3.4 Il commercio

Inizio Pagina   3.4.1 L'andamento delle vendite al dettaglio

Il commercio al dettaglio è sicuramente uno dei settori che meglio fornisce il polso della congiuntura economica del Paese, non solo perché rileva le tendenze dei consumi della popolazione e in quali comparti essa si concentra, ma anche perché misura le eventuali modifiche strutturali in termini di espansioni o contrazioni della consistenza della piccola, media e grande distribuzione.

Per il 2004 in tutto il Paese le vendite si sono attestate su un giro d’affari di 278.712 milioni di euro, in leggera flessione rispetto al 2003 di circa 0,5 punti percentuali; oltre la metà di questa cifra è destinata alle vendite della piccola e media distribuzione in campo non alimentare. Tale tendenza risulta generalizzata in quasi tutte le regioni d’Italia, Veneto compreso (con un calo di circa lo 0,7%), tranne che per Lombardia, Umbria e Lazio, le uniche tre regioni in moderata crescita.
Dettagliando nei due grandi comparti presi in analisi, risulta chiaro che il calo è da imputare sostanzialmente alle vendite non alimentari che hanno subito nel corso del 2004 una contrazione a livello italiano di quasi un punto percentuale; risulta invece pressoché stabile e anzi in leggera salita il settore alimentare (+0,1%).
Il calo più evidente rispetto alla tipologia di esercizio è ascrivibile alla piccola e media distribuzione in campo alimentare e questo risulta rilevante soprattutto nella nostra regione e più in generale nel Nord Est, con diminuzioni in tutte le regioni dell’area di oltre 6 punti percentuali. E’ però opportuno sottolineare che questo comparto specifico in Veneto copre solamente il 7,6% delle vendite totali, mentre i 2 comparti che occupano la maggior fetta di mercato (l’alimentare nella grande distribuzione e il non alimentare nella piccola e media) sono rispettivamente in aumento di 1,3 punti percentuali ed in calo di appena 1 punto rispetto all’anno precedente.
La tendenza per il 2005, sebbene i dati a disposizione riguardino solamente i primi 3 trimestri dell’anno, conferma sia per l’Italia che per il Veneto un calo delle vendite più contenuto rispetto al confronto tra i due anni precedenti, e prossimo allo zero (-0,3% per la nostra regione e -0,1% per l’intero Paese).
Le stime nell’ultimo trimestre del 2005 sembrano comunque evidenziare un accenno di ripresa al consumo, soprattutto nel comparto alimentare.


Inizio Pagina   3.4.2 La struttura della rete distributiva

Nel corso del 2005 sotto il profilo della struttura imprenditoriale si conferma, anche se in rallentamento, la tendenza degli scorsi anni: nel nostro Paese sia le imprese che le unità locali del commercio al dettaglio sono in aumento rispettivamente dello 0,7% e del 2%. Anche in Veneto si riscontra un aumento per entrambe le misure, ma di minore intensità: le imprese aumentano dello 0,3% e le unità locali dell’1,6%, evidenziando seppur in un contesto economico-finanziario incerto una propensione sia all’apertura di nuove aziende che all’investimento in nuovi punti vendita.

Questa tendenza è confermata dall’aumento dell’indice di plurilocalizzazione: nella nostra regione negli ultimi 5 anni è cresciuto di oltre 5 punti percentuali, assestandosi su un valore medio per il 2005 di 1,35 (contro un valore di 1,25 per l’Italia), ma con un picco che per la provincia di Venezia raggiunge il valore di 1,48; la variazione più consistente invece appartiene alla provincia di Rovigo che nell’ultimo quinquennio ha aumentato il numero di unità locali per impresa di quasi il 9%.
Dal punto di vista della forma giuridica in Veneto la parte del leone spetta alle imprese individuali che in tutte le province della regione assorbono oltre la metà delle strutture dedicate al commercio al dettaglio: nell’ultimo quinquennio però questa forma giuridica è rimasta pressoché stazionaria con deboli oscillazioni in positivo o in negativo a seconda della provincia.
Generalizzato è invece il fenomeno dell’incremento delle società di capitali, che dal 2000 sono aumentate in Veneto di circa il 30%: il salto in avanti maggiore si è verificato nella provincia di Verona (+37,9%).


Inizio Pagina   3.4.3 La grande distribuzione

Analizzando l’evoluzione della grande distribuzione nel biennio 2003/04 è evidente come questa sia in tutte le regioni italiane in espansione per numerosità di strutture, per superfici di vendita e per addetti. Tale trend di crescita sembra alimentato dalla preferenza sempre maggiore che gli italiani riservano ai punti vendita, quali appunto quelli appartenenti alla grande distribuzione, dove viene offerta la possibilità di finanziamento rateale ed una assistenza specializzata post-vendita.

Le differenze tra le dinamiche che caratterizzano la realtà veneta rispetto a quella italiana si concentrano in massima parte sulla tipologia delle grandi superfici specializzate, sicuramente in aumento in tutto il Paese ma con percentuali decisamente differenti tra le varie zone. Nel mezzogiorno, terreno fertile per questa tipologia distributiva in quanto il mercato ancora non è saturo, le grandi superfici specializzate crescono nel corso del 2004 di quasi 22 punti percentuali per numerosità, mentre in Veneto la crescita si attesta attorno al 3%, per la maggiore maturità della propria rete distributiva.

Simile invece tra Veneto ed Italia risulta l’andamento nella crescita dei supermercati, che indubbiamente conferma un aumento della numerosità, delle superfici di vendita e degli addetti.
In crescita anche gli ipermercati, sia per la nostra regione che per l’intera nazione, con un primato che anche questa volta spetta al sud Italia (+15,5%); in Veneto l’aumento risulta essere oltre il doppio rispetto alla media italiana in termini strutturali.
In controtendenza invece i grandi magazzini che seppur in aumento per numerosità in Italia, risultano in diminuzione per superficie e per numero di addetti, diminuzione che in Veneto coinvolge anche la numerosità complessiva.
Sulle prospettive future di questo comparto, secondo quanto puntualizzato da Confcommercio, ci si aspetta grande motilità: già i maggiori gruppi presenti in Italia, e quindi anche nella nostra regione, si muovono con strategie di alleanza e nuove acquisizioni.
Un esempio su tutti è la formazione della “Centrale Italiana”, un polo distributivo appena nato da un accordo tra Coop Italia, Sigma e Despar e che potrà contare una quota di mercato sul territorio italiano che supera il 20%.
Ulteriore prospettiva è quella di un consolidamento della presenza di gruppi stranieri nel nostro mercato con probabili conseguenze che modelleranno i sistemi organizzativi su interessi esterni e che limiteranno lo spazio per la diffusione dei prodotti interni.
Infine un fenomeno rilevante, che vale la pena segnalare in quanto sempre più diffuso nel nostro Paese, è lo sviluppo dei factory outlet: si prevede che nei prossimi anni questa particolare forma distributiva subirà incrementi notevoli in tutte le regioni italiane, in linea con quanto già avvenuto in Europa.


Figura 3.15
Il commercio - Figura 3.15
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Figura 3.17
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Figura 3.18
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Figura 3.19
Il commercio - Figura 3.19
Figura 3.20
Il commercio - Figura 3.20
Figura 3.21
Il commercio - Figura 3.21

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