Chi viene in Veneto trova una vacanza a 360 gradi, in grado di soddisfare ogni tipologia di richiesta: c'è la possibilità di visitare città tra le più belle e famose del mondo, di trascorrere l'estate in una delle molteplici spiagge e sui litorali del Lago di Garda - 150 km di coste con acque di riconosciuta qualità - di godere del più grande ed attrezzato bacino termale d'Europa, di divertirsi con gli sport invernali ma anche di intraprendere escursioni immersi nel suggestivo scenario delle Dolomiti, patrimonio universale dell'umanità, ecc. L'offerta della nostra regione viene valorizzata da quell'infinità di aspetti che la rendono unica e in grado di richiamare più volte lo stesso visitatore, alla scoperta del territorio, di tradizioni locali e produzioni tipiche dell'artigianato, dell'agroalimentare.
Negli ultimi anni la crescita del numero di turisti è stata rallentata solo con l'inizio della crisi economica e finanziaria di fine 2008, ma in seguito è ripresa fino ad arrivare alle importanti cifre del 2011 per tutti i comprensori turistici veneti. Le località balneari, le città d'arte e il lago giungono a un nuovo record sia degli arrivi sia delle presenze. Le località montane e quelle termali sono accomunate da un numero crescente di turisti, i quali però permangono per un periodo mediamente più breve, comportamento generalmente sempre più diffuso, ma che fa totalizzare in questo caso una variazione negativa delle presenze.
(Figura 13.2.1),
(Figura 13.2.2)
È interessante allora focalizzare l'attenzione sulla durata media del soggiorno presso le strutture ricettive, calcolato come rapporto tra presenze, come vengono usualmente denominati i pernottamenti, e il numero di arrivi, cioè gli ospiti giunti a destinazione. Nel breve periodo tale valore medio non mostra variazioni considerevoli, ma se calcolato su una serie storica almeno decennale fornisce qualche indicazione sulle tendenze in atto.
La permanenza media del turista nella località di villeggiatura dipende strettamente dalla tipologia di vacanza: nel 2011 è di circa sette pernottamenti al mare, tra cinque e sei in montagna, circa cinque al lago e alle terme, poco più di due nelle città d'arte. Per ciascuna di queste macrocategorie di vacanza, diverso è il comportamento tra chi soggiorna in strutture alberghiere e chi invece sceglie una delle molteplici offerte del settore extralberghiero (campeggi, agriturismi, affittacamere, ecc.), dove i soggiorni risultano in genere molto più lunghi. Negli alberghi al mare si permane in media quattro notti che diventano nove per l'extralberghiero, anche in montagna il periodo si raddoppia da circa quattro a otto notti, ma si notano notevoli differenze anche nelle località affacciate sul lago di Garda (da 3,6 a 6,4) e nelle città d'arte (da 2 a 3,5). Alle terme la situazione si presenta invece ribaltata con una notte in più per la permanenza media negli alberghi (4,8).
(Tabella 13.2.1)
Nel corso dell'ultimo decennio a fronte di notevoli aumenti nei flussi turistici diretti verso la nostra regione, si nota in generale una riduzione della durata del soggiorno - passata da 4,7 giorni del 2000 ai 4 del 2011 - che non sembra essere legata solamente a periodi di stasi del settore connessi a difficoltà internazionali di varia natura, e che indica un cambiamento della concezione di vacanza: da un unico periodo durante tutto l'anno su cui concentrare l'attenzione, le risorse economiche e le aspettative, si tende sempre di più a ridurre il soggiorno, magari concedendosi più di un'occasione di svago nel corso dell'anno. L'unico comprensorio in cui la permanenza media rimane pressoché costante è rappresentato dalle città d'arte, dove d'altra parte è già ridotta ai minimi termini con due pernottamenti, previsti ad esempio dal viaggio organizzato dove Venezia è solo una delle molteplici tappe.
(Figura 13.2.3)
Una mappa comunale permette di evidenziare i comuni in cui la durata del soggiorno è superiore alla permanenza media registrata dal comprensorio turistico cui il comune appartiene (mare, montagna, lago, terme, città d'arte). Tra i comuni caratterizzati dalla stessa tipologia di offerta, migliori risultati otterrà quello che presenta una concomitanza di fattori e opportunità che inducono il turista a dedicare al soggiorno un periodo più lungo. Pur non disponendo di dati relativamente alla motivazione del viaggio si suppone che, oltre alla diffusione di strutture extralberghiere nelle quali abbiamo constatato soggiorni evidentemente più lunghi, una più forte attrattività verrà esercitata da località rinomate o che per la loro posizione strategica, permettono di raggiungere in breve tempo più località d'interesse turistico. Naturalmente oltre alla varietà si deve annoverare l'unicità e la peculiarità della vacanza proposta, di un territorio che per essere scoperto e assaporato ha bisogno di qualche giornata in più. Un esempio tra tanti è costituito dai comuni su cui si snodano le strade del vino e dei prodotti tipici, dove i clienti permangono in media presso la struttura ricettiva scelta per un periodo più elevato o tuttalpiù pari a quello caratterizzante il comprensorio: 7,7 pernottamenti nelle località balneari, 2,2 nelle città d'arte, 4,9 al lago, 10,3 in montagna, 4,8 alle terme. Non da ultime vanno annoverate le offerte di soggiorno proposte dagli esercenti stessi, che attraggono sempre più l'attenzione dai navigatori del web.
(Figura 13.2.4)
Le provenienze
Il turismo veneto è composto in maniera prevalente da un flusso straniero che nel 2011 costituisce il 62% delle presenze complessive. La crescita del turismo internazionale è ripresa dopo il periodo di stasi degli anni scorsi e ora determina gli ottimi risultati conseguiti dalla nostra regione a fronte di una stazionarietà delle presenze nazionali.
(Figura 13.2.5)
La graduatoria delle provenienze straniere vede nel 2011 un incremento di presenze delle nazionalità che da anni occupano le primissime posizioni: tedeschi (+7,1% rispetto all'anno precedente), austriaci (+5,3%), olandesi (+4,6%), francesi (+6,9%), svizzeri (+8,8%), spagnoli (+2,7%). Americani e inglesi, che negli ultimi anni avevano subito le più marcate e ripetute contrazioni, ricominciano ad aumentare (+10,8 e +1,7%). Continua inoltre la scalata delle cosiddette aree BRIC, che oggi assumono la veste di nuove frontiere sulle quali conformare nuove strategie promozionali: Russia (+33,7%), Cina (+45,4%) e Brasile (+34%) giungono quest'anno al 12°, 15° e 18° posto nella graduatoria dei paesi esteri di provenienza e guadagnano rispetto al 2000 la Russia 11 posizioni, Cina e Brasile 3. Anche per l'India si evidenziano importanti incrementi (+27,5%) grazie ai quali occupa oggi il 27° posto. Brasiliani, Indiani e Cinesi prediligono la visita alle città d'arte, dove si concentra circa il 94% delle presenze. In particolare Venezia, inserita in pacchetti turistici assieme a Firenze e Roma, continua a essere protagonista del dialogo tra Europa e Cina. I soggiorni dei russi si svolgono prevalentemente al mare (39% delle presenze) e in città d'arte (47,3%), ma si notano flussi sempre più importanti anche nelle località termali.
Per semplificare e sintetizzare l'intreccio dei flussi in entrata, provenienti da ogni parte del mondo e diretti verso una delle molteplici offerte turistiche del Veneto, focalizziamo l'attenzione sulla clientela di ciascun comprensorio turistico e consideriamo i contributi alla crescita apportati dalle nazionalità di provenienza. Un confronto tra contributi permette di individuare le provenienze che nel corso degli anni giocano un ruolo fondamentale per il settore turistico considerato, ma attribuisce anche la giusta luce ai mercati emergenti. Tale indicatore riassume infatti in una sola cifra le variazioni tra due anni contigui e la rilevanza che assume quel mercato per il comprensorio in esame.
Consideriamo innanzitutto la clientela delle nostre località balneari, nelle quali la presenza straniera risulta superiore a quella italiana (61,4%).
(Figura 13.2.6)
La scelta di trascorrere una vacanza al mare appare per sua natura maggiormente influenzata, rispetto alle altre tipologie di turismo, dalle condizioni atmosferiche. Un'estate come quella del 2010, caratterizzata da tempo incerto all'apertura della stagione e nel periodo di maggior afflusso - il Ferragosto - ha decretato l'andamento del settore, soprattutto in funzione di quel 24% di turisti, nel solo caso di tedeschi ed austriaci, che prenota non più di 15 giorni prima e può così iniziare ad affidarsi, per la propria scelta, alle previsioni meteorologiche. Nel 2011 nei riguardi della nostra offerta balneare si nota un interesse nuovamente in crescita da parte dei tedeschi, i più assidui frequentatori, dei veneti, che dal 2009 avevano diminuito la loro presenza, dei turisti provenienti dal resto d'Italia, ma anche di austriaci e olandesi. Positivi gli apporti, negli ultimi anni, di russi, cechi e polacchi tanto da fornire un contributo alla crescita a volte superiore a quello apportato dai turisti tradizionali.
(Figura 13.2.7)
Anche nelle nostre città d'arte la presenza straniera risulta superiore a quella italiana (67,5%) e mostra una crescita più veloce (nell'ultimo decennio +70,6% contro un +27,4% dei nostri connazionali). I veneti che soggiornano in città della propria regione meritano un'analisi distinta dai turisti che visitano il Veneto e provengono del resto d'Italia, che rappresentano in assoluto i più assidui frequentatori dei nostri centri storico-turistici. Appare evidente, a ridosso dell'inizio della crisi, il crollo delle presenze d'italiani e americani, a cui è seguito però un rapido recupero, mentre l'apporto del flusso francese e di quello interregionale si è mantenuto sempre positivo. Il soggiorno in strutture ricettive relativamente prossime al luogo di residenza è legata a molteplici motivazioni, tra le quali il piacere di trascorrere uno o più week end fuori porta, la visita a parenti e amici, la cura in centri specializzati, ecc. tutte finalità poco influenzate da fattori economici. Si noti, inoltre, quanto abbiano contato nell'ultimo anno i flussi da Paesi emergenti quali Cina, Australia, Brasile e Russia il cui contributo alla crescita recentemente si dimostra pari se non superiore a quello dei clienti tradizionali.
(Figura 13.2.8)
Pure al lago di Garda la presenza straniera risulta superiore a quella italiana (81,9%) e mostra una crescita più veloce della componente nazionale (nell'ultimo decennio +30,8% contro +11,8%). L'andamento nel corso degli anni del turismo lacuale riflette appieno l'attrattività esercitata sui tedeschi, che da soli costituiscono oltre un terzo dei flussi complessivi del settore. Un apporto positivo è sempre stato fornito, negli ultimi anni, dai turisti olandesi, danesi, svizzeri e belgi, mentre gli italiani in concomitanza con l'inizio della crisi hanno ridotto la permanenza media del soggiorno sul lago di Garda ma non la loro affluenza, che appare in graduale aumento fino a totalizzare un incremento di circa centomila arrivi dal 2005 al 2011.
(Figura 13.2.9)
La montagna è l'unico comprensorio in cui prevale la presenza italiana su quella straniera, ma gli incrementi dei turisti stranieri (+37,2% dal 2000 ad oggi) e le perdite di quelli italiani (-20,6%) mettono in luce un lento mutamento nella composizione della clientela. L'andamento dell'annata turistica nel settore montano è determinato per lo più dal flusso d'italiani, che complessivamente rappresentano l'81,6% delle presenze totali. La componente intraregionale, che da sola conta il 41,3% dei movimenti turistici del comprensorio, ha mostrato negli ultimi anni un'affezione maggiore di quella dimostrata dal resto dei nostri connazionali, fornendo il contributo decisivo alla crescita del settore proprio nel periodo iniziale della crisi economica. Apporti positivi vengono anche dalla Germania, prima nazione straniera in ordine d'importanza con il 3,8% delle presenze, che ha fornito il suo contributo positivo anche nell'anno appena trascorso. Provenienze emergenti che hanno apportato un contributo positivo, seppur ancora limitato, risultano i Paesi Bassi, la Svezia, la Russia e il Giappone.
(Figura 13.2.10)
Al contrario di quanto accade nel comprensorio montano, in quello termale nel corso degli anni la clientela italiana sembra in parte sostituire quella straniera: se fino al 2004 all'insieme dei nostri connazionali non era attribuibile nemmeno la metà delle presenze del settore, nel 2011 toccano quasi quota 60%. La cosa è ancor più evidente se invece di analizzare le presenze, che indicando il numero di pernottamenti risentono nel proprio andamento della riduzione nella durata del soggiorno, si considera l'evolversi del numero di arrivi, cioè il numero di persone che hanno manifestato la propria preferenza per questa tipologia di vacanza. Nell'ultimo decennio si nota un dimezzamento dei clienti tedeschi (da 141mila a 73mila) e una forte riduzione di austriaci (-16,7%) e spagnoli (-78,7%), mentre gli italiani sono quasi raddoppiati (da 244mila a 417mila) e tra questi i veneti sono passati dai 31mila del 2000 ai 68mila del 2011. Tra i mercati emergenti si nota in particolare la Russia, che nel corso degli anni ha fornito importanti contributi alla crescita del settore.
(Figura 13.2.11)