1. La storia dei flussi informativi INAIL

Inizio Pagina  1.1 Perché occuparsi oggi degli infortuni avvenuti oltre dieci anni fa ?

Questa è la prima domanda che il lettore potrebbe porsi di fronte a questa pubblicazione che prende in considerazione i dati forniti dall'INAIL alle Regioni, dal momento che l'interesse degli operatori della sicurezza, degli amministratori pubblici e dell'opinione pubblica in generale è sempre rivolto alle statistiche "dell'ultimo minuto".

I motivi che ci hanno spinto ad una rilettura dei dati degli anni dal 1990 al 2001 sono molti e riassumeremo qui i principali partendo dall'uso che si fa delle statistiche sugli infortuni nel mondo della prevenzione; in termini molto semplici, i dati possono essere utilizzati per pianificare le attività di prevenzione indirizzandole nei settori in cui il bisogno di sicurezza è maggiore oppure per valutare come si modificano i rischi anche in virtù degli interventi già eseguiti. Queste valutazioni devono basarsi evidentemente su dati consolidati ed affidabili e questo non sempre è possibile nel periodo immediatamente successivo all'annata che si desidera studiare.

 

Inizio Pagina  1.2 La scarsa significatività dei dati recenti

In tempi molto brevi è disponibile il numero degli infortuni "denunciati" all'INAIL; tuttavia non sempre questo numero è sufficientemente indicativo di ciò che succede in realtà per una serie di motivi che non è possibile trattare dettagliatamente in questa sede, ma che si possono riassumere nei termini che seguono.

Nel complesso degli infortuni denunciati rientrano anche quegli eventi che verranno chiusi in modo negativo non trattandosi di infortuni che corrispondono alla definizione assicurativa data dal Testo Unico DPR 1124 del 30/06/1965; la chiusura negativa può dipendere dal fatto che non vi è stata lesione, che la lesione non è avvenuta in occasione di lavoro o per altre carenze documentali ed amministrative. Il numero di queste definizioni negative non è prevedibile a priori e non è detto che si presenti proporzionalmente costante nel tempo. In anni recenti, in Veneto, il numero di casi negativi oscilla tra il 12 e il 14% del totale.

Ancora più rilevante è il problema degli infortuni definiti in "franchigia" cioè con assenza dal lavoro non superiore a tre giorni. Per questi infortuni la denuncia all'INAIL non è obbligatoria, tuttavia l'INAIL registra e conteggia comunque tutti i casi notificati. I motivi per cui la notifica avviene o non avviene sono i più svariati ed in Veneto è risultato che il punto critico risiede nelle ASL; alcune di queste inviano all'INAIL copia di tutti i primi certificati medici di infortunio sul lavoro, a prescindere dalla durata della prognosi, altre non lo fanno e giungono ad essere denunciati soltanto i casi superiori a tre giorni di prognosi. Purtroppo il comportamento non solo è difforme da ASL ad ASL ma anche di anno in anno nella stessa ASL. Capita così che da un anno all'altro "spariscano" o "ricompaiano" migliaia di infortuni all'interno della regione anche se questo non coincide con la realtà dei fatti. La distorsione è resa ancor più pesante dalla proporzione di eventi in franchigia sul totale che, sempre in anni recenti, oscilla tra il 21 e il 26 % del totale (dato probabilmente sottostimato).

Inoltre, poiché i dati pubblicati sono estratti da un archivio informatizzato utilizzato per la gestione amministrativa degli eventi, quando vi è poca distanza di tempo tra evento ed elaborazione dei dati, si verificano inevitabilmente problemi di ritardi di registrazioni, di doppie registrazioni (magari perché dello stesso evento si sono occupate più sedi INAIL) o altro; anche per questo, soltanto dopo un po' di tempo è possibile eseguire un riallineamento dei dati con la realtà dei fatti.

Se, invece degli infortuni denunciati, si cerca di utilizzare il dato degli infortuni indennizzati o di quelli definiti positivamente, ci si scontra con il problema dei tempi necessari per chiudere amministrativamente i casi; talvolta sono le prognosi molto lunghe necessarie per la completa guarigione e la stabilizzazione dei postumi, talaltra sono i contenziosi a ritardare la definizione, fatto sta che, almeno fino ad ora, occorrono almeno due anni dopo l'anno di evento per ottenere un dato sufficientemente consolidato (e, anche così, si "perde" qualche caso mortale o grave).

 

Inizio Pagina  1.3 L'evoluzione nel tempo

Il numero di infortuni dipende da una serie di fattori, anche casuali, oltre che dal numero di ore lavorate in un anno (specchio della congiuntura economica) e dal livello di sicurezza presente nelle aziende. Poiché il mondo del lavoro si modifica con gradualità ed il livello di sicurezza non cambia rapidamente ed in modo drastico mentre le variazioni degli altri fattori sono più repentine, soltanto valutando nel tempo lunghe serie storiche di dati si può cercare di interpretare un trend che nel breve periodo può presentare oscillazioni non significative (soprattutto per il fatto che è possibile prendere in considerazione soltanto il numero assoluto di eventi e non sono disponibili indicatori di frequenza affidabili).

In Veneto esiste una tradizione ormai consolidata nell'uso dei dati forniti dall'INAIL e in passato sono stati prodotti atlanti regionali con la descrizione del fenomeno; sarebbe quindi possibile ricostruire le serie storiche semplicemente attingendo a queste fonti se non si corresse il rischio di fornire una descrizione errata del fenomeno a causa della sostanziale modifica del contenuto dei dati in seguito al Protocollo d'Intesa INAIL-ISPESL-Regioni.

 

Inizio Pagina  1.4 La storia dei flussi informativi INAIL - Regioni

La storia dei flussi informativi tra INAIL e Regioni è iniziata nel 1986 con il DPCM del 9 gennaio; sulla base di questa norma, l'INAIL trasmetteva alle Regioni i dati di esercizio, cioè i casi definiti nell'anno precedente a prescindere dall'anno dell'evento; i dati erano anonimi e non correlabili all'azienda che impiegava il lavoratore mentre erano disponibili alcune informazioni sulla data e ora dell'evento, sulle modalità di accadimento, sulle conseguenze dell'infortunio e sul tipo di attività svolta dal lavoratore.

Dall'insieme di questi dati si ricostruiva l'andamento per competenza (in base all'anno di evento) che era oggetto di diffusione attraverso le pubblicazioni della Regione. Per ogni anno di evento si consideravano tutti gli infortuni accaduti nell'anno e definiti non prima dei tre anni successivi; è anche vero che le annate di evento più datate presentavano un livello percentuale di definizione più completo rispetto agli anni più recenti.

Una possibile distorsione, poi, era connessa al fatto che spesso si verificano "riaperture" di uno stesso infortunio che può presentare più di una definizione nello stesso anno o in anni diversi. Dal momento che le registrazioni fornite erano anonime, questo problema non risultava particolarmente evidente anche se comportava una duplicazione (o moltiplicazione) del numero di infortuni più marcata per le annate meno recenti.

Con il protocollo d'Intesa INAIL-ISPESL-Regioni del 25/07/2002 è stato avviato il percorso che dovrebbe condurre ad un sistema integrato per la prevenzione nei luoghi di lavoro; il primo passo è stato quello di rivedere il sistema dei flussi informativi e per questo motivo è stato costituito un gruppo di lavoro nazionale, espressione dei tre soggetti presenti nell'intesa, incaricato di sviluppare e di monitorare l'uso dei dati prodotti dall'INAIL e dall'ISPESL.

Come primo risultato si è avuta una sostanziale modifica del contenuto dei dati diffusi, non più anonimi e rapportabili alla specifica azienda che impiegava il lavoratore. La quantità di informazioni rese disponibili è aumentata e, soprattutto, l'anagrafe aziende consente di conoscere il numero di lavoratori stimati, primo passo verso il calcolo di indicatori di frequenza e gravità.

Ma la novità di maggior rilievo, per le finalità di questa pubblicazione, è il fatto che i dati non vengono più forniti per "esercizio" ma per "competenza"; nel fare questa scelta si è anche deciso di considerare stabilizzato (anche se non è del tutto vero) il dato dopo che sono trascorsi due anni dall'anno dell'evento; in questo modo le annate della serie storica risultano tutte "fotografate" in un arco di tempo omogeneo e sono più correttamente confrontabili. I dati dei nuovi flussi sono disponibili per gli anni evento dal 2000 in poi.

 

Inizio Pagina  1.5 Lo scopo di questa pubblicazione

Come si è potuto vedere, le elaborazioni eseguite negli anni scorsi non sono direttamente confrontabili con quelle relative agli anni più recenti poiché i criteri di estrazione e fornitura dei dati sono diversi nei periodi 1986-1999 e dal 2000 in poi. La disponibilità delle registrazioni originali dei vecchi dati consente, tuttavia, di riprodurre anche sui dati vecchi i criteri di estrazione di quelli nuovi in modo da disporre di annate omogenee da confrontare fra loro e con le prossime uscite dei nuovi flussi.

Con questa pubblicazione si vogliono mettere le basi per creare una serie omogenea di dati, per ora soltanto dal 1990 al 2001, che consenta di seguire per un tempo abbastanza lungo ciò che è avvenuto nel mondo del lavoro e di individuare un andamento non soggetto a variazioni occasionali. Ciò è stato fatto, come verrà meglio precisato nell'apposita sezione, eliminando le doppie registrazioni e considerando le definizioni degli infortuni intervenute entro i due anni successivi all'anno di evento. Per fare questo è stato chiesto all'INAIL di fornire nuovamente i dati del 1999, rimasti incompleti nel periodo di transizione, utilizzando i criteri dei nuovi flussi

Purtroppo non è stato possibile ricostruire l'archivio aziende che avrebbe consentito di calcolare anche gli indicatori di frequenza e gravità nello stesso decennio; pertanto il confronto resta limitato, per le annate precedenti il 2000, al solo numero assoluto di infortuni, alle informazioni sulle modalità di accadimento, all'andamento per comparto produttivo. Si tratta comunque di informazioni che sono molto utili per comprendere i cambiamenti avvenuti, tenendo conto anche dell'evoluzione della normativa che nel periodo considerato ha esteso la copertura assicurativa ad un numero sempre maggiore di lavoratori e di tipologie di eventi (ad esempio, infortuni in itinere).

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