Capitolo 8

La soddisfazione dei diplomati: più gioie che dolori

Il sistema scolastico, visto nel suo continuo percorso dall'infanzia fino alla maturità, è, insieme alle famiglie, depositario delle responsabilità di educazione delle giovani generazioni, con la finalità di garantire uno sviluppo libero e armonico, preparando i ragazzi di oggi ad essere dei cittadini consapevoli, parte attiva della società, individui formati per il lavoro e adulti soddisfatti della propria vita.
Non a caso, ultimamente, sempre più si sente parlare di educazione permanente o per la vita e di apprendimento in tutte le esperienze di vita: limitare, infatti, il campo dell'apprendimento e dello sviluppo, anche cognitivo, alla sola logica del risultato scolastico è riduttivo.
E' centrale, per lo studente, l'obiettivo di sviluppare la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, il quale permetterà agli studenti di mostrare un atteggiamento più propositivo anche nei confronti della scuola.
Tendere ad uno sviluppo maggiore e migliore di tutti questi fattori è un tema imprescindibile per garantire alle nuove generazioni un'educazione adeguata ai nostri tempi; parimenti riuscire in questo intento significa tenere sotto controllo una molteplicità di aspetti e dinamiche difficili da monitorare.
Nonostante queste difficoltà tecniche e concettuali, investire risorse ed energie in questo campo è certamente una delle nuove frontiere per puntare ad una scuola che sia davvero equa, efficiente e che formi studenti a 360°, dal punto di vista delle abilità e competenze, ma anche dal punto di vista caratteriale e personale.
Poiché questa pubblicazione si concentra sulle variabili finali dello sviluppo, è di notevole interesse la soddisfazione a posteriori rispetto alle scelte di studio fatte, come indicatore di verifica sulla qualità scolastica, ai fini della preparazione per l'inserimento al lavoro o a un corso di studio universitario e per realizzazione personale nella vita.
 
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8.1 - La soddisfazione per l'esperienza scolastica

La scelta della scuola secondaria di II grado è sicuramente un momento importante nella vita di un ragazzo. Il passaggio dalla scuola media a quella superiore avviene in una fase particolarmente delicata della vita degli studenti: l'adolescenza, momento di importanti cambiamenti a livello fisiologico, cognitivo, relazionale, affettivo, che incidono sensibilmente nei rapporti tra coetanei e nelle relazioni con gli adulti significativi (insegnanti e genitori).
A ciò si aggiunge anche la difficoltà che si può avere nel trovare una mediazione tra le motivazioni e le aspettative dei ragazzi e ciò che veramente offre loro la scuola.
I docenti sono qui chiamati a valorizzare, oltre alle abilità personali dei ragazzi riconducibili al rendimento scolastico, anche gli interessi, le attitudini rispetto alle diverse discipline e le abilità trasversali (capacità comunicative, relazionali, decisionali, strategiche, emotive...).
Gli insegnanti, essendo punti di riferimento sia per gli studenti che per i genitori, rappresentano quindi un punto d'incontro e di mediazione in caso di conflitto; sono figure fondamentali per gli studenti nell'elaborazione dell'esperienza scolastica, favorendo l'esplicitazione di aspettative, desideri e ansie del loro futuro.
Conseguentemente a tutto questo, si riscontra che la dispersione scolastica è fortemente legata al livello di soddisfazione o insoddisfazione dello studente per l'esperienza scolastica. Stare male gioca un ruolo rilevante nel processo di disimpegno, caratterizzato da un'assenza di motivazione per la scuola e per tutto ciò che la riguarda.
Ecco come una potenziale scelta sbagliata e portata avanti per un ragazzo delle scuole superiori, può generare meccanismi a catena sia di breve periodo, quali lo scarso rendimento, insufficienze, abbandoni e bocciature, che di più lungo periodo, insoddisfazione scolastica a posteriori, disagio e frustrazione per la propria vita e il lavoro.
Il livello della soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta dipende così anche dall'adeguatezza delle scelte di percorso effettuate da uno studente: nel grafico sottostante è riportato uno schema nel quale è rappresentato un modello di relazione tra le scelte scolastiche effettuate e la soddisfazione futura.
Secondo il modello in Fig. 8.1.1, il fenomeno della soddisfazione risente di innumerevoli fattori, alcuni addirittura non prevenibili dal sistema scolastico (ad esempio, caratteristiche demografiche e background familiare); compito della scuola è quello di prevenire le potenziali cause di irregolarità di percorso, di garantire servizi e didattica di qualità e lavorare sulle motivazioni e il clima attorno agli studenti.
Partendo quindi dall'accettazione del presupposto per cui gli interventi sul sistema scolastico spieghino solo in parte le variazioni in termini di soddisfazione per l'esperienza scolastica, si analizzano di seguito alcuni fattori di soddisfazione a posteriori, ovvero a tre anni di distanza dal diploma; dall'analisi rimane qui inesplorato, per mancanza di dati, il fronte della soddisfazione scolastica in relazione alla percezione che lo studente ha delle proprie capacità di riuscita e alla frequentazione di ambienti e compagni.
In generale, si rileva che successo e soddisfazione scolastica sono positivamente correlati, poiché la maggiore insoddisfazione scolastica è presente tra coloro che hanno uno scarso rendimento a scuola. La soddisfazione per l'esperienza scolastica, a sua volta, dipende anche dalla percezione che l'ex-studente, ora diplomato, ha dell'utilità per il proprio lavoro della scuola frequentata in base ai contenuti e alle modalità di insegnamento. (Figura 8.1.1)
Veneti più soddisfatti degli italiani
Al fine di valutare, tramite l'indagine Istat sul percorso dei diplomati del 2004 (lavoratori e non) svolta a tre anni di distanza dal conseguimento del titolo di studio (Nota 1), il loro grado di soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta, sono state considerate quattro principali caratteristiche, in base alle quali è stato monitorato il grado di soddisfazione, rilevato in quattro modalità: per nulla, poco, abbastanza e molto soddisfatto.
Il giudizio dei diplomati del 2004 intervistati nel 2007 sul percorso scolastico svolto è tendenzialmente positivo, tanto per la nostra regione quanto per la media italiana: viene delineata, infatti, una situazione che vede nel suo complesso un livello di soddisfazione abbastanza o molto elevato sia per il rapporto avuto con gli insegnanti sia per le capacità professionali degli stessi e per i contenuti degli studi effettuati. In tutti i casi la quota di ragazzi soddisfatti supera l'80% dei diplomati. (Figura 8.1.2)
Leggere differenze si registrano per genere: per quanto concerne il rapporto con gli insegnanti e le relative capacità professionali, le femmine si mostrano più critiche rispetto ai colleghi maschi, anche se solamente di un paio di punti percentuali.
Al contrario le diplomate valutano maggiormente soddisfacenti, rispetto ai maschi, i contenuti degli studi raggiungendo un picco di soddisfazione dell'87% sia per il Veneto che per l'Italia.
Un discorso a sé merita, invece, il quesito relativo alla soddisfazione per le strutture scolastiche della scuola dove si ha conseguito il diploma; in questo caso si registra, oltre che un calo vistoso di soddisfazione, una significativa differenza sia per genere che per territorio.
In Veneto sono appena il 67% i ragazzi contenti delle strutture in cui hanno studiato e il 61% le ragazze, valori comunque al di sopra della media nazionale.
Si sottolinea, inoltre, che le criticità espresse nei confronti delle strutture scolastiche degli istituti dove si è conseguito il diploma, rimangono invariate al cambiare del voto di diploma. Questo sta a significare che il giudizio dato a posteriori dai diplomati sulle strutture della loro scuola superiore non risente dell'influenza del rendimento scolastico, non essendo presenti differenze tra chi esce col massimo o col minimo dei voti. (Figura 8.1.3)
In media gli studenti veneti più soddisfatti sono quelli che hanno frequentato un istituto tecnico, seguono gli ex-liceali, ultimi quelli con un diploma professionale. In dettaglio, gli ex studenti dei licei sono più contenti rispetto agli altri sui contenuti degli studi effettuati, i tecnici delle loro strutture scolastiche, mentre gli allievi delle professionali del rapporto stabilito con gli insegnanti.
Confrontando i dati veneti con quelli medi nazionali, le maggiori differenze si trovano nel giudizio rispetto alle strutture: in particolare, i veneti usciti dagli istituti tecnici sono soddisfatti per circa il 74% dei casi contro il 60,5% degli italiani. (Figura 8.1.4)
Più felici, poi, del rapporto instaurato negli anni con i propri professori, quei ragazzi usciti con voti più alti.
Tra gli studenti che si sono diplomati con un voto di maturità compreso tra i 90 e i 100 punti, il grado di soddisfazione risulta per circa il 93% dei casi abbastanza o molto elevato.
Viceversa, un diplomato su quattro uscito con un voto basso si dichiara nel 2007 poco o per nulla soddisfatto del rapporto avuto con gli insegnanti.
Ancora, l'aver cambiato, durante i cinque anni di scuola superiore, il proprio percorso scolastico influenza i risultati della soddisfazione a posteriori: nella nostra regione, infatti, quei diplomati che dichiarano di aver cambiato scuola sono più soddisfatti nel rapporto avuto con gli insegnanti dei coetanei che dichiarano di non aver mai cambiato di otto punti percentuali; molto più lieve, invece, la differenza per l'Italia (+2,8% punti percentuali di soddisfatti).
Non si riscontrano differenze nel giudizio sulle capacità professionali degli insegnanti tra chi ha cambiato scuola e chi no, mentre, a livello italiano, è più significativo il dato per cui la soddisfazione decresce in chi ha cambiato percorso scolastico rispetto ai contenuti degli studi.
Infine, i diplomati veneti che hanno cambiato scuola riscontrano un aumento di soddisfatti pari a dieci punti percentuali nel giudizio sulla qualità delle strutture scolastiche. (Figura 8.1.5)
Focalizzandoci, poi, su coloro che sono stati bocciati almeno una volta, emerge che questi sono tendenzialmente più critici nel dichiararsi contenti in tutti gli ambiti relativi ai contenuti e agli insegnanti, registrando in media cinque-sette punti percentuali circa di differenza rispetto a coloro che non sono mai stati bocciati alle superiori.
Le differenze territoriali: Trentino Alto Adige al top
In Italia la percentuale che si dichiara almeno abbastanza soddisfatta, a tre anni di distanza, per i contenuti degli studi effettuati è pari all'84,5% dei diplomati; questo dato oscilla tra il 79,9% della Sardegna e il 90,8% del Trentino Alto Adige; quest'ultimo, come si vedrà per tutti gli aspetti, registra sempre un picco di soddisfazione sensibilmente superiore alle altre regioni.
Il Veneto, nella graduatoria regionale sui contenuti degli studi, si classifica in ottava posizione con una quota di soddisfatti pari all'85,3%; particolare, invece, la situazione del Friuli Venezia Giulia, quart'ultimo con l'82,3% di soddisfatti. (Figura 8.1.6)
Positivo il giudizio che gli ex studenti danno dei loro insegnanti: nella nostra regione più dell'85% dei diplomati ritiene che le capacità professionali degli insegnanti dell'istituto dove hanno studiato siano state soddisfacenti. Questo dato, di poco sopra la media nazionale pari all' 84,8%, pone il Veneto in ottava posizione nella graduatoria regionale, superato unicamente da regioni del Centro-Nord.
Se la regione Sardegna si posiziona ultima anche in questo caso, analogamente il Trentino Alto Adige si classifica primo con un distacco visibile da Piemonte e Valle d'Aosta, sue più prossime inseguitrici.
Come per i contenuti scolastici, anche in questo caso i diplomati del Friuli Venezia Giulia risultano più critici dei coetanei del Nord-Est, attestandosi con un valore di soddisfatti pari all'83,7%.
Nel rapporto con gli ex-insegnanti, primo ancora il Trentino Alto Adige, dove si dichiarano soddisfatti nove diplomati su dieci, mentre il Veneto si trova a metà classifica con una percentuale dell'84,5%, in linea con il dato nazionale (84,3%). Sono stavolta i diplomati abruzzesi i più critici con quasi un ragazzo su cinque insoddisfatto.
In linea generale, si può però evincere che, sebbene risentano dell'effetto memoria e della maggiore responsabilità dovuto a tre anni di età in più, le valutazioni delle dinamiche nel rapporto tra diplomati e insegnanti ne escono complessivamente positive.
Molto più critici, invece, i giudizi relativi alle strutture scolastiche: nel Veneto la quota di giovani contenti è il 63,8%, mentre la media nazionale è pari al 54,3%.
Unica eccezione a questo trend fa sempre il Trentino Alto Adige, la cui quota di soddisfatti per le strutture scolastiche, 86,2%, distacca di quasi venti punti percentuali la seconda regione in classifica, l'Emilia Romagna.
Si osserva che le ultime posizioni sono tutte occupate da regioni del Centro-Sud, dove più di un diplomato su due, a tre anni dal diploma, si dichiara complessivamente poco o per nulla soddisfatto delle strutture della scuola dove ha conseguito il diploma. (Figura 8.1.7)
La soddisfazione per il processo scolastico è indipendente dalle strutture
Al fine di meglio comprendere i legami sottostanti al set di variabili utilizzate nell'indagine per misurare la soddisfazione scolastica dei diplomati del 2004 intervistati nel 2007, è stata effettuata un'analisi esplorativa delle connessioni presenti tra le singole variabili; si è quindi scelto di misurare l'associazione tra queste variabili (essendo variabili su scala ordinale, ovvero dei gradi che misurano una posizione in una potenziale graduatoria, piuttosto che l'intensità di un fenomeno).
Per effettuare queste misure si è scelto il coefficiente statistico ritenuto più opportuno, in funzione della natura delle variabili: il coefficiente Gamma di Goodman & Kruskal (Nota 2).
Si può osservare come, tra le variabili relative alla soddisfazione a posteriori per l'esperienza scolastica vissuta, le due maggiormente correlate sono la soddisfazione per il rapporto avuto con gli insegnanti e la soddisfazione per le capacità professionali dimostrate dagli stessi; il coefficiente Gamma di Goodman & Kruskal raggiunge per questo incrocio un valore pari a 0,78 (varia tra 0, associazione nulla, e 1, massimo grado di associazione).
La variabile sulla soddisfazione a posteriori per i contenuti degli studi effettuati, se messa in relazione con il rapporto avuto con gli insegnanti, registra un coefficiente Gamma pari a 0,48; le capacità professionali degli insegnanti, invece, registrano rispetto alla soddisfazione per i contenuti un coefficiente Gamma di 0,65.
Nel primo dei due casi queste relazioni intrinseche tra i dati sono facilmente spiegabili tramite la correlazione interna tra soddisfazione per il rapporto e le capacità degli insegnanti; difatti è plausibile, se non estremamente probabile, che quegli insegnanti di cui i diplomati serbano un miglior ricordo siano anche quelli rispetto ai quali sono più portati a valutare positivamente le capacità di insegnamento (salvo rari casi).
Anche se meno intuitivo, appare sensato che quegli studenti che hanno avuto un miglior rapporto con gli insegnanti, e che a loro volta ne giudicano più positivamente le capacità didattiche, siano anche quelli che mediamente giudicano maggiormente soddisfacenti i contenuti degli studi effettuati.
Certamente però i valori di questi ultimi coefficienti, essendo abbastanza contenuti, mostrano come la maggioranza dei diplomati esprima un giudizio su base "oggettiva", ovvero non si lasci troppo influenzare dal trascorso scolastico (positivo o negativo), con degli insegnanti in particolare.
La correlazione con la quarta variabile, soddisfazione per le strutture scolastiche, è di molto sotto la soglia della significatività rispetto a tutte le altre variabili; questo indica chiaramente come le prime tre sottendano dei legami forti e possano essere riconducibili ad un concetto comune di "processo scolastico"; al contrario la variabile sulle strutture è a sé stante, quasi indipendente dalle precedenti, poiché misura qualcosa di concettualmente diverso.
Al fine di avere conferma di quanto detto finora e costruire un indicatore sintetico che riassuma in un unico valore numerico i dati relativi alla soddisfazione scolastica dei diplomati del 2004 intervistati tre anni dopo, si è fatto ricorso ad un'analisi statistica di tipo fattoriale (Nota 3): questo approccio analitico è stato scelto per la sua capacità di raggruppare significativamente le variabili in "fattori", mettendo in luce così eventuali relazioni tra gruppi di variabili; grazie a questi risultati si è, quindi, avuta ulteriore conferma della panoramica delle relazioni sottostanti alle variabili sulla soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta.
I risultati dell'analisi fattoriale mostrano come la prima opzione sia quella di considerare tutte e quattro le variabili relative alla soddisfazione per l'esperienza scolastica come un unico fattore; in questo caso, infatti, emerge che la quota di varianza spiegata (Nota 4) dal primo fattore è già il 50% della variabilità totale.
Poiché, però, si è potuto constatare come la quarta variabile (strutture scolastiche) avesse un comportamento dissimile dalle altre tre, si è provato a forzare l'analisi inserendo un secondo fattore; si osserva che la varianza spiegata riscontra un incremento di ventidue punti percentuali, salendo al 73% circa della variabilità totale.
I due fattori registrano, così, pesi sensibilmente diversi tra loro: il primo comprende le prime tre variabili relative ad aspetti di processo scolastico, ed una quota molto contenuta per la soddisfazione per le strutture scolastiche.
Quest'ultima variabile, invece, appare l'unica davvero significativa nella costruzione del secondo fattore, mentre le prime tre hanno un'influenza del tutto limitata e negativa.
Questi dati mettono in luce più cose.
Lo scenario che si delinea mostra, come già osservato, che le prime tre variabili sono più strettamente ed intrinsecamente legate tra loro e la forzatura dell'analisi a due fattori permette di osservare ancor meglio la differenza tra le prime tre variabili e la quarta.
Definiremo allora il secondo fattore come "soddisfazione per le strutture scolastiche" e il primo, visto l'apporto delle variabili che lo compongono, "soddisfazione per il processo scolastico".
Conseguentemente a quanto appurato tramite l'analisi fattoriale e i precedenti approcci analitici, si è realizzato un indicatore che raggruppasse in sintesi i dati sulla soddisfazione dei diplomati per il "processo scolastico".
Questo indicatore, denominato I1, è stato costruito assegnando ad ognuna delle prime tre variabili (rapporto con gli insegnanti, capacità professionali degli insegnanti e contenuti degli studi) un valore da 1 a 4 in relazione al grado di soddisfazione, partendo da 1 per la modalità "per nulla soddisfatto" e crescendo gradualmente fino ad arrivare a 4 per la modalità "molto soddisfatto"; si è successivamente calcolato per ogni individuo un valore medio di soddisfazione da 1 a 4 facendo una media semplice per i tre relativi quesiti, calcolata come somma dei punteggi ottenuti per le tre variabili e di seguito divisa per tre.
Infine, il dato regionale si ottiene come media dei punteggi dei relativi singoli studenti (Nota 5); tutti i punteggi ottenuti vengono poi standardizzati e riclassificati in centesimi (Nota 6).
L'indicatore così calcolato varia da 0 (Per niente soddisfatto) a 100 (Molto soddisfatto).
L'indice finale ottenuto rappresenta, quindi, un punteggio medio per ogni individuo del campione, compreso tra 0 e 100 per il grado di soddisfazione per il processo scolastico; infine, questo indicatore è stato calcolato per aggregazioni territoriali, quali le regioni italiane, permettendo di fare dei confronti tra le stesse. (Figura 8.1.8)
Si osserva che la distribuzione dell'indicatore (I1) tende ad essere circa la stessa per tutti e tre i livelli territoriali: Veneto, Nord-Est e Italia.
Dalla distribuzione si nota che la maggior parte dei diplomati si dichiara complessivamente soddisfatta del processo scolastico vissuto: la classe modale (valore 66,7), infatti, coincide con quella degli "abbastanza soddisfatti" e racchiude un terzo delle preferenze totali; considerando, inoltre, le due classi attigue (55,6 e 77,8) si arriva, per tutte e tre le distribuzioni, ben oltre il 64%.
Quasi irrilevante appare la quota di coloro che si dichiarano per niente soddisfatti, mentre oltre il 22% dei diplomati si distribuisce nelle fasce più elevate dichiarandosi "molto soddisfatto".
Si tratta, quindi, di valutazioni nel complesso positive, diversamente da quanto in genere si riscontra per gli studenti ancora all'interno del cammino scolastico superiore; ciò può essere in parte imputabile all'effetto della memoria e al senso di maturità e responsabilità che gli studenti, crescendo, hanno via via maturato, modificando il giudizio verso giudizi meno severi. (Figura 8.1.9) (Figura 8.1.10)
Calcolando, poi, le medie aritmetiche delle distribuzioni regionali italiane dell'indicatore sintetico, si è potuta stilare una classifica per punteggio di soddisfazione: questa graduatoria pone il Veneto in decima posizione, con punteggio pari a 69,3 su 100, in linea con il valore medio nazionale.
In testa alla graduatoria si trova il Trentino Alto Adige, con un punteggio per soddisfazione per il processo scolastico pari a 73,3, al di sopra del valore della seconda classificata, ovvero l' Emilia Romagna, di oltre due punti percentuali.
Le regioni meridionali occupano le ultime posizioni della graduatoria, ad esclusione del Friuli Venezia Giulia (68,3): tra queste il dato più positivo lo ottiene la Puglia con voto pari a 70,0, mentre all'ultimo posto c'è la Sardegna con 65,7. (Figura 8.1.11)
La soddisfazione a posteriori per il processo scolastico cresce all'aumentare del voto di diploma; questo dato sottolinea la comprensibile maggiore criticità manifestata da parte di quegli studenti che durante il cammino scolastico hanno incontrato più difficoltà.
In Veneto, tra coloro che sono usciti con un voto basso alla maturità, sono soddisfatti appena il 63%, mentre si arriva al 75% tra quelli diplomati con un voto alto.
Complessivamente, poco più elevata la soddisfazione manifestata dai più bravi studenti del Nord-Est rispetto alla media della nostra regione, a causa dei dati registrati nelle regioni Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna che innalzano i valori a livello di ripartizione geografica.
Al di sotto di entrambe, invece, il trend per l'Italia. (Figura 8.1.12)
Infine, incrociando l'indicatore di sintesi (I1) sia con la classe di voto di diploma che con la tipologia scolastica, si nota che, se per gli istituti professionali al crescere del voto di diploma la soddisfazione per il processo scolastico cresce in maniera lineare, altrettanto non si può dire per i licei e l'istruzione magistrale.
I primi, infatti, mostrano che i diplomati con punteggio tra 70 e 90, dichiarano gli stessi livelli di soddisfazione; al contrario, ai licei la spaccatura nel grado di soddisfazione si delinea tra coloro che si diplomano con voto inferiore ad 80 e quelli, invece, con voto superiore.
Per gli istituti magistrali, infine, coloro che escono con un voto tra 60 e 69 sono molto meno felici di tutti gli altri, che si allineano su valori pressoché simili. (Figura 8.1.13)
Buone strutture scolastiche...veneti più soddisfatti
A partire dai risultati dell'analisi fattoriale, si è poi costruito anche un indicatore di sintesi di soddisfazione complessiva per l'esperienza scolastica vissuta (I).
Questo indicatore sintetizza insieme quanto visto per la soddisfazione per il processo scolastico (indicatore I1) con il dato sulla soddisfazione per le strutture scolastiche; è stato possibile, quindi, arrivare ad un unico valore che tenesse conto dei pesi diversi che i due fattori hanno sulla soddisfazione complessiva per l'esperienza scolastica vissuta.
Questa sintesi è stata effettuata assegnando gli specifici pesi fattoriali, calcolati sul totale dei diplomati italiani, alle variabili che compongono i due diversi fattori visti in precedenza (soddisfazione per il processo scolastico e strutture scolastiche) (Nota 7).
I due fattori, come già osservato, sono distinti e determinano in proporzione diversa (in base ai pesi impliciti all'analisi fattoriale) i livelli complessivi di soddisfazione per l'esperienza scolastica passata.
Complessivamente la soddisfazione per le strutture scolastiche, ai fini dell'indicatore di soddisfazione per l'esperienza scolastica passata, ha un peso di circa il 30%; il restante 70% è, invece, attribuibile alle variabili di soddisfazione per il processo scolastico.
L'analisi fattoriale mostra dunque come le strutture scolastiche, sebbene in misura inferiore al processo, non siano un fattore trascurabile al fine della soddisfazione complessiva per l'esperienza scolastica; di conseguenza appare evidente che per andare ad incidere sulla soddisfazione complessiva gli interventi vanno mirati in base a quale dei due fattori si vuole modificare e quanto questo incida sulla soddisfazione totale.
In Veneto il valore assunto dall'indicatore complessivo di soddisfazione per l'esperienza scolastica scende un po' rispetto all'indicatore sul processo (rispettivamente, si registra un punteggio medio pari a 65,3 su 100 contro 69,3), poiché risente delle valutazioni più basse riservate alle strutture scolastiche.
Tuttavia la nostra regione si classifica in quinta posizione, guadagnando ben cinque posti rispetto alla graduatoria stilata precedentemente per l'indicatore di soddisfazione per il processo scolastico; questo significa che i diplomati veneti tendono a valutare le strutture scolastiche delle loro vecchie scuole più soddisfacenti rispetto ai coetanei a livello nazionale.
La regione con la perdita di posizione più evidente è la Calabria che passa da quinta a tredicesima, facendo emergere un giudizio sulle strutture molto critico.
Rispetto all'indicatore di processo, tutte le regioni italiane perdono punti nell'indicatore complessivo per l'esperienza scolastica, poiché gli studenti di quasi tutta Italia valutano più negativamente le strutture rispetto alle variabili di processo.
Fa eccezione il Trentino Alto Adige che rileva, invece, un aumento nell'indicatore complessivo, raggiungendo così un punteggio in centesimi pari a 73,7. (Figura 8.1.14)

Figura 8.1.1

Un possibile modello sul rapporto tra scelte e soddisfazione

Figura 8.1.2

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 si dichiarano molto/abbastanza soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell'esperienza scolastica per sesso. Veneto e Italia

Figura 8.1.3

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 dichiara abbastanza/molto soddisfacenti le strutture scolastiche dell'istituto dove ha conseguito il diploma per sesso. Veneto e Italia

Figura 8.1.4

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 si dichiara abbastanza/molto soddisfatta relativamente ad alcuni aspetti dell'esperienza scolastica per tipologia scolastica. Veneto

Figura 8.1.5

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 si dichiara molto/abbastanza soddisfatta relativamente ad alcuni aspetti dell'esperienza scolastica per presenza/assenza di cambiamento scolastico. Veneto e Italia

Figura 8.1.6

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 dichiara abbastanza/molto soddisfacenti i contenuti degli studi della scuola dove ha conseguito il diploma. Graduatoria regionale

Figura 8.1.7

Percentuale di diplomati del 2004 che nel 2007 dichiara abbastanza/molto soddisfacenti le strutture scolastiche della scuola dove ha conseguito il diploma. Graduatoria regionale

Figura 8.1.8

Distribuzione percentuale dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il processo scolastico a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I1) (*). Veneto - Anno 2007

Figura 8.1.9

Distribuzione percentuale dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il processo scolastico a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I1) (*). Nord-Est - Anno 2007

Figura 8.1.10

Distribuzione percentuale dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il processo scolastico a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I1). Italia - Anno 2007

Figura 8.1.11

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico della soddisfazione per il processo scolastico a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I1). Graduatoria regionale - Anno 2007

Figura 8.1.12

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il processo scolastico a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I1) per classe di voto di diploma. Veneto, Nord-est e Italia - Anno 2007

Figura 8.1.13

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il processo scolastico a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I1) per classe di voto di diploma e tipologia scolastica. Veneto - Anno 2007

Figura 8.1.14

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per l'esperienza scolastica vissuta (I). Graduatoria regionale - Anno 2007
 
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8.2 - La soddisfazione dei diplomati lavoratori

Dallo schema riportato nella Fig. 8.1.1 si evince che il legame tra l'esperienza scolastica vissuta e l'attività lavorativa che si svolge è così forte tanto da poter anche modificare sensibilmente i livelli di percezione della soddisfazione per il percorso scolastico svolto dei diplomati; chiaramente il giudizio che gli ex-studenti, ora lavoratori, danno del proprio trascorso scolastico contiene degli elementi di diversità rispetto a quei diplomati che, invece, dopo la scuola superiore decidono di proseguire il loro cammino di studio senza entrare subito nel mercato del lavoro. Questo perché la soddisfazione, valutata a distanza di tre anni, per l'esperienza scolastica effettuata dipende fortemente dalle aspettative che gli studenti avevano, anche in relazione alla riuscita rispetto al percorso scolastico scelto.
Tra tutti i diplomati quelli che lavorano sono gli unici che hanno modo di verificare quanto le proprie aspettative lavorative e di realizzazione personale, maturate durante il cammino nella scuola superiore, siano state poi di fatto applicate sul posto di lavoro; e di fatto questo modifica il loro giudizio sulla soddisfazione poiché lo rende maggiormente critico: non si tratta più di valutare l'esperienza scolastica rispetto uno standard ideale, poiché la quotidianità lavorativa influisce, al punto che la soddisfazione manifestata sintetizza in parte anche quanto gli studi effettuati siano stati coerenti, utili ed efficaci per l'inserimento nel mondo del lavoro.
Ecco perché qui di seguito si cercherà di esplorare come mutino i livelli di soddisfazione scolastica dei diplomati, a tre anni di distanza dal conseguimento del titolo di studio, per coloro che hanno già un lavoro continuativo, in relazione alle principali variabili e caratteristiche del lavoro svolto.
Diplomati lavoratori veneti più contenti per la condizione lavorativa
Cosa cercano i ragazzi nel mondo del lavoro? Quali sono le loro aspettative?
Tra tutti i diplomati sono quelli provenienti dagli istituti professionali i più portati a cercare lavoro, seguiti a ruota dai diplomati degli istituti tecnici; la maggior parte, invece, dei diplomati dei licei prosegue gli studi all'università.
Dall'indagine Istat sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati del 2004, intervistati nel 2007 (Nota 8), è possibile tra l'altro valutare la soddisfazione di coloro che a tre anni dal diploma non frequentano un corso di studio, ma lavorano.
Occorre precisare fin da subito che nelle elaborazioni qui presentate sono stati esclusi i diplomati che studiano e lavorano contemporaneamente.
Da una prima analisi emerge che i ragazzi veneti che lavorano nel 2007, a tre anni dal diploma, sono più soddisfatti della loro condizione lavorativa rispetto al complesso degli italiani.
In dettaglio, il 91,2% dei giovani veneti diplomati si dichiara molto/abbastanza soddisfatto del grado di autonomia che hanno sul lavoro, l'89,3% delle mansioni che svolge e l'87,3% della stabilità e della sicurezza sul posto di lavoro, valore quest'ultimo superiore al dato medio nazionale di oltre sei punti percentuali.
Un po' meno contenti, invece, della retribuzione a fine mese: infatti, la quota di soddisfatti in Veneto è pari al 77,1%, tre punti percentuali al di sopra comunque del dato italiano.
Più "cauto" ancora il giudizio sulla preparazione ricevuta in rapporto all'inserimento nel mondo del lavoro: sono appena, infatti, il 66,1% i ragazzi veneti che ritengono utili le conoscenze acquisite nella propria scuola superiore e il valore scende ancora di più se si considera il dato medio italiano pari a solo il 60,1%. (Figura 8.2.1)
In linea con il dato nazionale, le ragazze esprimono maggiore appagamento per il trattamento economico e per la preparazione ricevuta a scuola dei loro coetanei maschi, mentre sono un po' più deluse nei confronti delle possibilità di carriera. (Tabella 8.2.1)
Per quanto riguarda la soddisfazione in relazione al tipo di diploma conseguito, si nota che, in linea con il dato nazionale, nel Nord-Est c'è una maggiore disomogeneità di opinione tra i ragazzi diplomati in merito al trattamento economico e alla possibilità di carriera: nel Nord-Est i liceali esprimono un giudizio positivo sulla retribuzione nell'87% dei casi, mentre chi ha un diploma professionale nel 78%; inoltre, se tra i liceali si dichiarano contenti delle opportunità di carriera il 79,5%, per coloro che si sono diplomati in un istituto tecnico la soddisfazione scende al 72,2% e tocca il 68,6% per quelli usciti dai professionali.
Viceversa, i liceali sono più delusi dei loro coetanei con un altro titolo di studio superiore rispetto all'uso nel lavoro di ciò che hanno imparato a scuola.
In Veneto, poiché i dati per coloro che hanno una maturità liceale e che lavorano non sono statisticamente significativi a causa della relativa limitata numerosità campionaria nell'indagine, non sono evidenti consistenti differenze di percezione a seconda del tipo diploma conseguito dai ragazzi intervistati; l'unico dato rilevante si riferisce all'utilizzo delle conoscenze acquisite a scuola per chi è uscito da un professionale, soddisfatto nel 70,6% dei casi, mentre per coloro che hanno un diploma tecnico il 65% dei casi. (Figura 8.2.2)
Nel confronto regionale spicca il Trentino Alto Adige che presenta il più alto grado di soddisfazione espresso dai ragazzi diplomati lavoratori in ciascun aspetto dell'attuale lavoro a loro richiesto.
La maggiore disomogeneità fra le regioni è presente nella domanda sulla retribuzione, dove l'Italia si divide ancora una volta tra Nord e Sud: dall'87% di diplomati soddisfatti del Trentino Alto Adige si passa ad appena il 63% della Sicilia; allo stesso modo anche la soddisfazione circa la stabilità e la sicurezza sul posto di lavoro divide gli italiani in modo netto: se nel Nord si dichiarano piuttosto contenti l'87% dei ragazzi intervistati, nel Sud questa quota ammonta a neppure il 76%.
Per misurare la qualità del sistema scolastico, particolare interesse va dato a cosa pensano i giovani di ciascuna regione circa l'utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola superiore nel mondo del lavoro: il Veneto è la seconda regione, dopo il Trentino Alto Adige, per livelli di soddisfazione più alti; ultima in classifica la Sicilia con meno del 56%.
Questo quesito può essere letto parallelamente a quello del giudizio dei diplomati sul grado di utilità della preparazione ricevuta alle superiori in rapporto al corso di studi che stanno ancora frequentando nel 2007 o per il corso già frequentato (si veda capitolo 7, figura 7.1.3), dove il 67,2% dei veneti valutava la propria preparazione positivamente contro il dato italiano pari al 61,9%.
In generale, nella classifica regionale sul livello di soddisfazione per ciascun aspetto dell'attuale lavoro, il Veneto si inserisce quasi sempre nelle prime posizioni eccetto che per il trattamento economico e il grado di autonomia sul lavoro, dove si colloca, rispettivamente, in ottava e undicesima posizione. (Figura 8.2.3) (Figura 8.2.4)
La soddisfazione per il contesto lavorativo è indipendente dalla coerenza con gli studi fatti
Anche in questo caso, per comprendere al meglio i legami tra le variabili qui considerate relative alla soddisfazione lavorativa, si sono calcolati gli indici di connessione per misurare il grado di associazione esistente tra di esse (Nota 9).
Dall'analisi delle associazioni emerge che la maggior parte delle variabili risultano positivamente associate tra loro e che chi si dichiara maggiormente soddisfatto per un ambito specifico del proprio lavoro globalmente si sente anche più soddisfatto negli altri ambiti.
Nuovamente, per misurare il grado di associazione tra variabili, si è utilizzato il coefficiente Gamma di Goodman & Kruskal.
Il valore più elevato si riscontra tra le due variabili "Soddisfazione per le possibilità di carriera" e "Soddisfazione per le mansioni svolte", pari a 0,64 per il coefficiente Gamma di Goodman & Kruskal (varia tra 0, associazione nulla, e 1, massimo grado di associazione).
Quasi altrettanto correlata risulta la variabile "Soddisfazione per le mansioni svolte" rispettivamente con: "Soddisfazione per il trattamento economico" (Gamma 0,60), "Soddisfazione per la stabilità e la sicurezza sul posto di lavoro" (Gamma 0,64) e "Soddisfazione per il grado di autonomia sul lavoro" (Gamma 0,66). Spiccano, inoltre, il grado di autonomia correlato con la stabilità e la sicurezza del posto di lavoro (Gamma 0,60) e la correlazione tra possibilità di carriera e trattamento economico (Gamma 0,62).
Da tutto ciò si evince che la soddisfazione lavorativa è un fenomeno complesso, strettamente legato al suo interno dalle variabili che la compongono, a loro volta sinergicamente legate tra loro. Un grado maggiore di soddisfazione per la condizione lavorativa dipende quindi da più fattori, non da una singola variabile.
La soddisfazione per "l'utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola superiore" risulta l'unica variabile non correlata significativamente con qualcuna delle altre.
Questo presagisce una differenza tra le prime cinque variabili in esame e la sesta; se il primo blocco individua un ambito che potremmo definire come il "contesto lavorativo", l'ultima variabile rappresenta, invece, la "coerenza con quanto studiato in precedenza".
Analogamente a quanto sviluppato per le variabili sulla soddisfazione scolastica (Nota 10), anche per la soddisfazione lavorativa si è proceduto a definire una tecnica di analisi dei dati, l'analisi fattoriale (Nota 11) con l'obiettivo di ottenere indicazioni utili sulla metodologia di costruzione di un ipotetico indice sintetico di soddisfazione lavorativa.
Come per la soddisfazione scolastica analizzata nel precedente paragrafo, l'analisi fattoriale non distingue subito le variabili tra diversi fattori; si è potuto, però, osservare dall'analisi delle frequenze e dall'analisi dei coefficienti di correlazione, che se le prime cinque variabili mostrano distribuzioni analoghe, con forti legami sottostanti, così non avviene con la sesta variabile (utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola superiore).
Di conseguenza si è scelto, a fini analitici e di incremento di varianza spiegata (Nota 12) (dal 49% al 72% della variabilità totale), di forzare il modello anche in questo caso, ma stavolta fino a tre fattori; quello che ne risulta, rispetto al modello ad un unico fattore, è che il modello a tre fattori riesce a "spiegare" il 72% della variabilità totale dei dati, aumentandone la capacità predittiva e la significatività.
I tre fattori così trovati sono composti in modo particolare: rientrano a far parte del primo un po' tutte le variabili, in particolare la soddisfazione per le mansioni svolte.
Il terzo fattore è riferito alla soddisfazione per il trattamento economico, per le possibilità di carriera e per il grado di autonomia sul posto di lavoro.
Il secondo fattore, invece, comprende per la quasi totalità la soddisfazione rispetto all'utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola superiore.
Il primo ed il terzo fattore sono i più complessi da definire, poiché intrecciano tra di loro le prime cinque variabili relative alle caratteristiche del proprio lavoro; si ha quindi ancora una conferma del forte legame sottostante alle prime cinque variabili.
Ugualmente si ha la conferma che la sesta variabile, in pratica coincidente con il secondo fattore, è quasi indipendente dalle altre.
Da questi risultati, si è così deciso di costruire un "indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo" considerando le cinque variabili correlate e non inserendo l'ultima tra le sei variabili osservate, poiché concettualmente differente dalle altre.
Si considera, qui di seguito, questo indicatore (I2), calcolato nel seguente modo: per ognuna delle cinque variabili, Trattamento economico, Possibilità di carriera, Mansioni svolte, Stabilità e sicurezza sul posto di lavoro, Grado di autonomia sul lavoro, si associa alla modalità "Per niente soddisfatto" il valore 1, a "Poco soddisfatto" il valore 2, a "Abbastanza soddisfatto" il valore 3 e a "Molto soddisfatto" il valore 4; per ogni studente si calcola poi la media semplice, ovvero si sommano tutti i relativi valori delle cinque variabili sopraccitate e si divide per cinque.
Infine, il dato regionale si ottiene come media dei punteggi dei relativi singoli studenti (Nota 13); tutti i punteggi ottenuti vengono poi standardizzati e riclassificati in centesimi (Nota 14).
L'indicatore così calcolato varia da 0 (Per niente soddisfatto) a 100 (Molto soddisfatto).
Si riporta qui di seguito la distribuzione dell'indicatore per il Veneto, il Nord-Est e l'Italia; come si può notare le distribuzioni hanno forma piuttosto simile.
La media veneta registra difatti un punteggio pari a 71,0 su cento, mentre quella italiana un punteggio pari 68,0; la mediana è, invece, dissimile tra Veneto (73,3) ed Italia (66,7) mentre la moda coincide (66,7). (Figura 8.2.5)
La quota di "per niente soddisfatti" è risibile per tutti e tre i grafici, mentre è sensibile la quota di "molto soddisfatti", a sua volta superiore a quella dei "poco soddisfatti"; la classe mediana è quella degli "abbastanza soddisfatti", mostrando una distanza interquartile pari a 26,7, ovvero il 50% dei lavoratori della distribuzione ha un punteggio di soddisfazione compreso tra 60,0 e 86,7.
Si conviene, inoltre, che queste distribuzioni assomiglino molto a quelle dell'indicatore relativo alla soddisfazione per l'esperienza scolastica. (Figura 8.2.6) (Figura 8.2.7)
Complessivamente, in Veneto il grado di soddisfazione dei diplomati del 2004, intervistati nel 2007, per il contesto lavorativo è pari ad un punteggio, in centesimi, di 71,0, valore superiore alla media nazionale che lo posiziona nella graduatoria regionale sesto per livelli di soddisfazione più alti.
Primo fra tutte le regioni, il Trentino Alto Adige con un punteggio di 75,3 su 100, mentre in coda si trovano le regioni del Mezzogiorno, ultima la Sicilia con un valore di poco superiore al 62,0. (Figura 8.2.8)
Anche se non si discosta molto da un andamento a forma rettilinea, il grado di soddisfazione per il contesto lavorativo fluttua tra le classi di voto di diploma, mostrando come gli ex studenti che meglio andavano a scuola, ovvero con il voto più alto all'esame di maturità, siano critici verso il proprio lavoro non meno di coloro che a scuola ottenevano risultati più insoddisfacenti. (Figura 8.2.9)
Mediamente più appagati per il contesto lavorativo i diplomati nei licei: 74,7 su 100 il punteggio medio di soddisfazione per chi esce con una maturità liceale in Veneto, fra tutte le regioni italiane il sesto in graduatoria; primo il Piemonte (79,7) e ultime Calabria e Campania (64,7).
71,0 e 71,3, invece, i valori dell'indicatore, rispettivamente, dei diplomati veneti agli istituti professionali e ai tecnici.
Una situazione in parte sorprendente se si pensa che il passo più naturale per un ragazzo che esce dal liceo è quello di frequentare l'università non avendo ricevuto una preparazione già orientata verso una professione, come invece accade per chi ha frequentato un istituto professionale o un tecnico; si tratta, quindi, di quella, seppur ridotta, fascia di ragazzi che hanno trovato occasioni di lavoro a loro misura dopo il diploma liceale, rinunciando così a proseguire gli studi. (Figura 8.2.10)
Più utili gli studi a scuola per i veneti
Infine, anche in questo caso, si è costruito, a partire dai risultati dell'analisi delle correlazioni fra le variabili e l'analisi fattoriale, un indicatore che sintetizza la soddisfazione complessiva per l'esperienza lavorativa (IL) dei diplomati del 2004 che nel 2007 lavorano.
Come nel caso dell'indicatore sull'esperienza scolastica, questo è stato possibile utilizzando i pesi calcolati dall'analisi fattoriale.
Tale indicatore, tiene conto dei pesi diversi che i tre fattori (il primo ed il terzo di contesto lavorativo e il secondo di coerenza con quanto studiato in precedenza) hanno sulla soddisfazione complessiva per l'esperienza lavorativa.
Questa sintesi è stata effettuata assegnando gli specifici pesi fattoriali alle variabili che compongono i tre diversi fattori visti in precedenza (Nota 15).
Anche in questo caso i fattori, come già osservato, sono distinti e non risultano avere il medesimo peso nel determinare i livelli complessivi di soddisfazione per l'esperienza lavorativa.
Nel complesso, per la costruzione dell'indicatore sintetico di soddisfazione per l'esperienza lavorativa, il peso che assume il secondo fattore, riconducibile alla variabile sull'utilizzo delle conoscenze scolastiche passate, è di circa il 19% della variabilità spiegata; il restante 81% circa è, invece, attribuibile ai due fattori riconducibili al contesto lavorativo.
Le variabili di contesto lavorativo sono quindi quelle di centrale importanza nella definizione dei valori assunti dall'indicatore complessivo di soddisfazione per l'esperienza lavorativa; la media, e così anche la moda e la mediana, della distribuzione per l'indicatore sintetico complessivo di soddisfazione per l'esperienza lavorativa (IL) registrano valori più contenuti rispetto a quanto si è visto per il solo indicatore di contesto lavorativo, risentendo del peso del secondo fattore, che consiste nella variabile relativa all'utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola superiore, non presente nell'indicatore di contesto.
Confrontando la graduatoria regionale complessiva con quella dell'indicatore del solo contesto lavorativo, si può vedere come ognuna delle regioni italiane perda punti nell'indicatore complessivo per l'esperienza lavorativa, segnando l'influenza della variabile sulla soddisfazione per l'utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola superiore, che ottiene valori più bassi rispetto alle variabili di contesto lavorativo.
Se il Trentino Alto Adige rimane la prima regione in classifica per livelli di soddisfazione più elevati per l'esperienza lavorativa nel suo complesso, si nota, invece, che il Veneto, rispetto alla graduatoria relativa all'indicatore di contesto lavorativo, passa dalla sesta alla seconda posizione, scavalcando Lombardia, Umbria, Emilia Romagna e Liguria; questo, nonostante un punteggio che passa da 71 punti su 100 a 67,7, mostra che i diplomati veneti che lavorano, a tre anni dal diploma, valutano meno criticamente le conoscenze date dalla scuola di provenienza in funzione del lavoro che stanno svolgendo.
In sintesi, i diplomati veneti, oltre una soddisfazione per il contesto lavorativo al di sopra della media nazionale, valutano anche gli studi effettuati come maggiormente coerenti con il lavoro poi effettivamente svolto. (Figura 8.2.11)

Figura 8.2.1

Percentuale di diplomati del 2004 che lavorano nel 2007 che si dichiarano molto/abbastanza soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell'attuale lavoro - Veneto e Italia

Tabella 8.2.1

Percentuale di diplomati del 2004 che lavorano nel 2007 che si dichiarano molto/abbastanza soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell'attuale lavoro per sesso - Veneto e Italia

Figura 8.2.2

Percentuale di diplomati del 2004 che lavorano nel 2007 che si dichiarano molto/abbastanza soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell'attuale lavoro per diploma conseguito - Italia e Veneto (*)

Figura 8.2.3

Percentuale di diplomati del 2004 che lavorano nel 2007 che si dichiarano molto/abbastanza soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell'attuale lavoro - Graduatoria regionale

Figura 8.2.4

Percentuale di diplomati del 2004 che lavorano nel 2007 che si dichiarano molto/abbastanza soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell'attuale lavoro - Graduatoria regionale

Figura 8.2.5

Distribuzione percentuale dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I2) (*). Veneto - Anno 2007

Figura 8.2.6

Distribuzione percentuale dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I2) (*). Nord-Est - Anno 2007

Figura 8.2.7

Distribuzione percentuale dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I2) (*). Italia - Anno 2007

Figura 8.2.8

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I2). Graduatoria regionale - Anno 2007

Figura 8.2.9

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I2) per classe di voto di diploma. Veneto, Nord-Est e Italia - Anno 2007

Figura 8.2.10

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per il contesto lavorativo a tre anni di distanza dal conseguimento del diploma (I2) per tipo di diploma conseguito. Veneto, Italia e ripartizioni - Anno 2007

Figura 8.2.11

Punteggio in centesimi dell'indicatore sintetico di soddisfazione per l'esperienza lavorativa (IL). Graduatoria regionale - Anno 2007
 
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Risposte ai quesiti

  1. Qual è il livello di soddisfazione dei diplomati per i percorsi di studio effettuati alle superiori?

    Nel capitolo 4, sono stati presentati i dati relativi al livello di qualità percepita per il vissuto dell'esperienza scolastica dei ragazzi di 13 e di 15 anni. Nella prima parte di questo capitolo è presentata, invece, la soddisfazione dei ragazzi a tre anni di distanza dall'acquisizione del diploma, avendo già maturato esperienze di studio universitario o di lavoro. Si tratta dei risultati dell'indagine Istat effettuata nel 2007 sui diplomati del 2004.
    L'Istat rileva il giudizio dei diplomati rispetto a quattro caratteristiche dell'esperienza scolastica, ossia il rapporto con gli insegnanti e le loro capacità professionali, i contenuti degli studi e la qualità delle strutture scolastiche. Per ciascuna di queste dimensioni, sono presentati nel testo le prevalenze percentuali di diplomati che hanno espresso un giudizio positivo, cioè "abbastanza o molto soddisfatto". Dall'analisi statistica multivariata è emerso che gli indicatori relativi alle prime tre dimensioni (rapporto con gli insegnanti, capacità professionali e contenuti degli studi) sono tra loro sufficientemente omogenei da giustificare il calcolo di un indicatore sintetico di qualità, che può essere denominato "Qualità percepita per il processo scolastico". Aggregando quest'ultimo con il giudizio sulla qualità delle strutture scolastiche, è stato anche calcolato un indice generale di qualità percepita. Gli indici sintetici sono espressi in forma standardizzata, con punteggi variabili fra 0 (livello di qualità pessima) e 100 (livello di qualità eccellente).
    La soddisfazione per le tre caratteristiche di processo scolastico risulta molto elevata: l'85% circa dei diplomati dichiara di essere abbastanza o molto soddisfatto, con modesta variabilità tra le regioni e rispetto ad altre caratteristiche dei diplomati. Nel complesso, l'indice sintetico di qualità percepita di processo scolastico ha fornito per il Veneto un punteggio medio di 69 punti su 100, lo stesso della media nazionale, con variabilità regionale che va dai 66 punti della Sardegna ai 73 del Trentino Alto Adige; dai 64 punti dei diplomati che hanno conseguito il diploma con un voto da 60 a 69 ai 75 per i diplomati con votazioni finali da 90 a 100.
    Più critico risulta, invece, il giudizio dei diplomati sulla qualità delle strutture scolastiche: la quota di soddisfatti del Veneto è pari al 64%, superiore comunque alla media nazionale (54%); la variabilità fra regioni va dal 44% del Molise all'86% del Trentino Alto Adige; più soddisfatti i maschi e i diplomati degli istituti tecnici.
    L'indice generale di qualità percepita per l'esperienza fatta nella scuola, in Veneto, è pari a 65 punti (Italia 64, Trentino Alto Adige 74, Sardegna 60). Il Trentino Alto Adige emerge, dunque, come la regione con il più alto livello di qualità percepita per tutte le caratteristiche considerate.
    In conclusione, si può affermare che il giudizio sull'esperienza scolastica dei diplomati veneti del 2004, dopo tre anni, risulta nel complesso positiva e migliore di quello espresso dagli studenti quindicenni durante il percorso degli studi. La differenza può essere dovuta all'effetto memoria, ma anche al senso di responsabilità e concretezza che i soggetti, crescendo e facendo altre esperienze di studio e di lavoro, hanno maturato. Va, comunque, sottolineato il fatto che le caratteristiche considerate nei due indici sono diverse.
    Naturalmente il livello di qualità percepita è ancora migliorabile, come dimostrano gli alti livelli già raggiunti dalla regione limitrofa Trentino Alto Adige.

  2. Qual è il livello di soddisfazione per il lavoro dei diplomati che lavorano?

    Dai risultati dell'indagine Istat del 2007 sui diplomati del 2004 emerge, che in Veneto la quota di ragazzi che lavorano a tre anni dal diploma (ma non sono studenti-lavoratori) è pari al 48%, molto più elevata della media nazionale (39%). Per questi diplomati lavoratori, l'indagine Istat consente di stimare i livelli di soddisfazione dichiarati su cinque caratteristiche del contesto lavorativo (mansioni svolte, stabilità e sicurezza sul posto di lavoro, grado di autonomia, trattamento economico, possibilità di carriera) e il giudizio espresso sull'utilizzo nell'attività lavorativa delle conoscenze acquisite nella scuola media superiore.
    Dall'analisi statistica multivariata, è emersa l'opportunità di calcolare due indicatori di qualità percepita: il primo è una sintesi delle cinque caratteristiche lavorative e può essere denominato "indice di qualità percepita del contesto lavorativo"; il secondo include anche il giudizio sull'utilizzo delle conoscenze acquisite e può essere definito come "indice generale di soddisfazione dei diplomati lavoratori". Gli indicatori sintetici sono espressi nella forma standardizzata del punteggio in centesimi, con valori variabili tra 0 (minima soddisfazione) a 100 (soddisfazione massima).
    Con riferimento alle prime tre variabili (mansioni, stabilità e autonomia), le prevalenze di abbastanza o molto soddisfatti, per i diplomati del Veneto, sono molto elevate (rispettivamente 89%, 87% e 91%); i valori nazionali sono inferiori di qualche punto. Più bassi i giudizi di gradimento per il trattamento economico (Veneto 77%, Italia 74%) e la possibilità di carriera (Veneto 71%, Italia 68%). I maschi si dichiarano più soddisfatti delle femmine per la possibilità di carriera, le femmine per il trattamento economico.
    L'indice sintetico di qualità percepita del contesto lavorativo, calcolato per il Veneto, dà un punteggio medio pari a 71 su 100, leggermente superiore alla media nazionale (68). Il valore più alto a livello regionale è quello del Trentino Alto Adige (75), il più basso quello della Sicilia (62). Il giudizio non varia all'aumentare del voto conseguito all'esame di maturità, mentre i diplomati degli istituti professionali esprimono in media giudizi migliori.
    Moderatamente positivo è anche il giudizio sull'utilizzo nell'attività lavorativa delle conoscenze acquisite a scuola. La prevalenza di abbastanza o molto soddisfatti risulta nel Veneto pari al 66% (Italia 60%, Trentino Alto Adige 72%, Sicilia 56%).
    L'indice generale di qualità percepita dei diplomati lavoratori veneti, a tre anni dal diploma, risulta pari a 68 punti su 100 (Italia 63, Trentino Alto Adige 72, Sicilia 60).
    In conclusione si può affermare che la qualità percepita per il lavoro dei diplomati lavoratori, in Veneto, è soddisfacente. Naturalmente anche questo è un ambito in cui sono possibili ulteriori e consistenti miglioramenti, come dimostra la situazione raggiunta nella vicina regione Trentino Alto Adige.