Regione del Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale
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Rapporto Statistico 2013
Capitolo 8

Trasformazione e sviluppo di tendenze turistiche e culturali

Le trasformazioni della domanda turistica risentono necessariamente delle modifiche nella disponibilità economica dei cittadini e nella parte riservata allo svago, contemporaneamente esprimono cambiamenti nelle abitudini degli individui e delle famiglie, prima fra tutte la tendenza a sostituire il lungo periodo di ferie con brevi vacanze o con dei week end fuori città. Accanto a reazioni comportamentali strettamente connesse a questo particolare periodo di crisi, si nota nel corso degli anni una progressiva e continua riduzione della permanenza nella località di villeggiatura. Nel caso delle destinazioni venete, risulta più marcata la variazione nelle abitudini dei nostri connazionali, che nel giro di poco più di un decennio hanno ridotto il soggiorno al mare e al lago di 2 notti in media e quello in montagna e alle terme di quasi 3 notti. (Figura 8.1)
Nel corso di un decennio gli arrivi di turisti nelle nostre rinomate località di villeggiatura mostrano un trend generalmente in crescita, che raggiunge il suo massimo storico nel 2012 nel caso del lago e delle città d'arte e nel 2011 per quanto riguarda il settore balneare, termale e montano. Le presenze, che indicano invece il numero di pernottamenti, in genere mostrano variazioni più contenute e toccano anch'esse il record nel 2012 per città d'arte e lago, nel 2011 per il mare, mentre nelle nostre località montane e termali continuano a diminuire e l'ultimo picco risale al 2001. (Figura 8.2)(Figura 8.3)
Oltre al far fronte a una concorrenza mondiale crescente da parte di paesi emergenti, tra le sfide che si prospettano al turismo europeo appare anche la riduzione dell'effetto stagionale sulla domanda. La stagionalità attuale, con alta concentrazione nei mesi di luglio e agosto, non influisce solamente sulle entrate: un flusso più equidistribuito durante l'arco dell'anno porterebbe a un miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti e del personale, che perverrebbe ad una maggiore stabilità lavorativa. Un'azione prevista dalla Commissione Europea (Nota 1) è quella di "facilitare un meccanismo di scambi turistici volontari tra Stati membri, che consenta in particolare ad alcuni gruppi chiave, come i giovani, gli anziani, le persone con mobilità ridotta e le famiglie a basso reddito, di viaggiare soprattutto durante la bassa stagione". (Figura 8.4)
Su questo fronte, per sintetizzare la situazione attuale del turismo veneto con quella del 2000, è stato calcolato il rapporto di concentrazione degli arrivi di turisti nel corso dei mesi dell'anno (R). Questo indica la distanza della distribuzione degli arrivi mensili dalla perfetta equidistribuzione e assume valori da 0, valore minimo che indica assenza di stagionalità (nessuna concentrazione di arrivi), a un massimo di 1, estremo teorico che si raggiungerebbe se tutti i turisti arrivassero in un solo mese (massima concentrazione). (Figura 8.5)
Il flusso di turisti che scelgono il Veneto per trascorrere le proprie vacanze è caratterizzato da una forte stagionalità, soprattutto per l'attrattività esercitata dalle località balneari e dal lago di Garda nella stagione estiva e in quella primaverile, ma nel giro di dodici anni si assiste complessivamente a un leggero miglioramento. Questo è dovuto a flussi lievemente più equidistribuiti nel corso dell'anno evidenti al lago, in montagna e alle terme, mentre i viaggi al mare si concentrano ancor più attorno ai mesi caldi.
La distribuzione dei flussi turistici che si delinea al completamento dell'anno non dipende solo dalla tipologia d'offerta, ma è influenzata anche dall'attrattività esercitata da particolari eventi: le festività. Mettendo a confronto il numero di turisti ospitati nelle nostre strutture ricettive nell'anno appena trascorso con la situazione ante-crisi, si nota come si sia verificato un incremento di arrivi in ciascun periodo festivo analizzato (Nota 2): carnevale (+6,6%), Pasqua (+6,9%), ferragosto (+12,6%), Natale (+21,5%). Scendendo più nel dettaglio, a ferragosto tutte le tipologie di destinazione hanno avuto forti incrementi (mare +7,3%, città +15,5%, lago +19,8%, montagna +22,8%). Per le ferie natalizie si evidenzia un forte incremento di arrivi nelle città d'arte (+30,9%) e alle terme (+37,2%) mentre in montagna sono diminuiti dell'1,1%. Nelle città d'arte venete l'aumento di arrivi si è verificato anche a carnevale (+13,4%) e a Pasqua (+17,4%).
Si nota come durante le feste la componente nazionale sia molto più rilevante rispetto a tutto il resto dell'anno. In particolare la quota di stranieri si riduce notevolmente in ciascun comune, per lasciar quindi più spazio al turismo nazionale, fatta eccezione per Venezia che è sempre visitata da un flusso turistico prettamente straniero (86,3% degli arrivi registrati nel 2012). Per fare qualche esempio a Lazise, Castelnuovo e Peschiera del Garda gli ospiti italiani, che in genere si attestano rispettivamente attorno al 28%, 42% e 30% degli arrivi, costituiscono durante le festività pasquali circa la metà della clientela. Un sorpasso del turismo domestico si nota anche a Jesolo durante la settimana di ferragosto (63,4% contro il 42,4% dell'intero anno). A Verona la quota di italiani che in genere è pari al 39,8% degli arrivi, passa a carnevale al 54,7% e a Natale al 57,6%. Gli italiani che pernottano in strutture ricettive di Cortina salgono dal 59,8% medio annuo al 75,7% del periodo natalizio, a Falcade dal 75,8% all'85,3%.

Figura 8.1

Le notti di permanenza media (*). Veneto - Anni 2000 e 2012

Figura 8.2

Numero indice (*) degli arrivi di turisti per comprensorio (anno base = 2000). Veneto - Anni 2000:2012

Figura 8.3

Numero indice (*) delle presenze di turisti per comprensorio (anno base = 2000). Veneto - Anni 2000:2012

Figura 8.4

Arrivi di turisti per mese e comprensorio (milioni). Veneto - Anni 2000 e 2012

Figura 8.5

Rapporto di concentrazione R degli arrivi di turisti per comprensorio (*). Veneto - Anni 2000 e 2012
 
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8.1 Le provenienze dei turisti stranieri: conferme e novità

Il turismo veneto è composto in maniera prevalente da un flusso straniero che nel 2012 costituisce circa il 65% degli arrivi e delle presenze totali. La crescita del turismo internazionale è ripresa dopo il periodo di stasi degli anni scorsi e ora sopperisce la riduzione delle vacanze sul nostro territorio dei nostri connazionali. L'importanza per il nostro territorio dei flussi stranieri è evidente anche a livello economico, infatti in questi ultimi anni si evidenzia un continuo aumento della spesa degli stranieri pernottanti in strutture ricettive effettuata per alloggio, pasti, visite a musei, acquisto di souvenir, trasporto all'interno del paese visitato, ecc. (Figura 8.1.1)
L'andamento dei flussi turistici del Veneto rispecchia la situazione economica dei Paesi di provenienza: la riduzione di turisti italiani (-8,7% delle presenze) evidenzia la contrazione dei redditi dei nostri connazionali, che complessivamente hanno ridotto la propria presenza anche in strutture ricettive all'estero (-1,2%), mentre si nota un aumento di turisti provenienti da Paesi in cui l'economia tiene nonostante la crisi. Si nota in primis la crescita dei turisti tedeschi (+2,6% delle presenze), olandesi (+5,3%), inglesi (+9,3%), svizzeri (+4,8%), americani (+0,6%), danesi (+10%), mentre calano rapidamente gli spagnoli (-20%), i portoghesi (-11,1%), i greci (-32,2%). Nel corso degli anni in alcuni casi è cambiata l'attrattività esercitata dalle varie tipologie di vacanza. Tedeschi e austriaci, frequentatori affezionati delle nostre località balneari, nell'ultimo decennio hanno prestato maggior attenzione alle nostre città d'arte e al lago: le città guadagnano 4 punti percentuali dalla Germania, il Garda 3 punti in più di tedeschi e 5 di austriaci (Nota 3). Gli svizzeri, tradizionalmente attratti per la maggioranza dei casi dalle nostre città d'arte (39% degli arrivi), frequentano sempre più le località lacuali che guadagnano dal 2000 ad oggi 8 punti percentuali.
Continua inoltre la scalata delle cosiddette aree BRIC (Nota 4), che si prevede traineranno nei prossimi anni una significativa crescita del turismo europeo e che quindi oggi assumono la veste di nuove frontiere sulle quali conformare nuove strategie promozionali: Russia (+19,4% delle presenze), Cina (+15,5%), Brasile (+2%) giungono quest'anno rispettivamente al 10°, 14° e 18° posto nella graduatoria dei paesi esteri di provenienza costruita in base al numero di pernottamenti, guadagnando rispetto al 2000 13, 4 e 3 posizioni. Anche per l'India si evidenziano negli anni importanti incrementi grazie ai quali occupa oggi il 28° posto.
Mete preferite dei turisti dei paesi BRIC sono le città arte, dove si dirige oltre il 95% dei turisti cinesi, brasiliani e indiani che visitano la nostra regione e il 72% dei russi. In particolare la città di Venezia, a volte inserita in pacchetti turistici assieme a Firenze e Roma, è la meta preferita di brasiliani (72,7%), cinesi (41,1%) e Russi (31,4%), mentre per gli indiani al 33,7% di Venezia si affianca Padova che rappresenta il maggiore comune attrattore (38,7%). La rilevanza di tali flussi è confermata dai posti occupati nella graduatoria delle nazionalità straniere di provenienza di ciascuna tipologia di offerta turistica: per gli arrivi nelle città d'arte la Cina occupa il 4° posto, la Russia l'8°, il Brasile il 9° e l'India il 16°; per le località termali la Russia è al 5° posto, la Cina al 6° e l'India ancora al 16°; infine la Russia ha una certa rilevanza anche per le località balneari (11°), il lago e la montagna (per entrambe al 15° posto). In tutti questi casi la scalata nella graduatoria è recente e molto rapida: si veda a tal riguardo i grafici proposti che evidenziano il numero di posizioni guadagnate dal 2005 al 2012. Gli ospiti russi amano l'arte, la cultura, l'enogastronomia, il relax e cercano il comfort, infatti qualsiasi sia la tipologia della vacanza, preferiscono alloggiare in strutture alberghiere di medio alta categoria: si dirigono verso alberghi a 4, 5 stelle e 5 stelle lusso nel 91% dei casi se la meta sono le terme (contro un 69% degli stranieri in generale), il 48,2% dei russi che passano un soggiorno in montagna (contro 17,2%) e oltre il 30% di chi si dirige verso le nostre località balneari o lacuali (contro circa il 15%). (Figura 8.1.2)
Al di là delle aree BRIC, per il comparto balneare si nota l'ascesa nella graduatoria per nazione di provenienza anche di cechi e di polacchi, che talvolta hanno fornito un contributo alla crescita superiore a quello apportato dai turisti tradizionali: i cechi nel giro di 7 anni sono passati dal 9° al 3° posto, i polacchi dal 12° all'8°. La stessa tendenza si nota anche per le località del lago di Garda che, inoltre, negli ultimi anni hanno visto un forte aumento d'israeliani, giunti al 13° posto.
Anche per la montagna, basata comunque su un turismo prettamente italiano (71,3% degli arrivi), la provenienza polacca inizia a ricoprire un ruolo di un certo rilievo, terza nella classifica degli stranieri. Nel corso degli anni si notano contributi positivi, seppur ancora limitati, di olandesi e svedesi, stabilitisi negli ultimi anni rispettivamente al 5° e 14° posto. La forte attrattività esercitata dalle nostre località termali nei confronti dei paesi BRIC è affiancata da un crescente interesse da parte dei clienti israeliani che solamente nell'ultimo anno passano dalla 18° alla 7° posizione delle provenienze estere.
E' necessario ricordare che la motivazione che spinge gente da ogni parte del mondo a soggiornare in strutture ricettive venete non è legata solo a motivi di svago e di turismo nell'accezione più classica del termine, ma anche a motivi di affari, di visita a parenti e amici, a motivi religiosi, per cure sanitarie o riabilitative, ecc.

Figura 8.1.1

Variazione percentuale della spesa degli stranieri pernottanti in strutture ricettive (*). Veneto e Italia - Anni 2009:2012

Figura 8.1.2

Arrivi di turisti stranieri per comprensorio turistico di destinazione e per nazione di provenienza. Veneto - Anno 2012 e confronto con la posizione in graduatoria del 2005
 
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8.2 Sviluppo di turismi di nicchia

Il Veneto offre ai visitatori e ai residenti un panorama completo, da ammirare, vivere e gustare, che costituisce la ricchezza e la forza della nostra terra e che valica la consueta classificazione dei cinque comprensori turistici (mare, montagna, lago, città d'arte e terme). Una sinergia tra soggetti pubblici e privati è fondamentale per evidenziare tutti gli aspetti produttivi che ci rendono immediatamente riconoscibili, ed ecco il fiorire di sistemi che si propongono al mercato sotto la stessa bandiera valorizzando comunque le peculiarità di ciascun partecipante: il turismo congressuale, le ville venete, le strade del vino e dei prodotti tipici ne forniscono alcuni esempi. E la gamma di proposte è in continuo sviluppo per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più vasto e alla ricerca dell'offerta che soddisfi nel migliore dei modi le proprie aspettative:
  • un innovativo progetto regionale denominato "Riabilitazione e Termalismo" punta ad attivare una sinergia tra il sistema sanitario nazionale ed il settore termale, coinvolgendo le località e gli stabilimenti termali nella rete delle cure sanitarie riabilitative. Con questo si guarda alla sempre più diffusa nicchia del turismo sanitario e all'ottobre 2014, quando entrerà in vigore la direttiva europea sulla libera circolazione dei pazienti;
  • il Veneto è capofila in Europa per la promozione del turismo accessibile a tutti, anche a quanti hanno problemi di tipo fisico, compresi gli anziani, i bambini, le donne incinte, ma anche quanti hanno difficoltà uditive o visive e intolleranze alimentari. Puntare sul turismo accessibile, con una domanda turistica che può essere valutata in oltre un milione di potenziali nuovi arrivi (Nota 5), è importante da un punto di vista etico, occupazionale e produttivo;
  • la tradizione dell'accoglienza, fornita questa volta per scopi religiosi, si ripropone ai pellegrini e trova l'occasione di rinnovarsi, in occasione del 50° anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, attraverso l'indizione di quattro "Itinerari nell'Anno della Fede": il "Cammino di Sant'Antonio", la "Via dei Papi" del feltrino e del bellunese, le "Grandi Rogazioni" nell'Altopiano di Asiago, gli itinerari della fede in Valpolicella;
  • sono sempre più numerosi i turisti italiani e stranieri che scelgono la bici per visitare e conoscere meglio e in modo diverso le straordinarie bellezze del Veneto. Percorsi sulle due ruote in pianura, in montagna, lungo sentieri silvo-pastorali con percorsi a diversi livelli di difficoltà costituiscono fonte di attrazione soprattutto per il turismo del Nord Europa molto interessato a questo tipo di proposta;
  • un altro sport in grande ascesa è il golf, che qui da noi può contare su 45 Green, presenti nei territori di tutte le sette province, alcuni fra i più spettacolari del mondo e che hanno gli standards internazionali necessari per una clientela attenta ai dettagli ed alla qualità. La regione Veneto è stata definita in occasione dell'assegnazione dei riconoscimenti alle migliori destinazioni golfistiche dei cinque continenti (Nota 6) "Undiscovered Golf destination of the Year 2013", la "Destinazione Golfistica da scoprire per l'Anno 2013". Si tratta di un'opportunità di crescita economica valutata in un indotto di quasi 100 milioni l'anno (Nota 5) prendendo in considerazione solamente i mercati di lingua tedesca, quello britannico e quello scandinavo;
  • una recente legge regionale (Nota 7) ha inoltre disciplinato una nuova offerta turistica: l'attività di pesca assieme ai turisti e l'ospitalità dei pescatori a quanti desiderano vivere la convivialità della tradizione marinara veneta. Pesca turismo e ittiturismo sono nuove proposte che potranno al tempo stesso dare un forte impulso all'offerta turistica veneta e creare una fonte aggiuntiva di reddito ai pescatori professionali lungo tutto il litorale;
  • un progetto europeo, denominato "Adristorical Lands", coinvolgendo Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia- Herzegovina, Montenegro e Albania, punta allo sviluppo del turismo storico-culturale sulle due sponde dell'Adriatico, valorizzando alcune realtà non comprese nell'offerta tradizionale, come borghi storici, città murate, case d'artista, teatri storici. Si vuole valorizzare località custodi di beni culturali, naturali e paesaggistici di pregio, in grado di interessare un turismo di nicchia che può offrire significative opportunità di sviluppo. Nel Veneto si guarda perciò a città murate come Cittadella, Este, Monselice, Portogruaro, Noale; alle località interessate dall'antica via Annia come Adria, Quarto d'Altino e Concordia Sagittaria (tutte sedi museali), località di pregio storico-ambientale prossime a questa direttrice come Chioggia e Arquà Polesine; isole veneziane come Torcello, Burano, Mazzorbo.
Turismo congressuale
Un'ospitalità particolare, che ha arricchito ancor più la poliedrica offerta turistica veneta, è costituita dal turismo congressuale, un importante segmento che diversifica e prolunga le attività degli operatori del sistema turistico veneto, permettendo di organizzare meeting, assemblee, congressi, convention, incontri culturali o aziendali in centri congressi, dimore storiche o in vere e proprie strutture ricettive. In tale contesto è stato costituito il "Venice Region Convention Bureau Network", una rete di Convention Bureau presenti in tutte e sette le province venete, che aggregano le imprese operanti nel settore.
L'offerta del Veneto vede 100 centri congressi, 34 dimore storiche e 212 strutture alberghiere che prevedono tra i vari servizi quelli caratteristici dell'offerta congressuale e/o convegnistica.
Queste ultime hanno almeno tre stelle, sono costituite nel 74,5% dei casi da alberghi di 4 o 5 stelle e hanno quindi una dimensione molto elevata, con un numero medio di posti letto pari a 162 contro i 69 dell'albergo veneto medio. Nel 2012 tali strutture hanno ospitato circa un quarto degli ospiti dell'intero comparto alberghiero veneto, rappresentando importanti centri attrattivi nelle province di Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo, avendo accolto in ciascun territorio oltre il 40% dei flussi alberghieri. (Tabella 8.2.1)
Gli alberghi che sono anche sedi congressuali sono presenti in tutto il territorio veneto, generalmente con una maggiore concentrazione attorno ai comuni capoluogo oltre che ad Asiago e a Cortina d'Ampezzo. L'affluenza più elevata di turisti in sedi congressuali alberghiere è registrata da strutture della provincia di Venezia (33%), seguita da quelle della provincia di Padova (24,2%).(Figura 8.2.1)
Vista la motivazione del viaggio, i clienti delle strutture congressuali permangono mediamente meno di quanto faccia l'ospite delle strutture alberghiere venete generiche (2,1 notti contro 2,7). Tale caratterizzazione è riscontrabile in ciascuna delle sette province venete. L'offerta alberghiera congressuale di ciascuna provincia attrae maggiormente un pubblico straniero rispetto all'albergo generico, fa eccezione la sola provincia di Verona. (Figura 8.2.2)
Le ville venete (Nota 8)
Le ville venete offrono nuove mete al più alto livello di attrattiva, capaci di incrementare un turismo slow che valorizza il territorio, la scoperta delle eccellenze artistiche, architettoniche e paesaggistiche e il patrimonio culturale di quelle zone non inseribili all'interno delle proposte turistiche tradizionali. Rappresentano così anche un punto di forza per la delocalizzazione e la destagionalizzazione dei flussi turistici.
Sono un fenomeno unico e inimitabile, reso ancora più grande e famoso da Andrea Palladio (Nota 9), e testimoniano i progressi della lunga pace portata dalla Serenissima: in un territorio dove era garantita la sicurezza e con ottime vie di collegamento terrestri e fluviali, esse rappresentarono centri di sviluppo economico agricolo, artigiano, culturale e civile. Nascono come luoghi di lavoro, come centri propulsori di economia, come luoghi di aggregazione sociale, di transito, di commerci. Ne sono state catalogate ufficialmente 3.963, realizzate dalla nobiltà e dalle famiglie ricche del Veneto e gli edifici e i complessi architettonici sono disseminati ovunque. Il 98% dei comuni della regione ne ospita almeno uno e se ne riscontra una maggiore concentrazione in provincia di Vicenza, Treviso, Verona e Padova, in particolare lungo il Brenta, sulla strada da Venezia verso Treviso, nella fascia collinare Pedemontana, nei Colli Euganei e nei Monti Berici, nelle pianure del basso Veneto. La struttura e l'aspetto architettonico esteriore di questi edifici storici è molto vario, anche in ragione del loro utilizzo nell'epoca di costruzione: si notano edifici monumentali come Villa Pisani di Stra, o gioielli dell'architettura palladiana come la Rotonda di Vicenza o Villa Piovene di Lugo di Vicenza; altre ancora sono state vere e proprie fattorie nobiliari come Villa Papadopoli di Maserada; oppure la Villa funzionale come centro di sviluppo della comunità locale, ad esempio Villa Contarini di Piazzola sul Brenta.
La Regione Veneto ha voluto valorizzare oggi questo grande patrimonio ponendolo all'attenzione del turismo internazionale come un proprio "prodotto culturale" ben definito, offrendo quindi alle ville un'occasione per recuperare un ruolo attivo all'interno di un settore, quello turistico, che è una vera e propria industria e che crea ricchezza valorizzando il territorio. Per svolgere questa funzione i proprietari di ville, che aderiscono alla Carta dei Servizi (Nota 10) adottata dalla Regione Veneto, si impegnano a mantenere nel tempo un determinato livello di qualità dei servizi turistici offerti sulla base di standard definiti. Esse offrono, con orari e modalità certe, la possibilità di visitarne gli interni e/o i parchi, di soggiornarvi o di ristorarsi con le produzioni agroalimentari e i vini del territorio. Alla carta dei servizi hanno aderito finora 141 ville, inserite di conseguenza nel circuito di promozione turistica regionale, e di queste 56 offrono anche il servizio di alloggio, rientrando così nel vasto mondo delle strutture ricettive venete. Il maggior numero di ospiti che nel 2012 hanno avuto il privilegio di alloggiare in questa particolare offerta di nicchia sono rilevati nella provincia di Treviso (63,7%), seguono Verona e Venezia (12,5% e 11,1% rispettivamente). La durata del soggiorno è in media è di 1,8 notti. La villa veneta viene scelta dal cliente, prevalentemente straniero (68,1% degli arrivi), come luogo in cui vivere all'interno di una storia completamente al di fuori dei giorni nostri. Quello che viene apprezzato è proprio l'entrare in questo mondo magico e assaporare tutti gli aspetti estetici, gastronomici, culturali, ecc.
Il Veneto ha reso disponibile dunque un "prodotto" turistico capace di attirare nuovi turisti incrementando al contempo la qualità all'offerta culturale regionale. Questo nuovo prodotto (Nota 11) è stato presentato nel Regno Unito, in Russia e in Germania, ma verrà integrato nella promozione dell'offerta turistica veneta nel mondo. Pertanto il numero dei proprietari di ville venete aderenti all'iniziativa è destinato ad aumentare ulteriormente, a mano a mano che il progetto di valorizzazione troverà sempre maggior affermazione, con la capacità di attivare sinergie anche con il segmento economico dell'ospitalità. (Tabella 8.2.2)
Le strade del vino e dei prodotti tipici
Una tipologia di offerta rivolta a un mercato ancora di nicchia perché dominato da specialisti e appassionati, ma in forte e costante crescita nonostante la crisi e con concrete prospettive di sviluppo è il turismo enogastronomico che miscela vino, turismo, certificazione dell'offerta. Alcuni dati che rendono appieno la portata del fenomeno: 5,5 milioni di italiani che prevedevano di realizzare nel 2011 un viaggio enogastronomico, 18% la crescita della spesa al netto dell'inflazione dal 2003 al 2010, spesa media giornaliera di 190€ a persona.
La risposta alla crescente domanda di enoturismo nell'ultimo decennio si è trasformata, è più organizzata e in questo ha giocato un ruolo importante la comunicazione attraverso il web, ma soprattutto la capacità di molti territori di saper organizzare l'offerta. In questo contesto la Regione Veneto persegue da tempo strategie di valorizzazione dei prodotti tipici basate su percorsi enogastronomici: con la legge regionale n.17 del 2000 ha promosso e disciplinato la realizzazione delle Strade del vino e dei prodotti tipici, che percorrono aree apprezzate per la produzione di vini DOC (Nota 12) e DOCG (Nota 13), nonché di altri prodotti agricoli e agroalimentari a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). Le Strade sono associazioni alle quali partecipano soggetti pubblici e privati tra cui aziende agricole e agrituristiche, cantine ed enoteche, alberghi, ristoranti e imprese artigiane, enti e associazioni locali. Corrono lungo percorsi segnalati che toccano aree e luoghi di produzione, e che offrono ai turisti l'opportunità di conoscere le risorse culturali e naturalistiche del territorio che attraversano. Attualmente ne sono state formalmente riconosciute diciannove, la maggior parte nel 2002, le ultime due nel 2007. La collaborazione tra i diversi soggetti porta verso una promozione turistica integrata del territorio che mira a ricevere sempre maggiori consensi, partendo da una tipologia di turismo, quello enogastronomico, che risulta sempre più diffuso e poco influenzato da economia, redditi e consumi. Il week end fuori città legato al turismo enogastronomico probabilmente nell'immaginario collettivo non appartiene ai consumi superflui, i primi a essere ridotti in periodi di crisi, ma anzi rappresenta una piccola evasione che permette uno stacco seppur breve dalle ansie di tutti i giorni.
Le strutture ricettive situate nei comuni su cui si snodano le Strade hanno registrato dal 2000 ad oggi un incremento di arrivi del 47,1% e delle presenze del 21,8% e, in particolare, negli agriturismi gli arrivi sono passati dai circa 11mila del 2000 ai 130mila del 2012. La permanenza media è di circa 3 notti sia nelle strutture alberghiere che in quelle agrituristiche. (Tabella 8.2.3)(Tabella 8.2.4)
Il Veneto può offrire un'ospitalità senza stagioni, senza tempo e in località ricche di ambiente e cultura anche grazie alla Pedemontana, la cui valorizzazione e promozione integrata mira tra l'altro a destagionalizzarne i picchi di flussi turistici invitando a trascorrere dei week end ripetuti, specie nel periodo primaverile e autunnale. Ha le potenzialità per un turismo "alternativo", fatto di scoperte di ambienti, tradizioni locali e produzioni tipiche dell'artigianato e dell'agroalimentare e si snoda in un'area preziosa dal punto di vista paesaggistico e culturale, ma anche enologico, dato che rappresenta la culla di vini, bianchi e rossi, tra i migliori del mondo. Ci si attende quindi per i prossimi anni ulteriori incrementi di soggiorni presso le strutture ricettive dislocate nei comuni coinvolti, aumentati nel corso dell'ultimo decennio soprattutto per la provincia di Verona.
Gli agriturismi
In questi ultimi anni assistiamo alla continua e forte crescita dell'attrattività esercitata da un'offerta particolare, che rappresenta l'opportunità migliore di vivere il territorio rurale nelle sue numerose varietà, e in tal senso riscoprire pienamente i sapori della terra e il contatto con la natura: l'agriturismo.
Nel panorama della ricettività turistica della nostra regione, in cui fondamentale rimane il ruolo svolto dalle strutture tradizionali, si nota negli ultimi anni un incremento di notevole entità di clienti che scelgono l'agriturismo per trascorrere le proprie vacanze. Resta ancora un turismo di nicchia scelto dall'1% dei turisti pernottanti in Veneto, ma le preferenze verso questa tipologia d'offerta crescono con un ritmo molto sostenuto avendo registrato nel 2012 ben otto volte gli arrivi del 2000 e 12 volte le presenze del medesimo anno, mentre rispetto al 2011 gli incrementi sono stati dell'8,5%. (Figura 8.2.3)
Requisito primario dell'agriturismo è offrire ospitalità nell'azienda stessa: in Veneto l'alloggio costituisce la principale attività agrituristica svolta nel 2011 rispettivamente dal 59,3% delle 1.338 aziende, ma le autorizzazioni concesse nel corso degli anni hanno fatto raggiungere un sostanziale equilibrio tra offerta di alloggio e di ristorazione. Oltre alla lontananza dal caos dei grandi centri urbani, è proprio l'offerta enogastronomica del territorio veneto, la sua storia, le sue tradizioni, la civiltà della comunità che ci vive, a sedurre gli ospiti. Il Veneto con i suoi 40.522 posti a sedere nella ristorazione agrituristica è in Italia seconda dopo la Sardegna. (Figura 8.2.4)
Nel 44,5% dei casi l'offerta prevede, in aggiunta o in alternativa, la degustazione, cioè la somministrazione di prodotti agricoli e zootecnici direttamente utilizzabili, come latte o frutta, e/o di prodotti che necessitano di una prima trasformazione, come olio, vino e formaggi.
Se complessivamente in Veneto la provincia di Verona presenta il maggior numero di agriturismi (24,7%), scendendo nel dettaglio delle tre principali autorizzazioni, permane ancora il primato del territorio scaligero per quanto riguarda l'offerta d'alloggio ma sul fronte della ristorazione e della degustazione è l'area trevigiana a presentare più attività agrituristiche, seguita dalla provincia di Vicenza.
Il 37,7% delle aziende agrituristiche venete è autorizzata all'esercizio di ulteriori attività rispetto alle tre tradizionalmente proposte, quali equitazione, escursionismo, osservazione naturalistica, trekking, mountain bike, corsi vari, attività sportive, ecc. In particolare l'attività di fattoria didattica, che avvicina l'agricoltore a un pubblico di adulti e bambini interessato a scoprire il vivere quotidiano che da sempre salvaguarda il territorio, è esercitata da 134 agriturismi. Il 33,6% degli agriturismi vende prodotti agricoli e/o alimentari di propria produzione: quest'attività è diffusa soprattutto nelle provincie di Vicenza e di Belluno, dove coinvolge oltre la metà delle aziende.
Il Censimento dell'Agricoltura tenutosi nel 2010 permette di scattare una fotografia più dettagliata dell'azienda agricola che si propone anche come agriturismo, aumentando il valore aggiunto dell'economia rurale. Gli agriturismi si distinguono rispetto all'azienda agricola generica innanzitutto per la maggiore propensione ad avere altre fonti di reddito connesse a quella agricola: si va dalla trasformazione di prodotti vegetali o animali e alla prima lavorazione di prodotti agricoli, alla fattoria didattica, alla produzione di mangimi, al lavoro conto terzi. Oltre a ciò, gli agriturismi si distinguono per una più elevata dinamicità e un orientamento imprenditoriale alla propria connotazione agricola: non solo queste imprese risultano in media più grandi, più giovani, più informatizzate e con capi azienda dai titoli di studio più elevati, ma anche svolgono un maggior numero di attività oltre a quelle tradizionalmente agricole e hanno una maggiore propensione ad usufruire delle misure del sostegno allo sviluppo rurale. Infatti, analizzando le caratteristiche principali di queste aziende, scopriamo che l'età media del conduttore è di quasi 10 anni inferiore rispetto a quella del totale delle aziende agricole (circa 51 contro 61 anni). Se, infatti, nel totale delle aziende agricole venete ben il 20% dei conduttori risulta avere più di 75 anni, in quelle con agriturismo questa percentuale scende a 3, inoltre quasi la metà dei conduttori con agriturismo ha meno di 50 anni, fenomeno che non raggiunge il 25% dei casi considerando tutte le aziende. Di pari passo va il titolo di studio del capo azienda, che in questa particolare tipologia aziendale è mediamente più elevato.
Anche la struttura dell'azienda stessa risulta diversa e decisamente più improntata all'imprenditorialità: quasi un quarto degli agriturismi ha come forma giuridica la società semplice, percentuale che nella totalità delle aziende si ferma al 5%. In media inoltre la superficie aziendale totale (SAT) è più estesa di quasi 4 volte: 31,6 ettari contro 8,4. Questa superficie è molto più spesso in affitto che di proprietà: nel 70% delle aziende venete i terreni aziendali sono di proprietà, mentre per gli agriturismi questa percentuale quasi si dimezza (38,8%). L'informatizzazione aziendale è più presente negli agriturismi che nella totalità delle aziende venete: quasi un terzo utilizza attrezzature informatiche per fini aziendali (percentuale che non supera il 5% in tutte le aziende) e quasi la metà (43,2%) dispone di un sito internet (percentuale che scende al 2,4% considerando tutte le aziende). Inoltre le aziende con agriturismo ricorrono più spesso delle altre alla manodopera extra-familiare: se infatti in tutte le aziende agricole l'81% delle persone che vi lavorano appartiene alla manodopera familiare, questa percentuale si abbassa di quasi 30 punti (54,9%) nel caso degli agriturismi. E se solo il 5,4% delle aziende venete ha beneficiato di almeno una delle misure dello sviluppo rurale nei 3 anni precedenti al Censimento, per gli agriturismi questa quota raggiunge quasi un quarto del totale (23,8%).

Tabella 8.2.1

Strutture congressuali e convegnistiche. Veneto - Anno 2012

Figura 8.2.1

Strutture alberghiere congressuali, centri congressi e dimore storiche per comune. Veneto - Anno 2012

Figura 8.2.2

Permanenza media degli ospiti (*) e percentuale di stranieri nelle strutture alberghiere congressuali e totali per provincia. Veneto - Anno 2012

Tabella 8.2.2

Ville complessive, visitabili, aderenti alla carta dei servizi, strutture ricettive. Veneto - Anno 2012

Tabella 8.2.3

Arrivi e presenze di turisti nelle strutture ricettive dei comuni su cui si snodano le Strade del vino e dei prodotti tipici - Anni 2000, 2005, 2012

Tabella 8.2.4

Arrivi e presenze di turisti in agriturismi dei comuni su cui si snodano le Strade del vino e dei prodotti tipici - Anni 2000, 2005, 2012

Figura 8.2.3

Numero indice (*) di arrivi e presenze di turisti negli agriturismi (anno base = 2000). Veneto - Anni 2000:2012

Figura 8.2.4

Autorizzazioni possedute dalle aziende agrituristiche. Quota percentuale sul totale agriturismi 2011 (*) e variazioni percentuali 2011/06. Veneto e Italia
 
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8.3 Customer satisfaction dei viaggiatori stranieri

Considerata l'importanza della componente straniera nei flussi turistici veneti, la soddisfazione dei turisti stranieri è di assoluta importanza e merita, in un periodo di recessione dei consumi interni, un particolare momento di riflessione.
Nel 2011 il Veneto ha ottenuto, dai turisti stranieri che lo hanno visitato, un voto medio complessivo molto elevato, pari a 8,32, su una scala da 1 a 10, contro un 8,16 dell'Italia. Tale voto è posto alla fine di una serie di quesiti per valutare il tipo di soggiorno e la soddisfazione su alcuni elementi della vacanza, quali cortesia, ambiente, tipo di alloggio, arte e cultura, pasti, prezzi, acquisti, informazioni e sicurezza.
L'età degli intervistati, che hanno pernottato in strutture ricettive per motivi di vacanza, di studio, religiosi, cure, affari, ecc...incide sul giudizio inerente la vacanza appena trascorsa: i giovani stranieri danno delle valutazioni leggermente inferiori rispetto alla media e i turisti dopo i 65 anni mostrano una maggiore soddisfazione a livello assoluto. In questa particolare valutazione, la tendenza si riscontra in chi visita sia il Veneto che, in genere, l'Italia. (Figura 8.3.1)
La posizione lavorativa, che senza dubbio influisce sulla tipologia di vacanza e sulla possibilità di spesa una volta giunti a destinazione, influenza anche la valutazione del turista: gradi di soddisfazione maggiori sono stati segnalati da coloro con maggior tempo libero, cioè casalinghe e i pensionati, e dai lavoratori dipendenti di elevata professionalità e dagli autonomi. Valutazioni leggermente inferiori, ma sempre con valori assoluti che indicano una soddisfazione eccellente, vengono fornite invece dagli operai, dai precari, dagli studenti e infine, con valori leggermente inferiori, dai disoccupati. (Figura 8.3.2)(Figura 8.3.3)
Il mezzo di trasporto utilizzato per il viaggio è correlato alla tipologia di vacanza del turista straniero e, di conseguenza, alla sua soddisfazione. Valutazioni leggermente inferiori vengono espresse dai turisti che sono arrivati in Veneto e in Italia utilizzando la nave o mezzi similari, mentre le valutazioni più alte vengono rilasciate da coloro che hanno utilizzato un mezzo su strada, che permette maggiore libertà negli spostamenti.
Un ulteriore punto di riflessione è dato dalle motivazioni del viaggio: in questo fattore si riassumono le aspettative del turista straniero e le modalità del soggiorno effettuato e di conseguenza hanno un grande impatto nella valutazione complessiva. Risultano essere particolarmente soddisfatti i turisti che hanno viaggiato per motivi religiosi, cure termali, viaggi di nozze e turismo. Nonostante la valutazione resti eccellente, chi viaggia per affari o per una vacanza-studio ha testimoniato una soddisfazione leggermente inferiore rispetto alle precedenti motivazioni, complice la motivazione stessa della permanenza all'estero.
La soddisfazione è influenzata anche dalla durata della vacanza: gli usuali soggiorni riguardanti una vacanza di 1-2 settimane ottengono le valutazioni più alte, con una media pari a 8,58, mentre valutazioni leggermente inferiori sono date da chi, per esempio per lavoro, effettua soggiorni più brevi (8,16). (Figura 8.3.4)
Entrando più nel dettaglio, chi si reca in Veneto per turismo fornisce una valutazione costantemente elevata per tutti i tipi di vacanza (mare, montagna, lago, arte, agriturismo, sport, ecc.), segno dell'ottima e ampia offerta turistica. Il settore che ha fornito il valore in assoluto maggiore è quello riguardante il turismo balneare, seguito dal lago. (Figura 8.3.5)
Un'analisi che consideri parallelamente il grado di soddisfazione manifestato dagli ospiti su diversi aspetti della vacanza e l'importanza di ogni aspetto per gli stessi intervistati, consente la realizzazione di una "mappa delle priorità". Sostanzialmente si tratta di individuare e riportare sugli assi cartesiani le relazioni tra i dati analizzati per individuare i punti di forza e i punti di debolezza sui quali effettuare valutazioni preventive. Nella "mappa della priorità" vengono riportati sull'asse verticale i valori medi di soddisfazione, su scala da 1 a 10, per ognuno dei settori valutati dalla customer satisfaction, mentre sull'asse orizzontale viene riportato un fattore di importanza del settore (Nota 14). L'origine degli assi viene collocata al 60% delle due scale, in modo da delimitare la sufficienza (valori maggiori o uguali al 60%) dall'insufficienza (valori minori al 60%).
Solo la lettura congiunta di queste due informazioni (soddisfazione e importanza) permette di identificare le cosiddette leve per il miglioramento dettato dalla costumer satisfaction. (Figura 8.3.6)
Osservando la figura 8.3.6, il quadrante in alto a sinistra, è caratterizzato da un elevato grado di soddisfazione, ma non da rilevante importanza; per questo, un possibile compito potrebbe essere quello di valorizzare il settore in questione per sensibilizzare i consumatori a ritenerlo di maggiore importanza. Il requisito nel quadrante in alto a destra rappresenta il punto di forza ed è caratterizzato sia da un buon livello di soddisfazione, sia da una elevata importanza attribuitagli. Il requisito posizionato nel quadrante in basso a destra, invece, dimostra un basso grado di soddisfazione e un elevato grado di importanza. Il quadrante in basso a sinistra è caratterizzato da soddisfazione inferiore alla media, ma non è ritenuto eccessivamente importante dal turista. Nel grafico viene riportata la mappa delle priorità per quanto riguarda la destinazione Veneto nelle valutazioni per l'anno 2011. E' interessante notare come nei diversi aspetti del livello di soddisfazione del turista straniero, nessun aspetto risulta essere nell'area di criticità e di sorveglianza. Analizzando in dettaglio i singoli settori, nel caso "Prezzi e costo della vita" la soddisfazione media è discreta e ben sopra la sufficienza, e al contempo l'elemento ha una limitata importanza sulla soddisfazione complessiva del turista straniero. Va considerato tuttavia che è l'elemento più prossimo alla sufficienza e che l'eventuale formulazione di giudizi più severi potrebbe far aumentare l'importanza di questa componente e portare il settore nell'area di criticità o sorveglianza.
Anche gli aspetti che riguardano Arte, Ambiente, Informazioni e Acquisti si collocano nell'area di opportunità: pur avendo un giudizio di soddisfazione molto alto, sono ritenuti dal turista meno importanti di altri ai fini della valutazione complessiva. Una possibile spiegazione può essere ricondotta alle aspettative del turista in visita nel Veneto, che ritiene questi fattori quasi scontati e notoriamente eccellenti per la zona di destinazione. Eventuali azioni dovranno essere volte alla loro valorizzazione per ottenere voti complessivi di customer satisfaction ancora superiori.
I fattori che sono sicuramente i più decisivi per la valutazione complessiva sono Sicurezza, Cortesia, Pasti e Tipo di Alloggio. Collocandosi nell'area di mantenimento, rappresentano le leve operative per il mantenimento e il miglioramento dei livelli attuali di soddisfazione espressi dai turisti stranieri in Veneto.
Questa analisi preliminare su dati così importanti, ci fornisce già un'indicazione secondo cui sviluppare un'opportuna strategia nell'ottica di una migliore customer satisfaction e di una maggiore fidelizzazione dei clienti a livello locale e regionale. L'analisi mostra come la valutazione della soddisfazione del cliente sia un valido strumento per conoscere il turista e riuscire a valutare con accuratezza il suo profilo medio, permettendoci di individuare eventuali trend e modifiche nella valutazione in questo importante settore economico.
Necessita un particolare approfondimento l'importanza dei singoli fattori sulla soddisfazione complessiva del turista, dato che si evidenza che alla base di una valutazione complessivamente eccellente è fondamentale fornire un servizio di qualità in tutti gli aspetti, sempre tenendo conto del valore latente dei prezzi e del costo della vita e quello fondamentale della sicurezza del turista.
L'analisi del dataset sul turismo internazionale in Italia ha permesso di valutare che la Regione Veneto si colloca tra i primi posti per quanto riguarda la soddisfazione dei turisti stranieri che soggiornano nel suo territorio.

Figura 8.3.1

Voto medio di soddisfazione complessiva dei turisti per classi di età. Veneto e Italia - Anno 2011

Figura 8.3.2

Voto medio di soddisfazione complessiva dei turisti stranieri per tipo di professione. Veneto e Italia - Anno 2011

Figura 8.3.3

Voto medio di soddisfazione complessiva dei turisti stranieri per mezzo di trasporto utilizzato a partenza. Veneto e Italia - Anno 2011

Figura 8.3.4

Voto medio di soddisfazione complessiva dei turisti stranieri per motivo di soggiorno in Italia. Veneto e Italia - Anno 2011

Figura 8.3.5

Voto medio di soddisfazione complessiva dei turisti stranieri per tipo di vacanza. Veneto e Italia - Anno 2011

Figura 8.3.6

Mappa delle priorità: punteggio medio e importanza di ciascun fattore di valutazione settore per i turisti stranieri che visitano il Veneto - Anno 2011
 
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8.4 Il turismo nell'economia del Veneto (Nota 15)

Per completare il quadro delle statistiche sul turismo risulta di fondamentale importanza un'analisi di valutazione della spesa turistica, comprensiva della componente straniera, di quella italiana e di quella veneta, e un'analisi di impatto economico in termini di valore aggiunto, occupazione e importazioni prodotte dall'intera spesa turistica in Veneto nel 2011, ultimo anno per il quale è stata possibile l'elaborazione degli effetti diretti, indiretti (Nota 16) e indotti (Nota 17). Secondo tali stime, il turismo in Veneto genera quasi 11 miliardi di valore aggiunto e 370.000 unità di lavoro, rispettivamente pari all'8,2% e al 15,9% dei corrispondenti totali regionali. Il 34% circa degli effetti di valore aggiunto è generato dalla spesa dei turisti stranieri. La restante quota, attribuibile al turismo domestico, come di seguito specificato, include le abitazioni private e gli effetti indotti.
Le elaborazioni di impatto settoriale, infatti, sono state effettuate utilizzando i conti nazionali e il modello multisettoriale e multiregionale elaborato dall'IRPET, entrambi aggiornati secondo i criteri di contabilità e di classificazione per settore richiesti dal nuovo sistema europeo dei conti (SEC95). Il modello consente di stimare oltre che gli effetti diretti, quelli indiretti e anche quelli indotti. E' così possibile misurare con più precisione il contributo del comparto turistico, valorizzandone tutte le capacità di interazione e attivazione del sistema produttivo.
Inoltre, coerentemente con le valutazioni su scala nazionale, anche la stima per il Veneto si propone di rilevare il ruolo economico del turismo nelle abitazioni private (proprie, presso parenti e amici, in affitto) e di definire la composizione della spesa turistica e dei relativi effetti economici utilizzando una struttura intersettoriale aggiornata dell'economia italiana. La metodologia adottata, infine, consente il confronto con le dinamiche nazionali e regionali.
La spesa turistica nel 2011
I consumi turistici totali in Veneto ammontano a circa 11 miliardi di euro, pari all'11,3% di tutta la spesa turistica in Italia. L'importante ruolo turistico del Veneto è peraltro ben rappresentato soprattutto sul fronte internazionale, dove la quota della regione sul totale nazionale sale al 15,8%.
In termini di consumi turistici il Veneto è, dopo Lazio e Lombardia, la regione con la più significativa componente internazionale che rappresenta il 44,5% del totale, mentre il restante 55,5% riguarda il turismo domestico. A tal proposito, merita una riflessione più generale il turismo che avviene all'interno dei confini regionali e che può essere considerato una buona approssimazione del turismo di corto raggio, il cui ruolo è andato progressivamente crescendo negli anni in cui più forti sono state le condizioni di incertezza dello scenario economico nazionale e internazionale. Se su scala nazionale, risulta che nel 2011 ben 25.782 dei 66.174 milioni di euro spesi dagli italiani in Italia (pari al 38,9%) restano all'interno di ciascuna regione, per il Veneto la quota dei residenti sul totale degli italiani risulta essere pari al 37%. E' comunque dall'inizio del decennio che si registra un consolidamento di questa voce, probabilmente spiegabile sia con le dinamiche motivazionali della domanda sia con le specificità di questo periodo, caratterizzato da significativi mutamenti nelle direttrici dei flussi e nei comportamenti, in conseguenza delle peculiari condizioni economiche e geopolitiche. (Tabella 8.4.1)
Il rapporto tra spesa turistica totale e consumi finali delle famiglie riportato nella tabella 8.4.1, infine, consente di fornire una prima indicazione sul ruolo del settore nell'ambito dell'economia regionale: rispetto alla media nazionale pari a 9,9%, il Veneto registra un'incidenza del 12,6%, in lieve aumento rispetto agli anni precedenti.
Confrontando l'andamento dell'indicatore in Veneto e nelle altre regioni, si nota che valori elevati si registrano non solo in regioni fortemente specializzate nel turismo come la Valle d'Aosta, dove peraltro la percentuale sale al 41,4%, e il Trentino Alto Adige (32,4%), ma anche in regioni, come il Veneto, la Toscana e l'Emilia Romagna, in cui il turismo è certamente fenomeno importante, ma si inserisce all'interno di un contesto economico-produttivo molto variegato e solido (rispettivamente: 12,6%, 15,7% e 13%). Nel resto del Nord, il Piemonte condivide con la Lombardia una quota inferiore al 6%, mentre nella maggior parte delle regioni meridionali il peso dei consumi turistici è inferiore a quello medio nazionale (uniche eccezioni Sardegna, 15,2%; Abruzzo e Puglia, che si collocano intorno alla media nazionale).(Figura 8.4.1)
Un altro importante indicatore che merita di essere misurato, soprattutto per il contributo che esso può dare alla bilancia commerciale regionale, è la bilancia turistica, intesa come differenza tra entrate e uscite per turismo. Nel caso delle economie regionali, tale saldo si compone di due voci, il saldo delle entrate e uscite per turismo internazionale, che dunque influisce sul saldo commerciale con l'estero del Veneto, e l'analogo saldo per turismo all'interno dell'Italia, anch'esso rilevante per gli scambi commerciali tra Veneto e altre regioni italiane.
La tabella 8.4.2 descrive la bilancia turistica per il Veneto, distinguendo le due componenti. Entrambe presentano un saldo positivo, per un valore complessivo pari a +3.960 milioni di euro, ma è la componente straniera a determinare l'avanzo più significativo, contribuendo alla formazione del saldo con +3.147 milioni, pari al 79,5% del totale. Tale risultato segnala, da un lato, la forte presenza della Regione sul mercato internazionale incoming, a fronte di una più spiccata preferenza dei veneti per le destinazioni italiane, dall'altro, il significativo movimento interregionale che comunque garantisce ancora un saldo positivo (813 milioni di euro). (Tabella 8.4.2)
L'importanza economica del turismo, infine, si manifesta attraverso il suo carattere trasversale, ovvero la capacità di coinvolgere una molteplicità di settori produttivi, grazie alla diversificazione e composizione del paniere di spesa dei turisti che, nel caso del Veneto, è sostanzialmente in linea con la media nazionale.
Degli 11 miliardi di euro spesi dai turisti in Veneto nel 2011, gli acquisti di servizi ricettivi e di ristorazione (comparto "Alberghi e ristoranti") rappresentano il 51,5% del totale, una quota in linea con la stima media nazionale. Al di là dei servizi di trasporto e commerciali (circa il 21% del totale), tra le altre attività produttive confermano la loro importanza i "Tessili e cuoio", settore rappresentativo del sistema moda (5,2% della spesa), nonché gli "Altri prodotti della trasformazione industriale", al cui interno si distinguono soprattutto gli acquisti di prodotti dell'artigianato e di souvenirs di vario tipo (7,1%). Quasi il 4% della spesa si concentra inoltre nell'acquisto di prodotti agricolo-alimentari, mentre un altro 4% interessa le "Attività ricreative".
Il ruolo economico del turismo in Veneto
L'importanza economica del turismo in Veneto viene misurata per il 2011 calcolando il contributo del settore alla formazione del reddito nazionale e al sostegno dei livelli di occupazione, tenendo conto anche degli effetti generati attraverso i redditi percepiti grazie all'attività turistica (Nota 18). La stima rileva inoltre anche le interazioni economiche tra le regioni, e dunque gli effetti che si producono all'interno dell'economia veneta non solo grazie alla spesa effettuata nella regione, ma anche grazie alle esportazioni verso le altre regioni attivate dai consumi turistici in quelle regioni.
Ne consegue che gli effetti di attivazione sono un mix abbastanza composito di produzioni "locali" (soprattutto servizi, agroalimentare e artigianato locale) e di prodotti che invece hanno un largo mercato e che danno vita, se non prodotti in loco, a flussi rilevanti di importazione dall'esterno.
La tabella 8.4.3 riassume i principali risultati, distinguendo gli impatti generati sul valore aggiunto e sull'occupazione regionali sia dalla componente internazionale che da quella domestica. Il valore aggiunto totale, pari a 10,9 miliardi di euro, infatti, è attivato per il 34,3% dalla spesa dei turisti stranieri e per il restante 65,7% da quella domestica. Complessivamente, la ricchezza prodotta dal turismo pesa per l'8,2% sul Valore aggiunto regionale, contro una media nazionale del 7,4%.
E' rilevante confrontare l'apporto del turismo in termini di valore aggiunto regionale con quello di altri settori centrali dell'economia veneta. Si rileva così che il valore aggiunto turistico supera di quasi tre volte e mezzo quello prodottosi nel comparto agricolo e di altrettanto quello del comparto alimentare. Vale quasi 3 volte la ricchezza generata dal settore dei Tessili e Abbigliamento (il ridimensionamento del settore moda rende evidentemente più schiacciante il confronto); esso inoltre è pari al 53% del reddito prodotto dai "Prodotti in metallo, macchine e forniture elettriche", e al 54% del valore aggiunto del settore del Commercio. La ricomposizione prodottasi negli ultimi anni all'interno del sistema produttivo, dunque, modifica significativamente i rapporti relativi, evidenziando il ruolo crescente del turismo a confronto con i settori manifatturieri che sono stati più penalizzati dalla crisi economica, da un lato, il suo consolidamento rispetto alle attività più dinamiche del terziario, e in primis il Commercio, dall'altro. (Tabella 8.4.3)
La figura 8.4.2 confronta il peso dell'economia turistica in Veneto e nelle altre regioni italiane: emergono Trentino A.A. e Valle d'Aosta con percentuali che si confermano comprese tra il 16% e il 22%; Toscana, Liguria e Sardegna con percentuali comprese tra 10 e 11%; Veneto ed Emilia Romagna, caratterizzate da una base economica forte e diversificata, con quote tra l'8 e il 9%; Marche, Lazio e Abruzzo con percentuali comunque superiori alla media nazionale. (Figura 8.4.2)
La tabella 8.4.4 identifica i settori produttivi che partecipano alla formazione del valore aggiunto turistico nella regione ed evidenzia il peso relativo di ciascun comparto.
Se rimane confermata l'importanza del comparto "Alberghi e ristoranti", che mantiene un peso intorno al 30% del valore aggiunto totale, molto significativa risulta la quota che si forma nei comparti non propriamente turistici. Si conferma, dunque, anche in Veneto, la tendenza già segnalata su scala nazionale ad una progressiva minore concentrazione del valore aggiunto turistico generato nei comparti tradizionali, a favore di una più spinta trasversalità del fenomeno.
Tra i settori meno direttamente turistici, mantengono e rafforzano la loro posizione di primo rilievo, oltre al comparto della "Locazione di fabbricati" (15,3%), che testimonia l'importanza della ricettività privata, l'Agroalimentare (9,5%), i prodotti della trasformazione industriale (7,7%, dall'abbigliamento alle attività artigianali), le Attività culturali (6,7%).(Tabella 8.4.4)
Analoga valutazione viene presentata per la stima dell'occupazione turistica, espressa in unità annue di lavoro equivalenti, misura che consente di eliminare l'effetto stagionalità e part-time presente in buona parte delle attività in questione. La spesa per turismo effettuata in Veneto e gli effetti di interazione commerciale prodotti dal turismo nel resto d'Italia, generano nella regione 370.000 unità di lavoro distribuite sia nelle attività caratteristiche del settore, sia nelle filiere produttive che stanno a monte. Complessivamente, le unità di lavoro attivate dal turismo rappresentano il 15,9% di tutta l'occupazione regionale.
In termini di occupazione, invece, il comparto "Alberghi e ristoranti" ha impiegato il 51% dell'occupazione complessivamente impegnata nella produzione per il turismo.
A fronte della confermata importanza dei settori dei servizi, si segnala un generale maggiore ruolo delle attività ricreative (circa il 9% del totale) e l'attivazione dei settori industriali anche grazie agli effetti di attivazione ricevuti dalle altre regioni (circa il 2%).
Sempre con riferimento ai livelli di occupazione, è importante ricordare che, secondo le stime qui presentate, essi si generano per effetto di componenti di spesa e di produzione che fanno riferimento al turismo non solo nelle strutture ricettive tradizionali e registrate (alberghi, villaggi, campeggi), ma anche nel ricettivo non registrato e nelle seconde case, laddove la spesa ha caratteristiche assai diverse, essendo composta in buona parte di beni (generi alimentari, beni di arredamento) e anche di fitti (reali o figurativi) oppure che sono prodotti in comparti con altissimi livelli di produttività.
Va infine segnalato che le 370.000 unità di lavoro corrispondono, secondo le stime recentemente condotte, a circa 500.000 addetti, considerando così anche le attività stagionali e part-time.
Oltre agli effetti in termini di valore aggiunto e occupazione, infine, è possibile stimare il livello di importazioni richiesto per soddisfare i consumi dei turisti, componente che la bilancia turistica non rileva e che consente di misurare l'apporto netto del settore. La tabella 8.4.3 presenta i risultati delle stime che quantificano in 3.729 milioni le importazioni turistiche in Veneto (pari al 9,2% dell'import regionale totale), di cui il 63% generato dalla componente domestica.
Le valutazioni sin qui presentate mettono chiaramente in luce che gli effetti di attivazione generati dalla spesa per turismo in una regione si propagano su tutto il territorio nazionale, dato il forte carattere di economia aperta tipico della dimensione regionale, con la conseguenza che solo una parte di tale attivazione resta all'interno dell'area in cui essa viene sostenuta. Ogni area, attraverso gli interscambi regionali, distribuisce quindi sulle altre una parte degli effetti della spesa in essa effettuata e trae vantaggio da quella sostenuta fuori di essa.
La quantificazione di queste relazioni con riferimento al Veneto è riportata nella tabella 8.4.5, dove sono riassunti gli "effetti trasmessi", gli "effetti ricevuti" e il relativo saldo. Dalla prima colonna (effetti trasmessi) risulta, ad esempio, che la spesa turistica effettuata in Veneto si è tradotta anche in 4.396 milioni di euro di valore aggiunto in tutte le altre regioni, di cui 934 milioni, pari al 21%, attivati in Lombardia, 757 milioni in Emilia Romagna, e così via. La seconda colonna, invece (effetti ricevuti), segnala che il sistema produttivo turistico veneto è stato attivato per 3.905 milioni di euro dai consumi che i turisti hanno effettuato in tutte le altre regioni. I maggiori benefici ricevuti riguardano innanzitutto l'Emilia Romagna, la Lombardia, la Toscana, a conferma del significativo interscambio commerciale tra queste regioni.
In generale, la dimensione delle due tipologie di effetti dipende sia dall'ammontare della spesa, sia dalla forza dell'apparato produttivo regionale, sia dall'intensità degli scambi tra le varie aree del paese: aree con limitata vocazione turistica, ma con un sistema produttivo evoluto diffondono pochi effetti, mentre traggono grossi benefici dalla spesa erogata altrove. Questo vale ad esempio per Piemonte e Lombardia che, strutturalmente, registrano un saldo positivo.
Per contro, il Veneto, assieme all'Emilia Romagna e alla Toscana, appartiene al gruppo di regioni contemporaneamente ad alta vocazione turistica ed economicamente forti, che strutturalmente registrano un saldo negativo, peraltro in progressivo ridimensionamento. Il Veneto, in particolare, registra, nel 2011 una diffusione dei benefici economici verso le altre regioni che supera di 491 milioni di euro gli effetti ricevuti dal resto d'Italia (lo stesso dato era pari a -676 milioni nel 2010). Oltre che con l'elevato ammontare di consumi turistici effettuati nella regione, il saldo si spiega anche a fronte del carattere manifatturiero fortemente orientato all'export del sistema produttivo regionale. Il ridimensionamento registrato negli ultimi anni evidenzia peraltro la maggiore capacità del Veneto di valorizzare anche presso la popolazione turistica la molteplicità di prodotti tipici agroalimentari regionali, gli articoli rappresentativi del made in Italy, nonché le produzioni artigianali più tradizionali. (Tabella 8.4.5)

Tabella 8.4.1

Consumi turistici e consumi delle famiglie (milioni di euro correnti). Veneto e Italia - Anno 2011

Figura 8.4.1

Peso percentuale dei consumi turistici sul totale dei consumi interni per regione - Anno 2011

Tabella 8.4.2

Bilancia turistica (milioni di euro correnti). Veneto - Anno 2011

Tabella 8.4.3

Effetti di attivazione diretta, indiretta, indotta dei consumi turistici. Veneto - Anno 2011

Figura 8.4.2

Peso percentuale del Valore Aggiunto attivato dalla spesa turistica a livello regionale - Anno 2011

Tabella 8.4.4

Valore Aggiunto per settore attivato dalla domanda di consumi turistici (milioni di euro correnti). Veneto - Anno 2011

Tabella 8.4.5

Effetti di attivazione ricevuti e trasmessi (milioni di euro correnti). Veneto - Anno 2011
 
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8.5 La governance del settore turistico (Nota 19)

La crisi mondiale, ma anche l'emergere di nuove aree geografiche dove persiste un trend in crescita nei tassi di sviluppo economico e commerciale, stanno determinando nuovi assetti globali e proponendo uno scenario in forte evoluzione della domanda ma anche dell'offerta nel settore dell'industria turistica. Cresce il numero dei competitors nel mercato dell'offerta di destinazioni turistiche supportati da una sempre più ampia disponibilità di vettori low-cost; gli strumenti web, sempre più diffusi e utilizzati per la ricerca, la prenotazione/acquisto di pacchetti, servizi e prodotti turistici, influiscono pesantemente sui modelli di marketing da adottare. Tutto ciò si accompagna ad una generale ricerca di livelli ottimali nel rapporto qualità-prezzo. In questo contesto economico internazionale, che ha visto l'industria turistica in costante crescita nell'ultimo decennio, il turismo non potrà che confermarsi come componente essenziale nell'economia nazionale e regionale, soprattutto ed in special modo in una regione a forte vocazione turistica com'è il Veneto. Per questo l'Amministrazione regionale, probabilmente disponendo a breve anche di un nuovo assetto normativo di settore, potrà utilizzare strumenti per promuovere il "Veneto" come marchio turistico a livello mondiale. Nuove azioni specifiche potranno accrescere la qualità dell'accoglienza turistica, valorizzando le risorse e sostenendo le imprese del settore non solo con strumenti economico-finanziari di supporto, ma innalzando altresì gli standard organizzativi dei servizi, delle infrastrutture e del livello della formazione degli operatori.
Nel nuovo progetto di Legge (Nota 20) in attesa di esame da parte del Consiglio si prospetta l'individuazione di un numero limitato (rispetto all'attuale assetto) di Sistemi Turistici Tematici (STT). Il "tematismo" descriverà un ambito territoriale omogeneo in termini di tipologie turistiche: si tratterà di un'area territoriale specializzata in termini di specifiche risorse turistiche, capace di supportare lo sviluppo e la promozione di una gamma definita di prodotti turistici. Nell'ambito del nuovo tematismo turistico si potranno prevedere inoltre attività di integrazione e di cooperazione tra i diversi attori istituzionali e privati.
La Regione, che ha compiti di programmazione pluriennale e di pianificazione annuale dello sviluppo turistico, potrà attivare per ciascuno di questi tematismi specifiche attività di miglioramento delle risorse turistiche esistenti, attività di concessione di agevolazioni per lo sviluppo dell'offerta turistica e per il sostegno della promozione/commercializzazione turistica, di promozione e valorizzazione, in Italia e all'estero, della gamma di prodotti turistici disponibili.
L'Amministrazione regionale potrà senza dubbio proseguire anche con l'intento di semplificazione amministrativa, per esempio attraverso la riduzione al minimo delle prescrizioni e degli adempimenti richiesti alle imprese, grazie al ricorso sempre più ampio della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).
Turismo e cultura: nuove tecnologie al servizio del turista
La Regione del Veneto (Direzione Turismo) ha partecipato al progetto Tech-Tour (Technology and Tourism), finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma quadro per la competitività e l'innovazione CIP 2007-2013. Si è trattato di un anno di attività svolte in collaborazione fra dodici partner pubblici e privati coordinati da Unioncamere del Veneto. Con questo progetto si è voluto promuovere una serie di itinerari transnazionali europei sulla base del patrimonio culturale e storico comune, rafforzando l'identità europea e favorendo il dialogo interculturale, in particolare tra vecchi e nuovi Paesi membri dell'Unione Europea. Lo sviluppo dell'industria del turismo nei Paesi coinvolti viene inoltre incentivato con la creazione di una rete di professionisti e imprenditori che operano nel settore del turismo culturale.
Con "Tech-Tour" s'intende quindi utilizzo delle nuove tecnologie per la promozione dei percorsi e dei servizi offerti rafforzando il potenziale turistico dei siti interessati. La tecnologia come ausilio per attivare una migliore e più ampia percezione del contesto territoriale; quella che viene chiamata "realtà aumentata" finalizzata a stimolare la curiosità dei turisti sui percorsi definiti, fornendo una guida per muoversi ed esplorare, trovando facilmente tutte le informazioni utili tramite uno smartphone.
 
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8.6 Sviluppo sociale, culturale e turistico

L'Italia, per secoli punto di riferimento per la cultura europea, vede oggi l'attenzione concentrarsi sulla possibilità d'integrazione di due grandi politiche di trasformazione: da un lato la conservazione del passato, dall'altro l'innovazione e quindi la produzione della cultura del futuro. La conservazione non è contrapposta allo sviluppo, ma al contrario rappresenta uno dei nuovi volti dell'innovazione per la società contemporanea, un investimento a lungo termine. Importante è la riscoperta e il recupero delle opere d'arte, la gestione dei musei e delle città storiche, il recupero del paesaggio, ma anche la valorizzazione delle mille città e borghi liberi e creativi, delle tradizioni artistiche, e non solo, che la creatività reinterpreta e rinnova: dall'artigianato alla gastronomia, dall'architettura alla musica e alla letteratura.
Cultura significa sviluppo delle attività creative non solo per accrescere le innovazioni tecnologiche, ma anche per migliorare la qualità di vita e al contempo è il presupposto del progresso economico, è la base della competitività ed è strettamente legata a molte attività economiche, tanto da costituire un motore di sviluppo economico che ha dimostrato vitalità e capacità di crescita anche in questi anni recenti di profonda crisi economica. Un'accezione ampia del termine congloba teatri d'opera e musei, beni culturali, mostre d'arte, festival d'intrattenimento culturale, dall'ambiente urbano al paesaggio rurale, la moda, il design, l'agroalimentare.
Anche il consumo e la condivisione della nostra cultura ha cambiato natura a seguito dello sviluppo economico e sociale recente e a visitare i monumenti, siti archeologici e musei, ad ammirare i paesaggi, non sono più oggi signori istruiti, ma si tratta oramai di un grande numero di italiani e stranieri che desiderano assaporare d'un sol sorso elementi storici che rendono unico il nostro Paese.
Una prima stima provvisoria dal Censimento Istat di musei e istituti similari indica che la quota di visitatori stranieri in Veneto è stata nel 2011 del 46%.
Statistiche sugli eventi di spettacolo e sull'adesione manifestata da residenti e ospiti sono invece forniti dal Censimento annuale della SIAE. Come si può notare dalla tabella, le tipologie di manifestazioni tenutesi in Veneto nel 2011 rispecchiano a grandi linee l'offerta presente nell'intero territorio nazionale. Gli spettacoli cinematografici rappresentano oltre la metà degli eventi, risultato prevedibile in una rilevazione che conteggia le singole proiezioni. Un'altra importante quota di spettacoli spetta al ballo, cioè all'intrattenimento danzante con musica dal vivo e registrata, e ai concertini, in cui l'esecuzione musicale costituisce un elemento aggiuntivo rispetto alla prestazione principale, come nel caso del piano-bar. Segue poi a distanza la rappresentazione teatrale, che in Veneto conta 5.571 spettacoli teatrali, oltre 700 spettacoli circensi, quasi 500 balletti, oltre 400 spettacoli della lirica, ecc.
In Veneto, considerando tutte le tipologie d'intrattenimento, l'adesione del pubblico a un'offerta di circa 331mila spettacoli nel 2011 si è concretizzata in oltre 23milioni di ingressi. Le attrazioni dello spettacolo viaggiante, la cui quota d'ingressi appare molto più alta rispetto alla media nazionale (18,5% contro 6,2%), comprende sia le attrazioni allestite singolarmente, sia le attrazioni installate all'interno di parchi acquatici e di divertimento che attirano grandi e piccoli, italiani e stranieri e che in termini economici totalizzano il 23% della spesa del pubblico totalizzata in Veneto. La spesa non comprende solo l'acquisto di biglietti e abbonamenti, ma anche la prevendita di biglietti, la prenotazione di tavoli, il servizio di guardaroba, le consumazioni al bar, ecc. Un'altra fetta importante di spesa è dedicata alla visita di mostre ed esposizioni, cioè mostre culturali (che non comprendono le visite ai musei), mostre di beni destinati alla commercializzazione e fiere campionarie (29,1% contro un 8,9% nazionale).(Tabella 8.6.1)
Nel corso degli anni a fronte di una riduzione delle occasioni offerte in cui poter godere di uno spettacolo, concretizzata in Veneto in un -12,3% del numero di spettacoli (Nota 21), si nota nella nostra regione un interesse comunque crescente da parte del pubblico, evidenziato da un incremento degli ingressi del 7%. (Tabella 8.6.2)
Entrando più nel merito della singola tipologia di manifestazione, al cinema si nota una nuova contrazione degli ingressi, dopo un 2010 che aveva registrato un picco di accessi in concomitanza alla diffusione nelle sale dei film in 3D. Le attività che hanno registrato negli anni un pubblico sempre più numeroso, nonostante sia diminuito il numero di spettacoli, sono quelle legate al macroaggregato ballo e concertini, a quello delle varie specialità sportive e a quello teatrale. In quest'ultimo macroaggregato questa tendenza è riscontrabile nel genere del balletto classico e moderno, nel varietà, nel circo. Il teatro vero e proprio, che comprende il teatro di prosa, di prosa dialettale, di repertorio napoletano e di recital letterario continua invece a ottenere sempre maggior opportunità e maggior consenso (+19,4% degli spettacoli e +6% degli ingressi).(Figura 8.6.1)
La cultura contemporanea come fattore di trasformazione e di sviluppo del territorio: due esempi di buone pratiche (Nota 22)
Riqualificare il territorio e offrire prospettive originali di sviluppo sociale, culturale e turistico attraverso l'arte contemporanea: sono queste le motivazioni che hanno portato l'Assessorato alla Cultura della Regione del Veneto a sostenere un progetto di rete tra due realtà geograficamente distanti tra loro: l'area dolomitica e la laguna. A fine 2011 e nel corso del 2012, con attività previste anche per il 2013, la Regione ha, dunque, voluto essere promotrice e principale partner istituzionale di un complesso di iniziative, autonome e nello stesso tempo tra loro connesse, che ha visto collaborare due realtà pubbliche, il Comune di Taibon Agordino (BL) e il Comune di Venezia, con l'obiettivo di valorizzare particolari aree marginali rispetto ai grandi e tradizionali poli di attrazione culturale. Tale impegno corrisponde alla creazione di una sorta di asse-guida. Di valenza tanto culturale quanto territoriale, che attraversa da sud a nord la regione unendo Venezia e le Dolomiti, entrambi nella lista dei siti Unesco Patrimonio dell'Umanità.
Attraverso il sostegno ai due progetti messi in rete, uno "Forte Marghera - parco del Contemporaneo" e l'altro "Dolomiti Contemporanee", è stata così sperimentata una forma di collaborazione tra enti pubblici che hanno voluto mettere in rete idee, azioni, persone e progettualità grazie alla forza coagulante di un'arte contemporanea intesa non più solo come espressione artistica tout court individuabile in uno o più oggetti ma come produzione consapevole orientata a creare ulteriori legami tra soggetti diversi, tra sedi differenziate e non sempre istituzionali, tra luoghi, spazi e territori.
In una sorta di 'terra di mezzo' tra terraferma e acqua sorge il Forte Marghera, interessante architettura difensiva di epoca austriaca che negli anni Novanta è passata dal demanio militare alla proprietà pubblica (Comune di Venezia). Il complesso degli spazi (un'area di quasi 50 ettari) è solitamente aperto tutto l'anno e, pertanto, identificato come luogo di ritrovo dalla popolazione locale che vi si riunisce per godere delle aree verdi. Grazie al recupero di spazi interni di ampie dimensioni e grazie anche all'attivazione di due spazi a funzione espositiva, con il progetto "Parco del Contemporaneo", è stato possibile ampliare le potenzialità di rivitalizzazione degli spazi con attività specifiche quali mostre, attività di studio e di ricerca, in particolare sul tema delle modalità operative del no profit in campo culturale e sul recupero dei siti dismessi, laboratori e l'intreccio fra le diverse forme di performatività. L'impegno della Regione nell'essere a fianco di quanti hanno pensato e realizzato il progetto è quello che si crei l'opportunità perché si sviluppi una sorta di incubatore di soggetti e progetti innovativi.
Anche il progetto "Dolomiti contemporanee" è nato nel 2011 con il sostegno della Regione. Tale il successo avuto sin da subito che, a chiusura delle due prime edizioni, ha travalicato il confine regionale con l'inaugurazione, a novembre 2012, del nuovo spazio espositivo di Casso (ex scuola elementare chiusa da anni dopo la tragedia del Vajont) all'interno del quale l'amministrazione comunale di Erto e Casso (PN) ha voluto riproporre quello che si può chiamare "modello Dolomiti Contemporanee".
Tale modello fa della trasformazione degli spazi e del loro sviluppo il punto di forza. Tra l'estate e l'autunno 2012 a Taibon Agordino l'ex Fabbrica Visibilia è stata trasformata in uno spazio attivo di socializzazione e di turismo grazie alla fucina culturale denominata per l'occasione "Blocco di Taibon": in quegli spazi, chiusi da un decennio, sono stati portati 70 artisti provenienti da tutta Italia e dall'estero coinvolti in 13 mostre in tre mesi. Oltre 10.000 sono stati i visitatori che, tra il blocco di Taibon e le altre sedi delle attività quali il palazzo Crepadona di Belluno e il museo delle Regole di Ampezzo a Cortina oltre allo spazio espositivo di Casso, hanno visitato gli eventi espositivi. Il progetto aveva nella sua missione la volontà di agire su contesti e siti delocalizzati, riattivando complessi chiusi ed abbandonati da anni, situati in zone marginali dell'area dolomitica e come tali estranee al percorso abituale di un qualsiasi pubblico.
Il numero di soggetti coinvolti a diverso titolo nelle relazioni di partenariato sono stati circa 120, tra pubblici e privati, molti dei quali hanno collaborato non solo con apporti finanziari ma anche con cessione di materiali e di opere creando una rete capillare e diffusa nel territorio. Un dato questo interessante se si pensa che Il progetto è stato colto dai diversi media che se ne sono occupati non solo come evento artistico ma come dispositivo d'apertura e di produttività culturale del territorio.
La Fabbrica ex Visibilia, una volta disallestite le ultime mostre, è ripartita: sono state intavolate diverse trattative di affitto e diversi affittuari sono già entrati negli spazi finalmente riaperti al pubblico e rivitalizzati grazie all'arte. Il modello inaugurato da Dolomiti Contemporanee si pone, dunque, come esempio di produttività culturale, capace di provocare reazioni positive sul territorio ma anche col territorio, coinvolgendo le maestranze locali che hanno partecipato alla realizzazione degli allestimenti fornendo manodopera, materiali e know-how. In tal modo si è messa in piedi una piattaforma aperta di sostegno grazie ad un'architettura di rete che ha messo in condivisione beni, opere e servizi.
Entrambi i progetti, pur così diversi, sono stati incentrati su una visione strategica e operativa di arte e cultura che prevede l'attuazione di programmi di sviluppo e incentivazione, in grado di produrre ricadute benefiche, anche di tipo schiettamente economico, per i siti e le aree territoriale depresse su cui lavorano.

Tabella 8.6.1

Percentuale di spettacoli, ingressi e spesa del pubblico per attività. Veneto e Italia - Anno 2011

Tabella 8.6.2

Variazione percentuale 2011/07 del numero di spettacoli e d'ingressi per attività. Veneto e Italia

Figura 8.6.1

Generi di manifestazione compresi nel macroaggregato 'attività teatrale'. Veneto e Italia - Anno 2011