Capitolo 4

Il percorso scolastico: un impegno educativo per ridurre la dispersione

Il tragitto scolastico può essere interpretato come una rete di percorsi ed esperienze individuali, dove ognuno nella sua parte contribuisce allo sviluppo e all'acquisizione di conoscenze e capacità decisionali proprie e differenti da individuo a individuo.
Tutto ciò è ancor più vero per le scuole secondarie di secondo grado, la prima vera scelta di vita degli adolescenti, dove hanno modo di crescere e sperimentare il percorso verso la vita adulta; il cammino alle scuole superiori si fa anticamera del futuro, contribuendo alla maturazione nei ragazzi della consapevolezza di sé, delle proprie capacità e del rapporto con l'altro.
Questo sentiero ha come fondamento l'acquisizione di un metodo di apprendimento che nel tempo possa consentire ai ragazzi di divenire autonomi nella vita e nel lavoro.
Ecco perché la specificità di ciascun percorso appare centrale di fronte all'intricata rete di flussi individuali che, vista nel suo insieme, compone il sistema scolastico; occorre, inoltre, capire quanto questi percorsi siano liberi e quanto, invece, dipendano da condizionamenti dovuti alla famiglia o alle scelte fatte in precedenza.
Parlare, quindi, delle diverse tipologie scolastiche in base ai percorsi degli studenti che le scelgono, diventa un imperativo per riuscire a comprendere una parte essenziale di quel complesso meccanismo che è la scuola.
Quanti ragazzi si iscrivono ad una scuola superiore e poi si perdono lungo la strada, non arrivando al diploma? E quanti si spostano da una scuola all'altra? Qual è il grado di successo?
Gli indicatori di avanzamento degli studenti, dall'ingresso nella scuola superiore all'acquisizione del titolo di maturità, segnalano complessivamente le caratteristiche del percorso dello studente, mostrando i suoi momenti di successo ed insuccesso; riuscire a dare risposta, tramite i dati, a questi interrogativi significa, parzialmente, conoscere le caratteristiche e le difficoltà che i ragazzi possono incontrare durante il loro tragitto all'interno della scuola secondaria superiore, e, conseguentemente, poter anche fare delle scelte di politica e di strategia scolastica più consapevoli e mirate.
 
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4.1 - Il percorso scolastico

Come arrivano al diploma i nostri ragazzi?
Lo studio dei coefficienti di transizione, costruiti come rapporto tra gli studenti iscritti nell'anno t+1 all'anno di corso k+1 sugli iscritti nell'anno t all'anno di corso k, ci permette di stimare i flussi degli studenti da un anno a quello successivo (Nota 1).
E' il caso di sottolineare che questi valori sono, per costruzione, delle stime e quindi non possono essere interpretati letteralmente come la quota di studenti che passa da un anno a quello dopo, perché sono influenzati da una serie di fattori quali le ripetenze o le entrate e le uscite da e verso altre scuole, ma sono comunque una buona proxy delle quote dei passaggi negli anni scolastici.
Considerando il valore medio di tali coefficienti, al fine di garantire maggiore stabilità nelle stime, nel quinquennio 2004/05:2008/09, nel Veneto la quota di studenti che arriva dal primo al quinto anno nelle scuole secondarie di secondo grado è pari al 76,3%: ciò significa che quasi uno studente su quattro si perde lungo il percorso.
Più precisamente, considerando i dati per tipologia scolastica, emergono differenze significative: se da un lato si ha che l'83% dei ragazzi iscritti ad un liceo arriva alla quinta superiore, o il 79,1% per gli istituti tecnici, dall'altra sono meno del 64% quelli degli istituti professionali.
Risulta evidente lo squilibrio tra le scuole a carattere professionale e le altre tipologie scolastiche: nelle prime, infatti, il meccanismo selettivo, nel corso dei cinque anni, sembra molto più accentuato.
In dettaglio, sia per l'istruzione liceale che per quella tecnica lo scoglio più grande è rappresentato dal superamento del primo anno, mentre per gli istituti professionali si incontrano difficoltà sia all'inizio che a metà percorso, anche se bisogna considerare che una piccola quota di studenti ai professionali esce dopo il terzo anno con una qualifica.
Tra gli studenti che arrivano all'ultimo anno, sempre per la media veneta 2004/05:2008/09, la percentuale di quelli che si diploma è pari al 97,4%: questo valore supera il 100% per i licei, a causa degli esaminati esterni, particolarmente frequenti nei licei linguistici, mentre è circa pari al 93% per gli istituti professionali. (Tabella 4.1.1)
Maggiore successo scolastico in Veneto
Moltiplicando tra loro i coefficienti di transizione e poi con la quota di diplomati sugli iscritti al quinto anno si ottiene la percentuale di iscritti al primo anno che in media riesce ad arrivare al diploma; di conseguenza, per quanto detto in precedenza, questo valore risulta essere una stima per gli anni presi in considerazione.
Complessivamente, nel Veneto, il 74,3% degli iscritti al primo anno in media arriva al diploma; in un confronto con la media nazionale, si osserva un maggiore successo scolastico per il Veneto: sono, infatti, meno del 71% i ragazzi iscritti al primo anno delle superiori che prendono la maturità in Italia, 3,6 punti percentuali al di sotto del dato veneto; differenza quasi completamente spiegata dal numero esiguo di ragazzi italiani che arrivano a diplomarsi nelle scuole professionali (solo il 49,2%).
Nella graduatoria regionale per i livelli più alti di successo, il Veneto è in settima posizione, la seconda regione del Nord dopo il Trentino Alto Adige.
La regione con la migliore performance è l'Abruzzo, dove oltre il 79% dei ragazzi arriva a diplomarsi; ultima in classifica la Sardegna, con una quota del 55,2% (Figura 4.1.1).
Cambiare rotta lungo il cammino
Considerando i dati sui passaggi tra scuole superiori dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e delle iscrizioni del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, nell'anno scolastico 2007/08, i passaggi tra scuole secondarie di secondo grado venete riguardano in media l'1,7% degli studenti; in particolare cambiano scuola di più gli studenti degli istituti d'arte (il 2,7% del totale delle iscrizioni), mentre i meno portati alle variazioni sono gli studenti degli istituti professionali.
I passaggi avvengono in quota maggiore al primo anno di corso e via via a scendere; gli studenti dei licei sono gli unici che mantengono superiore all'1% la quota dei passaggi, anche al quarto anno, mostrandosi la tipologia scolastica più incline al cambiamento tardivo, spesso rivolto, in caso di difficoltà dello studente, verso un altro liceo.
Considerando, invece, i passaggi ai Centri di Formazione Professionale (CFP), in media molto limitati, sono proprio gli studenti dei professionali i più frequenti, con una percentuale pari allo 0,5% (1,2% considerando unicamente il primo anno). (Tabella 4.1.2)
Una stima della probabilità complessiva di cambiare scuola, durante l'arco di cinque anni scolastici, si ricava dai dati dell'indagine Istat sui percorsi di studio e lavoro dei diplomati del 2004 intervistati 3 anni dopo il diploma (Nota 2).
A livello di Nord Est (Nota 3), è possibile analizzare la percentuale di diplomati che hanno cambiato tipo di istituto durante il loro percorso scolastico: fra quanti si sono iscritti al liceo appena usciti dalla scuola media, il 9,4% ha cambiato istituto per passare, nella maggior parte dei casi, ad un istituto tecnico, o al più ad una scuola magistrale o artistica.
La percentuale scende al 7,2% fra quanti si erano iscritti ad un istituto tecnico (per poi diplomarsi soprattutto in un istituto professionale), al 6,0% fra i professionali e al 4,5% fra le scuole magistrali o artistiche (Figura 4.1.2).

Tabella 4.1.1

Coefficienti di passaggio medi tra un anno scolastico e il precedente, percentuale media di diplomati su quinto anno e percentuale di iscritti al primo anno che arriva al diploma per tipologia scolastica. Veneto e Italia - Media a.s. 2004/05:2008/09

Figura 4.1.1

Percentuale di iscritti al primo anno che arriva in media al diploma. Graduatoria regionale - Media a.s. 2004/05:2008/09

Tabella 4.1.2

Percentuale dei passaggi ad un'altra istituzione scolastica da scuole secondarie di II grado sul totale iscritti per tipologia scolastica ed anno di corso. Veneto - A.s. 2007/08

Figura 4.1.2

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 dichiara di aver cambiato tipo di istituto durante il percorso scolastico per tipo di scuola di prima iscrizione. Nord Est
 
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4.2 - Le difficoltà lungo il cammino

Non si può guardare al cammino scolastico senza pensarlo come un percorso continuo per meglio comprendere sé stessi: questo prevede che la consapevolezza delle proprie attitudini ed aspettative maturi durante lo svolgimento del tragitto scolastico di ognuno, conoscendo progressivamente tanto le materie di studio, quanto i propri interessi, talenti e conseguenti aspettative.
Quando si parla di orientamento "con le discipline" o "attraverso le discipline" si fa riferimento, infatti, allo sviluppo continuo della capacità di discernere, tra tutte le possibilità, il percorso di studi che più si addice alle proprie attitudini ed aspirazioni, durante il percorso scolastico stesso, attraverso i successi o, purtroppo, gli scogli che ogni ragazzo si trova a dover affrontare.
In quest'ottica, monitorare costantemente gli esiti scolastici non solo successivamente ai "momenti di scelta", ma lungo tutto il cammino scolastico, è un indice dell'attenzione complessiva della nostra scuola verso i propri studenti; almeno in parte, gli insuccessi scolastici di breve, medio e lungo periodo si possono leggere come esiti di un percorso scolastico non andato a buon fine.
In una logica di percorso scolastico, non si può ovviamente prescindere dalle materie di studio e dalle capacità che gli studenti mostrano affrontandole; parimenti gli insuccessi scolastici sono fenomeni spesso complessi, ricchi di sovrapposizioni e intrecci di storie individuali dalle più svariate sfaccettature e di impatto con l'efficacia dell'insegnamento.
Poche insufficienze ai licei, molte ai professionali
La quota di alunni con almeno un'insufficienza in corso d'anno sintetizza la percentuale di studenti che incontra difficoltà negli studi, sia questa consistente o legata ad una sola materia; per l'a.s. 2008/09 meno di tre ragazzi su dieci delle scuole superiori non hanno nessuna insufficienza nel corso dell'anno. Per anno di corso si registrano quote più o meno simili; da rilevare il dato dell'ultimo anno di corso, leggermente più basso anche se riconducibile alla selezione fatta negli anni precedenti.
Tra le province quella di Padova si mostra come la più "severa", raggiungendo un picco complessivo del 73% di studenti con almeno un'insufficienza, dato che sale a tre studenti su quattro se si valuta solamente il terzo anno di corso; al contrario le province di Verona e Belluno, pur non discostandosi di molto, registrano i valori più bassi, in media oltre sei punti percentuali al di sotto di Padova.
Le difficoltà riscontrate durante l'anno scolastico trovano spiegazione principalmente tramite l'analisi per materia e tipologia scolastica; nello specifico si evidenziano alcuni dati particolarmente significativi: quasi due ragazzi su tre dei licei linguistici risultano insufficienti in lingua straniera; la matematica è, invece, la materia più ostica per gli studenti dei professionali (44,4% di insufficienti), dei tecnici (40,7%) e degli ex magistrali (37,2%).
I licei (i classici ancor più degli scientifici) presentano percentuali inferiori di insufficienze (per tutte le materie tra il 10% e il 30%), facendo riflettere sulla maggiore necessità di concentrare gli sforzi su un corretto orientamento per gli studenti delle scuole più professionalizzanti.
La selezione per gli studenti delle scuole professionali appare troppo squilibrata in un'ottica di percorso formativo, poiché si tratta di quegli studenti che desiderano una formazione meno teorica, ma più tecnico/pratica, al fine di inserirsi al più presto nel mercato del lavoro rispetto ai coetanei dei licei e degli istituti tecnici, molto più orientati difatti ad un proseguimento universitario dopo le superiori.
Differenze che si spiegano anche tramite la diversa efficacia, da scuola a scuola, dell'azione educativa, non sempre in grado di mettere in luce e sviluppare le effettive capacità e talenti dei propri studenti. (Tabella 4.2.1) e (Tabella 4.2.2)
Più bocciature al primo anno e negli istituti professionali
Ancor più evidenza alla centralità della tipologia scolastica nel concetto di percorso e di efficacia del processo educativo, la danno i dati sulle ammissioni, con e senza debiti, e sulle non ammissioni.
Secondo quanto emerge dal "quinto rapporto regionale sulla dispersione scolastica", redatto dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, nell'a.s. 2006/07 nei licei veneti si registra quasi un terzo delle bocciature che si riscontrano negli istituti professionali, 6,9% i ragazzi non ammessi alla classe successiva ad un liceo contro il 18,2% rilevato negli istituti professionali.
Sei ragazzi su dieci del liceo vengono, inoltre, promossi senza debiti, mentre questa percentuale scende a circa un ragazzo su tre per i professionali.
E' evidente, quindi, che negli istituti professionali la dispersione e le difficoltà di percorso scolastico sono molto spiccate, richiamando l'attenzione sull'esigenza di una maggiore equità ed efficacia nell'offerta scolastica nei confronti dei ragazzi con aspettative ed attitudini di carattere più tecnico e professionale.
La provincia di Padova, coerentemente con quanto già detto, risulta quella con la più bassa percentuale di ammessi senza debiti (meno di un ragazzo su due), anche se non risulta la provincia con la percentuale più elevata di bocciature; questa, infatti, risulta essere Venezia (13%), seguita a ruota da Verona (12,5%) e Treviso (12,0%).
Nel complesso i dati per provincia presentano differenze negli indici di modesta rilevanza, indicando una sostanziale uniformità sul territorio regionale; si ha, quindi, conferma di un'omogeneità di valutazione e giudizio da parte degli insegnanti sul territorio a livello provinciale molto più che per tipologia scolastica. (Tabella 4.2.3)
Complessivamente, il primo anno di scuola è quello più selettivo: nel 2006/07 la quota di non ammessi all'anno successivo decresce dal primo al quarto anno, dal 15,7% del primo anno all'8,3% del quarto; in media nelle scuole del Veneto la percentuale di non ammessi all'anno successivo nelle scuole superiori è pari all'11,9%.

Tabella 4.2.1

Percentuale di alunni delle scuole secondarie di II grado con almeno una insufficienza in corso d'anno per provincia ed anno di corso. Veneto - A.s. 2008/09

Tabella 4.2.2

Percentuale di alunni delle scuole secondarie di II grado con insufficienze in corso d'anno per materia e tipologia scolastica. Veneto - A.s. 2008/09

Tabella 4.2.3

Percentuale di alunni ammessi con e senza debiti e di alunni non ammessi sul totale degli alunni scrutinati per tipo di istruzione. Veneto - A.s. 2006/2007
 
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4.3 - La qualità percepita da ragazzi e genitori

Il nodo centrale e lo scopo stesso del sistema scolastico è lo studente. Lo studente svolge più ruoli all'interno del sistema: non è soltanto un fruitore di meri servizi, ma anche soggetto partecipe ai cambiamenti e alle decisioni, nonché il vero valutatore dell'offerta scolastica. Parallelamente gli operatori scolastici (insegnanti, dirigenti scolastici, ecc.) e le famiglie dovrebbero svolgere i propri compiti e ruoli educativi integrandosi a vicenda e coerentemente con il percorso che lo studente sta portando avanti e valutare i risultati del processo a loro volta.
In questo disegno si intersecano, quindi, i concetti base di percezione di qualità: chiedere ad un individuo di valutare la qualità di un servizio significa metterlo di fronte alle proprie aspettative; la qualità attesa viene così improntata come standard, stabilendo dei livelli minimi di servizio legati a loro volta ad esigenze implicite o esplicite di chi usufruisce del servizio.
Nel nostro caso, la valutazione del sistema scolastico, da parte tanto degli studenti quanto di genitori/famiglie, farà riferimento a diverse caratteristiche del sistema scolastico.
Trattandosi di qualità percepita, di livello di gradimento per l'impatto della scuola, la dimensione emotiva assume un ruolo prevalente.
Appare così evidente la difficoltà di sintetizzare questi concetti in un paniere limitato di variabili e di dare correttamente delle valutazioni che risentono del complesso sistema emotivo-relazionale dei valutatori.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità promuove un'indagine, denominata HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) (Nota 4), con l'obiettivo di monitorare ciclicamente nuove tendenze e cambiamenti negli stili di vita dei preadolescenti, al fine di aumentare la comprensione degli stili di vita e dei comportamenti legati alla salute nell'età critica dell'adolescenza.
Quest'indagine, svolta su ragazzi di undici, tredici e quindici anni, comprende informazioni di background, delle risorse sociali, di stato di salute, di comportamenti legati alla salute e di gradimento per l'esperienza scolastica; i dati per la nostra regione vengono elaborati dal Centro Regionale di Riferimento per la Promozione della Salute (CRRPS).
La scuola è stressante, soprattutto per le ragazze
Sei quindicenni veneti su dieci, nel 2006, dichiarano che piace loro molto la scuola; questo dato rispecchia in parte una critica velata degli studenti veneti verso la loro scuola, visto che quattro ragazzi su dieci non si mostrano attratti dall'offerta scolastica.
Similare la quota di quindicenni che trovano i loro pari gentili e disponibili, 60,3%, segnale di relazioni all'interno del percorso scolastico non del tutto ottimali, considerata la quota significativa di ragazzi che non si ritiene a suo agio con i propri compagni, sebbene in diminuzione rispetto al 2002.
Allarma, invece, la percentuale di studenti quindicenni che si dichiara stressata dall'attività scolastica, salendo in quattro anni di oltre quindici punti percentuali; rispetto, infatti, alla quota già alta del 2002, pari al 41,0% dei ragazzi, nel 2006 questa percentuale tocca un picco del 56,5%.
Questi dati, analizzati così nel complesso, non possono che suggerire la presenza di una situazione scolastica per i quindicenni veneti non troppo serena; appare necessario dunque mettere in atto dei meccanismi di contrasto di queste dinamiche, affinché le relazioni non intacchino le motivazioni allo studio e la capacità di auto-orientamento di questi ragazzi, innalzando i rischi di allontanamento, distacco e disinteresse verso il mondo scolastico. (Figura 4.3.1)
Analizzando più nello specifico le dinamiche, si nota che, nel 2006, le quindicenni venete, pur dichiarando di apprezzare la scuola significativamente di più dei coetanei maschi (+8 punti percentuali), sono anche però le più stressate: 61,9% contro il 50,5% dei maschi.
Lo stress scolastico tende ad aumentare con l'età, mentre, invece, diminuisce la percentuale di coloro che apprezza i propri compagni; per coloro che, invece, dichiarano di provare piacere verso la scuola, in due anni di età (da 13 a 15 anni) la percentuale diminuisce nelle femmine mentre sale per i maschi, diminuendo così anche il divario tra i sessi.
Nella crescita di un ragazzo cambiano idee, motivazioni, interessi e tutto ciò si interseca strettamente con il cammino scolastico. (Figura 4.3.2)
A livello provinciale si notano alcune interessanti differenze: Vicenza è la provincia dove la scuola viene maggiormente apprezzata dai quindicenni (62,8%), ma anche dove si sentono maggiormente stressati dall'attività scolastica (61,9%).
Sono i ragazzi della provincia di Rovigo quelli a cui la scuola piace di meno (54,8%), mentre i trevigiani risultano i meno stressati (51,7%).
Infine, la percentuale di quindicenni stressati dalla scuola registra un significativo incremento nel periodo considerato nelle province di Vicenza e Padova. (Figura 4.3.3)
Per quanto riguarda poi la quota di coloro che si trovano bene con i loro compagni, è sempre Vicenza la provincia che registra, nel 2006, la percentuale più alta, raggiungendo il 64,5% dei quindicenni.
Se in media, quindi, in Veneto quattro quindicenni su dieci non trovano i compagni ben disposti nei loro confronti, questa tendenza si mostra ancor più evidente per i veronesi, per i quali la percentuale di ragazzi che dichiara gentili e disponibili i coetanei scende al 54,9, 9,6 punti percentuali in meno rispetto a Vicenza.
Quanto lo stress influenza la qualità percepita complessivamente
Volendo, quindi, sintetizzare in una unica graduatoria provinciale le variabili relative a relazioni, motivazione e stress scolastico si propone una media aritmetica delle percentuali ottenute nei singoli quesiti (riclassificando in positivo la seconda variabile sullo stress scolastico, ovvero considerando la quota di coloro che non si sentono stressati), arrivando così ad una "graduatoria sintetica di qualità percepita dagli studenti"; il risultato di questa operazione restituisce quindi un punteggio tra 0 (qualità minima) e 100 (qualità massima).
Nel complesso Treviso risulta la provincia dove la qualità percepita dei ragazzi è complessivamente maggiore, registrando un punteggio pari a quasi 57 su 100; viceversa, Padova si posiziona ultima in graduatoria tra le sette provincie venete con un punteggio pari a meno di 52; la media veneta si attesta su un punteggio pari a 54,3.
Si tratta, comunque, di percentuali non distanti molto tra loro; questo mette in luce come, pur con delle differenze, complessivamente gli studenti quindicenni delle province venete rispecchino livelli di qualità percepita piuttosto simili tra loro e, in generale, non troppo elevati.
Particolare attenzione merita l'influenza sulla graduatoria dello stress scolastico provato dai ragazzi, che registra livelli forse un po' troppo alti per poter garantire un corretto e sereno svolgimento del percorso scolastico.
E' confortante, comunque, che dal 2002 al 2006 tutte le province venete, ad esclusione di Padova, che perde 1,4 punti percentuali, tendono ad accrescere i propri punteggi nella graduatoria dell'indice complessivo di qualità percepita. Le altre province guadagnano in media 3 punti percentuali nei quattro anni considerati, ad eccezione di Treviso che ha un incremento di ben sette punti e mezzo, mostrando un significativo miglioramento nella percezione di qualità del sistema scolastico. (Figura 4.3.4)
Uno sguardo internazionale
Con riferimento alla graduatoria dell'indice di qualità a livello internazionale, si nota che il nostro Paese, nel 2006, occupa la penultima posizione, con un punteggio pari a 24,6 su 100, evidenziando notevoli limiti in termini di percezione di qualità per gli studenti quindicenni; vicino al nostro Paese si trova la Spagna (30,8), mentre più staccata è la Francia (48,2) e addirittura quarta in classifica la Germania (70,6), registrando un livello di qualità percepita quasi tre volte superiore a quello italiano.
Occorre sottolineare che il procedimento utilizzato per stilare tale graduatoria è diverso da quello elaborato precedentemente per le province venete. Non è quindi possibile confrontare il dato italiano con quello medio veneto.
La graduatoria internazionale è stata stilata assegnando ad ogni paese un punteggio da 0 a 100 per ognuna delle tre variabili che compongono l'indice, standardizzando ogni risultato in base al valore massimo e minimo assunto tra i punteggi dei Paesi dalla variabile stessa (Nota 5).
Si è successivamente fatta la media dei tre punteggi, di modo da ottenere per ogni singolo paese un unico valore di sintesi compreso tra 0 e 100. (Figura 4.3.5)
Famiglie contente della scuola
Si passa ora alla percezione che le famiglie hanno dell'esperienza scolastica complessiva relativa ai propri figli, grazie ai dati del rapporto regionale del Veneto - PISA 2006 -, pubblicato dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto.
La qualità percepita dai genitori veneti sulla scuola dei loro figli quindicenni, nel 2006, è stata misurata mediante una serie di domande riassunte in seguito in quattro principali modalità; è stato chiesto ad ogni genitore quanto d'accordo fosse con dei giudizi positivi, riguardanti i diversi ambiti, relativi alla scuola frequentata dal figlio quindicenne.
La maggioranza di genitori valuta positivamente la qualità scolastica offerta ai propri figli, in particolar modo per quanto riguarda la formazione complessiva fornita, dove quasi il 95% dei genitori si trova d'accordo nel considerarla buona.
Anche la qualità dell'offerta scolastica ottiene dei risultati molto positivi, circa l'89% dei genitori, mentre informazioni e clima scolastico ed esiti educativi lasciano scontenti il 20% delle famiglie.
E' evidente come i giudizi dei genitori siano notevolmente più positivi di quelli dei figli quindicenni, probabilmente sia a causa di una diversa percezione del sistema scolastico, sia per un diverso atteggiamento nei confronti della valutazione. (Tabella 4.3.1)
Per ottenere un'ipotesi di indice sintetico, si è costruito il "punteggio medio in centesimi", sviluppato associando, rispettivamente, quattro punteggi crescenti (P=0, P=0,33, P=0,67 e P=1) alla distribuzione percentuale dei giudizi dei genitori per le quattro modalità crescenti del grado di accordo; di seguito si è calcolata la somma delle quattro modalità di accordo per ogni giudizio delle percentuali ponderate in base ai punteggi; si è ottenuto così un punteggio medio P, compreso tra 0 e 100, per ognuno dei giudizi positivi relativi alla qualità percepita.
Dall'analisi dei dati emerge così che tutte e quattro le categorie dei giudizi raggiungono un punteggio al di sopra della soglia della sufficienza (60), mostrando come la scuola dei figli sia generalmente apprezzata dai genitori dei quindicenni della nostra regione. Il giudizio più positivo viene dato alla formazione complessiva, che ottiene un punteggio pari a 72,5 su 100, ovvero più che buono. (Figura 4.3.6)

Figura 4.3.1

Percentuale di studenti quindicenni per alcuni aspetti della qualità percepita. Veneto - Anni 2002 e 2006

Figura 4.3.2

Percentuale di studenti di 13 e 15 anni per alcuni aspetti della qualità percepita e sesso. Veneto - Anno 2006

Figura 4.3.3

Percentuale di studenti quindicenni per alcuni aspetti della qualità percepita per provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 4.3.4

Graduatoria dell'indice complessivo in centesimi di qualità percepita dagli studenti quindicenni per provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 4.3.5

Graduatoria dell'indice in centesimi di qualità percepita dagli studenti quindicenni. Italia e Paesi OCSE - Anno 2006

Tabella 4.3.1

Distribuzione percentuale dei genitori degli studenti quindicenni per giudizio sulla scuola dei figli. Veneto - Anno 2006

Figura 4.3.6

Punteggio medio in centesimi della qualità percepita dai genitori veneti sulla scuola dei loro figli per aspetto della qualità. Veneto - Anno 2006
 
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Risposte ai quesiti

  1. Quanti iscritti al primo anno arrivano al diploma?

    Il percorso scolastico alle superiori è documentato spesso anche da eventi non positivi che i ragazzi incontrano durante gli studi: insufficienze in corso d'anno, ripetizioni, ammissioni all'anno successivo con debito formativo, cambi di percorso scolastico, abbandoni prima del conseguimento del diploma.
    In complesso, nel Veneto, il 74,3% degli iscritti al primo anno (81% dei nuovi iscritti) raggiunge il diploma di maturità (Italia 70,7% e 77,6% dei nuovi entrati).
    Le differenze per tipo di istruzione sono notevoli: sono l'87% i ragazzi iscritti al I anno non ripetenti nei licei che arrivano al diploma, 84% negli istituti tecnici, 68% negli istituti professionali.
    Anche se più positivi della media nazionale, questi dati sono preoccupanti: che più di 3 ragazzi su 10 che si iscrivono ad un istituto professionale non arrivino al diploma è un segno che mette in discussione l'efficacia didattica in questo tipo di scuola, tra l'altro in prevalenza scelta da ragazzi appartenenti ai ceti sociali più bassi.
    Le insufficienze in corso d'anno riguardano il 70% degli studenti.
    Le ripetenze dell'anno di corso colpiscono annualmente il 12% degli studenti (7% nei licei, 18% negli istituti professionali).
    Negli istituti professionali gli ammessi all'anno successivo senza debito sono solo il 36,5% (60% nei licei): in un'impresa si direbbe "bassa produttività".
    E' evidente, quindi, che negli istituti professionali la dispersione e le difficoltà di percorso scolastico sono molto spiccate, richiamando l'attenzione sull'esigenza di una maggiore equità ed efficacia nell'offerta scolastica nei confronti dei ragazzi con aspettative ed attitudini di carattere più tecnico e professionale.

  2. Qual è il livello di qualità percepita da studenti e genitori?

    Gli atteggiamenti, i sentimenti, le emozioni, i giudizi, l'immagine, il gradimento di studenti e genitori per l'esperienza scolastica, sono fenomeni di notevole interesse nella realizzazione di una scuola partecipata e condivisa.
    La misurazione del livello di qualità percepita da studenti e genitori è complessa e i risultati vanno valutati con prudenza.
    Nella seconda parte del capitolo sono presentati i risultati del calcolo di indicatori di qualità percepita basati su dati ripresi dalle fonti disponibili.
    I tre aspetti di qualità percepita misurati dagli indici sugli studenti a 13 e a 15 anni riguardano la soddisfazione (quanto la scuola piace), la relazione con i compagni e lo stress legato alla scuola.
    Al 40% degli studenti veneti quindicenni non piace molto la scuola; ancora del 40% sono le risposte degli studenti che non vivono bene i rapporti con i compagni, mentre sale al 56,5% la quota di studenti che si sente stressata a scuola (in particolare le femmine).
    Il livello medio di gradimento raggiunge nel Veneto quota 54 punti su 100, con variabilità territoriale che va dai 52 punti di Padova ai 57 punti di Treviso.
    Più positivi sono i giudizi espressi dai genitori rispetto a quelli degli studenti.