Capitolo 6

Verso l'uscita dalle scuole superiori: luci e ombre

In una società competitiva come la nostra diventa sempre più necessario possedere una preparazione di base adeguata: le persone meno qualificate si trovano poi in condizioni più disagiate nella formazione lungo l'arco della vita, nei confronti delle possibilità occupazionali e corrono più rischi di rimanere emarginate.
Partendo da questi presupposti si sono fissati quindi, dapprima con la strategia di Lisbona e ora con Europa 2020, degli standard di riferimento che ogni Paese è tenuto a sforzarsi di raggiungere, al fine di garantire uno sviluppo degli individui equilibrato in ogni Paese.
Come anticipato nei primi capitoli, gli esiti educativi risentono fortemente delle variabili di processo scolastico, poiché a stimoli differenti corrispondono diversi risultati.
Riuscire quindi a garantire ad ogni studente la possibilità di svolgere il percorso di istruzione superiore più consono ai suoi talenti ed interessi, garantendo, indipendentemente dalle scelte di percorso, il raggiungimento degli standard europei su conoscenze ed acquisizione di abilità per la vita, significa mettere tutti i ragazzi sullo stesso piano.
La garanzia di esiti educativi sui livelli standard internazionali (raggiungimento di livelli cognitivi, diminuzione della dispersione, formazione permanente, innalzamento del voto di diploma, ecc.) è, e sarà, uno strumento primario nel superamento delle disparità, presenti anche nel nostro Paese, di offerta formativa, per arrivare anche ad una offerta più mirata sui talenti del singolo ragazzo.
 
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6.1 - I livelli cognitivi

Se da una parte è importante considerare l'istruzione scolastica in relazione agli aspetti del mondo affettivo-relazionale dei ragazzi, dall'altra è fondamentale l'aspetto cognitivo, ovvero l'acquisizione da parte dei ragazzi di conoscenze e competenze fondamentali per il lavoro e la loro vita.
Tra gli obiettivi di Lisbona e a seguire di Europa 2020, vi è la volontà di migliorare a livello europeo le competenze di base nella lettura, nella matematica e nelle scienze, componenti strutturali per "imparare ad imparare" e che consentono alla persona di acquisire quelle abilità chiave utili per un'autonomia nell'apprendimento e per migliori possibilità nel campo lavorativo. A tal fine è stato fissato l'obiettivo europeo che la percentuale di alunni aventi risultati insufficienti in lettura, matematica e scienze scenda al di sotto del 15 % entro il 2020.
L'indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment), promossa e condotta dall'OCSE, consente di verificare in quale misura i giovani quindicenni scolarizzati abbiano acquisito quelle competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere per tutta la vita.
Per far ciò si prefigge di valutare periodicamente, ogni tre anni, le competenze di tali studenti, ovunque essi si trovino, senza distinzione di tipo di scuola o di classe frequentata, nelle tre aree appunto della lettura, della matematica e delle scienze. I risultati ottenuti dagli alunni sono classificati sulla base di scale di competenza articolate in vari livelli a seconda della difficoltà superata.
Si tratta di un'indagine di tipo campionario che permette confronti tra Paesi, all'interno dei vari Paesi, tra aree territoriali, tra tipi di scuole e tra allievi con diverse caratteristiche familiari e sociali. Il campione italiano è costituito nel 2009 da 1.097 scuole per un totale di quasi 31.000 studenti, a rappresentare una popolazione di oltre 539.000 quindicenni scolarizzati, mentre quello veneto è formato da 53 unità scolastiche per 1.577 studenti testati che rappresentano un po' più di 40.000 studenti quindicenni della regione.
Nel 2009, per la prima volta, il campione italiano è rappresentativo di tutte le regioni e delle due province autonome di Trento e Bolzano, e all'interno delle singole regioni/province sono presentati tutti i tipi di scuola: licei, istituti tecnici, Istituti professionali, scuole secondarie di primo grado e la formazione professionale. In merito alla formazione professionale, come si evince dal Rapporto Nazionale PISA 2009 dell'Invalsi, occorre specificare che non è stato possibile ottenere i dati da tutte le regioni; pertanto, per le regioni che non hanno fornito tali dati, il confronto con le altre regioni/province va effettuato con cautela (Nota 1). Inoltre, occorre fare attenzione anche al confronto con le indagini effettuate nelle passate edizioni poiché la formazione professionale è presente soltanto a partire dal 2006.
Periodicamente lo studio si concentra in particolare su uno dei tre ambiti: nel 2009 è stato approfondito il campo della lettura (Nota 2).
Veneti preparati in lettura
Secondo l'indagine PISA, per capacità in "lettura" si intende la capacità di un individuo di comprendere, utilizzare e riflettere su testi scritti al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società.
Tale definizione intende superare la nozione di "literacy in lettura" come mera decodifica e comprensione letterale a favore di un'interpretazione che implichi la comprensione, la riflessione sull'informazione scritta e l'uso della lettura per realizzare le proprie aspirazioni individuali.
PISA si occupa della lettura in funzione dell'apprendimento piuttosto che dell'apprendimento della lettura, di conseguenza non valuta le abilità di lettura più elementari degli studenti (Nota 3).
Nella graduatoria regionale italiana il Veneto è in quinta posizione, mostrando un punteggio in lettura tra i più elevati d'Italia, 505,5, quasi venti punti in più del risultato medio nazionale.
Nella classifica si riscontrano grosse differenze di punteggio, passando dalla quota della Lombardia, 521,6, alla Calabria, ultima in classifica con 448,0 punti. Le ultime posizioni sono completamente occupate dalle regioni meridionali.
Colpisce il dato delle provincie di Trento e Bolzano che si distanziano notevolmente tra loro, pur trattandosi della medesima regione: se il punteggio per i quindicenni della provincia di Trento è pari a 508,0, quello dei bolzanini si ferma a quota 489,8. (Figura 6.1.1)
Migliori le performance femminili
Elaborando i dati per sesso degli studenti, nel 2009, si osservano differenze molto significative nei punteggi di lettura: i maschi, infatti, ottengono valori sempre al di sotto delle coetanee femmine, per tutte le realtà territoriali italiane, mettendo in evidenza una minore propensione verso le abilità nel campo della lettura.
Il Veneto, inoltre, registra per i maschi il punteggio medio più basso di tutte le regioni del Nord-Est, superiore comunque di oltre 14 punti alla media maschile nazionale; viceversa le femmine si posizionano sopra le coetanee trentine e emiliane; lo scarto tra i risultati medi per i due sessi in Veneto è oltre i 53 punti.
Si può, quindi, dire che sono i quindicenni maschi la causa di un posizionamento del Veneto fuori dal podio della graduatoria regionale, abbassando significativamente il punteggio medio regionale in lettura.
Le quindicenni della Lombardia, seguite da quelle del Friuli Venezia Giulia, sono invece più portate verso le competenze in lettura, ottenendo punteggi superiori a 540. (Figura 6.1.2)
Anche a livello internazionale le quindicenni si mostrano più competenti in lettura, posizionandosi in media sempre meglio dei coetanei maschi.
La differenza nei punteggi tra i ragazzi dei due sessi è molto marcata per alcuni paesi, meno per altri: l'Italia è uno dei paesi dove la differenza è più evidente (oltre 45 punti di scarto).
Il paese con il gap più ampio è la Finlandia (oltre 55 punti di scarto), mentre il più basso è registrato in Cile (22,1).
L'influenza della scelta della scuola nei livelli cognitivi
Per ottenere alcune informazioni su quanto i punteggi ottenuti dipendano, nei vari paesi, dal modo in cui avviene la selezione scolastica si ricorre ai valori relativi alla varianza (Nota 4) dei punteggi ottenuti sulla scala di lettura tra le scuole e all'interno della stessa scuola.
Più la varianza, che è una misura di variabilità, risulta quindi elevata, maggiore è la differenza nei punteggi ottenuti dai quindicenni rispettivamente all'interno degli istituti o tra di essi; di conseguenza dei punteggi molto differenti (varianza elevata) tra scuole indicano come il punteggio medio ottenuto sia influenzato dalla scuola che si frequenta, ovvero che vi sono scuole dove i ragazzi sembrano mediamente più preparati e scuole meno. Punteggi molto diversi all'interno della stessa scuola stanno, invece, a segnalare l'eterogeneità di risultato degli studenti entro la scuola.
I valori ottenuti per la varianza tra scuole e all'interno della stessa scuola sono stati messi in graduatoria e standardizzati per il valore massimo e minimo registrati (Nota 5), in tal modo i paesi si distribuiscono su una scala da 0 (paese con la varianza più bassa) a 100 (paese con la varianza più alta).
Quello che risulta per i punteggi ottenuti in lettura, nel 2009, è che vi sono grosse differenze in termini di varianza tra scuole o all'interno della stessa scuola tra i Paesi Ocse: l'Italia risulta il paese dove la varianza tra scuole è massima, mentre ottiene un valore per la varianza all'interno della stessa scuola piuttosto bassa rispetto alle altre realtà (23,5 su 100). Questo mette in luce come nel nostro Paese sembra esserci una grossa differenza, in termini di risultati in lettura, tra scuola e scuola, mentre è molto limitata tra studente a studente all'interno della stessa scuola.
L'esito del test di lettura, e dunque i livelli cognitivi relativi a quest'ambito, dipendono nel sistema scolastico italiano in misura maggiore dalla scelta della scuola, lasciando presagire come, probabilmente, la selezione degli studenti avvenga al momento della scelta di entrata nell'istituto.
Risultati simili si ottengono anche in Germania, Ungheria e Belgio. Più equilibrato il rapporto tra le varianze per la media dei Paesi Ocse, mentre i paesi del Nord-Europa e dell'Oceania mostrano una tendenza ad avere bassa variabilità nei punteggi di lettura tra scuole diverse, ma una spiccata diversità tra gli studenti dello stesso istituto.
Fattori come un diverso approccio allo studio dei ragazzi, diverse modalità e stimoli offerti dall'insegnante, livelli di personalizzazione degli strumenti educativi, differente offerta orientativa influiscono in complesso nei livelli cognitivi dei diversi paesi. (Figura 6.1.3)
Gli italiani meno influenzati dallo status sociale
Uno degli approfondimenti sul punteggio nella competenza in lettura dell'analisi PISA tenta di associare gli esiti dei test con l'influenza dovuta allo status sociale di appartenenza: per misurare lo status sociale degli studenti PISA sviluppa un opportuno indice, denominato ESCS, dove sono considerati gli indici di benessere materiale e di possesso di risorse educative e culturali, il numero dei libri presenti a casa, lo status occupazionale dei genitori (il più elevato fra madre e padre) e il numero maggiore di anni frequentati a scuola fra la madre e il padre; l'indice ESCS è un indice standardizzato (ovvero con media 0 e varianza 1) (Nota 6).
Nel 2009 è possibile stilare una graduatoria dei Paesi Ocse in base all'influenza dello status sociale sul punteggio in lettura, considerando quanto varia il punteggio ottenuto nei test dai ragazzi all'aumentare di un punto l'indice ESCS. Più alta risulta la variazione nel punteggio, più influente è lo status sociale.
In generale, si osserva che l'aumento di un punto nell'indice ESCS comporta per ogni Paese, seppur con gradi differenti, una variazione nel punteggio in lettura; a segnale che lo status sociale dei quindicenni ancora influisce nei livelli di apprendimento delle competenze in lettura.
Nel dettaglio, il Paese che registra la variazione più alta di punteggio in lettura, associata all'aumento di un punto nella scala ESCS, è la Nuova Zelanda; viceversa la più bassa è quella del Messico: se quest'ultimo è il paese dove l'influsso dello status sociale sui risultati nel test di lettura è minimo (variazione di 24,7 punti), in Nuova Zelanda l'aumento di un punto nella scala ESCS comporta per i quindicenni neo zelandesi una variazione di oltre 52 punti nel punteggio di lettura.
L'Italia si posiziona al ventesimo posto con un incremento di 32,4 punti per ogni unità in più della scala ESCS, inferiore anche alla media Ocse (38,3 punti). (Figura 6.1.4)
L'influenza dello status sociale negli esiti del test in lettura è differente tra paese e paese, tra studenti all'interno di una stessa scuola e se si considerano scuole diverse.
Nel nostro Paese la variazione nel punteggio di lettura è quasi completamente dovuta all'aumento di un punto dell'ESCS degli studenti di scuole diverse, a segnale che lo status sociale influenza molto la scelta della scuola e, conseguentemente a quanto visto in precedenza, è legato con i risultati sui livelli cognitivi.
La stessa cosa, ma in maniera più marcata, avviene in Giappone, Germania, Paesi Bassi ed Ungheria.
In contrapposizione a questi Paesi si trovano, invece, i paesi nordici, per i quali la variazione nel punteggio legata allo status sociale è principalmente spiegabile dallo status del singolo studente.
Il Messico è il paese dove lo status sociale ha influenza minore nel determinare i livelli cognitivi di lettura, sia tra studenti all'interno della stessa scuola che tra studenti di scuole differenti. (Figura 6.1.5)
Gli stranieri peggiori in lettura dei nativi
Il punteggio ottenuto dai quindicenni nel test in lettura è diverso nei Paesi Ocse tra studenti nativi e studenti di origine immigrata.
Nel 2009 l'Italia si classifica terza nella graduatoria internazionale Ocse per i paesi che presentano maggiori differenze tra i punteggi in lettura dei quindicenni nativi e quelli di origine straniera; vi è, infatti, un gap di oltre 72 punti nel risultato finale a scapito degli studenti di origine straniera, quasi il doppio rispetto allo scarto registrato per la media Ocse.
Davanti all'Italia unicamente Messico (98,9 punti) ed Islanda (80,9 punti); la Nuova Zelanda è, invece, il paese dove la differenza risulta minore, 12,9 punti.
Inoltre sono interessanti i dati rilevati in Australia, dove i nativi ottengono risultati peggiori degli studenti immigrati; sebbene siano naturali le difficoltà dovute alle diversità della lingua, è fondamentale lavorare bene sulle politiche e sulle strategie di sostegno ed integrazione degli studenti di origine straniera, per garantire loro pari opportunità, rispetto ai nativi, di apprendimento, sviluppo delle proprie abilità e realizzazione delle proprie aspettative. (Figura 6.1.6)
Veneti tra i più competenti in matematica
Secondo l'indagine PISA è fondamentale saper operare valutazioni fondate ed utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita.
Confrontarsi con la matematica significa anche capacità di riconoscere problemi matematici all'interno di varie situazioni e di impostarli come tali (Nota 7).
Nel 2009 i quindicenni veneti si posizionano quarti nella graduatoria regionale per il più alto punteggio ottenuto nel test delle abilità e conoscenze matematiche, con un valore pari a 508,1, oltre 25 punti sopra il dato medio nazionale; davanti alla nostra regione la Lombardia (515,8), la provincia di Trento (514,1) e il Friuli Venezia Giulia (510,0). Anche in questo caso, come per la literacy di lettura, è la Calabria l'ultima della classifica, con un punteggio pari a 442,1; sono sempre le regioni meridionali ad occupare le ultime posizioni della graduatoria.
In generale i punteggi ottenuti in matematica sono leggermente inferiori a quelli di lettura. (Figura 6.1.7)
Propensione maschile per la matematica
Le differenze di genere incidono nel punteggio al test di matematica in maniera opposta a quanto emerso per la literacy di lettura: nel 2009, infatti, nel Veneto si vede che i maschi ottengono in media quasi quindici punti in più delle coetanee femmine.
I maschi sono più portati per le materie a carattere matematico-scientifico mentre le ragazze di più per quelle di tipo umanistico-letterario.
Più nello specifico, tanto i maschi quanto le femmine della nostra regione, hanno risultati migliori (rispettivamente 515,5 e 500,9 punti) della media italiana, che risente fortemente dei punteggi significativamente inferiori dei ragazzi del Sud.
Il Friuli Venezia Giulia presenta uno scarto tra i risultati dei due sessi inferiore alla media delle regioni del Nord-Est, solamente 9 punti, mentre l'Emilia Romagna è la regione dove il gap tra i generi è più accentuato, complessivamente quasi 40 punti. (Figura 6.1.8)
Veneti tra i migliori anche in scienze
La "literacy scientifica" richiede non soltanto la comprensione di concetti scientifici, ma anche la capacità di porsi in un'ottica scientifica e di considerare i dati in modo scientifico (Nota 8).
I quindicenni veneti, nel 2009, sono tra le prime posizioni anche nella graduatoria regionale del punteggio ottenuto per la competenza scientifica: con un risultato pari a 518,0 punti il Veneto si classifica quinto; prima la Lombardia con 525,7 punti, a seguire il Friuli Venezia Giulia (524,1), la provincia di Trento (522,7) e la Valle d'Aosta (521,3).
La media italiana risente dei risultati bassi del meridione e registra un punteggio di circa 489, quasi trenta punti al di sotto del risultato rilevato nella nostra regione; ancora una volta ultima la Calabria, con meno di 443 punti. (Figura 6.1.9)
Anche per la competenza scientifica le differenze di risultato nel test, dovute al genere degli studenti, sono interessanti: se le femmine sono nel complesso migliori dei maschi in lettura, mentre vale il contrario per la matematica, nelle scienze non si osserva una tendenza delineata chiaramente, poiché questo sembra dipendere dalle singole realtà territoriali. Rispetto alle altre due competenze, infatti, lo scarto tra i sessi è decisamente minore e non è sempre orientato nello stesso verso nel confronto regionale.
Nel 2009, in Veneto, le quindicenni hanno livelli cognitivi leggermente più elevati dei coetanei maschi in ambito scientifico, distanziandoli nel test, in media, di circa 4 punti.
Analogamente a quanto si osserva per la nostra regione, anche le giovani del Friuli Venezia Giulia si mostrano più competenti dei maschi, mentre in Emilia Romagna avviene il contrario e si registra un gap di oltre 21 punti nel test di scienze a favore dei maschi.
Appaiati i risultati tra gli studenti dei due sessi, infine, per la Lombardia. (Figura 6.1.10)
Bene il Veneto nel quadro internazionale
A livello internazionale il Veneto si presenta sempre in buone posizioni, attestandosi tanto per la competenza matematica che per quella scientifica al di sopra dei punteggi della media Ocse, superiore anche ai principali paesi competitors dell'Italia, quali Germania, Spagna e Francia.
Viceversa, i punteggi medi italiani in matematica e scienze sono al di sotto sia della media Ocse sia dei paesi competitors.
Esiste un forte legame tra i punteggi medi in scienze e matematica: i paesi che ottengono risultati migliori in scienze li ottengono anche in matematica.
Alcuni paesi dell'Europa (Finlandia, Paesi Bassi e Svizzera), dell'Est Asiatico (Corea, Giappone) e dell'Oceania (Australia e Nuova Zelanda), infatti, mostrano alti risultati tanto in scienze quanto in matematica, mentre altre realtà (Messico, Cile, Turchia, Israele e Grecia) si classificano in entrambe ben al di sotto della media Ocse. (Figura 6.1.11)
Il panorama complessivo in Veneto: buoni i risultati
Nel complesso i dati offerti dall'indagine PISA offrono dei margini di comprensione dei fenomeni relativi all'apprendimento e alla padronanza di competenze da parte dei quindicenni scolarizzati.
La maggioranza assoluta degli studenti veneti nel 2009 supera di molto il punteggio "sufficiente" in tutte tre le specifiche competenze; l'istruzione veneta ottiene dunque risultati soddisfacenti, in quanto è meno marcata la percentuale di studenti con scarse competenze nei tre ambiti valutati, mentre la quota dei ragazzi con preparazione di livello medio-alto risulta maggiore della media italiana.
Il 12,8% dei quindicenni veneti, infatti, raggiunge i livelli più alti di competenze in matematica, il 7,4% in lettura e il 9,0% in scienze.
Il Veneto raggiunge già anche l'obiettivo europeo che la percentuale di alunni aventi risultati insufficienti scenda al di sotto del 15 % entro il 2020 nel campo della lettura (sono, infatti, insufficienti il 14,5% dei quindicenni scolarizzati) e delle scienze (11,7%); poco distante anche nella competenza in matematica (15,9%). Lontano, invece, dagli obiettivi complessivamente l'Italia che registra quote sopra al 20% in tutti e tre gli ambiti; in particolare, forti sono le difficoltà in matematica dove il 25% dei quindicenni non raggiunge la sufficienza, tre punti percentuali al di sopra della media Ocse. (Figura 6.1.12)
Si evidenziano, quindi, accanto ai risultati buoni registrati nella nostra regione, una condizione di difficoltà, invece, dell'Italia che ottiene punteggi al di sotto della media OCSE in tutte le prove, portando alla luce una minore competitività scientifico culturale dei giovani italiani.
Con l'intento di sintetizzare i risultati ottenuti nelle tre competenze tramite un unico valore numerico, al fine di meglio comprendere il livello cognitivo generale dei quindicenni e confrontare più facilmente le diverse realtà territoriali, si è fatta la media aritmetica dei punteggi ottenuti nelle tre scale (Nota 9).
Il Veneto raggiunge un punteggio medio di livello cognitivo pari a 510,5, minore di qualche punto rispetto al 2006, ma in aumento rispetto il dato registrato nel 2000; punteggi migliori si riscontrano, a livello nazionale, solo per la Lombardia (521,0), il Friuli Venezia Giulia (515,7), la provincia di Trento (514,9) e la Valle d'Aosta (512,5). Nella classifica internazionale, inoltre, se l'Italia si posizione nella coda, il Veneto risulta decimo nella graduatoria, lasciandosi alle spalle, seppur di poco, la Germania (510,2) e distanziando tutti gli altri competitors europei dell'Italia, quali la Francia (496,9) e la Spagna (484,3). Il paese che presenta un livello cognitivo generale più elevato è la Finlandia, con un punteggio medio complessivo pari a 543,5, mentre l'ultimo classificato è il Messico con meno di 420 punti. (Figura 6.1.13)
Standardizzando (Nota 10), poi, tutti i punteggi ottenuti sulla scala complessiva in una scala da 0 a 100, in base ai risultati ottenuti dal valore più alto e più basso (Finlandia 100 e Messico 0), i giovani quindicenni della nostra regione ottengono un punteggio pari a 73,3; senza dubbio una buona performance, se si pensa che i quindicenni della media OCSE raggiungono un risultato uguale a 64 e quelli italiani complessivamente di poco superiore a 53.
Migliori i risultati dei liceali
Sia a livello nazionale che in Veneto si registrano elevate disparità tra le tipologie scolastiche: i licei ottengono i punteggi più alti in tutte le competenze, distaccandosi largamente dalle altre tipologie di istituto (in Veneto tutti gli ambiti sono al di sopra dei 555 punti).
Più bassi i punteggi ottenuti dai ragazzi che frequentano gli istituti professionali; ancora una volta, come già visto nei capitoli precedenti, si richiama l'attenzione sull'esigenza di una maggiore equità ed efficacia nell'offerta scolastica nei confronti dei ragazzi con aspettative ed attitudini di carattere più tecnico e professionale.
Infine, più bassi ancora i risultati conseguiti dai ragazzi che frequentano un corso di formazione professionale; in particolare, nel campo della lettura dove il punteggio medio ottenuto è nel Veneto pari a 403 e in Italia di 399. (Figura 6.1.14)

Figura 6.1.1

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni in lettura. Graduatoria regionale - Anno 2009

Figura 6.1.2

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni in lettura per sesso. Veneto, regioni limitrofe e Italia - Anno 2009

Figura 6.1.3

Distribuzione in centesimi dei Paesi Ocse per la varianza tra scuole e all'interno della stessa scuola per il punteggio ottenuto in lettura. Anno 2009

Figura 6.1.4

Variazione del punteggio in lettura associato ad un aumento di un punto dell'ESCS. Paesi Ocse - Anno 2009

Figura 6.1.5

Distribuzione dei Paesi Ocse per variazione del punteggio in lettura associato ad un aumento di un punto nella scala ESCS per studenti all'interno della stessa scuola e per studenti di scuole differenti - Anno 2009

Figura 6.1.6

Differenza tra studenti quindicenni nativi e studenti di origine straniera nel punteggio medio ottenuto in lettura. Graduatoria Paesi Ocse - Anno 2009

Figura 6.1.7

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni in matematica. Graduatoria regionale - Anno 2009

Figura 6.1.8

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni in matematica per sesso. Veneto, regioni limitrofe e media italiana - Anno 2009

Figura 6.1.9

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni in scienze. Graduatoria regionale - Anno 2009

Figura 6.1.10

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni in scienze per sesso. Veneto, regioni limitrofe e media italiana - Anno 2009

Figura 6.1.11

Distribuzione dei Paesi Ocse per punteggio medio ottenuto in matematica e scienze. Anno 2009

Figura 6.1.12

Distribuzione del punteggio ottenuto dagli studenti quindicenni sulle scale di lettura, matematica e scienze per livello di punteggio. Veneto - Anno 2009

Figura 6.1.13

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni sulla scala complessiva - Anno 2009

Figura 6.1.14

Punteggio medio ottenuto dagli studenti quindicenni per tipo di competenza e per tipologia scolastica. Veneto - Anno 2009
 
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6.2 - Arrivare al diploma

Come emerso nel paragrafo 4.1, in Veneto si stima che il 74,3% degli iscritti al primo anno delle superiori in media arriva al diploma, contro il 70,7% dell'Italia; si può ipotizzare quindi che nella nostra regione i percorsi di studi superiori e l'orientamento riescano a mitigare, rispetto alla media nazionale, i casi di insuccesso e la dispersione.
Considerando in dettaglio le tre principali tipologie di istruzione, è evidente che la dispersione è differente tanto per il Veneto quanto per l'Italia: nella nostra regione si passa infatti dall'82,9% di iscritti al primo anno che arriva in media al diploma per i licei, al 76,3% per gli istituti tecnici, fino a scendere al 59,1% per gli istituti professionali.
Simili i dati per l'Italia, con un picco negativo però del 49,2% per gli istituti professionali. (Figura 6.2.1)
La provincia che registra il minore successo scolastico è Vicenza, con un valore pari al 72,5% (56,3% nei professionali), mentre quella con il risultato più positivo è Verona con il 76,1% dei ragazzi che arriva in media al diploma.
Interessante il dato di Belluno per gli istituti tecnici, pari a 83,4%, il più alto fra tutte le province per questa tipologia di istruzione, più alto anche del dato medio rilevato nei licei bellunesi (80,9%). (Tabella 6.2.1)
Innalzare il numero di diplomati: Veneto in linea con l'UE27
Tra gli obiettivi fissati dal Consiglio dell'Unione Europea vi è quello di innalzare entro il 2010 all'85% la percentuale di popolazione in età 20-24 anni dell'UE che completa almeno un ciclo di istruzione secondaria superiore. Per l'Italia la situazione è meno buona di quella registrata a livello europeo: nel 2009 il 76% dei 20-24enni italiani è in possesso almeno del diploma, quasi tre punti percentuali in meno del dato dell'UE27 (78,6%); migliore la performance veneta che registra una quota di circa il 79%; valore che posiziona la nostra regione nona nella graduatoria regionale italiana. E' la Sicilia a presentare il valore più basso (68,6%), viceversa l'Umbria quello più alto (87,6%). (Figura 6.2.2)
Meno abbandoni in Veneto che in Italia
Tra le persone più a rischio di esclusione, quelle che lasciano prematuramente gli studi, il cui numero dovrebbe continuare a ridursi, come già delineato dalla strategia europea di Lisbona, e a continuare con Europa 2020, in modo tale che entro il 2020 nell'Unione europea la percentuale media di abbandoni scolastici precoci non superi il 10%.
Nel 2009 in Italia, l'abbandono scolastico prematuro, ossia la percentuale di giovani in età 18-24 anni con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni, è pari al 19,2%, ancora distante dal dato registrato per l'Unione europea pari al 14,4%.
Le condizioni peggiori si rilevano nelle regioni meridionali, ultima in classifica la Sicilia con una quota di abbandono del 26,5%, mentre la situazione più favorevole si registra nel Lazio che con un tasso pari all'11,2% nel 2009 si avvicina già notevolmente all'obiettivo fissato dalla Comunità europea.
Rispetto alla media nazionale, minore è la quota di abbandoni in Veneto che registra un valore del 17%, oltre un punto percentuale in meno del dato registrato nel 2004.
E' il caso di sottolineare che a fronte di paesi che hanno già raggiunto gli obiettivi indicati dalla strategia o di altri che si avvicinano di molto, le regioni italiane partono da livelli più bassi tali per cui il governo italiano ha fissato il target più realistico per l'Italia da raggiungere entro il 2020; al tal fine è stato deciso che l'obiettivo italiano da perseguire sia di raggiungere il 15-16% per gli abbandoni scolastici. (Figura 6.2.3)
La scelta del diploma per genere e voto delle medie
Analizzando i dati dell'indagine Istat del 2007 sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati del 2004, intervistati a tre anni dal conseguimento del diploma, è possibile elaborare informazioni utili sul percorso scolastico, sulle scelte dopo il diploma e sulle possibilità che i vari tipi di scuola offrono, considerando anche le differenze di genere e per voto di licenza media (Nota 11).
Negli istituti tecnici si diploma il 50% dei maschi e il 34% delle femmine, mentre il rapporto si inverte per quanto riguarda i licei (il 30% delle femmine e il 24% dei maschi) e le scuole magistrali (il 12% delle femmine e il 2% dei maschi).
Inoltre, il 67% di quanti sono usciti dalla scuola media con un giudizio pari a "ottimo" si iscrive ad un liceo, percentuale che scende rapidamente al 39% fra chi ha preso "distinto", al 17% fra chi ha preso "buono", fino al 7% di chi è uscito con solo la sufficienza. Viceversa, scelgono un istituto professionale soprattutto quei ragazzi che alle medie sono stati licenziati con i giudizi più bassi. (Figura 6.2.4)
I liceali si diplomano meglio
Il voto di diploma è senz'altro un indicatore chiave per monitorare la capacità del sistema educativo di portare i ragazzi, nel quinquennio scolastico superiore, al conseguimento delle abilità e conoscenze necessarie per affrontare autonomamente le scelte di vita, continuare al meglio gli studi o inserirsi proficuamente nel mercato del lavoro.
Basti pensare all'influenza che ancora oggi il voto di diploma può avere nell'esame di ammissione universitaria per le facoltà a numero chiuso.
Come osservato in precedenza, la scelta del tipo di scuola superiore svolge un ruolo determinante nella definizione degli esiti educativi, livelli cognitivi, struttura del percorso scolastico e difficoltà incontrate dagli studenti; tutto quest'insieme di fattori tende ad influenzare quindi, più o meno direttamente, anche il voto medio di diploma.
Il voto di diploma è così come un indicatore di facile interpretazione e di buona sintesi, poiché racchiude in un unico valore tanto le scelte che i percorsi precedenti di ciascun studente.
In Veneto, nell'anno scolastico 2007/08, quasi il 20% dei diplomati nei licei esce con una votazione superiore a novanta punti su cento contro il 13% degli istituti tecnici e il 10% dei professionali.
In questi ultimi, invece, più di uno studente su due si diploma con un voto inferiore al settanta, percentuale che scende al 47% per gli istituti tecnici e al 35% nei licei.
Complessivamente nella nostra regione ci sono più diplomati con voti relativamente bassi (il 43% è al di sotto del settanta), rispetto a coloro che tendono ad eccellere (15% al di sopra del novanta). (Tabella 6.2.2)
Nel 2007/08 i diplomati veneti conseguono una votazione media di diploma pari a 75,4 su 100, quota che sale a 77,5 punti per i diplomati nei licei, più elevata di quella dei coetanei degli istituti tecnici (74,4) e degli istituti professionali (72,8). Per i diplomati con una preparazione artistica (licei artistici e scuole d'arte) il voto medio di maturità è pari a 76 punti. (Figura 6.2.5)
Infine, nella graduatoria regionale stilata per voto medio di diploma più elevato, il Veneto si posiziona al dodicesimo posto. Prima in graduatoria la Calabria con 78,3 punti, segue le Marche con 76,9; ultime, invece, Lombardia e Valle d'Aosta, rispettivamente con voto medio di diploma pari a 74,3 e 73,8.
In particolare se si considera che Veneto e Lombardia sono due tra le regioni che meglio si posizionano per livelli cognitivi degli studenti quindicenni (Nota 12), mentre la Calabria risulta ultima nelle scale di misurazione dell'indagine PISA, questi dati confermano quanto il voto di diploma sia influenzato dalla soggettività dei valutatori e dell'utilizzo degli strumenti di valutazione. (Figura 6.2.6)

Figura 6.2.1

Percentuale di studenti del primo anno che in media arriva al diploma per principali tipologie scolastiche. Veneto e Italia - Media a.s. 2004/05:2008/09

Tabella 6.2.1

Percentuale di studenti del primo anno che in media arriva al diploma per principali tipologie scolastiche e provincia. Veneto - Media a.s. 2004/05:2008/09

Figura 6.2.2

Percentuale della popolazione in età 20-24 anni in possesso almeno del diploma di scuola secondaria superiore. Graduatoria regionale - Anno 2009

Figura 6.2.3

Percentuale di popolazione 18-24 anni con al più la licenza media e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni per regione. Graduatoria regionale - Anno 2009

Figura 6.2.4

Percentuale di diplomati nel 2004, intervistati nel 2007, per tipologia scolastica e voto di licenza media conseguito. Veneto

Tabella 6.2.2

Distribuzione percentuale dei diplomati per tipologia scolastica e classe di voto di diploma. Veneto - A.s. 2007/08

Figura 6.2.5

Voto medio di diploma per tipologia scolastica. Veneto - A.s. 2007/08

Figura 6.2.6

Voto medio di diploma. Graduatoria regionale - A.s. 2007/08
 
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Risposte ai quesiti

  1. Quali sono i livelli cognitivi raggiunti dai quindicenni scolarizzati secondo PISA?

    La disponibilità di misure dei livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti di una certa età, prodotte con criteri omogenei ed esterni alle singole scuole, è una grande risorsa ai fini della valutazione e del confronto tra aree e paesi dei processi educativi di fatto realizzati: l'apprendimento è, infatti, la finalità più diretta ed immediata che la scuola persegue.
    L'indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment), promossa e condotta dall'OCSE in forma campionaria con cadenza triennale, produce misure sui livelli cognitivi raggiunti dagli studenti quindicenni in tre ambiti disciplinari di competenze:
    • Lettura (comprensione, riflessione sull'informazione scritta, utilizzo dei significati per le proprie aspirazioni individuali);
    • Matematica (operare valutazioni fondate, utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita);
    • Scienze (comprensione di concetti scientifici, capacità di porsi in un'ottica scientifica e di considerare i dati in modo scientifico).
    Dai risultati dell'indagine del 2009 emerge, in generale, che il Veneto si colloca in ottima posizione, sia nel confronto con le altre regioni italiane e con la media nazionale, sia rispetto ai livelli raggiunti da molti altri Paesi OCSE (in particolare, rispetto ai principali competitors dell'Italia, quali Germania, Francia e Spagna).
    I punteggi medi nelle tre aree di competenza e in complesso risultano pari a:
    • Lettura: Veneto 505, media nazionale 486, Lombardia 522, Calabria 448, media OCSE 496, Corea 539, Messico 425;
    • Matematica: Veneto 508, media nazionale 483, Lombardia 516, Calabria 442, media OCSE 499, Finlandia 541, Messico 419;
    • Scienze: Veneto 518, media nazionale 489, Lombardia 526, Calabria 443, media OCSE 501, Finlandia 554, Messico 416.
    Le ragazze venete risultano molto più brave dei loro coetanei maschi in lettura (oltre 53 punti di differenza), mentre i ragazzi ottengono punteggi superiori in matematica (circa 15 punti di differenza).
    In complesso, la situazione veneta è soddisfacente: il Veneto raggiunge già anche l'obiettivo europeo che la percentuale di alunni aventi risultati insufficienti scenda al di sotto del 15 % entro il 2020 nel campo della lettura (sono, infatti, insufficienti il 14,5% dei quindicenni scolarizzati) e delle scienze (11,7%); poco distante anche nella competenza in matematica (15,9%). Lontano, invece, dagli obiettivi complessivamente l'Italia che registra quote sopra al 20% in tutti e tre gli ambiti; in particolare, forti sono le difficoltà in matematica dove il 25% dei quindicenni non raggiunge la sufficienza, tre punti percentuali al di sopra della media Ocse.
    Con riferimento agli esiti del test sulla competenza in lettura (area di approfondimento dell'indagine PISA 2009), nel capitolo sono presentati per l'Italia i risultati sintetici concernenti altre due caratteristiche di notevole rilievo: 1) la correlazione dei livelli cognitivi con lo status sociale della famiglia di appartenenza; 2) la variabilità dei livelli cognitivi raggiunti dagli studenti quindicenni tra scuole diverse e tra studenti entro la stessa scuola.
    Ne risulta che l'influenza dello status sociale sui livelli cognitivi in lettura in Italia è relativamente meno pesante che in molti altri paesi europei e che il nostro paese si caratterizza per un'elevata variabilità tra scuole (per effetto soprattutto delle notevoli differenze tra tipologie di scuole) e una relativamente più modesta variabilità entro le scuole.
    Il limite principale dei risultati dell'indagine PISA, rispetto alle esigenze conoscitive collegate con le scelte di politica educativa, è quello che vengono misurati solo i livelli cognitivi, trascurando completamente altre dimensioni fondamentali per lo sviluppo globale della persona, cioè quelle affettivo-motivazionale (consapevolezza e capacità di autocontrollo delle emozioni) e quelle relazionali. Il rischio è che la scuola, sentendosi valutata solo per l'apprendimento cognitivo, concentri gran parte dell'attenzione a questo, trascurando di considerare in forma sistematica e programmata le altre due dimensioni (sviluppo dell'intelligenza emotiva e di quella sociale).

  2. Quale situazione e risultati del processo di acquisizione del diploma?

    Per effetto delle varie forme di dispersione durante il percorso scolastico, in Veneto arrivano in media al diploma il 74,3% degli studenti iscritti al primo anno (licei 83%, istituti tecnici 76% e istituti professionali 59%). L'abbandono scolastico precoce, cioè la percentuale di giovani in età 18-24 anni con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni, è in Veneto nel 2009 pari al 17%, inferiore al dato nazionale (19,2%), ma lontano dal traguardo del 10% fissato dall'Unione europea con la strategia Europa 2020.
    Tra gli standard europei anche quello di innalzare entro il 2010 all'85% la percentuale di popolazione in età 20-24 anni che completa almeno un ciclo di istruzione secondaria superiore. Nel 2009 il 76% dei 20-24enni italiani è in possesso almeno del diploma, quasi tre punti percentuali in meno del dato dell'UE27 (78,6%); migliore la performance veneta che registra una quota di circa il 79%. E' la Sicilia a presentare il valore più basso (68,6%), viceversa l'Umbria quello più alto (87,6%).
    Dai dati rilevati dall'Istat con l'indagine campionaria del 2007 sui diplomati del 2004, emergono forti differenze tra le tipologie di istruzione, sia in entrata che in uscita dalla scuola superiore.
    In entrata il 67% dei licenziati con voto "ottimo" alle medie si iscrive al liceo e solo l'1,2% agli istituti professionali; viceversa, gli istituti professionali accolgono il 40% dei valutati con "sufficiente" in terza media e i licei solo il 7%.
    In uscita il voto medio di diploma nel Veneto nel 2007/08 è pari a 75,4 punti su 100 (Italia 75,5), con valori per tipo di istruzione che vanno dai 77,5 punti dei licei ai 72,8 degli istituti professionali.
    Infine, le distribuzioni dei diplomati per voto conseguito alla maturità variano molto per tipologia scolastica. La classe di voti più alti, da 91 a 100 e lode, presenta in media nel Veneto una frequenza percentuale del 15% (licei 19,2% e istituti professionali 10%); la classe di voti più bassi, da 60 a 70, ha frequenza percentuale pari a quasi il 43% (licei 35,3%, istituti tecnici 46,7% e istituti professionali 51,9%). In conclusione, anche rispetto alla votazione riportata all'esame finale di diploma, gli istituti professionali sono il fanalino di coda dell'istruzione superiore del Veneto.