Capitolo 2

Orientarsi all'ingresso: una scelta incerta

Un monito sulla necessità di un sistema scolastico centrato sull'individuo e, di conseguenza su un suo corretto progetto di orientamento, lo si può scorgere a partire dagli articoli 3 e 4 della Costituzione Italiana; l'articolo 4 recita testualmente "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".
Si parte, quindi, dal presupposto per il quale ogni cittadino contribuisce in maniera significativa allo sviluppo del Paese e del tessuto sociale quando viene messo nella condizione di sviluppare le proprie potenzialità e talenti personali.
L'articolo 3, dove si recita "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese", mette l'accento sulla necessità di garantire che tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale e siano eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, riuscendo così a sviluppare in maniera libera, autonoma e indipendente le proprie caratteristiche ed aspirazioni.
E' quindi evidente come un sistema scolastico, che parta dalle aspettative e dalle potenzialità dei ragazzi e le tramuti in possibilità di sviluppo umano, sociale e lavorativo, sia il principale strumento per realizzare quanto previsto dalla nostra costituzione, già nelle prime fasi del ciclo evolutivo della persona.
In quest'ottica un corretto, continuo e puntuale orientamento degli individui gioca un ruolo centrale nella realizzazione ottimale di quanto detto.
Obiettivi dell'orientamento di un sistema scolastico dovrebbero in primo luogo essere quelli di:
  1. aiutare i ragazzi a maturare fin da piccoli la consapevolezza delle proprie capacità, modellandone di conseguenza aspirazioni e aspettative in modo coerente, libero ed indipendente;
  2. aiutare i ragazzi a scegliere percorsi di studio e lavoro più pertinenti con le proprie attitudini, monitorandone progressi e risultati;
  3. aiutare i ragazzi a sviluppare una coscienza critica per essere in grado di effettuare scelte efficaci per la vita ed il lavoro, auto-orientandosi ed auto-educandosi in maniera permanente.
 
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2.1 - Quale modello per il sistema "orientamento"

L'orientamento scolastico e professionale può essere considerato come un sub-sistema del sistema educativo complessivo descritto nel capitolo 1.
Nella (Figura 2.1.1) è riportato uno schema rappresentativo dei principali fenomeni in gioco nei processi di orientamento.
Anche in questo caso le variabili sono classificate in due blocchi, corrispondenti in sintesi ai "fini" e ai "mezzi" del sistema.
Il blocco delle variabili finali comprende i fenomeni concernenti i bisogni e la domanda di orientamento che proviene dalla comunità e i corrispondenti esiti da garantire ai destinatari. E' l'ambito decisionale delle " politiche di orientamento", cioè delle scelte concernenti traguardi e tendenze di miglioramento degli esiti da garantire (livelli di apprendimento e di cultura raggiunti rispetto ai talenti, alle attitudini e alle attese, regolarità dei percorsi, soddisfazione per le scelte fatte, soddisfazione per gli stimoli all'orientamento ricevuti).
Il secondo blocco è formato da variabili che esprimono gli aspetti produttivo-strumentali dell'orientamento (mezzi). E' l'ambito decisionale delle strategie dell'orientamento, cioè delle scelte concernenti gli stimoli all'orientamento da produrre (prodotti), l'organizzazione delle strutture e dei processi per produrre gli stimoli e le scelte concernenti l'allocazione e le modalità di impiego delle risorse.
In sintesi (Figura 2.1.2).
La finalità è quella di produrre conoscenze sui fenomeni del sistema utili ai soggetti decisori per le scelte di politica dell'orientamento, cioè per le decisioni concernenti i miglioramenti da perseguire negli esiti da garantire ai destinatari (apprendimento e cultura coerenti con i talenti, le attitudini e le aspettative degli studenti e loro famiglie , gradimento per l'orientamento ricevuto, impatto sociale delle scelte di vita e di lavoro).

Figura 2.1.1

Uno schema di modello per il sub sistema educativo 'orientamento'

Figura 2.1.2

Fini e mezzi per il sub sistema educativo 'orientamento'
 
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2.2 - Scelte e prime iscrizioni

Differentemente da quel che accade nei sistemi educativi di altri paesi, la scelta del percorso formativo fortemente caratterizzante avviene per i ragazzi italiani all'età di 13-14 anni, all'uscita dalla terza media.
La prima scelta che gli studenti si trovano ad affrontare, dopo il percorso formativo dell'obbligo comune, è quindi quella se studiare in una scuola superiore, o dedicarsi ad apprendere tramite i corsi regionali di formazione professionale; nel primo caso, la difficoltà consiste nella scelta della tipologia di scuola secondaria superiore: è una decisione centrale nello sviluppo educativo di ogni studente, poiché tende a caratterizzarne fortemente il percorso successivo.
Infatti, le scelte future, come si vedrà in seguito, generalmente dipendono anche dal percorso che il ragazzo sceglie dopo la scuola media.
Vista, però, la giovane età a cui il ragazzo viene messo di fronte ad una scelta così importante, che segnerà in maniera determinante il suo cammino futuro, è necessario un sistema di orientamento che aiuti gli studenti, non sempre preparati e consapevoli delle proprie aspettative ed attitudini, ad individuare correttamente le scelte formative per il proprio futuro.
Purtroppo un orientamento parziale, fuorviante o mancato, può produrre, pur non essendone l'unica causa, effetti negativi di breve periodo quali l'interruzione del cammino scolastico già nel primo anno di superiori o la bocciatura; valutare ed orientare attentamente gli studenti all'uscita dalla scuola dell'obbligo comune significa di conseguenza limitare parzialmente la dispersione scolastica, almeno di breve periodo.
In questo paragrafo verranno descritte le scelte degli studenti dopo la terza media, in base al voto di licenza media, sesso e provincia di residenza. Inoltre si intende descrivere i risultati degli studenti dopo il primo anno di superiori per studiare il passaggio fra il primo e il secondo ciclo di istruzione e stimare l'effetto dell'orientamento nel breve periodo.
Come si evince dal "Libro Verde. Veneto 2020. Il sistema educativo di Istruzione e Formazione", l'Anagrafe Regionale Obbligo Formativo (AROF) (Nota 1) raccoglie e fornisce dati di estremo interesse che riguardano le scelte formative dei quattordicenni, le segnalazioni delle interruzioni di percorso ed eventuali riprese, cambiamenti di percorso, i trasferimenti da un istituto o Centro di Formazione Professionale (CFP) ad un altro e l'assolvimento dell'obbligo formativo tramite il canale dell'apprendistato.
In particolare, si è rilevato che l'85% dei quattordicenni per l'anno scolastico 2009/10 hanno deciso di iscriversi ad un istituto superiore e l'11% in un Centro di Formazione Professionale. Accanto a questi, è presente un 3% che continuano nella scuola secondaria di primo grado e lo 0,6% che a febbraio 2009 non avevano ancora effettuato una scelta; quest'ultimi sono stati segnalati ai Centri per l'Impiego (CPI) delle provincie ed è stato possibile contattare le loro famiglie per le opportune verifiche ed azioni da intraprendere. (Figura 2.2.1)
Considerando il quinto rapporto regionale sulla dispersione scolastica redatto dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, in media, nel Veneto, una scelta formativa su tre ricade in un istituto tecnico o un liceo; un ragazzo su dieci dichiara invece di scegliere un corso di formazione professionale. Le scelte per la formazione professionale differiscono in modo significativo nelle sette province: si passa infatti dal 5,7% della provincia di Rovigo ad oltre il 13% di quella di Vicenza.
Le differenze territoriali all'interno della regione si manifestano nella distribuzione per tipologia scolastica, mostrando come il sistema dell'orientamento e l'influenza del mercato del lavoro, siano, più o meno direttamente, i principali attori nel guidare, in base alle possibilità formative e alla richiesta di figure professionali, le scelte dei giovani: nella provincia di Padova le scelte rivolte all'istruzione artistica sono il doppio (5% circa) rispetto alle altre province (intorno al 2%) e addirittura otto volte superiori a quelle di Rovigo (0,6%).
Nella provincia di Rovigo si registra la maggiore percentuale delle scelte verso gli istituti tecnici, 40,4%, e gli istituti professionali 23,1%, e minima per tutte le altre tipologie (esclusi gli istituti magistrali); nella provincia di Verona, invece, quasi un ragazzo su tre dichiara l'intenzione di volersi iscrivere ad un liceo.
E' evidente, inoltre, come le diversità territoriali siano legate anche all'offerta scolastica, non sempre presente in maniera uniforme nelle sette province; l'accessibilità scolastica va ovviamente di pari passo con l'orientamento (Nota 2).
Di seguito le prime iscrizioni, che non tengono conto dei ragazzi che scelgono i corsi di formazione professionale regionale, rispecchiano abbastanza le scelte fatte dagli stessi studenti in terza media, evidenziando come le scuole a carattere liceale e tecnico assorbano il 74% delle iscrizioni. (Tabella 2.2.1) e (Tabella 2.2.2)
Scegliere il liceo
In linea con la tendenza degli ultimi anni si assiste ad una licealizzazione dei ragazzi tanto per l'Italia quanto per la nostra regione. Per trovare un buon lavoro e restare al passo con i cambiamenti sociali in atto, infatti, sono necessari oggi livelli di istruzione sempre più elevati.
La percentuale di prime iscrizioni nei licei appare un buon indicatore per stimare le differenze territoriali: a fronte di una media nazionale pari al 43% del totale delle prime iscrizioni al primo anno di superiori, la nostra regione si trova al di sotto (39%) classificandosi terzultima nella graduatoria regionale per i più alti livelli di licealizzazione, seguita solamente da Marche e Emilia Romagna.
Si tenga presente che, a differenza della Tab. 2.2.2, le quote dei liceali qui calcolata contiene anche le iscrizioni ai licei artistici.
La regione Lazio, in testa alla classifica, registra ben il 52,7% di prime iscrizioni nei licei, distanziando in maniera significativa (quasi quattro punti percentuali) l'Abruzzo, seconda regione in graduatoria. (Figura 2.2.2)
L'orientamento dei giovani, dopo la scuola dell'obbligo comune, è influenzato fortemente dall'offerta scolastica del territorio e dalla percezione delle prospettive di lavoro; la consapevolezza della mancanza di possibilità di frequentare la scuola che si vorrebbe (per motivi di sostenibilità familiare o di accessibilità) implica scelte non sempre coerenti con i propri talenti ed aspettative.
Nel dettaglio provinciale, la quota di prime iscrizioni nei licei si differenzia sensibilmente: si passa da un massimo del 44,6% per le provincie di Verona ed un minimo del 30,8% per Rovigo.
Per le altre province il dato rimane tra il 36% e il 40%.
La scelta per genere
Le iscrizioni alla scuola superiore dipendono anche dal genere: più di sei iscritti su dieci nei licei sono femmine, tanto per il Veneto quanto per il Nord-Est e l'Italia; questa quota aumenta per gli istituti a carattere artistico, quasi il 66% in Italia e il 67,6% in Veneto.
Meno le ragazze iscritte negli istituti tecnici: circa il 39% nella nostra regione e il 34% in Italia; più maschi anche nei professionali sebbene il gap tra i generi sia minore. (Tabella 2.2.3)

Figura 2.2.1

Distribuzione percentuale degli studenti quattordicenni per tipo di scelta formativa. Veneto - A.s. 2009/10

Tabella 2.2.1

Distribuzione percentuale delle scelte formative degli alunni di classe terza di scuola secondaria di primo grado nell a.s. 2007/08 nel Veneto comunicate ad AROF in fase di iscrizione all'a.s. 2008/09 per provincia e tipologia di istituto. Veneto

Tabella 2.2.2

Distribuzione percentuale delle prime iscrizioni alla scuola secondaria di II grado per provincia e tipologia di istituto. Veneto - A.s. 2008/09

Figura 2.2.2

Percentuale di prime iscrizioni nei licei sul totale delle prime iscrizioni nelle scuole secondarie di II grado per regione - A.s. 2008/09

Tabella 2.2.3

Percentuale di iscritte femmine sul totale degli iscritti alla scuola secondaria di II grado per tipologia di istituto. Veneto , Nord-Est e Italia - A.s. 2008/09
 
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2.3 - Il primo anno: una barriera per molti

La domanda d'istruzione si può configurare come il risultato di un complesso numero di fattori, interni ed esterni alla realtà scolastica, che determinano la spinta sociale verso determinati percorsi formativi; una spinta scorretta o sbilanciata può quindi portare un giovane a cadere in svariate difficoltà, già subito dall'inizio del suo percorso formativo.
Se un mancato o scorretto percorso di orientamento è un'importante probabile causa di episodi di insuccesso scolastico, un'altra causa è una scuola poco efficace, cioè non incentrata sui talenti dei ragazzi; l'insuccesso è dunque una esperienza di fallimento comune a molti giovani, che indubbiamente anche influisce, spesso negativamente, sulle aspettative, sulle motivazioni e sulle scelte di formazione future; questa può essere legata all'efficacia dell'azione educativa della scuola, con riferimento ai processi di accoglienza e di graduale e personalizzata stimolazione dei nuovi percorsi di apprendimento.
Più interruzioni di percorso al primo anno
Considerando i dati del quinto rapporto regionale sulla dispersione scolastica redatto dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, più del 38% delle interruzioni scolastiche nelle scuole secondarie di secondo grado, per l'a.s. 2006/07, si verifica al primo anno di studi, con un picco per la provincia di Padova dove questa quota raggiunge il 42,6%.
Le interruzioni al primo anno rappresentano, nella nostra regione, il 3,6% delle iscrizioni all'anno stesso, con una forte variabilità territoriale; se per la provincia di Treviso le interruzioni sono il 2,4% delle iscrizioni, queste salgono ad oltre il 5% nella provincia di Padova. Un dato significativo che porta ad interrogarsi sull'effettiva programmazione delle azioni di orientamento e di inserimento scolastico. (Tabella 2.3.1)
Analizzando nell'a.s. 2006/07 le interruzioni scolastiche formalizzate per anno di corso e tipologia di istituto, si nota che le interruzioni, naturalmente, decrescono avanzando con gli anni di corso per tutte le tipologie; il liceo è la scuola dove le interruzioni sono meno frequenti, mentre l'istituto professionale, in media, perde oltre il 6% degli studenti entro i primi due anni. (Tabella 2.3.2)
Si cambia scuola soprattutto al primo anno
Risulta significativo, inoltre, il dato sui passaggi ad un'altra scuola per gli studenti iscritti al primo anno: in Veneto nell'a.s. 2007/08 il 2,7% degli studenti cambia istituzione scolastica; nello specifico la percentuale di passaggi sul totale degli iscritti al primo anno sale al 3,3% per i licei e addirittura al 6,3% per gli istituti d'arte. (Tabella 2.3.3)
Più bocciati al primo anno
Negli ultimi cinque anni la quota di ripetenti sugli iscritti al primo, in Veneto, è in crescita: si passa dall'8,4% del 2004/05 al 10,2% del 2008/09 (Italia 10,3%).
Le ripetenze aumentano all'aumentare del grado di professionalità della scuola scelta, passando nel 2008/09 dal 6,7% dei licei al 13,4% degli istituti professionali; questo fenomeno può essere legato sia a problemi di inefficace orientamento, sia a dinamiche di selezione.
Nasce spontanea una riflessione: chi si iscrive ad una scuola professionale perché più propenso ad un apprendimento più di nature tecnico-operativa, viene spesso selezionato con maggior durezza, come si vedrà più avanti, proprio nelle materie di tipo teorico (Nota 3) (Tabella 2.3.4).
Minori gli abbandoni in Veneto che in Italia
Alla fine del primo anno di scuola superiore, nel 2007, circa il 7,5% degli studenti della nostra regione abbandona, contro il dato nazionale pari all'11,4%; l'abbandono è certamente una delle esperienze di insuccesso scolastico più evidenti e sentite per un ragazzo, poiché si accompagna ad un sentimento di inadeguatezza nel giovane, frutto probabilmente di una scelta di percorso sbagliata, anche a causa di un errato o inefficace orientamento.
Nella graduatoria regionale il Veneto si posiziona quarto per i livelli più bassi di abbandono dopo il primo anno di scuola; prima in classifica l'Umbria con il 5%, mentre la regione che registra il valore più alto è la Sicilia con quasi il 16%. (Figura 2.3.1)

Tabella 2.3.1

Percentuale di interruzioni di percorso scolastico al primo anno sul totale delle interruzioni e sul totale delle iscrizioni al primo anno per provincia. Veneto - A.s. 2006/2007

Tabella 2.3.2

Percentuale di interruzioni formalizzate di percorso scolastico sul totale delle iscrizioni per  anno di corso e tipologia scolastica. Veneto - A.s. 2006/2007

Tabella 2.3.3

Percentuale di passaggi ad altra istituzione scolastica da scuole secondarie di II grado sul totale iscritti al primo anno per tipologia scolastica. Veneto - A.s. 2007/08

Tabella 2.3.4

Percentuale di ripetenti sul totale degli iscritti al primo anno di corso nelle scuole secondarie di II grado per tipologia scolastica. Veneto - A.s. 2004/05 : 2008/09

Figura 2.3.1

Tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie di II grado. Anno 2007
 
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2.4 - Scegliere la scuola paritaria o privata

Le scuole paritarie o private riescono spesso, per loro natura, a rispondere più specificatamente ad alcune esigenze delle famiglie che vi mandano i propri figli: vi sono, difatti, alcuni studenti che per scelta o necessità familiare, ad esempio far studiare i figli a tempo pieno per motivazioni lavorative dei genitori, si trovano quasi costretti a dover frequentare scuole paritarie.
Altre famiglie, invece, scelgono questo tipo di istituti per motivazioni legate alle proprie convinzioni personali, come la scelta verso una scuola cattolica, oppure perché offrono delle possibilità come fare due o più anni in uno.
Nell'a.s. 2008/09 gli iscritti alle scuole superiori paritarie sono il 6% del totale iscritti in Veneto. A livello provinciale spicca Verona che raggiunge quota di oltre il 12%; segue Treviso con circa l'8%.
Considerando i dati dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, il numero medio di iscritti per istituto, per le scuole superiori paritarie del Veneto dall'anno scolastico 2002/03 al 2008/09, non si discosta molto dalla quota di poco più di 100 studenti per istituto.
Tendenze piuttosto diverse si registrano, a distanza di anni, tra le province venete: solamente due presentano una crescita nelle iscrizioni, Belluno e Verona, rispettivamente +7,9 e +24,0, dal 2002/03 al 2008/09.
Viceversa Padova e Venezia registrano una diminuzione di iscritti per istituto rispettivamente di 21,6 e 30,1.
Si sottolinea, inoltre, che la provincia di Rovigo non ha istituti a carattere paritario. (Tabella 2.4.1)
Le scuole private del Veneto raccolgono, complessivamente, per l'anno scolastico 2008/09, una percentuale di studenti, rispetto al totale degli iscritti alla scuola secondaria di secondo grado, pari al 5,7%, quota di poco superiore alla media nazionale, 5,5%; nella graduatoria regionale il Veneto si posiziona sesto per la percentuale più alta di iscritti in scuole private, preceduto da Lombardia (9,4%), Campania (8,5%), Sicilia (7,0%), Lazio (6,8%) e Trentino Alto Adige (6,2%).
Al contrario, invece, la regione Molise non ha iscritti in scuole private superiori. (Figura 2.4.1)

Tabella 2.4.1

Numero medio di iscritti per istituto nelle scuole secondarie di II grado paritarie per provincia. Veneto - A.s. 2002/03 : 2008/09

Figura 2.4.1

Percentuale di studenti iscritti in scuole private sul totale studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Graduatoria regionale - A.s. 2008/09
 
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Risposte ai quesiti

  1. Formazione scientifico-umanistica o tecnico-professionale?

    Le scelte dei quattordicenni veneti sono orientate prevalentemente alla formazione tecnico-professionale: il 39% si iscrive ai licei, a fronte del 43% a livello nazionale e del 53% del Lazio.
    Nel Veneto è alta anche l'iscrizione ai Centri Regionali della Formazione Professionale (11,5%).
    La scelta tecnico-professionale, fatta prevalentemente dai ragazzi appartenenti a famiglie di ceto sociale medio-basso, ha il vantaggio di garantire ai giovani l'acquisizione di un titolo di studio e di competenze più immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. Ma gli svantaggi non sono di poco conto, in quanto viene ridotta di fatto la prospettiva di proseguire gli studi in ambito universitario, allontanando così anche il Veneto dalla possibilità di raggiungere entro il 2020 il traguardo fissato dall'Unione Europea del 40% di laureati tra la popolazione di età 30-34 anni, traguardo già raggiunto da altri Paesi europei.

  2. Quanta variabilità territoriale nelle scelte e negli esiti dell'orientamento?

    Dai valori assunti dagli indicatori calcolati a livello provinciale e presentati in questo capitolo, emerge che la scelta e gli esiti dell'orientamento non sono uniformi nel territorio regionale.
    Le differenze tra i valori più alto e più basso della maggior parte degli indicatori che caratterizzano le scelte sono molto consistenti: il valore provinciale più alto supera spesso del 50% e anche del 100% quello più basso.
    La scelta liceale effettuata dal 45% dei ragazzi nella provincia di Verona, scende al 31% in quella di Rovigo, mentre per chi predilige l'istruzione artistica si passa dall'1,3% di Rovigo al 6,4% di Padova; la stessa formazione professionale proposta dalla Regione presenta livelli di adesione molto diversi, dal 5,7% di Rovigo al 13,2% di Vicenza.
    La scelta dei ragazzi è sicuramente influenzata da più fattori: l'accessibilità fisica, la sostenibilità economica e socio-culturale, la cultura prevalente nel considerare il rapporto studio-lavoro, le prospettive di lavoro futuro percepite, le tradizioni familiari e locali; inoltre, gioca certamente un ruolo importante anche la diversità nelle politiche e nelle strategie dell'orientamento che di fatto sono applicate nei vari contesti scolastici, in particolare rispetto al criterio della "scuola orientante".
    Anche sul fronte di quelli che possono essere considerati i fenomeni rilevatori o marcatori di insuccesso della scelta effettuata, la variabilità territoriale dei valori assunti dagli indicatori provinciali è abbastanza consistente, come si vedrà meglio nei capitoli che seguono.
    Considerando il fenomeno dell'abbandono degli studi intrapresi già nel primo anno di corso, che esprime forse il segno più evidente dell'insuccesso della scelta, le percentuali di interruzioni del percorso scolastico vanno dal 2,5% della provincia di Verona al 5,3% di quella di Padova.
    Il fenomeno è più consistente negli istituti professionali, frequentati in prevalenza da ragazzi appartenenti a famiglie di ceti sociali più bassi.