Differentemente da quel che accade nei sistemi educativi di altri paesi, la scelta del percorso formativo fortemente caratterizzante avviene per i ragazzi italiani all'età di 13-14 anni, all'uscita dalla terza media.
La prima scelta che gli studenti si trovano ad affrontare, dopo il percorso formativo dell'obbligo comune, è quindi quella se studiare in una scuola superiore, o dedicarsi ad apprendere tramite i corsi regionali di formazione professionale; nel primo caso, la difficoltà consiste nella scelta della tipologia di scuola secondaria superiore: è una decisione centrale nello sviluppo educativo di ogni studente, poiché tende a caratterizzarne fortemente il percorso successivo.
Infatti, le scelte future, come si vedrà in seguito, generalmente dipendono anche dal percorso che il ragazzo sceglie dopo la scuola media.
Vista, però, la giovane età a cui il ragazzo viene messo di fronte ad una scelta così importante, che segnerà in maniera determinante il suo cammino futuro, è necessario un sistema di orientamento che aiuti gli studenti, non sempre preparati e consapevoli delle proprie aspettative ed attitudini, ad individuare correttamente le scelte formative per il proprio futuro.
Purtroppo un orientamento parziale, fuorviante o mancato, può produrre, pur non essendone l'unica causa, effetti negativi di breve periodo quali l'interruzione del cammino scolastico già nel primo anno di superiori o la bocciatura; valutare ed orientare attentamente gli studenti all'uscita dalla scuola dell'obbligo comune significa di conseguenza limitare parzialmente la dispersione scolastica, almeno di breve periodo.
In questo paragrafo verranno descritte le scelte degli studenti dopo la terza media, in base al voto di licenza media, sesso e provincia di residenza. Inoltre si intende descrivere i risultati degli studenti dopo il primo anno di superiori per studiare il passaggio fra il primo e il secondo ciclo di istruzione e stimare l'effetto dell'orientamento nel breve periodo.
Come si evince dal "Libro Verde. Veneto 2020. Il sistema educativo di Istruzione e Formazione", l'Anagrafe Regionale Obbligo Formativo (AROF)
(Nota 1) raccoglie e fornisce dati di estremo interesse che riguardano le scelte formative dei quattordicenni, le segnalazioni delle interruzioni di percorso ed eventuali riprese, cambiamenti di percorso, i trasferimenti da un istituto o Centro di Formazione Professionale (CFP) ad un altro e l'assolvimento dell'obbligo formativo tramite il canale dell'apprendistato.
In particolare, si è rilevato che l'85% dei quattordicenni per l'anno scolastico 2009/10 hanno deciso di iscriversi ad un istituto superiore e l'11% in un Centro di Formazione Professionale. Accanto a questi, è presente un 3% che continuano nella scuola secondaria di primo grado e lo 0,6% che a febbraio 2009 non avevano ancora effettuato una scelta; quest'ultimi sono stati segnalati ai Centri per l'Impiego (CPI) delle provincie ed è stato possibile contattare le loro famiglie per le opportune verifiche ed azioni da intraprendere.
(Figura 2.2.1)
Considerando il quinto rapporto regionale sulla dispersione scolastica redatto dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, in media, nel Veneto, una scelta formativa su tre ricade in un istituto tecnico o un liceo; un ragazzo su dieci dichiara invece di scegliere un corso di formazione professionale. Le scelte per la formazione professionale differiscono in modo significativo nelle sette province: si passa infatti dal 5,7% della provincia di Rovigo ad oltre il 13% di quella di Vicenza.
Le differenze territoriali all'interno della regione si manifestano nella distribuzione per tipologia scolastica, mostrando come il sistema dell'orientamento e l'influenza del mercato del lavoro, siano, più o meno direttamente, i principali attori nel guidare, in base alle possibilità formative e alla richiesta di figure professionali, le scelte dei giovani: nella provincia di Padova le scelte rivolte all'istruzione artistica sono il doppio (5% circa) rispetto alle altre province (intorno al 2%) e addirittura otto volte superiori a quelle di Rovigo (0,6%).
Nella provincia di Rovigo si registra la maggiore percentuale delle scelte verso gli istituti tecnici, 40,4%, e gli istituti professionali 23,1%, e minima per tutte le altre tipologie (esclusi gli istituti magistrali); nella provincia di Verona, invece, quasi un ragazzo su tre dichiara l'intenzione di volersi iscrivere ad un liceo.
E' evidente, inoltre, come le diversità territoriali siano legate anche all'offerta scolastica, non sempre presente in maniera uniforme nelle sette province; l'accessibilità scolastica va ovviamente di pari passo con l'orientamento
(Nota 2).
Di seguito le prime iscrizioni, che non tengono conto dei ragazzi che scelgono i corsi di formazione professionale regionale, rispecchiano abbastanza le scelte fatte dagli stessi studenti in terza media, evidenziando come le scuole a carattere liceale e tecnico assorbano il 74% delle iscrizioni.
(Tabella 2.2.1) e
(Tabella 2.2.2)
Scegliere il liceo
In linea con la tendenza degli ultimi anni si assiste ad una licealizzazione dei ragazzi tanto per l'Italia quanto per la nostra regione. Per trovare un buon lavoro e restare al passo con i cambiamenti sociali in atto, infatti, sono necessari oggi livelli di istruzione sempre più elevati.
La percentuale di prime iscrizioni nei licei appare un buon indicatore per stimare le differenze territoriali: a fronte di una media nazionale pari al 43% del totale delle prime iscrizioni al primo anno di superiori, la nostra regione si trova al di sotto (39%) classificandosi terzultima nella graduatoria regionale per i più alti livelli di licealizzazione, seguita solamente da Marche e Emilia Romagna.
Si tenga presente che, a differenza della Tab. 2.2.2, le quote dei liceali qui calcolata contiene anche le iscrizioni ai licei artistici.
La regione Lazio, in testa alla classifica, registra ben il 52,7% di prime iscrizioni nei licei, distanziando in maniera significativa (quasi quattro punti percentuali) l'Abruzzo, seconda regione in graduatoria.
(Figura 2.2.2)
L'orientamento dei giovani, dopo la scuola dell'obbligo comune, è influenzato fortemente dall'offerta scolastica del territorio e dalla percezione delle prospettive di lavoro; la consapevolezza della mancanza di possibilità di frequentare la scuola che si vorrebbe (per motivi di sostenibilità familiare o di accessibilità) implica scelte non sempre coerenti con i propri talenti ed aspettative.
Nel dettaglio provinciale, la quota di prime iscrizioni nei licei si differenzia sensibilmente: si passa da un massimo del 44,6% per le provincie di Verona ed un minimo del 30,8% per Rovigo.
Per le altre province il dato rimane tra il 36% e il 40%.
La scelta per genere
Le iscrizioni alla scuola superiore dipendono anche dal genere: più di sei iscritti su dieci nei licei sono femmine, tanto per il Veneto quanto per il Nord-Est e l'Italia; questa quota aumenta per gli istituti a carattere artistico, quasi il 66% in Italia e il 67,6% in Veneto.
Meno le ragazze iscritte negli istituti tecnici: circa il 39% nella nostra regione e il 34% in Italia; più maschi anche nei professionali sebbene il gap tra i generi sia minore.
(Tabella 2.2.3)