Nel contesto di una concorrenza sempre più intensa tra le piazze economiche quali luoghi d'insediamento per imprese e personale ad alta qualificazione, cresce l'importanza per una regione di identificare la propria posizione competitiva in campo internazionale al fine di garantire il proprio sviluppo economico futuro. Permettendo di confrontare diverse regioni sulla base di indicatori di vario tipo, il benchmarking regionale si rivela uno strumento adatto a questo scopo.
In questo capitolo viene messa a confronto l'economia regionale del Veneto con quella dell'Italia, dell'Europa occidentale
(Nota 2) e di altre 12 regioni economicamente forti al fine di definire la sua posizione competitiva a livello internazionale e di identificarne le debolezze e i punti di forza nonché eventuali rischi ed opportunità (Analisi SWOT).
Si è scelto appositamente di effettuare un benchmarking con dei parametri di confronto che risultassero tra le economie più performanti in Europa perché consapevoli delle potenzialità della struttura economica della nostra regione e per poter trasformare le criticità in strumenti su cui lavorare per poter migliorare la competitività veneta nel mondo.
Innanzitutto si definisce competitiva in campo internazionale una regione che presenta un andamento economico positivo (Performance), che si dimostra attrattiva per imprese e capitale umano (Attractiveness) e caratterizzata da una struttura economica all'avanguardia (Structural Potential). La performance economica regionale viene valutata attraverso gli indicatori PIL pro capite, crescita del PIL e variazione dell'occupazione. La capacità attrattiva di una regione viene approssimata attraverso fattori quali il carico fiscale, l'accessibilità, l'attività innovativa e la regolamentazione dei mercati. Infine, combinando informazioni sul potenziale di crescita dell'attuale composizione settoriale (Industry Structure Potential), sulla produttività dei settori esposti alla concorrenza internazionale (Capacity to Compete) e sul quadro politico (Political Structure Potential), lo Structural Potential Index permette di disegnare il potenziale di crescita futuro dell'economia regionale. Sulla base di questi tre indici di Bakbasel viene valutata la competitività internazionale presente e potenziale del Veneto.
(Figura 9.1)
Dal confronto internazionale emerge una grande eterogeneità, sia per quanto concerne il livello della concorrenzialità regionale sia per quanto riguarda la sua composizione in termini di punti di forza e punti di debolezza.
La Performance regionale veneta risulta nella media, sostenuta da un PIL pro capite superiore alla media europea, ma frenata da una crescita media del PIL nel periodo 2000-2010 più debole rispetto a quella delle altre regioni benchmark e dell'Europa occidentale.
L'Attractiveness del Veneto è nella media dell'Europa occidentale, favorita da una buona accessibilità e allo stesso tempo frenata dalla forte imposizione fiscale, così come per le altre regioni italiane, un'eccessiva regolamentazione del mercato dei beni e una minor produzione nella ricerca universitaria, se confrontata con quella delle regioni benchmark.
I risultati delle regioni italiane rispetto lo Structural Potential Index sono più critici, in quanto nella sua costruzione influiscono negativamente soprattutto il basso grado di decentralizzazione amministrativa, elemento che non ricade tuttavia nella sfera d'influenza della regione. Tra i fattori che sono invece influenzabili a livello regionale si annovera la composizione della base d'esportazione del Veneto, la quale è composta principalmente da settori industriali che registrano una produttività inferiore alla media dell'Europea occidentale, così come da comparti fortemente esposti alla concorrenza di prezzo con Paesi che dispongono di manodopera a basso costo (ad esempio, industria tessile). Gli stessi, d'altro canto possono diventare una buona opportunità per il Veneto se basati su una produzione di alta qualità non paragonabile ai prodotti provenienti dai paesi a basso costo di manodopera.
Sempre da un punto di vista settoriale, il comparto della meccatronica e metalli rappresenta un'altra potenziale opportunità per la regione, in quanto, anche se evidenzia una produttività inferiore alla media europea (2010), si riconferma in Europa occidentale tra i settori con il più alto potenziale di crescita, anche per gli elevati flussi di export che genera.
(Figura 9.2)
In riferimento alle opportunità che si presentano in Veneto per lo sviluppo futuro della propria economia regionale, dall'osservazione complessiva dei risultati ottenuti nell'ambito di questo benchmarking internazionale si delinea quale requisito fondamentale l'investimento in attività innovative e nella ricerca e nell'educazione ad alto livello per migliorare la propria attrattività per talenti e imprese.
Entrando nei particolari, da questo confronto, il Veneto emerge come una regione benestante, con un reddito pro capite superiore sia alla media italiana che europea e con una crescita media del PIL più dinamica rispetto a quella dell'Italia e della maggior parte delle regioni benchmark della penisola (nel periodo 2000-2010). Il PIL veneto, trainato nell'ultimo decennio esclusivamente dalla crescita della popolazione, risulta però aver subito un rallentamento a partire dal passaggio al nuovo millennio, lasciandosi alle spalle il dinamismo economico che ha caratterizzato gli anni Novanta e che ha permesso a questa regione di essere annoverata tra le potenze industriali dell'epoca. Da allora l'economia regionale veneta ha rallentato la sua corsa rispetto allo sviluppo economico medio dell'Europa occidentale, impennatosi durante i primi anni Duemila, causando l'aprirsi di un divario di crescita che fino ad oggi non si è ancora attenuato. Principale responsabile di questo gap risulta essere la differente evoluzione della produttività, la quale ha segnato un calo in Veneto nell'ultimo decennio frenandone la Performance economica, mentre ha mostrato un incremento deciso e un importante contributo alla crescita in Europa occidentale.
L'analisi della capacità innovativa di una regione e dell'attrattività da essa esercitata su imprese e capitale umano, due fattori strettamente collegati fra loro, vanno a completare l'immagine riguardante l'andamento economico regionale registrato in Veneto negli ultimi dieci anni. L'Attractiveness Index 2010 mette in luce un Veneto meno attrattivo sia dal punto di vista della produzione della ricerca universitaria, calcolata rispetto all'indice di Shanghai, sia da quello dell'imposizione fiscale per persone giuridiche e fisiche, senza tenere in considerazione il corrispettivo in termini di infrastrutture e servizi pubblici. Nonostante il Veneto possa trarre vantaggio dalla sua posizione geografica strategica rispetto all'Europa e con accesso al mare, al fine d'imporsi come sito d'insediamento attraente su scala globale, si presenta ancora poco raggiungibile soprattutto a livello intercontinentale e subisce l'assenza di una metropoli di richiamo internazionale che possa agire da polo d'attrazione. Se i talenti e le imprese locali vengono attirate altrove e il richiamo regionale verso l'estero è debole per compensarne la fuga, vengono a mancare i presupposti dell'innovazione e della produttività. Del resto, l'output dell'attività innovativa, sia la densità dei brevetti, che quella delle pubblicazioni scientifiche, pur in aumento rispetto al passato, segnalano una carenza in questo ambito.
Oltre alla capacità innovativa, anche una composizione settoriale in sintonia con la crescente integrazione internazionale si mostra quale elemento fondamentale per garantire una crescita economica sostenibile. Si evidenzia una tendenza in direzione di una ricomposizione a favore del settore terziario, ma la struttura veneta rispecchia ancora la storica vocazione industriale della regione. Sulla base della composizione strutturale attuale e del potenziale di crescita calcolato per i singoli comparti, l'economia veneta sembra avere un potenziale inferiore alla media dell'Europa occidentale. Ciò è da ricondurre, da una parte, ad una quota meno che proporzionale rispetto alla media europea del settore dei servizi, al quale è attribuito un grande potenziale di crescita, e dall'altra all'importanza sopra la media di settori industriali (per esempio, industria tradizionale) per i quali le prospettive di sviluppo in Europa occidentale sono considerate particolarmente scarse poiché in concorrenza di prezzo con regioni che dispongono di manodopera a basso costo. E' da considerare però che, mentre la maggior parte del manifatturiero europeo nei settori tradizionali viene sempre più delocalizzato, il carattere di artigianalità e perfezione della manifattura veneta la pone tra i beni di fascia medio-alta, ben distinto dalla manifattura di basso costo prodotta nei paesi emergenti, e che si rivolge ad una clientela che esige l'alta qualità e il gusto made-in-Italy
(Nota 3).
Alla determinazione dello Structural Potential Index dell'economia veneta, che si pone al di sotto della media dell'Europa occidentale, contribuisce in modo particolare il contesto politico italiano, il quale costituisce un ostacolo al potenziale di crescita dell'economia regionale, pur ricadendo solo marginalmente nella sfera d'influenza della singola regione. Al fine di garantire la propria competitività nel lungo periodo, risulta prioritario per il Veneto incrementare la propria produttività. In particolare, un aumento della produttività consentirebbe di sfruttare le opportunità offerte dal settore meccatronica e metalli, già importante e consolidato in Veneto e per il quale è atteso uno sviluppo ad alti regimi anche in futuro. Delle condizioni favorevoli vengono inoltre rilevate anche nel settore terziario, che, oltre a mostrare un alto potenziale di crescita, evidenzia in Veneto un'evoluzione particolarmente dinamica nell'ultimo decennio. Uno sviluppo dell'export nel settore dei servizi, oggi quasi esclusivamente orientato alla domanda locale, potrebbe inoltre compensare l'eventuale erosione della base d'esportazione del Veneto, attualmente esposta a una forte concorrenza di prezzo.