Capitolo 5

Stili di vita e comportamento in età scolare: un arduo impegno per la prevenzione

Nell'ottica dell'apprendimento in tutte le esperienze di vita, riuscire a seguire, orientare e, in caso, correggere i ragazzi anche nella loro sfera relazionale contribuisce a creare il clima giusto per favorirne lo studio e ne accresce le motivazioni, limitando inoltre situazioni di tensione o disagio.
Attraverso l'ultima riforma scolastica la valutazione del comportamento è stata ampiamente rivalutata, al fine di mettere in luce la forte correlazione tra lo stile di vita dei ragazzi e gli esiti educativi.
Anche se non è forse il caso di parlare di emergenza educativa, fenomeni deplorevoli, come bullismo o uso di sostanze che creano dipendenza, si sono imposti con prepotenza all'attenzione pubblica.
Monitorare i processi di relazione e gli stili di vita degli studenti è fondamentale per poter mettere in atto meccanismi di prevenzione più mirati e specifici per contrastare queste situazioni di disagio, le quali, per loro natura, tendono a limitare gli studenti anche dal lato dell'apprendimento cognitivo e motivazionale.
Seguire il ragazzo nel suo percorso di sviluppo e crescita personale significa dunque mettere in piedi un sistema scolastico che veda in questo la sua missione, al fine di sviluppare nelle giovani generazioni la consapevolezza dell'importanza del rispetto per la propria persona e per tutti gli altri individui.
Ecco perché, nell'ottica di fornire un quadro completo dell'esperienza scolastica affrontata da un ragazzo, è fondamentale valutare anche le motivazioni, gli stili di vita e i comportamenti: come indicatori delle relazioni tra pari, delle abitudini e della salute degli studenti, al fine di programmare azioni finalizzate a minimizzare i comportamenti devianti e i casi di disagio scolastico.
Dall'indagine dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, denominata HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), si ricavano anche dei dati sul fenomeno del bullismo e dei comportamenti a rischio legati alla salute dei ragazzi di undici, tredici e quindici anni del Veneto.
Come già sottolineato nel capitolo 4, la gestione dei dati per la regione Veneto viene effettuata dal Centro Regionale di Riferimento per la Promozione della Salute (CRRPS) (Nota 1).
 
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5.1 - Il bullismo

In Veneto, nel 2006, più di uno studente quindicenne su quattro, nei due mesi precedenti all'indagine, ha partecipato almeno una volta ad atti di bullismo verso un compagno e l'8,2% per più di due volte. Fortunatamente, rispetto al 2002, i dati diminuiscono, ma lo scenario rimane comunque preoccupante. Per quanto riguarda poi le vittime, anch'esse in diminuzione, il 15,4% dei quindicenni ha subito, nei due mesi precedenti all'indagine, almeno una volta un atto di bullismo a scuola, luogo che dovrebbe, invece, essere di socializzazione, dove i ragazzi sperimentano, in piccolo, la vita comunitaria adulta e trovano un loro spazio di interazione sociale nella comunità di pari. Le vittime abituali di bullismo sono in Veneto il 3,5% dei quindicenni che vanno a scuola contro il 6% registrato nel 2002. (Figura 5.1.1)
Maschi: i più coinvolti
La maggior parte dei bulli in Veneto risulta essere di sesso maschile e questo è sempre più vero al crescere dell'età: il divario tra bulli maschi e femmine aumenta sensibilmente, tanto per gli occasionali che per quelli recidivi. Infatti, se la differenza per genere tra chi si rende partecipe almeno una volta di atti prepotenti verso un altro compagno di scuola è di poco superiore ad un punto percentuale se si considerano i ragazzi tredicenni, questa sale a quasi quindici punti percentuali per i quindicenni.
Situazione analoga si presenta anche per i bulli recidivi, anche se con una differenza leggermente meno marcata; il fenomeno del bullismo è una tendenza più spiccatamente consolidata tra i maschi, soprattutto nella tarda adolescenza, confermando anche le teorie per le quali le femmine sviluppino prima dei maschi una coscienza sociale più matura. (Figura 5.1.2)
A differenza di quanto osservato per chi compie atti di bullismo, per le vittime il divario tra maschi e femmine rimane circa costante all'aumentare dell'età.
In generale, le vittime di bullismo, nella nostra regione, diminuiscono al crescere dell'età: si passa, in caso di atti occasionali, per i maschi dal 24,6% a 13 anni al 17,3% a 15, mentre per le femmine dal 21,9% al 13,7%; per atti di bullismo sistematici si passa dal 6,6% a 13 anni al 3,8% a 15 per i ragazzi, mentre per le loro coetanee dal 4,7% a 13 anni al 3,2% a 15.
La situazione provinciale
Considerando i dati a livello provinciale si notano alcune differenze: la percentuale di studenti quindicenni che ha subito, nel 2006, almeno una volta atti di bullismo a scuola nei due mesi precedenti all'indagine passa dal 10,6% per la provincia di Rovigo a circa il doppio, 20,8%, per la provincia di Verona.
Al di sotto della media regionale (15,4%) si trovano, oltre a Rovigo, Belluno e Vicenza, entrambe con una quota di studenti vittime di bullismo occasionale a scuola pari all'11,9%, Venezia (14,4%) e Padova (15,3%). (Figura 5.1.3)
Per quanto riguarda le quote di studenti quindicenni vittime abituali di bulli, è Padova la provincia con la percentuale più elevata, 4,6%, seguita da Treviso (4,0%) e Verona (3,7%).
Osservando la quota di quindicenni che dichiara di aver partecipato, invece, a questo genere di comportamenti, si ha un'ulteriore conferma di quanto questi siano radicati anche nel nostro territorio: se nel 2006 in Veneto più di un ragazzo di quindici anni su quattro è almeno una volta parte attiva in atti di bullismo nei due mesi precedenti all'indagine, per le province di Venezia, Verona e Padova questa percentuale sale, rispettivamente, al 28,9%, 28,8% e 28,4%.
Sotto la media veneta, ma comunque alti (sopra il 22%), i valori per le province di Treviso, Vicenza e Rovigo; unica provincia al di sotto del 20% risulta Belluno (16,1%).
Sono valori importanti che delineano situazioni potenzialmente pericolose, poiché fenomeni come il bullismo portano con sé sentimenti come odio, rancore, poca socialità e paura, nonché il rischio di affermazione di situazioni potenzialmente pericolose o violente.
Il fatto che si creino nell'ambiente scolastico, che dovrebbe essere un luogo di crescita e formazione collettiva, delle sacche di comportamenti estremamente devianti, tanto per chi li compie che per chi suo malgrado li subisce, comporta un progressivo possibile allontanamento di una fascia consistente di alunni dalla scuola, dove si instauri così un clima di disagio e scontro tra coetanei che può portare al fiorire di altre dinamiche potenzialmente pericolose.
Passando poi a quei quindicenni che dichiarano di aver commesso nei due mesi precedenti la rilevazione due, tre o più volte atti di bullismo, ovvero di quei ragazzi identificabili come "bulli recidivi", si registrano altri dati che fanno riflettere.
Per il 2006 la percentuale, in tutto il Veneto, di quindicenni bulli recidivi è pari all'8,2%.
Spiccano le province di Venezia e Padova con, rispettivamente, l'11,2% e il 9,9%; pensare che un quindicenne su dieci sia un potenziale bullo "seriale" mette chiunque si occupi di educazione di fronte ad una realtà nella quale il ruolo dell'educatore non può fermarsi al semplice "trasmettitore di conoscenza", ma piuttosto concentrare i suoi sforzi sulla sfera emotiva e relazionale dei propri ragazzi.
Anche in questo caso si nota, positivamente, che la provincia di Belluno registra una quota bassa, pari al 3,0%, molto inferiore alle altre, confermando la tendenza già messa in rilievo in precedenza.
Bullismo di branco o individuale?
Infine, si è tentato di stimare il numero medio di ragazzi coinvolti per atto di bullismo subito; questo per poter capire se in media si tratti di atti di gruppo (il famoso fenomeno giovanile del " comportamento di branco"), oppure di singoli casi legati a dinamiche uno a uno tra un bullo e la propria vittima.
Per fare ciò si è, quindi, calcolato il rapporto, per il Veneto e per ogni provincia, della percentuale di bulli recidivi divisa per la percentuale di vittime abituali di bullismo. Il risultato di questa operazione mette in luce una panoramica interessante: Venezia è la provincia dove il fenomeno dello "spalleggiamento" tra bulli la fa da padrona; infatti, in questo territorio per ogni vittima si hanno in media ben 3,6 bulli, evidenziando come questi siano per i giovani veneziani comportamenti di gruppo reiterati.
Non meglio Vicenza, che sebbene sia una provincia con una quota di vittime e di bulli tra le meno elevate, presenta un rapporto fra questi pari a tre.
In media in Veneto tale quota è pari a 2,3. Caso a parte Belluno, dove i casi di bullismo sono per la quasi totalità un'unica relazione tra aggressore e vittima. (Figura 5.1.4)

Figura 5.1.1

Percentuale di studenti quindicenni che hanno partecipato o subito atti di bullismo a scuola per tipo di bullismo e frequenza nei due mesi precedenti all'indagine. Veneto - Anni 2002 e 2006

Figura 5.1.2

Percentuale di studenti di 13 e 15 anni che hanno partecipato o subito atti di bullismo a scuola per sesso e frequenza di bullismo nei due mesi precedenti all'indagine. Veneto - Anno 2006

Figura 5.1.3

Percentuale di studenti quindicenni che sono stati coinvolti almeno una volta in atti di bullismo a scuola nei due mesi precedenti all'indagine per provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 5.1.4

Numero medio di bulli quindicenni recidivi (*) per una vittima di bullismo abituale per provincia. Veneto - Anno 2006
 
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5.2 - I comportamenti a rischio

Non è solo il bullismo l'unico fenomeno sociale che tende a mettere i bastoni tra le ruote ad un corretto apprendimento e sviluppo dei ragazzi, bensì un insieme di fattori, tra loro più o meno correlati, che determinano una situazione di disagio; centrale rispetto a questo è l'utilizzo di sostanze che generano dipendenza: nel complesso, nel 2006, in Veneto il 18,3% degli studenti quindicenni dichiara di usare tabacco quotidianamente, il 24,8% di essersi ubriacato almeno 2 volte nella vita e un quindicenne su quattro di aver fatto uso di cannabis.
Complessivamente sono dati allarmanti che aprono scenari di riflessione per tutti coloro che sono attivamente coinvolti nell'educazione e nella formazione dei ragazzi, poiché confrontando i dati con i valori di quattro anni prima, si nota come la tendenza di diminuzione sia, dove presente, ancora troppo lenta, superiore anche al dato medio nazionale.
Chiaramente al crescere dell'età, nella fase adolescenziale, aumenta anche la probabilità di assumere comportamenti a rischio: se, nel 2006 in Veneto, coloro che usano tabacco quotidianamente sono il 18% dei quindicenni, la percentuale diminuisce fino a poco più del 2% per i tredicenni; analogamente la quota di coloro che si sono ubriacati almeno due volte sale dal 4% dei tredicenni al 25% dei quindicenni.
E' evidente un forte aumento del rischio per i pre-adolescenti veneti di sviluppare in questi due anni dei comportamenti sbagliati; un dato che fa riflettere sulla necessità di potenziare la prevenzione per gli studenti di questa età. (Figura 5.2.1)
Altro dato preoccupante risulta il progressivo livellamento rilevato dall'indagine nel corso degli anni, nei comportamenti, tra i due sessi: se in passato, infatti, i ragazzi erano quelli più soggetti a comportamenti devianti, si può osservare come già per il 2006 le differenze nelle percentuali non risultino più così evidenti per genere, sottolineando come anche le femmine stiano divenendo assidue consumatrici di sostanze che creano dipendenza. (Figura 5.2.2)
Ancora troppi fumatori
Nel 2006 la percentuale di studenti quindicenni veneti che ha provato a fumare è abbastanza costante a livello provinciale, fatta eccezione per la provincia di Belluno; per le altre sei province, infatti, la quota di costoro si attesta tra il 58,6% di Treviso e il 63,7% di Venezia.
Difformemente, invece, questa percentuale è, fortunatamente, più bassa per la provincia di Belluno, dove si registra una quota di studenti quindicenni che hanno provato a fumare pari al 45,8%.
Nel complesso, quindi, si evince che i veneti tendono a provare abbastanza presto l'esperienza del fumo, in media sei su dieci all'età di quindici anni.
Più preoccupante il dato relativo alla percentuale di studenti di quindici anni che nel 2006 dichiara di usare tabacco quotidianamente: se in media per il Veneto il valore è del 18,3%, tra le diverse province si delineano due principali gruppi.
Belluno, Treviso e Vicenza riscontrano percentuali al di sotto della media regionale, con valori rispettivamente del 15,9%, 15,5% e 12,7%; se a Belluno si ha un minor rischio di fumo tra i quindicenni, Treviso e Vicenza sembrano, invece, avere molti adolescenti che provano, ma una quota inferiore che diventa un fumatore abituale.
Tutt'altro, invece, si rileva per le altre province venete: si passa da venti studenti quindicenni su cento fumatori abituali a Rovigo fino al 22,1% di Venezia e Padova.
Di fronte a questo scenario non si può non convenire che ulteriori politiche incisive di prevenzione e consapevolezza dei danni da fumo tra i ragazzi sono necessarie. (Figura 5.2.3)
Sviluppo cognitivo a rischio...troppo uso di alcool e droga
Si osserva un altro dato significativo per quanto concerne l'uso di alcolici, con riferimento ai quindicenni che dichiarano di essersi ubriacati almeno due volte nell'arco della loro vita.
Questa percentuale riscontra una distribuzione alquanto diversa dalle precedenti, andando a sua volta a mostrare una dinamica del tutto differente a livello provinciale: infatti, si registra che Belluno, la provincia con la più bassa quota di bevitori quotidiani, è invece quella dove maggiormente i quindicenni dichiarano di essersi ubriacati almeno due volte. Se nel 2006 per il Veneto a dichiarare ciò è un quindicenne su quattro, questo valore sale ad un quindicenne su tre per la provincia di Belluno.
Di contro Treviso e Vicenza sono quelle dove i ragazzi si ubriacano di meno, con quote intorno al 22%.
Verona e Rovigo risultano, invece, le province dove il consumo settimanale è più alto, coinvolgendo più di quattro ragazzi su dieci. (Figura 5.2.4)
Non da meno dell'alcol, anche l'uso di droghe tra i più giovani sembra essere un fenomeno dilagante.
Vedendo quanti tra gli studenti quindicenni veneti dichiara di aver consumato droghe come ecstasy, cocaina e LSD i risultati non confortano: a Rovigo, già a quindici anni, oltre sei studenti su cento dichiarano di aver consumato cocaina, il 5,5% di aver preso Ecstasy e il 3% LSD; Rovigo si classifica così come la provincia dove l'uso di diverse droghe in età adolescenziale è decisamente più diffuso che altrove in Veneto, seguita da Venezia dove le tre percentuali sono quasi agli stessi livelli.
Anche solo visualizzando i dati per la media regionale salta all'occhio come non sia possibile conciliare un uso così elevato di sostanze tra i quindicenni e un corretto sviluppo cognitivo e psico-sociale degli stessi. (Tabella 5.2.1)
Osservando più nello specifico la quota di ragazzi per provincia che dichiara di utilizzare cannabis emergono nuovamente dati in linea con quanto osservato in precedenza: più di un quindicenne veneto su cinque dichiara di aver consumato cannabis nei 12 mesi precedenti all'indagine.
Il valore più basso si registra a Belluno, 17,2% degli studenti quindicenni, mentre quello più elevato ancora una volta a Venezia, 24,9%. (Figura 5.2.5)
Questa situazione non fa altro che aggravare lo scenario finora presentato: l'uso e la detenzione di cannabis è reato; inoltre la ricerca di droghe spesso mette di fronte gli adolescenti a situazioni che non sono in grado di gestire, in particolar modo nella prima adolescenza, rischiando di finire in circuiti sociali emarginanti o devianti ad alto rischio.
La gravità del fenomeno non è da sottovalutare, poiché stando ai dati una fetta consistente dei quindicenni veneti sembra coinvolta.
Non si discostano molto da quanto appena visto le percentuali di studenti che dichiarano di aver consumato cannabis nel corso della loro vita: tendenzialmente, rispetto a coloro che l'hanno fatto negli ultimi dodici mesi, vi è un aumento medio intorno al 4-5% per ogni provincia.
Padovani e veneziani più a rischio
Al fine di poter confrontare le province venete attraverso un unico valore che sintetizzi l'insieme dei comportamenti a rischio sviluppati, si sono costruiti due indicatori sintetici, a partire da tre variabili relative agli stili di vita dei quindicenni: in entrambi si è tenuto conto della percentuale che usa tabacco quotidianamente e della percentuale che ha consumato cannabis nei dodici mesi prima dell'indagine.
Per quanto riguarda, invece, l'uso di alcolici si sono usate due variabili diverse: nel primo caso si è ricorsi alla percentuale di ragazzi che si è ubriacata almeno 2 volte nella vita, nel secondo caso, invece, alla percentuale di coloro che bevono tutti i giorni.
Per ogni provincia si è poi proceduto associando ad ogni variabile un punteggio compreso tra 0 e 100, assegnando 100 alla provincia con la percentuale più elevata e 0 alla provincia con la percentuale più bassa e standardizzando tutte le altre in base al massimo e al minimo (Nota 2).
Si è poi fatta la media aritmetica dei tre punteggi ottenuti da ogni provincia per le singole variabili ottenendo così un unico punteggio, sempre compreso tra 0 e 100, chiamato "indice sintetico di comportamenti a rischio".
Di seguito si sono potute stilare due graduatorie provinciali per i comportamenti a rischio, individuando le province dove il rischio è più contenuto (valori dell'indice più bassi) e quelle, invece, dove è più elevato (valori dell'indice più alti).
Si osserva che per entrambe le graduatorie le prime due posizioni vengono ricoperte, con poca distanza tra loro, rispettivamente da Padova e Venezia; segue in entrambe Verona, con un punteggio sopra la media ma più contenuto rispetto alle precedenti.
Le principali differenze tra le due classifiche si ottengono fondamentalmente per Belluno, che si posiziona nel primo caso nel mezzo e nel secondo ultima tra tutte; questo perché, in questa provincia, i quindicenni tendenzialmente bevono con meno continuità giornaliera e tendono, invece, a presentare più spesso occasioni in cui ubriacarsi.
Le province di Treviso e, ancor più in particolare, Vicenza registrano in entrambi i casi valori ben al di sotto della media regionale.
Infine, si specifica che Rovigo si posiziona sempre al centro della graduatoria provinciale, ma solamente per l'uso contenuto che i quindicenni fanno della cannabis, mentre al contrario, si ricorda che, i ragazzi di questo territorio sono i maggiori utilizzatori delle altre tipologia di droghe sintetiche. (Figura 5.2.6)
Il pericolo dell'alcool e della droga: un confronto con altri Paesi
A livello internazionale, si confrontano i dati ottenuti nel 2006 per il nostro Paese con quelli registrati da Spagna, Germania e Francia, nostri competitors (economici e sociali) a livello europeo, e con quelli degli Stati Uniti.
Ciò viene fatto per rappresentare più chiaramente la panoramica dei dati nazionali e veneti all'interno di un quadro più ampio, che evidenzi le tendenze generali nei fenomeni sociali legati agli studenti quindicenni.
Rispetto a Spagna, Germania e Francia la quota di quindicenni che si sono ubriacati almeno due volte nella vita è sensibilmente inferiore nel nostro Paese, tanto per i maschi quanto per le femmine: nei paesi europei a confronto circa un quindicenne maschio su tre si è ubriacato almeno due volte nella vita, valore superiore a quello italiano di almeno sette punti percentuali.
Se in Francia, poi, la percentuale per le femmine è la stessa che dell'Italia, 18,0%, al contrario sale di dieci punti per la Germania e arriva al 33,0% per la Spagna, superando perfino la quota dei coetanei di sesso maschile.
Si annullano, invece, le differenze di sesso per gli Stati Uniti, che si attestano su valori sensibilmente più contenuti, 20%, tanto i maschi quanto le femmine. (Figura 5.2.7)
Diverse, invece, sono le percentuali nel 2006 per i ragazzi che fumano almeno una volta a settimana: se per il nostro Paese si tratta di un quindicenne su cinque, che sia maschio o femmina, per i tre paesi europei competitors la percentuale è simile tra le femmine ed è invece più bassa per i maschi, che scendono al 17,0% in Germania e Francia e al 14,0% in Spagna; gli USA detengono il primato come minor numero di fumatori tra i quindicenni, poiché solamente il 7,0% tra i maschi e il 9,0% tra le femmine fumano almeno una volta a settimana.
Se tendenzialmente (salvo il caso spagnolo) l'uso di alcool è un fenomeno prerogativa dei quindicenni maschi, il fumo risulta, invece, prerogativa femminile; a conferma che la crescita delle fumatrici in giovane età sta diventando sempre più un problema sociale su cui riflettere.
Differentemente da alcool e fumo, l'aver provato almeno una volta in vita cannabis registra un andamento ancora diverso: sono stavolta i quindicenni statunitensi i più frequenti, poiché indifferentemente dal sesso, la quota di coloro che ha provato cannabis è pari al 31,0%; nel nostro Paese, invece, questo fenomeno è più frequente tra i maschi, uno su quattro, che tra le femmine, 17,0%.
A pari livello con gli USA, le percentuali dei quindicenni spagnoli, 30,0% tra i maschi e 32,0% tra le femmine, seguiti dai quindicenni francesi, 29,0% e 25,0%; le quote più basse si registrano tra i quindicenni tedeschi: 18,0% i maschi e 14,0% le femmine. (Figura 5.2.8)
Anche in questo caso è stato fatto un tentativo di sintesi dei risultati calcolando un indicatore sintetico dei comportamenti a rischio, tenendo conto delle percentuali, per ogni Paese, dei quindicenni che fumano quotidianamente, si sono ubriacati almeno due volte in vita e hanno fatto uso di cannabis.
Per ogni stato si è poi proceduto associando ad ogni variabile un punteggio compreso tra 0 e 100, assegnando 100 al Paese con la percentuale più elevata e 0 al Paese con la percentuale più bassa e standardizzando tutte gli altri in base al massimo e al minimo (Nota 3).
Facendo la media aritmetica dai valori standardizzati assunti da queste variabili si è ottenuto, per ogni Paese, un punteggio compreso tra 0 (rischio minimo) e 100 (rischio massimo); di seguito si è stilata una graduatoria tra i 39 paesi OCSE (Norvegia e Turchia sono state escluse poiché non si disponeva di tutti i dati).
Nel 2006 l'Italia si classifica in trentesima posizione, preceduta da Germania e seguita dagli Stati Uniti, con un punteggio tra i più bassi per i comportamenti a rischio, pari a 34,0 su 100; Francia e Spagna presentano un rischio maggiore per comportamenti fuorvianti tra i quindicenni.
Si riscontra che il paese con il minor punteggio di comportamenti a rischio è l'Israele (2,4), mentre il primato in negativo spetta al Galles (66,3) e più in generale ai paesi anglofoni e dell'est europeo. (Figura 5.2.9)
Non disponendo dei dati individuali, si è cercato di mettere in relazione, per ogni paese OCSE, le diverse percentuali relative alle tre variabili che concernono i principali comportamenti a rischio (alcol, tabacco e cannabis); si è quindi stimata, a livello macro, la correlazione tra queste quote per tentare di mostrare le possibili relazioni sottostanti a queste variabili.
L'unica correlazione che risulta rilevante è quella tra uso di tabacco e di alcol (il coefficiente di correlazione, infatti, è pari a 0,466 e l'R2% al 22% di variabilità comune alle due variabili) (Nota 4).
Messe in relazione con l'uso di cannabis, invece, sia l'uso di alcool che di tabacco risultano, a livello macro di paese, incorrelate.
Il legame tra le relazioni scolastiche e i comportamenti dei ragazzi
Infine, si è tentato di rappresentare graficamente, su due assi cartesiani, rispettivamente i punteggi dei paesi OCSE relativi alla qualità delle relazioni scolastiche (stress, piacere verso la scuola e apprezzamento dei compagni) e alla presenza di comportamenti a rischio tra i quindicenni; questo tentativo è stato fatto al fine di capire se i paesi OCSE si potessero racchiudere in gruppi abbastanza definiti in base a questi due punteggi, delineando magari delle tendenze sociali dovute ai diversi sviluppi e politiche dei vari territori. Utilizzando la stessa metodologia usata per la graduatoria dei comportamenti a rischio, si è stilata la graduatoria dei paesi anche per la qualità espressa per le relazioni scolastiche (Nota 5).
Si è così costruito un grafico cartesiano con in ascissa il punteggio per i comportamenti a rischio e in ordinata il punteggio per la qualità delle relazioni scolastiche, centrando gli assi nei valori coincidenti con le medie delle due distribuzioni di Paesi.
Complessivamente vengono individuati tre segmenti identificativi dei paesi OCSE e un paio di stati con posizionamento "non raggruppabile": quest'ultimi sono, rispettivamente, la Macedonia, con pochi comportamenti a rischio ed elevata qualità di relazioni scolastiche, e la Groenlandia, con relazioni scolastiche di qualità sopra la media, ma comportamenti a rischio estremamente elevati.
L'Italia, sebbene si inserisca nel quadrante dei minori comportamenti a rischio, evidenzia una situazione di qualità più bassa delle relazioni vissute dai ragazzi a scuola. (Figura 5.2.10)

Figura 5.2.1

Percentuale di studenti quindicenni che dichiara comportamenti a rischio per tipo di comportamento. Veneto - Anni 2002 e 2006

Figura 5.2.2

Percentuale di studenti di 13 e 15 anni che dichiara comportamenti a rischio per tipo di comportamento e sesso. Veneto - Anno 2006

Figura 5.2.3

Percentuale di studenti quindicenni che dichiara di usare tabacco quotidianamente per provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 5.2.4

Percentuale di studenti quindicenni che dichiara di bere alcolici ogni settimana e/o essersi ubriacato almeno 2 volte nella vita per provincia. Veneto - Anno 2006

Tabella 5.2.1

Percentuale di studenti quindicenni che dichiara di aver consumato droghe nella vita per tipo di droga e provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 5.2.5

Percentuale di studenti quindicenni che dichiara di aver consumato cannabis nei 12 mesi prima dell'indagine per provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 5.2.6

Graduatorie di comportamento a rischio degli studenti quindicenni per provincia. Veneto - Anno 2006

Figura 5.2.7

Percentuale di studenti quindicenni che si sono ubriacati almeno due volte nella vita per sesso. Italia, Spagna, Germania, Francia e USA - Anno 2006

Figura 5.2.8

Percentuale di studenti quindicenni che hanno usato cannabis almeno una volta nella vita per sesso. Italia, Spagna, Germania, Francia e USA - Anno 2006

Figura 5.2.9

Graduatoria dei comportamenti più a rischio degli studenti quindicenni per Paese OCSE - Anno 2006

Figura 5.2.10

Distribuzione in centesimi dei punteggi relativi ai comportamenti a rischio e alle relazioni scolastiche degli studenti quindicenni per paese - Anno 2006
 
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Risposte ai quesiti

  1. Qual è la prevalenza del bullismo tra gli studenti quindicenni?

    Il bullismo a scuola è un fenomeno preoccupante: prevenirlo e contrastarlo è arduo, ma doveroso per tutti i soggetti che hanno ruoli educativi, nella scuola, in famiglia, nella comunità.
    Ma quanto è frequente tra gli studenti quindicenni del Veneto?
    I dati riportati in questo capitolo informano sulla prevalenza dei bulli, occasionali (hanno partecipato una volta ad un atto di bullismo negli ultimi due mesi precedenti l'indagine) o recidivi o seriali (2, 3 o più atti), e sulle vittime del bullismo, occasionali (hanno subito un atto negli ultimi due mesi) o abituali (subito 2,3 o più atti).
    La prevalenza dei bulli occasionali in Veneto nel 2006 è risultata pari al 26% (32,6% nel 2002), quella dei bulli recidivi si è attestata sull'8% degli studenti quindicenni (12% nel 2002).
    Il fenomeno è molto più frequente tra i maschi (33,7% e 11,4% per i due tipi di bullismo) che tra le femmine (19% e 5%).
    Le prevalenze delle vittime occasionali sono risultate del 17% dei maschi e del 14% delle femmine ; quelle abituali il 3,8% dei maschi e il 3,2% delle femmine.
    Facendo il rapporto tra prevalenza dei bulli seriali e prevalenza delle vittime abituali, si ottiene un indice che consente di verificare se il bullismo si manifesta come fenomeno individuale (uno contro uno) o di branco (più bulli sulla stessa vittima). Dai valori dell'indice emerge in Veneto un bullismo più di branco, con forte variabilità tra le province: media regionale 2,3 bulli seriali per vittima abituale; Venezia 3,6, Vicenza 3, fino al dato di Belluno pari a 1,1 (bullismo prevalentemente individuale).

  2. Qual è la prevalenza di studenti quindicenni consumatori di tabacco, alcol e droghe?

    L'assunzione da parte di studenti quindicenni di tabacco, alcol e droghe, oltre ad essere un segno di forte disagio psicologico e sociale (e quindi di basso livello di qualità della vita in un periodo da attendersi come gioioso), che può compromettere lo sviluppo equilibrato e positivo della persona anche dal punto di vista cognitivo, rappresenta un fattore di rischio per la salute in tutto il successivo arco della vita.
    E' un fatto preoccupante, che chiama in causa soprattutto i processi educativi che fanno capo alla famiglia e alla comunità; ma anche la scuola è chiamata a svolgere con responsabilità e impegno un importante ruolo educativo.
    Alcuni dati rilevanti in Veneto nel 2006 sono:
    • il 18% di studenti quindicenni usano quotidianamente tabacco;
    • il 25% di studenti quindicenni si sono ubriacati almeno 2 volte nella vita (il 36% beve alcolici ogni settimana);
    • il 25% di studenti quindicenni ha consumato cannabis nella vita (20,6% nei 12 mesi precedenti l'indagine);
    • l'1,7% di studenti quindicenni ha consumato nella vita ecstasy, 3,7% cocaina, 2,6% LSD.
    La variabilità dei valori provinciali delle prevalenze è abbastanza consistente: dal 13% al 22% per il tabacco, dal 32% al 42% per l'alcol, dal 17% al 25% per la cannabis.
    Al fine di poter confrontare le province venete attraverso un unico valore che sintetizzi l'insieme dei comportamenti a rischio sviluppati, si sono costruiti due indicatori sintetici: in entrambi si è tenuto conto della percentuale che usa tabacco quotidianamente e della percentuale che ha consumato cannabis nei dodici mesi prima dell'indagine. Per quanto riguarda, invece, l'uso di alcolici si sono usate due variabili diverse: nel primo caso si è ricorsi alla percentuale di ragazzi che si è ubriacata almeno 2 volte nella vita, nel secondo caso, invece, alla percentuale di coloro che bevono tutti i giorni. Gli indici variano da 0 = rischio basso a 100 = rischio alto.
    In particolare, considerando l'indice che tiene conto di coloro che bevono quotidianamente, il valore medio del Veneto risulta pari a 53 punti su 100, con variabilità tra le province che va dagli 11 punti di Belluno ai 75 di Padova.