Introduzione

Censimento impianti sportivi 2003

Censimento soc. sportive e tesserati

Rapporto tra impianti e tesserati

   APPENDICE

 

Logo Statistica




A cura di :

  U.O. Sistema Statistico Regionale

  Direzione Lavori Pubblici - Servizio Sport

  CONI - Comitato Regionale Veneto


Lo sport nel Veneto

Presentazione

Copertina

Il Veneto costituisce un punto di riferimento importante a livello nazionale, oltre che per il suo rilievo economico e per la presenza di uno straordinario patrimonio ambientale, storico e culturale, anche in ragione delle sfide che si trova ad affrontare nei nuovi contesti internazionali e della conseguente evoluzione degli stili di vita, volti al conseguimento di una sempre maggiore qualità.
Un ruolo sempre più determinante nel miglioramento della qualità della vita viene oggi assunto dalla pratica delle discipline sportive e, di conseguenza, la fruibilità delle attrezzature e impianti sportivi va acquisendo un ruolo di primo piano nella crescita sociale e culturale. Di tutto ciò è consapevole l’Amministrazione regionale che da anni è impegnata nella promozione dello sport ai diversi livelli.
Lo sviluppo di una politica sempre più efficace e rispondente alle esigenze della società contemporanea presuppone un’adeguata conoscenza della realtà su cui interviene. Per quanto riguarda le tematiche dello sport, risulta indispensabile siano prioritariamente acquisiti tutti quegli elementi che caratterizzano il mondo dello sport nella sua struttura attuale, nelle dinamiche e tendenze in atto e nelle possibili evoluzioni future.
In quest’ottica, l’indagine che l’Amministrazione regionale ha realizzato in stretta collaborazione con il Comitato regionale del CONI, mira a restituire una precisa fotografia del fenomeno sportivo nel Veneto, quantificando e qualificando il patrimonio costituito dagli impianti sportivi presenti in tutto il nostro territorio e definendo i contorni di un movimento sportivo veneto, invidiabile per diffusione, organizzazione e per i prestigiosi risultati raggiunti. Infatti, oltre alla primaria funzione di servizio alla collettività, il sistema veneto dello sport si evidenzia quale vera e propria fucina di atleti, di campioni che, come nelle recenti Olimpiadi di Pechino, focalizzano l’attenzione sulla nostra regione con risultati di assoluto rilievo. Non meno importanti per lo sport veneto sono i dirigenti, i tecnici e gli operatori sportivi che giornalmente si impegnano con passione e competenza nelle strutture diffuse sul territorio, per una crescita sana ed equilibrata dei nostri giovani.
Il lavoro che viene ora presentato, consente alla Regione del Veneto di porre le basi di un progetto ambizioso che ha lo scopo di dotare le Amministrazioni pubbliche e gli operatori sportivi di uno strumento di analisi costantemente aggiornato nel tempo, a supporto delle scelte e degli interventi del settore.

Giancarlo Galan
Presidente della Regione del Veneto

Note introduttive

Introduzioni

Tra le iniziative, sviluppate per promuovere la pratica dello sport, un posto di rilievo è occupato indubbiamente dall’attività di ricerca e di studio volta ad approfondire le tematiche inerenti l’impiantistica sportiva, l’associazionismo, l’organizzazione.
Dall’analisi di questi temi possono scaturire infatti feconde linee di intervento per migliorare le strutture portanti del nostro movimento, tenuto conto del fatto che il successo sui campi di attività – termine di riferimento e di giudizio con il quale viene solitamente misurata la crescita di una compagine in ambito sportivo – non può che essere il risultato, il punto di arrivo, di una fitta rete di cointeressenze e di sinergie tra i vari soggetti che operano nel settore.
Il lavoro, che qui si presenta, costituisce appunto, oltre ad un utile compendio di osservazioni, analisi e commenti riguardo al patrimonio impiantistico e al complesso delle risorse umane presenti ed attive nel settore sportivo, un modello esemplare di collaborazione tra la Regione del Veneto e il Comitato Regionale del CONI.
Per il mondo sportivo tale lavoro è quindi particolarmente significativo sia sotto il profilo politico che dal punto di vista scientifico.
Il concorso della Regione del Veneto alla realizzazione dei due Censimenti, riguardanti rispettivamente gli impianti sportivi e le associazioni e i tesserati, costituisce un esplicito riconoscimento della pratica sportiva quale elemento essenziale di sviluppo della società veneta.
E’ poi motivo di particolare soddisfazione che la Regione del Veneto abbia ritenuto di dare ampia e completa attuazione al dettato del D.P.R. 216/77, il quale prevede appunto, all’art. 56., che la Regione, per quanto concerne l’impiantistica sportiva, si avvalga della consulenza tecnica del CONI.
Nella pubblicazione, rivolta in particolare ai Comuni, alle Provincie, ai nostri Presidenti di Società e di Federazione, sono contenuti diagrammi, tabelle, carte tematiche, tutto il materiale necessario insomma perchè l’operatore possa ampliare il campo delle proprie conoscenze, sviluppare riflessioni, formulare concrete proposte di intervento.
Ma, come si vedrà, a differenza di altre pubblicazioni del genere, che si limitano per lo più ad una mera descrizione della realtà, il materiale di documentazione qui pubblicato, sollecita nette prese di posizione e suggerisce ben definiti comportamenti in merito al da farsi.

In estrema sintesi essi sono:

  1. privilegiare gli interventi di recupero del patrimonio esistente (ristrutturazione, completamento, adeguamento a leggi e norme vigenti);
  2. relativamente agli interventi di nuova costruzione afferenti le tipologie di base, privilegiare le aree carenti e, solo in seconda battuta, quelle con indice di utilizzo più elevato.

Per quanto riguarda le Società ed i tesserati:

  1. favorire la formazione di nuove competenze affinchè Federazioni e Società Sportive possano autogestirsi limitando al massimo le sponsorizzazioni;
  2. favorire la promozione e lo sviluppo delle palestre a cielo aperto (percorsi ed itinerari in bicicletta, a cavallo, in barca) quali efficaci valorizzazioni del territorio, dai punti di vista turistico e del tempo libero oltre che agonistico, ed effettive opportunità di autosostentamento per Società e Federazioni.

Gianfranco Bardelle
Presidente del Comitato Regionale del Coni Veneto



 

Nell’ambito dell’attività svolta dall’Assessorato alle Politiche dei Lavori Pubblici e Sport per il sostegno e incentivazione della pratica e dell’impiantistica sportiva, è emersa la necessità di poter disporre di un quadro completo della situazione del settore, basato su dati puntuali relativi ai diversi aspetti coinvolti nelle politiche di promozione del sistema veneto dello sport.
A tal fine, di concerto con l’Assessorato Regionale alle Politiche dell’Economia, dello Sviluppo, della Ricerca, dell’Innovazione e della Statistica si è avviata un’indagine di dettaglio riguardante il patrimonio dell’impiantistica sportiva, rilevante nella nostra regione per diffusione e ricchezza tipologica, nonché il censimento delle società sportive attive sul territorio veneto e la rilevazione della consistenza delle diverse federazioni esistenti, in termini di sportivi tesserati.
Il lavoro di raccolta, elaborazione e analisi dei dati ha impegnato gli uffici regionali che, avvalendosi della collaborazione delle strutture operative e delle Amministrazioni comunali e del qualificato e determinante contributo del Comitato regionale del CONI, ha concluso un’indagine puntuale e metodologicamente articolata, i cui esiti sono ora pubblicati in questo volume.
Si tratta di un risultato importante e assolutamente originale per il livello di completezza e approfondimento raggiunti. Basta scorrere le pagine per rendersi conto, infatti, che l’indagine conoscitiva non si è limitata alla semplice registrazione dei dati ma ha comportato lo sviluppo di un livello di elaborazione tale da ottenere un vero e proprio strumento operativo, idoneo ad orientare gli interventi in materia, rivolto ad amministrazioni, enti e tecnici del settore.
Il percorso finora svolto costituisce l’avvio di un’attività di monitoraggio e di analisi che si intende proseguire negli anni e che certamente potrà contribuire, con la diffusione di una sempre migliore conoscenza del fenomeno sportivo, ad un’efficace promozione delle finalità formative e sociali strettamente connesse alla pratica dello sport da parte di un crescente numero di cittadini.

Massimo Giorgetti
Assessore alle Politiche dei Lavori Pubblici e Sport

Vendemiano Sartor
Assessore alle Politiche dell’Economia, dello Sviluppo, della Ricerca, dell’Innovazione e della Statistica

Note metodologiche

Quanto viene divulgato con questa pubblicazione è frutto di un lavoro che si è sviluppato su un ampio arco temporale. Un percorso che prese avvio nel 1989, quando il CONI nazionale predispose uno dei primi censimenti in materia di impianti sportivi, rilevando, con i propri tecnici, il patrimonio esistente nel nostro territorio.
Il valore di quanto sviluppato dal CONI risultò subito evidente per tutti coloro che operano, a qualsiasi titolo, nel mondo dello sport, che finalmente si trovarono a disporre di un riferimento territoriale e di informazioni dettagliate circa l’ubicazione degli impianti sportivi. I risultati ottenuti furono importanti anche per un altro motivo; evidenziavano infatti le potenzialità non espresse da quel primo censimento che balzarono immediatamente agli occhi, evidentissime, degli “addetti ai lavori”. I tecnici veneti, tra gli altri, immediatamente compresero le implicazioni gestionali insite nei dati raccolti.
Su tali spunti ha preso forma l’idea di un approfondimento, a livello locale, delle rilevazioni, avvalendosi di una piattaforma già sperimentata, da implementare con ulteriori informazioni una volta definiti gli obiettivi che si intendevano perseguire.
La Regione Veneto ed il Comitato regionale del CONI del Veneto hanno quindi avviato un percorso comune, che ha portato, per approssimazioni successive, ai risultati riportati nelle pagine di seguito illustrate. Tutto è partito dalla convinzione della necessità di dover disporre di uno strumento informativo e gestionale per tutto il settore. Seppure probabilmente superfluo non si può non sottolineare l’esigenza, propria di ogni buona amministrazione, di conoscere in maniera puntuale le caratteristiche del proprio patrimonio, esigenza sempre più sentita in relazione alla scarsità di risorse economiche finanziarie e alla necessità di dare risposta alle richieste sempre più pressanti e puntuali dell’utenza.
I disegni presenti nel volume sono stati realizzati dagli studenti delle scuole del Veneto nell'ambito del concorso indetto nell'anno 2004 dalla Regione Veneto e denominato "Disegn@ il tuo sport preferito"



Censimento impianti sportivi 2003

In merito alle rilevazioni si è inteso procedere su due livelli. Il primo, che si può definire di base; quanti sono gli impianti, dove sono, quali discipline è possibile praticare. Un secondo livello, più sofisticato, che fornisce informazioni qualitative sullo stato di conservazione delle strutture, se tali strutture dispongono dell’omologazione per le competizioni federali, come vengono utilizzate, se sono in grado di dare risposta alle richieste dell’utenza. Al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati la Regione si è dovuta dotare di strumenti adeguati, predisponendo un piano di rilevazione dei dati ed un programma informatico in grado di acquisirli e conservarli.
Riguardo ai soggetti da coinvolgere nell’indagine sono intervenute altre considerazioni. Poiché la maggior parte degli impianti sportivi sono di proprietà delle Amministrazioni locali, è parso scontato rivolgersi ad esse per ottenere tutte le informazioni in merito. Tale soluzione inoltre costituiva per le stesse un efficace momento di verifica non solo in merito agli impianti, ma anche alla loro gestione. Va anche evidenziato che i dati raccolti, opportunamente elaborati, possono favorire valutazioni utili per le scelte dell’amministrazione regionale, in particolare in occasione delle assegnazioni dei contributi destinati all’impiantistica sportiva, che vanno, per una significativa parte, a favore dei Comuni del Veneto. Possono inoltre portare le amministrazioni locale a riflettere sulla situazione del proprio patrimonio impiantistico.
Su tali considerazioni, sul reciproco interesse alla conoscenza della reale situazione, è stato ovvio adottare la scelta del coinvolgimento attivo delle amministrazioni comunali del Veneto, le quali sono state invitate a fornire i dati relativi agli impianti sportivi presenti nel territorio di competenza. Conseguentemente, operando con i tecnici comunali e con i tecnici CONI, è stata “formata” una rete di rilevatori ai quali è stato assegnato il compito di acquisire le informazioni cercate, inserendole negli archivi allo scopo predisposti. Il risultato è visibile di seguito.
Allo scopo di rendere comprensibile a quanti vorranno cercare nelle pagine di questo elaborato le informazioni a loro necessarie o di loro interesse pare opportuno fornire alcuni dettagli “tecnici”.
L’insieme delle informazioni raccolte costituisce la Banca Dati ufficiale della Regione del Veneto per ciò che concerne gli impianti sportivi, che costituisce, come detto, lo strumento essenziale per la programmazione degli interventi regionali in materia di sport. Le informazioni sono contenute in una Banca Dati che risiede presso la Regione Veneto ed è accessibile dagli utenti comunali tramite un software applicativo appositamente realizzato e che consente di effettuare le operazioni di aggiornamento dati via internet.
Tale soluzione consente alle Amministrazioni di aggiornare continuamente i dati degli impianti sportivi, man mano che vengono apportate modifiche alle strutture.
A cadenze regolari le Amministrazioni comunali sono invitate ad aggiornare la banca dati per ottenere informazioni ufficiali aggiornate in un determinato intervallo temporale denominato “Periodo Ufficiale di Rilevazione”.


Criteri per la rilevazione

Ai fini della rilevazione sono stati presi come riferimento i criteri stabiliti dalle norme CONI in tema di impiantistica sportiva. In particolare qualsiasi unità sportiva, dalla più semplice alla più articolata, è considerata un complesso sportivo che può articolarsi in uno o più impianti sportivi. Ciascun impianto sportivo, a sua volta, può essere strutturato in uno o più spazi di attività.
Di seguito si riportano le definizioni, secondo la normativa CONI, adottate ai fini del censimento in oggetto:

  1. Complesso sportivo – E’ l’insieme di uno o più impianti sportivi contigui aventi in comune elementi costitutivi, spazi accessori e/o servizi di supporto.
  2. Impianto sportivo – E’ l’insieme di uno o più spazi di attività dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi accessori e/o servizi di supporto.
  3. Spazio di attività – E’ lo spazio conformato in modo da consentire la pratica di una o più attività sportive. È in sostanza il campo di gioco.
  4. Gruppo di spazi di attività uguali – Per gruppo di spazi di attività uguali si intende un gruppo formato da spazi di attività dello stesso tipo, con caratteristiche uguali e compresi nello stesso impianto.
  5. Servizio di supporto – Per Servizio di supporto si intende quella parte funzionale della struttura sportiva, correlata al tipo ed al livello di pratica sportiva, necessaria a rendere l’impianto stesso idoneo all’uso cui è destinato. In sostanza gli spogliatoi con annessi wc e docce e le strutture che accolgono il pubblico.

Il caso più elementare è rappresentato da un complesso sportivo costituito da un solo impianto con un unico spazio di attività o gruppo di spazi uguali.
Un esempio più articolato è quello di un complesso sportivo costituito da più impianti (piscina, palestra, campi di tennis) ciascuno dei quali può comprendere più spazi di attività (la piscina: due vasche per il nuoto; la palestra: un unico spazio di gioco; la zona tennis: quattro campi di tennis uguali).


Complessi oggetto di rilevazione

Formano oggetto di rilevazione i complessi sportivi, gli impianti sportivi che li costituiscono e gli spazi di attività in cui si articola ciascun impianto sportivo, destinati all’esercizio in forma continuativa della pratica sportiva da chiunque organizzata a qualsiasi livello e aventi le seguenti caratteristiche:

  1. per quanto riguarda la proprietà e l’utilizzazione: siano essi di proprietà pubblica o privata purché presentino un utilizzo di interesse pubblico anche se la proprietà e/o la gestione, oltre che pubbliche, siano miste o private.
    Rientrano nel campo di rilevazione anche le strutture sportive:
    1. situate all’interno di complessi turistico-alberghieri che attualmente, o in modo potenziale, siano accessibili al pubblico;
    2. situate all’interno di edifici scolastici sia pubblici che privati
    3. all’aperto senza nessun ostacolo che ne precluda l’accessibilità (percorsi attrezzati nei parchi, campi di gioco situati nei giardini pubblici o in altre aree) utilizzati con continuità e soggetti a manutenzione periodica da parte del proprietario (in genere un soggetto pubblico).
  2. sotto il profilo tecnico: gli spazi, siano essi strutturati che scarsamente strutturati, devono rientrare in una delle seguenti categorie:
    1. con requisiti sufficienti per lo svolgimento di gare ufficiali delle Federazioni Sportive Nazionali del CONI;
    2. con requisiti sufficienti per la pratica sportiva di qualsiasi livello delle discipline sportive
    3. scarsamente strutturati, principalmente quelli relativi alla pratica degli sport in ambiente naturale (vela, canottaggio, canoa, sport aeronautici, caccia, ecc.)
  3. Complessi e/o impianti totalmente in costruzione: sono considerati tali le strutture sportive in via di realizzazione. Tale situazione cessa nel momento in cui il complesso e/o l’impianto vengono effettivamente utilizzati.

Complessi non oggetto di rilevazione

Non rientrano nel campo di osservazione le strutture sportive ad uso esclusivo di gruppi particolari quali condomini, ville, ecc. o che comunque non sono aperte al pubblico, nemmeno a pagamento.


Informazioni oggetto di rilevazione

Le informazioni oggetto di rilevazione si dividono in due categorie:

  1. Dati strutturali, a tale categoria sono associate tutte le informazioni attinenti gli aspetti inerenti la struttura quali le dimensioni, la pavimentazione, gli spogliatoi, i posti spettatori, ecc.
  2. Dati gestionali, a tale categoria sono associate tutte le informazioni attinenti all’utilizzo dello spazio di attività.


Censimento societa’ e tesserati 2005

Oltre che nei confronti delle problematiche riguardanti l’impiantistica, settore che, nel mondo dello sport, costituisce, mutuando un termine economico, “l’offerta”, si è voluto indagare anche dal lato della “domanda”, operando nei confronti di coloro che praticano un’attività sportiva organizzata nell’ambito delle Federazioni.
Tale scelta ha in qualche modo limitato la conoscenza dell’universo sportivo, proprio perché l’ambito di coloro che praticano sport non è circoscritto solamente ai tesserati delle Federazioni. Restano infatti esclusi gli sportivi che praticano la propria attività in modo autonomo, così come quelli che la praticano sotto l’egida degli Enti di Promozione Sportiva. Si è ritenuto però di ampliare ed allargare in un secondo momento le rilevazioni a gli altri soggetti operanti nello sport.
Tramite il CONI ci si è rivolti ai Comitati regionali delle Federazioni Sportive chiedendo di poter disporre dei dati riguardanti le società affiliate e gli sportivi tesserati
Pur con le semplificazioni sopra indicate, anche per questo settore il lavoro si è rivelato notevolmente impegnativo. In particolare difficoltà non irrilevanti sono sorte a causa della non omogeneità dei dati pervenuti, in quanto ogni Federazione ha modalità differenti di rilevazione ed organizzazione dei propri tesserati.
Pertanto non sempre le informazioni rilevate si sono dimostrate di agevole elaborazione per i tecnici regionali. I risultati infatti risentono per alcuni aspetti di quanto evidenziato e conseguentemente alcune delle elaborazioni predisposte sono parziali o sono state esposte solo a livello generale.


Informazioni oggetto di rilevazione

Le informazioni oggetto di rilevazione riguardano:

  1. Le Società sportive, per le quali sono stati rilevati la Denominazione, il codice identificativo assegnato dalla federazione sportiva di affiliazione e la Sede;
  2. I Tesserati delle società sportive per i quali sono stati rilevati la Denominazione della società di riferimento, il codice identificativo della società assegnato dalla federazione sportiva di affiliazione, l’età ed il sesso.

Mettendo in relazione i dati riguardanti le società sportive ed i tesserati attraverso il codice identificativo della società, assegnato dalla federazione sportiva di affiliazione, e tramite l’indicazione dell’amministrazione comunale, sede del sodalizio, è stato possibile sviluppare elaborazioni statistiche su base territoriale in merito sia delle società sportive che dei relativi tesserati con riferimento all’età ed al sesso.
Sono state messe in relazione l’offerta e la domanda di sport. Si è potuto infatti procedere all’integrazione dei dati provenienti da due censimenti tramite il dato riferito all’amministrazione comunale in cui sono localizzati i complessi sportivi e sede delle società sportive.
E’stato così possibile calcolare l’indice di pressione sportiva per ciascuna tipologia sportiva e cioè il numero medio dei tesserati che utilizzato un spazio di attività sportiva.



Indici

All’interno della pubblicazione sono inoltre stati elaborati alcuni indicatori di sintesi, relativi sia alla dotazione di impianti sportivi che alle diverse caratteristiche dei tesserati, in particolare essi si riferiscono alla pratica dello sport nelle diverse fasce di età, alla partecipazione femminile, alle preferenze per le diverse discipline.

Per il Censimento degli Impianti sportivi è stato elaborato:

  1. L’indice di dotazione: (Numero totale di spazi / popolazione) x 10.000

Per il Censimento delle società e dei tesserati sono stati elaborati:

  1. L’indice di tesseramento: (numero di tesserati totali / numero di società) di una determinata Federazione
  2. L’indice di tesseramento atleti: (numero di atleti tesserati / numero di società) di una determinata Federazione
  3. Il tasso di mascolinità: (atleti maschi tesserati / atlete femmine tesserate) x 100
  4. L’indice di pratica sportiva: (atleti tesserati / popolazione) x 1.000
  5. L’indice di pratica sportiva per fascia di età: (atleti tesserati di una fascia di età / popolazione della medesima fascia di età) x 1.000
  6. L’indice di pressione per una tipologia di sport: (numero di atleti tesserati / numero di spazi)

Glossario

  1. Complesso sportivo
    E’ l’insieme di uno o più impianti sportivi contigui aventi in comune elementi costitutivi, spazi accessori e/o servizi di supporto
  2. Impianto sportivo
    E’ l’insieme di uno o più spazi di attività dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi accessori e/o servizi di supporto.
  3. Spazio di attività
    E’ lo spazio conformato in modo da consentire la pratica di una o più attività sportive. È in sostanza il campo di gioco.
  4. Gruppo di spazi di attività uguali
    Per gruppo di spazi di attività uguali si intende un gruppo formato da spazi di attività dello stesso tipo, con caratteristiche uguali e compresi nello stesso impianto.
  5. Servizio di supporto
    Per Servizio di supporto si intende quella parte funzionale della struttura sportiva, correlata al tipo ed al livello di pratica sportiva, necessaria a rendere l’impianto stesso idoneo all’uso cui è destinato. In sostanza gli spogliatoi con annessi wc e docce e le strutture che accolgono il pubblico.
  6. Omologazione
    Attestazione di idoneità – rilasciata dalle Federazioni Sportive e dalle Discipline Associate – allo svolgimento delle competizioni ed alla validazione dei risultati, riferita ad un impianto sportivo realizzato, completo e funzionante.
  7. Funzionalità
    Requisito essenziale, attestato da apposito certificato di agibilità, per cui l’impianto è in grado di assolvere perfettamente i compiti per i quali è stato programmato e realizzato, sia in ordine agli impianti tecnologici che al pieno utilizzo degli spazi di attività.
  8. Carenza copertura
    Mancanza di strutture di copertura.
  9. Carenza illuminazione
    Mancanza di impianto di illuminazione artificiale.
  10. Fruibilità disabili
    Possibilità di utilizzo di tutte le unità funzionali dell’impianto da parte dei diversamente abili.
  11. Carenza norma 626
    Lo spazio di attività ed i servizi di supporto non rispettano le prescrizioni della L. 626 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
  12. Carenza spogliatoi
    Mancanza delle strutture di supporto costituite dagli spogliatoi.
  13. Carenza servizi disabili
    Nei locali dei wc e delle docce mancano attrezzature appositamente conformate per l’utilizzo da parte dei diversamente abili.
  14. Carenza tribune
    Mancanza delle strutture di supporto appositamente conformate (solitamente gradoni) per consentire la visione di una competizione sportiva da parte degli spettatori.
  15. Carenza posti spettatori disabili
    Nelle tribune non sono stati previsti posti per spettatori diversamente abili.
  16. Federazione Sportiva
    Insieme delle società sportive, ad essa affiliate, aventi come ragione la promozione e lo sviluppo di una determinata attività sportiva.
  17. Disciplina Associata
    E’ l’insieme delle società sportive, ad essa affiliate, aventi come ragione la promozione e lo sviluppo di una attività sportiva esistente in ambiti ancora limitati e circoscritti del territorio nazionale.
  18. Società Sportiva affiliata
    Società sportiva appartenente ad una Federazione o ad una Disciplina Associata, riconosciute dal CONI.
  19. Tesserato
    Individuo iscritto ad una società sportiva affiliata ad una Federazione Sportiva o ad una Disciplina Associata, riconosciute dal CONI.
  20. Atleta tesserato
    Individuo, iscritto ad una società sportiva, che partecipa attivamente a gare e competizioni indette, ai vari livelli, dalla società stessa.
  21. Altro tesserato
    Individuo, iscritto ad una società sportiva, che non pratica attività agonistica. Sono i dirigenti ed i tecnici (arbitri, allenatori, …..).

Capitolo 1 – Analisi Generale

Il censimento 2003 fotografa una immagine positiva del Veneto dal punto di vista della dotazione impiantistica sportiva sia in termini quantitativi che qualitativi.
La conformazione geografica regionale, infatti, che va dal mare alla montagna, dal lago alla collina fino alla pianura, si presta ad ospitare un’ampia varietà di tipologie di impianti. Trovano infatti accoglimento sia gli impianti destinati alla pratica degli sport “minori” sia le strutture sportive di larga diffusione quali il calcio e le palestre.
La regione dispone di una preponderanza di impianti sportivi a manto erboso, dato chiaramente comprensibile alla luce del successo che il calcio riscuote nel nostro territorio, ma anche di impianti sportivi polivalenti coperti e scoperti, in particolare le palestre, che sono presenti in numero sufficientemente adeguato per poter soddisfare le esigenze di chi chiede di far sport.
Il dato che emerge dal Censimento pone il Veneto in una situazione di eccellenza dal punto di vista quantitativo. Tuttavia la situazione è passibile di notevoli miglioramenti. I dati raccolti mettono, infatti, in evidenza un quadro di riferimento generalmente valido, che presenta comunque aspetti di criticità. Nel Veneto, molte strutture sportive presentano difetti che rendono gli spazi di attività meno fruibili rispetto agli standard.
Questi “difetti” possono costituire un valido obiettivo per le politiche di intervento nel settore.
Nel presentare i risultati del lavoro svolto pare opportuno sviluppare un filo conduttore per fornire alcune indicazioni sulle analisi condotte e per suscitare spunti di lettura e di interpretazione dei dati in esse riportati.
Il dato che le tabelle riportano richiede infatti un opportuno inquadramento e l’inserimento in un contesto articolato. Inoltre, è importante ricondurre i risultati ottenuti ad una prospettiva temporale, attraverso il confronto con le precedenti elaborazioni ed, in particolare, con il Censimento degli impianti sportivi del 1989.
La rilevazione evidenzia la presenza nel 2003 in Veneto di 5.463 complessi sportivi. Rispetto al Censimento del 1989, 632 sono i nuovi complessi costruiti, pari ad un incremento percentuale del 13,1%. I maggiori aumenti in termini numerici si registrano nelle province di Padova e Venezia. In controtendenza la provincia di Rovigo che perde 26 complessi.


I complessi sportivi si articolano in 12.152 spazi di attività sportiva, con una netta predominanza di strutture sportive dedite al calcio (2.366) a seguire le palestre (2.242), gli impianti polivalenti all’aperto (1.696), tennis (1.693) e Bocce (1.018). Vengono considerate in particolare dette tipologie in quanto costituiscono le strutture che garantiscono la maggiore offerta di sport. La loro diffusione è pressoché capillare in tutto il territorio veneto. I dati, almeno per le tipologie di spazio maggiormente diffuse, acquistano maggiore pregnanza se letti alla luce della successiva tab. 1.12 (indice di dotazione) a pag. …., che rapporta il numero di spazi alla popolazione del territorio di pertinenza.
Appare così – ad esempio per la tipologia palestra – che il numero di spazi per le province di Vicenza, Venezia e Rovigo, 354, 328 e 105 rispettivamente, in sé ragguardevole, è, in rapporto alla popolazione, ben inferiore a quello riscontrato nelle altre province. L’indice di dotazione per le tre medesime province, 4,32; 3,99; 4,31 rispettivamente, è infatti al di sotto del valore medio regionale 4,83.


Significativo valutare le variazioni riguardo al numero degli spazi, confrontando il dato 2003 con il dato 1989 ed operando su scala provinciale. Il confronto con i dati relativi all’anno 1989 fornisce il seguente quadro riguardante gli incrementi e/o i decrementi nel numero degli spazi in valori assoluti e percentuali per provincia e regione.

Spazi di attività

Per quanto riguarda la tabella dei valori assoluti inerenti al numero complessivo degli spazi per provincia, i decrementi per Verona e Vicenza potrebbero essere considerati fisiologici in quanto le due province possedevano nel 1989 una quantità di spazi nettamente superiore alla media regionale. Più preoccupante, e meritevole di attenzione, quanto verificatosi per la provincia di Rovigo, che registra un consistente decremento del 12%. Per contro spicca in modo molto positivo la provincia di Padova che, pur possedendo già nel 1989 un patrimonio di spazi equivalente a quello di Verona e Vicenza, vede una crescita della propria dotazione impiantistica pari al 18%. Se si prescinde dai casi di Padova e Rovigo, si può affermare che il modesto incremento medio regionale (+4,8% nei quattordici anni dal 1989 al 2003) – giustificato dal fatto che il Veneto presentava, già nel precedente censimento, un patrimonio impiantistico tra i più cospicui in Italia in rapporto alla popolazione – sottende una dinamica di riequilibrio ed una progressiva riduzione del divario iniziale esistente tra le diverse province.
Nell’approfondire le tematiche attinenti alle variazioni, avvenute all’interno delle varie province, relativamente alle dieci tipologie più diffuse – è possibile delineare le linee tendenziali verso le quali si orienta lo sviluppo dell’impiantistica e dell’attività sportiva stessa.
Si scopre, infatti, che gli impianti polivalenti e polifunzionali, il cui esempio è rappresentato dalle sale al coperto, hanno attratto, in questi quasi tre lustri, le maggiori attenzioni da parte delle amministrazioni pubbliche e degli imprenditori privati.



Spazi di attività (valori assoluti e variazioni percentuali) per tipologia e provincia – Anni 1989 e 2003

Spazi di attività - calcio
Spazi di attività - bocce
Spazi di attività - palestre
Spazi di attività - tennis
Spazi di attività - calcetto
Spazi di attività - piscine
Spazi di attività - arco
Spazi di attività - sport invernali
Spazi di attività - polivalenti
Spazi di attività atletica leggera

Fonte: Regione Veneto e Coni



I risultati sono significativi e forniscono importanti indicazioni di come la domanda di impianti si è sviluppata in relazione alle diverse tipologie. Nel periodo considerato 1989-2003 sono in netto calo le tipologie atletica leggera, bocce, tennis. Mantengono buoni livelli di crescita soprattutto calcio, palestre e polivalenti.
Cala l’interesse degli operatori per l’impianto utilizzato per la pratica di una sola, specifica, attività; cresce invece per gli impianti polivalenti e polifunzionali, quali le sale al coperto come la palestra, dove si possono praticare oltre dieci tipologie di attività, o come le piscine, per queste ultime soprattutto in ragione di un radicale mutamento nelle modalità di gestione, inteso a coprire completamente le spese attraverso proventi a carico dell’utenza.
La necessità di dotare il Veneto di strutture sportive si sviluppa progressivamente negli anni. La realizzazione di nuovi spazi inizia dal 1955 con un picco di crescita nel decennio 1976-1985 per poi decrescere, lentamente nel decennio successivo 1986-1995, e rapidamente in epoca recente. L’andamento si giustifica con l’approvazione della legge 23.4.1981, n. 153 – che riconosceva agli Enti Locali la facoltà di ottenere mutui per realizzare impianti sportivi, in particolare impianti sportivi cosiddetti “di base”. A questo proposito, data la peculiarità della presente analisi, giova ricordare la definizione che, all’epoca, l’Istituto per il Credito Sportivo ebbe a coniare in merito a “impianto sportivo di base”. Tali sono gli impianti “la cui consistenza, dimensioni delle aree di gioco e dei relativi locali di servizio sono essenziali e conformi ai regolamenti delle competenti Federazioni Sportive Nazionali per permettere l’esercizio dell’attività sportiva a livello ricreativo e dilettantistico e che siano integrati con strutture che consentano la partecipazione del pubblico nei limiti appresso specificati: piscine fino ad un massimo di 600 spettatori; palestre fino ad un massimo di 1.500 spettatori; campi sportivi fino ad un massimo di 3.000 spettatori”.
Altra legge da ricordare è la Legge 6 marzo 1987, n. 65 (cosiddetta Legge sui mondiali).
Il calo generalizzato dei nuovi interventi nel periodo 1996-2003 è da ascrivere, oltre che all’attuale sfavorevole congiuntura economica, al carattere di utilità sociale da sempre attribuito all’impianto sportivo, e quindi alla congenita incapacità di quest’ultimo di ripagare gli altissimi costi di costruzione e, soprattutto, di gestione.
Può confortare comunque il fatto che, per quasi tutte le tipologie, la nostra regione presenta un indice di dotazione (n. impianti/n. abitanti) tra i più alti a livello nazionale. Questo dato di fatto, assieme alle altre considerazioni sulle condizioni del patrimonio impiantistico, sviluppate nelle successive tabelle 1.8 e 1.9 (omologazione); 1.10 e 1.11 (funzionamento); 1.13 (carenze), induce a pensare che, almeno per quanto riguarda gli impianti sportivi di base – non destinati cioè alle grandi manifestazioni con forte presenza di pubblico bensì all’avviamento alle attività sportive ed al mantenimento – sia stato raggiunto un livello sufficiente di dotazione e che siano ora più opportuni interventi di recupero dell’esistente.


Dei 12.152 spazi di attività, 7.698 sono di proprietà pubblica (63,3%) e 4.454 sono di proprietà privata (36,7%). Dal punto di vista della tipologia dei soggetti, invece, si rileva che la maggior parte delle strutture sportive sono di proprietà delle amministrazioni comunali (57,6%), a seguire i soggetti privati (17,1%), gli enti morali e le istituzioni religiose (14,6%).


Dalla tabella 1.5 emerge in maniera dettagliata la distribuzione per provincia delle 10 tipologie di impianti più diffuse. Un’interessante analisi al riguardo è riscontrabile nella sottostante figura 1.3, che evidenzia graficamente la distribuzione della proprietà privata nel settore.

Il divario tra spazi pubblici e privati si restringe, fino addirittura ad invertirsi, per spazi riguardanti le tipologie calcetto, bocce, piscine, piste per gli sport invernali, tennis, tiro con l’arco, a segno, a volo, spazi per i quali è solitamente previsto un utilizzo a titolo non gratuito. Dove l’attività consente margini di reddito l’intervento privato si concretizza, in maniera anche importante.

Anche dalle tabelle di seguito indicate è possibile ricavare indicazioni importanti per la gestione dell’impianto. Come noto l’omologazione dello spazio di attività è indispensabile per il suo utilizzo a scopo agonistico, per la validazione da parte della Federazione competente del risultato dell’incontro sportivo. Un impianto non omologato è quindi una struttura non abilitata ad ospitare incontri di campionato o comunque competizioni ufficiali della Federazione. Ciò comporta la limitazione dell’utilizzo dell’impianto all’accoglimento della sola attività amatoriale o ludico sportiva.
Entriamo ora nel merito delle caratteristiche che qualificano l’impianto, quali l’omologazione ed il funzionamento. Per quanto attiene a quest’ultimo aspetto, riferito agli spazi di proprietà comunale, si conferma l’alta percentuale delle strutture non funzionanti (oltre il 10%), già rilevata nel precedente censimento.
Atteso quindi che la tabella 1.6 evidenzia pressoché le medesime quantità, sia che trattasi di spazi omologati sia che trattasi di spazi non omologati, si fa osservare che ben oltre il 50% degli spazi di attività non può ospitare gare e/o manifestazioni a carattere agonistico, quali campionati ecc., regolati dalle Federazioni Sportive Nazionali.
Perplessità invece sorgono dall’analisi della tabella 1.7, dalla quale emerge il preoccupante dato degli impianti non funzionanti, di proprietà comunale. Il numero risulta elevato, 833 strutture su un totale di 7000, quota che percentualmente corrisponde a quasi il 12% degli spazi di gioco.

Dalle tabelle 1.8 e 1.9, articolando il dato per provincia, emerge con chiarezza la bassa percentuale degli impianti omologati.
Gli spazi non omologati prevalgono nelle province di Verona, Vicenza, Belluno e Treviso. Per quasi tutte le tipologie il valore percentuale degli spazi non omologati supera quello degli spazi omologati.

Per quanto concerne gli spazi non funzionanti, poiché trattasi in genere di impianti completamente abbandonati e dismessi, colpisce l’alto indice percentuale attinente agli spazi di atletica leggera ed alle piscine (16,6% e 7% rispettivamente), soprattutto in considerazione degli altissimi costi sostenuti, prevalentemente dall’Ente Pubblico, per la loro realizzazione.
A questo proposito ritornano attualissime le considerazioni, svolte in parecchie occasioni dalla Regione o dallo stesso CONI , a proposito della necessità di valutare tutti gli aspetti relativi ai costi di costruzione e, più ancora, di gestione, prima di assumere qualsiasi decisione riguardo alla realizzazione di nuovi impianti.

Allargando la disamina sinora attuata, che ha operato in un’ottica numerica e percentuale, lo studio prende in considerazione nuovi parametri, in particolare il rapporto con il territorio, analizzando i dati in funzione della popolazione esistente. Dalla elaborazione emergono ulteriori importanti informazioni in merito alla reale disponibilità degli spazi di gioco.
L’indice di dotazione, inteso come rapporto tra numero degli spazi e numero degli abitanti, consente, in prima approssimazione, di valutare per una data tipologia, l’entità del patrimonio impiantistico di ciascuna provincia in rapporto alle altre province e all’intera regione.
Ad esempio, l’indice medio regionale (26,2 spazi ogni 10.000 abitanti), riferito a tutte le tipologie, fa riconoscere come carente la situazione relativa alle province di Rovigo e Venezia, soddisfacente quella relativa alle province di Belluno e di Padova, sufficiente quella concernente le rimanenti province.
Più specificamente, considerando ad esempio la tipologia calcio, l’indice medio regionale (5,1) consente di individuare come particolarmente carente la situazione relativa alla provincia di Venezia (3,3). Ora è chiaro che, in un’ottica di riequilibrio tipologico e territoriale degli impianti, tale indice potrebbe essere utile per indirizzare – in prima approssimazione – gli interventi verso detta provincia prima che verso tutte le altre, oppure per stabilire una graduatoria, dal più carente al meno carente, nella perequazione dei benefici, previsti da leggi statali e regionali, nel settore. Abbiamo detto: in prima approssimazione; ricordiamo infatti che l’indice di dotazione è soltanto uno dei parametri per valutare l’effettiva necessità di interventi di riequilibrio, l’altro essendo appunto l’indice di utilizzo (quantità di ore-sport che l’impianto è in grado di erogare) dato che al momento non è stato rilevato. Sarebbe assurdo infatti procedere alla costruzione di nuovi impianti se quelli esistenti non sono adeguatamente utilizzati. Sicché la carenza pertinente ad un dato territorio (Comune, Comprensorio, Comunità Montana, Provincia….) rispetto ad una data tipologia di impianto è più precisamente esprimibile come rapporto tra indice di utilizzo e indice di dotazione.

Si entra ora nell’analisi, forse più importante, in quanto capace di rivelare gli aspetti critici del settore. Sono infatti utilizzati per questo studio elementi capaci di evidenziare i “difetti” degli impianti. Si rilevano infatti, per tipologia di impianto, quelle “mancanze” strutturali che rendono lo spazio usufruibile in maniera ridotta o che comunque costituiscono una carenza rispetto allo standard ottimale. Le informazioni vanno considerate con particolare attenzione perché costituiscono un prezioso riferimento per gli Amministratori, che trovano in queste tabelle elementi per le necessarie scelte di politica sportiva, rilevando non solo le necessità ma anche le priorità di intervento.
E’ importante considerare che il quadro della reale potenzialità del patrimonio impiantistico veneto – affetto, come è evidente, da numerose carenze – deve essere vagliata tenendo presenti le precedenti tabelle 1.9 (spazi di attività sportiva non omologati) e 1.11 (spazi di attività sportiva non funzionanti).
Per esempio, considerando la tipologia calcio, è opportuno osservare che, su 2.366 spazi totali, 1.126 risultano non omologati ed inoltre che, dei 1.534 spazi di proprietà comunale, ben 116 risultano non funzionanti.
In modo analogo leggasi la tabella anche per le altre tipologie di impianto. Si consideri poi l’entità delle carenze, specificamente per le varie tipologie di spazi e nel complesso: si avrà così, assai netta, la percezione dell’entità degli interventi necessari per rendere effettivamente agibile e funzionale il patrimonio impiantistico esistente.
Dunque se l’indice di dotazione – beninteso con le precisazioni di cui sopra a proposito dell’utilizzo – evidenzia le situazioni da sanare con interventi di nuova costruzione, i valori, a nostro giudizio eccessivamente elevati, relativi agli spazi non omologati, agli spazi non funzionanti, agli spazi affetti da carenze, rendono di pressante attualità gli interventi inerenti al pieno recupero dell’esistente.

Le considerazioni che precedono possono fornire la chiave per una corretta lettura delle tabelle, dei grafici e delle cartine che descrivono la situazione attinente alle dieci tipologie di spazio maggiormente diffuse nel territorio della regione.

Analisi delle principali tipologie di spazi

Atletica leggera

Il confronto tra l’indice di dotazione medio regionale (1,41) e quello delle province suggerirebbe interventi di riequilibrio, consistenti in nuove costruzioni, nelle province di Verona, Vicenza e Rovigo.
La lettura delle tabelle inerenti a omologazione, funzionamento e carenze, nonché il confronto con i dati del precedente censimento 1989, dal quale emerge chiaramente un netto aumento degli impianti dismessi e non più funzionanti, farebbe propendere invece per interventi di recupero del patrimonio esistente.



Calcio

La tipologia di spazio, e l’attività ad essa collegata, continua ad esercitare immutato interesse. L’incremento nel periodo considerato 1989-2003 è stato del 10% su base regionale, con punte del 17,8% e del 17,6% rispettivamente per le province di Padova e di Treviso. In controtendenza la provincia di Rovigo che perde il 9,2% di spazi, pur mantenendo un indice di dotazione superiore alla media regionale (5,21 contro 5,1).
Le maggiori carenze riguardano - come del resto si riscontra per le altre tipologie - la fruibilità per le persone disabili; e ciò a livello di tutte le unità funzionali che compongono l’impianto: spazio di attività, servizi atleti, tribune e servizi per il pubblico.
La cartina evidenzia una distribuzione degli spazi abbastanza omogenea su tutto il territorio regionale con poche punte di sovradotazione e pochissime entità comunali prive di spazi.



Calcetto

Gli spazi sono aumentati, rispetto all’anno 1989, del 423%, passando da 105 a 444.
Anche per questa tipologia, in continuo aumento, i dati su omologazione, funzionamento e carenze suggerirebbero interventi di messa a norma e completamento prima di quelli di nuova costruzione.
La diffusione di questa tipologia di spazi, ancora poco presente nel territorio, rende valida l’ipotesi che eventuali nuovi interventi debbano considerare bacini d’utenza ben più estesi del territorio corrispondente al singolo comune.



Bocce

Tipologia in forte regressione. Gli spazi sono diminuiti complessivamente del 27%, passando da 1.398 dell’89 a 1.018 del 2003. Si registrano cali consistenti in tutte le province, nessuna esclusa, con punte negative nella provincia di Rovigo (-70,4%).
Le province che risultano possedere il maggior numero di impianti in rapporto alla popolazione sono quelle di Belluno e Treviso.
La diffusione pressoché capillare su tutto il territorio regionale degli spazi per il gioco delle bocce, rilevata con il precedente censimento, faceva sì che questa tipologia fosse assegnata al rango degli impianti da riequilibrare a livello di singolo comune, come le palestre, il calcio, il tennis.
Fattori, quali la chiusura di 380 spazi e la rilevante diminuzione dei tesserati, imporranno certamente di aggiornare alla nuova situazione ogni previsione di intervento.



Polivalenti all’aperto

Il numero degli spazi è aumentato da 698 dell’89 ai 1.696 attuali con un incremento di 998 unità.
Le ragioni di questo successo possono essere individuate nella polivalenza (lo spazio consente la pratica di tutte le attività che si svolgono nella palestra) e nei costi relativamente contenuti di realizzazione e di gestione.
La cartina evidenzia buona copertura del territorio regionale e presenza nella maggioranza dei comuni.
Dotazioni, secondo l’indice medio regionale, si riscontrano però in un numero limitato di comuni. Prevale la distribuzione non omogenea degli spazi, con comuni ove la dotazione supera – e di molto – lo standard regionale, ed altri ove essa è del tutto inadeguata al numero degli abitanti.
Siamo in presenza di un fenomeno opposto a quello riscontrato in precedenza per la tipologia bocce: i polivalenti all’aperto o semplicemente coperti si sono diffusi in maniera tale da assumere, assieme ai campi di calcio e alle palestre, il ruolo di possibile tipologia impiantistica di base da proporre e da realizzare in ogni comune.



Palestra

La palestra può essere considerata, grazie alle caratteristiche di polivalenza e di polifunzionalità, l’impianto di base per eccellenza. E’ l’impianto che riscuote i maggiori consensi, quello verso il quale si orientano l’attenzione e l’interesse degli operatori per risolvere le problematiche dell’attività motoria e sportiva soprattutto riguardo alle giovani generazioni ed agli anziani.
Proprio per questo appaiono giustificati non solo gli interventi volti a completare ed a render più funzionale il patrimonio esistente ma anche quelli destinati a realizzare tale tipologia nei comuni che ne siano privi.
Come appare infatti dalla cartina sono ancora molti i comuni non ancora dotati di questo essenziale impianto di base.



Piscina

Gli spazi d’acqua, aumentati da 415 del 1989 ai 488 attuali, testimoniano il crescente successo di questa tipologia.
Trattasi tuttavia di impianti che richiedono notevoli investimenti sia nella fase di costruzione che in quella di gestione.
Ciò nonostante le piscine stanno ottenendo crescente interesse soprattutto da parte degli operatori privati, sempre più disponibili ad intervenire in questo settore sportivo grazie alle prospettive, sempre più concrete, di poter trarre utili dagli investimenti nel settore.
La cartina, più che altro, aiuta a localizzare gli impianti nel territorio. Come è noto infatti le piscine, come le piste di atletica, richiedono bacini d’utenza di rango senz’altro sovracomunale.
Il diagramma, concernente l’andamento degli indici di dotazione delle sette province venete consente di individuare carenze nelle province di Vicenza, Belluno, Treviso e Rovigo.
La tabella 2.21 rileva l’entità degli interventi da effettuare sull’esistente per migliorarne funzionalità ed utilizzo.



Piste per sport invernali

Trattasi di tipologia particolarissima, legata alla conformazione fisica del territorio, per la quale hanno scarso significato i parametri di riequilibrio attinenti alla dotazione ed il quadro delle carenze.
Altro elemento che ne sancisce la specificità è la netta prevalenza del privato nella proprietà degli impianti.
Ogni intervento volto ad aumentare il numero di questi spazi dovrà tener conto degli equilibri di delicati ecosistemi.



Tennis

Gli spazi sono diminuiti da 1.917 a 1.693 (-11%) nel periodo 1989-2003 con flessioni in tutte le province, ad eccezione di Padova, con picchi negativi del 35% per Rovigo, del 21,4% per Treviso, del 16,5% per Verona.
Alla luce di questa drastica diminuzione e considerata la situazione del patrimonio esistente, quale essa appare dal quadro relativo alle carenze, è ragionevole ipotizzare interventi di completamento e di messa a norma piuttosto che quelli di nuova costruzione.



Tiro con l’arco, a segno, a volo

Trattasi di tipologie specialistiche, con netta prevalenza del privato nella proprietà degli impianti. Merita attenzione la grande disparità tra spazi omologati e non omologati nelle diverse province come è evidente dal diagramma 2.28.
Pure per questo tipo di impianti l’indice di dotazione, da considerare ai fini di eventuali interventi di riequilibrio tipologico e territoriale, è quello provinciale.
La tabella ed i diagrammi evidenziano quantità e qualità degli interventi necessari al fine di migliorare funzionalità ed efficienza del patrimonio esistente.



Capitolo 3 – Analisi Generale

Il mondo dello sport è estremamente variegato ed in costante e rapida evoluzione. In Italia il totale dei tesserati alle Federazioni sportive nazionali è di quasi 4 milioni di unità, che fanno capo a circa 66.000 società sportive.
Sulla scia di rilevazioni effettuate su scala nazionale, la Regione Veneto ha ritenuto opportuno avviare un’indagine a livello del proprio territorio, che consentisse di avere un quadro aggiornato ed attendibile di tale settore.
Per la Regione si è trattato di un’esperienza innovativa, che ha portato gli operatori ad esplorare un universo ben conosciuto ma nel quale però non era mai stato possibile addentrarsi nel dettaglio. Ci si è quindi posti l’obiettivo, attraverso una rilevazione quanto più puntuale possibile della domanda di sport del territorio veneto, strutturata per classi di età e per distribuzione territoriale, di conoscere in modo approfondito il settore, in modo da poter operare su basi certe e reali. Si è inoltre provveduto ad integrare i dati dei tesserati con la disponibilità degli impianti sportivi ed è stato quindi possibile conoscere con buona approssimazione il fenomeno sportivo del Veneto.
Rapportando i dati con precedenti altre rilevazioni potranno emergere le nuove tendenze dello sport, le discipline emergenti e quelle in declino, operando sulla scia delle stesse per seguire i trend, sostenendoli o indirizzandoli.
Le rilevazioni potranno così costituire un efficace supporto alle decisioni di politica sportiva e potranno inoltre essere gettate le basi per nuove e più sofisticate analisi nella eventualità che si voglia allargare lo studio ad aspetti che non sono stati presi in considerazione con il lavoro che viene qui presentato.
Il censimento ha potuto operare una prima ricognizione del movimento sportivo nel Veneto quantificando le società, gli atleti, i dirigenti, tecnici ed arbitri di 43 Federazioni Sportive e di 17 Discipline Associate presenti ed operanti nel Veneto. Trattasi complessivamente di 5.554 società per un totale di 395.202 tesserati di cui 345.933 atleti e 49.269 dirigenti, tecnici ed aribitri. Un movimento cospicuo che opera a livello agonistico e promozionale. Il calcio è la disciplina sportiva con maggiore diffusione in termini di società sportive (20,9%), a ruota la pallacanestro (10,2%), il ciclismo (8,8%) ed il volley (8,4).

La distribuzione delle società tra le Federazioni Sportive evidenzia che quella afferente al Calcio è la più presente nel territorio regionale con 1.162 società sportive pari al 20,9% rispetto al totale complessivo delle società presenti nel Veneto. Il Comitato Paraolimpico, con 40 società sportive, pari al 0,7%, si assesta all’ultimo posto delle 20 Federazioni con il maggior numero di società.

Anche dall’analisi del rapporto tra atleti e dirigenti/tecnici emerge che il calcio presenta la forbice più elevata (90,9% per gli atleti e 9,1% dei Dirigenti/Tecnici) a seguire la pallavolo, il basket e gli sport invernali. Il rapporto diminuisce con l’Handball (84,7% per gli atleti e 15,3% dei Dirigenti/Tecnici), ultima delle 20 federazioni prese in esame.

Significativo il rapporto tra numero di atleti e società sportive presenti nel territorio espresso dall’indice di Tesseramento. La media regionale è pari al 62,4 atleti tesserati per società sportiva. Le Federazioni sportive con il maggior indice di tesseramento sono il rugby (96,2), la ginnastica (92) ed il calcio (85,7)

Dall’analisi degli atleti tesserati in relazione alla fascia d’età emerge che accanto a discipline ove sono presenti tutte le fasce d’età, in percentuali più o meno equilibrate, spiccano le attività in cui i giovanissimi sono pressoché assenti (canottaggio, hockey prato, pesi), e quelle con prevalente presenza di “anziani” (motociclismo, golf, cronometristi).

In relazione al sesso, emerge che il calcio è uno sport prevalentemente maschile (97,8 atleti su 100 maschi e 2,2 femmine). Segue il motociclismo (93,7% maschi e 6,3% femmine), il ciclismo (93,1% maschi e 6,9% femmine) e la pesistica (84,3% maschi e 15,7% femmine). La ginnastica, invece, è uno sport prettamente femminile (88,2% e 11,8% maschi). Dopo la ginnastica, segue la pallavolo (77,6% femmine e 22,4% maschi). Nella danza sportiva invece la differenza si assottiglia (56,0% femmine e 44,0% maschi).

Il dato viene confermato analizzando il tasso di mascolinità che emerge dalla Tab. 3.2. in cui i valori da 0 a 99 indicano una prevalenza numerica femminile, quelli superiori a 100 una prevalenza maschile.
Ad eccezione della pallavolo, della ginnastica, della danza, le attività sportive sono prerogativa dei maschi.
Alla medesima conclusione si giunge prendendo in considerazione i valori dell’ultima riga che forniscono il rapporto maschi/femmine relativo alle diverse fasce d’età. Pertanto è possibile affermare che i maschi sono in netta prevalenza numerica rispetto alle femmine in quasi tutte le discipline sportive e per tutte le fasce d’età. Si nota inoltre che con il progredire dell’età tale tendenza si accentua evidenziando un’attività sportiva da parte delle femmine prevalentemente in età giovanile: i valori della colonna corrispondente alla fascia di età superiore ai 26 anni aumentano infatti considerevolmente per quasi tutte le discipline.

Nei paesi del Nord-Europa quasi l’80% della popolazione pratica una qualche forma di attività sportiva.
A questo proposito è però necessario operare una precisazione. Gli atleti iscritti alle Federazioni Sportive Nazionali non possono essere considerati alla stregua di semplici praticanti per diletto, in quanto il loro status comporta la partecipazione, in via continuativa e sistematica, a gare e competizioni regolate dalle Federazioni Sportive, che pongono appunto l’agonismo quale discrimine tra chi è atleta e chi non lo è.
Il campo di osservazione, cui il presente studio si riferisce, riguarda quindi solo una parte dell’insieme dei “praticanti” sportivi veneti, il cui numero si può stimare più che doppio di quello degli “atleti” veri e propri.
Nel Veneto ogni 1.000 abitanti 21 sono tesserati alla Federazione calcio, 8 alla pallavolo, 4 agli sport invernali. In definitiva 73 individui su 1.000 sono tesserati ad una qualche federazione.

Interessante l’analisi sull’andamento dell’indice di pratica sportiva in relazione alle diverse classi di età. Si scopre così, ad esempio, che la fascia di età, particolarmente dedicata alla pratica dello sport, è quella compresa tra gli 11 ed i 18 anni. Ciò per tutte le discipline ad eccezione del motociclismo. Per quanto riguarda invece l’attività, netta preferenza viene assegnata al calcio; segue, a certa distanza, la pallavolo. In terza posizione gli sport invernali, attività prediletta dagli atleti tesserati ultra 26enni.

Nel valutare l’andamento dell’indice di pratica sportiva per fasce d’età ed in relazione al sesso, si fornisce ulteriore conferma a quanto già emerso riguardo alla predominanza numerica maschile nello sport, fatte salve le considerazioni effettuate in precedenza per le attività pallavolo, ginnastica e danza. Basti considerare che dei 99.598 atleti, tesserati alla Federazione Calcio, 97.395 sono maschi (21.677, 45.897, 19.188, 10.633 il loro numero rispettivamente nelle quattro classi di età), 2.203 soltanto sono le femmine, distribuite nelle medesime classi secondo i seguenti valori: 257, 883, 645, 418.
Merita di essere valutata con attenzione la diversa consistenza degli atleti nelle quattro classi di età, consistenza che, fatta eccezione per la fascia dagli 11 ai 18 anni, è maggiore per gli ultra 26enni maschi in ben nove discipline tra cui atletica, sport invernali, ciclismo; mentre è maggiore nella fascia di età dei maschi fino ai 10 anni per le attività calcio, e nella medesima fascia di età pertinente alle femmine per le attività pallavolo, ginnastica, nuoto e ghiaccio.

Le società sportive si distribuiscono in maniera pressoché uniforme tra le province di Treviso (19%), Vicenza e Padova (18%), Verona (17%) e Venezia (16%). Belluno e Rovigo si assestano su percentuali decisamente più basse (rispettivamente 7% e 6%).

La situazione di fatto non cambia nella distribuzione territoriale degli atleti: Padova e Verona (19%), Treviso e Vicenza (18%), Venezia (16%). Anche nel caso degli atleti, le province di Belluno e Rovigo si assestano su percentuali più basse (rispettivamente 6% e 4%)

Nelle figg. 3.8, relative agli indici di pratica per provincia , i grafici corrispondenti agli indici di pratica per attività sono disposti in ordine decrescente. E’ quindi possibile valutare con immediatezza quali sono le attività sportive maggiormente praticate nell’ambito di ciascuna provincia, stabilire confronti tra indici pertinenti ad una stessa Federazione nelle diverse province nonché tra questi ultimi e quelli rilevati in ambito regionale, assunti come possibili parametri di riequilibrio.
Si noti che, al fine di facilitare tale confronto sono stati evidenziati, per ciascuna provincia, gli indici complessivi di pratica sportiva (valore medio provinciale).
Si fa rilevare pertanto che le province di Belluno e di Verona si collocano al di sopra della media regionale, le province di Rovigo e di Venezia al di sotto.

Le carte che seguono illustrano la distribuzione delle società e dei tesserati per comune. In particolare le figg. 3.9 sintetizzano quanto rilevato con riferimento a tutte le discipline.

Abbiamo poi i quadri dettagliati inerenti alle discipline: atletica leggera, calcio, ciclismo, motociclismo, pallavolo, pesca sportiva, sport equestri, sport invernali, tennis, tiro con l’arco e a segno.
Attenzione particolare meritano le aree territoriali (per alcune federazioni vaste quanto interi comprensori) prive di società e di tesserati (lasciate in bianco nelle cartine).
Le probabili ragioni di tale carenza (impianti inesistenti, insufficienti o inadeguati; carenti iniziative promozionali presso scuole, anziani ecc….), dovrebbero essere attentamente vagliate dalle Federazioni per opportuni interventi di sviluppo e di riequilibrio dell’attività sportiva.

Analisi delle principali tipologie sportive

Atletica leggera



Calcio e calcetto



Ciclismo



Motociclismo



Pallavolo



Pesca sportiva



Sport equestri



Sport invernali



Tennis



Tiro con l’arco e a segno





E’ importante effettuare un confronto dei dati con il medesimo censimento realizzato dal CONI nel 1995 al fine di valutare l’evoluzione del movimento sportivo nel decennio 1995-2005


I dati sotto evidenziati, per ogni provincia, riassumono quanto indicato in Tab. 4.1


Società sportive 1995-2005

Dall’analisi emerge un calo netto delle società sportive nel periodo considerato 1995-2005 (complessivamente sono 457 società in meno, l’8,5 in percentuale).
Il calo è notevole soprattutto per le province di Belluno, Rovigo e Venezia. Unica provincia in controtendenza, con un aumento dello 0,8%, è Treviso.
Per quanto concerne le attività, i cali più consistenti (oltre il 20%), riguardano le Federazioni: Atletica Leggera, Baseball e Softball, Bocce, Ciclismo, Ghiaccio. In controtendenza, con aumenti significativi, oltre al Calcio, le Federazioni: Golf, Motociclismo, Pallacanestro, Sport Equestri, Rugby.
Si evidenziano le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati presso le diverse Federazioni, difficoltà che rendono arduo, in qualche caso, il confronto relativo ai tesserati nel periodo 1995-2005. Si è ritenuto, tuttavia, che quanto raccolto meritasse di essere pubblicato, se non altro per rappresentare le linee tendenziali di sviluppo (o di regressione) attinenti a 35 Federazioni Sportive.
Viene così confermato, anche nella tabella riguardante i tesserati, quanto già emerso in precedenza e cioè il calo relativo alle Federazioni: Atletica, Bocce, Tennis, Ghiaccio.
Discreti incrementi nel numero dei tesserati si registrano invece per il Ciclismo, l’Hockey e Pattinaggio, il Nuoto, la Pallacanestro, la Pallavolo.
Il buon andamento di queste ultime Federazioni nel periodo considerato 1995-2005 non deve farci dimenticare che il numero complessivo degli atleti ammontava nel 1995 a 357.789 e che si è ridotto nel 2005 a 345.933 individui con un calo del 3,3%.
Inoltre il numero dei dirigenti/tecnici, sempre nello stesso periodo, si è ridotto del 20,5% (da 61.973 a 49.269).
Notiamo infine che gli atleti iscritti alle Federazioni rappresentano poco più del 7% della popolazione veneta, percentuale che aumenta all’8,3% se consideriamo anche i dirigenti ed i tecnici.

Capitolo 5 – Analisi Generale

Possiamo comprendere come l’offerta di sport incontri la domanda di attività agonistica dall’analisi dell’indice di pressione per ogni tipologia di sport. Naturalmente i valori di tale indicatore non sono confrontabili tra le diverse discipline per via delle differenze strutturali dei vari sport. In tale ottica emergono le differenze tra i diversi territori della regione e le relative peculiarità. Se ad esempio gli sport classici di calcio e calcetto presentano una media regionale di 35,4 tesserati per spazio e l’oscillazione di tale indicatore tra le diverse province è compresa tra un minimo di 29 a Belluno ed un massimo di 40,3 a Venezia , gli sport invernali, che hanno caratteristiche tali da poter essere praticati solo nelle aree geografiche montane (lo sci in particolare che tra questi è anche il più diffuso), presentano un valore medio regionale pari a 63,9 tesserati per spazio, valore che però scaturisce da una situazione altamente eterogenea.
Infatti ci sono province tipo Venezia e Rovigo che non danno alcun contributo. La prima perché, vista la vicinanza al mare è caratterizzata dalla prevalenza degli sport acquatici tipo il canottaggio, la seconda per la maggiore distanza dalle piste da sci che rende tale sport meno praticabile.
C’è poi Belluno che comprende i più rinomati centri turistici montani della regione e quindi ha la più alta dotazione impiantistica per gli sport invernali, cosa che, naturalmente consente di rispondere positivamente alla domanda di attività emergente in queste zone, abbassando così il valore dell’indicatore, 29,5 i tesserati per ogni spazio.
Treviso e Padova presentano maggiori picchi regionali (1.938,6 e 1.176 tesserati a sport invernali per spazio rispettivamente), dato spiegabile considerando che le due province non posseggono molte infrastrutture per la pratica degli sport invernali, però sono a ridosso delle zone collinari/montane e molte persone sono attirate da questi tipi di attività e quindi propensi a praticarle.

Appendice

Mappe provinciali


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