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8.2 - Il carico fiscale delle imprese

La concorrenza fiscale si trova spesso nei dibattiti politici e assume un ruolo importante nelle agende politiche di tutti gli stati. Il carico fiscale delle imprese e del personale altamente qualificato è un fattore di costo importante per la scelta del luogo di insediamento delle stesse. Le politiche regionali devono focalizzarsi sul mantenimento e sul miglioramento della competitività e delle condizioni quadro favorevoli all'insediamento di imprese innovative. Il carico fiscale risulta il più importante fattore di localizzazione determinato completamente a livello politico. Un basso livello del carico fiscale non solo attira nuove imprese e motiva quelle già presenti a restare, ma influenza anche la competitività di un'impresa a livello internazionale: ceteris paribus, un basso carico fiscale permette di praticare prezzi più bassi e, potenzialmente, di raggiungere una maggiore quota di mercato. Questo dovrebbe avere un effetto positivo anche sulla crescita economica regionale. Indubbiamente, uno Stato ha bisogno delle tasse per poter produrre infrastrutture e servizi pubblici; ma dato un determinato livello di infrastrutture e servizi pubblici, minori tasse dovrebbero favorire la crescita economica. Recentemente, soprattutto i paesi dell'Est europeo hanno praticato una politica aggressiva di riduzione del carico fiscale delle imprese; ma non sono stati gli unici: anche molti altri paesi europei lo hanno ridotto nel corso degli ultimi decenni.
Le imprese non devono affrontare solo la tassazione diretta, bensì anche una parte del carico fiscale dei propri dipendenti. In un'economia basata sulla conoscenza, il capitale umano è sempre più importante e contemporaneamente sempre più mobile, specialmente quello qualificato. Nel processo di scelta del luogo d'insediamento, per un'impresa, soprattutto per una multinazionale, diventa fondamentale considerare sia il proprio carico fiscale effettivo sia quello dei dipendenti altamente qualificati. Per questi ultimi è importante il reddito disponibile netto (Nota 1): le imprese che concorrono per ottenere il personale migliore devono, almeno in parte, compensare le differenze (tassazione diretta e assicurazioni sociali) tra i diversi paesi. Inoltre, considerato che è possibile trasferire in parte la tassazione di un'impresa multinazionale con i profitti da un paese all'altro, il carico fiscale del personale altamente qualificato assume una maggiore importanza per la scelta del luogo dove creare una nuova sede con i relativi posti di lavoro.
Non è facile posizionare la tassazione nelle politiche di promozione economica. La complessità delle legislazioni sulla tassazione rende molto difficile un confronto del carico fiscale a livello internazionale. Qui si osservano i dati disponibili più recenti che si basano sulla legislazione vigente nel gennaio 2005. Si confrontano regioni concorrenti del Veneto o di particolare interesse per un benchmarking del carico fiscale. Purtroppo non tutti i sistemi fiscali permettono di calcolare dati a livello regionale, di conseguenza per alcune regioni vengono utilizzati i valori corrispettivi nazionali. I territori di confronto sono i seguenti: Baden-Württemberg, Baviera, Rhône-Alpes, Spagna, Londra, Irlanda, Cantoni Zugo, Ticino e Ginevra, Austria, Finlandia, Danimarca, Slovenia.

Inizio Pagina  Carico fiscale del personale altamente qualificato

Si premette che l'indice di tassazione BAK (Nota 2) di base (Nota 3) rappresenta il carico fiscale per una persona singola con un reddito di 100'000 € e che nella maggior parte degli Stati europei la tassazione del reddito è decisa e gestita soprattutto a livello nazionale (le differenze a livello regionale sono minime e verranno qui tralasciate). Tra gli Stati messi a confronto solo la Svizzera ha una politica fiscale chiaramente federale: la legge sulla tassazione è stabilita a livello federale, ma i cantoni sono autonomi nel determinare un moltiplicatore di tassazione annuale (con il quale si moltiplica il tasso federale). Gli Stati qui confrontati hanno diversi sistemi di tassazione (diversi gradi di progressione, diversi tassi d'imposizione massimi, diverse agevolazioni familiari) e diversi sistemi previdenziali. Lo scopo del tasso d'imposizione effettivo è quello di rendere comparabili i diversi tipi di tassazione del reddito.
In Italia, la tassazione del reddito delle persone fisiche viene decisa a livello nazionale. Esistono tasse locali sul reddito, ma sono sovrattasse fisse rispetto alla tassazione nazionale (un sistema simile esiste in Danimarca e in altri paesi scandinavi). Una particolarità del sistema italiano è l'IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive) che si applica al valore aggiunto dell'impresa. Visto che i costi del personale non sono deducibili, l'IRAP agisce come una tassa sulla somma salariale e deve essere considerata nell'analisi del carico fiscale del personale altamente qualificato. L'aliquota dell'IRAP è stabilita dal governo centrale (4,25%) e le regioni hanno la possibilità di variarla di un punto percentuale.
L'Italia, con un carico fiscale effettivo di quasi 45%, nella corsa al personale altamente qualificato, è svantaggiata rispetto alla maggior parte degli Stati europei qui confrontati. Livelli di tassazione simili a quelli italiani si registrano in Francia, mentre Germania e Irlanda sono ad un livello leggermente inferiore (circa 41-42%). Attorno al 40% risulta anche il carico fiscale in Spagna e in Gran Bretagna.
Il minore carico fiscale è praticato in Svizzera, con il Cantone Zugo in testa (tasso d'imposizione effettivo del 25%). Degli altri Stati solo l'Austria riesce a competere con i cantoni svizzeri. Il maggiore si registra in Finlandia e in Slovenia, con tassi del 56% e del 52%. Nei Paesi confrontati, il carico fiscale del personale altamente qualificato varia quindi notevolmente, raddoppiando dal Cantone Zugo (25%) alla Finlandia (56%). In altre parole, un datore di lavoro a Zugo spende 132.800 € per garantire al dipendente un reddito disponibile di 100.000 €, mentre in Finlandia lo stesso datore di lavoro deve spendere 229.900 €. In Italia, per 100.000 € di reddito disponibile, il datore di lavoro affronta una spesa di 180.500 €. (Figura 8.2.1)
Il carico fiscale ha tre fonti principali: i tassi d'imposizione fiscale sul reddito, la base d'imposta e il tipo di contributi sociali. In certi paesi il livello di reddito disponibile di 100.000 € appartiene già alla classe di reddito con il massimo tasso d'imposizione; in altri paesi invece la progressione continua oltre. La base d'imposta varia molto in relazione alle deduzioni possibili, soprattutto nel caso dei contributi previdenziali: questo è un fattore importante per i livelli di reddito elevati. Il peso dei contributi sociali all'interno del carico fiscale effettivo dipende in maniera decisiva dai tassi di contribuzione e dall'esistenza o meno di un tetto massimo per i contributi, che riduce i contributi per i redditi alti.
Se si confrontano i tassi d'imposizione massimi e l'indice BAK, si nota che per diversi paesi, compresa l'Italia, l'Irlanda e la Gran Bretagna, i due valori non sono molto distanti (meno di 1,5 punti percentuali di differenza). Significa che in questi paesi si raggiunge in fretta il tasso d'imposta massimo e il peso dei contributi sociali è neutrale. Questo avviene anche in Austria e Danimarca, ma in questi paesi la deduzione dei contributi sociali è quasi totale e perciò l'indice BAK è notevolmente inferiore al tasso d'imposta massimo stabilito per legge. In Finlandia l'impatto dei contributi sociali è talmente forte, che l'indice BAK supera di 5 punti percentuali il tasso d'imposta massimo. I contributi sociali in Finlandia non hanno un tetto massimo per i redditi più elevati.
Il carico fiscale per il personale altamente qualificato non è l'unico fattore determinante per il successo economico di una regione. Per esempio esiste una grande differenza tra il successo economico della Finlandia e quello della Slovenia, sebbene entrambe abbiano un alto carico fiscale. In Finlandia esistono altri fattori di localizzazione favorevoli all'insediamento di nuove imprese, soprattutto imprese innovative e attive nel campo delle alte tecnologie. In Slovenia la tassazione del personale con un reddito medio-alto è una delle più elevate in Europa e riduce notevolmente l'attrattiva slovena per le imprese innovative e ad alta tecnologia, dove questo tipo di personale ha un ruolo fondamentale. (Figura 8.2.2)
In molti paesi europei si cerca di ridurre il carico fiscale per migliorare la competitività a livello internazionale. Tra il 2003 e il 2005 la Germania ha registrato la più accentuata riduzione del carico fiscale (-5,8 punti %). In Germania nel 2004 è stato ridotto il tasso d'imposizione massimo ed è stato riformato il sistema di tassazione delle pensioni. Al secondo posto troviamo l'Italia, con una riduzione del carico fiscale effettivo di 5 punti percentuali in due anni. Anche il Ticino e l'Austria hanno ridotto di oltre tre punti percentuali il carico fiscale del personale altamente qualificato.
In Irlanda e in Gran Bretagna si è invece registrato un chiaro aumento del carico fiscale. In Irlanda ciò dipende dall'introduzione, nel 2004, del pagamento di contributi sociali anche sulle automobili fornite dal datore di lavoro. In Gran Bretagna invece sono state aumentate le classi di reddito e c'è stata una riforma del sistema di assicurazioni sociali che ha aumentato i contributi da parte dei dipendenti. Inoltre, dal 2004, in Gran Bretagna dipendenti e datori di lavoro pagano una tassa aggiuntiva di 1% sui salari lordi.
Si nota, da un lato, l'andamento quasi lineare del carico fiscale in Italia e in Germania, e dall'altro, la progressione della tassazione in Svizzera e nei paesi nordici, soprattutto per le fasce di reddito inferiori a 200.000 €. (Figura 8.2.3)

Inizio Pagina  Sistemi di tassazione delle imprese

Nel confronto dei sistemi di tassazione delle diverse aree, si è misurato il carico fiscale medio, il costo del capitale e anche il carico fiscale marginale. I risultati principali per la tassazione delle imprese emergono dal tasso d'imposizione effettivo medio (EATR), che misura il carico fiscale effettivo su un investimento redditizio, e indica quindi l'attrattiva di una regione per un'impresa che deve decidere dove insediarsi. Un secondo gruppo di risultati riguarda il tasso d'imposizione effettivo marginale (EMTR), che rappresenta il carico fiscale su investimenti con rendimenti appena sufficienti per essere ancora considerati convenienti per l'impresa: sono gli ultimi investimenti redditizi prima di un rendimento post-tassazione uguale a zero. In teoria, minore è il carico fiscale marginale in una regione, maggiore è il livello d'investimenti redditizi, e maggiore sarà di conseguenza anche la competitività delle imprese che investono in quella regione.
Un basso carico fiscale attira nuove imprese in una regione e crea incentivi a restare e a fare nuovi investimenti per quelle già insediate. Di fatto alcuni Paesi dell'Est europeo hanno adottato una strategia aggressiva in questa direzione, raggiungendo il più basso carico fiscale delle imprese in tutta Europa (l'esempio più evidente è la Slovacchia). Al contrario della tassazione del reddito delle persone, spesso la tassazione delle imprese presenta variazioni tra le diverse regioni dello stesso Stato. In Germania, ogni comune ha la possibilità di modificare il moltiplicatore della tassa sul commercio. In Svizzera, le imprese sono tassate sulla base del sistema federale che prevede, oltre ad una tassa nazionale dell'8,5%, una cantonale e una comunale, che variano in base alle leggi cantonali e alle decisioni comunali. Una certa autonomia fiscale delle regioni esiste in teoria anche in Italia: la legislazione nazionale sull'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), stabilita al 4,5%, permette alle regioni di variare il tasso di un punto percentuale. In realtà, nel 2005 nessuna regione ha fatto uso di questo diritto.
In quasi tutti i Paesi confrontati, le tasse sul capitale e sui beni immobiliari sono determinate a livello regionale o locale. Tasse sul capitale o sulla sostanza esistono ancora solo in Francia e in Svizzera, mentre sono state abolite negli altri Stati. Una tassa sui beni immobiliari (una particolare forma di tassa sul capitale) esiste invece in tutti gli Stati europei, eccetto che in Slovenia, e presenta quasi ovunque delle differenze a livello regionale. Questa tassa, nella maggior parte dei casi, si aggira attorno al 0,3% e supera l'1% solo in Gran Bretagna. Inoltre, normalmente, la tassa sui beni immobiliari è deducibile dalla base imponibile per la tassa sugli utili d'impresa.

Il carico fiscale medio

Si considera il tasso d'imposizione medio effettivo (EATR) delle imprese nelle diverse regioni del confronto: corrisponde all'indice BAK sul carico fiscale delle imprese (Nota 4). (Figura 8.2.4)
Come per la tassazione del personale altamente qualificato, anche per quella delle imprese esistono notevoli differenze tra i diversi Paesi presi a confronto. Per un investimento con un rendimento pre-tassazione del 20%, a Dublino e nel cantone Zugo un'impresa subisce un carico fiscale effettivo medio del 14%, mentre in Francia, Spagna e Germania esso raggiunge un tasso del 35%. Il vantaggio di Dublino e di Zugo deriva dal basso tasso d'imposta sui profitti. Inoltre, nel caso di Zugo, anche la definizione della base imponibile è particolarmente vantaggiosa. Anche il canton Ticino è da considerare tra le regioni con un trattamento fiscale degli investimenti favorevole alle imprese.
Con un tasso d'imposizione di quasi il 31%, il Veneto (come pure le altre regioni italiane, con minime differenze) si posiziona tra le regioni con un carico fiscale medio-alto. Le regioni con la tassazione più pesante sono però quelle francesi, tedesche e spagnole. In Spagna e in Germania, l'elevato carico fiscale deriva dall'alto tasso d'imposizione dei profitti, che include la tassazione nazionale e quella locale. Lo svantaggio della Francia sono invece le tasse relativamente alte sul capitale e sui beni immobiliari, mentre la tassazione dei profitti è inferiore a quella italiana.
In Slovenia, il carico fiscale delle imprese è circa 10 punti percentuali inferiore a quello nel Veneto, e rende la Slovenia molto concorrenziale per le imprese italiane. La ragione di questo vantaggio sta nelle condizioni molto favorevoli di deprezzamento: così l'alto tasso d'imposizione stabilito dalla legge non diventa effettivo. Se si considerassero tutti gli incentivi agli investimenti esistenti in Slovenia, il carico fiscale si ridurrebbe ulteriormente.
Anche la Finlandia e la Danimarca, con un carico fiscale delle imprese nella media delle regioni considerate, mostrano una politica fiscale per le imprese più conveniente rispetto a quella per il personale altamente qualificato, dove sono in fondo alla classifica. (Figura 8.2.5)
Se la maggior parte delle regioni non rivela grossi cambiamenti nella tassazione delle imprese in questo periodo, si notano alcuni casi interessanti di modifica della politica fiscale nei confronti degli investimenti delle imprese. In generale si riconosce una tendenza di riduzione della tassazione in diversi paesi europei.
Tra le regioni qui confrontate, l'Austria è lo Stato che ha ridotto in modo più consistente il carico fiscale delle imprese, con un calo di 8 punti percentuali del tasso d'imposizione effettivo. Nel 2005, una riforma del sistema fiscale austriaco ha introdotto un'aliquota forfettaria di circa 25% per la tassazione dei redditi d'impresa.
La Finlandia e la Danimarca hanno ridotto il carico fiscale nel 2005 per mezzo di un taglio dell'imposta nominale sul reddito delle imprese. Rispetto al 2003, nel 2005 il tasso d'imposizione effettivo è calato di 2,5 punti percentuali in Finlandia e di 1,5 punti percentuali in Danimarca. Anche in Veneto si è registrato un lieve alleggerimento del carico fiscale delle imprese.

Il carico fiscale marginale

Accanto al carico fiscale effettivo medio, il modello di BAK/ZEW calcola anche il carico fiscale effettivo marginale, che si applica sugli investimenti marginali di un'impresa, ossia sugli ultimi investimenti redditizi prima di un rendimento post-tassazione uguale a zero. La tabella seguente illustra i diversi tassi d'imposizione per un investimento redditizio (EATR) e per un investimento marginale (EMTR). Anche se l'imposizione marginale è meno importante di quella media per la scelta di insediamento di un'impresa a livello internazionale, essa fornisce un importante complemento di informazioni sul carico fiscale effettivo delle imprese. Inoltre, nel caso un'impresa multinazionale debba decidere dove investire ulteriormente tra le sue diverse sedi, una regione con un basso tasso marginale è tendenzialmente più concorrenziale di una con alto tasso marginale. (Tabella 8.2.1)
In termini di carico fiscale, il cantone Zugo è la localizzazione più vantaggiosa anche per gli investimenti marginali, con un tasso effettivo di 7,2% nel 2005. La Slovenia passa dal quarto al secondo posto, rivelandosi interessante per un'impresa che voglia crescere. Dublino viene declassata al terzo posto, con un tasso del 12%.
Tra le altre regioni si nota un miglioramento della posizione di Copenhagen (Danimarca) e di Venezia (Veneto), mentre Helsinki (Finlandia) e Londra risultano meno vantaggiose per un investimento marginale. (Figura 8.2.6)
Nel confronto del carico fiscale per gli investimenti marginali, il Veneto - come pure le altre regioni del Nord Italia - guadagna interesse agli occhi di un'impresa. In generale, l'impatto negativo delle tasse locali e di quelle sul capitale e sui beni immobiliari è più importante che nel caso del carico fiscale medio. Di conseguenza, l'attrattiva della Francia come luogo di investimento marginale risulta ancora minore rispetto al caso del carico fiscale medio. L'impatto positivo delle agevolazioni di deprezzamento è qui più marcato rispetto al caso dell'investimento medio: così si spiega la migliore posizione concorrenziale della Slovenia.
Si noti che in entrambi i tassi d'imposizione effettivi (medio e marginale) la classifica delle regioni può variare a seconda del tipo d'investimento ipotizzato. La classifica delle regioni può variare se si modificano i pesi dei beni considerati nell'investimento o il tasso di rendimento pre-tassazione. Anche la scelta del mix tra le fonti di finanziamento può essere decisiva per il carico fiscale effettivo, a dipendenza dei trattamenti fiscali del debito e degli interessi che si pagano su esso.

Inizio Pagina  Conclusioni

Il carico fiscale delle imprese, ma soprattutto del personale altamente qualificato, é un fattore di costo importante per la scelta del luogo di insediamento delle imprese. Nel capitolo precedente si è visto che il Veneto ha un carico fiscale medio-alto sia del personale qualificato sia delle imprese. Nella concorrenza tra imprese per ottenere personale altamente qualificato, con un reddito disponibile di 100.000 €, l'Italia si classifica al 10° posto su 13 Paesi confrontati. Questa posizione non cambia se si considera un dipendente con una famiglia a carico e migliora di poco se si considera un reddito di 200.000 € (9° posto in classifica). Anche nella graduatoria del carico fiscale medio delle imprese, calcolato per un investimento redditizio, il Veneto si trova al 10° posto su 14 regioni. Per gli investimenti marginali, la posizione concorrenziale del Veneto in termini di tassazione migliora leggermente, passando all'8° posto. (Figura 8.2.7)
La figura 8.2.7 offre una visione d'insieme sul livello del carico fiscale e sulle strategie di tassazione seguite nelle diverse regioni confrontate con il Veneto ( = 100).
Si nota che nessuna regione di confronto si trova nel primo quadrante (in alto a destra) e che quindi nessuna regione ha un carico fiscale maggiore del Veneto sia per il personale che per le imprese.
Nel secondo quadrante si trova un gruppo di regioni, il cui carico fiscale delle imprese è più elevato rispetto al Veneto: si tratta delle regioni tedesche, francesi e spagnole. Queste regioni scelgono però una strategia di tassazione delle persone fisiche più generosa (fa eccezione la Francia, dove il carico fiscale è praticamente uguale a quello italiano). Tutto sommato, le regioni nel secondo quadrante hanno un livello di carico fiscale effettivo simile a quello del Veneto.
Finlandia, Danimarca e Slovenia adottano una strategia opposta rispetto alle regioni appena osservate: impongono una tassazione relativamente bassa alle imprese, ma sono più severe dell'Italia e degli altri Paesi continentali verso i redditi del personale altamente qualificato. Soprattutto la Slovenia sembra seguire due strategie quasi opposte: mentre la tassazione del personale è tra le più elevate d'Europa, il carico fiscale delle imprese può competere con alcuni cantoni svizzeri e con l'Austria.
Nel terzo quadrante si trovano infine le regioni con un vantaggio fiscale sia per le imprese che per il personale altamente qualificato. Mentre la tassazione a Londra non si discosta molto da quella in Veneto, Dublino ha una tassazione particolarmente bassa per le imprese, soprattutto nel settore manifatturiero. I veri concorrenti del Veneto e dell'Italia in termini di carico fiscale sono i Paesi confinanti Svizzera e Austria. Il carico fiscale delle imprese nei cantoni svizzeri varia tra il 40% e il 70% rispetto a quello in Veneto. Soprattutto per le imprese attive nel settore dei servizi che richiedono personale molto qualificato la Svizzera è un concorrente dell'Italia molto interessante. Una situazione simile si ha anche in alcuni paesi dell'est europeo qui non illustrati, soprattutto in Slovacchia, che ha un carico fiscale molto attrattivo, simile a quello di Zugo.
Infine, va segnalato che la tassazione non è l'unico fattore di localizzazione importante per un'economia. Studi empirici di BAK sui fattori della crescita economica mostrano che la tassazione è solo uno dei fattori determinanti per la crescita, e che una riduzione della tassazione non è l'unica strategia per dare slancio all'economia. L'innovazione, una regolamentazione dei mercati del lavoro liberale e flessibile e una buona accessibilità regionale sono fattori altrettanto importanti. Nel 2005, lo studio empirico di BAK sull'impatto di diversi strumenti di politica economica sulla crescita della produttività ha comunque confermato l'importanza di una moderata tassazione del personale altamente qualificato, mentre l'impatto del carico fiscale delle imprese sulla produttività è meno forte. Non è quindi raccomandabile ridurre al minimo il carico fiscale delle imprese come strategia di crescita economica, mentre è importante essere competitivi a livello della tassazione dei redditi da lavoro medio-alti.




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Note

  1. Reddito post-tassazione, dopo il pagamento dei contributi sociali e la tassazione del reddito da lavoro.
  2. Costruito da BAK in collaborazione con il centro per la ricerca economica europea ZEW (Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung) di Mannheim.
  3. Il tasso d'imposizione effettivo medio (EATR) viene calcolato dividendo la differenza tra il reddito pre-tassazione e il reddito disponibile (cuneo fiscale) per il reddito lordo. L' EATR misura quanto un datore di lavoro dovrà pagare (in percentuale del reddito lordo) per garantire un determinato reddito disponibile al suo dipendente altamente qualificato.
  4. Esso misura il carico fiscale effettivo su un investimento redditizio con un rendimento pre-tassazione del 20%. L'investimento è composto, in parti uguali, dai seguenti cinque tipi di beni: immobili, intangibili (brevetti), macchinari, titoli finanziari e invenzioni. Le fonti di finanziamento sono nuovo capitale azionario (10%), guadagni ritenuti (55%) e debito (35%). Nel modello sono incluse le tasse sugli utili d'impresa, sul capitale e sui beni immobiliari. Si tengono inoltre in considerazione i diversi trattamenti del deprezzamento di un investimento o degli interessi pagati sui debiti. Il modello include anche gli incentivi agli investimenti, che influiscono sulla base imponibile nella maggior parte degli Stati. L'analisi guarda alla tassazione dell'impresa nel suo insieme, non alla tassazione personale degli azionisti.


Figura 8.2.1
Carico fiscale del personale altamente qualificato - Anno 2005 (*)
Figura 8.2.2
Variazione percentuale del tasso d'imposizione fiscale effettivo (*). Anni 2003:2005
Figura 8.2.3
Simulazione dell'andamento del carico fiscale all'aumentare del reddito
Figura 8.2.4
Carico fiscale delle imprese per investimenti redditizi - Anno 2005
Figura 8.2.5
Variazione percentuale del carico fiscale delle imprese per investimenti redditizi - Anno 2005
Tabella 8.2.1
Indice di tassazione effettiva per le imprese (in %). Anno 2005
Figura 8.2.6
Carico fiscale delle imprese per investimenti marginali - Anno 2005
Figura 8.2.7
Carico fiscale del personale altamente qualificato (*) e delle imprese - Anno 2005
I numeri del capitolo 8
I numeri del capitolo 8

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