La scelta della scuola secondaria di II grado è sicuramente un momento importante nella vita di un ragazzo. Il passaggio dalla scuola media a quella superiore avviene in una fase particolarmente delicata della vita degli studenti: l'adolescenza, momento di importanti cambiamenti a livello fisiologico, cognitivo, relazionale, affettivo, che incidono sensibilmente nei rapporti tra coetanei e nelle relazioni con gli adulti significativi (insegnanti e genitori).
A ciò si aggiunge anche la difficoltà che si può avere nel trovare una mediazione tra le motivazioni e le aspettative dei ragazzi e ciò che veramente offre loro la scuola.
I docenti sono qui chiamati a valorizzare, oltre alle abilità personali dei ragazzi riconducibili al rendimento scolastico, anche gli interessi, le attitudini rispetto alle diverse discipline e le abilità trasversali (capacità comunicative, relazionali, decisionali, strategiche, emotive...).
Gli insegnanti, essendo punti di riferimento sia per gli studenti che per i genitori, rappresentano quindi un punto d'incontro e di mediazione in caso di conflitto; sono figure fondamentali per gli studenti nell'elaborazione dell'esperienza scolastica, favorendo l'esplicitazione di aspettative, desideri e ansie del loro futuro.
Conseguentemente a tutto questo, si riscontra che la dispersione scolastica è fortemente legata al livello di soddisfazione o insoddisfazione dello studente per l'esperienza scolastica. Stare male gioca un ruolo rilevante nel processo di disimpegno, caratterizzato da un'assenza di motivazione per la scuola e per tutto ciò che la riguarda.
Ecco come una potenziale scelta sbagliata e portata avanti per un ragazzo delle scuole superiori, può generare meccanismi a catena sia di breve periodo, quali lo scarso rendimento, insufficienze, abbandoni e bocciature, che di più lungo periodo, insoddisfazione scolastica a posteriori, disagio e frustrazione per la propria vita e il lavoro.
Il livello della soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta dipende così anche dall'adeguatezza delle scelte di percorso effettuate da uno studente: nel grafico sottostante è riportato uno schema nel quale è rappresentato un modello di relazione tra le scelte scolastiche effettuate e la soddisfazione futura.
Secondo il modello in Fig. 8.1.1, il fenomeno della soddisfazione risente di innumerevoli fattori, alcuni addirittura non prevenibili dal sistema scolastico (ad esempio, caratteristiche demografiche e background familiare); compito della scuola è quello di prevenire le potenziali cause di irregolarità di percorso, di garantire servizi e didattica di qualità e lavorare sulle motivazioni e il clima attorno agli studenti.
Partendo quindi dall'accettazione del presupposto per cui gli interventi sul sistema scolastico spieghino solo in parte le variazioni in termini di soddisfazione per l'esperienza scolastica, si analizzano di seguito alcuni fattori di soddisfazione a posteriori, ovvero a tre anni di distanza dal diploma; dall'analisi rimane qui inesplorato, per mancanza di dati, il fronte della soddisfazione scolastica in relazione alla percezione che lo studente ha delle proprie capacità di riuscita e alla frequentazione di ambienti e compagni.
In generale, si rileva che successo e soddisfazione scolastica sono positivamente correlati, poiché la maggiore insoddisfazione scolastica è presente tra coloro che hanno uno scarso rendimento a scuola. La soddisfazione per l'esperienza scolastica, a sua volta, dipende anche dalla percezione che l'ex-studente, ora diplomato, ha dell'utilità per il proprio lavoro della scuola frequentata in base ai contenuti e alle modalità di insegnamento.
(Figura 8.1.1)
Veneti più soddisfatti degli italiani
Al fine di valutare, tramite l'indagine Istat sul percorso dei diplomati del 2004 (lavoratori e non) svolta a tre anni di distanza dal conseguimento del titolo di studio
(Nota 1), il loro grado di soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta, sono state considerate quattro principali caratteristiche, in base alle quali è stato monitorato il grado di soddisfazione, rilevato in quattro modalità: per nulla, poco, abbastanza e molto soddisfatto.
Il giudizio dei diplomati del 2004 intervistati nel 2007 sul percorso scolastico svolto è tendenzialmente positivo, tanto per la nostra regione quanto per la media italiana: viene delineata, infatti, una situazione che vede nel suo complesso un livello di soddisfazione abbastanza o molto elevato sia per il rapporto avuto con gli insegnanti sia per le capacità professionali degli stessi e per i contenuti degli studi effettuati. In tutti i casi la quota di ragazzi soddisfatti supera l'80% dei diplomati.
(Figura 8.1.2)
Leggere differenze si registrano per genere: per quanto concerne il rapporto con gli insegnanti e le relative capacità professionali, le femmine si mostrano più critiche rispetto ai colleghi maschi, anche se solamente di un paio di punti percentuali.
Al contrario le diplomate valutano maggiormente soddisfacenti, rispetto ai maschi, i contenuti degli studi raggiungendo un picco di soddisfazione dell'87% sia per il Veneto che per l'Italia.
Un discorso a sé merita, invece, il quesito relativo alla soddisfazione per le strutture scolastiche della scuola dove si ha conseguito il diploma; in questo caso si registra, oltre che un calo vistoso di soddisfazione, una significativa differenza sia per genere che per territorio.
In Veneto sono appena il 67% i ragazzi contenti delle strutture in cui hanno studiato e il 61% le ragazze, valori comunque al di sopra della media nazionale.
Si sottolinea, inoltre, che le criticità espresse nei confronti delle strutture scolastiche degli istituti dove si è conseguito il diploma, rimangono invariate al cambiare del voto di diploma. Questo sta a significare che il giudizio dato a posteriori dai diplomati sulle strutture della loro scuola superiore non risente dell'influenza del rendimento scolastico, non essendo presenti differenze tra chi esce col massimo o col minimo dei voti.
(Figura 8.1.3)
In media gli studenti veneti più soddisfatti sono quelli che hanno frequentato un istituto tecnico, seguono gli ex-liceali, ultimi quelli con un diploma professionale. In dettaglio, gli ex studenti dei licei sono più contenti rispetto agli altri sui contenuti degli studi effettuati, i tecnici delle loro strutture scolastiche, mentre gli allievi delle professionali del rapporto stabilito con gli insegnanti.
Confrontando i dati veneti con quelli medi nazionali, le maggiori differenze si trovano nel giudizio rispetto alle strutture: in particolare, i veneti usciti dagli istituti tecnici sono soddisfatti per circa il 74% dei casi contro il 60,5% degli italiani.
(Figura 8.1.4)
Più felici, poi, del rapporto instaurato negli anni con i propri professori, quei ragazzi usciti con voti più alti.
Tra gli studenti che si sono diplomati con un voto di maturità compreso tra i 90 e i 100 punti, il grado di soddisfazione risulta per circa il 93% dei casi abbastanza o molto elevato.
Viceversa, un diplomato su quattro uscito con un voto basso si dichiara nel 2007 poco o per nulla soddisfatto del rapporto avuto con gli insegnanti.
Ancora, l'aver cambiato, durante i cinque anni di scuola superiore, il proprio percorso scolastico influenza i risultati della soddisfazione a posteriori: nella nostra regione, infatti, quei diplomati che dichiarano di aver cambiato scuola sono più soddisfatti nel rapporto avuto con gli insegnanti dei coetanei che dichiarano di non aver mai cambiato di otto punti percentuali; molto più lieve, invece, la differenza per l'Italia (+2,8% punti percentuali di soddisfatti).
Non si riscontrano differenze nel giudizio sulle capacità professionali degli insegnanti tra chi ha cambiato scuola e chi no, mentre, a livello italiano, è più significativo il dato per cui la soddisfazione decresce in chi ha cambiato percorso scolastico rispetto ai contenuti degli studi.
Infine, i diplomati veneti che hanno cambiato scuola riscontrano un aumento di soddisfatti pari a dieci punti percentuali nel giudizio sulla qualità delle strutture scolastiche.
(Figura 8.1.5)
Focalizzandoci, poi, su coloro che sono stati bocciati almeno una volta, emerge che questi sono tendenzialmente più critici nel dichiararsi contenti in tutti gli ambiti relativi ai contenuti e agli insegnanti, registrando in media cinque-sette punti percentuali circa di differenza rispetto a coloro che non sono mai stati bocciati alle superiori.
Le differenze territoriali: Trentino Alto Adige al top
In Italia la percentuale che si dichiara almeno abbastanza soddisfatta, a tre anni di distanza, per i contenuti degli studi effettuati è pari all'84,5% dei diplomati; questo dato oscilla tra il 79,9% della Sardegna e il 90,8% del Trentino Alto Adige; quest'ultimo, come si vedrà per tutti gli aspetti, registra sempre un picco di soddisfazione sensibilmente superiore alle altre regioni.
Il Veneto, nella graduatoria regionale sui contenuti degli studi, si classifica in ottava posizione con una quota di soddisfatti pari all'85,3%; particolare, invece, la situazione del Friuli Venezia Giulia, quart'ultimo con l'82,3% di soddisfatti.
(Figura 8.1.6)
Positivo il giudizio che gli ex studenti danno dei loro insegnanti: nella nostra regione più dell'85% dei diplomati ritiene che le capacità professionali degli insegnanti dell'istituto dove hanno studiato siano state soddisfacenti. Questo dato, di poco sopra la media nazionale pari all' 84,8%, pone il Veneto in ottava posizione nella graduatoria regionale, superato unicamente da regioni del Centro-Nord.
Se la regione Sardegna si posiziona ultima anche in questo caso, analogamente il Trentino Alto Adige si classifica primo con un distacco visibile da Piemonte e Valle d'Aosta, sue più prossime inseguitrici.
Come per i contenuti scolastici, anche in questo caso i diplomati del Friuli Venezia Giulia risultano più critici dei coetanei del Nord-Est, attestandosi con un valore di soddisfatti pari all'83,7%.
Nel rapporto con gli ex-insegnanti, primo ancora il Trentino Alto Adige, dove si dichiarano soddisfatti nove diplomati su dieci, mentre il Veneto si trova a metà classifica con una percentuale dell'84,5%, in linea con il dato nazionale (84,3%). Sono stavolta i diplomati abruzzesi i più critici con quasi un ragazzo su cinque insoddisfatto.
In linea generale, si può però evincere che, sebbene risentano dell'effetto memoria e della maggiore responsabilità dovuto a tre anni di età in più, le valutazioni delle dinamiche nel rapporto tra diplomati e insegnanti ne escono complessivamente positive.
Molto più critici, invece, i giudizi relativi alle strutture scolastiche: nel Veneto la quota di giovani contenti è il 63,8%, mentre la media nazionale è pari al 54,3%.
Unica eccezione a questo trend fa sempre il Trentino Alto Adige, la cui quota di soddisfatti per le strutture scolastiche, 86,2%, distacca di quasi venti punti percentuali la seconda regione in classifica, l'Emilia Romagna.
Si osserva che le ultime posizioni sono tutte occupate da regioni del Centro-Sud, dove più di un diplomato su due, a tre anni dal diploma, si dichiara complessivamente poco o per nulla soddisfatto delle strutture della scuola dove ha conseguito il diploma.
(Figura 8.1.7)
La soddisfazione per il processo scolastico è indipendente dalle strutture
Al fine di meglio comprendere i legami sottostanti al set di variabili utilizzate nell'indagine per misurare la soddisfazione scolastica dei diplomati del 2004 intervistati nel 2007, è stata effettuata un'analisi esplorativa delle connessioni presenti tra le singole variabili; si è quindi scelto di misurare l'associazione tra queste variabili (essendo variabili su scala ordinale, ovvero dei gradi che misurano una posizione in una potenziale graduatoria, piuttosto che l'intensità di un fenomeno).
Per effettuare queste misure si è scelto il coefficiente statistico ritenuto più opportuno, in funzione della natura delle variabili: il coefficiente Gamma di Goodman & Kruskal
(Nota 2).
Si può osservare come, tra le variabili relative alla soddisfazione a posteriori per l'esperienza scolastica vissuta, le due maggiormente correlate sono la soddisfazione per il rapporto avuto con gli insegnanti e la soddisfazione per le capacità professionali dimostrate dagli stessi; il coefficiente Gamma di Goodman & Kruskal raggiunge per questo incrocio un valore pari a 0,78 (varia tra 0, associazione nulla, e 1, massimo grado di associazione).
La variabile sulla soddisfazione a posteriori per i contenuti degli studi effettuati, se messa in relazione con il rapporto avuto con gli insegnanti, registra un coefficiente Gamma pari a 0,48; le capacità professionali degli insegnanti, invece, registrano rispetto alla soddisfazione per i contenuti un coefficiente Gamma di 0,65.
Nel primo dei due casi queste relazioni intrinseche tra i dati sono facilmente spiegabili tramite la correlazione interna tra soddisfazione per il rapporto e le capacità degli insegnanti; difatti è plausibile, se non estremamente probabile, che quegli insegnanti di cui i diplomati serbano un miglior ricordo siano anche quelli rispetto ai quali sono più portati a valutare positivamente le capacità di insegnamento (salvo rari casi).
Anche se meno intuitivo, appare sensato che quegli studenti che hanno avuto un miglior rapporto con gli insegnanti, e che a loro volta ne giudicano più positivamente le capacità didattiche, siano anche quelli che mediamente giudicano maggiormente soddisfacenti i contenuti degli studi effettuati.
Certamente però i valori di questi ultimi coefficienti, essendo abbastanza contenuti, mostrano come la maggioranza dei diplomati esprima un giudizio su base "oggettiva", ovvero non si lasci troppo influenzare dal trascorso scolastico (positivo o negativo), con degli insegnanti in particolare.
La correlazione con la quarta variabile, soddisfazione per le strutture scolastiche, è di molto sotto la soglia della significatività rispetto a tutte le altre variabili; questo indica chiaramente come le prime tre sottendano dei legami forti e possano essere riconducibili ad un concetto comune di "processo scolastico"; al contrario la variabile sulle strutture è a sé stante, quasi indipendente dalle precedenti, poiché misura qualcosa di concettualmente diverso.
Al fine di avere conferma di quanto detto finora e costruire un indicatore sintetico che riassuma in un unico valore numerico i dati relativi alla soddisfazione scolastica dei diplomati del 2004 intervistati tre anni dopo, si è fatto ricorso ad un'analisi statistica di tipo fattoriale
(Nota 3): questo approccio analitico è stato scelto per la sua capacità di raggruppare significativamente le variabili in "fattori", mettendo in luce così eventuali relazioni tra gruppi di variabili; grazie a questi risultati si è, quindi, avuta ulteriore conferma della panoramica delle relazioni sottostanti alle variabili sulla soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta.
I risultati dell'analisi fattoriale mostrano come la prima opzione sia quella di considerare tutte e quattro le variabili relative alla soddisfazione per l'esperienza scolastica come un unico fattore; in questo caso, infatti, emerge che la quota di varianza spiegata
(Nota 4) dal primo fattore è già il 50% della variabilità totale.
Poiché, però, si è potuto constatare come la quarta variabile (strutture scolastiche) avesse un comportamento dissimile dalle altre tre, si è provato a forzare l'analisi inserendo un secondo fattore; si osserva che la varianza spiegata riscontra un incremento di ventidue punti percentuali, salendo al 73% circa della variabilità totale.
I due fattori registrano, così, pesi sensibilmente diversi tra loro: il primo comprende le prime tre variabili relative ad aspetti di processo scolastico, ed una quota molto contenuta per la soddisfazione per le strutture scolastiche.
Quest'ultima variabile, invece, appare l'unica davvero significativa nella costruzione del secondo fattore, mentre le prime tre hanno un'influenza del tutto limitata e negativa.
Questi dati mettono in luce più cose.
Lo scenario che si delinea mostra, come già osservato, che le prime tre variabili sono più strettamente ed intrinsecamente legate tra loro e la forzatura dell'analisi a due fattori permette di osservare ancor meglio la differenza tra le prime tre variabili e la quarta.
Definiremo allora il secondo fattore come "soddisfazione per le strutture scolastiche" e il primo, visto l'apporto delle variabili che lo compongono, "soddisfazione per il processo scolastico".
Conseguentemente a quanto appurato tramite l'analisi fattoriale e i precedenti approcci analitici, si è realizzato un indicatore che raggruppasse in sintesi i dati sulla soddisfazione dei diplomati per il "processo scolastico".
Questo indicatore, denominato I1, è stato costruito assegnando ad ognuna delle prime tre variabili (rapporto con gli insegnanti, capacità professionali degli insegnanti e contenuti degli studi) un valore da 1 a 4 in relazione al grado di soddisfazione, partendo da 1 per la modalità "per nulla soddisfatto" e crescendo gradualmente fino ad arrivare a 4 per la modalità "molto soddisfatto"; si è successivamente calcolato per ogni individuo un valore medio di soddisfazione da 1 a 4 facendo una media semplice per i tre relativi quesiti, calcolata come somma dei punteggi ottenuti per le tre variabili e di seguito divisa per tre.
Infine, il dato regionale si ottiene come media dei punteggi dei relativi singoli studenti
(Nota 5); tutti i punteggi ottenuti vengono poi standardizzati e riclassificati in centesimi
(Nota 6).
L'indicatore così calcolato varia da 0 (Per niente soddisfatto) a 100 (Molto soddisfatto).
L'indice finale ottenuto rappresenta, quindi, un punteggio medio per ogni individuo del campione, compreso tra 0 e 100 per il grado di soddisfazione per il processo scolastico; infine, questo indicatore è stato calcolato per aggregazioni territoriali, quali le regioni italiane, permettendo di fare dei confronti tra le stesse.
(Figura 8.1.8)
Si osserva che la distribuzione dell'indicatore (I1) tende ad essere circa la stessa per tutti e tre i livelli territoriali: Veneto, Nord-Est e Italia.
Dalla distribuzione si nota che la maggior parte dei diplomati si dichiara complessivamente soddisfatta del processo scolastico vissuto: la classe modale (valore 66,7), infatti, coincide con quella degli "abbastanza soddisfatti" e racchiude un terzo delle preferenze totali; considerando, inoltre, le due classi attigue (55,6 e 77,8) si arriva, per tutte e tre le distribuzioni, ben oltre il 64%.
Quasi irrilevante appare la quota di coloro che si dichiarano per niente soddisfatti, mentre oltre il 22% dei diplomati si distribuisce nelle fasce più elevate dichiarandosi "molto soddisfatto".
Si tratta, quindi, di valutazioni nel complesso positive, diversamente da quanto in genere si riscontra per gli studenti ancora all'interno del cammino scolastico superiore; ciò può essere in parte imputabile all'effetto della memoria e al senso di maturità e responsabilità che gli studenti, crescendo, hanno via via maturato, modificando il giudizio verso giudizi meno severi.
(Figura 8.1.9) (Figura 8.1.10)
Calcolando, poi, le medie aritmetiche delle distribuzioni regionali italiane dell'indicatore sintetico, si è potuta stilare una classifica per punteggio di soddisfazione: questa graduatoria pone il Veneto in decima posizione, con punteggio pari a 69,3 su 100, in linea con il valore medio nazionale.
In testa alla graduatoria si trova il Trentino Alto Adige, con un punteggio per soddisfazione per il processo scolastico pari a 73,3, al di sopra del valore della seconda classificata, ovvero l' Emilia Romagna, di oltre due punti percentuali.
Le regioni meridionali occupano le ultime posizioni della graduatoria, ad esclusione del Friuli Venezia Giulia (68,3): tra queste il dato più positivo lo ottiene la Puglia con voto pari a 70,0, mentre all'ultimo posto c'è la Sardegna con 65,7.
(Figura 8.1.11)
La soddisfazione a posteriori per il processo scolastico cresce all'aumentare del voto di diploma; questo dato sottolinea la comprensibile maggiore criticità manifestata da parte di quegli studenti che durante il cammino scolastico hanno incontrato più difficoltà.
In Veneto, tra coloro che sono usciti con un voto basso alla maturità, sono soddisfatti appena il 63%, mentre si arriva al 75% tra quelli diplomati con un voto alto.
Complessivamente, poco più elevata la soddisfazione manifestata dai più bravi studenti del Nord-Est rispetto alla media della nostra regione, a causa dei dati registrati nelle regioni Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna che innalzano i valori a livello di ripartizione geografica.
Al di sotto di entrambe, invece, il trend per l'Italia.
(Figura 8.1.12)
Infine, incrociando l'indicatore di sintesi (I1) sia con la classe di voto di diploma che con la tipologia scolastica, si nota che, se per gli istituti professionali al crescere del voto di diploma la soddisfazione per il processo scolastico cresce in maniera lineare, altrettanto non si può dire per i licei e l'istruzione magistrale.
I primi, infatti, mostrano che i diplomati con punteggio tra 70 e 90, dichiarano gli stessi livelli di soddisfazione; al contrario, ai licei la spaccatura nel grado di soddisfazione si delinea tra coloro che si diplomano con voto inferiore ad 80 e quelli, invece, con voto superiore.
Per gli istituti magistrali, infine, coloro che escono con un voto tra 60 e 69 sono molto meno felici di tutti gli altri, che si allineano su valori pressoché simili.
(Figura 8.1.13)
Buone strutture scolastiche...veneti più soddisfatti
A partire dai risultati dell'analisi fattoriale, si è poi costruito anche un indicatore di sintesi di soddisfazione complessiva per l'esperienza scolastica vissuta (I).
Questo indicatore sintetizza insieme quanto visto per la soddisfazione per il processo scolastico (indicatore I1) con il dato sulla soddisfazione per le strutture scolastiche; è stato possibile, quindi, arrivare ad un unico valore che tenesse conto dei pesi diversi che i due fattori hanno sulla soddisfazione complessiva per l'esperienza scolastica vissuta.
Questa sintesi è stata effettuata assegnando gli specifici pesi fattoriali, calcolati sul totale dei diplomati italiani, alle variabili che compongono i due diversi fattori visti in precedenza (soddisfazione per il processo scolastico e strutture scolastiche)
(Nota 7).
I due fattori, come già osservato, sono distinti e determinano in proporzione diversa (in base ai pesi impliciti all'analisi fattoriale) i livelli complessivi di soddisfazione per l'esperienza scolastica passata.
Complessivamente la soddisfazione per le strutture scolastiche, ai fini dell'indicatore di soddisfazione per l'esperienza scolastica passata, ha un peso di circa il 30%; il restante 70% è, invece, attribuibile alle variabili di soddisfazione per il processo scolastico.
L'analisi fattoriale mostra dunque come le strutture scolastiche, sebbene in misura inferiore al processo, non siano un fattore trascurabile al fine della soddisfazione complessiva per l'esperienza scolastica; di conseguenza appare evidente che per andare ad incidere sulla soddisfazione complessiva gli interventi vanno mirati in base a quale dei due fattori si vuole modificare e quanto questo incida sulla soddisfazione totale.
In Veneto il valore assunto dall'indicatore complessivo di soddisfazione per l'esperienza scolastica scende un po' rispetto all'indicatore sul processo (rispettivamente, si registra un punteggio medio pari a 65,3 su 100 contro 69,3), poiché risente delle valutazioni più basse riservate alle strutture scolastiche.
Tuttavia la nostra regione si classifica in quinta posizione, guadagnando ben cinque posti rispetto alla graduatoria stilata precedentemente per l'indicatore di soddisfazione per il processo scolastico; questo significa che i diplomati veneti tendono a valutare le strutture scolastiche delle loro vecchie scuole più soddisfacenti rispetto ai coetanei a livello nazionale.
La regione con la perdita di posizione più evidente è la Calabria che passa da quinta a tredicesima, facendo emergere un giudizio sulle strutture molto critico.
Rispetto all'indicatore di processo, tutte le regioni italiane perdono punti nell'indicatore complessivo per l'esperienza scolastica, poiché gli studenti di quasi tutta Italia valutano più negativamente le strutture rispetto alle variabili di processo.
Fa eccezione il Trentino Alto Adige che rileva, invece, un aumento nell'indicatore complessivo, raggiungendo così un punteggio in centesimi pari a 73,7.
(Figura 8.1.14)