Appendice 2

Metodi statistici

Inizio Pagina

Misurare la "qualità dell'abitare"

La qualità dell'abitare è definita come l'insieme delle caratteristiche del patrimonio abitativo usufruito dalle famiglie riguardanti il livello di soddisfacimento delle esigenze della famiglia con riferimento alla casa intesa come:
  • alloggio, ovvero spazio funzionale alle esigenze di vita quotidiana della famiglia;
  • focolare domestico, ambito delle relazioni affettive e della privacy;
  • dimora, in un contesto ambientale (vicinato, quartiere, territorio).
È un concetto molto ampio e complesso, non misurabile per via diretta; occorre quindi risalire alle dimensioni, ai fenomeni che si riconoscono essere correlati ad esso in maniera significativa e che siano a loro volta misurabili. Nella monografia si sono individuate alcune dimensioni importanti:
  • caratteristiche generali dell'abitazione (tipologia ed epoca);
  • caratteristiche strutturali (disponibilità e funzionamento dei servizi, problemi strutturali presenti e/o percepiti, dotazione impianti e presenza di beni durevoli);
  • qualità spaziale (affollamento);
  • titolo di godimento;
  • sostenibilità economica;
  • contesto ambientale (problemi della zona di residenza, la sicurezza, l'accessibilità ai servizi e le relazioni della famiglia).
Si tratta di dimensioni concernenti le variabili finali della qualità abitativa. Aspetti delle singole dimensioni vengono misurati attraverso opportuni indicatori elementari. Sintesi degli indicatori per dimensione, gruppi di dimensioni e in generale per l'intero fenomeno della qualità abitativa considerata dal punto di vista della condizione di vita dei cittadini, vengono operate applicando criteri aggregativi (indicatori di sintesi), con l'intento di produrre sintesi conoscitive a diversi livelli del macrofenomeno che interessa.
Gli indicatori, elementari e di sintesi, riguardanti le variabili finali, oltre che analizzati singolarmente, vengono anche messi in relazione con le variabili concomitanti.
A seconda della disponibilità dei dati (microdati o macrodati), del livello di approfondimento desiderato e della complessità della dimensione in esame, si è fatto ricorso a indicatori di vario tipo, rifacendoci ai seguenti criteri generali.
a) Indicatori di unità abitativa (caratteri statistici)
Aspetti rilevanti delle dimensioni di qualità abitativa vengono misurati empiricamente attraverso caratteri statistici di tipo qualitativo (scala nominale e ordinale) o quantitativo (scala intervallo o rapporto) rilevati per singola unità abitativa.
I caratteri considerati ai fini della monografia riguardano aspetti rilevanti della qualità abitativa, quelli utilizzati con maggiore frequenza nei report statistici generali sulle condizioni abitative (vedi letteratura e report nazionali e internazionali). Un limite importante è legato alla disponibilità di micro e macrodati nelle fonti accessibili.
b) Indicatori di collettivo
Sui microdati disponibili per le unità abitative dei collettivi di interesse (o di loro campioni rappresentativi) possono essere effettuate elaborazioni statistiche con vari metodi e tecniche, mirate a produrre sintesi conoscitive utili ai fini decisionali:
  • distribuzioni statistiche (macrodati);
  • indici di centralità (medie e quantili);
  • indici di variabilità;
  • indici di relazione (dipendenza) tra caratteri relativi alle variabili finali e variabili concomitanti (bivariata e multivariata);
  • errori standard, intervalli di confidenza, applicazione di test statistici, nel caso di microdati disponibili per campioni statistici di collettivi di unità abitative.
c) Indicatori di sintesi per unità abitativa
Aggregando opportunamente le informazioni contenute nei microdati disponibili è possibile produrre sintesi informative per unità abitativa, ad esempio per "dimensione" (aggregazione di più caratteri della stessa dimensione), o in generale per l'intero fenomeno della qualità abitativa (aggregazione delle sintesi per dimensione o dell'insieme o di un sottoinsieme di caratteri per i quali sono disponibili i microdati).
d) Indicatori di sintesi di collettivo di unità abitative
Sui valori assunti dagli indicatori di sintesi per le unità abitative di un collettivo (punto c), possono essere calcolati indici statistici del tipo di quelli descritti nel punto b, come distribuzione, centralità, variabilità, dipendenza, attendibilità probabilistica delle stime campionarie.
e) Indicatori di sintesi di collettivo di unità abitativa basati su macrodati
Nei confronti spazio-temporali, se la base di partenza sono microdati per unità abitativa del collettivo (o di un campione statisticamente rappresentativo), può essere utilizzata la metodologia degli indicatori descritta nei punti precedenti.
Se la base informativa di partenza delle fonti disponibili è costituita da macrodati per modalità di spazio e/o di tempo (epoca o periodo), gli indicatori elementari o di sintesi vengono definiti in base ad algoritmi compatibili con i macrodati disponibili e con il fenomeno oggetto di misurazione.
I valori assunti dagli indicatori possono essere sintetizzati in una matrice del tipo di quella presentata nel seguente prospetto.
Sintesi informative per colonna (singoli indicatori, V.j) rispetto al collettivo delle modalità di spazio possono essere calcolate applicando metodologie statistiche del tipo di quelle richiamate in precedenza al punto b. Nel caso di confronti temporali si possono applicare metodologie che la statistica propone per l'analisi delle serie storiche.
Sintesi informative per riga (singole modalità di tempo e/o di spazio, Vi.) possono essere ottenute applicando opportuni criteri aggregativi ai valori del vettore corrispondente alla modalità che identifica la riga, dello stesso tipo di quelli proposti nel punto c.
Si riporta di seguito a grandi linee i principali aspetti metodologici riguardanti la costruzione di indicatori di sintesi e alcuni esempi di indicatori utilizzati nella monografia.
 
 
Inizio Pagina

Gli indicatori di sintesi

Finalità conoscitiva
Negli ultimi decenni, anche al fine di rispondere alle crescenti esigenze di disporre di informazioni sistematiche su realtà complesse, si sono intensificati gli sforzi nel costruire e utilizzare indicatori di sintesi, in grado di integrare e sintetizzare grandi moli di dati.
In generale la sintesi presenta il vantaggio di evitare la presentazione e l'interpretazione di una grande quantità di dati elementari, consentendo analisi più semplici e veloci, soprattutto in termini comparativi: un indicatore può individuare la posizione relativa di una unità in una certa area e, se misurata nel tempo, può evidenziare la direzione del cambiamento. Nell'analisi di politiche, a livello nazionale e internazionale, gli indicatori aiutano a identificare tendenze, evidenziare problemi, definire priorità, fare confronti e monitorare le performance.
Gli indicatori aggregati (o di sintesi) sono costruiti sulla base di indicatori elementari opportunamente combinati, al fine di rappresentare, per ciascuna unità, l'area o il tema di interesse attraverso una singola misura.
In base alla complessità del fenomeno da rappresentare, a livello tecnico l'aggregazione può avvenire a due diversi livelli:
  • indicatori sintetici, ottenuti da aggregazioni di indicatori semplici e tra loro omogenei con l'obiettivo di ricomporre la misura di un unico fenomeno, in una prospettiva unidimensionale;
  • indicatori compositi, ottenuti da aggregazioni di misure, espresse come indicatori semplici o sintetici, di più fenomeni al fine di valutare una realtà complessa in una prospettiva multidimensionale. In pratica, un indicatore composito misura concetti multidimensionali: ad esempio, la qualità di vita dipende da una molteplicità di aspetti, opportunamente combinati, quali ad esempio il reddito, il lavoro, la salute, le condizioni abitative, la soddisfazione rispetto alle proprie relazioni con familiari, amici e conoscenti, ecc.
    Per la sua complessità, un indicatore composito necessita di una definizione teorica e di un modello concettuale che consentano di procedere alla sua costruzione attraverso una metodologia che rifletta le dimensioni e la struttura del fenomeno misurato e che risponda alle finalità dell'analisi.
    Gli indicatori compositi sono quindi essenzialmente dei modelli, la cui bontà è definita dal modo in cui il risultato finale si adatta agli scopi iniziali e dal grado di accettazione che ottiene. (Figura 1)
Perché sintetizzare: vantaggi e limiti degli indicatori di sintesi
I vantaggi che derivano dall'utilizzo di indicatori di sintesi sono molteplici. Essi permettono di:
  • riassumere argomenti complessi, anche al fine di sostenere il decisore politico;
  • rendere più semplice l'interpretazione del fenomeno;
  • facilitare l'ordinamento e valutare i cambiamenti nel tempo rispetto a fenomeni complessi;
  • facilitare la comunicazione.
Tuttavia, l'utilizzo di un indicatore di sintesi, semplificando un fenomeno complesso, porta inevitabilmente a una perdita di informazione, con il rischio di indurre conclusioni semplicistiche. Inoltre, se costruito male, può fornire messaggi fuorvianti e male interpretabili, e se il processo di costruzione non è trasparente o i principi statistici e culturali non sono fondati o condivisi può essere utilizzato in modo sbagliato.
La costruzione di indicatori di sintesi
Le scelte da operare per costruire un indicatore di sintesi riguardano:
  • gli indicatori semplici (o le dimensioni) che entrano nella costruzione dell'indicatore aggregato;
  • i pesi da attribuire a ogni indicatore (o dimensione);
  • l'omogeneizzazione degli indicatori;
  • la formula aggregativa;
  • i criteri interpretativi dell'indicatore di sintesi;
  • l'analisi di robustezza e sensibilità.

Scelta degli indicatori

Dopo aver definito con chiarezza il fenomeno che si intende misurare, anche appoggiandosi alla teoria, vanno individuati i sotto-aspetti che lo compongono, e che devono essere messi in relazione dal punto di vista teorico ed empirico, e vanno identificati i criteri di selezione degli indicatori elementari. La scelta di questi ultimi è molto importante poiché la qualità di un indicatore di sintesi dipende proprio dalla qualità degli indicatori elementari. Occorre pertanto controllare la qualità degli indicatori disponibili, discuterne punti di forza e di debolezza di quelli selezionati ed effettuare aggiustamenti di scala se necessari.

Attribuzione dei pesi

Nella costruzione di un indicatore di sintesi si pone il problema di quale peso attribuire nel criterio aggregativo agli indicatori che lo compongono. La soluzione di attribuire peso uguale non vuol dire non applicare un sistema di pesi, in quanto si assume e si concorda sul fatto che gli aspetti del fenomeno misurati dai singoli indicatori hanno in termini sostanziali pesi equivalenti nella sintesi conoscitiva del fenomeno espressa dall'indicatore di sintesi. La soluzione "pesi uguali" corrisponde a uno specifico sistema di pesi, che va di volta in volta motivato in termini conoscitivi sostanziali.
Spesso l'assunto su cui si basa il sistema "pesi uguali" non si verifica e non è sostenibile, per cui è necessario procedere all'identificazione di un opportuno sistema di pesi. Le modalità di identificazione possono essere ispirate a criteri diversi:
  • "statistici", basati sulle proprietà interne del sistema dei dati disponibili (ad esempio, componenti principali, analisi fattoriale);
  • "ragionati", basati su opinioni e sentimenti di esperti, testimoni privilegiati, cittadini (rilevati ad esempio attraverso procedure del tipo focus group, inchieste, Delphi, ecc.), letteratura esistente, ecc.

Omogeneizzazione degli indicatori elementari oggetto di aggregazione

Un altro problema che si incontra nei processi di costruzione degli indicatori di sintesi riguarda l'eterogeneità degli indicatori elementari, i quali, generalmente, sono espressi in unità di misura diverse e misurano fenomeni di ordine di grandezza differente.
Un'operazione preliminare che spesso viene effettuata sugli indicatori elementari prima di procedere alla sintesi aggregativa, consiste nella trasformazione degli indicatori originari in indici omogenei di indicatori, attraverso procedure diverse di tipo "statistico" o "ragionato".
Tra le procedure di tipo statistico si ricordano, ad esempio:
  • sostituzione dei valori dell'indicatore con i corrispondenti "gradi" delle unità del collettivo (la variabile quantitativa viene trasformata in variabile ordinale, con conseguente perdita di informazioni);
  • sostituzione dei valori degli indicatori, con i valori della corrispondente variabile standardizzata (valore meno la media aritmetica del collettivo e diviso per la deviazione standard). Con questo criterio si rischia di perdere il senso della misura del fenomeno; è comunque applicabile se la finalità è quella di graduare le unità del collettivo;
  • sostituzione dei valori originari dell'indicatore con i corrispondenti valori dei numeri indice "territoriali", "temporali" (o di altre unità, ad esempio sub-collettivi corrispondenti a modalità di variabili concomitanti), fatto 1 o 100 il valore sintetico di riferimento del collettivo.
Tra i criteri ragionati si cita ad esempio una procedura basata sulla scelta di valori "target" o "soglia" dell'indicatore specifico (valore peggiore, a cui si fa corrispondere ad esempio un valore dell'indicatore trasformato pari a 0, e valore migliore, al quale si fa corrispondere un valore pari a 100 dell'indicatore trasformato) e nella trasformazione, proporzionale o non, dei valori osservati in corrispondenti valori variabili nel campo 0-100 (crescenti con il livello di qualità del fenomeno misurato).
La scelta dei valori standard (target o soglia) può essere effettuata con criteri di tipo statistico (ad esempio, primo e nono decile della distribuzione dei valori osservati dell'indicatore nel collettivo considerato), oppure con criteri ragionati (letteratura, opinione di soggetti). In ogni caso le scelte vanno motivate tenendo conto soprattutto delle finalità conoscitive per cui si opera la sintesi, legate alle decisioni da sostenere.

Scelta della formula aggregativa

Effettuate le operazioni descritte nei punti precedenti (scelta del sistema di pesi e omogeneizzazione delle misure degli indicatori), rimane da scegliere la "formula" aggregativa. Tra i criteri frequentemente utilizzati si ricordano:
  • media aritmetica (ponderata) dei valori assunti dagli indicatori elementari nell'unità abitativa o nella modalità spazio temporale a confronto con le altre del collettivo (equilibrio dei valori assoluti, compensazione degli scarti positivi con quelli negativi);
  • media geometrica ponderata (equilibrio dei valori relativi);
  • media armonica (esaltazione dei valori bassi);
  • sistemi multi criterio;
Nelle applicazioni della monografia è stato utilizzato prevalentemente il primo criterio, motivando comunque la scelta effettuata.

Criteri interpretativi dell'indicatore di sintesi

Una volta costruito l'indicatore di sintesi si definiscono i criteri utili a interpretarne i valori: il legame diretto o inverso con il fenomeno che si è inteso misurare e l'eventuale definizione di soglie o classi che aiutino a meglio discriminare le unità.

Analisi di robustezza e sensibilità

Il risultato finale di un indicatore di sintesi è conseguenza di una serie di scelte (gli indicatori elementari, i pesi, la tecnica di omogeneizzazione, il criterio di aggregazione), frutto di considerazioni a volte molto soggettive.
Le analisi di robustezza e sensibilità permettono di valutare come variano le graduatorie o il punteggio dell'indicatore di sintesi se si modificano le scelte, evidenziando quali fonti di incertezza hanno maggior impatto sull'ordinamento.
Le analisi si attuano attraverso metodi di simulazione, oltre che ricalcolando l'indicatore con diverse regole di composizione. Alcuni tra i controlli di robustezza e sensibilità che si effettuano sono:
  • inclusione ed esclusione di indicatori elementari;
  • uso di schemi di omogeneizzazione diversi;
  • uso di schemi di ponderazione diversi, basati sia su modelli statistici che su giudizi partecipativi;
  • uso di metodi di aggregazione alternativi.
In generale una soluzione è buona se:
  • si basa su assunzioni condivisibili e le scelte sono documentate e motivate;
  • è interpretabile, ripetibile e oggettiva;
  • i risultati ottenuti offrono conoscenze utili per le finalità della ricerca;
  • i risultati sono stabili ricalcolando l'indicatore con diverse regole di composizione.

Figura 1

Dal modello concettuale agli indicatori
 
Inizio Pagina

Gli indicatori di sintesi della qualità dell'abitare: alcuni esempi

La ricchezza delle informazioni presenti nell'indagine Eu-Silc ci ha stimolato a cercare delle misure sintetiche per molte delle dimensioni dell'abitare, per favorire da un lato una migliore comprensione di un particolare aspetto, dall'altro per agevolare il confronto tra le varie regioni italiane o tra famiglie con caratteristiche diverse.
Si è proceduto, quindi, al calcolo di indicatori sintetici o compositi, come aggregazione di indicatori semplici, di cui di seguito si riportano alcuni esempi.
Si è lavorato con i microdati, quindi l'indicatore è stato calcolato prima per singola unità abitativa, famiglia o persona, e successivamente aggregato per territorio o altra caratteristica di interesse.
Il criterio generale è stato quello di ricondurre tutti gli indicatori a una stessa scala, con valori compresi tra 0 e 100, dove 100 indica la qualità migliore e 0 quella peggiore.
Di seguito, a titolo esemplificativo, si illustra la metodologia adottata per alcuni degli indicatori adottati.
Indicatore composito "Qualità delle caratteristiche strutturali" dell'abitazione
Modello concettuale: si fa riferimento alla casa come edificio attrezzato per le esigenze della vita; è un concetto multidimensionale, non direttamente misurabile.
Costrutti/aree: sulla base dei dati disponibili, sono state individuate le seguenti dimensioni:
  • la presenza dei servizi (cucina abitabile, bagni, garage, giardino...);
  • problemi presenti nell'alloggio;
  • l'adeguatezza degli impianti;
  • la dotazione di beni durevoli.
Per ognuna delle dimensioni individuate, a partire da alcune variabili di base, è stato costruito un indicatore sintetico. Per successiva aggregazione, tramite media aritmetica semplice, di tali indicatori si è ottenuto l'indicatore composito "qualità delle caratteristiche strutturali". A un sistema di pesi uguali si è arrivati anche mediante l'applicazione dell'analisi fattoriale. (Figura 2)
Indicatore sintetico "Adeguatezza degli impianti"
Fenomeno da misurare: qualità degli impianti di cui è dotato l'alloggio.
Variabili e indicatori elementari: la dotazione e la qualità degli impianti vengono rilevate in modo abbastanza dettagliato solo nell'indagine Eu-Silc relativa all'anno 2007, occasione in cui è stata dedicata alla casa una sezione di approfondimento.
Le informazioni rilevate sono:
  • per l'impianto elettrico: presenza/assenza, adeguatezza della potenza e continuità del servizio;
  • per l'impianto idraulico: disponibilità di acqua potabile, allacciamento alle fogne, tubazioni efficienti e continuità del servizio;
  • per l'impianto di riscaldamento: presenza/assenza e tipo di impianto, se riesce a rendere la casa abbastanza calda d'inverno;
  • presenza/assenza di acqua calda;
  • per l'impianto di condizionamento: presenza/assenza, se riesce a rendere la casa abbastanza fresca d'estate.
Si è deciso di trascurare l'impianto di condizionamento perché non considerato essenziale, contrariamente agli altri tipi di impianti e la presenza di acqua potabile.
Scala dell'indicatore: l'indicatore è in scala 0-100 e valori elevati indicano una migliore qualità delle caratteristiche funzionali dell'abitazione e quindi una migliore qualità abitativa.
Per il calcolo dell'indicatore sintetico "adeguatezza degli impianti" si è proceduto nel modo seguente.
  1. Per l'impianto elettrico, idraulico e di riscaldamento, dalla combinazione delle diverse caratteristiche in termini di sicurezza e funzionalità, si definiscono tre modalità, laddove possibile anche ricorrendo alle definizioni adottate da Eurostat:
    • impianto adeguato;
    • impianto mediamente adeguato;
    • impianto non adeguato o assente.
    Gli schemi inseriti nell' Allegato 1 riportano per ogni impianto il percorso logico adottato per la definizione delle tre modalità. (Tabella 4)

    Impianto elettrico

    • adeguato: impianto sicuro, di potenza adeguata e con continuità del servizio (colore azzurro negli schemi allegati);
    • mediamente adeguato: impianto sicuro e di potenza adeguata o impianto sicuro con continuità del servizio (colore giallo);
    • non adeguato: in tutti gli altri casi; la non adeguatezza è considerata alla stregua dell'assenza dell'impianto (colore bianco).
    Impianto idraulico
    • adeguato: presenza di acqua potabile, allacciamento alle fogne, tubazioni efficienti e continuità nel servizio;
    • mediamente adeguato: presenza di acqua potabile e allacciamento alle fogne;
    • non adeguato: in tutti gli altri casi; la non adeguatezza è considerata alla stregua dell'assenza dell'impianto.
    Impianto di riscaldamento
    • adeguato: presenza di un impianto di riscaldamento fisso presente nella maggior parte delle stanze;
    • mediamente adeguato: presenza di un dispositivo di riscaldamento fisso (caminetto, stufe a legna);
    • non adeguato: presenza di dispositivi mobili (stufe elettriche, termoventilatori); la non adeguatezza è considerata alla stregua dell'assenza dell'impianto.
  2. Ad ogni tipologia di impianto si associa un indice semplice (I) che assume valori tra 0-100, con:
    • 100 = impianto adeguato;
    • 50 = impianto mediamente adeguato;
    • 0 = impianto non adeguato o assente.
  3. Per l'acqua calda l'indice semplice assume solo due valori:
    • 100 = presenza di acqua calda;
    • 0 = assenza di acqua calda.
L'indicatore sintetico "adeguatezza degli impianti" è stato ottenuto come somma delle quattro dimensioni, assumendo quindi valori tra 0 e 400. Ai quattro indici semplici viene assegnato lo stesso peso, non riconoscendo a un certo tipo di impianto un'importanza maggiore rispetto a un altro. Così, ad esempio, avere un impianto di riscaldamento di qualità è ugualmente essenziale, importante e utile che avere un impianto idrico o elettrico di qualità.
Indicatore sintetico (0-400) = I impianto elettrico + I impianto idraulico + Impianto riscaldamento + I acqua calda
L'indicatore sintetico viene infine ricondotto alla scala 0-100:
Indicatore sintetico (0-100) =Indicatore sintetico (0-400) * 100 / 4
Indicatore sintetico di beni durevoli
Fenomeno da misurare: dotazione di beni durevoli della famiglia, in ragione del fatto che la presenza nell'abitazione di beni durevoli contribuisce a determinare la qualità abitativa delle famiglie, permettendo alle persone di godere di un maggiore livello di comfort.
Variabili e indicatori elementari: nell'indagine Eu-Silc sono presenti le seguenti domande "La Sua famiglia possiede i seguenti beni? Se no, può dirci se non li possiede perché non può permetterseli oppure per qualche altro motivo?"
Con riferimento ai seguenti beni: lavatrice, televisore a colori, personal computer (escluse consolle per videogiochi), telefono (incluso cellulare), automobile, lavastoviglie, frigorifero, videoregistratore o lettore DVD, videocamera, antenna parabolica (satellitare), accesso a Internet, mobili in buono stato.
Per i beni si costruiscono due indicatori separati: l'indicatore dei beni fondamentali e quello relativo agli altri beni, definiti come accessori o superiori.
Scala degli indicatori: l'indicatore è in scala 0-100: valori elevati indicano un maggiore livello di potenziale comfort legato al possesso di questi beni.
Per ogni bene si crea un indice semplice (I bene), con valore:
  • 1 = se la famiglia possiede il bene;
  • 0,5 = se la famiglia non possiede il bene per ragioni diverse da quelle economiche;
  • 0 = se la famiglia non possiede il bene perché non può permetterselo.
Poiché i dati lo consentono, tra le famiglie che non possiedono il bene si ritiene importante distinguere tra quelle che non possono permetterselo e quelle che non ce l'hanno per altri motivi, in quanto configurano due situazioni diverse: la prima conferma la mancanza di risorse, quindi un disagio, la seconda una scelta.

Indicatore sintetico dei beni fondamentali

Alcuni beni, ossia lavatrice, frigorifero, televisore e lavastoviglie, sono considerati fondamentali perché risultano indispensabili o comunque molto utili per la gestione della casa e per ridurre i tempi di svolgimento delle attività domestiche quotidiane, oppure perché si tratta di beni di larga diffusione presenti ormai nella quasi totalità delle famiglie.
Oltre a individuare alcuni beni come fondamentali, si ritiene opportuno riconoscere a questi anche un'importanza diversa a seconda dell'utilità per la famiglia. La diversa importanza si traduce nell'assegnare pesi differenti ai beni e quindi un diverso contributo nel definire l'indicatore sintetico complessivo: 0,30 a lavatrice e frigorifero e 0,20 a lavastoviglie e televisore.
L'indicatore sintetico dei beni fondamentali si ottiene, pertanto, come segue:
Indicatore sintetico (0-100) = ((I lavatrice *0,30) + (I frigorifero *0,30) + (I lavastoviglie * 0,20) + (I televisione * 0,20))*100
e assume valori su scala 0-100.

Indicatore sintetico dei beni accessori

Gli altri beni, accessori o superiori, sono considerati tutti della stessa importanza, quindi non è necessario introdurre pesi differenziati.
L'indicatore sintetico, quindi, si ottiene come somma non pesata degli indici semplici relativi ai sette beni individuati come accessori. I valori assunti dall'indicatore, originariamente tra 0 e 7, sono poi trasformati in scala 0-100.
Indicatore composito di sostenibilità abitativa
Modello concettuale: si fa riferimento alla sostenibilità economica dell'abitazione, ossia all'impegno, allo sforzo richiesto alla famiglia per provvedere alle spese per la casa.
Costrutti/aree: si vuole tenere conto di quanto le famiglie spendono effettivamente per la casa (dimensione oggettiva), soprattutto in relazione al proprio reddito, ma anche se incontrano difficoltà o se si sentono particolarmente gravate da tali spese (dimensione soggettiva).
Le due dimensioni, a loro volta, non sono concetti semplici e per la relativa misurazione si ricorre a indicatori sintetici: l'indicatore sintetico di sostenibilità economica per la dimensione oggettiva e l'indicatore sintetico di percezione della sostenibilità abitativa per la dimensione soggettiva.
I due indicatori sintetici vengono ulteriormente aggregati tramite media ponderata a formare l'indicatore composito di sostenibilità abitativa: si assegna peso 0,67 all'indicatore di sostenibilità economica e 0,33 all'indicatore di sostenibilità percepita. (Figura 3)

Indicatore sintetico di sostenibilità economica

Fenomeno da misurare: spese per la casa sostenute dalla famiglia e relativa incidenza sul reddito familiare.
Variabili e indicatori elementari: l'indagine Eu-Silc rileva le spese per:
  • elettricità, telefono, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, per il condominio e la manutenzione ordinaria, definite nel complesso spese per le bollette;
  • l'affitto;
  • la rata del mutuo, sia la quota in conto capitale che gli interessi passivi;
  • le spese straordinarie.
In letteratura, Eurostat considera insostenibile per la famiglia spendere più del 40% del proprio reddito per coprire le spese correnti per l'abitazione, dove per spese correnti si intendono le bollette, l'affitto e gli interessi passivi del mutuo acceso. Da qui si è partiti per costruire il nostro indice sintetico:
  • si considerano tutte le spese sostenute per l'abitazione, eccetto quelle di tipo straordinario: alle spese correnti, definite da Eurostat, si aggiunge, quindi, la quota parte di mutuo in conto capitale; di conseguenza la soglia massima di sostenibilità viene modificata e fissata pari al 50% del reddito familiare;
  • per ogni famiglia si calcola l'incidenza delle spese totali per l'abitazione sul reddito familiare e si costruisce l'indicatore sintetico di sostenibilità economica su scala 0-100. L'indicatore assume valori decrescenti all'aumentare dell'incidenza delle spese per la casa sul reddito familiare, salvo l'aggiunta di alcuni vincoli.
Vale:
  • 0, se la famiglia spende complessivamente per l'abitazione il 50% o più del proprio reddito - rappresenta la situazione di massima insostenibilità, quindi la più critica e di qualità peggiore;
  • 100, se la famiglia spende non più del 10% del proprio reddito - rappresenta la situazione di massima sostenibilità quindi la più favorevole e di qualità migliore;
  • per le situazioni intermedie, ossia se la famiglia spende per la casa più del 10% del proprio reddito ma meno del 50%, rientrando quindi in una situazione di sostenibilità economica giudicata accettabile, l'indicatore sintetico si calcola nel modo seguente:
Indicatore sintetico (0-100) = (soglia massima - valore osservato) / (soglia massima - soglia minima) *100
dove soglia massima = 50% e soglia minima = 10%

Indicatore sintetico di percezione della sostenibilità abitativa

Fenomeno da misurare: giudizio espresso dalle famiglie sulle difficoltà incontrate, sullo sforzo richiesto per far fronte alle spese per la casa.
Variabili e indicatori elementari: nel questionario dell'indagine Eu-Silc, separatamente per le spese per le bollette, l'affitto o la rata del mutuo per l'abitazione in cui la famiglia vive, viene chiesto:
  1. "Negli ultimi 12 mesi, ci sono stati momenti o periodi in cui la sua famiglia è stata in arretrato con il pagamento?"
  2. "Negli ultimi 12 mesi, quante volte la sua famiglia per mancanza di soldi è stata in ritardo con il pagamento?"
  3. "Lei pensa che le spese siano per la sua famiglia un onere pesante, sopportabile o trascurabile?"
Dalla combinazione delle domande 1 e 3, per ognuna delle tre voci di spesa considerate (bollette, affitto e mutuo) si costruisce un indice sintetico (I) su scala 0-100, con i seguenti valori:
dove 100 indica la situazione più favorevole, quando la famiglia dichiara la massima sostenibilità economica, ossia non è mai stata in arretrato nei pagamenti e nel contempo ritiene la spesa trascurabile.
La situazione più sfavorevole si verifica quando la famiglia si è trovata in arretrato nei pagamenti (una o più volte) e considera la spesa che deve sostenere un onere pesante.
Seppur sempre regolare nei pagamenti, ma comunque più o meno affaticata e gravata dalle spese, la famiglia percepisce un certo disagio, da qui l'associazione di un punteggio diverso dallo 0.
L'indicatore sintetico di percezione della sostenibilità abitativa si ottiene come:

Assume valori su scala 0-200, quindi viene diviso per due per trasformarlo in scala 0-100.
Indicatore sintetico di percezione della qualità della zona di residenza
Fenomeno da misurare: presenza di problemi nella zona in cui la famiglia vive; è una dimensione di tipo soggettivo perché si basa sul giudizio espresso dalla famiglia e sulla percezione che questa ha della zona in cui si trova la propria abitazione.
E' solo una delle dimensioni considerate nella monografia per cercare di descrivere l'abitazione come "dimora" in un contesto ambientale (vicinato, quartiere, territorio).
Variabili e indicatori elementari: nel questionario dell'indagine Istat "Aspetti delle vita quotidiana" viene chiesto "La zona in cui abita la famiglia presenta i seguenti problemi":
  1. sporcizia nelle strade;
  2. difficoltà di parcheggio;
  3. difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici;
  4. traffico;
  5. inquinamento dell'aria;
  6. rumore;
  7. rischio di criminalità;
  8. odori sgradevoli;
  9. scarsa illuminazione delle strade;
  10. cattive condizioni della pavimentazione stradale.
Con riferimento a ognuno dei 10 tipi di problemi elencati, le modalità di risposta previste sono:
  • molto;
  • abbastanza;
  • poco;
  • per niente;
  • non so.
Per ogni famiglia si procede nel seguente modo.
  1. Per ogni problema si assegna un indice semplice (I) con punteggio da 0 a 100 alle possibili risposte:
    1. 100 = il problema non è presente;
    2. 67 = il problema è poco presente;
    3. 33 = il problema è abbastanza presente;
    4. 0 = il problema è molto presente o l'intervistato risponde "Non so".
  2. L'indicatore sintetico si ottiene come punteggio medio:
    1. somma dei punti per i vari problemi / numero di risposte date
    2. dove sono considerate solo le famiglie con almeno sei risposte date.
  3. L'indicatore trovato varia tra 0 e 100, con:
    1. 100 = la zona non presenta problemi;
    2. 0 = la zona è considerata "molto problematica".

Figura 2

La qualità delle caratteristiche strutturali dell'abitazione

Figura 3

La sostenibilità dell'abitazione

Tabella 4

Distribuzione delle famiglie, in valori assoluti e percentuali, per numero di impianti adeguati. Veneto - Anno 2007 (*)