Capitolo 9

L'influenza dello status sociale: nascita o talento?

Con il termine "status sociale" si intende la posizione che un individuo occupa nella società in relazione agli altri individui: esso è determinato da diversi fattori, come il possesso di beni materiali, la posizione occupazionale, l'accesso alle risorse economiche, la cultura e il prestigio sociale.
Storicamente, l'influenza che lo status sociale ricopriva nel determinare i risultati, tanto dal punto di vista educativo, quanto lavorativo e di prestigio sociale, è stata ampia e largamente dimostrata; dalla nascita della Repubblica Italiana il sistema educativo, al fine di seguire i principi costituzionali, si è sempre più spostato verso un modello che permettesse a tutti gli studenti di raggiungere i propri obiettivi educativi e di formazione, in base unicamente alle proprie capacità e non alle caratteristiche della famiglia di origine.
Tuttavia, in un recente studio, l'OCSE (Nota 1) ha analizzato l'influenza della famiglia d'origine rispetto alle scelte educative, ai risultati scolastici e lavorativi. Ne emerge un'Italia che fatica a crescere, che non riesce a slegare i risultati ottenuti dai figli da quelli ottenuti dai genitori: a livello scolastico i figli di genitori laureati hanno il 50% di probabilità in più degli altri di laurearsi, mentre i figli di genitori poco istruiti hanno circa il 45% di probabilità in più di non ottenere un diploma di scuola superiore. Queste differenze permangono poi nel mercato del lavoro: i figli di padri laureati hanno in media un reddito superiore del 50% rispetto ai figli di padri con un'educazione inferiore. A questo va aggiunto che, sempre secondo i dati Ocse, il 40% del vantaggio economico di una persona ben retribuita rispetto ad un'altra meno retribuita si trasmette da padre in figlio.
Osservando poi le differenze all'interno dell'Ocse, l'Italia è fra i paesi in cui la mobilità intergenerazionale è meno vivace, dove i figli hanno più difficoltà a liberarsi del bagaglio lasciato in eredità dai genitori e dove nascere in determinati ambienti fa ancora la differenza. Spesso è comunque difficile distinguere fra effetti diretti e indiretti: il background familiare influenza la scelta della scuola superiore e, di conseguenza, gli studenti si trovano a crescere in ambienti molto diversi fra loro (è diverso il gruppo di coetanei con cui andranno ad affrontare il percorso scolastico così come l'approccio alle discipline) che sarà poi determinante per le future scelte (università o lavoro) e possibilità lavorative.
Per spiegare queste differenze l'Ocse ha analizzato le politiche educative che più o meno direttamente tendono a limitare l'effetto della famiglia d'origine, creando così una società in cui effettivamente si possa parlare di "meritocrazia": come dice la parola stessa, l'obiettivo è di eliminare lo svantaggio dei figli di genitori con status sociale più basso adottando strategie educative atte a svilupparne le potenzialità che permetterà loro di progredire e di crescere. È emerso in particolare che la mobilità intergenerazionale è più forte in quei paesi dove i bambini sono inseriti prima nel sistema scolastico, dove i ragazzi devono scegliere più tardi (attorno ai 16 anni) fra un percorso liceale o professionale, dove esistono sistemi di sostegno al reddito per le famiglie e dove gli insegnanti sono meglio retribuiti.
Di seguito, quindi, si cercherà di misurare quanto sia influente la provenienza familiare e sociale di uno studente nella scuola secondaria di secondo grado, già a partire dalla scelta del percorso scolastico, nel determinarne le scelte e, conseguentemente, la riuscita scolastica; questo appare chiaramente un tentativo, poiché l'influenza dello status sociale è qualcosa che si manifesta su più livelli, a cui tutti sono, più o meno consciamente soggetti; non vi è infatti possibilità di escluderne gli effetti per valutarne al netto le scelte di percorso scolastico e gli esiti educativi.
 
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9.1 - L'influenza della famiglia d'origine sui livelli cognitivi

L'indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment), promossa e condotta dall'OCSE, consente di verificare periodicamente nei giovani quindicenni scolarizzati le competenze funzionali negli ambiti della lettura, della matematica e delle scienze, giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere per tutta la vita (Nota 2).
L'indagine permette di studiare molteplici aspetti legati ai livelli cognitivi di tali ragazzi tra cui l'influenza della famiglia d'origine sulle competenze acquisite. Fra le diverse informazioni disponibili, si è scelto qui di presentare il legame dei livelli cognitivi dei ragazzi quindicenni con lo stato occupazionale dei genitori e la disponibilità nell'ambiente domestico di risorse educative, quali ad esempio computer, collegamento ad internet, libri su cui approfondire gli studi, spazi adeguati per studiare.
A livello OCSE, nel 2006, anno per cui è possibile la suddetta analisi, il punteggio medio ottenuto dai giovani i cui genitori svolgono lavori medio alti supera i 520 punti per le tre discipline (527 in scienze, 520 in lettura e 524 in matematica), mentre per gli altri si ferma attorno ai 450 punti (454 in scienze e matematica, 448 in lettura): la differenza fra punteggio è quindi pari a 73 punti per scienze, 72 per la lettura e 70 per matematica. Anche in Italia si possono osservare queste differenze, nonostante gli scarti fra i due gruppi di studenti siano più limitati: si fermano, infatti, a 48 punti in matematica e 51 per le altre due discipline. Volendo stendere una graduatoria degli stati dove il lavoro dei genitori più influenza il rendimento scolastico dei figli, troviamo al primo posto la Francia, seguita da Germania e Portogallo; l'Italia si colloca in penultima posizione, seguita solo dalla Corea. Da ciò, si potrebbe trarre la conclusione che in Italia l'influenza dello status sociale dei genitori è importante, ma non produce differenza così marcate come nel resto dei paesi OCSE.
Le differenze, a seconda delle risorse educative a disposizione, dei giovani in Italia producono all'incirca gli stessi effetti: lo scarto fra il punteggio dei ragazzi con molte risorse e quelli con limitate possibilità raggiunge i 57 punti in scienze e i 55 punti in lettura e matematica. Tuttavia, il valore OCSE è questa volta inferiore (varia da 50 a 54 nelle tre materie di studio) e l'Italia passa dalla penultima posizione alla 13-esima.
Nel nostro Paese dunque il lavoro dei genitori è una variabile che sicuramente spiega il diverso rendimento dei ragazzi, ma altrettanto importante, e sicuramente più che in altri paesi, è la possibilità per i giovani di aver a disposizione degli ausili per lo studio, variabile proxy del contesto familiare e culturale in cui vivono.
Il quadro dunque che emerge dai dati OCSE è di un'Italia a due livelli: da un lato, infatti, i rendimenti scolastici sembrano risentire meno degli altri paesi dell'influenza della famiglia, ma d'altra parte provenire da famiglie più agiate con lavori meglio retribuiti e titoli di studio più elevati rappresenta un indubbio vantaggio per il futuro lavorativo dei giovani, come visto nell'apertura di capitolo analizzando i percorsi di studio e di lavoro successivi al diploma di scuola superiore. (Figura 9.1.1)

Figura 9.1.1

Livelli cognitivi degli studenti quindicenni in matematica, lettura e scienze: differenze di punteggio per lavoro dei genitori e per risorse educative disponibili - Anno 2006
 
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9.2 - L'indicatore di background familiare

Dall'indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati condotta da Istat con cadenza triennale (Nota 3), è poi possibile studiare l'influenza del background familiare sui giovani in merito alla scelta della scuola superiore, ai risultati scolastici durante il percorso formativo e alla scelta conseguente fra lavoro e università.
Dall'indagine è possibile desumere in particolare il titolo di studio dei genitori e la loro condizione occupazionale. In Veneto, il 37% dei padri e il 42% della madri possiede la licenza media, mentre il 39% dei primi e il 37% delle seconde ha un diploma di scuola superiore. La percentuale di chi ha al massimo la licenza elementare è pari al 12%-13% per entrambi i genitori, mentre inferiore è la quota di laureati (12% per i padri e 8% per le madri). Rispetto al valore medio italiano, in Veneto si notano titoli di studio leggermente più alti per i padri e più bassi per le madri.
Incrociando le informazioni del padre e della madre, in Veneto il 23% dei diplomati ha entrambi i genitori con la licenza media, mentre poco meno del 20% ha entrambi i genitori diplomati. A seguire poi si trovano i ragazzi con un genitore diplomato e l'altro con la licenza media (14% con il padre diplomato e 10% con la madre). (Tabella 9.2.1)
Per quanto riguarda la condizione occupazionale, circa un terzo dei padri dei diplomati è un operaio, mentre il 26% svolge un lavoro di tipo impiegatizio. A seguire poi si trovano le occupazioni di quadro/impiegato ad alta e media qualificazione, gli imprenditori e i liberi professionisti. Ben diversa, invece, la distribuzione della condizione occupazionale delle madri: il 44% si trova in altra condizione, che nella quasi totalità dei casi equivale a casalinga. Al di sotto del 20%, la condizione di quadro/impiegata ad alta e media qualificazione e di impiegata esecutiva e inferiore al 15% quella di operaia.
Dall'incrocio delle due informazioni, emerge che le combinazioni più ricorrenti è papà operaio e mamma casalinga (18%) e padre impiegato esecutivo e madre casalinga (11%). La coppia imprenditore - casalinga raggiunge l'8%, mentre operaio - operaia il 7,5%.
Rispetto alla media nazionale, in Veneto si osservano più padri imprenditori e meno madri casalinghe. (Tabella 9.2.2) e (Tabella 9.2.3)
Per meglio comprendere l'influenza dei genitori e della loro condizione occupazionale sui percorsi e sulle scelte formative dei figli, è stato costruito un indicatore sintetico basato sul titolo di studio del padre e della madre e sul lavoro da essi svolto (Nota 4). A queste variabili è stata applicata un'analisi fattoriale tramite l'estrazione delle componenti principali (Nota 5), ottenendo così l'indicatore finale del background familiare, che è stato poi riportato su una scala da 0 a 100 per facilità di interpretazione. Nella tabella che segue sono riportati a titolo di esempio, i valori dell'indicatore che alcune combinazioni di titolo di studio e lavoro assumono. (Tabella 9.2.4)
Nel grafico che segue, è riportata la distribuzione dell'indicatore a livello italiano. Come si può osservare l'11% dei diplomati ha indicatore minore di 10: in questo primo intervallo rientrano le famiglie in cui entrambi i genitori hanno bassi titoli di studio (licenza elementare) e lavori di profilo piuttosto basso (operai o inattivi). La classe modale è invece quella successiva, in cui l'indicatore assume valori compresi da 10 a 19; i gruppi più significativi dal punto di vista numerico sono due: entrambi i genitori con licenza media, padre operaio, madre casalinga e entrambi i genitori con licenza media, padre lavoratore in proprio/impiegato esecutivo, madre casalinga. Si può quindi sottolineare che quasi un terzo dei ragazzi si trova in questa prima fascia, con un indicatore di status sociale compreso da 0 a 20. Le classi successive sono poi sempre meno numerose, fino ad arrivare al 2% di diplomati con un indice superiore a 90.
Per facilitare le elaborazioni successive, è stato necessario ripartire in fasce l'indicatore appena descritto: al fine di ottenere gruppi della stessa numerosità, si è deciso di suddividere il collettivo in tre classi, prendendo come valore soglia il 33-esimo percentile (che corrisponde ad un indicatore pari a 20,7) e il 66-esimo percentile (che corrisponde ad un indicatore pari a 43,3). A livello italiano, seguendo questa classificazione, il 35% dei diplomati proviene da famiglie con "background di basso livello", il 32% da famiglie con "background di medio livello" e il 33% da famiglie con "background di alto livello".
In Veneto si può osservare la medesima distribuzione: rispetto all'indicatore su scala 0-100, a livello italiano il valore medio è pari a 35,0, mentre a livello regionale a 34,8; il valore modale è pari a 11,5 in entrambi i livelli e il valore mediano differisce di soli 1,5 punti. (Figura 9.2.1) e (Figura 9.2.2) (Nota 6)

Tabella 9.2.1

Titolo di studio del padre e della madre dei diplomati del 2004 e intervistati nel 2007. Veneto e Italia (valori percentuali)

Tabella 9.2.2

Condizione occupazionale del padre e della madre dei diplomati del 2004 e intervistati nel 2007. Veneto (valori percentuali)

Tabella 9.2.3

Condizione occupazionale del padre e della madre dei diplomati del 2004 e intervistati nel 2007. Italia (valori percentuali)

Tabella 9.2.4

Indicatore di status sociale: alcuni esempi interpretativi

Figura 9.2.1

Distribuzione dell'indicatore di background familiare dei diplomati del 2004 e intervistati nel 2007. Italia (valori percentuali)

Figura 9.2.2

Distribuzione dell'indicatore di background familiare dei diplomati del 2004 e intervistati nel 2007.  Indici di media e di posizione. Veneto e Italia
 
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9.3 - Le differenze nei percorsi formativi

Si può innanzitutto osservare, che la famiglia d'origine influisce sulla scelta delle scuola superiore: all'aumentare dell'indicatore relativo al background familiare, e quindi all'aumentare del titolo di studio dei genitori e della posizione professionale, diminuisce la percentuale di giovani che scelgono una scuola professionale e tecnica e aumenta parallelamente la preferenza verso il sistema dei licei. Questo andamento è osservabile sia a livello nazionale che a livello regionale: in Veneto, i giovani che provengono da famiglie con bassi profili scelgono per il 33% una scuola professionale, per il 49% un istituto tecnico e solo per il 14% un liceo. Per i giovani che hanno alle spalle famiglie con profili più alti, la percentuale di chi sceglie un liceo raggiunge il 60%. (Figura 9.3.1)
A questo si deve aggiungere che i ragazzi con background più alto hanno avvertito di più l'influenza dei genitori nella scelta della scuola superiore: il 40% di questi diplomati del Veneto ha dichiarato di essere stato influenzato molto o abbastanza dalla famiglia, valore che scende al 33% fra i ragazzi con background medio - basso. La differenza fra i due gruppi è quindi pari a 7 punti percentuali, al di sotto comunque della media nazionale. Le regioni che presentano diversità maggiori sono la Toscana e la Lombardia, mentre all'estremo opposto si trovano Sicilia e Basilicata, dove la percezione dell'influenza dei familiari varia di poco a seconda del background.
Scendendo più nel dettaglio dell'analisi, emerge che in Veneto la categoria di ragazzi più influenzati dalla famiglia sono stati i liceali con un alto background (sono stati influenzati nel 43% dei casi) e in particolar modo i liceali con un alto background che sono stati licenziati dalla scuola media inferiore con votazioni più elevate. (Figura 9.3.2)
L'influenza della famiglia d'origine risulta ancora più accentuata se si analizzano le differenze alla luce del voto di licenza media. Consideriamo inizialmente i ragazzi che hanno concluso il primo ciclo di istruzione con votazioni medio basse (sufficiente oppure buono): se questi provengono da famiglie con bassi titoli di studio e lavori di basso profilo, nel 41% dei casi si diplomeranno in un istituto professionale; se invece provengono da famiglie di più alto livello, nel 40% dei casi si diplomeranno in un liceo.
Consideriamo adesso i ragazzi usciti dalla scuola media con una votazione medio alta (distinto oppure ottimo): le differenze per background familiare sono ancora marcate e le maggiori differenze si osservano in relazione agli istituti tecnici. Pur aumentando la percentuale dei diplomati nei licei, i figli di operai che hanno ottenuto risultati scolastici migliori scelgono soprattutto gli istituti tecnici (57%) e in misura minore i licei (31%), mentre i ragazzi che hanno un background più alto scelgono nel 76% dei casi un liceo e solo nel 19% un istituto tecnico. (Figura 9.3.3)
I ragazzi che provengono da famiglie con titolo di studio più elevati e con lavori di più alto livello, hanno quindi più probabilità di scegliere un liceo, piuttosto che un altro tipo di istituto. Di riflesso, i ragazzi che scelgono comunque una scuola professionale sono quelli che presentano le maggiori difficoltà scolastiche: a livello di Nord Est, il 26% dei diplomati negli istituti professionali con un alto background familiare hanno cambiato scuola durante il loro percorso scolastico, a dispetto del 9% di chi ha un background più basso. Parallelamente fra il primo gruppo di diplomati il 29% è stato respinto, valore che scende al 21% fra i secondi: in poche parole, pochi figli di laureati si diplomano in una scuola professionale e quei pochi hanno incontrato più difficoltà dei compagni nel percorso di studi. Le differenze si attenuano o scompaiono analizzando i diplomati negli istituti tecnici e nei licei.
Infine, il background familiare influenza l'esito finale, anche se le differenze non sono molto evidenti: fra chi proviene da un contesto medio basso, in Veneto il voto medio di maturità è pari a 77,84, sale al 78,17 fra chi proviene da un contesto medio e raggiunge l'80,20 fra chi vive in un contesto più elevato. Lo stesso andamento si osserva anche a livello italiano e ripartizionale. In Veneto inoltre ci sono alcune differenze anche fra tipologia scolastica: negli istituti professionali, come visto appena sopra, sono i ragazzi con background medio basso ad uscire con i risultati migliori (il 37% ha ottenuto un punteggio compreso fra 80 e 100 rispetto al 30% dei compagni con background più alto), mentre in un istituto tecnico la relazione si inverte a favore dei ragazzi provenienti da famiglie di alto livello. (Figura 9.3.4) e (Figura 9.3.5)
Le differenze non si esauriscono con il conseguimento del diploma di scuola superiore, ma permangono negli anni a seguire, a partire dalla scelta fra lavoro e università. Scelgono un percorso lavorativo il 65% dei ragazzi con famiglie di basso profilo, il 43% dei ragazzi con famiglie di medio profilo e il 21% dei ragazzi con famiglie di alto profilo; parallelamente prosegue gli studi con un percorso universitario (a cui si devono aggiungere una quota di studenti che studiano e lavorano) il 19% dei primi, il 31% dei secondi e il 48% dei terzi.
Risulta però interessante osservare le differenze a parità di diploma conseguito. In media, come già visto nel capitolo dedicato all'orientamento, il 19% dei giovani che conseguono una maturità professionale proseguono gli studi, ma la situazione cambia da famiglia a famiglia: i figli di laureati scelgono un percorso universitario in misura maggiore dei figli di operai (studia il 28% contro il 16%). La differenza fra alto e basso background familiare è di 12,1 punti percentuali.
Le differenza aumenta leggermente analizzando i liceali, arrivando a 12,3 punti percentuali: la quota di giovani che studiano (o che studiano e lavorano) raggiunge il 90% fra la fascia con un alto background. Ma gli scarti si fanno ancora più evidenti fra gli istituti tecnici. In media, il 37% dei diplomati nel 2004 a tre anni dal conseguimento del titolo di perito tecnico prosegue gli studi; questa percentuale raggiunge il 55% fra i giovani con un alto background e scende progressivamente fino ad arrivare al 27% fra i ragazzi con profili familiari più bassi: la differenza fra questi due gruppi di ragazzi sfiora il 30%. (Figura 9.3.6)
Inoltre, focalizzando l'attenzione sui soli ragazzi che hanno intrapreso un percorso universitario, anche la scelta della facoltà dipende dal tipo di famiglia. Evidente è il caso dei corsi di studio in ambito medico: per il 52% sono frequentate da figli di genitori con alto profilo lavorativo e solo per il 13% da figli di genitori con basso profilo; è possibile spiegare questa differenza in vari modi, estendibili anche ad altre facoltà come giurisprudenza o architettura: da una parte, infatti, si tratta di corsi che richiedono tempi più lunghi di conseguimento e con periodi non retribuiti di specializzazione o praticantato dopo il conseguimento del titolo. Un giovane che proviene da famiglie con un alto profilo lavorativo quindi ha maggiori possibilità economiche e può frequentare più facilmente un corso di studio di questo tipo. D'altra parte si tratta di lauree che permettono l'accesso alle libere professioni dove si nota una certa ereditarietà fra titolo di studio/professione dei genitori (e soprattutto del padre) e quello dei figli. (Figura 9.3.7)

Figura 9.3.1

La scelta della scuola superiore: differenze per background familiare dei diplomati del 2004 e intervistati nel 2007. Veneto e Italia (valori percentuali)

Figura 9.3.2

L'influenza della famiglia: percentuali di diplomati nel 2004 e intervistati nel 2007 che hanno avvertito molto o abbastanza l'influenza dei genitori nella scelta della scuola superiore e differenze per background familiare.

Figura 9.3.3

La scelta della scuola superiore: percentuale di diplomati nel 2004 e intervistati nel 2007 per background familiare e voto di licenza media. Veneto

Figura 9.3.4

L'influenza della famiglia sul curriculum scolastico: percentuale di diplomati nel 2004 e intervistati nel 2007 che hanno cambiato scuola e che sono stati respinti e differenze per background familiare. Nord Est e Italia

Figura 9.3.5

L'influenza della famiglia sul curriculum scolastico: percentuale di giovani che si sono diplomati nel 2004 e intervistati nel 2007 con una votazione medio alta (da 80 a 100) e differenze per background familiare. Veneto e Italia

Figura 9.3.6

Distribuzione percentuale dei diplomati nel 2004 per condizione occupazionale a tre anni dal conseguimento del diploma; differenze per background familiare e tipo di diploma. Veneto

Figura 9.3.7

Tipo di laurea conseguita dai laureati veneti (*) provenienti fa famiglie con alto e basso profilo lavorativo. Anno 2007 (valori percentuali)
 
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Risposte ai quesiti

  1. Quale influenza sui livelli cognitivi?

    I dati sulla situazione italiana presentati in questo capitolo giustificano ampiamente l'interrogativo della seconda parte del titolo: "nascita o talento?". Dallo studio OCSE citato nel testo, risulta che i figli di laureati hanno il 50% di probabilità in più di laurearsi, mentre i figli di genitori con profilo di istruzione più basso hanno il 45% di probabilità in più di non arrivare ad un titolo di diploma di scuola media superiore; ancora, i figli di genitori laureati percepiscono redditi del 50% più alti dei figli degli altri genitori, mentre il 40% del vantaggio economico si tramanda da padre in figlio.
    Dall'indagine PISA sui livelli cognitivi raggiunti dagli studenti quindicenni, emergono differenze di rilievo tra i figli di genitori con alto e basso profilo occupazionale e i ragazzi con più o meno disponibilità nell'ambiente domestico di risorse educative. In Italia, le differenze raggiungono i 50-55 punti, in linea con la media dei paesi OCSE per quanto riguarda l'influenza della disponibilità delle risorse educative, inferiori di circa 20 punti relativamente all'influenza della situazione occupazionale.
    L'obiettivo costituzionale delle pari opportunità educative per le giovani generazioni richiede ancora interventi impegnativi, non facili ma doverosi.

  2. Quale influenza sui percorsi formativi?

    A 60 anni dalla costituzione della repubblica, l'influenza dello status sociale sulla scelta del tipo di scuola, sul percorso scolastico e sulle scelte dopo il diploma rimane notevole.
    Sulla base dei dati rilevati dall'Istat attraverso l'indagine del 2007 sui diplomati del 2004, è stato costruito un indicatore di status sociale dei diplomati basato congiuntamente sulla condizione lavorativa e sul livello di istruzione dei genitori. I valori dell'indicatore variano nel campo 0-100. Suddividendo il dominio dei valori in tre classi, sono stati definiti tre profili di status sociale: basso (valori da 0 a 21), medio (da 21 a 43), alto (oltre 43).
    Alcune differenze significative tra i profili basso e alto di status sociale per il Veneto, sono sintetizzate nei punti che seguono.
    • Scelta del tipo di scuola. Si sono diplomati in un liceo il 14% degli studenti del profilo basso (Italia 21%) e il 60% degli studenti del profilo alto (Italia 62%); si sono diplomati in un istituto professionale il 33% del profilo basso (Italia 27%) e il 7% del profilo alto (Italia 6%).
    • La spinta dei genitori verso un tipo di scuola. Il 33% dei diplomati di profilo basso e il 40% di quello alto hanno dichiarato di avere avvertito molto o abbastanza l'influenza dei genitori nella scelta della scuola superiore. Le differenze fra alto e basso profilo sono più consistenti in altre regioni come la Toscana (17 punti percentuali di differenza) e la Lombardia (14 punti).
    • Voto di licenza media all'ingresso della scuola media superiore. Ragazzi usciti dalla scuola media con un voto medio basso (sufficiente - buono): si sono diplomati in un liceo l'8% degli studenti del profilo basso e il 40% di quello alto; si sono diplomati in un istituto professionale il 41% del profilo basso e il 14% di quello alto. Ragazzi usciti dalla scuola media con un voto medio alto (distinto - ottimo): si sono diplomati in un liceo il 31% del profilo basso contro il 76% di quello alto.
    • Cambi di corso e ripetenze. Le differenze sono dovute soprattutto al tipo di scuola scelta (molto influenzata dallo status sociale, v. punto 1), piuttosto che allo status sociale. Da segnalare la frequenza elevata di diplomati degli istituti professionali che hanno cambiato scuola tra gli studenti del profilo familiare alto (nel Nord Est 26%, 9% nel profilo basso).
    • Votazione conseguita all'esame di maturità. Il 41% dei diplomati con un profilo familiare basso hanno ottenuto votazioni medie alte (80-100), contro il 50% del profilo alto.
    Anche sulle scelte dopo la maturità permane una non trascurabile influenza del profilo familiare.
    • Diplomati che lavorano (e che non studiano): lavora il 65% dei ragazzi con profilo basso e il 21% di quello alto.
    • Diplomati che studiano o che studiano e lavorano. Fra i diplomati dei licei, la percentuale di chi studia o di chi studia e lavora varia dal 77% del profilo basso al 90% dal profilo alto; fra i diplomati degli istituti professionali dal 16% del profilo familiare basso al 28% di quello alto.
    • Scelta del tipo di laurea universitaria. Fra i laureati in Medicina, il 13% proviene da famiglie con profilo familiare basso, il 52% da quello alto; fra i laureati in Economia - Statistica e Ingegneria, il 24-25% da famiglie con profilo basso e il 26% da quelle con profilo alto; gruppo scientifico, 35% profilo basso, 17% profilo alto; Insegnamento, 30% profilo basso, 15% profilo alto.
    L'influenza dello status familiare sulle scelte di percorsi, sugli esiti e sugli sbocchi post diploma è davvero notevole. C'è ancora molto da fare se si vuole realizzare in tempi non troppo lontani una politica di riequilibrio delle opportunità educative offerte ai giovani, orientata più ai talenti che alla nascita. Occorre un'azione educativa e di orientamento che garantisca stimoli differenziati, investendo maggiormente sui soggetti più deboli, quelli che non possono contare sulle risorse culturali della famiglia; occorre una maggiore solidarietà sociale, orientata a sostenere anche sul piano economico le famiglie che non possono permettersi percorsi di studio troppo lunghi per i propri figli.