Le biblioteche venete: un'opportunità di democrazia
Il mondo bibliotecario veneto è in continuo movimento. I fenomeni aggregativi delle biblioteche - reti e sistemi di cooperazione, nati in particolare per coordinare la catalogazione e la gestione associata dei servizi - sono sempre più evidenti
(Nota 3), tanto che in cinque anni hanno praticamente ribaltato la conformazione precedente, soprattutto "sotto il segno" del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Nel 2007 le biblioteche venete aderenti a SBN erano qualche decina, suddivise in tre poli: regionale, veneziano (con capofila la Biblioteca Nazionale Marciana) e universitario padovano. Alla fine dell'anno in corso, invece, le biblioteche che vi aderiranno saranno più di 400, approssimativamente la metà di tutte le biblioteche venete, eccezion fatta per le scolastiche. In particolare, saranno presenti in SBN le quattro province di Belluno, Rovigo, Treviso e Venezia, mentre il Polo di cui è titolare la Regione diventerà il quinto in Italia per dimensioni sugli 80 complessivamente esistenti.
Ma i cambiamenti organizzativi si sono accompagnati a un rinnovamento anche tecnologico, segnatamente dei software di catalogazione e gestione delle biblioteche: programmi più potenti, in grado di interfacciarsi con siti internet e di interoperare con altri software e sistemi.
Nuovi servizi, dunque, si prefigurano per le biblioteche venete e quindi per i cittadini, per cui chi è coinvolto a qualsiasi titolo nel mondo bibliotecario - Enti pubblici e privati, ciascuno per le proprie competenze e nei limiti delle proprie capacità - è chiamato alla sfida di trovare un modo per ridurre le diseconomie, facili a crearsi in sistemi così complessi e in mutamento continuo, e per far restare ad alti livelli di qualità il "sistema bibliotecario regionale".
Per le responsabilità stabilite a norma di legge regionale
(Nota 4), che prevedono anche la delega statale delle funzioni amministrative in materia di beni librari
(Nota 5), e al fine di garantire il governo di una situazione complessa e dinamica quale oggi è quella bibliotecaria, è indispensabile disporre di strumenti di controllo idonei. Per tale motivo, da alcuni anni, la Regione raccoglie informazioni e dati statistici riguardati le biblioteche: il Progetto di Misurazione Valutazione (PMV) negli ultimi cinque anni ha consentito di acquisire numerosi dati patrimoniali e di servizio (orario di apertura, personale, patrimonio, prestiti, spese, internet) delle biblioteche venete di pubblica lettura
(Nota 6) e di costituire così una vera e propria base dati con valenza di fonte statistica. I dati sono stati elaborati secondo il modello di riferimento promosso dall'Associazione Italiana Biblioteche (AIB)
(Nota 7), ispirandosi al quale si sono costruiti degli indicatori regionali e provinciali, che rapportano i valori forniti dalle biblioteche alla popolazione del comune di appartenenza.
La base dati anagrafica e statistica del PMV può costituire, a più livelli di approfondimento e per differenti tipologie di biblioteche, una opportunità informativa solida, in quanto validata e controllata. Diventa, quindi, per le Amministrazioni pubbliche e private un riferimento certo per le rispettive programmazioni; per gli operatori del settore, favorisce la crescita di una maggiore consapevolezza nelle scelte gestionali e nel rinvenimento di "buone pratiche"; per gli utenti comuni, un approccio più semplice per conoscere meglio la realtà delle biblioteche venete; al mondo dell'informazione dà la possibilità di avere dati sempre aggiornati, sia di sintesi che di dettaglio.
Il Censimento delle Biblioteche Venete
Nel 2011 è stato condotto un censimento delle biblioteche venete di ogni tipologia amministrativa e funzionale, di pubblica lettura, di conservazione, speciale, museale, universitaria, fanno eccezione le sole biblioteche scolastiche.
Facendo riferimento alla data del 10 novembre 2011, quindi, si è indagato sull'apertura al pubblico e, per le biblioteche di base e quelle universitarie, sono stati raccolti anche alcuni dati legati ai servizi erogati.
Pur nella provvisorietà dei dati, si possono già tratteggiare i contorni della realtà bibliotecaria veneta: sono risultate esistenti 794 biblioteche, la cui tipologia funzionale è riportata nella seguente tabella.
(Tabella 5.3.1)
Le biblioteche di pubblica lettura
Facendo un approfondimento sulle biblioteche di pubblica lettura, che rappresentano la tipologia più diffusa sul territorio, si è in grado di affermare che le biblioteche censite sono state 579 (568 di pubblica lettura e 11 di "doppia tipologia"), presenti in 517 Comuni sui 581 complessivi veneti, in rappresentanza del 97,2% della popolazione.
Questi dati permettono, per la prima volta per il Veneto, di determinare l'indice di "dotazione di biblioteca", ovvero di stabilire il numero di abitanti per biblioteca, la cui media nella nostra regione, considerando i comuni censiti, è di 8.292,5 e l'indice di "densità di biblioteca", che definisce il numero di chilometri quadrati di territorio veneto per biblioteca, la cui media è di 29,4 Kmq.
(Tabella 5.3.2)
In sintesi, nel giorno del Censimento si contano:
- 32.140 ingressi (Nota 8) nelle biblioteche di pubblica lettura aperte al pubblico, poco più di 72 ingressi in media per biblioteca, più di 13 persone in media ogni ora di apertura in ciascuna biblioteca;
- 7.996 ingressi per iniziative culturali di vario tipo (visite guidate, incontri con l'autore, mostre ai corsi, ecc.);
- 19.402 prestiti in 451 biblioteche, quindi 43 prestiti per biblioteca, poco più di 8 prestiti all'ora;
- 3.868 connessioni internet, poco più di 8 connessioni per biblioteca e più di 1,5 connessione ogni ora.
Con il Censimento, si voleva rilevare anche la situazione della dotazione tecnologica delle biblioteche in Veneto e la presenza di nuovi servizi all'utenza. Tra i tanti dati:
- Le postazioni di lavoro per il pubblico nelle biblioteche (PC per navigare in internet, per visionare filmati, per scrivere, ecc.) sono 1.523, di cui 1.308 solo di tipologia "multifunzione" (postazioni in grado di svolgere più mansioni) in 429 biblioteche: mediamente, quindi, poco più di 3 postazioni a biblioteca.
- Tra le principali dotazioni tecnologiche per favorire l'automazione di determinati compiti o servizi l'utilizzo della connessione Wi-Fi è ormai utilizzata (175 biblioteche, pari al 32,6% dei rispondenti).
- Il servizio di prestito di e-book è attivo solo in 3 biblioteche e solo in una di queste, quella di S. Martino Buon Albergo (VR), si sta sperimentando il prestito degli apparecchi per la lettura di libri in formato digitale. E' il dato forse più clamoroso, se messo a confronto con i numeri che arrivano dal mercato librario, dove gli e-book stanno conoscendo una vera e propria esplosione (tra il 2009 e il 2011, i titoli disponibili in formato elettronico sono decuplicati: da 1.609 a 17.951 a fine settembre 2011 (Nota 9)), ma anche considerando la grande richiesta di formazione su questo fenomeno che giunge dal personale bibliotecario veneto.
- Tra i servizi per lettori svantaggiati (ipo e non vedenti, persone con difficoltà di udito o di deambulazione), quelli più segnalati sono i libri a grandi lettere (84 biblioteche su 579, pari al 14,5%) e gli audiolibri (68 biblioteche, pari all'11,7%). Il servizio del libro parlato è presente in 27 biblioteche (4,7%).
- 87 biblioteche, pari al 15% del totale, dichiarano di avere allestito una sezione libraria e/o multimediale dedicata alla multiculturalità.
- Tra i principali strumenti di comunicazione con l'utenza quello più usato risulta essere il sito web, che hanno 269 biblioteche (il 46,5% di tutte le biblioteche censite), mentre il ricorso ai social network viene dichiarato da 92 biblioteche (15,9%).
Ogni anno, le biblioteche di pubblica lettura alla compilano un questionario i cui dati più recenti si riferiscono al 2010. Proponiamo di seguito i risultati maggiormente usati per una riflessione valutativa, grazie ad una serie storica di cinque anni.
I valori complessivi di spesa - per personale, funzionamento, acquisto materiale documentario, promozione della lettura e altre spese accessorie - dimostrano una flessione appena accennata rispetto al 2009, che risulta leggermente maggiore se si considera che il numero delle biblioteche che hanno fornito il dato complessivo nel 2010 sono state una trentina in più rispetto all'anno precedente. Nella distribuzione della spesa per destinazione non si sono notate tuttavia grandi differenze percentuali rispetto al 2009, confermando che la voce di spesa maggiore è quella del personale (55-58% della spesa totale), che in Veneto è in totale di circa 1.700 unità.
(Figura 5.3.1)
Un'attenzione particolare va riservata alle spese connesse alla promozione del libro e della lettura, diffusa praticamente in tutte le biblioteche di base e diminuita nel 2010 del 7% rispetto all'anno precedente, continuando l'inversione di tendenza iniziata dodici mesi prima. Le spese di promozione della lettura non comportano necessariamente una diminuzione del numero delle iniziative: un fenomeno in esplosione, che la Regione sta cercando di monitorare, è quello dei lettori volontari in biblioteca.
(Figura 5.3.2)
Il patrimonio di libri, riviste e materiale multimediale delle biblioteche di pubblica lettura venete è in leggero aumento, merito anche di politiche di acquisizione diverse dal tradizionale acquisto la cui spesa è invece in diminuzione rispetto agli anni precedenti
(Nota 10). Ma anche la scarsa attitudine allo scarto di materiali che non siano rari e di pregio, i cui contenuti siano diventati anacronistici o che siano in condizioni di deterioramento materiale, incide sul totale, che non mostra, nella serie storica quinquennale, grandi modificazioni.
(Figura 5.3.3)
Continua senza flessioni la tendenza all'aumento dei prestiti (+8,5% nel 2010), da mettersi probabilmente in connessione con quanto sta avvenendo in questi anni, ovvero la messa in rete delle biblioteche, che, utilizzando un software gestionale unico, permette di sfruttare un'anagrafe condivisa degli utenti della rete, facilitando la circolazione dei libri tra le biblioteche.
Nel 2010 si è raggiunto il numero di 532.661 persone iscritte a una o più biblioteche, che rappresenta il 10,8% della popolazione del Veneto per l'anno considerato, in aumento dell'11,5% rispetto agli iscritti del 2009. Anche in questo caso, si presume che la messa in rete delle biblioteche e il loro aggiornamento tecnologico, con le facilitazioni che questo comporta per gli utenti, abbia significato, per molte biblioteche, una rinnovata attrattiva e, perché no, curiosità per i cittadini, che, nonostante internet, hanno evidentemente trovato motivi validi per continuare a frequentarle e a "fidelizzarsi" sempre di più con loro.
Infine, quante persone entrano in biblioteca, ovvero quante presenze contano le biblioteche nel corso di un anno? Nonostante il dato non sia di facile rilevazione, la stima del dato complessivo riguardante le "visite" in biblioteca nel 2010 è degna di nota: 5.644.409 presenze, con un aumento costante nei cinque anni e del 5,5% nel 2010.
Per la sua grande importanza, il dato delle visite è sotto osservazione sin dall'inizio del PMV e il proposito regionale è di approfondirne lo studio al fine di arrivare a definirlo con più precisione.
(Figura 5.3.4)
Sistemi museali
La rete, sia essa naturale attitudine umana o frutto di meditata strategia manageriale, declinata in tutte le sue possibili rappresentazioni ed effetti, rappresenta un modus vivendi e un modus operandi che riguardano ogni passaggio dell'esistenza di cose, persone, attività, luoghi, contenitori. Tale è l'immersione in questo fitto intreccio di legami in cui tutti ci troviamo a vivere e convivere che, spesso, non ne abbiamo consapevolezza piena. Ecco la necessità di far emergere quell'intreccio, di dare a esso visibilità e senso e, soprattutto, di evidenziare come esso, anche quando si crei spontaneamente, debba essere in qualche misura governato.
Termini come "rete", "network" e "sistema" hanno cominciato ad entrare in contatto con la rappresentazione di uno dei più antichi istituti culturali, il museo, solo nel corso degli anni Novanta
(Nota 11). Un contatto che metteva in gioco due peculiarità: la profonda, storica, radice locale dei musei italiani - elemento, se ben compreso, di forza, creativa ed intellettuale e finanche produttiva, e non di debolezza per limite geografico - e la loro capacità di tessere legami al di fuori del perimetro fisico della sede che li ospita. Illuminanti e sintetiche le parole di Simona Bodo e di Marco Demarie
(Nota 12) nelle quali ritroviamo lo spirito del percorso di ricerca che anche noi facciamo nostro nell'ambito di questo lavoro: "Al cuore di questo volume è una riflessione sul museo (d'arte) relazionale. Il termine, volutamente suggestivo, intende restituire la natura complessa della realtà museale, che si compone di una fitta rete di relazioni interne - tra diverse funzioni e specializzazioni - ed esterne tra il museo, il territorio, gli stakeholder e la società in senso lato. Riconoscere e valorizzare tale complessità non equivale a disconoscere la singularis historia propria di ogni museo, quanto piuttosto a esaltarne l'identità dinamica".
La Regione del Veneto, dalla fine degli anni Novanta, ha promosso uno specifico indirizzo politico nell'ambito della propria programmazione annuale nel settore dei musei volto a sviluppare il "sistema museale veneto".
Consapevole che la logica del network, sia esso esplicitato some sistema o come rete, rappresenta un modello gestionale che può trovare ragion d'essere e di sviluppo nel contesto di un processo di crescita teso al miglioramento organizzativo, la Regione ha agito, innanzitutto, inserendo tali definizioni all'interno della D.G.R. n.2863/2003
(Nota 13). In particolare, tra le definizioni troviamo che il Sistema museale è un insieme di soli musei che - sulla base di un documento negoziale e a prescindere dalla natura proprietaria - uniscono la propria offerta culturale facendo riferimento ad un comune progetto, di validità almeno biennale, per la valorizzazione del patrimonio all'interno del contesto urbano e/o del territorio o di un tema aggregante. Fatta salva l'autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituiti e della singola programmazione in materia di conservazione e di ricerca, il profilo del sistema museale si coglie nella messa in comune di risorse umane/tecnologiche/finanziarie in alcune o tutte le seguenti materie: catalogazione; servizio educativo; iniziative didattiche su argomenti comuni; incremento e miglioramento della fruizione di archivi, biblioteche, fototeche di utilità per l'intero sistema; promozione di attività culturali nelle materie oggetto del sistema; comunicazione e sito web; attività formativa per il personale interno ed esterno; esternalizzazione dei servizi di merchandising, di accoglienza e di custodia.
Le reti museali sono invece costituite da insiemi di musei istituzionali e di soggetti pubblici e privati che - sulla base di un documento negoziale - condividono un progetto culturale/scientifico/turistico di validità almeno biennale per la valorizzazione di un territorio o di specificità del territorio (ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, architettoniche, storiche, artistiche, archeologiche, religiose, economiche e produttive, linguistiche, demo-etno-antropologiche, eno-gastronomiche). La rete individua il centro scientifico nel principale museo di riferimento nel territorio. Se non coincidente con il museo "centro scientifico", il centro organizzativo viene individuato nella sede ritenuta più efficace ai fini delle attività di gestione, valorizzazione, promozione. A fronte della comune garanzia della fruizione pubblica regolamentata, una rete museale può mettere in connessione i seguenti istituti: musei, palazzi e dimore storici, ville, monumenti, centri storici, chiese, edifici ed istituzioni ecclesiastici, edifici ed istituzioni universitarie, parchi archeologici, parchi ambientali, aree attrezzate all'aperto di importante valore storico o naturalistico, giardini ed orti botanici, sedi pubbliche e private di collezioni e raccolte di beni culturali.
Nel 2005 un censimento aveva individuato 340 musei. Questo universo si ripartisce ancora oggi in modo piuttosto omogeneo su tutto il territorio regionale, con la sola eccezione della provincia di Rovigo che registra una presenza limitata di istituti museali. Padova è la provincia che presenta sul suo territorio il maggior numero di musei (59), che rappresentano il 17,4% dell'offerta veneta, subito seguita da Venezia e Vicenza con 57 sedi ciascuna (16,8%) e da Verona con 53 (15,6%); Treviso e Belluno registrano 47 musei (13,8%) ed infine Rovigo 20 istituti, cioè il 5,9% del totale.
Più di un terzo dei musei censiti aveva dichiarato di far parte di un sistema museale. La maggior parte dei sistemi museali si concentra nelle province di Padova (25,8% con 33 istituti in rete) e di Venezia (22,7% con 29 istituti), segue Vicenza (18%, 23 istituti); Verona si attesta allo stesso livello di Rovigo (11,7% con 15 istituti in rete), quindi Treviso (6,3% con 8) e Belluno (3,9%, con 5).
(Figura 5.3.5)
Dei 119 musei che hanno indicato la dimensione del sistema museale, la maggior parte ha indicato la dimensione comunale (39,5%) o provinciale (32,8%). Pochi istituti appartengono a un sistema museale regionale (7,6%), mentre il 20,2% appartiene ad altre tipologie (nazionale o sovra comunale). I sistemi museali sono per lo più di medie dimensioni: secondo i 99 musei che hanno risposto al quesito, il 14,1% dei sistemi museali è composto da 12 musei e il 12,1% da 9, anche se nel complesso, il 72,7% dei musei non supera i 12 musei.
Gli eventuali partner extra-museali che prendono parte al sistema museale sono privati (43,8%) o associazioni culturali (37,5%).
Tali dati sono stati sostanzialmente confermati da un'indagine che ha avuto come obiettivo l'analisi dei sistemi museali presenti nella nostra regione. Grazie a tale indagine sono stati individuati:
- 3 Sistemi provinciali (Rovigo, Padova, Venezia);
- 5 Sistemi urbani (Padova, Venezia, Verona, Vicenza, Treviso);
- 3 Sistemi Museali (dell'Agno Chiampo, Rete Museale Altovicentino, della Lessinia);
- Musei dell'Università di Padova (CAM);
- Isola dei Musei di Treviso (Museo Civico di Asolo, Fondazione Museo Antonio Canova di Possagno, Villa Emo, Villa Maser).
In via di elaborazione sono 3 Sistemi provinciali (Belluno, Treviso, Vicenza), i Musei della Medicina (Museo di Storia della Medicina e della Salute di Venezia; Museo della Medicina di Padova) e l'Ecomuseo della Grande Guerra.