13. L'ISTRUZIONE

Inizio Pagina  Il sistema scolastico

Il sistema dell'istruzione, articolato e di particolare complessità, è sicuramente un punto nevralgico della società, in quanto coinvolge diversi ambiti della realtà ed influenza l'intero arco di vita dell'individuo. Basti pensare alla quantità e diversità di persone, adulti e bambini, che ogni giorno ne sono coinvolte: nel Veneto, oltre ai più dei 650 mila ragazzi accolti nelle strutture scolastiche, ci sono altrettante famiglie attente che assistono ed accompagnano i loro bambini nei percorsi formativi. A questi poi si aggiungono tutte le persone che si adoperano per il buon funzionamento del sistema, insegnanti e personale scolastico, ma anche gli Enti locali stessi, i quali assicurano le condizioni di funzionalità logistica adatte per tutti gli studenti mediante adeguati servizi di trasporto, mense, manutenzione, interventi edilizi e tanti altri ancora.

È così che negli ultimi anni questo settore è stato al centro di numerose trasformazioni ed interventi legislativi tesi a promuovere cambiamenti nel panorama dell'offerta didattica, nella riorganizzazione dei percorsi formativi e nel decentramento dell'assetto organizzativo e di gestione. Processi innovativi che hanno introdotto anche elementi di responsabilità ed autonomia delle istituzioni scolastiche, al fine di offrire servizi più adeguati ai diversi contesti locali territoriali in funzione dei specifici bisogni dell'utenza. Una scuola, dunque, sempre più attenta alla partecipazione della famiglia nei percorsi formativi dei ragazzi, più integrata nel territorio, operando anche in collaborazione con enti e associazioni diverse, e maggiormente inserita nel mondo del lavoro e più rispondente ai cambiamenti in atto.

Inizio Pagina  Le scuole

Dalla fine degli anni '90 la rete del sistema scolastico italiano si è assestata in previsione dell'avvio dell'autonomia didattica e da allora non ha subito sostanziali trasformazioni. Nell'anno scolastico 2004/05 le sedi pubbliche venete di erogazione del servizio sono 2.907, pari al 7% del totale nazionale. Si tratta per lo più di scuole primarie, oltre il 50%, percentuale che rispecchia la maggiore quota di popolazione che appartiene alla corrispondente fascia di età (6-10 anni). Il 19% sono poi scuole dell'infanzia, un altro 19% secondarie di I° grado e neanche il 12% superiori, nonostante la percentuale dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni rappresenti circa il 31% della popolazione in età scolastica, in corrispondenza del minor tasso di frequenza in questo ciclo di studi.

Come l'anno precedente, Belluno e Venezia si distinguono, rispetto alle altre province, per la maggiore presenza di scuole dell'infanzia (il 25%). Verona, invece, conta la percentuale più bassa di scuole secondarie di II° grado (appena il 10%), sebbene si allinei alla media regionale per la quota di residenti in età di potenziale frequenza.

Inizio Pagina  La scuola dell'infanzia

La scuola dell'infanzia rappresenta il primo vero approccio di un bambino con il sistema scolastico. In dieci anni nel Veneto gli alunni sono aumentati di oltre il 14% con una frequenza assai più elevata nelle scuole non statali che in quelle statali. La percentuale di alunni iscritti, infatti, alle scuole non statali rispetto alla popolazione target, ossia i residenti con età tra i 3 e i 5 anni, è più del doppio di quella che si registra nelle scuole statali: nel 2003/04 il 71% frequenta una scuola dell'infanzia privata mentre neanche il 33% una pubblica. Complessivamente, considerando il totale degli alunni, tale percentuale supera la soglia del 100% quasi ogni anno, spiegabile tenuto conto che nelle scuole dell'infanzia ci possono essere bambini che non hanno ancora compiuto i 3 anni di età, o bambini non residenti nella regione o che sono stranieri non ancora registrati nelle anagrafi comunali.

Inizio Pagina  Le elementari e le medie

Nell'anno scolastico 2004/05 gli alunni iscritti alle scuole elementari (nota 1) statali del Veneto ammontano a più di 200 mila, corrispondenti all'8% di tutti gli iscritti nelle scuole pubbliche italiane, mentre quelli che frequentano le medie sono più di 123 mila, pari al 7,3% dei relativi iscritti nelle scuole italiane. In entrambi i livelli di istruzione viene scelta principalmente la scuola pubblica ed il grado di partecipazione prescritto, peraltro, dall'obbligo scolastico, misurato dal rapporto tra iscritti e popolazione nelle età previste, 6-10 per le elementari e 11-13 per le medie, risulta totale.

Inizio Pagina  Le superiori

È in aumento anche il livello di frequenza degli studenti veneti delle scuole secondarie superiori, che nel 2003/04 raggiunge ormai un valore superiore all' 87%, oltre 11 punti in più rispetto a dieci anni prima; con riferimento al dato dell'anno scolastico 2004/05 il tasso di frequenza per le scuole statali è pari a quasi l'86%, ben 14 punti al di sopra del dato del 1999.

Anche nell'anno scolastico 2004/05, sebbene in misura minore rispetto all'anno precedente, gli studenti veneti si indirizzano maggiormente ad una istruzione di tipo tecnico o professionale: oltre il 62% degli studenti delle scuole statali, quasi 5 punti al di sopra del valore nazionale; in particolare, il 24% predilige una preparazione di tipo professionale e quasi il 39% di tipo tecnico. A fronte della lieve flessione rispetto al 2003/04 dei frequentanti di questi due tipi di istituti (circa il 2% in meno), cresce, invece, la quota degli iscritti ai licei, principalmente scientifici, e di coloro che intraprendono gli studi magistrali: oltre il 26% studia in un liceo e più del 7% nelle scuole magistrali.

Anche a livello provinciale si predilige sempre un'istruzione di tipo tecnica; nelle province di Padova, Venezia e Verona la seconda scelta si orienta verso un liceo e solo successivamente verso una preparazione di tipo professionale, viceversa nelle altre province.

Inizio Pagina  La presenza straniera nelle scuole

Il rapido aumento del numero degli alunni stranieri iscritti nelle scuole italiane evidenzia non solo come il fenomeno dell'immigrazione sia ormai sempre più stabile e duraturo, ma anche la volontà della popolazione straniera di investire nei propri figli per garantire loro un futuro migliore; questo è reso possibile grazie al facile accesso alle scuole pubbliche italiane e trova conferma anche nella maggiore presenza di stranieri nelle scuole secondarie di II° grado, ovvero quando la frequenza non è più obbligatoria, ma rappresenta una scelta consapevole di proseguire gli studi.

Nell'anno scolastico 2003/04 in Italia sono 282.683 gli alunni con cittadinanza non italiana, pari al 3,5% del totale della popolazione scolastica, percentuale ancora inferiore a quella di altri Paesi d'Europa di più lunga e consolidata tradizione multiculturale, come Svizzera, Germania e Inghilterra. Tuttavia nella scuola italiana il cambiamento è stato più rapido che in altri Paesi (si pensi che dieci anni fa gli alunni stranieri erano poco più di 30.000); da qui anche la maggiore difficoltà a realizzare interventi di sostegno sempre adeguati ed efficaci per facilitare l'inserimento e l'apprendimento dell'alunno straniero. Dato il ruolo essenziale che la scuola gioca nel processo d'integrazione sociale, rimane fondamentale supportare e incrementare l'attività a favore di tali alunni, costruire modelli sempre più strutturati per l'intero sistema scolastico, anche avvalendosi di esperienze internazionali già collaudate.

In Italia la presenza di alunni stranieri è molto diversificata a livello territoriale: la maggiore concentrazione si riscontra nel Nord, in particolare nel Nord-Est, dove gli stranieri partecipano per il 6% alla popolazione scolastica. Nell'anno scolastico 2003/04 il Veneto conta 35.826 alunni con cittadinanza non italiana, 6.500 unità in più rispetto all'anno 2002/2003. Il sistema scolastico veneto accoglie il 12,7% del totale degli alunni presenti a livello nazionale, percentuale che vede la nostra regione al secondo posto dopo la Lombardia (24,2%). La componente straniera incide per il 5,6% della popolazione scolastica, l'1% in più rispetto all'anno prima: è superiore al valore nazionale (3,5%), ma più contenuta rispetto a quanto si verifica in altre regioni, quali Emilia-Romagna (7%), Umbria (6,6%), Marche (5,9%) e Lombardia (5,8%).

La presenza straniera è diversa nei vari ordini di scuola: è maggiore nella scuola primaria, dove il 7,4% dei bambini non ha la cittadinanza italiana, di poco inferiore nella scuola secondaria di I° grado (6,6% dei frequentanti) ed ancor meno nelle scuole dell'infanzia (il 5,9% dei bambini). Alla fine della scuola dell'obbligo l'incidenza si riduce notevolmente: nella scuola secondaria di II° grado si registra, infatti, il 2,6% degli alunni, comunque in aumento rispetto all'anno precedente (1,9%). I ragazzi stranieri che frequentano la scuola superiore prediligono principalmente una preparazione di tipo professionale e tecnica; spicca il dato di Treviso nelle cui scuole professionali oltre il 6% degli alunni ha cittadinanza non italiana.

Come l'anno precedente, Vicenza, Treviso e Verona rientrano tra le prime dieci province italiane per numero di alunni stranieri nelle scuole (rispettivamente 8.693, 8.123 e 7.788). Poco più in giù nella graduatoria si trovano Padova (5.446) e Venezia (3.618), mentre Belluno e Rovigo sono leggermente superiori alle mille unità.

Se Treviso si presenta anche tra le province italiane con la più alta incidenza di alunni stranieri (7,1%), Verona e Vicenza, invece, si contraddistinguono per l'elevata eterogeneità di cittadinanze presenti nelle scuole. E' anche vero che nel complesso il mondo della scuola veneta, come d'altronde l'intera società, appare sempre più diversificato e multietnico: in quasi tutte le province venete sono oramai presenti più di cento nazionalità diverse, in numero maggiore anche rispetto all'anno precedente; a Rovigo e a Belluno resta una maggiore omogeneità culturale.

Il Marocco risulta il Paese più rappresentato nelle scuole in quattro delle province del Veneto: a Verona, Belluno, Treviso e a Rovigo, una novità per quest'ultima provincia che l'anno precedente vedeva maggiormente rappresentata l'Albania, stato estero che continua invece ad essere il più diffuso nel veneziano. Jugoslavi e rumeni rimangono ancora i più presenti rispettivamente a Vicenza e a Padova.

La distribuzione degli alunni stranieri per continente di provenienza rimane pressoché invariata rispetto all'anno precedente: complessivamente nel Veneto oltre il 50% degli alunni stranieri proviene da Paesi Europei, di cui il 49% non appartenenti all'UE, il 28% dall'Africa, quasi il 15% dall'Asia e meno del 7% dall'America.

La presenza straniera nelle scuole è diffusa su tutto il territorio, interessando non solo le scuole dei comuni capoluogo, ma anche quelle di altri comuni a conferma che i poli di attrazione non sono solo le grandi città ma anche le piccole città e i paesi: ad esempio, a Treviso l'incidenza degli alunni stranieri nel capoluogo è inferiore di due punti percentuali rispetto a quella che si trova negli altri comuni. Così nelle altre province, fatta eccezione per Padova.

Inizio Pagina  Gli iscritti e gli immatricolati nelle università

Anche per quest'anno si evidenzia l'andamento crescente del tasso di scolarità nelle università, della quota di immatricolati, nonché del numero di laureati, indici di performance che dipingono il sistema universitario veneto in continuo miglioramento, sviluppo fondamentale per innalzare la capacità innovativa di regioni e Paesi e che trova sostanziale fondamento in una più consistente presenza di capitale umano altamente qualificato.

Il sistema universitario veneto, nel vivo dell'attuazione della riforma degli ordinamenti didattici, è caratterizzato da dinamiche positive in termini di attrattività.

Nell'anno accademico 2003/04 la popolazione universitaria continua a crescere; in particolare, dopo il calo delle iscrizioni che gli atenei veneti hanno subito a partire dall'anno accademico 1996/97, negli ultimi tre anni si assiste ad una progressiva ripresa.

I nuovi ingressi nel sistema - gli immatricolati - continuano a crescere, tant'è che nel 2003/04 la quota (intorno alle 20.700 unità) supera del 4% il dato dell'anno precedente e di ben il 19% quello dell'anno accademico 1999/00, probabilmente attratti anche da corsi più brevi e maggiormente professionalizzanti strutturati a seguito della recente riforma, la cui attuazione ha cambiato decisamente il panorama dell'offerta formativa.

Fenomeno ancor più rilevante, se si pensa che tale crescita avviene a fronte di una diminuzione del numero di diciannovenni veneti, ossia di chi prevalentemente si immette nel sistema per la prima volta; per cui il rapporto tra gli immatricolati e i ragazzi di 19 anni aumenta dal 39% del 1999 al 49% del 2003, riflesso sicuramente anche di una maggiore volontà che famiglie e ragazzi hanno di investire nell'istruzione per garantirsi un futuro migliore.

Nel 2003/04 gli immatricolati negli atenei veneti rappresentano il 19,5% degli iscritti totali e risultano prediligere ancora una volta gli studi di tipo umanistico, dato che il 13% dei nuovi ingressi si concentra nella facoltà di Lettere e Filosofia. Molti però sono anche coloro che iniziano gli studi di Medicina e Chirurgia ed Economia (ciascuna disciplina scelta dal 12,4% del totale degli immatricolati); anzi negli anni più recenti, proprio queste due facoltà vedono crescere la propria attrattività, registrando un incremento di immatricolati rispetto all'anno accademico 1999/00 pari al 45% per Medicina e Chirurgia e al 35% per Economia, mentre nello stesso arco di tempo la facoltà di Lettere e Filosofia riesce a richiamare appena il 2% in più di matricole. Viene così a ridursi il divario tra studi umanistici ed altri percorsi disciplinari, mentre tempo addietro la facoltà di Lettere e Filosofia primeggiava su tutte le altre.

Considerando la totalità degli iscritti, nel corso dell'anno accademico 2003/04 oltre 106 mila ragazzi frequentano le università venete, ossia oltre il 26% dei giovani tra i 19 e i 26 anni di età, quando, invece, dieci anni prima solo il 19% sceglieva di proseguire gli studi dopo la scuola superiore, a conferma della crescente volontà dei giovani di innalzare i propri livelli di istruzione.

La facoltà con più iscrizioni è Lettere e Filosofia, oltre il 14% del totale iscritti, sebbene nel giro di pochi anni abbia perso di attrattività; continuano, invece, a suscitare più interesse in questi anni le facoltà di Scienze della Formazione, Medicina Veterinaria, Medicina Chirurgia e Agraria. Nonostante una lieve flessione, Economia e Ingegneria rimangono facoltà di punta, assorbendo ciascuna più del 10% degli iscritti nel Veneto.

Inizio Pagina  I laureati

Il raggiungimento del termine del corso di studi di terzo livello ha sempre costituito una forte criticità del sistema universitario italiano, ma negli anni recenti importanti segnali di miglioramento si sono evidenziati attraverso il continuo aumento del numero di laureati, soprattutto in proporzione al numero di iscritti.

In dieci anni il Veneto ha più che raddoppiato il suo contingente di laureati (da poco meno di 7.800 a oltre i 18.000), passando da una percentuale di laureati su iscritti del 7% nel 93/94 all'oltre 17% dei giorni nostri. Nel 2003/04, inoltre, su 100 giovani che si immettono nel sistema per la prima volta ben 87 sono quelli che ne escono con esito positivo, contro un valore che si aggirava intorno ai 70 ragazzi quattro anni prima, a conferma di migliori prestazioni non solo degli studenti, ma anche degli stessi atenei, sempre più attenti a seguire i ragazzi nel corso della loro vita accademica e a condurli fino alla laurea, e di una consapevolezza sempre più radicata nella nostra cultura sociale che livelli di istruzione più elevati si traducono in vantaggi nella ricerca del lavoro e generano benefici salariali.

Complessivamente tutte le facoltà presentano un incremento di laureati rispetto a due anni prima, fra le altre spicca il valore più che raddoppiato della facoltà di Medicina e Chirurgia, che tra l'altro genera il numero più alto di laureati, assimilandone il 16% del totale, e lo scarso aumento, pari a meno del 3%, di Ingegneria.

Inizio Pagina  Gli iscritti e i laureati per sesso

Focalizzando l'attenzione sui dati aggiornati al 2003/04 per gli iscritti e all'anno solare 2003 per i laureati, emerge complessivamente una più elevata presenza femminile: il 60% degli immatricolati, 5 punti percentuali al di sopra del valore a livello nazionale, oltre il 58% della totalità degli iscritti e più del 62% le donne laureate nel 2003, evidenziando quindi anche una maggiore probabilità di successo rispetto ai maschi. Tale maggiore partecipazione femminile potrebbe trovare spiegazione nel fatto che i maschi dopo aver conseguito il diploma superiore trovano lavoro con più facilità delle donne, anche se un elemento che ancora influisce sul ritardo delle iscrizioni maschili è quello della leva militare.

Scienze della Formazione, Psicologia e Lingue e Letterature Straniere contano una partecipazione femminile che supera addirittura l'80% sia del totale iscritti che del totale laureati; Ingegneria rimane una facoltà prettamente maschile registrando 86 studenti ogni 100 iscritti.

Inizio Pagina  La provenienza geografica

Nel processo di riorganizzazione in cui l'Università italiana si trova coinvolta, un aspetto importante da considerare è quello della provenienza degli iscritti, la cui analisi contribuisce allo sviluppo di una programmazione adeguata ed efficace delle esigenze a cui ogni singola sede deve provvedere dal punto di vista dei servizi ed interventi destinati in favore degli studenti.

Nell'anno accademico 2003/04 il 79% degli iscritti negli atenei veneti sono residenti nella Regione, nello stesso comune della sede universitaria o in altri comuni veneti, la quota rimanente si suddivide tra un 18% di ragazzi che vengono da fuori Veneto e il 2,8% di stranieri. L'ateneo che sembra attrarre maggiormente i giovani di altri Paesi è quello dell'Università degli Studi di Padova che assorbe oltre il 64% del totale stranieri che decidono di studiare nei nostri atenei. Dal punto di vista della distribuzione percentuale degli iscritti per ogni singolo ateneo, l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia si distingue per la quota proporzionalmente più elevata di stranieri inseriti nelle sue sedi (3,5%).

Nel corso degli ultimi anni tra i frequentanti iscritti nei nostri atenei rimane pressoché invariata la percentuale di chi non risiede nella regione, mentre viene a modificarsi la composizione di provenienza geografica: da un lato il numero di studenti con cittadinanza non italiana attratti dai nostri corsi di studio è quasi raddoppiato in soli quattro anni, dall'altro diminuisce la quota dei residenti fuori regione facilmente spiegabile con la maggiore distribuzione territoriale delle sedi didattiche, tanto da non costringere più il giovane studente a lunghi spostamenti.




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Note

  1. Per tutti gli ordini di istruzione nell'anno scolastico 2004/05 si fa riferimento solo ai dati delle scuole statali in quanto quelli delle scuole non statali non sono ancora disponibili.

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I dati elaborati dall'Ufficio di Statistica della Regione Veneto sono patrimonio della collettività; si autorizza la riproduzione a fini non commerciali del presente materiale con la citazione della fonte "Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale".