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6.4 - L'ambiente in ambito urbano

Il Veneto si trova da qualche tempo ad affrontare alcune emergenze ambientali, tipiche peraltro di tutte le aree industriali e urbanizzate, dipendenti sia dalla crescente domanda di utilizzo di risorse naturali, sia dalla immissione nell'ambiente di sostanze inquinanti. Queste problematiche riguardano la maggior parte del territorio regionale e coinvolgono in misura diversa le sue diverse aree. Limitiamo qui la trattazione dei temi ambientali ai principali centri urbani essendo quelli in cui vive la maggior parte della popolazione e dove le criticità da affrontare sono le più rilevanti; per ciò che riguarda la produzione di rifiuti prendiamo in considerazione anche quei centri sottoposti ad una particolare pressione turistica.
Oltre ai 7 capoluoghi di provincia, sono stati selezionati altri 19 centri urbani in base a due requisiti: numero di abitanti superiore a 20.000 unità e densità di popolazione residente superiore a 500 abitanti per Kmq (Nota 1). (Tabella 6.4.1)

Inizio Pagina  La disponibilità di verde pubblico

E' essenziale per la maggiore vivibilità delle aree urbane destinare parte della loro superficie alla costituzione di spazi di verde pubblico. Non disponendo di dati relativi a tutti i centri urbani, limitiamo qui l'analisi ai soli capoluoghi.
La città di Verona ha nel 2005 la maggiore disponibilità di verde pubblico, 7% della superficie comunale, risultante da un incremento molto rilevante rispetto a cinque anni prima, se si considera che nel 2000 tale quota era pari all'1%. Anche Venezia mostra un discreto miglioramento, ma resta su quote inferiori al 2% di superficie. Un lieve miglioramento si registra a Padova, che nel 2005 si porta al 4% di superficie comunale adibita a verde pubblico, seconda tra i capoluoghi, e Treviso, 2,6%, mentre i valori per Vicenza, Rovigo e Belluno sono rimasti pressoché stabili. In particolare, Belluno risulta il capoluogo con la percentuale più bassa (0,5%), probabilmente dovuto alla minore necessità, data la particolare morfologia del territorio, di ricorrere alla costituzione di spazi verdi pubblici data la già ampia disponibilità di verde privato (Figura 6.4.1)
In termini di estensione pro capite di verde pubblico tutti i nostri capoluoghi superano nel 2005 il valore standard di 9 m2/ab fissato dal DM 1444/68 e dalla L.R. 61/85, anche se va sottolineato il fatto che tale limite si riferisce solo alle aree verdi attrezzate, mentre i dati qui riportati sono comprensivi anche delle aree non attrezzate.
Emerge sempre Verona che con i suoi 54,9 mq per abitante nel 2005, oltre ad essere prima tra i capoluoghi del Veneto, è al quarto posto tra le città capoluogo italiane. Venezia migliora la propria posizione guadagnandosi il 2° posto tra quella venete con 26,5 mq/ab, mentre Belluno, che aveva evidenziato una esigua disponibilità in termini di superficie, può soddisfare i propri residenti con 16,8 mq/ab, più di Padova, Treviso, Rovigo e Vicenza.
(Figura 6.4.2)

Inizio Pagina  La produzione di rifiuti urbani

Dai dati del 2005 risulta che tra i primi 9 centri dei 26 qui considerati, maggiori produttori di rifiuti urbani pro capite, vi sono tutti i capoluoghi eccetto Belluno, che si colloca al 21° posto. Il valore dell'indicatore supera in modo significativo anche la media nazionale, 539 kg/ab.anno, a Venezia, Rovigo e Padova.
Venezia è anche il comune capoluogo dove si differenzia meno; questo risultato risente sia della particolare struttura urbana della città, sia della notevole incidenza della presenza turistica che fa aumentare la produzione di rifiuti non differenziati. Paese è il comune che differenzia di più e che ha una produzione pro capite di rifiuto più bassa.
La produzione pro capite a livello regionale per il 2005 è di 482 kg/ab. anno; circa la metà dei comuni considerati si posizionano al di sotto di questo valore, con Paese e Valdagno in testa alla classifica .
In termini quantitativi, nel 2005 ciascun abitante del Veneto ha differenziato mediamente una quantità di rifiuto pari a circa 229 kg, con un incremento di 24 kg rispetto al 2004. (Figura 6.4.3)
In circa due terzi dei comuni considerati aumenta, spesso considerevolmente, dal 2000 al 2005, la produzione media pro capite di rifiuti urbani, mentre nei comuni rimanenti si registra una diminuzione della produzione. Si distacca notevolmente dagli altri il dato di Paese che, tra quelli considerati, è il comune che differenzia di più e che produce meno rifiuti; la riduzione della produzione di rifiuti è principalmente imputabile al sistema di raccolta adottato dal comune trevigiano. Dal 2001 al 2002, infatti, Paese ha più che raddoppiato la percentuale di raccolta differenziata, passando dal 34,9% a circa il 64% e tale dato è cresciuto anche negli anni successivi fino a toccare quasi il 70% nel 2005. Il passaggio al sistema di raccolta 'porta a porta' ha comportato una notevole riduzione dei rifiuti assimilabili agli urbani che venivano prima conferiti nei cassonetti dalle industrie della zona. (Figura 6.4.4)

Inizio Pagina  Raccolta differenziata dei rifiuti

Il Veneto ha differenziato nel 2005 i propri rifiuti per una percentuale del 47,5%, quasi il doppio della media nazionale, che è ancora ferma al 24,3%, raggiungendo già l'obiettivo del 45%, che nelle previsioni dell'art. 205 del D.Lgs. 152/06 è da attuarsi entro la fine del 2008. L'Italia è perciò ancora lontana anche dal valore soglia del 35% di raccolta differenziata previsto dal D.Lgs. 22/97, che rappresentava l'obiettivo da conseguire entro il 2003.
La maggior parte dei 26 principali comuni urbani del Veneto, nel corso del quinquennio 2000-2005, ha notevolmente incrementato la propria quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato, aumentando la relativa quota sul totale dei rifiuti urbani prodotti anche di quasi 40 punti, come nel caso di Thiene e Paese, rispettivamente 72,1% e 63,5% la loro percentuale di rifiuti differenziati nel 2005. Solo in due comuni, Montecchio Maggiore e Valdagno, si riscontra nello stesso arco temporale una leggera riduzione della percentuale di raccolta differenziata.
Il valore soglia del 35% è stato raggiunto nella quasi totalità dei comuni analizzati; si evidenziano nettamente i comuni di Paese e Montebelluna che, con una percentuale di raccolta differenziata vicina alla soglia del 70%, sono risultati i più virtuosi nel 2005. Tra i capoluoghi, Verona, Belluno e Venezia si collocano ancora sotto la soglia del 35%; cosa che evidenzia la difficoltà di organizzare un servizio di raccolta efficiente dei rifiuti nei centri urbani più grandi.
Dal confronto tra il trend della produzione di rifiuti e quello della quota di raccolta differenziata, si nota che in genere i comuni che hanno migliorato di più le prestazioni in termini di raccolta differenziata sono gli stessi che sono riusciti ad invertire il trend di aumento della produzione di rifiuti, ciò sta ad indicare che la spinta alla differenziazione è fondamentale per ridimensionare l'impatto della produzione dei rifiuti sull'ambiente. (Figura 6.4.5)

I sistemi di raccolta dei rifiuti urbani

I sistemi di raccolta dei rifiuti urbani sono un importante indicatore della modalità di gestione dei rifiuti da parte dei comuni.
La diffusione del sistema domiciliare per la raccolta del secco residuo e dell'umido ha incrementato notevolmente i risultati della raccolta differenziata in tutto il Veneto. Questo sistema di gestione dei rifiuti permette di diminuire sempre più la frazione di rifiuto conferita in discarica. Inoltre, il sistema di raccolta dei rifiuti 'porta a porta', ha avuto come effetto una maggiore sensibilizzazione dei cittadini sul problema rifiuti.
In base ai dati relativi al 2005, tutti i 26 comuni considerati fanno la separazione del secco-umido raccogliendo cioè in modo distinto la frazione organica dal resto del rifiuto.
Nella maggior parte dei comuni viene utilizzato lo stesso sistema di raccolta per il secco residuo e per la frazione umida (domiciliare o stradale) e in genere lo stesso sistema viene utilizzato anche per la raccolta di carta, vetro e plastica.
Il comune di Padova è l'unico che utilizza entrambe le modalità domiciliare e stradale sia per la frazione secca che per quella umida, a seconda delle diverse zone (centro storico e periferia). Altri casi ibridi sono: Conegliano (domiciliare per il secco e stradale per l'umido), Bassano del Grappa (domiciliare per il secco e domiciliare-stradale per l'umido), Verona e Venezia (domiciliare-stradale per il secco e domiciliare per l'umido), Belluno (domiciliare-stradale per il secco e stradale per l'umido).
La raccolta della frazione secca recuperabile (vetro-carta-plastica) è quella che presenta maggiore eterogeneità; il sistema di raccolta stradale con cassonetti e campane è ancora il più utilizzato nei centri urbani considerati, anche se il domiciliare è quello che sta riscuotendo maggiori consensi.
Si può osservare come i comuni che adottano il sistema domiciliare siano quelli che hanno la percentuale più alta di raccolta differenziata, e anche la produzione totale di rifiuti più bassa. (Tabella 6.4.2)

Pressione turistica

Il turismo è certamente una delle principali risorse economiche del Veneto, ma costituisce anche un'ulteriore fonte di pressione sull'ambiente urbano, che spesso obbliga piccoli comuni ad affrontare i problemi tipici dei grandi centri urbani, come l'ingente produzione di rifiuti, l'aumento del traffico e quindi dell'inquinamento atmosferico e del rumore, l'incremento dei reflui urbani da depurare e altro ancora. Inoltre, il fatto che le presenze turistiche si distribuiscano in modo disomogeneo nell'arco dell'anno rende ancora più difficile per le amministrazioni locali ottimizzare e stabilizzare le soluzioni.
Sono 25 i comuni veneti per i quali l'indice di pressione turistica (Nota 2) nel 2005 è superiore o uguale al 30% (Nota 3). Lo stesso indice assume, per i comuni capoluogo di provincia, valori estremamente bassi, questo a causa delle maggiori dimensioni demografiche di questi comuni oltre che dell'impossibilità di considerare anche il turismo giornaliero, per cui non sono vi sono dati disponibili. (Tabella 6.4.3) e (Figura 6.4.6)
Per i comuni con indice di pressione turistica superiore al 30% e per i capoluoghi, si sono stimate le quantità di rifiuti annue rispettivamente dovute ai residenti ed ai turisti (Nota 4). Si è verificato che tra i comuni ad alta pressione turistica, Jesolo è quello con la maggiore quantità annua di rifiuti prodotta da turisti che hanno soggiornato per almeno una notte nella città, ma che ha anche il maggior numero di abitanti, ciò che spiega meglio l'elevata produzione totale di rifiuti. Anche per San Michele al Tagliamento, Cavallino e Caorle si stimano quantità annue di rifiuti dovute ai turisti molto elevate. Tra i capoluoghi di provincia spicca Venezia che, come ci si poteva aspettare, ha la maggior quantità di rifiuti dovuta alle proprie presenze turistiche. (Figura 6.4.7)

Inizio Pagina  La zonizzazione acustica del territorio comunale

Il rumore è oggi una delle principali problematiche ambientali avvertite dalla popolazione soprattutto nei centri urbani, in particolare secondo i dati diffusi dall'Istat lo è per il 37,8% delle famiglie italiane nel corso del 2005. Il rumore è uno dei problemi più rilevanti anche per i veneti che lo considerano tale nel 32,7% dei casi.
Verona è la provincia che ha la percentuale più elevata di comuni che hanno adottato o almeno approvato un piano di classificazione acustica del proprio territorio (Nota 5), anche Rovigo mostra una elevata copertura. La provincia di Padova è ultima in questa classifica, con il 47% dei comuni che ha risposto alla normativa.
Dei 26 comuni selezionati per rappresentare le principali realtà urbane del Veneto, risulta che la maggior parte di essi si è dotata del Piano di classificazione acustica del territorio; in base alle informazioni raccolte sino al 31 dicembre 2005 mancavano ancora all'appello i comuni di Bassano del Grappa, Mirano, Montecchio Maggiore, Paese, Thiene e Vicenza. (Figura 6.4.8)

Inizio Pagina  I consumi energetici

Le informazioni sui consumi di energia in ambito urbano sono limitate ai sette comuni capoluogo di provincia, si considerano in particolare i consumi di gas metano per uso domestico e per riscaldamento dal 2000 al 2005. Appare subito evidente il trend per il comune di Belluno che, seppur in progressiva crescita, presenta valori molto inferiori alle altre città. Questo fatto si potrebbe spiegare con l'elevato utilizzo di legna (e altri combustibili fossili) che rappresenta il combustibile principale per il riscaldamento domestico. Si evidenziano consumi più elevati di metano per i comuni di Rovigo e Padova, seguono Venezia e Vicenza con situazioni simili ed infine Verona e Treviso. Il trend del periodo 2000 - 2005 non mostra particolari cambiamenti; si evidenzia una leggera crescita dei consumi per i comuni di Rovigo, Venezia e Belluno. (Figura 6.4.9)
Altro indicatore utilizzato per valutare la richiesta di energia del Veneto è l'andamento del consumo di energia elettrica per uso domestico. Anche in questo caso le informazioni sui consumi sono limitate ai sette comuni capoluogo di provincia.
Occupa il primo posto il comune di Padova, seguito da Treviso, Venezia e dagli altri che si posizionano all'incirca allo stesso livello di consumo.
Le linee di tendenza non mostrano un andamento definito, piuttosto indicano una variabilità nel tempo; si nota, per esempio, che nel 2005 risultano in calo in tutti i comuni che presentano consumi più elevati, mentre mostrano un incremento rispetto al 2004 quelli con valori di consumo più bassi.
Considerando la variazione dei consumi 2000-2005 si nota che questi sono cresciuti leggermente per i Comuni di Venezia, Rovigo e Padova. (Figura 6.4.10)

Inizio Pagina  La qualità dell'aria

I centri urbani rappresentano, in genere, i punti caldi dell'inquinamento atmosferico regionale in quanto, nella maggioranza dei casi, sul loro territorio è presente un'elevata concentrazione di sorgenti emissive, quali traffico veicolare, riscaldamenti, insediamenti industriali, ecc. Per ciascuno dei sette comuni capoluogo si sono selezionate, tra le 25 stazioni di monitoraggio (Nota 6) in essi ubicate, almeno una centralina di Fondo o Background Urbano (BU), cosiddetta perché rappresentativa di livelli di inquinamento medi caratteristici del comune che si vuole monitorare, non influenzati prevalentemente dal traffico urbano, ed una di Traffico Urbano (TU), rappresentativa di livelli di inquinamento massimi caratteristici del comune e influenzata prevalentemente da emissioni da traffico provenienti da strade limitrofe.

Il biossido di azoto

Nel corso degli anni 2005 e 2006, il valore limite medio annuale di 40 µg/m3, soglia di concentrazione (Nota 7) per il biossido di azoto che, ai sensi della normativa vigente, dovrà essere rispettata a partire dal 2010, è stato superato solo nelle stazioni a media criticità (BU) di Padova e Vicenza ed in tutte le stazioni ad elevato inquinamento (TU) ad eccezione di Belluno città.
Per quanto attiene ai livelli massimi che si registrano su base oraria, si segnala come non si siano registrati negli stessi anni superamenti della soglia di allarme, pari a 400 µg/m3 per 3 ore consecutive. Il superamento del valore limite orario per la protezione della salute umana, pari a 200 µg/m3, da non superare per più di 18 volte nell'anno civile, che sarà in vigore a partire dal 2010, si è avuto complessivamente solo 8 volte nei due anni in esame, 2 presso le stazioni di inquinamento medio e 6 volte in quelle ad alta intensità di traffico. (Figura 6.4.11) e (Figura 6.4.12)

Il biossido di zolfo ed il monossido di carbonio

Per questi due inquinanti, nel corso degli anni 2005 e 2006 non si è registrato alcun superamento dei valori limite di legge considerati nel presente elaborato. Per il biossido di zolfo (SO2) ci si è riferiti alla Soglia di Allarme (500 µg/m3 per tre ore consecutive), al valore limite orario per la protezione della salute umana (350 µg/m3 da non superare più di 24 volte nell'anno civile) ed al valore limite di 24 ore (media giornaliera) per la protezione della salute umana (125 µg/m3 da non superare più di 3 volte nell'anno civile). Per il monossido di carbonio (CO) ci si è riferiti al valore limite per la protezione della salute umana (10 mg/m3), calcolato come massimo giornaliero della media mobile di 8 h.

Ozono

Essendo l'ozono un inquinante non direttamente legato alle emissioni da traffico veicolare, viene misurato solo presso le stazioni di Background (ad eccezione di Belluno-Città). Negli anni 2005 e 2006 questo parametro ha fatto registrare un'elevata incidenza nel numero di superamenti della Soglia di Informazione (pari a 180 µg/m3 su base oraria) e dell'Obiettivo a Lungo Termine per la protezione della salute umana (pari a 120 µg/m3 e calcolato come massimo giornaliero della media mobile 8h). Anche se in misura assai contenuta, si registra qualche superamento della Soglia di Allarme (pari a 240 µg/m3 su base oraria) presso le stazioni di RO-Borsea e VE-Sacca Fisola (entrambe BU). (Tabella 6.4.4)

Polveri fini PM10

Nel triennio 2004-2005-2006, le polveri fini PM10 hanno mostrato una situazione generalizzata di superamento sia del valore limite medio annuale di 40 µg/m3 sia del valore limite medio giornaliero (35 superamenti massimi consentiti all'anno della soglia di 50 µg/m3), entrambi fissati dal DM 60/2002.
Tale criticità è evidente presso tutti i comuni capoluogo del Veneto, sia nelle stazioni di BU che di TU, ad eccezione di BL-Città. La dinamica del PM10 che si registra nella pianura veneta, ed in generale nella macro-regione del bacino adriatico-padano, sembrerebbe dipendere infatti non solo dalla distribuzione territoriale delle fonti di pressione ma, in misura assai rilevante, dal manifestarsi di frequenti condizioni di ristagno dell'atmosfera, situazione meno frequente nelle zone montane.
Infine per ciò che riguarda le eccedenze rispetto alla soglia dei 35 superamenti annui del Valore Limite giornaliero di 50 µg/m3 per il 2006, a Belluno non si registra quella situazione di criticità che è invece evidente per i capoluoghi di pianura. (Figura 6.4.13), (Figura 6.4.14) e (Figura 6.4.15)

Benzo(a)pirene, benzene e piombo

Il contenuto di benzo(a)pirene sulle polveri fini PM10 ha mostrato, nel corso dell'anno 2005, il superamento dell'Obiettivo di qualità media annuale (1 ng/m3, ex DM 25/11/94) a Padova, Venezia-Mestre e Vicenza, mentre rimane sul limite a Treviso e Belluno.
Per benzene (C6H6), piombo (Pb) e metalli per i quali la Direttiva 2004/107/EC ha indicato un Valore Obiettivo medio annuale, non si è registrato, presso i siti di misura considerati nel presente documento, alcun superamento delle soglie di legge.
Per il benzene ci si riferisce, in particolare al Valore Limite per la protezione della salute umana (5 µg/m3 da rispettare a partire dal 2010) e per il Pb al Valore Limite medio annuale per la protezione della salute umana (0,5 µg/m3), entrambi indicati dal DM 60/2002.
Per il Nichel (Ni), l'Arsenico (As) ed il Cadmio (Cd) ci si riferisce invece ai Valori Obiettivo medi annuali, di cui alla citata Direttiva, pari rispettivamente a 20 ng/m3, 6 ng/m3 e 5 ng/m3. Si ricorda come anche i metalli (Pb, Ni, As, e Cd) siano determinati come contenuto nelle polveri fini PM10. (Figura 6.4.16)




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Note

  1. I temi di maggiore interesse sono descritti attraverso alcuni indicatori ambientali riferiti, ove possibile, ai 26 centri urbani selezionati o almeno alle città capoluogo. I dati utilizzati per il calcolo degli indicatori sono relativi all'anno 2005, salvo alcuni casi sporadici in cui l'aggiornamento è al 2006.
  2. L'indicatore utilizzato per stimare la pressione aggiuntiva esercitata sulla città dalle presenze turistiche, è dato dal rapporto fra le presenze medie giornaliere di turisti e quelle di residenti nel territorio comunale.
    Le presenze medie giornaliere dei turisti sono date dal numero di notti trascorse dai turisti nelle strutture ricettive del comune diviso per i 365 giorni dell'anno. Per il calcolo si sono considerati i soli comuni con più di due strutture ricettive.
  3. Non vengono conteggiati i turisti 'pendolari', che cioè non pernottano in strutture ricettive.
  4. È possibile, incrociando i dati di presenza in città con i dati di produzione annua di rifiuti, ottenere una stima approssimativa delle frazioni prodotte rispettivamente dai residenti e dai turisti. Tali stime si ottengono moltiplicando il rapporto fra la quantità di rifiuti prodotta in un anno e le presenze totali medie giornaliere sul territorio comunale, rispettivamente, per le presenze dei residenti e dei turisti.
  5. La DGRV 4313 del 21 settembre 1993, in attuazione della normativa nazionale sull'inquinamento acustico (legge Quadro 447/95 e DPCM 14/11/1997), impone ai Comuni di adottare il Piano di classificazione acustica, provvedendo a classificare il territorio di competenza nelle sei classi omogenee, fissando per ognuna di esse diversi limiti di ammissibilità di rumore ambientale sia nel periodo diurno che in quello notturno. Sono stati considerati comuni zonizzati sia quelli con piano di classificazione approvato sia quelli con piano adottato al 31 dicembre 2005.
  6. La rete di monitoraggio della qualità dell'aria presente nel territorio regionale veneto è gestita da ARPAV e conta, a marzo 2007, 57 stazioni: 11 di esse sono ubicate nella provincia di Verona, 13 di Vicenza, 3 di Belluno, 6 di Treviso, 14 di Venezia, 5 di Padova e 5 di Rovigo. Ai sensi della nuova normativa tecnica, le stazioni che compongono la rete sono classificate in base alla qualità e quantità di sorgenti emissive che caratterizzano l'ambiente atmosferico del sito (Traffico, Fondo o Background, Industriale), nonché al tipo (Urbana, Suburbana e Rurale) ed alle caratteristiche (Residenziale, Commerciale, Industriale, Agricola, Naturale, Combinazione delle precedenti) della zona nella quale sono posizionate.
  7. Si considerano in questo rapporto le diverse tipologie di soglie di concentrazione in relazione ai diversi inquinanti secondo la legislazione seguente:
    DM 02/04/2002 n. 60 stabilisce valori limite, soglie di allarme, margini di tolleranza, tempi, criteri, tecniche di misurazione e ubicazione dei punti di campionamento per biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), ossidi di azoto (NOX), monossido di carbonio (CO), polveri fini (PM10), piombo (Pb) e benzene (C6H6), ai sensi del D.Lgs. 04/08/1999 n. 351.
    D.Lgs. 21/05/2004 n. 183 fissa soglie di informazione e allarme, obiettivi a lungo termine e valori bersaglio per la protezione degli ecosistemi e della salute umana per l'ozono (O3).
    Direttiva 2004/107/EC fissa valori obiettivo annuali per arsenico (As), cadmio (Cd), nickel (Ni) e idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente. Per mercurio (Hg) non è fissato un valore obiettivo ma sono fornite alcune indicazioni.


Tabella 6.4.1
Popolazione residente e densità di popolazione per centro urbano (*) - Anno 2005
Figura 6.4.1
Percentuale di superficie comunale adibita a verde pubblico nel 2005 e differenza rispetto al 2000 per capoluogo di provincia (*)
Figura 6.4.2
Disponibilità di verde pubblico pro-capite (mq) per i comuni capoluogo di provincia - Anni 2000 e 2005
Figura 6.4.3
Produzione annua pro capite, in kg/ab, di rifiuti urbani, differenziati e indifferenziati, per centro urbano - Anno 2005
Figura 6.4.4
Variazione produzione annua pro-capite, in kg/ab, dei rifiuti urbani per centro urbano - Anni 2000 e 2005
Figura 6.4.5
Percentuale di raccolta differenziata nel 2005 e differenza rispetto al 2000 per centri urbani
Tabella 6.4.2
Sistemi di raccolta dei rifiuti nei centri urbani
Tabella 6.4.3
Comuni con significativo indice di pressione turistica - Anno 2005
Figura 6.4.6
Indice di pressione turistica per i comuni veneti capoluogo di provincia - Anno 2005
Figura 6.4.7
Provenienze stimate dei rifiuti prodotti nei comuni veneti con indice di pressione turistica non inferiore al 30% - Anno 2005
Figura 6.4.8
Percentuale di comuni con Piano di classificazione acustica adottato o approvato, per provincia - Anno 2005
Figura 6.4.9
Consumo di gas metano, m3 per abitante, per uso domestico e per riscaldamento per i comuni capoluogo di provincia - Anni 2000:2005
Figura 6.4.10
Consumo di energia elettrica, KWh per abitante, per uso domestico per i comuni capoluogo di provincia - Anni 2000:2005
Figura 6.4.11
Biossido di azoto: superamento del Valore limite annuale di 40 µg/m3 (DM 60/2002) nelle stazioni di BU (*)- Anni 2005:2006
Figura 6.4.12
Biossido di azoto: superamento del Valore limite annuale di 40 µg/m3 (DM 60/2002) nelle stazioni di TU (*) - Anni 2005:2006
Tabella 6.4.4
Ozono: numero di superamenti della Soglia di Informazione (180), della Soglia di Allarme (240) e dell'Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana di cui al D.Lgs. 183/2004 - Anni 2005:2006
Figura 6.4.13
Polveri fini: superamento del Valore Limite annuale di 40 µg/m3 (DM 60/2002) nelle stazioni BU (*) - Anni 2004:2006
Figura 6.4.14
Polveri fini: superamento del Valore Limite annuale di 40 µg/m3 (DM 60/2002) nelle stazioni TU (*)- Anni 2004:2006
Figura 6.4.15
Polveri fini: eccedenze rispetto ai 35 superamenti consentiti del Valore Limite giornaliero di 50 µg/m3 (DM 60/2002) nelle stazioni BU (*) e TU(**) - Anno 2006
Figura 6.4.16
Benzo(a)pirene: superamento dell'Obiettivo di qualità (DM 25/11/94) nelle stazioni BU (*) e di TU (**) - Anno 2005

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