4. IL TURISMO
Nell'economia e nella società attuale il turismo assume un ruolo così
determinante, da rendere la promozione dell'immagine del territorio un fattore
strategico per lo sviluppo di tutti i comparti produttivi. Così come l'Italia si colloca in prima posizione tra le nazioni europee
(nota 1) ,
il Veneto guadagna e mantiene da diversi anni tra le regioni italiane un
primato che non è solo numerico, ma che è avvalorato anche dalla capacità di
tenuta rispetto alle difficoltà manifestate a livello nazionale: il turismo
risulta, in questo modo, uno dei punti di forza dell'economia veneta. Come
risulta dalle ultime stime, la nostra regione nel 2004 ha totalizzato il 14,5%
degli arrivi e il 16,2% delle presenze dell'intera nazione. Tali quote sono
ancor più elevate di quelle registrate nel 2003 (14,2% e 16% rispettivamente),
quando il Veneto, sempre al primo posto, era seguito a distanza dal
Trentino-Alto Adige e poi dalla Toscana e dall' Emilia Romagna (nota 2) . Nel corso degli anni, il flusso di turisti verso la nostra regione si è
distinto per un progressivo incremento che ha raggiunto un picco di quasi
58 milioni di presenze nel 2001; negli anni successivi, il clima di forte
incertezza che ha le proprie radici nei luttuosi eventi legati al terrorismo
internazionale, ha condizionato negativamente il fenomeno. È comunque rimasto
inalterato il primato del Veneto rispetto alle altre regioni italiane. Nel 2004 le strutture ricettive venete hanno registrato 12 milioni e 63.000
arrivi, per un totale di 54 milioni e mezzo di presenze: rispetto al 2003 gli
arrivi sono aumentati del 2,5% mentre le giornate di presenza sono leggermente
diminuite (-1%). Non è il primo anno in cui l'aumento degli arrivi risulta
accompagnato ad una diminuzione delle presenze: di fatto ad una sempre maggiore
attrattiva turistica dei nostri territori si affianca la tendenza dei turisti a
ridurre la durata dei soggiorni. La permanenza media sta, quindi, subendo una
lenta diminuzione mantenendosi, comunque, superiore alla media nazionale: 4,5
giorni rispetto ai 4,1 dell'Italia. L'andamento positivo del turismo estero in Veneto è stato superiore a
quello verificatosi in Italia: gli stranieri hanno registrato un incremento
sia negli arrivi (+4,6%) che nelle presenze (+0,4%), grazie anche ad un ritorno
degli americani, come si dirà meglio in seguito. Al contrario, il flusso di turisti italiani, dopo un 2003 in crescita
presenta nel 2004 una diminuzione di entrambe le grandezze, -0,5% per gli
arrivi e -2,8% per le presenze, con un andamento comunque del tutto simile a
quello avvenuto nell'intera penisola. Tale decremento è da imputarsi anche alle
condizioni di variabilità atmosferica che hanno caratterizzato l'estate e che
hanno sfavorito il turismo balneare e quello montano. La permanenza media è diminuita sia per gli italiani (-2,4%) che per gli
stranieri (-4%), passando rispettivamente a 4,9 giorni per i primi ed a 4,3
per i secondi. Nel Veneto arrivano turisti da tutto il mondo, infatti il 56,8% delle
presenze è legato ai movimenti degli stranieri, innanzitutto europei: il 20,7%
tedeschi, il 5,7% austriaci, il 3,8% inglesi. Tra le provenienze extraeuropee si
evidenziano gli Stati Uniti con il 2,9% delle presenze, seguono con valori
inferiori all'1% il Giappone, la Cina, l'Australia, la Russia e il Canada. Come già accennato, analizzando le presenze del turismo straniero negli
ultimi anni, nel 2004, si registra una forte crescita della componente nord
americana: gli statunitensi, che nella graduatoria per provenienza degli
stranieri occupano il quinto posto, hanno aumentato la propria presenza sul
territorio veneto addirittura del 27,7%, al contrario dei due anni precedenti
in cui gli effetti dell'11 settembre avevano fatto registrare un periodo
negativo (-16,8% nel 2002 e -7,2% nel 2003); inoltre anche i canadesi hanno
avuto un forte incremento, pari al 21,1%. Questa ripresa, assieme alla crescita
della componente australiana (+24,9%), pare risolvere l'empasse condizionata
fino ad oggi, oltre che dagli eventi internazionali, dalla debolezza del dollaro
rispetto all'euro. Si nota inoltre un trend di crescita eccezionale dei turisti provenienti
dalla Cina: sono quasi raddoppiati rispetto al 2000 e l'incremento dell'ultimo
anno è stato pari al 58,9%. Se si individua nel "viaggiare" un modo attraverso
il quale questa popolazione sta iniziando a godere della nuova apertura politica
e della sua crescita economica, si prevedono per il Veneto per gli anni a
venire, grazie ad adeguate politiche di marketing, ulteriori sviluppi di tale
mercato. Focalizzando l'attenzione sull'Europa, si nota che i turisti tedeschi e
austriaci, che tradizionalmente scelgono il Veneto come meta delle proprie
vacanze, pur mantenendo il primato rispetto a tutte le altre provenienze
straniere, hanno diminuito negli ultimi tre anni la loro presenza nella nostra
regione (nell'ultimo anno rispettivamente -3,6% e -4%). La crisi economica dell'
area germanica e l'introduzione dell'euro, che ha attenuato i vantaggi dovuti al
tasso di cambio delle vecchie valute, hanno sicuramente influito sulle scelte
delle famiglie. Più altalenante è la situazione delle presenze di turisti svizzeri e olandesi
che, pur registrando nell'ultimo anno una diminuzione, risultano
complessivamente aumentate negli ultimi cinque anni. In Veneto, nel 2004, il 43,2% delle presenze turistiche sono italiane. Di
rilievo la rappresentanza turistica degli stessi veneti (17,5% del totale),
anche se risulta diminuita rispetto al 2003 del 6,2%: la continua incertezza
delle condizioni atmosferiche del periodo primaverile ed estivo ha scoraggiato
i soggiorni nelle loro mete preferite, il mare e la montagna, favorendo invece
destinazioni come le città d'arte e le terme, che possono anche richiedere una
permanenza più breve. I turisti provenienti dalla Lombardia - che rivestono un'importanza
fondamentale in tutti i comprensori, ma soprattutto nel termale, nel lacuale e
nelle città d'arte dove addirittura superano i turisti veneti - hanno ancor più
accentuato, nel 2004, la propria presenza in quasi tutte le località della
regione. Un incremento altrettanto diffuso si nota per i turisti provenienti dal
Lazio. Per quel che riguarda l'evoluzione delle presenze per tipo di esercizio,
nel 2004 emerge un risultato più favorevole per le strutture alberghiere (+1%)
rispetto a quelle extralberghiere (-2,8%) che probabilmente hanno maggiormente
risentito dell'incertezza delle condizioni atmosferiche dei mesi estivi.
A livello nazionale però l'andamento è stato negativo, con una variazione pari
a -1,4% per gli esercizi alberghieri e -3,8% per quelli extralberghieri. È importante evidenziare il forte incremento delle presenze registrato negli
alberghi di lusso, a 4 e 5 stelle, tra il 2000 e il 2004 (+8,8%), a significare
la forte domanda di qualità del turista che arriva nella nostra regione. Tale
richiesta è stata in parte soddisfatta proprio da una riqualificazione delle
strutture alberghiere di categoria inferiore. In particolare, nell'ultimo anno
si è assistito ad un forte incremento di presenze negli alberghi a 5 stelle (
+13,6%) e, anche se in misura minore, in quelli a 4 stelle (+5,7%). Il perseguimento di condizioni di qualità deve esser visto come una
condizione necessaria per restare competitivi sul mercato: per tipologie di
flussi turistici caratterizzati da grandi movimenti di persone, come accade in
Veneto, il rapporto qualità/prezzo sarà il perno su cui sviluppare le future
politiche di settore. L'agriturismo attualmente accoglie solo lo 0,4% dei turisti che soggiornano
in Veneto, ma sta assumendo un'importanza sempre maggiore, grazie ad un trend
eccezionale di crescita: nell'ultimo anno ha riscontrato un incremento tra i
più elevati sia per gli arrivi (+18,7%) che per le presenze (+10,1%) e negli
ultimi cinque anni i turisti che privilegiano questo tipo di alloggio risultano
addirittura triplicati. Le città d'arte continuano a ricevere sempre più consensi, a testimonianza
di quanto il sistema dell'arte e della cultura risulti importante sia per il
turismo intercontinentale (accolgono l'85,3% dei turisti americani che visitano
il Veneto) che europeo (primi fra tutti il Regno Unito, la Francia e la
Germania). Anche nel 2003 il successo delle città d'arte era stato tale da non
risentire nemmeno del periodo di difficoltà vissuto dal complesso delle città
d'arte italiane. Tra i comprensori turistici veneti,
quelli che hanno registrato una perdita
di presenze nel 2004 rispetto all'anno precedente sono stati quelli
caratterizzati soprattutto da un soggiorno di tipo stanziale: il montano
(-6,2%), il balneare (-4%) e in minor misura il termale (-2,3%). Tali perdite,
come già accennato, sono strettamente collegate alle condizioni del tempo: in
primavera le giornate sono state in prevalenza più fresche del normale e con una
elevata piovosità; inoltre il clima caldo e secco dell'estate 2003, che aveva
incrementato le presenze specialmente a giugno, è stato sostituito nell'estate
2004 da condizioni di variabilità atmosferica. Al di là delle condizioni atmosferiche, il mare, che attrae la maggior parte
dei turisti del Veneto (totalizzando nel 2004 il 43% delle presenze) presenta,
e non solo per la nostra regione, i maggiori problemi di competitività. La
concorrenza delle spiagge venete è con paesi di antica tradizione e grandi
numeri come la Spagna e la Grecia e con paesi con movimento ancora contenuto
in valori assoluti, ma in forte crescita come Portogallo e Croazia. La montagna, se pur ha perso nel periodo estivo, ha visto un consistente
incremento di presenze nella stagione invernale 2003-2004, che è stata una delle
più nevose degli ultimi anni. Da evidenziare inoltre gli incrementi di turisti che sono andati al mare in
autunno, quando la temperatura è stata talmente elevata da superare il record
degli ultimi anni, e quelli verificatisi alle terme in gennaio e febbraio 2004.
Anche se questi ultimi non compensano completamente le perdite della primavera
e dell'estate, a livello complessivo regionale le presenze risultano diminuite
solo lievemente grazie alla positiva stagione del lago (+0,7%), ma soprattutto,
come già sottolineato, delle città d'arte. La situazione delineata a livello di comprensorio turistico si riflette sulle
province venete a seconda della diversa tipologia territoriale. La provincia di Venezia, che accoglie più della metà dei turisti che visitano
la nostra regione, è quella che nel 2004 ha avuto l'incremento più elevato di
arrivi rispetto all'anno precedente (+4,3%), mentre sul versante dei
pernottamenti la situazione appare invariata; le perdite delle zone balneari
sono state largamente compensate dal sempre maggiore afflusso di turisti nella
città capoluogo (+15,8%). Un'altra provincia che presenta un andamento positivo è quella di Verona,
dove si è evidenziata una buona stagione in ciascuno dei comprensori che la
caratterizza (lago, città d'arte, montagna). Viceversa le province che hanno dimostrato le maggiori difficoltà sono
proprio quelle in cui il soggiorno è in media il più lungo: Belluno e Rovigo.
In tali località perdere un cliente, disincentivato dal tempo incerto a
raggiungere la montagna in un caso ed il mare nell'altro
(nota 3) , significa perdere
una quantità di notti consistente. L'aumento di presenze verificatosi negli
altri comuni della provincia di Rovigo non è stato sufficiente a compensare le
perdite della propria zona balneare. A testimonianza di quanto influisca il patrimonio delle città d'arte della
nostra regione nell'attrarre anche i turisti italiani e nel caratterizzarne il
flusso, si possono considerare i dati relativi all'indagine "Viaggi e vacanze"
(nota 4)
dell'Istat. Da questa emerge, infatti, che l'87% dei nostri connazionali che
vengono in Veneto, lo fa per 'vacanza' piuttosto che per 'motivi di lavoro',
ed in particolare più della metà per un soggiorno breve (1-3 notti). I viaggi
superiori alle 3 notti sono invece più una caratteristica di altre zone d'Italia
e principalmente delle regioni del centro-sud, che tra tutti i visitatori
accolgono anche coloro che, emigrati al nord, ritornano nei luoghi d'origine
in visita ai parenti. I viaggi per motivi di lavoro sono molto ricorrenti,
come prevedibile, in Lazio e in Lombardia. Nel 2004 in Veneto sono state effettuate il 6,5% delle vacanze brevi avvenute
in Italia nel periodo aprile-giugno, ed il 7,9% in quello luglio-settembre.
Nel periodo gennaio-marzo, il Veneto acquista un ruolo importante nel panorama
delle vacanze di più lunga durata (6,9% di quelle nazionali) grazie all'apporto
della stagione invernale delle Dolomiti bellunesi. Se tra i turisti italiani, il 13% giunge nella nostra regione per motivi di
lavoro, tra i turisti stranieri la quota è superiore, infatti il 16,1% dei
passeggeri che oltrepassano le frontiere per venire in Veneto indica come motivo
principale del viaggio questioni lavorative (nota 5) .
A questa quota, però, per
confrontare correttamente le due cifre, vanno sottratti coloro che non vi
trascorrono nemmeno una notte. Cambiamo ora punto di osservazione e consideriamo cosa offre il Veneto in
termini di consistenza ricettiva: nel 2004 ci sono 52.715 strutture, delle
quali il 5,8% sono alberghiere ed il 94,2% extralberghiere. Il numero dei posti
letto complessivi (680.383) risulta aver avuto negli ultimi otto anni un aumento
pari al 10,9%. All'interno del comparto alberghiero, numericamente, prevalgono le strutture
di media categoria (il 42,1% è costituito da alberghi a 3 stelle e residenze
turistico-alberghiere). L'indice di qualità, che rapporta le strutture
alberghiere con 3-4-5 stelle a quelle di categoria inferiore, sta percorrendo
una lenta ma ininterrotta crescita: nel 2002 ha superato l'unità e attualmente
vale 1,2, confermando la maggiore presenza di strutture di qualità medio-alta. All'interno del grosso comparto extralberghiero, raggiungono il 71% gli
alloggi privati, composti da affitta camere, affitta appartamenti, residence e
country house. I campeggi ed i villaggi turistici, che rappresentano soltanto circa l'1%
delle strutture complementari, acquistano un'importanza fondamentale nell'
offerta ricettiva extralberghiera veneta quando si passa a considerarne il
numero di posti letto (43,1%). Secondo elaborazioni condotte su stime dell'Ufficio Italiano Cambi (nota 6) ,
nel 2004, la spesa (nota 7) dei viaggiatori stranieri in Veneto è stata pari a 4.036
milioni di euro, cifra che, rappresentando il 17,7% delle spese sostenute dagli
stranieri in Italia, fa ottenere al Veneto, anche sotto questo aspetto, il
primato rispetto alle altre regioni italiane. Se si passa a valutare, invece, quanto gli italiani spendono andando oltre
frontiera, i 1.150 milioni di euro spesi dai veneti collocano la nostra regione,
con l'8,8% del totale nazionale, al quarto posto, dopo Lombardia, Lazio ed
Emilia Romagna. Considerando la spesa pro capite, il Veneto appare tra le
regioni che spendono di meno all'estero (circa 630 euro a viaggiatore).
Questo è giustificabile anche dal fatto che la vicinanza ai confini nazionali
può indurre i residenti a trascorrere all'estero periodi più brevi, che
risultano in tal modo meno costosi. Le elevate entrate del turismo "incoming" e le basse uscite del turismo
"outgoing" fanno ottenere al Veneto il primato, tra le regioni italiane, del
saldo della bilancia dei pagamenti, pari nel 2004 a 2.886 milioni di euro. Rapportando le spese al PIL, si nota che le entrate dovute al turismo
straniero pesano sull'economia veneta il doppio di quanto succeda a livello
nazionale. Per evidenziare la valenza economica complessiva del settore, non legata
solo al turismo d'oltralpe, si consideri il valore aggiunto del settore alberghi
e ristoranti. Questo importo, che rappresenta comunque solo una stima
approssimativa del valore aggiunto dell'intero comparto turistico (nota 8) , nel 2002 in
Veneto è superiore a quattro miliardi e mezzo di euro. Il peso che il settore turismo riveste nell'intera economia, sempre in
termini di valore aggiunto, è nel Veneto maggiore di quello che si registra a
livello nazionale (4,5% contro 3,6%). Dai dati Infocamere emerge che le unità locali attive nel Veneto operanti nel
2004 nel settore turismo, sono il 5,2% del complesso delle unità locali, dato
superiore al valore nazionale ed in crescita rispetto all'anno precedente del
3,2%. Non bisogna nemmeno sottovalutare il ruolo del turismo in termini di spinta
occupazionale: secondo le stime del Sistema Informativo Excelsior (nota 9) , nel 2004,
la quota di assunzioni nel settore "alberghi, ristoranti e servizi turistici",
rispetto a quelle avvenute nell'insieme delle imprese, è stata in Veneto più
elevata di quella nazionale (8,8% contro 8%). Inoltre, le assunzioni in imprese
del settore turistico sono, in Veneto, il 10,5% di quelle stimate per l'intera
nazione. Per evidenziare le assunzioni che non rappresentano una pura sostituzione di
personale, passiamo a considerare il saldo occupazionale (nota 10).
Tale indicatore, calcolato per il settore turismo, rappresenta il 15,7% del saldo di tutte le
imprese del Veneto e, a dimostrazione di quanto sia rilevante nella nostra
regione lo sviluppo occupazionale di questo settore, si noti che è quasi il
doppio dello stessa quota calcolata a livello nazionale. Inoltre, tra tutte le regioni, il Veneto presenta il saldo occupazionale del
settore turismo più elevato, rappresentando quasi un quinto di quello nazionale. Contrariamente al contesto generale, in cui il Veneto presenta una incidenza
di contratti a tempo indeterminato, sul totale delle assunzioni, minore rispetto
a quella italiana (56,9% contro 58,4%), nel settore turismo la situazione si
inverte con un 45% contro il 42,6% dell'Italia. Inoltre il mondo occupazionale nel settore turismo si configura in maniera
più flessibile: il part-time in Veneto è previsto per il 34,3% delle assunzioni
(contro l'21,1% dell'Italia).
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