2. Metodologia e definizioni

Inizio Pagina  2.1 La fonte dei dati

Lo studio si basa sull'analisi del flusso informativo relativo agli infortuni avvenuti in occasione di lavoro fornito alla Regione dall'INAIL, come stabilito dal D.P.C.M. del 09/01/1986, dal comma 3 dell'art. 7 del D.Lgs. 502/92 e dal protocollo d'intesa INAIL ISPESL REGIONI del 25/07/2002; non si tratta di una rilevazione statistica in senso stretto ma di dati di tipo amministrativo - assicurativo gestiti dall'INAIL e ciò determina qualche problema quando si cerca di utilizzarli per i fini della prevenzione; infatti, gli sforzi dell'INAIL di contribuire al sistema informativo integrato previsto dal citato protocollo d'intesa daranno i loro frutti nel futuro, ma non si riflettono sui dati già trasmessi degli anni considerati in questa pubblicazione.

L'infortunio sul lavoro è così definito dall'art. 2 del DPR 1124 del 30/06/1965 "Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali": "L'assicurazione comprende tutti i casi di infortunio avvenuti per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o un'inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un'inabilità temporanea assoluta che importi l'astensione dal lavoro per più di tre giorni".

A livello europeo, sono state intraprese delle azioni di armonizzazione dei criteri e dei metodi da applicare per la registrazione dei dati relativi agli infortuni sul lavoro con l'obiettivo di creare, attraverso diverse fasi, uno strumento che consenta di valutare meglio gli effetti dell'applicazione delle misure adottate al fine di promuovere il miglioramento dell'ambiente di lavoro e di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori; i lavori del progetto relativo all'armonizzazione delle statistiche europee degli infortuni sul lavoro (ESAW) hanno avuto inizio nel 1990 e sono coordinati dall'Istituto Statistico delle Comunità Europee (EUROSTAT).

Poiché a livello europeo esistono registrazioni riguardanti infortuni che comportano inabilità temporanea a partire da una soglia che va da uno a tre giorni, è stato scelto di uniformare la definizione europea, per rendere confrontabili le statistiche nazionali, utilizzando il criterio dell'astensione dal lavoro superiore a tre giorni.

Nel volume sono considerati gli infortuni avvenuti dal 1990 al 2001, cercando di rendere il confronto temporale il più attendibile e omogeneo possibile, tenendo conto non solo delle variazioni della base assicurativa avvenute nel corso degli anni a seconda della normativa vigente, ma anche dei cambiamenti di contenuto informativo degli archivi. Infatti, a partire dall'anno evento 2000, il flusso è stato rivisto e soprattutto arricchito, prevedendo in particolare il collegamento diretto tra l'infortunato e la posizione assicurativa dell'azienda di appartenenza, e di conseguenza con tutta una serie di informazioni a questa riferite, così da consentire analisi più approfondite soprattutto in termini di indicatori di frequenza e gravità, non possibili invece con gli archivi precedenti.

Inoltre, prima del 2000, l'INAIL trasmetteva alla Regione solo gli infortuni definiti positivamente e non tutti i casi denunciati e definiti che comprendono anche quelli definiti negativamente e in franchigia. Per una definizione dettagliata di infortuni denunciati, definiti, con esito positivo o negativo, nonché di quelli in franchigia si rimanda al paragrafo seguente sulle definizioni.

Gli archivi relativi agli anni 2000 e 2001 hanno, quindi, un patrimonio informativo più ampio rispetto ai precedenti; si precisa, però che, per quanto riguarda il 1999, in occasione di questo lavoro, l'INAIL ha gentilmente ritrasmesso l'archivio alla Regione Veneto secondo le nuove procedure di estrazione, in conformità ai criteri adottati per l'anno 2000 e successivi.

Date le premesse, è chiaro che il confronto temporale si limita agli infortuni definiti positivamente e si ferma al 2001, ultimo anno per cui sono attualmente disponibili dati consolidati per gli infortuni definiti positivamente. Si tratta degli infortuni con definizione mortale, con o senza superstite, permanente e temporanea, ma anche di quelli definiti come "regolari senza indennizzo", ossia riconosciuti come infortuni sul lavoro ma non direttamente indennizzati dall'INAIL (vedi il paragrafo sulle definizioni) .


Inizio Pagina  2.2 Alcune definizioni

Infortuni denunciati

Il procedimento assicurativo inizia con il primo certificato medico rilasciato prevalentemente dal pronto soccorso (ma anche da medici di base ed altri medici). I certificati pervengono direttamente all'INAIL oppure è il datore di lavoro che trasmette la denuncia di infortunio unitamente al certificato. La denuncia degli infortuni è obbligatoria soltanto per i casi individuati dall'art. 2 del sopra citato T.U. ma vengono notificati all'Istituto anche infortuni che non rientrano in questa definizione (ad esempio, durata dell'inabilità temporanea inferiore a quattro giorni). L'archivio infortuni denunciati, trasmesso alla Regione e a tutte le ASL a partire dal 2000, contiene tutti gli eventi notificati all'INAIL a prescindere dal fatto che l'infortunio corrisponda alla definizione data dall'art. 2 del T.U.; ovviamente non è possibile conoscere il numero di infortuni che non vengono notificati nei casi in cui la denuncia non sia obbligatoria. Gli infortuni denunciati vengono spesso utilizzati per l'immediata disponibilità del dato; si deve tuttavia tenere presente che non vi è una corrispondenza diretta tra l'andamento delle denunce e dei casi realmente riconosciuti, in un secondo tempo, come infortuni sul lavoro (numerosi casi vengono chiusi con definizione negativa o in franchigia).

Infortuni definiti

Sono infortuni definiti quelli per i quali si è concluso l'iter sanitario e amministrativo da parte dell'Istituto Assicuratore; ad ogni registrazione viene attribuito un codice che rappresenta il tipo di definizione (sia positiva che negativa). Tutti gli infortuni denunciati vengono definiti ma talvolta con tempi che possono raggiungere anche alcuni anni, soprattutto nei casi più gravi o complessi; a ciò bisogna aggiungere il fatto che la registrazione delle definizioni non è sempre simultanea con la chiusura dell'iter amministrativo; così si giustifica il fatto che, a breve termine, vi siano temporanee differenze tra il numero di denunciati e il numero di definiti per lo stesso anno di evento. Una delle cause del ritardo nella definizione è costituita dalla necessità di attendere la stabilizzazione dei postumi o la cessazione del periodo di inabilità temporanea assoluta; sono i casi più "gravi" o controversi che hanno una definizione più ritardata rispetto all'epoca di evento. Dopo che è trascorso un tempo congruo, tutti gli infortuni denunciati sono definiti (il numero di infortuni denunciati coincide con il numero di infortuni definiti per anno di evento) anche se non tutti gli infortuni sono "riconosciuti" dall'Istituto. Per assicurare un buon compromesso tra la necessità di disporre di dati confrontabili in tempi non eccessivi e la necessità di avere dati il più possibile completi e omogenei tra varie annate, il gruppo di lavoro nazionale Nuovi Flussi Informativi ha scelto di considerare stabilizzati i dati delle definizioni dopo che sono trascorsi due anni dall'anno solare dell'evento (per gli eventi del 2000 il termine per considerare il dato stabilizzato è il 31/12/2002).

Tipologia di definizione

  • Negativa (NE): il caso non possiede i requisiti per essere riconosciuto come infortunio sul lavoro. La motivazione può essere di vario tipo: mancanza dell'occasione di lavoro, soggetto non assicurato, assenza della lesione etc.
  • Franchigia (FR): sono infortuni che non hanno determinato un'inabilità temporanea assoluta con assenza dal lavoro superiore a tre giorni pur presentando tutte le altre caratteristiche degli infortuni sul lavoro.
  • Regolari senza indennizzo (RS): pur trattandosi di eventi riconoscibili come veri e propri infortuni sul lavoro, l'INAIL non ha erogato prestazioni economiche; si tratta di casi particolari, ad esempio di dipendenti dello Stato che hanno avuto un infortunio che ha determinato assenza dal lavoro ma non postumi permanenti o la morte (soltanto in questi ultimi due casi l'INAIL indennizza l'assicurato; se si determina soltanto un periodo di inabilità temporanea l'indennizzo è a carico dello Stato).
  • Temporanea (TE): sono casi che hanno comportato un'inabilità temporanea assoluta superiore a tre giorni e non hanno determinato postumi permanenti superiori alla percentuale stabilita per la definizione "in permanente".
  • Permanente (PE): per gli infortuni avvenuti prima del 25/07/2000 sono considerati definiti "in permanente" quelli che hanno determinato postumi permanenti superiori al 10%; dopo tale data sono definiti "in permanente" quelli con postumi superiori al 5%. Prima del 25/07/2000 era valutata soltanto la capacità lavorativa; dopo tale data la percentuale comprende anche il danno biologico. Per questo motivo il grado di postumi degli infortuni attuali non è direttamente confrontabile con quelli avvenuti prima del 25/07/2000. A complicare ulteriormente la situazione vi è una recente sentenza della Corte Costituzionale che consente il riconoscimento del danno biologico anche per gli eventi antecedenti la data 27/07/2000 prevista dal D.Lgs. 38/2000; tuttavia tale sentenza non ha riflessi sui dati di questa pubblicazione in quanto l'estrazione è avvenuta prima della sua pronuncia.
  • Mortale con o senza superstiti (MC o MS): si tratta di soggetti deceduti in seguito all'infortunio sul lavoro.

Infortuni con "definizione positiva" o "riconosciuti"

Sono gli infortuni che corrispondono alla definizione prevista dall'art. 2 del T.U. sia per quanto riguarda l'aspetto sanitario che quello amministrativo. Rientrano negli infortuni riconosciuti le seguenti tipologie di definizione: TE=temporanea, PE=permanente, MS=mortale senza superstiti, MC=mortale con superstiti, RS=regolare senza indennizzo. Gli infortuni riconosciuti sono il dato più importante da considerare in quanto sono quelli che rientrano a pieno titolo nella definizione di infortunio sul lavoro. I record corrispondenti a questi infortuni sono quelli più completi dal punto di vista delle informazioni registrate (ad esempio, sono quelli che hanno una descrizione completa delle modalità di accadimento e delle conseguenze dell'evento). In questo documento le principali elaborazioni che descrivono l'andamento degli infortuni sono basate sugli infortuni con "definizione positiva" o "riconosciuti"; pertanto non devono essere confrontati con altri dati che trattano gli infortuni "indennizzati".

Infortuni indennizzati

Sono una parte degli infortuni riconosciuti per i quali l'INAIL eroga una prestazione economica. Rispetto agli infortuni riconosciuti mancano i casi "regolare senza indennizzo". Gli infortuni indennizzati sono frequentemente utilizzati in pubblicazioni INAIL.


Inizio Pagina  2.3 La sistemazione degli archivi

Con i vecchi flussi informativi, i dati venivano diffusi dall'INAIL per esercizio (anno in cui avveniva la definizione) mentre i nuovi flussi sono distribuiti per anno di competenza (quello in cui è avvenuto l'infortunio). In ogni caso, nelle statistiche elaborate dalla Regione Veneto, i dati statistici sono sempre stati pubblicati per anno di competenza. La diffusione dei dati per esercizio comporta, una volta che gli archivi sono riuniti per ricostruire l'anno di competenza, la presenza di doppie registrazioni dovute, tra l'altro, alla riapertura dei casi per aggravamento o ricaduta. Anche i nuovi archivi possono presentare doppie registrazioni (per esempio quando la pratica viene trasferita da una sede INAIL all'altra e l'estrazione avviene tra l'apertura in una sede e la chiusura nell'altra); queste duplicazioni, negli anni più recenti, sono in fase di progressiva riduzione per le modifiche al sistema informatico adottate dall'INAIL.

Per questa pubblicazione era necessario rendere il più possibile omogenei i dati diffusi con i vecchi e i nuovi flussi. Gli archivi, quindi, sono stati innanzitutto ripuliti dalla presenza di eventuali duplicazioni, ossia di infortuni memorizzati erroneamente due o anche più volte, soprattutto in caso di una successiva riapertura della pratica da parte dell'INAIL con conseguente diversa definizione dello stesso infortunio.

Per il decennio 1990-1999 si è consapevoli che la ricerca di duplicazioni non è certa, poiché i dati sono anonimi e privi di un codice in grado di identificare in modo univoco l'infortunato; tuttavia, il confronto tra i vari record (ogni record si riferisce ad un infortunio) si basa su un numero di variabili piuttosto elevato, tanto che si ritiene bassa la probabilità di sbagliare. Le variabili considerate per la ricerca di eventuali duplicazioni essenzialmente si riferiscono al soggetto infortunato, alla data, al luogo e alla modalità di accadimento dell'infortunio; sono anno, mese e giorno di evento, giorno della settimana, ora solare, ora ordinale, festività del giorno di evento, comune di evento, gestione, sesso, età alla data dell'evento, qualifica assicurativa, qualifica professionale, forma, agente materiale, natura della lesione e sede della lesione.

Per gli anni 2000 e 2001, invece, l'individuazione dei doppi risulta un'operazione più attendibile, se non certa, in quanto si dispone anche del codice identificativo dell'infortunato, aggiunto quindi all'elenco delle variabili già considerate.

Nel caso in cui due o più infortuni risultino uguali per l'insieme delle variabili sopra indicate, viene mantenuto nell'archivio quello definito dall'INAIL più tardi, come desunto dall'anno, mese e giorno di definizione presenti negli archivi. Secondo questo modo di procedere, il numero di record scartati perché considerati doppi risulta in media appena lo 0,6% degli infortuni avvenuti in un dato anno per il periodo dal 1990 al 1998, mentre per gli anni successivi la percentuale diventa minore, lo 0,2% o ancora meno per il 2001.

Una volta ripulito l'archivio, per ogni anno sono considerati solo gli infortuni definiti dall'INAIL nell'anno stesso di accadimento e nei due immediatamente seguenti (fino al 31/dicembre), trascurando gli infortuni la cui pratica sia rimasta aperta anche negli anni successivi, secondo i criteri adottati dal gruppo flussi per gli eventi dal 2000 in poi. Per il Veneto, sempre per gli archivi successivi al 1990, si stima che in media il 99% degli infortuni definiti positivamente trovi definizione entro due anni dal periodo di accadimento.


Inizio Pagina  2.4 Gli infortuni avvenuti propriamente in ambito di lavoro

Si vogliono individuare gli infortuni che si riferiscono esclusivamente a lavoratori e che sono avvenuti in luoghi strettamente di lavoro e non, ad esempio, sulla strada o presso private abitazioni; a questi luoghi, infatti, sono indirizzate prevalentemente le azioni di prevenzione e di monitoraggio degli SPISAL delle Aziende Sanitarie.

Si considerano gli infortuni avvenuti in ambito industriale, in agricoltura e anche quelli definiti "Per conto Stato" mentre sono eliminati gli infortuni che hanno coinvolto studenti di scuole pubbliche, sportivi professionisti e i casi avvenuti in ambito domestico (addetti ai servizi domestici). Queste tre categorie sono così individuate:

  • studenti quando il codice della variabile "gestione" è pari al valore 212; si tratta solo degli studenti delle scuole pubbliche, anche se per brevità nelle tabelle e nei grafici della pubblicazione vengono chiamati semplicemente studenti;
  • sportivi professionisti (o, semplicemente, sportivi) quando il campo "qualifica professionale" è uguale a 828; questi soggetti sono assicurati soltanto dal 2000 in poi;
  • addetti ai servizi domestici quando il codice gestione è pari a 970, ossia a "Infortuni relativi a lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari e ai servizi di riassetto e di pulizia dei locali"; si tratta di infortuni avvenuti presso l'abitazione del datore di lavoro (colf, giardinieri, dame di compagnia, etc.) ma non comprendono i lavoratori delle imprese di pulizia o giardinaggio che rientrano nella gestione industria.

Tra gli infortuni così ottenuti, sono poi evidenziati quelli avvenuti in itinere, ossia durante il tragitto tra la sede del lavoro e l'abitazione, salvo il caso di interruzione o deviazione del tutto indipendente dal lavoro o, comunque, non necessitata. Se non c'è un servizio mensa aziendale, sono compresi anche quelli avvenuti durante lo spostamento dal luogo di lavoro a quello del pasto. L'interruzione o la deviazione è necessitata quando è dovuta a causa di forza maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili o all'adempimento di obblighi penalmente rilevanti. Comprendono anche l'uso del mezzo di trasporto privato purché necessitato; in questo caso sono esclusi gli infortuni cagionati direttamente dall'abuso di alcolici, psicofarmaci e stupefacenti.

L'individuazione degli infortuni in itinere è possibile solo con i dati dal 1999 in poi, grazie all'inserimento negli archivi di un campo specifico, non previsto negli anni precedenti: si tratta del flag identificativo "In itinere".

Infine sono anche evidenziati gli infortuni stradali. Allo stato attuale non è disponibile un metodo certo per individuare gli infortuni avvenuti durante la circolazione sulle strade. Possono essere determinati, con tutte le riserve del caso relative alle informazioni disponibili per procedere alle codifiche delle caratteristiche dell'infortunio, gli eventi correlati all'uso di "mezzi di trasporto terrestre non su rotaie". Più precisamente si fa riferimento agli infortuni avvenuti "alla guida o a bordo di un mezzo di trasporto non su rotaie" ma anche a quelli in cui l'infortunato è stato "investito" o "travolto" da un mezzo di trasporto non su rotaie. Negli archivi vecchi e nuovi gli infortuni stradali non sono individuati espressamente da un campo identificativo ma grazie alla combinazione dei campi "forma" e "agente materiale" (due cifre), in particolare quando la variabile forma assume i valori 91, 92, 33 o 39 e l'agente materiale il codice 11.

Ovviamente, quando si adotta questo criterio di selezione, non vi è la certezza che l'infortunio sia dovuto alla circolazione stradale, anche se quelli stradali ne rappresentano la maggior parte; infatti, l'evento potrebbe essersi verificato all'interno dell'area aziendale o in un cantiere. Ecco perché, in generale, nella pubblicazione si è preferita la dicitura più generica di "infortuni con automezzi"; solo nel capitolo 8, dove si propone un approfondimento di questo tipo di infortuni, gli stessi vengono denominati semplicemente infortuni stradali, anche perché messi in relazione con i dati più generici sull'incidentalità stradale, ossia con gli incidenti avvenuti per le strade del Veneto rilevati dall'Istat in collaborazione con l'ACI.

Premesso che in questo lavoro non sono utilizzati i codici ESAW, si ricorda che dopo il 2000, per la codifica delle modalità di accadimento dell'infortunio, è stato gradualmente adottato dall'INAIL questo sistema di codifica che prevede otto variabili invece della coppia forma-agente precedentemente in uso. Si tratta di una applicazione sperimentale, per ora non disponibile in tutti i record, che può presentare qualche criticità soprattutto per i primi due anni di uso (2001 e 2002); siccome i record codificati ESAW non sono contemporaneamente codificati dall'operatore INAIL in base alle vecchie coppie agente materiale e forma di accadimento, per consentire le elaborazioni sulla totalità dell'archivio, nei dati dei nuovi flussi si è proceduto ad una transcodifica da ESAW alla coppia forma agente (in questo modo, non tutti i record presentano la codifica ESAW ma tutti hanno una codifica per agente materiale e forma accadimento). Naturalmente le incertezze su ESAW nella prima fase sperimentale di applicazione e le transcodifiche possono rendere poco attendibile il dato sugli stradali per l'anno 2001. Si noti che restano esclusi dalla definizione di infortuni con automezzi quelli che non si verificano con una delle quattro modalità sopra indicate (ad esempio caduta dall'alto di automezzi).


Inizio Pagina  2.5 Le variabili di analisi

Si pone l'attenzione sulla gravità e sulla modalità di accadimento degli infortuni, articolando l'analisi per diversi settori di lavorazione e per differenti livelli territoriali, ossia regione, provincia e ASL, con mappe anche comunali.

L'informazione sulla gravità degli eventi è desumibile, innanzitutto, dalla definizione che l'INAIL dà dell'infortunio al momento della chiusura della pratica, distinguendo tra eventi mortali, con lesione permanente e inabilità temporanea. Come già accennato, tuttavia, dal 25/07/2000 è stata abbassata (dal 10% al 5%) la percentuale di postumi permanenti secondo cui l'INAIL definisce l'evento infortunististico come "permanente", venendo così a mancare la confrontabilità con gli anni precedenti. In questa sede si propone ugualmente il trend fino al 2001, che mette in evidenza, probabilmente sulla base della sopraccitata modifica, un aumento dei casi definiti con lesione permanente.

Anche alla luce di questo, si preferisce, inoltre, adottare, accanto agli aventi mortali, una definizione genericamente più ampia di infortuni gravi non mortali, comprensiva di tutti gli infortuni con lesione permanente superiore o uguale all'1%, cui vengono aggiunti anche i casi che comportano un'inabilità temporanea superiore a quaranta giorni.

Per la totalità degli infortuni, per i mortali e per i gravi non mortali, si approfondisce, poi, la modalità di accadimento; si considerano le combinazioni più frequenti delle due variabili "forma" e "agente materiale" nell'intero periodo 1990-2001, ma anche nei singoli trienni di composizione, mettendone in evidenza, così, l'evoluzione temporale.

Il comparto, infine, indica l'attività produttiva svolta dal lavoratore infortunato e consente di analizzare gli eventi infortunistici per lavorazioni omogenee. Nel presente lavoro, infatti, il comparto è ottenuto dall'aggregazione delle voci di tariffa INAIL, che, più di altri metodi di classificazione dei settori produttivi, individuano il rischio connesso alla lavorazione svolta a prescindere dal tipo di prodotto finale erogato dall'azienda.

Le voci di tariffa sono state modificate con il DM 12/12/2000 per cui non vi è esatta corrispondenza di significati tra le voci di tariffa delle vecchie registrazioni rispetto a quelle nuove. Si riporta nella pagina seguente la tabella di transcodifica utilizzata per ricavare i comparti a partire dai codici di tariffa INAIL nei vari anni.


Voce tariffa Inail
Comparti dell'industria Dati dal 2000 e seguenti Dati fino al 1999 compreso
Agrindustria e pesca da 1100 a 1200 da 1100 a 1310
Estrazioni minerali da 7100 a 7162 da 7100 a 7162
Industria alimentare da 1400 a 1480 da 1400 a 1472
Industria tessile da 8100 a 8250 da 8100 a 8260
Industria conciaria da 2300 a 2330 da 2300 a 2330
Industria del legno da 5100 a 5330 da 5100 a 5330
Industria della carta da 2200 a 2234 da 2200 a 2233
Industria chimica da 2100 a 2193 + 2197 da 2100 a 2193 + 2197
Industria della gomma da 2194 a 2196 da 2194 a 2196
Industria trasformazione minerali non metalliferi da 7200 a 7370 da 7200 a 7399
Metallurgia da 6100 a 6123 da 6100 a 6199
Metalmeccanica da 6200 a 6430 da 6200 a 6499
Industria elettrica da 6560 a 6565 da 6560 a 6565
Altre industrie da 6500 a 6550 + da 6570 a 6590 + 8260 da 6500 a 6550 + da 6570 a 6590 + 8260
Elettricità, gas, acqua da 4100 a 4510 da 4100 a 4410
Costruzioni da 3100 a 3630 da 3100 a 3620
Commercio da 0100 a 0133 + da 0760 a 0762 da 0130 a 0133 + da 0840 a 0842
Trasporti da 9100 a 9160 da 9100 a 9160
Sanità da 0300 a 0314 da 0200 a 0212
Servizi (facchinaggio, magazzini, accoglienza, fornitura pasti, pulizia, spettacolo, istruzione, varie) da 9200 a 9312 + da 0200 a 0213 + da 0320 a 0750 da 9200 a 9330 + da 0100 a 0120 + da 0213 a 0830 + 0843


Si precisa che la voce di tariffa INAIL è disponibile solo per gli infortuni che rientrano nella gestione industria e artigianato. E' evidente, quindi, che i dipendenti statali (ministeri, scuole ecc..) ricompresi nella gestione "Per conto Stato" non rientrano nel comparto "servizi", non essendo classificati con una voce di tariffa.

Nelle tabelle della pubblicazione, oltre ai comparti riferiti all'industria e all'artigianato, nelle ultime righe sono sempre riportati i dati riferiti a infortuni avvenuti in agricoltura e "Per conto Stato", così come definiti dall'INAIL in base alla variabile gestione. Inoltre, nel comparto "Non specificato" rientrano i casi di industria e artigianato che, per i motivi più diversi, negli archivi non hanno associata alcuna voce di tariffa.

Nel capitolo settimo, si propone un approfondimento per i comparti più significativi nella realtà veneta: agricoltura, agrindustria e pesca, costruzioni, legno, lavorazione minerali non metalliferi, metalmeccanica, servizi e trasporti.


Inizio Pagina  2.6 La classificazione dei comparti nel dettaglio

I risultati per comparti definiti con voce di tariffa INAIL non sono direttamente confrontabili con quelli ottenuti mediante altri metodi di classificazione dei settori produttivi, ad esempio con la codifica ATECO91 delle attività produttive, usata da Istat e presente negli archivi delle aziende INAIL trasmessi alla regione a partire dal 2000. Come già accennato, infatti, con i nuovi flussi l'INAIL invia, oltre ai dati degli infortuni, anche gli archivi delle ditte direttamente collegate con il lavoratore infortunato. Più in dettaglio, ogni infortunio è attribuito alla posizione assicurativa territoriale (PAT) di cui fa parte il lavoratore. La PAT, che corrisponde ad una registrazione presente nell'archivio aziende fornito dall'INAIL, non coincide sempre con l'unità locale di un'azienda in quanto, allo stato attuale, esistono situazioni in cui una stessa unità locale può avere diverse PAT che corrispondono ai diversi rischi assicurati (ad esempio, operai ed impiegati).

L'attività produttiva svolta da ogni PAT (o dal lavoratore infortunato) è caratterizzata in due modi:

  • Codice ATECO 91. Questo codice fa riferimento alla classificazione delle attività produttive adottato dall'ISTAT; il codice non viene attribuito dall'INAIL ed è spesso uguale per tutte le unità produttive della medesima azienda in quanto rappresenta principalmente il tipo di prodotto finale.
  • Voce di tariffa INAIL. Ogni PAT può essere codificata con una o più voci di tariffa (fino a quattro). Sulla base delle voci di tariffa attribuite, l'azienda paga il premio assicurativo (la voce di tariffa è soggetta a verifica da parte dell'INAIL). E' più affidabile nell'individuare il rischio connesso alla lavorazione svolta a prescindere dal tipo di prodotto finale erogato dall'azienda.

Il seguente esempio illustra meglio la situazione: uno stabilimento svolge lavori di tipo metalmeccanico; a questo unico stabilimento possono corrispondere due PAT:

  • Pat degli impiegati con codice ateco91 = "DJ285200 Lavori di meccanica generale per conto terzi"; prima voce di tariffa INAIL = "0722 Personale addetto a macchine da ufficio in genere"; seconda voce di tariffa = "0700 Uffici e altre attività"
  • Pat degli operai con codice ateco91 = "DJ285200 Lavori di meccanica generale per conto terzi"; prima voce di tariffa = "6340 Officine meccaniche escluse da altre voci 6300"; seconda voce di tariffa = "6300 Macchine".

Come si vede, il codice ATECO (uguale per entrambe le PAT) individua il tipo di prodotto offerto mentre le voci di tariffa indicano con maggior precisione la lavorazione svolta dal personale iscritto alla PAT (per ogni PAT è disponibile anche il numero stimato di addetti). In questo modo le due classificazioni forniscono informazioni sostanzialmente valide ma diverse; ad esempio, utilizzando il codice ATECO, è possibile sapere quante persone lavorano in aziende che svolgono lavorazioni su metalli (a prescindere da quello che fanno effettivamente) mentre impiegando la voce di tariffa si può conoscere quanti sono i soggetti effettivamente esposti ad un determinato rischio professionale (lavorazione dei metalli) escludendo in questo modo gli impiegati e altre figure professionali non esposte.

In moltissimi casi, quindi, gli impiegati appartengono ad una posizione assicurativa diversa da quella degli operai anche se si tratta di un'unica unità produttiva; ciò deve essere tenuto presente in quanto l'attribuzione del comparto produttivo, basata sulla voce di tariffa, sarà diversa per operai e impiegati (i primi saranno attribuiti alla lavorazione effettivamente svolta mentre i secondi saranno conteggiati nel comparto "servizi" che risulta sovrastimato con questo tipo di classificazione). Questo non avviene se si usa la classificazione ATECO in quanto tutte le PAT di una stessa unità locale hanno il codice di attività ATECO che corrisponde alla categoria merceologica del prodotto erogato.

Nell'esempio presentato le due classificazioni sono abbastanza concordanti ma in altri casi non lo sono; ciò può essere dovuto ad errori di classificazione (più frequenti, nella nostra esperienza, per la classificazione ATECO) o al fatto che vengono presi in considerazione diversi aspetti dell'attività lavorativa. Infatti, oltre al caso sopra illustrato degli impiegati (che svolgono un'attività di servizio anche se incorporata in una produzione industriale) potrebbe verificarsi qualche caso simile a questo esempio: la PAT di un'azienda che produce ed installa infissi di metallo potrebbe essere classificata con codice ATECO91 corrispondente all'installazione degli infissi (in questo caso apparterrebbe al settore delle costruzioni) mentre la voce di tariffa potrebbe porre in maggior risalto il rischio dovuto alla lavorazione dei metalli per produrre gli infissi (in questo caso apparterrebbe al settore metalmeccanico); queste informazioni, entrambe vere, possono comportare una discrepanza nei dati classificati in base ai due criteri.


Inizio Pagina  2.7 Gli indicatori

La diversità tra comparti definiti in base alla classificazione ATECO o con voce di tariffa INAIL spiega perché non sono proposti indicatori di frequenza o di gravità per i singoli comparti. La criticità riguarda gli anni antecedenti il 2000, mentre è stata superata con l'introduzione dei nuovi flussi INAIL. In passato, infatti, gli infortuni erano classificati solo in base alla voce di tariffa INAIL, non anche secondo i codici ATECO91, e gli archivi delle aziende INAIL non consentivano il collegamento tra infortunato e PAT e di conseguenza con il numero di addetti per ogni voce di tariffa della PAT; né è stato possibile da parte dell'INAIL ricostruire l'archivio ditte per gli anni dal 1990 al 1999.

D'altra parte, il ricorso ad altre fonti informative per l'individuazione del numero di addetti per comparto, quali gli archivi delle ditte di Infocamera o il più completo censimento dell'industria e dei servizi effettuato dall'Istat nel 1991, non consente di superare il problema. Infatti, in entrambi i casi la classificazione delle attività produttive avviene tramite la codifica ATECO91; pertanto nell'eventuale calcolo di indicatori non vi sarebbe corrispondenza tra numeratore e denominatore: gli infortuni al numeratore necessariamente sarebbero classificati per comparto in base alla voce di tariffa INAIL, mentre per gli addetti al denominatore il comparto verrebbe definito in base all'ATECO91.

 Elenco paragrafi 
Verifica l'accessibilità di questa pagina : Valid HTML 4.01! 

I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - U.O. Sistema Statistico Regionale".