11. R&S e Innovazione

Inizio Pagina  La spesa

In Italia il quadro della spesa per R&S, considerata una dei principali target delle politiche comunitarie, si colloca nell'ambito di una generale debolezza del sistema europeo. Il nostro Paese ha una quota di spesa pari a poco più dell'1% del PIL, appena la metà della media UE, e pari a un terzo fissato dall'Unione come obiettivo da raggiungere entro il 2010. Il livello di sviluppo raggiunto nel Veneto sconta questo ritardo, ma i dati evidenziano una situazione densa di elementi di sviluppo per gli anni successivi. Il periodo tra il 1998 ed il 2001 mostra una crescita generale degli investimenti a livello europeo, nazionale nonché nel Veneto, che emerge con una variazione più che positiva, 35,5%, contro il 22,5% ed il 18,6% rispettivamente dell'UE dei 15 e dell'Italia.

Tale trend è confermato anche analizzando la variazione dell'incidenza della spesa nel settore R&S in rapporto al PIL: il Veneto si attesta ancora in vetta alla graduatoria con il 19,6% di variazione positiva, contro l'incremento del 5,6% registrato per l'UE15 e il 4,3% dell'Italia.

Disaggregando la spesa tra i vari settori istituzionali, emerge nel Veneto una contrazione per la Pubblica Amministrazione (-5,3%), che invece si espande (+7,7%) a livello nazionale. Per i settori Università ed imprese, il Veneto registra invece incrementi ben superiori a quelli nazionali. Infatti il settore delle imprese, nei quattro anni considerati, ha visto crescere la spesa in R&S addirittura del 60,6%, valore ben superiore a quello nazionale (20,4%), con la conseguenza di ridurre il gap della nostra regione. Da evidenziare come l'incidenza sul totale della spesa, per quanto riguarda il settore imprese, sia molto aumentata passando dal 42,6% al 50,5%. Questo dato ci dimostra come nel Veneto sia già ampiamente intrapresa la strada dell'innovazione, che, soprattutto nel mondo imprenditoriale e produttivo, si radica attraverso un percorso di crescita degli investimenti in questo settore. Va per altro sottolineato che la Pubblica Amministrazione ha comunque un ruolo determinante nel finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo svolte da imprese e università. A livello nazionale, nel 2001, risulta infatti che la Pubblica Amministrazione abbia finanziato il 55% del totale degli investimenti.

E' da dire che l'attività di R&S tende a concentrarsi laddove la produzione è più efficiente per motivi tecnologici, ovvero dove vi sono più risorse necessarie per l'attività di innovazione. Da uno studio realizzato dalla Banca d'Italia (nota 1) si desume che il Paese con il più elevato grado di sviluppo può essere quello che più probabilmente ha un settore R&S più sviluppato e tende a trasferire all'estero la produzione di beni finali. E' da rilevare che nel Veneto la quota di macchinari, quindi i cosiddetti beni strumentali, sul valore totale dell'export, è sostanzialmente aumentata passando dal 20,6% del 1993 al 22,4% del 2003, allineandosi con il valore nazionale che nel 2003 si è portato al 22,3%, partendo invece da una situazione più favorevole (23,5%). Ciò denota una evoluzione della filiera del distretto veneto da produttore di beni finali a produttore di beni strumentali.

Inizio Pagina  Gli addetti

Aumentano anche gli addetti che si occupano di R&S. Il Veneto presenta ancora un rapporto addetti/popolazione inferiore a quello nazionale (1,98 contro 2,7) ma la variazione rispetto all'anno precedente, così come avvenuto per la spesa, è ben superiore a quella nazionale (+13,9% contro +4,0%).

In particolare si evidenzia come, per il settore delle Pubbliche Amministrazioni, il capitale umano addetto alla R&S aumenti nel Veneto del 27,2% quando diminuisce in Italia del 4,7%, segno della trasformazione in atto derivante dalle innovazioni istituzionali ed amministrative che stanno portando a sempre più profonde revisioni organizzative all'interno degli enti, per dare maggiore impulso a questo settore.

Inizio Pagina  La BPT

La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia (BPT) registra i flussi di incassi e pagamenti riguardanti le transazioni di tecnologia non incorporata in beni fisici (disembodied technology), nella forma di diritti di proprietà industriale e intellettuale, come brevetti, licenze, marchi di fabbrica, know-how e assistenza tecnica. I flussi registrati nella BPT rappresentano un indicatore dell'input di tecnologia (i pagamenti) e dell'output (gli incassi).

Lo schema di presentazione della BPT per il 2002 segue quello dei sei anni precedenti, allorché era stato adeguato agli standard previsti in ambito internazionale, in particolare dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Gli andamenti dei flussi di input ed output suddivisi per settore (nota 2) mostrano come in Veneto il saldo globale nel 2002 sia ancora negativo ma con segnali di miglioramento; risultano comunque positivi i saldi relativi sia ai servizi di ricerca e sviluppo (+ 12,5 milioni di euro), sia ai servizi con contenuto tecnologico.

Suddividendo la BPT per area geografica si osserva dal 2001 al 2002 nel Veneto una diminuzione del debito verso l'UE ed una riduzione dei saldi positivi nei confronti degli USA. L'Italia invece presenta un andamento molto differente all'interno del quale si registra comunque una forte diminuzione del saldo negativo verso l'UE 15 e verso gli USA nonché un saldo positivo nei confronti degli altri Paesi del resto del Mondo.

Inizio Pagina  I brevetti

Nell'ambito brevetti il Veneto e l'Italia risultano entrambi in ritardo rispetto all'Unione Europea, anche se il numero di brevetti per milione di abitanti pone la nostra regione al di sopra del dato nazionale, con 110 brevetti per milione di abitanti nel 2001 (ultimo anno disponibile) nel Veneto, a fronte di 75 in Italia.

Nel settore dei brevetti hi-tech aumenta il nostro divario con l'Unione Europea, anche se si evidenzia un miglioramento negli ultimi anni. Si passa infatti dai 2,2 brevetti per milione di abitanti del 1998 ai 4,8 del 2001 nel Veneto, e dai 5,4 ai 6,5 in Italia.

I brevetti orientati verso i servizi e, in particolar modo, quelli dell'ambito delle necessità umane e delle tecniche dell'industria dei trasporti, risultano dominanti a livello regionale (32,2% e 24,9%). La stessa considerazione può essere fatta anche per il contesto nazionale, mentre nell'ambito europeo, pur risultando tra le più attive le due suddette classi, vanno segnalati valori piuttosto elevati anche per l'elettricità che si colloca al secondo posto con 30,3 brevetti per milione di abitanti, per la fisica (26,8) e per la chimica (23).

Svolgendo la stessa analisi relativa ai brevetti hi-tech emerge che, sempre con riferimento al 2001, nel Veneto la classe brevettuale prevalente è quella dell'Information Technology con 2,4 brevetti per milione di abitanti. Sempre nello stesso ambito, la seconda classe in termini di importanza nel Veneto risulta essere quella dei brevetti sulle attrezzature commerciali automatizzate con 1,6 brevetti per milione di abitanti.

Inizio Pagina  La ICT

L'evoluzione dell'Information & Communication Technology (ICT), quale strumento di automazione gestionale ma soprattutto di relazione e comunicazione con l'esterno è in questo documento oggetto di analisi per quanto riguarda il mondo imprenditoriale del Nordest (nota 3).

In particolare l'analisi riguarda l'utilizzo della ICT nelle imprese con almeno 10 addetti.

Il 95% delle imprese del Nordest possiede un personal computer, e si può quindi affermare che tale strumento sia ormai quasi totalmente diffuso. Il valore è secondo solo all'area del Nord-Ovest (95,8%) e comunque superiore alla media nazionale che si attesta sul 94,6%.

Più del 40% degli addetti utilizza il pc almeno una volta alla settimana, mentre quelli che sono anche collegati ad Internet sono il 22%, valori entrambi leggermente inferiori rispetto al dato nazionale.

Rispetto all'anno prima vi è un incremento dell'8,4% nel numero di addetti che utilizza il pc contro la variazione del 4,8% a livello nazionale. L'incremento è ancora più evidente per gli addetti che oltre ad usare il pc sono anche connessi in rete (Nordest +26%, Italia +16,3%).

Tra le aziende informatizzate e connesse ad internet si osserva un progressivo passaggio dal modem analogico al sistema a banda larga. Per il 2003 il sistema di connessione più utilizzato risulta ancora la linea ISDN che, nell'area del Nord-Est, copre il 47,2% del totale a fronte di una quota del 61,7% del 2002, seguito dai sistemi a banda larga che passano dal 17,8% al 37,5%. Internet risulta ancora poco utilizzato per effettuare acquisti/vendite on-line. Infatti la percentuale di aziende che effettua transazioni via internet sul totale delle aziende utilizzatrici della rete risulta pari al 10,4% nel Nord-Est, valore comunque superiore alla media nazionale che si ferma al 9,8%.

Degno di segnalazione l'uso consistente da parte delle imprese del Nordest dei servizi offerti via internet dalla Pubblica Amministrazione (65,1%).

Inizio Pagina  e-government

Quest'ultimo dato è coerente, d'altra parte, con i profondi processi di cambiamento che a partire dagli anni novanta hanno interessato il modo di operare, l'assetto organizzativo e l'ambito di competenze dell'intero universo della pubblica amministrazione, ed hanno sempre trovato nell'amministrazione regionale una pronta risposta ed un impegno concreto nel recepire le prescrizioni o le indicazioni contenute nelle riforme. In particolare, la Regione ha cercato di dare la più ampia attuazione alle istanze relative ad una modernizzazione del modo d'intendere i reciproci rapporti tra Amministrazioni e quelli tra Amministrazione e cittadini. Il solco tracciato dalle norme statali in tema di decentramento delle funzioni amministrative è stato pertanto seguito con una nutrita normativa locale, perseguendo con successo l'obiettivo di portare sul territorio la gestione di funzioni e l'erogazione di servizi in modo più efficiente.

L'innovazione amministrativa si è peraltro sempre sviluppata con quella tecnologica, in quanto lo strumento elettronico, per capillarità di diffusione, facilità di accesso, velocità e versatilità rappresenta uno dei fondamentali fattori strategici delle politiche di decentramento e semplificazione dell'azione degli Enti pubblici.

Da queste premesse hanno preso il via i piani di e-government che coinvolgono direttamente Regioni ed Enti Locali nella realizzazione di numerosi progetti, volti ad approntare una rete di strumenti al servizio dei cittadini. Le azioni riguardano principalmente la creazione di reti telematiche regionali, di sportelli telematici per l'accesso alle informazioni e per l'interazione di uffici, la predisposizione di banche dati, portali e archivi informatici in grado di soddisfare le esigenze di un'utenza costituita sia da cittadini che da imprese.

In particolare, per quanto riguarda la Regione Veneto, è stato avviato nel corso del 2002 un progetto volto allo Sviluppo dei servizi telematici connessi allo Sportello Unico per le Attività Produttive e all'Edilizia Privata (SUAPED). Esso prevede la realizzazione di uno sportello unico telematico che consentirà a cittadini ed imprese di trasmettere le richieste di avvio pratica, ricevere autorizzazioni ed altri atti dell'Amministrazione, reperire informazioni e normativa di settore e scaricare modulistica. E' previsto anche il supporto di un call-center per l'utilizzo del sistema. Dopo una fase di sperimentazione iniziale che coinvolgerà solo alcune Amministrazioni, si prevede di rendere accessibile il sistema a tutti i Comuni del Veneto.

Relativamente a questa tematica, si evidenzia l'incremento del 34,3%, avvenuto nel Veneto dal 2001 al 2002, di sportelli unici informatizzati per le imprese.

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