15. LE INFRASTRUTTURE

Il sistema dei trasporti e delle relative infrastrutture si conferma sempre più uno dei più rilevanti per sostenere sì la crescita dell'economia regionale, ma anche il livello della qualità della vita dei cittadini. Esso, infatti, coinvolge da un lato aspetti quali il livello dei servizi stradali e autostradali, la logistica, il costo della mobilità di persone e merci; dall'altro riguarda anche aspetti quali la possibilità di movimento, l'inquinamento ambientale e i tassi di incidentalità, che sono indicatori importanti per la valutazione della qualità della vita.

Un altro elemento che dà rilevanza al comparto dei trasporti regionale, in quanto può evidenziare i limiti del sistema infrastrutturale, è la centralità geografico-economica del Veneto, una delle regioni maggiormente interessate da un traffico di attraversamento.

A questo si aggiungono alcune peculiarità che il Veneto presenta sul piano insediativo e che interagiscono fortemente col sistema della mobilità.

Tutti questi aspetti, e non solo, vanno analizzati per ottenere un quadro esauriente sullo stato attuale dei settori mobilità e infrastrutture regionali.

Inizio Pagina  Il pendolarismo

Per interpretare correttamente la domanda di mobilità è necessaria un'analisi del rapporto tra le tendenze distributive della popolazione e i processi di generazione della domanda di mobilità che queste esprimono.

Negli ultimi 30 anni si è assistito in Veneto ad una vera e propria fuga dalle città: dal 1971 al 2001 molti residenti dei comuni capoluogo e dei centri maggiori hanno scelto di trasferirsi nei paesi delle cinture urbane, dando vita alla "città diffusa" che è diventata caratteristica dell'area centrale del Veneto. Tale fenomeno si giustifica con la preferenza della popolazione a vivere dove c'è maggior convenienza all'acquisto e all'affitto di una casa, ed è sempre meno influenzato da fattori legati alla vicinanza al luogo di lavoro o studio: di qui il radicarsi di un'abitudine alla mobilità pendolare verso luoghi più distanti.

L'analisi dei dati provvisori sulla popolazione e sugli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro o studio, rilevati in occasione del 14° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, relativi ai comuni capoluogo e ai comuni della prima e seconda cintura (nota 1) , evidenzia come fra i comuni maggiormente afflitti dallo spopolamento ci siano i grandi comuni capoluogo di Venezia, Verona, Vicenza, Padova e Treviso. Ancor più evidente è come ad una significativa perdita di peso dei capoluoghi si contrappone l'incremento demografico nelle aree ad essi circostanti, nelle quali, nell'intero trentennio, si registra il massimo popolamento, generalmente con tassi di incremento annui superiori al 10 per mille. Ne consegue che la quota di popolazione che si sposta giornalmente è superiore nelle due cinture rispetto al capoluogo ed è anche chiaro che buona parte di questa si muove verso destinazioni esterne; risulta infatti che dalla prima e dalla seconda cintura escono rispettivamente il 25 ed il 24% della popolazione. Il grafico riportato mostra la distribuzione degli spostamenti giornalieri rilevati nel 1991 e nel 2001 ed evidenzia una tendenza alla mobilità verso luoghi più distanti, infatti si riduce nel 2001 la quota di spostamenti interni al territorio, che sia capoluogo, prima o seconda cintura, viceversa aumenta la quota degli entrati e degli usciti.

Inizio Pagina  La rete stradale e i veicoli circolanti

I crescenti collegamenti pendolari di accesso al lavoro e ai servizi sono affidati alla preesistente infrastruttura relazionale viaria di breve-medio raggio. Si tratta di una rete stradale, per lo più provinciale e comunale, che risulta oggi sottoposta ad una pressione ben superiore a quella per cui era stata creata. Essa, assieme alla parte di rete di origine statale, è in questo momento oggetto del processo di trasferimento di competenze in materia di viabilità dallo Stato alle Regioni: a partire da una rete stradale statale ricadente nel territorio regionale di circa 2.464 km, sono stati classificati di interesse nazionale strade o tronchi di strade per 701,5 km (nota 2) , successivamente è stata individuata la rete stradale di interesse regionale per un totale di 1.763 km di strade già statali (nota 3) ed infine è stato determinato il trasferimento di una parte di questa al demanio provinciale (nota 4) .

L'aggiornamento dei dati al 2002, sulla base del processo di trasferimento appena descritto, è riassunto nella tabella seguente.

I tradizionali indicatori di dotazione, che rapportano l'estensione stradale (nota 5) alla popolazione residente, ai veicoli circolanti e alla superficie, risultano pari rispettivamente a 22 chilometri di strada disponibili per 10.000 abitanti, poco meno di 30 chilometri disponibili per 10.000 veicoli circolanti registrati sul rispettivo territorio e 55 chilometri di rete stradale per 100 Kmq di superficie. Si tratta di valori del tutto analoghi a quelli rilevati in passato che, confrontati con il dato nazionale, confermano la situazione di criticità del territorio veneto, sempre più sottoposto a intensi flussi di traffico di varia natura, come confermano i dati sui veicoli circolanti, sul traffico autostradale, sul trasporto merci.

Nel corso del 2003 il parco veicoli circolanti in Veneto conferma sia il suo trend di crescita (+2,1%) sia la preferenza per le autovetture a gasolio (+16,3%) rispetto a quelle a benzina (-1,3%).

Invariata rispetto all'anno precedente la dotazione di autovetture (59 ogni 100 abitanti, uguale al dato Italia) e leggermente aumentata quella di motocicli (7 ogni 100 veneti, rispetto agli 8 ogni 100 italiani).

Anche i dati sulle prime iscrizioni di autovetture nuove di fabbrica e sulle radiazioni confermano la continua crescita della presenza di veicoli sulle strade regionali. Infatti nel 2003, nonostante le due variabili siano in diminuzione rispetto all'anno precedente, la loro differenza, ovvero la domanda netta, risulta pari a 28.051, con una variazione del 43% rispetto all'anno precedente, superiore al dato nazionale di 5,5 punti percentuali. Inoltre, a 100 autovetture che cessano dalla circolazione per rottamazione, esportazione o altro, ne corrispondono 119 iscritte per la prima volta che vanno ad incrementare il numero dei veicoli circolanti, a indicare che il mercato veneto non è solo un mercato di rimpiazzo.

Le caratteristiche del tessuto economico e produttivo del Veneto nonché la sua posizione geografica, soprattutto in seguito all'apertura ad Est del mercato, sono due fattori fondamentali per la generazione e attrazione di traffico, come confermano anche i dati relativi ai flussi della rete autostradale e al trasporto delle merci.

La tendenza ad un generale aumento dei traffici autostradali, anche se in misura variabile di anno in anno, è provata sia che si consideri il traffico totale, sia che l'attenzione venga rivolta ai dati di traffico disaggregati per veicoli leggeri e pesanti.

Certamente un contributo notevole ai flussi di traffico è dato dal trasporto di merci su strada che continua ad essere la modalità di trasporto prevalente: in Veneto, nel 2002, l'indicatore che calcola il valore delle tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada (nota 6) sul totale delle modalità è pari a 97,2 (contro 93,7 del dato nazionale). La preferenza per questa tipologia è data soprattutto dal fattore temporale e da una maggiore flessibilità, nonostante abbia anche effetti negativi quali l'impatto ambientale e il disagio alla popolazione. Riguardo quest'ultimo aspetto, in particolare, la situazione di criticità del Veneto rispetto alle altre regioni e all'Italia risulta netta: nel 2002 la nostra regione è seconda solo al Trentino Alto Adige (che sconta il peso del valico del Brennero) nella graduatoria dell'indice del traffico merci su strada (nota 7) , con un valore pari a 40,5, contro il 21,6 del dato Italia. Al contrario, nel 2002 l'indicatore delle tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia (nota 8) sul totale delle modalità per il Veneto vale 1 (1,8 per l'Italia) e l'indice del traffico merci su ferrovia (nota 9) nel 2003 vale 41,3 (42,6 per l'Italia), a significare come la modalità di trasporto su ferro sia poco valorizzata nella nostra regione.

Ne consegue una diffusa sensazione di inadeguatezza del sistema viario, messo in crisi a partire dall'esplosione produttiva degli ultimi dieci anni, e la necessità di interventi risolutivi soprattutto per i nodi più critici, come il caso del passante di Mestre, collo di bottiglia del Veneto e più in generale dell'intero Nord-Est.

Inizio Pagina  L'incidentalità stradale

Strettamente collegato alla dotazione infrastrutturale con le sue criticità, allo stato della mobilità ed al pendolarismo giornaliero è il fenomeno dell'incidentalità stradale. Nel corso del 2003 lungo la rete stradale del Veneto sono stati rilevati 18.005 incidenti stradali, l'8% di quelli nazionali, con una diminuzione del 5,3% rispetto all'anno precedente. Fra le persone coinvolte, 25.330 sono rimaste ferite (-6,1%), altre 686 sono morte. Quest'ultimo dato, assieme a quello sul numero dei sinistri con decessi, è peggiorato nel 2003, invertendo la tendenza positiva che si era registrata fino all'anno precedente. Conseguentemente, gli indicatori di mortalità e pericolosità presentano valori maggiori del 2002, in contro tendenza rispetto al dato italiano.

Questi risultati stanno ad indicare come siano necessarie continue campagne mirate di prevenzione ed educazione che rendano gli automobilisti consapevoli dei fattori comportamentali e psichici che è opportuno tenere sotto controllo per evitare di rimanere coinvolti, o provocare, un incidente. Tale considerazione risulta ancor più significativa se si analizzano i dati sulle circostanze e le cause dei sinistri: nella maggior parte dei casi gli incidenti sono causati da comportamenti quali la guida distratta, la non osservanza della distanza di sicurezza, l'eccesso di velocità, la guida in stato di ebbrezza da alcool, tutti imputabili agli automobilisti e almeno in parte prevenibili con opportuni interventi educativi. Ai fini del miglioramento della mobilità e della sicurezza del sistema dei trasporti, comunque, non vanno trascurate anche azioni nei settori di intervento quali la sistemazione di tratti stradali ad elevata sinistrosità, il miglioramento della mobilità nei punti di accumulo del flusso veicolare, l'ammodernamento delle strutture esistenti, la realizzazione di opere di viabilità alternativa agli attraversamenti dei centri urbani, il miglioramento dei percorsi pedonali.

Inizio Pagina  Il trasporto pubblico locale

Una soluzione ad almeno una parte dei problemi legati all'intensità dei flussi di traffico può essere data dal ricorso al trasporto pubblico locale (TPL), che dovrebbe avere un ruolo di alternativa all'uso individuale dell'automobile o del motociclo. L'osservazione della realtà, però, ci dice che l'uso individuale dei veicoli privati si è spontaneamente imposto anche a causa della incapacità del TPL di fornire servizi dimensionati a immagine delle reali e mutate esigenze, in parte conseguenza di quel processo di abbandono dei grandi centri urbani a favore della periferia precedentemente descritto. L'indice di utilizzo di mezzi pubblici di trasporto (nota 10) in Veneto è pari a 16,8, un valore nettamente inferiore a quello dell'Italia (23,3), nonostante siano sempre più alti gli indicatori di soddisfazione del Veneto.

Inizio Pagina  I porti

Nel corso degli ultimi anni il porto di Venezia ha conosciuto un forte sviluppo ed incremento dei traffici. Nel 2003 ha raggiunto un traguardo storico, superando, per la prima volta nella sua storia, il tetto dei 30 milioni di tonnellate di merce complessivamente movimentata. Importanti gli investimenti promossi dall'Autorità Portuale che stanno producendo forti incrementi soprattutto nel settore della movimentazione dei containers, ambito in cui lo scalo lagunare è al primo posto all'interno del bacino adriatico.

Anche il traffico passeggeri ha ripreso la sua crescita, dopo la leggera flessione del 2002: nel corso del 2003 sono transitati più di 1,1 milioni di passeggeri, segnando un aumento del 13,5% rispetto all'anno precedente. Nel dettaglio, nel settore crocieristico Venezia si conferma uno degli scali più importanti dell'intero Mediterraneo, con un tasso di crescita del 35,9%.

Inizio Pagina  Gli aeroporti

L'Aeroporto Marco Polo di Venezia conferma il terzo posto per importanza su scala nazionale, dopo Roma Fiumicino e Milano Malpensa, dimostrando anche nel corso del 2004 il trend crescente che ha caratterizzato gli ultimi anni. Il volume di passeggeri trasportati ha sfiorato i 6 milioni di unità, con un incremento del 10,7% rispetto all'anno precedente. Risulta positivo soprattutto il settore dei voli internazionali, sia di linea che charter, che hanno beneficiato dell'apertura di nuovi collegamenti diretti sia dentro che fuori l'Europa. Il 2004 è stato particolarmente positivo per il settore cargo dell'aeroporto lagunare, con una movimentazione complessiva di oltre 19 mila tonnellate (+17,5% rispetto al 2003). Nel dettaglio si segnalano gli incrementi di oltre 20 punti percentuali del traffico merci via terra e del 13% nel settore del traffico aereo.

Anche per l'Aeroporto Valerio Catullo di Verona l'anno 2004 è stato positivo: il volume complessivo di passeggeri è stato superiore di 9,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Ma lo scalo veronese spicca soprattutto nel settore del traffico internazionale con 1,7 milioni di passeggeri nel 2004. In particolare, il settore charter ha registrato un aumento del 9%, ma una performance ancora migliore è venuta dai voli di linea, con un incremento del 29% rispetto al 2003.

Per quanto riguarda il traffico merci, invece, nel 2004 si registra complessivamente una crescita del 4,5%, anche se le due differenti tipologie di movimentazione della merce, per via aerea e via terra, hanno conosciuto dinamiche diverse. Il traffico via superficie, infatti, ha fatto segnare un nuovo record assoluto per Verona, superando per la prima volta le 11 mila tonnellate annue. Viceversa, il traffico cargo per via aerea, dopo i risultati negativi del 2003, ha conosciuto un'ulteriore flessione (-24,3%), a causa sia della riduzione riscontrata nella movimentazione entro i confini nazionali sia del processo in atto di riorganizzazione del traffico cargo all'interno del Sistema Aeroportuale del Garda, secondo il quale Verona andrà a specializzarsi esclusivamente su alcune categorie merceologiche di nicchia.

Lo scalo di Treviso, infine, mostra risultati altrettanto positivi nel corso del 2004: i passeggeri complessivamente trasportati sono stati 894.206 (+30,5% rispetto il 2003). La crescita è favorita dal continuo sviluppo dei collegamenti di linea a basso costo con le principali città europee, dall'aumento dei collegamenti quotidiani con la Romania e dai sempre più numerosi voli charter verso alcune mete vacanziere di Spagna, Grecia ed Egitto. Risultati positivi anche nel settore cargo, con un aumento del 16,3% rispetto all'anno precedente.

Inizio Pagina  Gli interporti

Il ruolo degli interporti veneti di Padova e Verona si va sempre più rafforzando grazie agli interventi in atto, volti a promuovere il riequilibrio fra le varie modalità di trasporto presenti a livello regionale, che passano anche attraverso il potenziamento delle infrastrutture logistiche.

L'Interporto di Verona, posto all'incrocio delle autostrade del Brennero e Serenissima, nonché all'incrocio delle corrispondenti linee ferroviarie, rappresenta il punto d'incontro ideale per il trasporto merci stradale, ferroviario ed aereo, nazionale ed internazionale. Vi transitano i traffici merci internazionali provenienti o diretti al centro-nord Europa attraverso il Brennero, i traffici da e per la Francia e la Spagna e per i Paesi dell'Est europeo. Anche i numeri dell'attività 2003 confermano il ruolo e l'importanza dello scalo scaligero.

Anche l'Interporto di Padova, grazie alla sua buona posizione geografica, è un'importante porta d'accesso ai maggiori mercati intercontinentali. È da sottolineare il contributo della struttura interportuale alla soluzione del problema della congestione delle strade. La caratteristica che distingue l'interporto padovano dalle altre realtà continentali è la sua specializzazione nell'ambito del traffico container: è l'unico interporto ad aver intrapreso l'attività gestionale diretta riguardante le operazioni ed i servizi terminalistici intermodali. Grazie all'impegno profuso, l'Interporto di Padova ha, negli ultimi anni, rafforzato il proprio ruolo nell'ambito del sistema trasportistico a tal punto da divenire il più importante inland terminal nazionale, con risultanze di traffico analoghe a quelle di un porto marittimo di rilevanza nazionale. Settimanalmente, infatti, oltre un centinaio di treni completi, in partenza ed in arrivo ad orari prestabiliti, collegano l'Interporto di Padova con i più importanti porti italiani (La Spezia, Genova, Livorno, Trieste, Gioia Tauro) e del nord Europa (Rotterdam, Le Havre, BremerHaven, Amburgo).

I risultati del 2004 nel settore del traffico container fanno registrare un'auspicata inversione di tendenza. Infatti la congiuntura negativa degli anni passati aveva fortemente condizionato i traffici soprattutto del 2002 e 2003 dell'Interporto padovano che, per la sua tipologia, è legato principalmente all'export. Nel corso del 2004, però, si è registrata una movimentazione di 272 mila T.E.U. (nota 11) , con un incremento dell'8% sui dati 2003.

Per una regione come il Veneto, che vuole giocare un ruolo centrale nello sviluppo dei traffici commerciali con l'Europa orientale, la mobilità rappresenta uno degli aspetti più critici da risolvere; la costituzione di un sistema di trasporti efficiente è considerata sempre più condizione fondamentale per mantenere e sviluppare la competitività del sistema economico regionale. Anche in base agli indirizzi concordati a livello europeo, la strada da percorrere è quella di una serie di interventi in favore del riequilibrio modale dei trasporti, soprattutto a sostegno del mezzo ferroviario, e dell'introduzione di criteri di rispetto dell'ambiente, per la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile della mobilità, sensibile anche al tema del livello della qualità della vita dei cittadini.

Inizio Pagina  I lavori pubblici

I dati relativi ai bandi di gara per l'esecuzione di opere pubbliche in Veneto nell'anno 2004 segnalano una generale contrazione del fenomeno che caratterizza tutte le classi d'importo. Questo risultato è conseguenza di diversi fattori, alcuni che interessano l'attuale congiuntura, altri specifici, propri del "caso veneto".

Occorre innanzitutto rilevare l'eccezionalità del 2003, anno che ha segnato la maggiore crescita di valore delle opere messe in gara e in cui sono stati promossi interventi del calibro del passante di Mestre; conseguentemente risulta più normale il dato del 2004.

Un secondo fattore che influisce sui lavori pubblici, in particolare sulla categoria delle piccole opere di valore inferiore ai 150.000 euro, è la difficoltà finanziaria e le minori risorse a disposizione soprattutto degli enti locali territoriali.

Un dato confortante che emerge è la tenuta della categoria dei lavori di importo medio, di valore compreso tra 150 mila euro e 5 milioni, che rappresenta il cuore del mercato dei lavori pubblici. La peculiarità del Veneto è che il peso economico di questa tipologia di opere raggiunge il valore eccezionale del 63%, pari al doppio del dato nazionale.

Un terzo elemento da considerare è l'entrata in vigore della L.R. n.27/2003, fatto che costituisce per il mercato veneto dei lavori pubblici un evento importante sotto diversi aspetti. Tale testo normativo, infatti, permettendo di ampliare il ricorso all'affidamento diretto dei lavori contribuisce a ridurre il numero degli affidamenti soggetti a gara d'appalto.

I dati relativi ai bandi pubblicati per fascia d'importo indicano come le stazioni appaltanti abbiano subito sfruttato la possibilità loro offerta dalla L.R. n.27/2003 di ricorrere a procedure negoziate e ristrette semplificate per un maggior numero di opere: è evidente sia la netta riduzione dei bandi pubblicati per valori fino a 300.000 euro dal 2002 al 2004 sia il maggior ricorso alla trattativa privata.

Dalla scomposizione della spesa per le principali aree di mercato coinvolte, emerge la rilevanza che in Veneto hanno le infrastrutture sociali, soprattutto al confronto con i dati nazionali. In particolare, nel corso del 2004 la spesa regionale ha privilegiato il comparto dell'edilizia (42% della spesa), a svantaggio di quello delle infrastrutture destinate ai trasporti (27%). Nel dettaglio, a favore delle strutture sanitarie e ospedaliere è stato assegnato il 12% della spesa regionale (9% in Italia), così come si evidenzia un potenziamento delle strutture dedicate ad altre necessità primarie, quali la scuola (7% contro il 4% nazionale) o a quelle necessarie per migliorare la qualità della vita, come gli impianti sportivi (4% contro il 2% nazionale).

Per quanto riguarda la tipologia delle opere, la categoria prevalente nel corso del 2004 risulta essere quella degli "Edifici civili e industriali", seguita dalla categoria "Strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, metropolitane, ecc.".




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Note

  1. Con il termine 'prima cintura' si intendono i comuni confinanti con il capoluogo, con il termine 'seconda cintura' si intendono i comuni confinanti con la prima cintura.
  2. Ex D.Lgs. n.461/99
  3. Ex D.P.C.M. 21/09/2001
  4. Ex L.R. n.11/2001
  5. L'estensione stradale considerata è formata da autostrade, strade statali, regionali e provinciali
  6. Media delle merci in ingresso e in uscita
  7. Tonnellate di merci in ingresso e in uscita su strada (media delle merci in ingresso e in uscita) per abitante
  8. Media delle merci in ingresso e in uscita
  9. Tonnellate di merci in ingresso e in uscita per ferrovia (media delle merci in ingresso e in uscita) per 100 abitanti
  10. Percentuale di occupati, studenti e scolari utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto. La popolazione di riferimento sono gli occupati di 15 anni e più, gli studenti fino a 34 anni e gli scolari di scuola materna che sono usciti di casa per recarsi al lavoro, università e scuola. Sono considerati mezzi pubblici: treno, tram, bus, metropolitane, pullman e corriere.
  11. T.e.u.:acronimo di Twenty equality unity, unità di misura utilzzata per il traffico di container con dimensioni standard pari a 20 piedi.

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