I dati del Censimento dell'industria, servizi ed istituzioni del 2001 rappresentano la fonte ufficiale più recente per analizzare la struttura del settore commerciale nelle sue componenti dell'ingrosso e del dettaglio a cui si aggiunge, al fine di fornire un quadro regionale più completo, il settore che comprende: alberghi, campeggi e altri alloggi per brevi soggiorni, ristoranti e bar.

Le unità locali del Veneto nel settore sono 135.875, il 31% del totale, e occupano un numero di addetti pari al 20% del totale regionale.

L'incidenza maggiore di unità locali è del commercio al dettaglio (40,7%) seguito da quello all'ingrosso (32,1%) e dagli alberghi, ristoranti e bar (17,9%); questa situazione si ripropone anche per gli addetti, in relazione ai quali, però, cresce di sei punti la percentuale della ristorazione.

La dimensione media regionale delle unità locali (2,8 addetti) denota una certa variabilità, si passa infatti da 2,5 addetti nel commercio all'ingrosso e un 2,6 nel commercio al dettaglio a 3,7 per gli alberghi e ristoranti.

La distribuzione delle unità locali denota una situazione diversificata tra le province venete, testimoniando il grosso divario che esiste tra il blocco omogeneo formato dalle cinque province centrali e quelle di Belluno e Rovigo. Si passa infatti da Padova, che detiene la più alta percentuale (oltre il 20%) sia per il numero di unità locali che di addetti, subito seguita da Venezia, Verona, Vicenza e Treviso, a incidenze del 4-5% delle altre due province sopracitate.

Tale squilibrio si manifesta anche nella variazione evidenziata dai dati censuari del 2001 rispetto a quelli del 1991. Rovigo e Belluno, quest'ultima in misura molto più importante, sono le uniche due province ove c'è stata una diminuzione sia delle unità locali che degli addetti nel comparto produttivo studiato. Tra le variazioni positive delle altre province emergono Padova, con un incremento delle unità locali pari a 11,6%, e Venezia, per il netto aumento degli addetti, +12%. Nel complesso il Veneto rileva un incremento del 3,7% per le unità locali e 6,2% per gli addetti. A fronte di questo dato positivo si registra una notevole flessione delle imprese artigiane del comparto, superiore al 25%, e conseguentemente dell'occupazione, variazione dovuta, probabilmente, ad una ristrutturazione del settore con la fuoriuscita di artigiani anziani.

Il dato fornito da Infocamere relativo alle unità locali attive, del comparto commercio e ristorazione, nel 2003 e iscritte nei registri camerali del Veneto, rileva una considerevole consistenza numerica, l'83% della quale è costituita da operatori del settore commercio. Anche se tale fonte, data la natura amministrativa dei dati raccolti, non è immediatamente confrontabile con il dato censuario Istat, si evidenzia comunque un trend positivo di crescita negli ultimi anni.

I dati dell'occupazione hanno risentito, invece, della congiuntura sfavorevole del 2003; dall'indagine Istat sulle forze di lavoro emerge, rispetto al 2002, un calo degli occupati nel commercio dello 0,6%, imputabile alla componente maschile. Il fenomeno è analizzato più dettagliatamente nel capitolo dedicato al Lavoro.

Per quanto riguarda la consistenza della grande distribuzione, dall'indagine del Ministero Attività Produttive, si evidenzia per la nostra regione una tendenza all'aumento in linea con quella nazionale.

I grandi magazzini passano da 58 nel 1998 a 78 nel 2002 (+34,5%), con un incremento in termini di superficie di vendita del 38,3% e di addetti del 36,6%.

I supermercati alimentari sono, nel 2002, 857, con un incremento del 18,2% rispetto al '98; più bassa risulta invece la crescita della relativa superficie di vendita, +9,3%, e degli addetti, +14,5%.

Gli ipermercati nel Veneto sono in costante forte aumento: nel '98 erano 19, nel 2002 sono 55 (+189,5%), raddoppiano la superficie di vendita e quasi triplicano l'occupazione.

Rimane, invece, sostanzialmente immutata, dall'analisi dei dati riferiti agli ultimi cinque anni disponibili, la situazione delle strutture cash and carry che nel 2002 sono 27 e rappresentano il 9,5% del totale nazionale.

I dati di flusso del Ministero delle Attività Produttive riguardanti le nuove autorizzazioni per aperture di tutti gli esercizi al dettaglio in sede fissa denotano, per gli ultimi tre anni a disposizione, un complessivo trend di crescita in termini di unità. Per quanto riguarda invece la nuova superficie di vendita autorizzata a livello di singola tipologia: esercizi di vicinato, medie strutture e grandi strutture di vendita (nota 1) si assiste nel 2002, ad un contenimento dell'incremento rispetto a quello avvenuto invece nell'anno precedente.

Nell'anno 2002 si contano su tutto il territorio regionale 10.480 esercizi di commercio ambulante, comprensivo anche di altre forme speciali di vendita; di questi il 56,7% sono esercizi ambulanti a posteggio fisso, mentre sfiorano il 20% quelli a posteggio mobile. In Veneto sono 367 gli esercizi che effettuano vendita per corrispondenza, 540 quelli presso il domicilio e 186 per mezzo di distributori automatici.

Gli impianti che erogano carburanti sono, nel 2002, 1.863 di cui 1.826 stradali. Sulla base della normativa vigente e della politica regionale attuata nel settore, relativa ad una ristrutturazione della rete distributiva, alla delocalizzazione dei distributori nelle aree periferiche dei grossi centri abitati e all'incremento dei requisiti qualitativi e di sicurezza per le autorizzazioni all'apertura, si è assistito dal 1996 al 2002 ad una diminuzione del 19,6% del numero di impianti. In controtendenza si è registrato un aumento del 5,5% del carburante erogato (benzina, gasolio e gpl), di conseguenza l'erogato medio per distributore è aumentato del 31,3%; tale incremento è risultato sostenibile solo a fronte del potenziamento generale delle caratteristiche degli impianti di distribuzione.