U.O. Sistema Statistico Regionale U.O. Sistema Statistico Regionale
Capitolo 5

La cultura, una sorgente d'opportunità

Inizio Pagina

5.1 - Una risorsa che si riproduce (Nota 1)

L'azione regionale in ambito culturale negli ultimi anni si è orientata sempre più in un'ottica di rete, incoraggiando la progettualità del territorio e promuovendo le eccellenze venete, anche sul piano internazionale, con una sempre maggiore concertazione tra i diversi soggetti impegnati sul terreno delle politiche culturali. In questi anni si è progressivamente definita una modalità di sostegno regionale alle iniziative del territorio gestito attraverso forme di governance fondate sulla cooperazione attiva dei soggetti che sono coinvolti nel settore, sviluppando un concetto di rete e di sistema che è in continua evoluzione. Si sono messe in relazione tra loro le innumerevoli risorse culturali, turistiche, naturali, economiche, utilizzando come catalizzatore un insieme di eventi culturali e di spettacolo innovativi, e si è così avviato un percorso di modernità, capace di tradurre la straordinarietà del nostro patrimonio in diffusione delle conoscenze e reale ricchezza economica.
Si tratta di una forma di collaborazione e interazione che può attuarsi anche grazie a una profonda conoscenza del territorio e alla capacità di cogliere e valorizzare le vocazioni delle singole realtà locali, le loro ricchezze, le particolarità che le hanno fatte crescere e conoscere in Italia e all'estero, com'è ad esempio per Padova il sapere scientifico, per Vicenza l'oro e l'architettura, per Treviso il design.
Le opportunità connesse alla valorizzazione di questo patrimonio nell'ottica di un nuovo modello di crescita sono enormi, e non passano soltanto dal turismo culturale, ma anche e, in prospettiva, soprattutto dalla produzione di cultura, in tutte le sue molteplici forme. Cosicché i Paesi che sono ricchi di patrimonio storico-artistico e sono disposti a mettersi in gioco sulla frontiera dell'innovazione, coniugando creatività tecnologica e culturale, possono costruire su tali premesse una leadership competitiva che può davvero avviare un nuovo e robusto ciclo di crescita.
Ecco allora che gli interventi e gli investimenti in cultura si trasformano in coesione sociale, progresso civile e sviluppo economico. In questo ambito si annodano e si incrociano gli interessi dei servizi pubblici resi alla collettività, quelli degli organismi associativi, ma anche quelli delle imprese.
Il mondo della cultura può assumere quindi un ruolo strategico, entrando in relazione con le diverse dimensioni che fanno della realtà veneta un laboratorio di creatività e sperimentazioni sociali, culturali e produttive di rilievo internazionale. La cultura è un terreno libero, che consente di accogliere le diverse espressioni e di intrecciare relazioni tra i diversi attori presenti sul territorio regionale. La cultura è una ricchezza, un capitale diffuso fatto di patrimonio artistico, paesaggio, tradizione ma anche know how e innovazione, una risorsa che non si consuma ma si riproduce. Investire in cultura in un momento di crisi economica significa proiettarsi verso il futuro, perché consente di creare lavoro e ricchezza.
RetEventi Cultura
Fin dal 2002 sono stati avviati progetti d'intesa, tra Regione e Amministrazioni provinciali, al fine di promuovere sul territorio la valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso l'offerta di attività culturali e di spettacolo. Il percorso intrapreso è risultato efficace azione di attrazione turistica e utile strumento per sensibilizzare e rendere consapevoli i cittadini del valore del patrimonio culturale presente sul proprio territorio.
A partire dal 2010 è stato avviato un progetto che ha dato origine ad un network denominato RetEventi Cultura Veneto. L'iniziativa propone eventi culturali e di spettacolo in una pluralità di rassegne in un contesto caratterizzato da una grande vivacità di iniziative, che costituisce un'offerta culturale di qualità, accessibile al grande pubblico ed organica al territorio. L'obiettivo è di valorizzare l'offerta culturale come risorsa strategica capace di indirizzare e governare i processi di trasformazione in atto nel nostro territorio, riqualificando il ruolo della cultura a fattore che contribuisce a stimolare la diffusione delle idee e della creatività.
Il lavoro, condotto in stretta collaborazione con gli Enti locali da un lato e gli operatori culturali e di spettacolo dall'altro, mette in luce un interessante processo di trasformazione: s'ipotizzano nuove strategie di promozione culturale, in cui i diversi attori, enti pubblici e operatori, condividono dei percorsi finalizzati ad ottimizzare le risorse sia economiche sia umane. La risposta del territorio ha confermato che un'ipotesi di programmazione a sistema risulta attualmente una proposta concreta e positiva all'attuale stato di crisi. (Tabella 5.1.1)
La digitalizzazione delle sale cinematografiche
In questo settore sono in atto processi di profonda trasformazione, in funzione dei nuovi scenari multimediali che si stanno delineando in un contesto socio-economico sempre più globalizzato e delle accelerazioni che sta imprimendo la ricerca tecnologica alle modalità di fruizione e di realizzazione del prodotto filmico. La cinematografia, infatti, dopo la scoperta del sonoro e il passaggio dal bianco e nero al colore, conosce la terza grande rivoluzione della sua storia, con l'avvento del cinema digitale. Si tratta di un fenomeno ancora nel vivo della sua dinamica, che sta producendo nell'industria cinematografica un riposizionamento delle "strategie" produttive e distributive.
In questo senso va evidenziato che le grandi case di distribuzione hanno fissato come termine ultimo per la circuitazione dei film in pellicola l'anno 2013, una scelta che limiterà la varietà e il livello artistico culturale della proposta. (Tabella 5.1.2)
In questo contesto diventa necessario avviare un processo culturale, con un progetto che coniughi ricerca, sperimentazione e innovazione, un progetto che deve comprendere anche la formazione di nuovi autori e professionisti del cinema, che siano in grado di dare un nuovo impulso allo sviluppo dell'arte cinematografica nei nuovi scenari che si stanno delineando.
E in questo quadro l'attività regionale nel settore dello spettacolo si è soffermata sulla promozione della cultura cinematografica e sul sostegno della produzione cinematografica e audiovisiva, uno strumento capace di esercitare una efficace azione di attrazione nel territorio delle produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali e di sostenere lo sviluppo dell'industria cinematografica e audiovisiva con sede nel Veneto. A tal proposito è stato inserito nella legge finanziaria per l'anno 2012, un apposito articolo con l'obiettivo di finanziare interventi regionali a sostegno di soggetti pubblici e privati per azioni di ammodernamento e adeguamento tecnologico delle sale cinematografiche del Veneto. Il sostegno di un programma d'intervento, volto a generare il connubio virtuoso tra contenuti culturali ed evoluzione delle tecnologie utilizzate, rappresenta anche un'occasione per contrastare in maniera efficace il fenomeno della chiusura delle sale cinematografiche nei centri storici.
Si tratta di un processo di ammodernamento che può garantire, grazie ad una maggior diversificazione della proposta culturale, una maggiore competitività economica e il mantenimento, soprattutto nei centri storici, di una rete di attività commerciali collegate ai cinema come librerie, centri ricettivi e simili.
L'intervento sull'ammodernamento tecnologico delle sale rappresenta un ulteriore elemento di interesse economico: la continuità nelle attività di gestione con il sostegno ad una imprenditoria giovanile nel settore.
La candidatura di Venezia e il NordEst a Capitale Europea della Cultura 2019
La Regione ha intrapreso con entusiasmo e determinazione il lavoro progettuale sotteso alla candidatura del Veneto, insieme a Venezia e il NordEst, a diventare Capitale Europea della Cultura 2019, un impegno capace di innescare un'ampia attivazione culturale attraverso cui possono venire sperimentati e introdotti continuamente nuovi modelli progettuali, nuove forme di coinvolgimento e di interazione dei protagonisti del territorio, nuove reti che dal locale si estendono al livello nazionale ed internazionale, con l'obiettivo di dare un'impronta decisiva alla traiettoria di sviluppo locale.
Una Capitale della cultura è tale se coinvolge tutta la comunità e riesce a valorizzare il passato in chiave moderna, la candidatura e l'eventuale conquista del titolo non devono essere un punto di arrivo ma un punto di partenza, per ripensare il proprio modo di essere e di fare cultura. Il vero successo sarà infatti quello di riuscire ad avere una nuova visione del nostro agire, di adottare nuove e diverse strategie per operare in ambito culturale, traendo da questa candidatura l'opportunità di sperimentare nuovi modelli di interazione, per lavorare sempre più per reti, al di là dei confini regionali e nazionali, in un arricchimento reciproco e con sempre nuovi punti di vista.
Siamo di fronte ad una grande sfida, e la sfida della candidatura può agire da stimolo, per riconsegnare alla cultura nuova centralità nelle strategie per lo sviluppo, potenziando e ottimizzando un settore già esistente e vitale, attivando un processo virtuoso di produzione e benessere, che saprà creare anche un indotto economico sul territorio, occupazione, innovazione e crescita sociale.
E' importante che il capitale culturale collettivo del Nordest sia valorizzato in modo tale da favorire in egual misura anche l'accrescimento delle culture locali. Si pone quindi come opzione strategica del territorio per avviare un nuovo percorso di crescita, e vuole rappresentare per gli altri territori una guida di come coniugare cultura e sviluppo economico.

Tabella 5.1.1

Manifestazioni 'RetEventi Cultura Veneto' e relativi enti coinvolti per provincia. Veneto - Anno 2011

Tabella 5.1.2

Sale cinematografiche e relativa capienza per provincia. Veneto - Febbraio 2012
 
Inizio Pagina

5.2 - Il quadro di partenza: una sintesi dell'offerta e della domanda

La candidatura di Venezia e del Nordest a Capitale Europea della Cultura 2019 rappresenta un'opportunità di sviluppo economico. I grandi eventi sono diventati i principali motori per accelerare processi sia sul piano infrastrutturale sia su quello culturale e di fondamentale importanza risulta la valorizzazione del patrimonio materiale ed immateriale dei nostri territori: un giacimento "unico e tipico".
Qual è l'offerta proposta da cui si parte? E qual è l'interesse dimostrato? Il nostro patrimonio culturale e naturale è costituito da luoghi d'interesse storico-culturale - città, musei, monumenti, biblioteche, ecc. - ma anche da paesaggi indimenticabili, il tutto arricchito da peculiarità locali quali arte, artigianato, cucina, lingua, nonché eventi e manifestazioni. Di seguito verranno presentate alcune statistiche sul settore culturale veneto assieme a quello di Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, regioni coinvolte nel progetto complessivo e innovativo di sviluppo per il Nord Est.
Della ricca e variegata offerta culturale del nostro paese, consideriamo innanzitutto il ruolo svolto dai musei, di fondamentale importanza anche per quell'economia turistica orientata alle destinazioni d'arte. In Italia nel 2006 si contano 4.526 istituti di antichità e d'arte non gestiti direttamente dallo stato; il Veneto, con 327 istituti, ne rappresenta il 7,2%. La nostra regione si colloca solo in quinta posizione per numero di strutture, ma l'interesse dimostrato da residenti e turisti è tale da guadagnare, grazie ai 7 milioni e mezzo di visitatori, il secondo posto tra le regioni italiane dopo la Toscana. In quanto a musei e gallerie statali, dei 207 esistenti in Italia nel 2009, dieci si trovano in Veneto e totalizzano in un anno circa 744 mila visitatori. (Tabella 5.2.1)
La frequentazione di musei e mostre da parte dei residenti si dimostra in Veneto superiore alla media nazionale, con una quota di persone di almeno sei anni che nel 2011 hanno effettuato almeno una visita pari al 37,6% della popolazione (29,7% per l'Italia).
Al fine di analizzare l'offerta di eventi connessi alle più varie attività di spettacolo e l'adesione manifestata da residenti e ospiti, si considerino i dati SIAE. Dai grafici proposti è possibile desumere il numero di spettacoli allestiti nelle regioni del Triveneto nel 2010 per tipologia di manifestazione, affiancati dalla risposta del pubblico. Nella raffigurazione, per comodità di lettura, non sono riportati gli spettacoli cinematografici che da soli rappresentano oltre la metà degli eventi (oltre 300mila nel Triveneto di cui quasi 200mila in Veneto), risultato prevedibile in una rilevazione che conteggia le singole proiezioni. Un'altra importante quota di spettacoli spetta al ballo, cioè all'intrattenimento danzante con musica dal vivo e registrata, e ai concertini, in cui l'esecuzione musicale costituisce un elemento aggiuntivo rispetto alla prestazione principale, come nel caso del piano-bar. Segue poi la rappresentazione teatrale. Nel conteggio degli ingressi rientrano i partecipanti alle manifestazioni per le quali è previsto il rilascio di un titolo di accesso e comprendono anche gli ingressi per abbonamento. Nel Triveneto, considerando tutte le tipologie d'intrattenimento, cinema compreso, l'adesione del pubblico a un'offerta di circa 471mila spettacoli nel 2010 si è concretizzata in quasi 30milioni di ingressi. (Figura 5.2.1)
Queste sono le cifre più recenti sull'offerta e sulla domanda di eventi di spettacolo, che possono fornire uno scorcio della situazione prima della candidatura di Venezia e del Triveneto a capitale della cultura.
Per un raffronto tra le diverse realtà regionali con la media nazionale è invece opportuno costruire degli indicatori sintetici che rapportino tali cifre alla popolazione residente. Si può notare come la proposta di spettacoli in Veneto sia allineata con la media nazionale in ciascuna tipologia di manifestazione. Il cinema appare l'unica attività in cui domanda e offerta in Veneto sono inferiori al dato medio nazionale e lo spettacolo viaggiante, con 80 ingressi ogni 100 abitanti in Veneto contro i 21 dell'Italia, evidenzia l'ampio pubblico di italiani e di stranieri che apprezza queste attrazioni allestite singolarmente oppure installate all'interno dei nostri parchi di divertimento e acquatici. (Figura 5.2.2)
Per finire si propongono di seguito alcune statistiche sulla capacità ricettiva delle principali categorie di strutture ricettive venete e, in generale, del Triveneto, sulla cui ospitalità si potrà contare nel caso di flussi turistici, che nella nostra regione si dimostrano già in crescita e che daranno alloggio a chi vorrà apprezzare le innumerevoli iniziative conseguenti alla candidatura e all'eventuale conquista del titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. (Figura 5.2.3)

Tabella 5.2.1

Musei e gallerie statali e istituti di antichità e d'arte non statali - Veneto 2009

Figura 5.2.1

Spettacoli e ingressi per tipologia di attività (*). Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige - Anno 2010

Figura 5.2.2

Spettacoli e ingressi per alcune tipologie di manifestazioni rapportati alla popolazione residente - Veneto 2010

Figura 5.2.3

Posti letto delle principali tipologie di strutture ricettive (migliaia). Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige - Anno 2011 (*)
 
Inizio Pagina

5.3 - Le biblioteche e i musei (Nota 2)

Le biblioteche venete: un'opportunità di democrazia
Il mondo bibliotecario veneto è in continuo movimento. I fenomeni aggregativi delle biblioteche - reti e sistemi di cooperazione, nati in particolare per coordinare la catalogazione e la gestione associata dei servizi - sono sempre più evidenti (Nota 3), tanto che in cinque anni hanno praticamente ribaltato la conformazione precedente, soprattutto "sotto il segno" del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Nel 2007 le biblioteche venete aderenti a SBN erano qualche decina, suddivise in tre poli: regionale, veneziano (con capofila la Biblioteca Nazionale Marciana) e universitario padovano. Alla fine dell'anno in corso, invece, le biblioteche che vi aderiranno saranno più di 400, approssimativamente la metà di tutte le biblioteche venete, eccezion fatta per le scolastiche. In particolare, saranno presenti in SBN le quattro province di Belluno, Rovigo, Treviso e Venezia, mentre il Polo di cui è titolare la Regione diventerà il quinto in Italia per dimensioni sugli 80 complessivamente esistenti.
Ma i cambiamenti organizzativi si sono accompagnati a un rinnovamento anche tecnologico, segnatamente dei software di catalogazione e gestione delle biblioteche: programmi più potenti, in grado di interfacciarsi con siti internet e di interoperare con altri software e sistemi.
Nuovi servizi, dunque, si prefigurano per le biblioteche venete e quindi per i cittadini, per cui chi è coinvolto a qualsiasi titolo nel mondo bibliotecario - Enti pubblici e privati, ciascuno per le proprie competenze e nei limiti delle proprie capacità - è chiamato alla sfida di trovare un modo per ridurre le diseconomie, facili a crearsi in sistemi così complessi e in mutamento continuo, e per far restare ad alti livelli di qualità il "sistema bibliotecario regionale".
Per le responsabilità stabilite a norma di legge regionale (Nota 4), che prevedono anche la delega statale delle funzioni amministrative in materia di beni librari (Nota 5), e al fine di garantire il governo di una situazione complessa e dinamica quale oggi è quella bibliotecaria, è indispensabile disporre di strumenti di controllo idonei. Per tale motivo, da alcuni anni, la Regione raccoglie informazioni e dati statistici riguardati le biblioteche: il Progetto di Misurazione Valutazione (PMV) negli ultimi cinque anni ha consentito di acquisire numerosi dati patrimoniali e di servizio (orario di apertura, personale, patrimonio, prestiti, spese, internet) delle biblioteche venete di pubblica lettura (Nota 6) e di costituire così una vera e propria base dati con valenza di fonte statistica. I dati sono stati elaborati secondo il modello di riferimento promosso dall'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) (Nota 7), ispirandosi al quale si sono costruiti degli indicatori regionali e provinciali, che rapportano i valori forniti dalle biblioteche alla popolazione del comune di appartenenza.
La base dati anagrafica e statistica del PMV può costituire, a più livelli di approfondimento e per differenti tipologie di biblioteche, una opportunità informativa solida, in quanto validata e controllata. Diventa, quindi, per le Amministrazioni pubbliche e private un riferimento certo per le rispettive programmazioni; per gli operatori del settore, favorisce la crescita di una maggiore consapevolezza nelle scelte gestionali e nel rinvenimento di "buone pratiche"; per gli utenti comuni, un approccio più semplice per conoscere meglio la realtà delle biblioteche venete; al mondo dell'informazione dà la possibilità di avere dati sempre aggiornati, sia di sintesi che di dettaglio.

Il Censimento delle Biblioteche Venete

Nel 2011 è stato condotto un censimento delle biblioteche venete di ogni tipologia amministrativa e funzionale, di pubblica lettura, di conservazione, speciale, museale, universitaria, fanno eccezione le sole biblioteche scolastiche.
Facendo riferimento alla data del 10 novembre 2011, quindi, si è indagato sull'apertura al pubblico e, per le biblioteche di base e quelle universitarie, sono stati raccolti anche alcuni dati legati ai servizi erogati.
Pur nella provvisorietà dei dati, si possono già tratteggiare i contorni della realtà bibliotecaria veneta: sono risultate esistenti 794 biblioteche, la cui tipologia funzionale è riportata nella seguente tabella. (Tabella 5.3.1)

Le biblioteche di pubblica lettura

Facendo un approfondimento sulle biblioteche di pubblica lettura, che rappresentano la tipologia più diffusa sul territorio, si è in grado di affermare che le biblioteche censite sono state 579 (568 di pubblica lettura e 11 di "doppia tipologia"), presenti in 517 Comuni sui 581 complessivi veneti, in rappresentanza del 97,2% della popolazione.
Questi dati permettono, per la prima volta per il Veneto, di determinare l'indice di "dotazione di biblioteca", ovvero di stabilire il numero di abitanti per biblioteca, la cui media nella nostra regione, considerando i comuni censiti, è di 8.292,5 e l'indice di "densità di biblioteca", che definisce il numero di chilometri quadrati di territorio veneto per biblioteca, la cui media è di 29,4 Kmq. (Tabella 5.3.2)
In sintesi, nel giorno del Censimento si contano:
  • 32.140 ingressi (Nota 8) nelle biblioteche di pubblica lettura aperte al pubblico, poco più di 72 ingressi in media per biblioteca, più di 13 persone in media ogni ora di apertura in ciascuna biblioteca;
  • 7.996 ingressi per iniziative culturali di vario tipo (visite guidate, incontri con l'autore, mostre ai corsi, ecc.);
  • 19.402 prestiti in 451 biblioteche, quindi 43 prestiti per biblioteca, poco più di 8 prestiti all'ora;
  • 3.868 connessioni internet, poco più di 8 connessioni per biblioteca e più di 1,5 connessione ogni ora.
Con il Censimento, si voleva rilevare anche la situazione della dotazione tecnologica delle biblioteche in Veneto e la presenza di nuovi servizi all'utenza. Tra i tanti dati:
  • Le postazioni di lavoro per il pubblico nelle biblioteche (PC per navigare in internet, per visionare filmati, per scrivere, ecc.) sono 1.523, di cui 1.308 solo di tipologia "multifunzione" (postazioni in grado di svolgere più mansioni) in 429 biblioteche: mediamente, quindi, poco più di 3 postazioni a biblioteca.
  • Tra le principali dotazioni tecnologiche per favorire l'automazione di determinati compiti o servizi l'utilizzo della connessione Wi-Fi è ormai utilizzata (175 biblioteche, pari al 32,6% dei rispondenti).
  • Il servizio di prestito di e-book è attivo solo in 3 biblioteche e solo in una di queste, quella di S. Martino Buon Albergo (VR), si sta sperimentando il prestito degli apparecchi per la lettura di libri in formato digitale. E' il dato forse più clamoroso, se messo a confronto con i numeri che arrivano dal mercato librario, dove gli e-book stanno conoscendo una vera e propria esplosione (tra il 2009 e il 2011, i titoli disponibili in formato elettronico sono decuplicati: da 1.609 a 17.951 a fine settembre 2011 (Nota 9)), ma anche considerando la grande richiesta di formazione su questo fenomeno che giunge dal personale bibliotecario veneto.
  • Tra i servizi per lettori svantaggiati (ipo e non vedenti, persone con difficoltà di udito o di deambulazione), quelli più segnalati sono i libri a grandi lettere (84 biblioteche su 579, pari al 14,5%) e gli audiolibri (68 biblioteche, pari all'11,7%). Il servizio del libro parlato è presente in 27 biblioteche (4,7%).
  • 87 biblioteche, pari al 15% del totale, dichiarano di avere allestito una sezione libraria e/o multimediale dedicata alla multiculturalità.
  • Tra i principali strumenti di comunicazione con l'utenza quello più usato risulta essere il sito web, che hanno 269 biblioteche (il 46,5% di tutte le biblioteche censite), mentre il ricorso ai social network viene dichiarato da 92 biblioteche (15,9%).
Ogni anno, le biblioteche di pubblica lettura alla compilano un questionario i cui dati più recenti si riferiscono al 2010. Proponiamo di seguito i risultati maggiormente usati per una riflessione valutativa, grazie ad una serie storica di cinque anni.
I valori complessivi di spesa - per personale, funzionamento, acquisto materiale documentario, promozione della lettura e altre spese accessorie - dimostrano una flessione appena accennata rispetto al 2009, che risulta leggermente maggiore se si considera che il numero delle biblioteche che hanno fornito il dato complessivo nel 2010 sono state una trentina in più rispetto all'anno precedente. Nella distribuzione della spesa per destinazione non si sono notate tuttavia grandi differenze percentuali rispetto al 2009, confermando che la voce di spesa maggiore è quella del personale (55-58% della spesa totale), che in Veneto è in totale di circa 1.700 unità. (Figura 5.3.1)
Un'attenzione particolare va riservata alle spese connesse alla promozione del libro e della lettura, diffusa praticamente in tutte le biblioteche di base e diminuita nel 2010 del 7% rispetto all'anno precedente, continuando l'inversione di tendenza iniziata dodici mesi prima. Le spese di promozione della lettura non comportano necessariamente una diminuzione del numero delle iniziative: un fenomeno in esplosione, che la Regione sta cercando di monitorare, è quello dei lettori volontari in biblioteca. (Figura 5.3.2)
Il patrimonio di libri, riviste e materiale multimediale delle biblioteche di pubblica lettura venete è in leggero aumento, merito anche di politiche di acquisizione diverse dal tradizionale acquisto la cui spesa è invece in diminuzione rispetto agli anni precedenti (Nota 10). Ma anche la scarsa attitudine allo scarto di materiali che non siano rari e di pregio, i cui contenuti siano diventati anacronistici o che siano in condizioni di deterioramento materiale, incide sul totale, che non mostra, nella serie storica quinquennale, grandi modificazioni. (Figura 5.3.3)
Continua senza flessioni la tendenza all'aumento dei prestiti (+8,5% nel 2010), da mettersi probabilmente in connessione con quanto sta avvenendo in questi anni, ovvero la messa in rete delle biblioteche, che, utilizzando un software gestionale unico, permette di sfruttare un'anagrafe condivisa degli utenti della rete, facilitando la circolazione dei libri tra le biblioteche.
Nel 2010 si è raggiunto il numero di 532.661 persone iscritte a una o più biblioteche, che rappresenta il 10,8% della popolazione del Veneto per l'anno considerato, in aumento dell'11,5% rispetto agli iscritti del 2009. Anche in questo caso, si presume che la messa in rete delle biblioteche e il loro aggiornamento tecnologico, con le facilitazioni che questo comporta per gli utenti, abbia significato, per molte biblioteche, una rinnovata attrattiva e, perché no, curiosità per i cittadini, che, nonostante internet, hanno evidentemente trovato motivi validi per continuare a frequentarle e a "fidelizzarsi" sempre di più con loro.
Infine, quante persone entrano in biblioteca, ovvero quante presenze contano le biblioteche nel corso di un anno? Nonostante il dato non sia di facile rilevazione, la stima del dato complessivo riguardante le "visite" in biblioteca nel 2010 è degna di nota: 5.644.409 presenze, con un aumento costante nei cinque anni e del 5,5% nel 2010.
Per la sua grande importanza, il dato delle visite è sotto osservazione sin dall'inizio del PMV e il proposito regionale è di approfondirne lo studio al fine di arrivare a definirlo con più precisione. (Figura 5.3.4)
Sistemi museali
La rete, sia essa naturale attitudine umana o frutto di meditata strategia manageriale, declinata in tutte le sue possibili rappresentazioni ed effetti, rappresenta un modus vivendi e un modus operandi che riguardano ogni passaggio dell'esistenza di cose, persone, attività, luoghi, contenitori. Tale è l'immersione in questo fitto intreccio di legami in cui tutti ci troviamo a vivere e convivere che, spesso, non ne abbiamo consapevolezza piena. Ecco la necessità di far emergere quell'intreccio, di dare a esso visibilità e senso e, soprattutto, di evidenziare come esso, anche quando si crei spontaneamente, debba essere in qualche misura governato.
Termini come "rete", "network" e "sistema" hanno cominciato ad entrare in contatto con la rappresentazione di uno dei più antichi istituti culturali, il museo, solo nel corso degli anni Novanta (Nota 11). Un contatto che metteva in gioco due peculiarità: la profonda, storica, radice locale dei musei italiani - elemento, se ben compreso, di forza, creativa ed intellettuale e finanche produttiva, e non di debolezza per limite geografico - e la loro capacità di tessere legami al di fuori del perimetro fisico della sede che li ospita. Illuminanti e sintetiche le parole di Simona Bodo e di Marco Demarie (Nota 12) nelle quali ritroviamo lo spirito del percorso di ricerca che anche noi facciamo nostro nell'ambito di questo lavoro: "Al cuore di questo volume è una riflessione sul museo (d'arte) relazionale. Il termine, volutamente suggestivo, intende restituire la natura complessa della realtà museale, che si compone di una fitta rete di relazioni interne - tra diverse funzioni e specializzazioni - ed esterne tra il museo, il territorio, gli stakeholder e la società in senso lato. Riconoscere e valorizzare tale complessità non equivale a disconoscere la singularis historia propria di ogni museo, quanto piuttosto a esaltarne l'identità dinamica".
La Regione del Veneto, dalla fine degli anni Novanta, ha promosso uno specifico indirizzo politico nell'ambito della propria programmazione annuale nel settore dei musei volto a sviluppare il "sistema museale veneto".
Consapevole che la logica del network, sia esso esplicitato some sistema o come rete, rappresenta un modello gestionale che può trovare ragion d'essere e di sviluppo nel contesto di un processo di crescita teso al miglioramento organizzativo, la Regione ha agito, innanzitutto, inserendo tali definizioni all'interno della D.G.R. n.2863/2003 (Nota 13). In particolare, tra le definizioni troviamo che il Sistema museale è un insieme di soli musei che - sulla base di un documento negoziale e a prescindere dalla natura proprietaria - uniscono la propria offerta culturale facendo riferimento ad un comune progetto, di validità almeno biennale, per la valorizzazione del patrimonio all'interno del contesto urbano e/o del territorio o di un tema aggregante. Fatta salva l'autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituiti e della singola programmazione in materia di conservazione e di ricerca, il profilo del sistema museale si coglie nella messa in comune di risorse umane/tecnologiche/finanziarie in alcune o tutte le seguenti materie: catalogazione; servizio educativo; iniziative didattiche su argomenti comuni; incremento e miglioramento della fruizione di archivi, biblioteche, fototeche di utilità per l'intero sistema; promozione di attività culturali nelle materie oggetto del sistema; comunicazione e sito web; attività formativa per il personale interno ed esterno; esternalizzazione dei servizi di merchandising, di accoglienza e di custodia.
Le reti museali sono invece costituite da insiemi di musei istituzionali e di soggetti pubblici e privati che - sulla base di un documento negoziale - condividono un progetto culturale/scientifico/turistico di validità almeno biennale per la valorizzazione di un territorio o di specificità del territorio (ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, architettoniche, storiche, artistiche, archeologiche, religiose, economiche e produttive, linguistiche, demo-etno-antropologiche, eno-gastronomiche). La rete individua il centro scientifico nel principale museo di riferimento nel territorio. Se non coincidente con il museo "centro scientifico", il centro organizzativo viene individuato nella sede ritenuta più efficace ai fini delle attività di gestione, valorizzazione, promozione. A fronte della comune garanzia della fruizione pubblica regolamentata, una rete museale può mettere in connessione i seguenti istituti: musei, palazzi e dimore storici, ville, monumenti, centri storici, chiese, edifici ed istituzioni ecclesiastici, edifici ed istituzioni universitarie, parchi archeologici, parchi ambientali, aree attrezzate all'aperto di importante valore storico o naturalistico, giardini ed orti botanici, sedi pubbliche e private di collezioni e raccolte di beni culturali.
Nel 2005 un censimento aveva individuato 340 musei. Questo universo si ripartisce ancora oggi in modo piuttosto omogeneo su tutto il territorio regionale, con la sola eccezione della provincia di Rovigo che registra una presenza limitata di istituti museali. Padova è la provincia che presenta sul suo territorio il maggior numero di musei (59), che rappresentano il 17,4% dell'offerta veneta, subito seguita da Venezia e Vicenza con 57 sedi ciascuna (16,8%) e da Verona con 53 (15,6%); Treviso e Belluno registrano 47 musei (13,8%) ed infine Rovigo 20 istituti, cioè il 5,9% del totale.
Più di un terzo dei musei censiti aveva dichiarato di far parte di un sistema museale. La maggior parte dei sistemi museali si concentra nelle province di Padova (25,8% con 33 istituti in rete) e di Venezia (22,7% con 29 istituti), segue Vicenza (18%, 23 istituti); Verona si attesta allo stesso livello di Rovigo (11,7% con 15 istituti in rete), quindi Treviso (6,3% con 8) e Belluno (3,9%, con 5). (Figura 5.3.5)
Dei 119 musei che hanno indicato la dimensione del sistema museale, la maggior parte ha indicato la dimensione comunale (39,5%) o provinciale (32,8%). Pochi istituti appartengono a un sistema museale regionale (7,6%), mentre il 20,2% appartiene ad altre tipologie (nazionale o sovra comunale). I sistemi museali sono per lo più di medie dimensioni: secondo i 99 musei che hanno risposto al quesito, il 14,1% dei sistemi museali è composto da 12 musei e il 12,1% da 9, anche se nel complesso, il 72,7% dei musei non supera i 12 musei.
Gli eventuali partner extra-museali che prendono parte al sistema museale sono privati (43,8%) o associazioni culturali (37,5%).
Tali dati sono stati sostanzialmente confermati da un'indagine che ha avuto come obiettivo l'analisi dei sistemi museali presenti nella nostra regione. Grazie a tale indagine sono stati individuati:
  • 3 Sistemi provinciali (Rovigo, Padova, Venezia);
  • 5 Sistemi urbani (Padova, Venezia, Verona, Vicenza, Treviso);
  • 3 Sistemi Museali (dell'Agno Chiampo, Rete Museale Altovicentino, della Lessinia);
  • Musei dell'Università di Padova (CAM);
  • Isola dei Musei di Treviso (Museo Civico di Asolo, Fondazione Museo Antonio Canova di Possagno, Villa Emo, Villa Maser).
In via di elaborazione sono 3 Sistemi provinciali (Belluno, Treviso, Vicenza), i Musei della Medicina (Museo di Storia della Medicina e della Salute di Venezia; Museo della Medicina di Padova) e l'Ecomuseo della Grande Guerra.

Tabella 5.3.1

Biblioteche per tipologia funzionale e provincia al 10/11/2011. Veneto

Tabella 5.3.2

Biblioteche di pubblica lettura per provincia al 10/11/2011. Veneto

Figura 5.3.1

Spesa delle biblioteche di pubblica lettura (milioni di euro). Veneto - Anni 2006:2010

Figura 5.3.2

Spese di promozione della lettura nelle biblioteche di pubblica lettura (milioni di euro). Veneto - Anni 2006:2010

Figura 5.3.3

Patrimonio documentario delle biblioteche di pubblica lettura (milioni di unità). Veneto - Anni 2006:2010

Figura 5.3.4

Prestiti documentari, visite e iscritti nelle biblioteche di pubblica lettura (migliaia). Veneto - Anni 2006:2010

Figura 5.3.5

Musei che appartengono a un sistema museale per provincia. Veneto - Anno 2005