimabile, nel 2008, attorno a 125.000 addetti (Nota 13). Tale quantità si riferisce alle unità locali di imprese classificate nella generica sezione di attività economica dei servizi di alloggio e di ristorazione (Nota 14) e rappresenta una stima approssimativa degli addetti nel settore turistico. Il Veneto appare in tal modo al 2° posto con il 9,9% degli addetti italiani nel settore, dopo la Lombardia che spicca tra tutte le regioni con il 15,9%. Il Veneto presenta una specializzazione nel settore turistico prossima alla media nazionale, con 6,9 addetti all'alloggio o alla ristorazione ogni 100 addetti totali. Scendendo al dettaglio territoriale, Venezia e Belluno si confermano le province maggiormente vocate al settore con un coefficiente di specializzazione pari rispettivamente a 12,5% e 10%, fatto questo che rispecchia l'importanza che il settore turistico riveste nelle località balneari e in quelle montane. Verona e Rovigo si avvicinano alla media regionale, con valori molto elevati per i comuni che si affacciano sul lago di Garda. Attorno al 5% si aggirano gli addetti occupati nel settore turistico in provincia di Treviso, Vicenza e Padova, con elevate specializzazioni alle terme e sull'Altopiano di Asiago. (Figura 6.2.1)
Consideriamo ora un'altra fonte, non direttamente confrontabile con la precedente a causa delle differenze tra gli universi osservati, ma che fornisce informazioni sulle assunzioni, cessazioni e trasformazioni contrattuali dei lavoratori dipendenti delle unità locali venete (Nota 15).
L'occupazione dipendente in Veneto, nel complesso dei settori economici, mostra un trend in crescita fino all'estate 2008 e successivamente una contrazione: dopo un 2008 con saldo positivo, nel 2009 il calo delle assunzioni (-21%) è stato più forte di quello verificatosi per le cessazioni (-13%), generando un saldo negativo di circa 53mila unità rispetto all'anno precedente.
Nel caso del settore alberghi e ristoranti, che risulta sul fronte lavorativo meno coinvolto di altri dalla recessione, dopo un 2008 caratterizzato da un equilibrio tra assunzioni e cessazioni, è seguito un 2009 in cui il calo delle assunzioni (-13%) non si discosta di molto da quello delle cessazioni (-10%), dando origine a un saldo negativo di circa 3.200 unità. Di queste circa 2.100 riguardano contratti a tempo determinato, 800 a tempo indeterminato, 200 contratti di apprendistato, 100 di somministrazione. (Tabella 6.2.1)
La spinta ad assumere (Nota 16) nel settore alberghi e ristoranti nelle sette province si dimostra proporzionale alla distribuzione dei flussi turistici che le ha riguardate: la provincia di Venezia, che da sola accoglie circa il 56% delle presenze turistiche dell'intera regione, ha visto il 54% delle assunzioni avvenute nel settore nel 2009, segue Verona con il 15% delle assunzioni, Padova (9%), Belluno (8%), Treviso e Vicenza (6% ciascuna) e infine Rovigo (2%). In tutte le province c'è stata nel 2009, rispetto all'anno precedente, una riduzione sia delle assunzioni che delle cessazioni e solo Belluno evita il saldo negativo. Venezia ha subito i minori scossoni ai flussi di entrata ed uscita di lavoratori dipendenti nel settore, rispetto all'anno precedente (-4% delle assunzioni e -2% delle cessazioni), nonostante in termini assoluti presenti le maggiori perdite, con un saldo negativo di circa 900 unità. (Figura 6.2.2)
Per un quadro più completo sul lavoro nel settore turistico, va necessariamente menzionata una tipologia di contratto non compresa nelle elaborazioni precedenti: il lavoro intermittente, con il quale il lavoratore si rende disponibile ad eventuali chiamate da parte del datore di lavoro, avendo eventualmente in corso altri contratti. Tenendo presente che il numero di assunzioni non fornisce indicazioni sull'utilizzo concreto di lavoratori "a chiamata", è comunque importante sottolineare come in Veneto le circa 25.500 assunzioni con questo contratto avvenute nel 2009 in attività legate alla ristorazione e al settore alberghiero, costituiscano il 60% di quelle avvenute nel complesso dei settori economici. Inoltre, il numero di assunzioni con questa tipologia di contratto risulta nettamente in crescita (erano circa 12mila nel 2008), e non risente della stagionalità estiva come avviene invece nel caso dei contratti a tempo determinato e, in minor misura, dell'apprendistato.
Anche per quanto riguarda il lavoro parasubordinato, nel settore turistico si evidenzia un diffuso utilizzo di questa tipologia di contratto: le 11mila attivazioni del 2009 rappresentano il 18% di quelle avvenute complessivamente in tutti i settori.

Figura 6.2.1

Coefficiente di specializzazione. Addetti alle unità locali dei servizi di alloggio e ristorazione ogni 100 addetti totali per comune. Veneto - Anno 2008

Tabella 6.2.1

Occupazione dipendente: flussi di assunzioni e cessazioni e saldi per settore. Veneto - Anni 2008:2009

Figura 6.2.2

Quota percentuale di presenze turistiche e di assunzioni di lavoratori dipendenti nel settore alberghi e ristoranti per provincia rispetto al totale regionale. Veneto - Anno 2009
 
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6.3 - Chi non va in vacanza

Tra le questioni da affrontare nella direzione di un turismo sostenibile, la Commissione Europea include (Nota 17) il rendere disponibile l'esperienza turistica a tutti, senza discriminazioni. La Regione Veneto, recependo tale normativa (Nota 18), individua tra gli obiettivi strategici il fornire ai visitatori un'esperienza sicura, appagante e soddisfacente, senza discriminazioni, rivolgendo l'attenzione nelle politiche turistiche, oltre alla sostenibilità in senso ambientale, anche a quella sociale, al turismo delle famiglie, dei disabili, degli anziani.
Un'analisi sulla propensione dei veneti ad andare in vacanza e sulla motivazione del non essersi concessi nemmeno un viaggio di breve durata, oltre che evidenziare i cambiamenti in atto, in considerazione della fase di recessione economica, fornisce una fotografia della situazione attuale e qualche indicazione sugli ostacoli che si frappongono ad una crescita del mercato in talune direzioni, di comportamenti individuali o familiari che potrebbero essere modificati in seguito a proposte diversificate che possono dimostrarsi più allettanti.
Nel 2009 quasi la metà dei Veneti non si è concessa nemmeno una vacanza di almeno quattro notti consecutive, precisamente il 45,7% della popolazione. Tale valore si dimostra più elevato rispetto agli anni precedenti, sentore degli effetti della crisi economica, mantenendosi però al disotto del dato medio nazionale (51,7%). (Figura 6.3.1)
La scelta è legata prevalentemente a motivi economici, dichiarati dal 44,8% dei rispondenti, seguono i motivi di famiglia e la mancanza di abitudine, citati da circa il 20% dei casi ciascuno. Tra i motivi della mancata vacanza, quelli economici sono sempre stati quelli maggiormente annoverati, ma nell'ultimo triennio sono gli unici ad aver avuto degli incrementi. Il fattore economico appare come motivazione prevalente per ciascuna fascia d'età della popolazione, fatta eccezione per gli anziani, in cui prevalgono i motivi di salute, per l'età o la mancanza di abitudine. (Figura 6.3.2)
Nell'intento di confrontare la realtà individuale e familiare dei singoli soggetti con le motivazioni dichiarate di rinuncia alla vacanza, è stata effettuata un'analisi delle corrispondenze (Nota 19), i cui risultati sono visualizzati in uno spazio a due dimensioni. Si vuole focalizzare l'attenzione sui veneti di 55 anni o più, età a partire dalla quale la quota di cittadini che hanno rinunciato nel 2009 a una vacanza di almeno quattro notti inizia ad essere superiore al 50%. Considerato il cambiamento della struttura demografica in atto nei nostri territori, così come nel resto d'Europa, dovuto all'aumento della vita media, risulta interessante indagare sulla propensione al viaggio manifestata dalla sempre più numerosa popolazione di questa fascia d'età.
La dimensione 1 viene ad indicare le limitazioni personali, la dimensione 2 quelle generate dalla realtà familiare. Nel complesso si tratta di limitazioni dovute allo stato di salute, proprio e dei famigliari, alla situazione economica della famiglia, sintetizzata dalla quota di componenti non percettori di reddito, alla necessità di accudire qualche famigliare. Nel quadrante in alto a destra ricadono coloro che hanno più limitazioni familiari che personali: troviamo gli under 60, ancora alle prese con impegni lavorativi oppure intenti ad accudire famigliari o che si sacrificano per permettere qualche viaggio ai figli non ancora economicamente indipendenti. Avanzando con l'età, seguendo il percorso di vita che nel grafico è evidenziato da una linea tratteggiata, si passa a situazioni in cui diminuiscono gli impegni familiari, ma aumentano sempre più i problemi di salute che limitano le attività che le persone abitualmente svolgevano e tra queste anche il viaggiare. (Figura 6.3.3)
La propensione al viaggio diminuisce all'aumentare dell'età: riguarda circa il 50% dei residenti da 55 a 64 anni, meno del 40% dei veneti di 65-74 anni e risulta inferiore al 30% per gli ultrasettantacinquenni ed è solo in questa fascia d'età che la motivazione economica non appare come la più importante. In termini numerici, i veneti ultra cinquantacinquenni che non sono andati in vacanza sono stati nel 2009 quasi un milione, di cui un terzo di 75 anni e più. (Tabella 6.3.1)
Dei veneti di 55-59 anni non andati in vacanza, ben 34,7% adduce motivi familiari, quindi solo in questa fascia d'età sono circa 50 mila gli individui che scelgono di rimanere a casa perché la loro presenza in famiglia si rende necessaria. Nella quasi totalità dei casi non si menzionano anche motivazioni economiche, quindi un'offerta rivolta alle famiglie potrebbe trovare in questo caso terreno fertile.
Nella fascia d'età 60-64 anni diminuiscono gli impegni familiari, con una quota che si mantiene però ancora superiore al 20%, e si fanno maggiormente sentire i problemi economici (circa 40%), mentre risulta consistente la quota di chi non è andato in vacanza per mancanza di abitudine. A tale proposito, escludendo coloro che adducono motivi economici e che non hanno impegni familiari o impedimenti a causa della salute, contiamo circa 30 mila cittadini veneti in questa fascia d'età che non vanno in vacanza solo per mancanza di abitudine e che quindi su opportune sollecitazioni possono diventare potenziali clienti. Nella stessa condizione troviamo circa 50 mila individui della classe d'età 65-74.
I veneti di 75 anni e più che non sono andati in vacanza nel 2009 dichiarano impedimenti legati al proprio stato di salute nel 37% dei casi, circa 120mila individui.
In tale contesto va citato un progetto per rendere l'offerta turistica veneta ancora più inclusiva: itinerari e servizi accessibili anche a bambini, anziani, persone a mobilità ridotta e diversamente abili. La Regione ha così cominciato a dare attuazione al protocollo che indica il Veneto come Regione pilota per la sperimentazione delle politiche europee nel settore del turismo accessibile. Si sta lavorando affinché anche i disabili possano godere la vacanza nel migliore dei modi, in strutture pronte a rispondere alle loro necessità, con un investimento sul sociale che rappresenta anche un ottimo modo per far crescere l'economia turistica durante la bassa stagione. Iniziative sono in atto in tutte le province.

Figura 6.3.1

Persone non andate in vacanza negli ultimi 12 mesi, ogni 100 residenti. Veneto e Italia - Anno 2009

Figura 6.3.2

Persone non andate in vacanza negli ultimi 12 mesi per motivazione, ogni 100 residenti (dimensione bolla). Veneto e Italia - Anno 2009 e differenza 2009/07

Figura 6.3.3

Popolazione di 55 anni e più che nell'ultimo anno non è andata in vacanza per motivazione, caratteristiche personali e familiari. Veneto - Anno 2009

Tabella 6.3.1

Persone non andate in vacanza negli ultimi 12 mesi per età. Valori assoluti in migliaia e per 100 persone della stessa classe d'età. Veneto - Anno 2009
 
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6.4 - La stagionalità

Uno degli aspetti su cui si focalizza l'attenzione quando si parla di sostenibilità del turismo è il prolungamento della stagione turistica, considerata una prassi di gestione sostenibile delle destinazioni. Tra le sfide che si prospettano al turismo europeo, in primis il far fronte ad una concorrenza mondiale crescente da parte di paesi emergenti, appare anche la riduzione dell'effetto stagionale sulla domanda. La stagionalità attuale, con alta concentrazione nei mesi di luglio e agosto, non influisce solamente sulle entrate: un flusso più equidistribuito durante l'arco dell'anno porterebbe a un miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti e del personale, che perverrebbe ad una maggiore stabilità lavorativa. Un'azione prevista dalla Commissione Europea (Nota 20) è quella di "facilitare un meccanismo di scambi turistici volontari tra Stati membri, che consenta in particolare ad alcuni gruppi chiave, come i giovani, gli anziani, le persone con mobilità ridotta e le famiglie a basso reddito, di viaggiare soprattutto durante la bassa stagione".
Anche il flusso di turisti che scelgono il Veneto per trascorrere le proprie vacanze è caratterizzato da una forte stagionalità, soprattutto per la forte attrattività esercitata dalle località balneari e dal lago di Garda nella stagione estiva e in quella primaverile. (Figura 6.4.1)
Per sintetizzare la situazione attuale e porre a confronto le diverse realtà territoriali è stato calcolato il rapporto di concentrazione degli arrivi di turisti nel corso dei mesi dell'anno (R). Questo indica la distanza della distribuzione degli arrivi mensili dalla perfetta equidistribuzione e assume valori da 0, valore minimo che indica assenza di stagionalità (nessuna concentrazione di arrivi), a un massimo di 1, estremo teorico che si raggiungerebbe se tutti i turisti arrivassero in un solo mese (massima concentrazione). All'interno del comprensorio balneare, che naturalmente è quello che mostra la più alta concentrazione, caratteristica dei mesi estivi, spicca lo 0,73 di Rosolina, il massimo valore osservato, registrato anche da altre località balneari del litorale veneziano Bibione-Caorle e Cavallino-Treporti (Nota 21). Per Chioggia e soprattutto per il Lido di Venezia invece si riscontra una distribuzione degli arrivi meno concentrata (R pari rispettivamente a 0,64 e 0,34), grazie all'attrattività esercitata dai centri storici; indice più contenuto anche per Jesolo-Eraclea (R=0,54). Il secondo comprensorio per concentrazione di turisti in alcuni periodi dell'anno è il lago (R=0,49), che vede nella stagione primaverile un'impennata di arrivi che crescono ulteriormente in estate. Due nazionalità di turisti risultano attratti da questa tipologia di villeggiatura in periodi ancor più limitati: i Danesi (R=0,81) e gli olandesi (R=0,77), clienti che arrivano in particolare a giugno-luglio i primi e a luglio-agosto i secondi con un'elevata durata media del soggiorno, 7 e 9 giorni rispettivamente. La vacanza in montagna, concentrata principalmente nelle stagioni invernali ed estive, trova nella Lessinia una stagionalità più accentuata, e invece nel bellunese, in particolare nella zona di Belluno-Feltre-Alpago la tendenza più forte, per questa tipologia di turismo, verso una distribuzione più equa degli arrivi durante l'anno. Le città d'arte e le terme sono i comprensori che mostrano valori del rapporto di concentrazione più prossimi all'equidistribuzione. (Figura 6.4.2)
La distribuzione dei flussi turistici che si delinea al completamento dell'anno non dipende solo dalla tipologia d'offerta, ma è influenzata anche dall'attrattività esercitata da particolari eventi: le festività. Per quanto riguarda il periodo che va dalla vigilia di Natale all'Epifania, le strutture alberghiere venete e italiane mostrano negli ultimi anni una tenuta degli arrivi registrati, nonostante il consistente calo degli stranieri a ridosso dell'inizio della crisi economica internazionale. In Veneto anche le vacanze ferragostane e le festività pasquali hanno continuato ad esercitare una forte attrattività, nonostante il clima d'incertezza che si è sviluppato a partire da settembre 2008. (Figura 6.4.3), (Figura 6.4.4) e (Figura 6.4.5)
Ma quanto pesano i flussi registrati durante le festività? Nel complesso della ricettività alberghiera ed extralberghiera si evidenzia come la settimana di Ferragosto pesi per le località balneari il 6% della movimentazione dell'intero anno, e valori prossimi al 5% per le località montane e lacuali. Nella provincia di Vicenza anche per le terme questo periodo assume una certa rilevanza con il 5,6% degli arrivi. La settimana pasquale mostra la sua rilevanza soprattutto alle terme, con le Terme Euganee che ricevono il 4,4% dei clienti pernottanti dell'intero anno. Infine le vacanze invernali che vanno dalla vigilia di Natale all'Epifania ricoprono naturalmente un importante ruolo per le località di montagna, tra cui spicca l'Altopiano di Asiago (Figura 6.4.6)
Un elemento di attrazione anche per i periodi di bassa stagione, che rappresenta al tempo stesso un prodotto turistico-culturale di grande pregio, è costituito dalle circa quattromila ville dislocate in tutto il territorio veneto, 200 delle quali aperte al pubblico. Al fine di valorizzare questa tipologia di prodotto, gli aderenti alla Carta dei Servizi delle ville venete, accomunati dal rispetto di specifici standard di qualità (Nota 22), saranno inseriti nel circuito di promozione turistica regionale che prevede, tra le molteplici iniziative, la messa in rete delle realtà più significative, contribuendo alla percezione da parte del turista di un prodotto culturale straordinario e unitario. Le nostre ville, definite dall'UNESCO patrimonio culturale dell'umanità, ricevono così un riconoscimento che risulta in linea con la strategia della Regione di creare ed arricchire sempre più un nuovo segmento turistico: il paesaggio culturale.
La valorizzazione del territorio veneto, con un'offerta che va aldilà delle mete tradizionali in modo da destagionalizzare i flussi e che permette al tempo stesso la scoperta di ambienti, tradizioni locali, produzioni tipiche dell'artigianato e dell'agroalimentare, punta l'attenzione ad esempio al turismo del golf, offerta impagabile in termini di green, ma anche al turismo congressuale, che si sta proponendo in maniera organizzata facendo sistema, al turismo sportivo e del tempo libero - con percorsi, raduni, guide professionali e grandi eventi - ai luoghi della Grande Guerra, a percorsi organizzati degli outlet aziendali, al turismo equestre, al festival "Spettacoli del Mistero" - con appuntamenti e manifestazioni che hanno toccato nella seconda edizione oltre 100 località - ai percorsi escursionistici e itinerari per gli appassionati della bicicletta, al turismo sanitario dovuto alla decisione di diverse persone di curarsi negli ospedali di eccellenza veneti.

Figura 6.4.1

Arrivi di turisti per mese e comprensorio. Veneto - Anno 2010

Figura 6.4.2

Rapporto di concentrazione (R) degli arrivi di turisti per comprensorio e provincia. Veneto - Anno 2010

Figura 6.4.3

Variazione percentuale degli arrivi negli esercizi alberghieri durante le festività Natale-Epifania (dal 23/12 al 6/1) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Veneto e Italia - Anni 2008:2011

Figura 6.4.4

Variazione percentuale degli arrivi negli esercizi alberghieri durante le ferie di Ferragosto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Veneto e Italia - Anni 2008:2010

Figura 6.4.5

Variazione percentuale degli arrivi negli esercizi alberghieri durante le festività di Pasqua rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Veneto e Italia - Anni 2008:2010

Figura 6.4.6

Percentuale di arrivi durante le festività sul totale anno per comprensorio e provincia. Veneto - Anno 2010
 
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6.5 - L'importanza della sostenibilità ambientale per il Turismo Veneto

(Nota 23) Per il Veneto mantenere il proprio vantaggio competitivo vuol dire risolvere una sfida stimolante: saper coniugare i grandi numeri di turisti ad un miglioramento delle performance ambientali delle destinazioni turistiche.
Un primo modo per affrontare la questione e limitare l'impatto del turismo sul territorio, consiste nello studio di pacchetti turistici e azioni promozionali che consentano di "spalmare" i turisti sia nel tempo (destagionalizzazione), ad esempio incentivando la bassa stagione, che nello spazio (delocalizzazione), promuovendo le potenzialità di territori finora a bassa intensità turistica.
L'obiettivo del turismo, più di ogni altra attività economica, deve essere quello di tutelare i beni ambientali ed in generale incrementare la qualità ambientale, la sostenibilità ambientale. Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo è sostenibile quel turismo capace di "gestire le risorse in modo che le necessità economiche, sociali ed estetiche possano venire soddisfatte mantenendo al contempo l'integrità culturale, le caratteristiche fondamentali degli ecosistemi, la biodiversità e lo stile di vita delle popolazioni locali".
La sostenibilità ambientale rappresenta un fattore chiave per il turismo, strategico; le località e le strutture turistiche sono scelte (e lo saranno sempre di più in futuro), se sapranno garantire elevati standard ambientali. Molti comportamenti "green" e sostenibili, come la scelta di fonti di energia rinnovabili, l'impiego di pannelli solari e di attrezzature per limitare i consumi di acqua o di energia, l'utilizzo di veicoli meno inquinanti, la bioarchitettura, l'attenzione crescente dell'agricoltura verso coltivazioni il più possibile rispettose dei territori e della salute umana, il consumo di prodotti agroalimentari sani e tracciabili, costituiscono per una parte crescente di popolazione, uno stile di vita che condiziona fortemente le scelte di consumo.
La sostenibilità e la responsabilità determinano sempre di più le scelte del turista concernenti le modalità di viaggio e di mobilità nel territorio, le destinazioni turistiche, le strutture ove soggiornare o i ristoranti da frequentare. Turismo è viaggio (tour) ed è anche una esperienza di vita in un territorio, diverso dal proprio, che deve essere il più possibile piacevole e salutare, per il corpo e lo spirito.
I tour operators, le agenzie di viaggio e di incoming, le imprese di trasporto e tutte quelle del settore turistico sono chiamate a fornire prodotti e servizi coerenti con le aspettative di un turista per una vacanza ecosostenibile. Non a caso negli ultimi anni, le tipologie turistiche e le attività richieste dai turisti, di maggiore successo e con un trend in forte crescita, sono quasi sempre ecocompatibili; parliamo del turismo "verde", l'agriturismo, l'ecoturismo, il turismo naturalistico, il cicloturismo, il turismo sportivo "open air", il turismo slow, i green meeting, solo per citare alcuni esempi.
Il vantaggio competitivo delle destinazione turistiche del Veneto, guadagnato grazie all'immenso patrimonio culturale, paesaggistico ed architettonico disponibile, deve essere arricchito da una attenzione sempre maggiore per il patrimonio ambientale, pena la perdita di competitività a vantaggio di località turistiche "emergenti", meno ricche, che però focalizzano la loro attenzione sull'ambiente.
Il giudizio di qualità da parte del turista non si limita all'alloggio ed alla ristorazione, ma si "dilata" fino a comprendere gli standard ambientali ed il territorio, inteso come sistema complesso che include l'organizzazione, i servizi pubblici e privati, la logistica, le infrastrutture, tutti elementi che costituiscono la cornice nella quale è vissuta l'esperienza turistica ed incidono sul giudizio del turista sulla vacanza vissuta, sulla customer satisfaction e quindi, sul suo ritorno o meno nella località visitata e sul passaparola verso parenti e amici. Il turista valuta negativamente una esperienza in una struttura ricettiva di scarsa qualità, seppure in un buon contesto ambientale e di servizi ottimale ma, probabilmente, valuta in modo ancor più negativo una esperienza turistica vissuta in una struttura ricettiva qualitativamente eccellente ma in un contesto ambientale e territoriale degradato; per questo la sostenibilità ambientale rappresenta un sigillo di qualità per i prodotti turistici.
Il Piano della Regione Veneto sul Turismo sostenibile
La valenza economica del turismo sostenibile determina la sua forte valenza politica, per questa ragione i policy makers del turismo del Veneto, nel definire le politiche turistiche e le linee d'azione, pongono grande attenzione alla stretta interrelazione tra turismo, ambiente e territorio. Tutelare la qualità dei beni ambientali che costituiscono asset fondamentali per il territorio, è la miglior garanzia di continuità nel tempo del turismo e di redditività delle sue imprese; per questo la sostenibilità è anche un obiettivo politico strategico.
Anche a livello comunitario vi è una forte attenzione verso la sostenibilità, come si evince dagli indirizzi della Commissione europea - comunicazione "Agenda per un turismo sostenibile e competitivo" (COM (2007) n. 621).
La Giunta regionale del Veneto, con deliberazione n. 455 del 2 marzo 2010, ha adottato il "Piano regionale di sviluppo del turismo sostenibile e competitivo", investendo risorse finanziarie per coinvolgere attivamente gli enti locali e tramite questi le strutture ricettive, per sviluppare la sostenibilità ambientale del turismo in Veneto, attraverso azioni concrete volte ad avviare i processi di registrazione EMAS e di certificazione ECOLABEL. Si tratta di strumenti volontari, previsti ufficialmente da normative comunitarie ed in quanto tali già noti al grande pubblico europeo, il target più rilevante per l'offerta turistica del Veneto.
Il Piano si articola in due settori, "Mare" e "Lago", scelti come aree pilota ove sviluppare le certificazioni ambientali coinvolgendo i Comuni veneti della costa adriatica e del Lago di Garda, e incentiva la sostenibilità ambientale relativa sia ai territori delle destinazioni turistiche sia ai processi produttivi delle strutture che vi operano. Lo strumento è la certificazione ambientale, anche se il Piano è interessato a valutare i risultati e l'impatto del progetto che, qualora positivo, può essere sviluppato in altre aree o in tutto il territorio regionale, incrementando la competitività delle destinazioni e fornendo alla promozione turistica regionale del Veneto, una importante leva di marketing territoriale.
Ciascuno dei due progetti, Mare e Lago, prevede due macroazioni. La macroazione "A" si occupa della certificazione d'area per la valorizzazione ambientale degli stessi Enti territoriali, tramite la concessione di contributi ai Comuni, per coprire parte delle spese necessarie al processo di convalida e/o di registrazione al sistema comunitario EMAS o ISO 14001. La macroazione "B", svolta sempre attraverso i Comuni, riguarda la certificazione d'impresa per valorizzare il processo produttivo delle strutture ricettive, che ottengono contributi dai Comuni attingendo dai fondi regionali, per la parziale copertura di spese inerenti la certificazione e/o la convalida del marchio di qualità Ecolabel o della certificazione ISO 14001.
La Regione Veneto ha destinato 700.000 Euro al progetto "Mare" e 500.000 euro al progetto "Lago" (Nota 24), concedendo contributi, al termine del procedimento, rispettivamente per 337.997 e 506.845 euro.
L'esito è stato estremamente soddisfacente in termini di adesioni, considerati i tempi ristretti per promuovere l'iniziativa, a conferma del grande interesse del Veneto per la sostenibilità ambientale. Hanno aderito complessivamente 13 Comuni, 10 dei quali per avviare la certificazione ambientale del proprio sistema di gestione ed anche di strutture ricettive turistiche del proprio territorio, mentre altri tre Comuni hanno optato per la certificazione ambientale esclusivamente di strutture turistiche del loro territorio. (Tabella 6.5.1)

Tabella 6.5.1

Comuni che hanno aderito al Piano regionale di sviluppo del turismo sostenibile e competitivo nei settori pilota Mare e Lago. Veneto - Anno 2010
 
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6.6 - Cultura e opportunità da cogliere nel tempo libero

"L'arte, la cultura, la natura, la bellezza, salveranno il mondo. Sono tutti beni che creano valore economico e benessere in maniera totalmente sostenibile, oltre ad essere apprezzati e desiderati dalla gente di ogni comunità e nazione" (Nota 25). Questa è la forza intrinseca del patrimonio culturale e naturale, che rappresenta una leva strategica per la competitività del mercato, ma anche per uno sviluppo sostenibile. La qualità del patrimonio culturale assume un'importanza cruciale, perché in grado di generare prosperità economica, di migliorare le condizioni di vita delle comunità locali, di far vivere un'esperienza soddisfacente ai visitatori e ai turisti. La conservazione delle risorse naturali e culturali è sottolineata dalla Commissione Europea, che l'annovera tra le sfide da affrontare per lo sviluppo di un turismo responsabile e di qualità (Nota 26).
Il nostro ricco patrimonio culturale e naturale, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, è costituito da luoghi d'interesse storico-culturale - città, musei, monumenti, biblioteche, ecc. - ma anche da paesaggi indimenticabili, caratterizzati da una biodiversità che va tutelata - flora e fauna, terrestri e marittime - il tutto arricchito da peculiarità locali quali arte, artigianato, cucina, lingua, nonché eventi e manifestazioni.
Per un excursus sullo stato dell'ambiente, con dettagli anche di tipo tecnico, si rimanda al capitolo 16. In questa sede è doveroso fare riferimento alle acque di balneazione, la cui pulizia è fondamentale sia per la sopravvivenza di specie animali e vegetali, sia dal punto di vista economico, per settori cruciali come quello del turismo. L'Italia è lo Stato europeo con il maggior numero di spiagge - il 35,8% di tutte le coste balneabili del continente europeo - seguita da Francia, Spagna e Grecia. I siti balneabili italiani sono i più controllati d'Europa perché di fatto il nostro Paese ha, da oltre venti anni, adottato i criteri più restrittivi della direttiva europea che ha finora disciplinato il settore. Nella nostra regione, gli accertamenti effettuati in base alla nuova normativa europea, che prevede una sempre maggiore tutela sanitaria dei bagnanti, indicano che in apertura della stagione 2011 tutti i litorali del mare Adriatico, del lago di Garda e dei laghi minori saranno aperti alla balneazione. Infatti delle 167 stazioni balneari il 92,8% è classificato "eccellente", il 3,6% "buono", altrettanti ricadono nella categoria sufficiente e nessuno viene definito "scarso". (Tabella 6.6.1)
Un riconoscimento al nostro lunghissimo litorale viene anche dall'assegnazione delle bandiere blu, che certificano non solo la qualità dell'acqua, ma anche la gestione complessiva ambientale delle località balneari, dalle piste ciclabili alla gestione dei rifiuti, con rispetto di criteri per una gestione sostenibile del territorio. Nel 2010 in Veneto sono state assegnate 6 bandiere blu alle spiagge che vanno dal Lido di Venezia sino al confine con il Friuli Venezia Giulia.
Bisogni immateriali
Un modello economico proposto recentemente (Nota 27), che applica i principi e i limiti imposti dal concetto di sviluppo sostenibile, prefigura per le società evolute, già soddisfatte in quanto a bisogni primari, meno beni e consumi di natura materiale, sostituiti da altri di natura immateriale - arte, musica, libri, sport, viaggi, ecc. Un'evoluzione dei comportamenti di consumo e degli stili di vita che, favorita da cambiamenti nell'offerta, a parità di spesa creerebbe un aumento del valore aggiunto ma anche un miglioramento della qualità della vita.
Ma qual è l'offerta di beni immateriali che attualmente viene proposta in Veneto? E qual è l'interesse dimostrato?
La spesa delle famiglie per consumi culturali (Nota 28) rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall'Unione europea per la valutazione delle politiche per lo sviluppo delle condizioni di vita e del welfare nel lungo termine. Il confronto internazionale mette in luce come le spese sostenute dalle famiglie per i consumi culturali siano per l'Italia decisamente inferiori alla media dei paesi Ue27, rappresentando nel 2007 il 6,9% della spesa complessiva per consumi finali, contro una media europea del 9,4%. Nel panorama italiano il Veneto appare al terzo posto con una quota sulla spesa di consumi finali del 7,8%. La spesa per consumi culturali è aumentata in Veneto in termini reali tra il 2000 e il 2007 a un ritmo superiore che a livello nazionale (+1,9% annuo contro +1,1%). (Figura 6.6.1)
Della ricca e variegata offerta culturale del nostro paese, consideriamo innanzitutto il ruolo svolto dai musei, di fondamentale importanza anche per quell'economia turistica orientata alle destinazioni d'arte. In Italia nel 2006 si contano 4.526 istituti di antichità e d'arte non gestiti direttamente dallo stato; il Veneto, con 327 istituti, ne rappresenta il 7,2%. La nostra regione si colloca solo in quinta posizione per numero di strutture, ma l'interesse esercitato su residenti e turisti è tale da guadagnare, grazie ai 7 milioni e mezzo di visitatori, il secondo posto tra le regioni italiane dopo la Toscana. (Figura 6.6.2) e (Figura 6.6.3)
In quanto a musei e gallerie statali il Veneto, con soli 8 istituti, 6 dei quali situati nella provincia di Venezia, totalizza nel 2007 oltre 800 mila visitatori, pari al 7,6% nazionale.
Rispetto alle opportunità presenti sul territorio nazionale, compresi gli oltre 40 siti culturali definiti patrimonio dell'umanità dall'Unesco, il livello di fruizione del patrimonio culturale da parte degli italiani risulta comunque ancora modesto rispetto al contesto europeo. Si pensi che l'Italia occupa il 19° posto per percentuale di persone di 15 anni e più che hanno visitato nel corso del 2007 almeno un museo o una mostra, con un 34% contro un 41% medio europeo. Dati più recenti mostrano che tra i residenti di almeno 6 anni, il 30,1% ha visitato nel corso del 2010 un museo o una mostra. Per i veneti la scelta culturale risulta esercitare un'attrazione leggermente superiore (35,6% dei residenti).
Al fine di analizzare l'offerta di eventi connessi alle più varie attività di spettacolo e l'adesione manifestata da residenti e ospiti, si considerino i dati SIAE relativi al 2009. Come si può notare dal grafico, le manifestazioni spettacolistiche tenutesi in Veneto nel 2009 rispecchiano l'offerta presente nell'intero territorio nazionale suddivisa per tipologia. Gli spettacoli cinematografici rappresentano oltre la metà degli eventi, risultato prevedibile in una rilevazione che conteggia le singole proiezioni. Un'altra importante quota di spettacoli spetta al ballo, cioè all'intrattenimento danzante con musica dal vivo e registrata, e ai concertini, in cui l'esecuzione musicale costituisce un elemento aggiuntivo rispetto alla prestazione principale, come nel caso del piano-bar. Segue poi la rappresentazione teatrale, che in Veneto conta circa 5mila spettacoli teatrali, quasi 700 spettacoli circensi, oltre 500 balletti, oltre 300 spettacoli della lirica, ecc.
In Veneto, considerando tutte le tipologie d'intrattenimento, l'adesione del pubblico a un'offerta di circa 256mila spettacoli nel 2009 si è concretizzata in quasi 24milioni di ingressi. Le attrazioni dello spettacolo viaggiante, la cui quota di ingressi appare molto più alta rispetto alla media nazionale (21,2% contro 5,3%), comprende le attrazioni installate all'interno di parchi acquatici e di divertimento che attirano grandi e piccoli, italiani e stranieri. (Figura 6.6.4)
Nel confronto tra le province venete, se dal lato dell'offerta spicca Venezia con 7,7 spettacoli ogni 100 abitanti contro circa 5 spettacoli delle altre, dal lato della domanda Verona con oltre 1.000 ingressi ogni 100 abitanti risulta molto al disopra delle altre province grazie sicuramente all'attrattività esercitata dagli spettacoli tradizionali, ma anche ai diversi parchi di divertimento e acquatici presenti sul territorio. Lo stesso indicatore calcolato per il Veneto, conglobando tale valore estremo, raggiunge un flusso di 488 ingressi ogni 100 abitanti contro i 398 dell'Italia. (Figura 6.6.5)
Scendendo a un maggior dettaglio rispetto alla tipologia di spettacolo, si nota che il teatro nella nostra regione riceve maggiori consensi di quanto succede a livello nazionale (45 ingressi per 100 abitanti contro 37,6), grazie soprattutto all'apporto della lirica, che sicuramente attrae non solo i locali ma anche i villeggianti ospitati nelle località del lago di Garda. Invece, l'interesse dimostrato per le rappresentazioni musicali risulta allineato al valore Italia. (Figura 6.6.6)
Consideriamo ora alcune abitudini personali, che rientrano nel generale concetto di attività ricreative e culturali, come la lettura di libri e giornali, l'ascolto della radio, la visione della TV.
In Italia ogni anno vengono stampate in media 3,6 copie di opere librarie per ogni abitante, ma poco meno del 47% degli italiani ha letto nel corso del 2010 almeno un libro nel tempo libero. La propensione alla lettura di libri, che nel complesso appare modesta rispetto a quella dei cittadini degli altri paesi europei, appare significativamente diversa nelle varie zone della penisola, con una quota di popolazione "lettrice" che, se al sud si aggira attorno al 35%, al nord sale a più del 50% - tra questi il Veneto con il 53,7%.
In Italia circa un cittadino su due non legge alcun quotidiano o lo legge in modo assolutamente occasionale. Nel 2010, infatti, solo il 55% della popolazione di almeno sei anni ha dichiarato di leggere il giornale almeno una volta alla settimana. In Veneto tale quota è superiore, come in tutte le altre regioni del Nord, e pari al 61,5%. L'ascolto della radio appare diffuso quanto la lettura dei quotidiani, mentre la televisione rientra, come prevedibile, tra le abitudini di quasi la totalità dei cittadini. (Figura 6.6.7)
Per concludere, è doveroso citare qualche dato sull'accesso al web, che rappresenta anche uno dei traguardi fondamentali delle politiche di inclusione sociale e culturale dell'Unione europea. Il cittadino veneto mostra un comportamento simile all'italiano medio in quanto all'utilizzo di internet per leggere o scaricare giornali, news, riviste, attività che hanno coinvolto nel 2010 circa un quinto della popolazione di almeno sei anni. Di coloro che hanno usato internet quasi la metà l'ha fatto anche con questa finalità (44,5%), mentre circa un terzo tramite internet ha ascoltato la radio o guardato programmi televisivi (29,3%).

I Parchi Naturali

Sul fronte dei viaggi e in particolare con riferimento alle sempre più ricercate mete naturalistiche, vanno citati i parchi veneti: quasi 90 mila ettari tutelati che coprono il 5% dell'intera regione. Il parco è emblema di biodiversità, di eccezionali bellezze naturali, della capacità delle persone di difendere valori ambientali e tradizioni culturali. Tra i sei parchi veneti, quello dei Colli Euganei accoglie la maggior parte dei turisti pernottanti (45%), attratti da un paesaggio di origine vulcanica costellato da borghi, rocche, castelli, eremi e conventi. Al secondo posto si trova il parco del fiume Sile, i cui soggiorni sono però caratterizzati dalla più breve durata (2 giorni in media), di seguito troviamo il parco delle Dolomiti d'Ampezzo e poco oltre il parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Va ricordato che le Dolomiti, grazie alla loro bellezza, unicità paesaggistica e importanza scientifica sono state recentemente dichiarate Patrimonio Universale dell'Umanità. Il parco naturale del Delta del Po, offrendo anche la possibilità di trascorrere una vacanza nella località balneare di Rosolina, ottiene una permanenza media superiore agli otto giorni, la più elevata di tutti i parchi naturali. Infine troviamo il parco della Lessinia, il variegato territorio a nord di Verona caratterizzato da doline, grotte e cascate. (Figura 6.6.8)

Tabella 6.6.1

Qualità delle acque di balneazione. Veneto - Apertura della stagione 2011

Figura 6.6.1

Quota percentuale di spesa delle famiglie per ricreazione e cultura sulla spesa totale per consumi finali per regione - Anno 2007

Figura 6.6.2

Istituti di antichità e d'arte non statali per regione italiana. Anno 2006

Figura 6.6.3

Visitatori degli istituti di antichità e d'arte non statali per regione italiana (milioni). Anno 2006

Figura 6.6.4

Percentuale di spettacoli e d'ingressi per attività. Veneto e Italia - Anno 2009

Figura 6.6.5

Ingressi a tutte le attività di spettacolo ogni 100 abitanti per provincia. Veneto - Anno 2009

Figura 6.6.6

Ingressi a rappresentazioni teatrali e concertistiche ogni 100 abitanti. Veneto e Italia - Anno 2009

Figura 6.6.7

Persone di almeno 6 anni che visitano musei o mostre, vanno al cinema, leggono libri e quotidiani, utilizzano internet per leggere o scaricare giornali, news e riviste  (per 100 persone della stessa età e zona). Veneto e Italia - Anno 2010

Figura 6.6.8

Arrivi di turisti e permanenza media in strutture ricettive situate nei comuni dei parchi naturali (migliaia). Veneto - Anno 2010
 

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