7. Gli aspetti territoriali

Inizio Pagina   7.1 Le trasformazioni del territorio

Il Veneto, con una superficie di oltre 18.390 Kmq, presenta sotto il profilo morfologico alcuni aspetti molto significativi e complessi. La particolare connotazione territoriale si può schematizzare suddividendo da nord-ovest a sud-est il territorio regionale: da un imponente sistema montano, caratterizzato dalla presenza degli straordinari gruppi dolomitici, si passa alla zona pedemontana, sede del fragile sistema di ricarica degli acquiferi, per scendere nella vasta pianura solcata dai corsi d’acqua che, con il loro trasporto di sedimenti, ne hanno modellato fisicamente la struttura. Si giunge infine ai sistemi lagunari costieri, importanti ecosistemi, tra i più significativi a livello europeo.
Questi straordinari sistemi paesaggistici, che evidenziano le dinamiche e le trasformazioni che il territorio ha subito nel corso del tempo, hanno richiesto una particolare attenzione alla progettazione del sistema di rappresentazione e documentazione del territorio, nonché l’approfondimento della loro conoscenza grazie agli strumenti di analisi che le moderne tecnologie hanno messo a disposizione.
Si sono prese in considerazione alcune basi di dati sulla copertura del suolo, realizzate in ambito europeo (nota 1) secondo una metodologia condivisa dai Paesi membri dell’Unione europea, quindi elaborate per estrapolare alcune informazioni sulle trasformazioni del territorio, articolate su scala regionale e provinciale. Si sono quindi analizzati i contenuti, fornendo una lettura dei dati disponibili.
Queste elaborazioni hanno consentito sostanzialmente una interpretazione delle trasformazioni e delle dinamiche che sono intervenute sul territorio regionale, dovute sia alla sua evoluzione naturale, sia ai processi ed agli sviluppi della continua e costante attività antropica.

Inizio Pagina   7.2 La superficie del Veneto

Solo una minima parte di territorio regionale è modificata dall’uso antropico, 7,3% nel 2000, costituita essenzialmente dalle zone urbane e produttive. Dalle informazioni elaborate, risulta evidente un suo netto incremento nei dieci anni considerati: 6.167 gli ettari guadagnati, pari ad una crescita del 4,6%. A questa espansione è corrisposta una pressoché analoga perdita di suolo agricolo, 6.378 gli ettari sottratti, che hanno portato ad una lieve contrazione in termini di variazione decennale, -0,6%, anche se nel 2000 la superficie agricola rappresenta sempre la maggior parte del territorio regionale, circa 58%. E’ inoltre da rilevare che i territori boscati e gli ambienti seminaturali, così come le zone umide ed i corpi idrici, in tutto il 34,6% del territorio regionale, sono rimasti all’incirca intatti e la loro lieve variazione risulta compatibile con gli effetti degli sviluppi socio-economici ed in linea con l’evoluzione naturale del territorio.

Tra le superfici modellate artificialmente si espandono considerevolmente le zone urbanizzate, circa +3%, portandosi a coprire quasi 109.000 ettari nel 2000, ed è interessante notare come ad espandersi sia soprattutto il tessuto urbano discontinuo, come espressione dell’estensione superficiale extra-urbana circostante i centri maggiori. Ancora più consistente l’incremento di superficie dedicata agli usi industriali, commerciali ed infrastrutturali, +10,9%, che nel 2000 costituiscono il 19,2% di territorio artificiale, a conferma degli effetti dello sviluppo socio-economico determinatosi nel Veneto negli anni novanta. Sono invece il 2,2% le zone verdi artificiali non agricole che in dieci anni si sono ampliate del 4,9%, fino a costituire 3.085 ettari di suolo regionale, frutto della maggiore tendenza alla predisposizione di spazi verdi, sportivi e ricreativi in ambito urbano. Considerevole anche l’incremento decennale delle zone ad uso estrattivo e di cantiere, +13,3%, compatibile con il forte impulso delle attività di carattere edilizio, come testimoniato anche dall’incremento di valore aggiunto nel settore delle costruzioni, +6,1% dal 1990 al 2000, a fronte di una sostanziale invarianza registrata nella media nazionale, +0,2%.
Emerge contestualmente la perdita di aree agricole (nota 2), soprattutto per ciò che riguarda i seminativi, –0,8% pari a circa 5.720 ettari in meno, fenomeno leggermente contrastato dalla sensibile crescita delle colture permanenti, +568 ettari, quale indicatore di uso agricolo-produttivo specializzato, dato ad esempio da risaie, vigneti, frutteti e uliveti.
Di particolare rilievo è inoltre l’espansione delle zone boscate, +1.226,9 ettari, che, pur potendo essere messa in relazione con la riduzione delle zone caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o erbacea, -1336,8 ettari, pari al -1,6%, non è però sempre un indicatore di equilibrio ecologico, essendo questo un dato che deve essere approfondito su scala provinciale, con particolare riferimento alla specificità delle aree montane e pedemontane. In maniera analoga si manifesta in parte la trasformazione delle aree a pascolo naturale e praterie d’alta quota, -344 ettari, che possono evolvere verso brughiere e cespuglieti, per terminare con i boschi misti, +1.025,7 ettari.

Inizio Pagina   7.3 L’uso del suolo nelle province

In tutte le province (nota 3), nel rispetto delle rispettive caratteristiche morfologiche, cresce la superficie urbana e produttiva a scapito del suolo agricolo; solo a Belluno, che può godere della quasi totalità di suolo boscato e di ambienti seminaturali, pari a quasi l’86% del totale, il territorio artificiale, che costituisce nel 2000 l’1,9% di superficie provinciale, resta pressoché costante. Qui si evidenzia la trasformazione di alcune specie boschive in altre di diversa tipologia, come ad esempio da aree a vegetazione boschiva in evoluzione, -1.150 ettari, a boschi misti, +1.025,7 ettari, ovvero la crescita delle aree con vegetazione rada, +128,7 ettari, e la diminuzione delle aree a pascolo naturale e praterie d’alta quota, -32,8 ettari, come quelle relative ai boschi di conifere, -59,6 ettari. Il suolo agricolo, che in dieci anni si riduce lievemente soprattutto per ciò che riguarda i seminativi, è pari a quasi il 12% di suolo provinciale.

Padova, che ha la maggior parte di territorio dedito all’agricoltura, circa 85%, è la provincia che ne subisce la perdita maggiore, -0,9%, a fronte della quale si evidenzia però una netta tendenza all’aumento delle colture permanenti. I territori boscati e gli ambienti seminaturali, 2,7% della superficie provinciale, restano costanti.
La provincia di Padova vede il maggior sviluppo di aree urbane e produttive, +7,7% di superficie, 10,5% di territorio provinciale nel 2000, dovuto essenzialmente alla crescita delle zone urbanizzate di tipo residenziale, +980 ettari, e delle zone industriali, commerciali e infrastrutturali, +558 ettari. Di rilievo l’ampliamento delle zone adibite a cantieri, estrattive e discariche che, pur nell’esiguità complessiva, 108 ettari, manifestano un notevole sviluppo dato dal +54,3% in dieci anni. Sempre nella provincia di Padova ritroviamo un incremento di zone verdi non trascurabile, pari a quasi il +12%.
Anche nella provincia di Rovigo diminuisce dello 0,4% il territorio agricolo che costituisce comunque l’80% del suolo totale e si evidenzia una notevole espansione di superficie artificiale, quasi al pari di quella di Padova in termini di variazione, +7% in dieci anni, giungendo a costituire il 5,5% di suolo provinciale. Il maggiore sviluppo è dato in questo caso dalle zone urbanizzate di tipo residenziale, che in dieci anni sono aumentate di oltre 351 ettari.

Molto esigua nella provincia la percentuale di suolo occupata da territori boscati e ambienti seminaturali, ma si rileva in aumento, +0,84%, anche rispetto al dato complessivo regionale. Da un approfondimento risulta che il dato complessivo è particolarmente influenzato dall’espansione delle spiagge, dune e sabbie (+12,4 ettari) che trova altresì corrispondenza nella perdita di superficie nelle zone umide, precisamente per ciò che riguarda le paludi salmastre. E’ inoltre da segnalare che la perdita di superficie, -61,6 ettari, di boschi di latifoglie è compensata dalla corrispondente crescita delle aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione.

La provincia di Venezia ha nel 2000 quasi il 10% di superficie artificiale, +5% nei dieci anni analizzati, guadagnati sempre a scapito della superficie agricola che costituisce ancora quasi il 68% di suolo provinciale, invariata la porzione di territorio costituito per gran parte da zone umide e corpi idrici. E’ interessante in questo caso notare come all’incremento delle aree urbanizzate di tipo residenziale, +3,7%, e delle zone industriali, commerciali e infrastrutturali, +11,6%, è corrisposta una perdita di suolo estrattivo, utilizzato per cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati.
Nella provincia di Verona, che segue l’andamento regionale in termini di variazione di suolo, la superficie artificiale aumenta del 4,3%, e copre nel 2000 l’8,5% di suolo provinciale. Si espandono in maniera rilevante i cantieri che giungono a costituire una quota di quasi l’1% (nota 4) di suolo artificiale provinciale, rispetto allo 0,3% del 1990. Aumentano notevolmente anche le aree industriali, commerciali ed infrastrutturali, +11%, incremento dovuto soprattutto all’espansione di attività produttive e commerciali. La provincia guadagna circa 16 ettari di aree verdi nelle zone urbane.
67% il suolo prevalentemente agricolo della provincia di Verona, che si riduce dello 0,6%, espressione di una perdita di superficie in tutte le sue componenti, seminativi, colture permanenti e prati stabili e altre zone eterogenee. Non cambia sostanzialmente la porzione di territorio boscato e seminaturale che resta considerevole, 18,2% sul totale della superficie provinciale. L’area lacuale riveste una quota di superficie significativa pari al 6%.

Circa +4% l’incremento di territorio modellato artificialmente della provincia di Treviso, in gran parte dovuto all’espansione delle aree industriali, commerciali, ed infrastrutturali, +514 ettari. Restano anche qui preponderanti le zone urbanizzate di tipo residenziale che costituiscono sempre la maggior parte di territorio artificiale, 19.380 ettari, risultato di un modesto sviluppo pari al +2%. Il 73% di superficie provinciale è coperta da suolo agricolo, che in dieci anni si riduce complessivamente dello 0,5%, andamento in parte contrastato, come nella media regionale, da un incremento delle zone ad uso agricolo specializzato. Il territorio boscato assieme agli ambienti seminaturali costituiscono più del 16% di suolo provinciale, rimasti sostanzialmente invariati nei dieci anni considerati.

Non cambia molto la distribuzione del suolo provinciale di Vicenza, occupato nel 2000 per il 49% da superficie agricola, per il 41,6% da territori boscati e ambienti seminaturali e per il 9,3% da quelli modellati artificialmente. Più esigua rispetto alle altre province la variazione di suolo artificiale, +2,8%. L’incremento è dovuto in parte all’estensione di aree industriali, commerciali ed infrastrutturali, in termini assoluti +345 ettari, ed in parte all’espansione delle aree urbanizzate di tipo residenziale, +355 ettari, che nel 2000 costituiscono la maggior parte della superficie artificiale provinciale, 81%.




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Note

  1. Questo tipo di elaborazioni, che si sviluppano utilizzando le potenzialità e le precisioni geometriche consentite dai prodotti considerati, sono basate sulle coperture del suolo “fotografate” negli anni 1990 e 2000, realizzate nell’ambito dei progetti CORINE - COoRdination of INformation on the Environment - e I&CLC2000 - che prevede l'aggiornamento del database CORINE Land Cover, utilizzando lo stesso sistema di nomenclatura ed ha l’obiettivo di fornire una rappresentazione della copertura del suolo all'anno 2000 (CLC00) ed un suo confronto con la copertura all’anno 1990 (CLC90).
    Il programma CORINE è stato realizzato dalla Commissione Europea nel periodo compreso tra il 1985 e il 1990 con lo scopo principale di ottenere informazioni ambientali armonizzate e coordinate a livello europeo. L’obiettivo fondamentale del progetto Corine Land Cover è la definizione di una base di dati relativa all’uso e copertura del suolo ed al monitoraggio dei relativi cambiamenti. Per raggiungere questo obiettivo si sono rese necessarie rappresentazioni del territorio omogenee, raccolte in momenti differenti. Lo sviluppo del progetto si è articolato sui processi di fotointerpretazione da immagini satellitari (Landsat 5 e 7) e, oltre a raccogliere i dati geografici di base in forma armonizzata secondo uno standard specifico, prevede l'analisi dei più importanti parametri ambientali quali la copertura e uso del suolo (CORINE Land Cover), emissioni in atmosfera (Corineair), la definizione e l'estensione degli ambienti naturali (CORINE Biotopes), la mappatura del rischi d'erosione dei suoli (CORINE Erosion). Dal 1991 il Programma è stato esteso anche ai Paesi dell'Europa centrale e dell'Est europeo. La prima realizzazione è stata condotta a partire dagli anni '80 e ha portato ad un primo prodotto, basato su un sistema informativo geografico, il Corine Land Cover (CLC90), strutturato sulla base di una legenda gerarchica composta da 44 classi di copertura del suolo suddivise in 3 tre livelli (5 classi per il primo livello, 15 per il secondo livello e 44 per il terzo). A distanza di circa dieci anni dalla prima realizzazione del CLC90, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) e la Direzione Politiche Regionali della Commissione Europea hanno dato avvio al progetto I&CLC2000. L'obiettivo principale è l'aggiornamento del database CORINE Land Cover (ovviamente utilizzando lo stesso sistema di nomenclatura) con una rappresentazione all'anno 2000 (CLC00). Questo progetto interessa 26 Paesi ed è cofinanziato dai Paesi partecipanti e dalla Commissione Europea. Il progetto I&CLC2000 è formato da due componenti principali, tra loro interconnesse: Image2000, relativo all’acquisizione, orto-rettifica e mosaicatura a livello europeo e nazionale di immagini satellitari; CLC00, relativo alla identificazione e classificazione del Land Cover 2000, aggiornamento del CLC90 e derivazione del CLC Change, ovvero della base dati relativa ai cambiamenti intervenuti sulle due coperture del suolo al 1990 e 2000. Lo studio riportato in questo rapporto si basa sull’analisi ed interpretazione dei dati relativi a questa seconda componente informativa. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Unità di Progetto Sistema informativo territoriale e cartografia della Regione Veneto.

  2. Si fa presente nel caso della superficie agricola che il particolare sistema di misurazione non consente in alcuni casi di interpretare esattamente la tipologia di utilizzo del suolo tanto che il dato relativo alle colture permanenti può essere sottostimato, quindi riclassificato come zona agricola eterogenea.
  3. La seconda fase delle analisi relative alle dinamiche territoriali, si sviluppa attraverso l’elaborazione dei dati a scala provinciale, che sono rappresentati secondo i limiti amministrativi in documenti cartografici, nei quali sono evidenziati, con l’ausilio di varie campiture i tematismi delle classi dei tre livelli gerarchici di classificazione Corine. A supporto dei documenti di analisi, sono allegate tabelle e grafici estrapolati dai dati provinciali, che riportano i valori di superfici e le variazioni percentuali di rapporto tra il rilievo 1990 ed il rilievo del 2000.
  4. Tale quota è calcolata rispetto al livello 3, il massimo della disaggregazione possibile.

Tabella 7.1
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.1
Tabella 7.2
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.2
Tabella 7.3
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.3
Tabella 7.4
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.4
Tabella 7.5
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.5
Tabella 7.6
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.6
Tabella 7.7
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.7
Tabella 7.8
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.8
Tabella 7.9
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.9
Tabella 7.10
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.10
Tabella 7.11
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.11
Tabella 7.12
Gli aspetti territoriali - Tabella 7.12

Figura 7.1
Gli aspetti territoriali - Figura 7.1
Figura 7.2
Gli aspetti territoriali - Figura 7.2
Figura 7.3
Gli aspetti territoriali - Figura 7.3
Figura 7.4
Gli aspetti territoriali - Figura 7.4
Figura 7.5
Gli aspetti territoriali - Figura 7.5
Figura 7.6
Gli aspetti territoriali - Figura 7.6
Figura 7.7
Gli aspetti territoriali - Figura 7.7
Figura 7.8
Gli aspetti territoriali - Figura 7.8
Figura 7.9
Gli aspetti territoriali - Figura 7.9

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