U.O. Sistema Statistico Regionale U.O. Sistema Statistico Regionale
Capitolo 13

Le opportunita' dei turisti e del turismo

I risultati del settore turistico esposti nel capitolo della congiuntura evidenziano, in sintesi, come il 2011 rappresenti per il turismo veneto un primato, con un numero di pernottamenti che ha superato i 63,4 milioni e una crescita del 4,2% rispetto all'anno precedente. È evidente la sempre maggiore attrattività esercitata sul turista straniero, le cui presenze sono aumentate dal 2005 del 22,4%, mentre più stazionario appare l'interesse dimostrato dagli italiani (-0,7%). Obiettivo ambizioso che si pone il settore turistico veneto assieme ai suoi amministratori è di passare entro il 2020 dagli attuali 15,8 milioni di arrivi e 15 miliardi di fatturato a 20 milioni di arrivi e 20 miliardi di fatturato. Un'offerta che può ben definirsi completa e al più alto livello verrà implementata su molti versanti, a partire dall'accessibilità e dalla valorizzazione di un Veneto capace di essere attrattivo in tutte le stagioni.
 
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13.1 - Il settore turistico: opportunità per la domanda e l'offerta (Nota 1)

Il comparto turistico veneto, forte delle risorse naturali, culturali e imprenditoriali, nonché delle tradizioni e dell'enogastronomia, può offrire molteplici opportunità. Da un lato opportunità di sviluppo, occupazione, e quindi sostegno al tessuto economico e sociale presente sul territorio, soprattutto in una congiuntura estremamente difficile che purtroppo penalizza comparti produttivi manifatturieri che per decenni hanno tradizionalmente costituito il maggior punto di forza dell'economia regionale. D'altro canto anche grazie a progetti già programmati o in corso di realizzazione, nasceranno nuove opportunità per i visitatori che scelgono il Veneto come destinazione di vacanza.
Dal lato dell'offerta sono molteplici le aree di intervento nelle quali potranno trovare spazio progetti e iniziative: dalla formazione degli operatori, alle infrastrutture, all'attenzione per l'ambiente necessaria per assicurare una effettiva sostenibilità infrastrutturale, ambientale e sociale dei grandi flussi di persone che arrivano e soggiornano in Veneto.
Rispetto alle opportunità per i giovani che entreranno nel mondo del lavoro, potranno essere rafforzate e migliorate le attività di formazione e specializzazione. In tutto il comparto turistico sono senza dubbio necessarie figure professionali in grado di rispondere alle esigenze del sistema di accoglienza e sicuramente ai giovani deve essere data l'opportunità di scegliere percorsi formativi dove acquisire conoscenze e competenze che contribuiranno a far crescere la qualità dei servizi offerti a chi visita il Veneto. La sfida che si presenta diventa quindi anche opportunità sia per lo sviluppo del turismo veneto ma anche per una innovazione nel comparto della formazione professionale; un impegno che dovrà servire ad avvicinare maggiormente la scuola al mondo dell'impresa. Le nuove figure professionali, con una preparazione linguistica di più alto livello - ma anche con maggior conoscenza del territorio veneto - potranno costituire le risorse fondamentali per le imprese e per l'intero settore economico.
In quanto a nuove opportunità di sviluppo per segmenti di offerta turistica di nicchia, all'indiscutibile primato delle città d'arte conosciute in tutto il mondo e alle caratteristiche naturali della regione, si stanno affiancando tipologie specifiche di offerta turistica spesso mirate anche alla destagionalizzazione dell'offerta stessa: il turismo legato alle ville venete, il turismo congressuale, il cicloturismo, gli itinerari della fede.
Miglioramento dell'accoglienza significa anche maggior accessibilità alle strutture ricettive e ai luoghi di villeggiatura. Particolare significatività ed importanza va attribuita all'idea che i luoghi e le strutture di accoglienza possano essere fruibili anche da chi ha difficoltà nel movimento o ha particolari esigenze alimentari. Certamente anche questo aspetto rappresenta un segmento che vede, accanto agli oggettivi risvolti di ritorno economico, anche importanti aspetti sociali di attenzione alla persona.
Rispetto al miglioramento delle infrastrutture di comunicazione, osservando soprattutto l'incidenza della quota relativa ai visitatori esteri (circa il 60% degli arrivi nel 2011), si pone in primo piano l'importanza di una risposta adeguata in quanto a disponibilità di infrastrutture e mezzi dedicati ai grandi spostamenti. Le infrastrutture aeroportuali assieme a mirati accordi con le compagnie aeree, ma anche la presenza di arterie stradali e ferroviarie costituenti un'adeguata rete di viabilità, contribuiscono fortemente all'affermazione dell'economia turistica.

Diffondere la conoscenza

Va evidenziato che se un tempo la scelta di una vacanza in Veneto, soprattutto per il turista straniero, francese, americano, cinese o russo che fosse, significava sostanzialmente visitare il centro storico di Venezia; oggi, sempre più, anche chi vive geograficamente più lontano può essere maggiormente informato su tutte le opportunità offerte da una regione che dispone di molteplici e variegate risorse, in primis le ricchezze naturali del territorio, accompagnate però dal grande valore aggiunto costituito dall'arte, dalla cultura e dalle tradizioni che caratterizzano la storia di questa regione. L'attività di comunicazione istituzionale delle eccellenze turistiche del Veneto, essenziale per la diffusione del prodotto turistico in Italia e nei mercati stranieri, è senza dubbio lo strumento fondamentale che crea opportunità di crescita per il settore e specularmente opportunità di conoscenza e scelta per chi prenota una vacanza, e per questo viene espletata attraverso molteplici forme (portale web, inserzioni, spot radiotelevisivi, manifesti, ecc.).
 
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13.2 - I settori tradizionali

Chi viene in Veneto trova una vacanza a 360 gradi, in grado di soddisfare ogni tipologia di richiesta: c'è la possibilità di visitare città tra le più belle e famose del mondo, di trascorrere l'estate in una delle molteplici spiagge e sui litorali del Lago di Garda - 150 km di coste con acque di riconosciuta qualità - di godere del più grande ed attrezzato bacino termale d'Europa, di divertirsi con gli sport invernali ma anche di intraprendere escursioni immersi nel suggestivo scenario delle Dolomiti, patrimonio universale dell'umanità, ecc. L'offerta della nostra regione viene valorizzata da quell'infinità di aspetti che la rendono unica e in grado di richiamare più volte lo stesso visitatore, alla scoperta del territorio, di tradizioni locali e produzioni tipiche dell'artigianato, dell'agroalimentare.
Negli ultimi anni la crescita del numero di turisti è stata rallentata solo con l'inizio della crisi economica e finanziaria di fine 2008, ma in seguito è ripresa fino ad arrivare alle importanti cifre del 2011 per tutti i comprensori turistici veneti. Le località balneari, le città d'arte e il lago giungono a un nuovo record sia degli arrivi sia delle presenze. Le località montane e quelle termali sono accomunate da un numero crescente di turisti, i quali però permangono per un periodo mediamente più breve, comportamento generalmente sempre più diffuso, ma che fa totalizzare in questo caso una variazione negativa delle presenze. (Figura 13.2.1), (Figura 13.2.2)
È interessante allora focalizzare l'attenzione sulla durata media del soggiorno presso le strutture ricettive, calcolato come rapporto tra presenze, come vengono usualmente denominati i pernottamenti, e il numero di arrivi, cioè gli ospiti giunti a destinazione. Nel breve periodo tale valore medio non mostra variazioni considerevoli, ma se calcolato su una serie storica almeno decennale fornisce qualche indicazione sulle tendenze in atto.
La permanenza media del turista nella località di villeggiatura dipende strettamente dalla tipologia di vacanza: nel 2011 è di circa sette pernottamenti al mare, tra cinque e sei in montagna, circa cinque al lago e alle terme, poco più di due nelle città d'arte. Per ciascuna di queste macrocategorie di vacanza, diverso è il comportamento tra chi soggiorna in strutture alberghiere e chi invece sceglie una delle molteplici offerte del settore extralberghiero (campeggi, agriturismi, affittacamere, ecc.), dove i soggiorni risultano in genere molto più lunghi. Negli alberghi al mare si permane in media quattro notti che diventano nove per l'extralberghiero, anche in montagna il periodo si raddoppia da circa quattro a otto notti, ma si notano notevoli differenze anche nelle località affacciate sul lago di Garda (da 3,6 a 6,4) e nelle città d'arte (da 2 a 3,5). Alle terme la situazione si presenta invece ribaltata con una notte in più per la permanenza media negli alberghi (4,8). (Tabella 13.2.1)
Nel corso dell'ultimo decennio a fronte di notevoli aumenti nei flussi turistici diretti verso la nostra regione, si nota in generale una riduzione della durata del soggiorno - passata da 4,7 giorni del 2000 ai 4 del 2011 - che non sembra essere legata solamente a periodi di stasi del settore connessi a difficoltà internazionali di varia natura, e che indica un cambiamento della concezione di vacanza: da un unico periodo durante tutto l'anno su cui concentrare l'attenzione, le risorse economiche e le aspettative, si tende sempre di più a ridurre il soggiorno, magari concedendosi più di un'occasione di svago nel corso dell'anno. L'unico comprensorio in cui la permanenza media rimane pressoché costante è rappresentato dalle città d'arte, dove d'altra parte è già ridotta ai minimi termini con due pernottamenti, previsti ad esempio dal viaggio organizzato dove Venezia è solo una delle molteplici tappe. (Figura 13.2.3)
Una mappa comunale permette di evidenziare i comuni in cui la durata del soggiorno è superiore alla permanenza media registrata dal comprensorio turistico cui il comune appartiene (mare, montagna, lago, terme, città d'arte). Tra i comuni caratterizzati dalla stessa tipologia di offerta, migliori risultati otterrà quello che presenta una concomitanza di fattori e opportunità che inducono il turista a dedicare al soggiorno un periodo più lungo. Pur non disponendo di dati relativamente alla motivazione del viaggio si suppone che, oltre alla diffusione di strutture extralberghiere nelle quali abbiamo constatato soggiorni evidentemente più lunghi, una più forte attrattività verrà esercitata da località rinomate o che per la loro posizione strategica, permettono di raggiungere in breve tempo più località d'interesse turistico. Naturalmente oltre alla varietà si deve annoverare l'unicità e la peculiarità della vacanza proposta, di un territorio che per essere scoperto e assaporato ha bisogno di qualche giornata in più. Un esempio tra tanti è costituito dai comuni su cui si snodano le strade del vino e dei prodotti tipici, dove i clienti permangono in media presso la struttura ricettiva scelta per un periodo più elevato o tuttalpiù pari a quello caratterizzante il comprensorio: 7,7 pernottamenti nelle località balneari, 2,2 nelle città d'arte, 4,9 al lago, 10,3 in montagna, 4,8 alle terme. Non da ultime vanno annoverate le offerte di soggiorno proposte dagli esercenti stessi, che attraggono sempre più l'attenzione dai navigatori del web. (Figura 13.2.4)
Le provenienze
Il turismo veneto è composto in maniera prevalente da un flusso straniero che nel 2011 costituisce il 62% delle presenze complessive. La crescita del turismo internazionale è ripresa dopo il periodo di stasi degli anni scorsi e ora determina gli ottimi risultati conseguiti dalla nostra regione a fronte di una stazionarietà delle presenze nazionali. (Figura 13.2.5)
La graduatoria delle provenienze straniere vede nel 2011 un incremento di presenze delle nazionalità che da anni occupano le primissime posizioni: tedeschi (+7,1% rispetto all'anno precedente), austriaci (+5,3%), olandesi (+4,6%), francesi (+6,9%), svizzeri (+8,8%), spagnoli (+2,7%). Americani e inglesi, che negli ultimi anni avevano subito le più marcate e ripetute contrazioni, ricominciano ad aumentare (+10,8 e +1,7%). Continua inoltre la scalata delle cosiddette aree BRIC, che oggi assumono la veste di nuove frontiere sulle quali conformare nuove strategie promozionali: Russia (+33,7%), Cina (+45,4%) e Brasile (+34%) giungono quest'anno al 12°, 15° e 18° posto nella graduatoria dei paesi esteri di provenienza e guadagnano rispetto al 2000 la Russia 11 posizioni, Cina e Brasile 3. Anche per l'India si evidenziano importanti incrementi (+27,5%) grazie ai quali occupa oggi il 27° posto. Brasiliani, Indiani e Cinesi prediligono la visita alle città d'arte, dove si concentra circa il 94% delle presenze. In particolare Venezia, inserita in pacchetti turistici assieme a Firenze e Roma, continua a essere protagonista del dialogo tra Europa e Cina. I soggiorni dei russi si svolgono prevalentemente al mare (39% delle presenze) e in città d'arte (47,3%), ma si notano flussi sempre più importanti anche nelle località termali.
Per semplificare e sintetizzare l'intreccio dei flussi in entrata, provenienti da ogni parte del mondo e diretti verso una delle molteplici offerte turistiche del Veneto, focalizziamo l'attenzione sulla clientela di ciascun comprensorio turistico e consideriamo i contributi alla crescita apportati dalle nazionalità di provenienza. Un confronto tra contributi permette di individuare le provenienze che nel corso degli anni giocano un ruolo fondamentale per il settore turistico considerato, ma attribuisce anche la giusta luce ai mercati emergenti. Tale indicatore riassume infatti in una sola cifra le variazioni tra due anni contigui e la rilevanza che assume quel mercato per il comprensorio in esame.
Consideriamo innanzitutto la clientela delle nostre località balneari, nelle quali la presenza straniera risulta superiore a quella italiana (61,4%). (Figura 13.2.6)
La scelta di trascorrere una vacanza al mare appare per sua natura maggiormente influenzata, rispetto alle altre tipologie di turismo, dalle condizioni atmosferiche. Un'estate come quella del 2010, caratterizzata da tempo incerto all'apertura della stagione e nel periodo di maggior afflusso - il Ferragosto - ha decretato l'andamento del settore, soprattutto in funzione di quel 24% di turisti, nel solo caso di tedeschi ed austriaci, che prenota non più di 15 giorni prima e può così iniziare ad affidarsi, per la propria scelta, alle previsioni meteorologiche. Nel 2011 nei riguardi della nostra offerta balneare si nota un interesse nuovamente in crescita da parte dei tedeschi, i più assidui frequentatori, dei veneti, che dal 2009 avevano diminuito la loro presenza, dei turisti provenienti dal resto d'Italia, ma anche di austriaci e olandesi. Positivi gli apporti, negli ultimi anni, di russi, cechi e polacchi tanto da fornire un contributo alla crescita a volte superiore a quello apportato dai turisti tradizionali. (Figura 13.2.7)
Anche nelle nostre città d'arte la presenza straniera risulta superiore a quella italiana (67,5%) e mostra una crescita più veloce (nell'ultimo decennio +70,6% contro un +27,4% dei nostri connazionali). I veneti che soggiornano in città della propria regione meritano un'analisi distinta dai turisti che visitano il Veneto e provengono del resto d'Italia, che rappresentano in assoluto i più assidui frequentatori dei nostri centri storico-turistici. Appare evidente, a ridosso dell'inizio della crisi, il crollo delle presenze d'italiani e americani, a cui è seguito però un rapido recupero, mentre l'apporto del flusso francese e di quello interregionale si è mantenuto sempre positivo. Il soggiorno in strutture ricettive relativamente prossime al luogo di residenza è legata a molteplici motivazioni, tra le quali il piacere di trascorrere uno o più week end fuori porta, la visita a parenti e amici, la cura in centri specializzati, ecc. tutte finalità poco influenzate da fattori economici. Si noti, inoltre, quanto abbiano contato nell'ultimo anno i flussi da Paesi emergenti quali Cina, Australia, Brasile e Russia il cui contributo alla crescita recentemente si dimostra pari se non superiore a quello dei clienti tradizionali. (Figura 13.2.8)
Pure al lago di Garda la presenza straniera risulta superiore a quella italiana (81,9%) e mostra una crescita più veloce della componente nazionale (nell'ultimo decennio +30,8% contro +11,8%). L'andamento nel corso degli anni del turismo lacuale riflette appieno l'attrattività esercitata sui tedeschi, che da soli costituiscono oltre un terzo dei flussi complessivi del settore. Un apporto positivo è sempre stato fornito, negli ultimi anni, dai turisti olandesi, danesi, svizzeri e belgi, mentre gli italiani in concomitanza con l'inizio della crisi hanno ridotto la permanenza media del soggiorno sul lago di Garda ma non la loro affluenza, che appare in graduale aumento fino a totalizzare un incremento di circa centomila arrivi dal 2005 al 2011. (Figura 13.2.9)
La montagna è l'unico comprensorio in cui prevale la presenza italiana su quella straniera, ma gli incrementi dei turisti stranieri (+37,2% dal 2000 ad oggi) e le perdite di quelli italiani (-20,6%) mettono in luce un lento mutamento nella composizione della clientela. L'andamento dell'annata turistica nel settore montano è determinato per lo più dal flusso d'italiani, che complessivamente rappresentano l'81,6% delle presenze totali. La componente intraregionale, che da sola conta il 41,3% dei movimenti turistici del comprensorio, ha mostrato negli ultimi anni un'affezione maggiore di quella dimostrata dal resto dei nostri connazionali, fornendo il contributo decisivo alla crescita del settore proprio nel periodo iniziale della crisi economica. Apporti positivi vengono anche dalla Germania, prima nazione straniera in ordine d'importanza con il 3,8% delle presenze, che ha fornito il suo contributo positivo anche nell'anno appena trascorso. Provenienze emergenti che hanno apportato un contributo positivo, seppur ancora limitato, risultano i Paesi Bassi, la Svezia, la Russia e il Giappone. (Figura 13.2.10)
Al contrario di quanto accade nel comprensorio montano, in quello termale nel corso degli anni la clientela italiana sembra in parte sostituire quella straniera: se fino al 2004 all'insieme dei nostri connazionali non era attribuibile nemmeno la metà delle presenze del settore, nel 2011 toccano quasi quota 60%. La cosa è ancor più evidente se invece di analizzare le presenze, che indicando il numero di pernottamenti risentono nel proprio andamento della riduzione nella durata del soggiorno, si considera l'evolversi del numero di arrivi, cioè il numero di persone che hanno manifestato la propria preferenza per questa tipologia di vacanza. Nell'ultimo decennio si nota un dimezzamento dei clienti tedeschi (da 141mila a 73mila) e una forte riduzione di austriaci (-16,7%) e spagnoli (-78,7%), mentre gli italiani sono quasi raddoppiati (da 244mila a 417mila) e tra questi i veneti sono passati dai 31mila del 2000 ai 68mila del 2011. Tra i mercati emergenti si nota in particolare la Russia, che nel corso degli anni ha fornito importanti contributi alla crescita del settore. (Figura 13.2.11)

Figura 13.2.1

Numero indice (*) degli arrivi di turisti per comprensorio (anno base = 2005). Veneto - Anni 2005:2011

Figura 13.2.2

Numero indice (*) delle presenze di turisti per comprensorio (anno base = 2005). Veneto - Anni 2005:2011

Tabella 13.2.1

Permanenza media (*) per comprensorio turistico, tipologia di struttura ricettiva e provenienza del turista. Veneto - Anno 2011

Figura 13.2.3

Permanenza media (*) dei turisti per tipologia di struttura e comprensorio turistico (gg). Veneto - Anni 2000:2011

Figura 13.2.4

Permanenza media nelle strutture ricettive del comune confrontata con la media del comprensorio di appartenenza. Veneto - Anno 2011

Figura 13.2.5

Numero indice (*) di arrivi e presenze di turisti (anno base = 2000). Veneto - Anni 2000:2011

Figura 13.2.6

Presenze di turisti per comprensorio e provenienza. Veneto - Anni 2000 e 2011

Figura 13.2.7

Contributo alla crescita (°) delle presenze di turisti nel comprensorio balneare apportato dalle provenienze più rilevanti e da quelle emergenti. Veneto - Anni 2006:2011

Figura 13.2.8

Contributo alla crescita (°) delle presenze di turisti nel comprensorio città d'arte apportato dalle provenienze più rilevanti e da quelle emergenti. Veneto - Anni 2006:2011

Figura 13.2.9

Contributo alla crescita (°) delle presenze di turisti nel comprensorio lacuale apportato dalle provenienze più rilevanti. Veneto - Anni 2006:2011

Figura 13.2.10

Contributo alla crescita (°) delle presenze di turisti nel comprensorio montano apportato dalle provenienze più rilevanti e da quelle emergenti. Veneto - Anni 2006:2011

Figura 13.2.11

Contributo alla crescita (°) delle presenze di turisti nel comprensorio termale apportato dalle provenienze più rilevanti e da quelle emergenti. Veneto - Anni 2006:2011
 
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13.3 - Nuove opportunità guardando al futuro

Sviluppi futuri del settore turistico veneto s'intravedono nelle tematiche dei progetti in corso, tra le quali appare la destagionalizzazione dei flussi.
Il prolungamento della stagione turistica rappresenta contemporaneamente prassi di gestione sostenibile delle destinazioni e nuova opportunità d'entrata, ma porterebbe anche a un miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti e del personale, che perverrebbe a una maggiore stabilità lavorativa. Anche il flusso di turisti che scelgono il Veneto per trascorrere le proprie vacanze è caratterizzato da una forte stagionalità, soprattutto per la forte attrattività esercitata dalle località balneari e del lago di Garda nella stagione estiva e in quella primaverile.
Il Veneto, da sempre apprezzato per la varietà dell'offerta turistica e per la cultura dell'ospitalità che lo caratterizza, è una regione che si dimostra sempre attenta alle esigenze di una domanda che sta cambiando e che necessita di un continuo rinnovamento. Alle mete tradizionali si affiancano segmenti turistici in forte crescita.
Un'importante opportunità per destagionalizzare e delocalizzare i flussi turistici rispetto alle cosiddette mete tradizionali è rappresentata dalla rete delle Ville venete, che permette al visitatore di godere di bellezze artistiche e culturali e contemporaneamente di tutto ciò che il territorio offre in termini di buona cucina e prodotti enogastronomici. Un patrimonio così ricco e con storie uniche da raccontare è oggetto del progetto interregionale per la "Valorizzazione turistica di un prodotto culturale: le ville" cui ha aderito la Regione Veneto assieme a Toscana, Sardegna e Campania nell'intento, tra gli altri, di rendere fruibili questi edifici. Per questo è stata anzitutto predisposta una "Carta dei Servizi" che fissa tra l'altro i requisiti di accessibilità al pubblico secondo orari prestabiliti, a cui possono aderire le ville disponibili all'accoglienza iscritte nel Catalogo dell'Istituto Regionale Ville Venete. Il patrimonio complessivamente censito è composto da circa 3.803 tra edifici e complessi architettonici, disseminati ovunque e in località di grande pregio: il 90 per cento dei comuni della regione ne ospita almeno uno e si riscontra una maggiore concentrazione di ville in provincia di Treviso, Vicenza, Verona e Padova. (Tabella 13.3.1)
L'85% delle ville è privato e poche sono le dimore visitabili con orari precisi, molte sono infatti aperte in occasioni particolari o tenute per uso privato. Alla carta dei servizi hanno aderito finora un centinaio di ville, inserite di conseguenza nel circuito di promozione turistica regionale, e di queste trenta offrono anche il servizio di alloggio, rientrando così nel vasto mondo delle strutture ricettive venete. I pernottamenti totalizzati in questa offerta di nicchia sono concentrati nella provincia di Treviso (54,7% nel 2011), seguono Verona e Venezia (16,6% e 15,3% rispettivamente).
Un'altra strada che porta verso una diversificazione dei flussi turistici è rappresentata dallo sviluppo del turismo equestre, che consente al turista la scoperta del territorio in modo soft ed ecologico, permettendo la valorizzazione delle eccellenze turistiche presenti nel territorio regionale di carattere ambientale, storico, culturale ed architettonico. Sulla stessa lunghezza d'onda corre la proposta del cicloturismo, che in linea con un utilizzo sostenibile e una valorizzazione del territorio, fornisce una rete originale e alternativa di itinerari che possono prevedere anche qualche pernottamento.
Un altro segmento in grado di destagionalizzare l'offerta turistica è il turismo congressuale, che riguarda lo spostamento di quanti arrivano in Veneto per lavoro, affari e per sviluppare e accrescere le più diverse attività economiche. I rappresentanti del sistema evidenziano che il Veneto occupa, per numero di operatori, il terzo posto tra le regioni italiane nel settore dei meeting e congressi, dietro a Lazio e Lombardia. È evidente l'importanza di tale settore dell'economia turistica regionale, in grado di sviluppare attività collegate all'offerta turistica ricettiva, diversificare l'offerta turistica e prolungare l'attività di quanti operano all'interno del sistema turistico regionale. In tale contesto la Regione Veneto partecipa al progetto interregionale "Azione di promozione del sistema congressuale ", che prevede la costituzione di una rete di Convention Bureau, forma di aggregazione delle imprese operanti nel settore, il miglioramento dell'offerta congressuale e della comunicazione mediatica.
Nel 2011 l'offerta del Veneto vede 134 centri congressi e 211 strutture alberghiere che prevedono tra i vari servizi quelli caratteristici dell'offerta congressuale e/o convegnistica. Queste strutture ricettive sono costituite nel 74% dei casi da alberghi a 4 o 5 stelle e hanno una dimensione molto elevata, con un numero medio di posti letto pari a 156 contro i 69 dell'albergo veneto medio. Nel 2011 tali strutture hanno registrato un quinto delle presenze ottenute dall'intero comparto alberghiero veneto, rappresentando importanti centri attrattivi per le province di Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo. Dalla distribuzione sul territorio si evidenziano le province di Venezia e di Padova che accolgono ciascuna circa un terzo dei pernottamenti registrati da questo sottoinsieme di alberghi. (Tabella 13.3.2)
Il Veneto può offrire un'ospitalità senza stagioni, senza tempo e in località ricche di ambiente e cultura anche grazie alla Pedemontana, la cui valorizzazione e promozione integrata mira tra l'altro a destagionalizzarne i picchi di flussi turistici, invitando a trascorrere dei week end ripetuti, specie nel periodo primaverile e autunnale. Ha le potenzialità per un turismo "alternativo", fatto di scoperte di ambienti, tradizioni locali e produzioni tipiche dell'artigianato e dell'agroalimentare e si snoda in un'area preziosa dal punto di vista paesaggistico e culturale, ma anche enologico, dato che rappresenta la culla di vini, bianchi e rossi, tra i migliori del mondo. Ci si attende quindi per i prossimi anni ulteriori incrementi di soggiorni presso le strutture ricettive dislocate nei comuni coinvolti, aumentati nel corso dell'ultimo decennio soprattutto per la provincia di Verona. (Tabella 13.3.3)
La Regione Veneto persegue da tempo strategie di valorizzazione dei prodotti tipici basate su percorsi enogastronomici: con la legge regionale n.17 del 2000 ha promosso e disciplinato la realizzazione delle Strade del vino e dei prodotti tipici, che percorrono aree apprezzate per la produzione di vini DOC e DOCG, nonché di altri prodotti agricoli e agroalimentari a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). Le Strade sono associazioni alle quali partecipano soggetti pubblici e privati tra cui aziende agricole e agrituristiche, cantine ed enoteche, alberghi, ristoranti ed imprese artigiane, enti e associazioni locali. Corrono lungo percorsi segnalati che toccano aree e luoghi di produzione, e che offrono ai turisti l'opportunità di conoscere le risorse culturali e naturalistiche del territorio che attraversano. Attualmente ne sono state formalmente riconosciute diciannove, la maggior parte nel 2002, le ultime due nel 2007. La collaborazione tra i diversi soggetti porta verso una promozione turistica integrata del territorio che mira a ricevere sempre maggiori consensi, partendo da una tipologia di turismo, quello enogastronomico, che non è più di nicchia, ma risulta sempre più diffuso e poco influenzato da economia, redditi e consumi.
Le strutture ricettive situate nei comuni su cui si snodano le Strade hanno registrato, nell'ultimo decennio, un incremento delle presenze del 20,5% e, in particolare, negli agriturismi e country house i pernottamenti sono passati dai circa 49mila del 2000 ai 410mila del 2011. (Figura 13.3.1)
Il progetto S.T.A.R. sull'area turistica dell'Adriatico
Proseguendo nell'obiettivo di migliorare costantemente le informazioni statistiche a disposizione di enti, operatori e cittadini, la Regione partecipa al progetto europeo S.T.A.R. (Statistical networks in Tourism sector of Adriatic Regions) nell'ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico 2007-2013.
Il progetto (Nota 2) è basato sulla collaborazione tra diverse realtà regionali dell'Adriatico sia italiane (oltre al Veneto, Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Marche, Abruzzo, Puglia) che estere (Croazia, Bosnia, Grecia e Albania) ed è finalizzato a creare un sistema integrato e uniforme di rilevazione e gestione dei dati statistici in materia di turismo, attraverso un più efficiente e intenso utilizzo delle applicazioni web.
Trae spunto dalla complessità del fenomeno turistico in tema di fonti e dati statistici e dalla considerazione che la raccolta, l'elaborazione e la diffusione dei dati sulla domanda sono di supporto all'orientamento dell'offerta e sono di assoluta importanza per la programmazione delle politiche di settore finalizzate, ad esempio, all'aumento dei flussi turistici, al miglioramento delle strategie di marketing per l'incremento della redditività delle aziende di settore, nonché al potenziamento dei servizi negli ambiti turistici territoriali.
Attraverso la realizzazione di un portale web e una raccolta di dati via internet, quindi non più basata su moduli cartacei, si vuole creare una conoscenza condivisa, omogenea e armonizzata sulla domanda nel settore del turismo nel bacino dell'Adriatico. Dati turistici relativi ad arrivi e presenze saranno integrati da ulteriori informazioni di natura ambientale, sulla qualità dell'accoglienza e sulla forza lavoro al fine di meglio posizionare l'offerta e fornire servizi, report analitici e di performance.
Tale iniziativa è condotta in collaborazione con le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative che sostengono il progetto: il progetto, infatti, riveste notevole interesse non solo per l'Amministrazione regionale ma anche per tutti gli operatori, pubblici e privati, che si occupano di turismo.
Per l'ente regionale la partecipazione al progetto S.T.A.R. rappresenta un'opportunità per il futuro di poter iniziare a delineare il profilo del turista, quindi caratteristiche anagrafiche e comportamentali, e di avere indicazioni sulla soddisfazione del cliente rispetto alla vacanza.

Tabella 13.3.1

Ville complessive, visitabili, aderenti alla carta dei servizi, strutture ricettive. Veneto - Anno 2011

Tabella 13.3.2

Strutture congressuali e convegnistiche. Veneto - Anno 2011

Tabella 13.3.3

Arrivi e presenze di turisti nelle strutture ricettive situate nei comuni della zona Pedemontana per provincia. Anni 2000 e 2011

Figura 13.3.1

Le strade del vino e dei sapori. Veneto