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Mortalità in Veneto a marzo 2020

Tra gli effetti più drammatici della pandemia da Covid-19, che ha colpito il nostro Paese a partire dalla fine di febbraio, c’è sicuramente l’aumento dei decessi, che registra picchi particolarmente elevati in alcune province del Nord Italia, più colpite dalla diffusione del virus, e, in generale, nella popolazione anziana.
Secondo quanto riportato dalla Sorveglianza Nazionale integrata Covid-191, il Coronavirus ha provocato la morte di 511 persone in Veneto dal 20 febbraio al 31 marzo2. Il dato si riferisce ai soli casi di persone decedute dopo una diagnosi microbiologica di positività al virus e fornisce una misura parziale dell’effettiva mortalità dovuta alla diffusione del virus.
I dati sui decessi per specifiche cause di morte, al momento non ancora disponibili per il 2020, consentiranno di valutare meglio l’impatto dell’epidemia sulla mortalità della popolazione, perché riferiti anche ai decessi di persone non sottoposte al test ma certificate dai medici sulla base di una diagnosi clinica di Covid-19 (che ora non sono conteggiate nella sorveglianza).
Ad oggi si dispone della stima del numero totale dei decessi nei primi mesi dell’anno, non distinti per causa di morte, e dal confronto con i decessi degli anni precedenti emerge chiaramente un eccesso di mortalità nel mese di marzo, di cui i morti rilevati dalla Sorveglianza Nazionale sono solo una parte. Un dato grezzo, ma che consente di fare già dei ragionamenti, in attesa di dati più raffinati.
L’eccesso di mortalità registrato non è attribuibile completamente alla mortalità di individui con diagnosi confermata, ma comprende probabilmente anche: un’ulteriore mortalità associata a Covid-19 e riferita ai decessi in cui non è stato eseguito il tampone, una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi come conseguenza della malattia scatenata dal virus in persone non testate) e una quota di mortalità indiretta non correlata al virus, causata, ad esempio, dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette.

I primi dati sulla mortalità del 2020, prodotti congiuntamente dall’Istat e dall’Istituto Superiore di Sanità, si riferiscono ai decessi registrati nelle anagrafi comunali nei primi tre mesi del 2020. Non sono esaustivi, ma hanno un buon grado di completezza: per il Veneto i dati si riferiscono a 490 dei 563 comuni (87%), coprendo una popolazione pari all’87,2% dei residenti, a livello nazionale la copertura è dell’86,9% dei comuni e dell’86,4% della popolazione3 .  
Considerando la mortalità nel primo trimestre dell’anno rispetto al dato medio nello stesso periodo nell’ultimo quinquennio (2015-2019), in Veneto, come in Italia, nel mese di marzo si osserva una “rottura” delle tendenze alla diminuzione della mortalità ravvisabile a inizio 2020: se a gennaio e febbraio i decessi erano in calo rispetto al quinquennio precedente (-3,6%), a marzo tornano a crescere (+24,3%), registrando 941 morti in più.
L’aumento si registra in tutte le province del territorio, in modo più intenso a Treviso (221 decessi in più, pari a una variazione del 32,4%) e a Verona (+231 morti, +30,6%).
A livello medio nazionale l’incremento nel mese di marzo è del 49,4% (contro una riduzione dei decessi del 6,6% nei mesi gennaio e febbraio). La Lombardia è la regione più colpita, con un aumento dei morti del 186% e punte drammaticamente elevate in alcune province, come Bergamo (+568%), Cremona (+391%), Lodi (+370%) e Brescia (+290%).



L’eccesso di mortalità di marzo 2020 è più accentuato negli uomini e nella popolazione anziana. In Veneto l’incremento dei decessi è del 28% per gli uomini e del 21% per le donne, percentuali che salgono rispettivamente al +32% e +22% se consideriamo la popolazione di almeno 65 anni.
L’incremento più alto si osserva per gli uomini di 85 anni o più (+39,5%), segue la classe di età 75-84 anni (+33,3%). Nelle donne si mantiene più contenuto in tutte le classi di età.






  1. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dal 28 febbraio coordina un sistema di sorveglianza che integra a livello individuale i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e Provincie Autonome e dal Laboratorio nazionale di riferimento per SARS-CoV-2 dell’ISS
  2. I dati sono in continua fase di perfezionamento. Pertanto si è scelto di limitare il periodo di riferimento al primo trimestre del 2020 in modo che l’analisi dell’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente sia effettuata su dati il più possibile consolidati
  3. I dati del mese di aprile ad oggi disponibili sono riferiti solo al 56% dei comuni italiani e al 68% dei comuni in Veneto.