IL TURISMO IN VENETO NEL 1° QUADRIMESTRE 2021
Il primo quadrimestre 2021 si chiude per il turismo veneto con un -60% degli arrivi e un -50% delle presenze. Questo è il risultato del confronto con il 2020, che aveva ottenuto buoni risultati fino a febbraio, quando ha avuto inizio la pandemia. I flussi di aprile 2021 si dimostrano in forte crescita, ma il termine di paragone è un aprile 2020 di lockdown. È opportuno osservare anche le variazioni rispetto alla situazione pre-pandemia, che evidenziano un -84,7% degli arrivi e un -78,5% delle presenze per l'intero quadrimestre.
Quadrimestre Gennaio-Aprile 2021
Tutte le destinazioni risentono del periodo di crisi, caratterizzato dall'impossibilità di varcare i confini. A febbraio il Veneto torna in zona gialla, con la conseguente riapertura dei confini comunali. E solo a giugno torna la zona bianca.
Le città d'arte segnano le perdite numericamente più rilevanti (rispetto al 2019, 16,6 milioni di presenze in meno nel 2020 e altri 5 nel primo quadrimestre 2021). Anche le terme, la cui clientela solitamente sfrutta la stagione invernale per rigenerarsi, perdono nel 1° quadrimestre 700mila pernottamenti, rispetto allo stesso periodo del 2019, ultimo anno di normalità. Il lago di Garda, che solitamente ottiene durante le festività pasquali ampi consensi dai clienti d'oltralpe, perde nel primo quadrimestre 2021 un milione e 300mila presenze rispetto al 2019. Le località montane, nello stesso periodo, perdono circa 800mila presenze. Dal 7 al 21 febbraio 2021 Cortina d'Ampezzo ospita i Campionati Mondiali di Sci Alpino e, nonostante la manifestazione sia privata del pubblico, in queste due settimane le strutture ricettive del comune registrano 37mila pernottamenti, metà di quelli avuti nel 2020, prima che iniziasse la pandemia.
Le strutture extralberghiere venete nei primi tre mesi dell'anno hanno avuto delle perdite importanti di presenze, ma meno rilevanti di quelle subìte dal comparto alberghiero. Tali riduzioni portano ora le strutture alberghiere e quelle extralberghiere a registrare lo stesso numero di presenze (mentre nel 1° quadrim. 2020 il comparto alberghiero registrava quasi il doppio delle presenze extralberghiere).
Rispetto al 2019, le presenze straniere sono praticamente annullate, quelle italiane dimezzate.
Per un approfondimento si possono consultare le tabelle sul movimento turistico nel 1° quadrimestre 2021, confrontato con lo stesso periodo del 2020 e del 2019:
Anno 2020
L'anno 2020 si chiude per il turismo con perdite elevate, riassunte da un -61,1% degli arrivi e un -54,4% delle presenze, cioè dei pernottamenti. Ciò è dovuto soprattutto alla forte riduzione di turisti stranieri, che per il Veneto nel 2019 rappresentavano il 65,3% dei visitatori, e le cui presenze nel 2020 si contraggono del 68,3%, mentre quelle nazionali calano del 25,3%, nonostante i segni positivi di agosto (+8,6%) e di settembre (+0,5%).
Il 2020 era iniziato bene per il turismo veneto (gennaio +8,1% di presenze, febbraio +2,1%), ma poi la pandemia, il lockdown e le successive limitazioni agli spostamenti hanno determinato il crollo dei flussi turistici: marzo (-83,7%), aprile (-95,7%), maggio (-93,4%), giugno (-79%). A luglio inizia la ripresa, con numeri che comunque rappresentano la metà di quelli registrati a luglio 2019, ad agosto le presenze segnano un -28%, a settembre -31,9%, ad ottobre -58,7%, a novembre -73,3%, a dicembre -74,5%.
Tutte le destinazioni hanno risentito del periodo di crisi. Le città d'arte e le località termali appaiono le più colpite con una perdita delle presenze turistiche superiore al 65%: nel corso dell'anno le città d'arte hanno registrato 16,6 milioni di presenze in meno, la sola città di Venezia ne ha perse 9,4 milioni passando da 13 a 3,6 milioni (-72,5%); alle terme risultano 2,1 milioni di presenze in meno, cifra molto importante per questa tipologia di destinazione (-66,1%). La stagione balneare si conclude con flussi turistici molto inferiori a quelli usuali (11,6 milioni di presenze in meno), riassunti da un -45,9%. I pernottamenti nelle località del lago di Garda sono più che dimezzati (-56,6%), 7,4 milioni in meno. Il turismo in montagna ha avuto un buon avvio del 2020 prima della pandemia e perdite lievi in estate, all'insegna del distanziamento, ma la contrazione dei flussi è comunque pesante e pari a -24,2%, anche per l'impatto della chiusura degli impianti di risalita durante le festività natalizie.
Le strutture extralberghiere nell'anno 2020 hanno avuto delle perdite importanti (arrivi -54,7% e presenze -48,9%), ma meno rilevanti di quelle subìte dal comparto alberghiero (arrivi -64,7% e presenze -60,8%).
L'area del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che l'UNESCO ha dichiarato patrimonio dell'Umanità, registra nel 2020 un dimezzamento dei flussi turistici (-53,1% degli arrivi e -45,6% delle presenze).
Per un approfondimento si possono consultare le tabelle sul movimento turistico dell'anno 2020, confrontato con l'anno precedente:
Inoltre, la banca dati sul turismo è consultabile a