7. IL COMMERCIO
Lo sviluppo del commercio, rispetto alle sue valenze economico-strutturali,
é strettamente connesso al livello dei consumi: la rete distributiva,
in particolare, deve sapersi adeguare alle continue modificazioni delle
abitudini di acquisto dei cittadini.
I comportamenti dei consumatori stanno cambiando e ad essere messa in
discussione è soprattutto la configurazione strutturale della rete commerciale
del nostro paese che evidenzia un'eccessiva frammentazione dei punti di
vendita e generalmente una loro piccola dimensione. Nell'attuale fase di ridimensionamento delle vendite al dettaglio a soffrire
maggiormente sono i piccoli punti di distribuzione. Con l'obiettivo di
aumentare la propria concorrenzialità e reggere la congiuntura avversa,
si assiste, negli ultimi anni, ad un processo di concentrazione e di alleanza
di piccoli negozianti: è in crescita l'associazionismo di negozi inseriti in
network di franchising, anche se nel settore alimentare continua l'espansione
della grande distribuzione. Nel 2003 in Veneto si registra un incremento complessivo delle vendite al
dettaglio dell'1,9%, risultante da un buon andamento della grande
distribuzione (+2,4%) e da uno più contenuto delle piccole e medie strutture
(+1,6%). Il risultato positivo deriva, inoltre, dalla sostanziale stazionarietà delle
vendite non alimentari (+0,1%) e dal più marcato dinamismo di quelle alimentari
(+5,6%); quest'ultimo incremento risulta superiore di un punto percentuale di
quello nazionale ed è uno tra i più alti a livello regionale. I dati relativi alle vendite per il 2004, disponibili solo per i primi
nove mesi, mettono in evidenza una lieve flessione, sia per i prodotti
alimentari (-0,2%) e sia per quelli non alimentari (-0,5%), rilevabile
in maniera differenziata sulla rete distributiva, infatti, per la grande
distribuzione si registra un incremento (+1,3%) a scapito degli altri esercizi
(-1,2%). Un andamento di sostanziale tenuta si può constatare anche dall'ultimo dato
disponibile relativo al III° trimestre 2004 che, rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente, presenta una diminuzione complessiva molto contenuta e
pari a 0,5% (diversa tendenza viene registrata a livello nazionale dove la
diminuzione è più consistente e pari all'1,2%). Per quanto riguarda il settore dell'alimentare, le diverse incidenze delle
vendite dei prodotti nella grande distribuzione e negli altri esercizi,
definiscono per il Veneto una situazione diversa rispetto a quella italiana,
segnalando un evidente processo in atto di modificazione strutturale che nella
nostra regione vede la contrazione della piccola e media distribuzione a
favore della grande. La dinamica imprenditoriale nazionale del commercio al dettaglio nel 2004
conferma la tendenza già evidenziata nell'anno precedente: aumentano sia le
imprese (+1,3%) che, in misura maggiore, le unità locali (+2,5%). Analogamente il Veneto segue la stessa tendenza se pur con intensità
minore (+0,7% per le imprese e +1,6 per le unità locali). In termini di consistenza, negli ultimi cinque anni, si rileva per le
imprese un trend di crescita un po' lento che si accentua solo nel 2004 e per
le unità locali un incremento più marcato con oscillazioni minime. Tale andamento, però, si può ritenere non del tutto soddisfacente, infatti,
se da un lato, le variazioni comunque positive indicano che gli investimenti
nel piccolo commercio continuano ad esserci, dall'altro, la contenuta vivacità
nella costituzione di nuove aziende denota uno sviluppo faticoso del settore. Il settore del commercio al dettaglio è indubbiamente un settore complesso,
fortemente influenzato dalle fluttuazioni congiunturali e dai mutamenti di
tendenza nei gusti e nelle abitudini dei consumatori e nel quale, soprattutto
nel medio periodo, emergono le imprese maggiormente dinamiche e con buona
capacità di diversificare e specializzare l'offerta. In questi ultimi anni, un elemento essenziale per ottenere una buona
performance aziendale si è dimostrata la scelta della plurilocalizzazione;
un'indicazione sulla presenza di imprese plurilocalizzate entro un certo
territorio è offerta dal rapporto tra unità locali e imprese. Nel 2004 l'indice di plurilocalizzazione - che a livello nazionale è pari a
1,24 e per il Veneto a 1,34 - dimostra una maggiore propensione delle nostre
imprese commerciali ad ampliarsi oltre il primo punto vendita; nel Veneto,
inoltre, il fenomeno della plurilocalizzazione è in aumento
(+1,5% rispetto al 2003). A livello provinciale emergono le province di Venezia,
con un indice di plurilocalizzazione pari a 1,46, e Belluno, con 1,39, ma anche
tutte le altre, con valori compresi tra 1,28 e 1,33, sono superiori al dato
nazionale ed in aumento rispetto al 2003. In Veneto, quindi, un'impresa commerciale su tre possiede più di un punto
vendita a conferma della politica delle imprese stesse che, evolvendo la loro
attività, cercano di ampliare la propria rete distributiva sul territorio. La forma giuridica preponderante è quella delle imprese individuali (70,7%)
seguita dalle società di persone (23%), dalle società di capitale (6%) e dalle
altre forme (0,4%); questa composizione viene sostanzialmente riprodotta
anche a livello nazionale. Si segnala la provincia di Belluno per la minor
quota di imprese individuali (64,8%) collegata alla maggiore per le società
di persone (29,8%), mentre accade il contrario nella provincia di Rovigo dove
vi è l'incidenza più alta di tutte le province venete, di imprese individuali
(77,5%) e più bassa per le società di persone (17,3%). Un'altra importante, anche se meno evidente, componente del commercio è
rappresentata dall'ingrosso, ivi inclusi anche gli intermediari: in Veneto,
nel 2004, ci sono 43.087 imprese, per un totale di 49.826 unità locali.
Il peso della nostra regione è circa il 10% del totale nazionale. A livello provinciale emerge Padova con più del 25% sia delle imprese che
delle unità locali, seguita da Treviso, Verona e Vicenza con quote intorno al 18%. La tendenza del settore degli ultimi cinque anni è positiva anche se non
presenta tassi di sviluppo significativi, sia a livello nazionale e ancor più
a livello regionale per il Veneto, segnale evidente di una realtà che rimane
abbastanza consolidata. La consistenza della grande distribuzione Le dinamiche evolutive del sistema distributivo regionale rilevano nel 2003,
per la grande distribuzione veneta, segnali di crisi per alcune tipologie di
strutture. I grandi magazzini interrompono il trend positivo degli ultimi anni,
con diminuzioni sia in termini di consistenza che di superficie di vendita che
comunque non si ripercuotono pesantemente sull'occupazione (-1,1% per gli addetti). Continua invece la crescita dei supermercati - nel 2003 in Veneto ammontano
a 900 - con un incremento, rispetto all'anno precedente, del 5%; variazione
positiva che si ripropone quasi inalterata per le superfici di vendita ma che
diventa notevolmente maggiore per gli addetti (+9,3%), segnalando un
aumento della densità occupazionale. Gli ipermercati diminuiscono, così come le superfici di vendita e gli
addetti del settore. Il numero dei cash and carry resta inalterato ma, anche qui, si contraggono
le superfici di vendita e gli addetti. Il ridimensionamento di quest'ultima categoria è confermato anche dal dato italiano mentre le contrazioni registrate per i grandi magazzini e gli ipermercati non si allineano alla tendenza nazionale che vede, per entrambe le tipologie, una sostanziale stazionarietà della consistenza totale ma un incremento per le
superfici di vendita e per gli addetti. Le grandi superfici specializzate
(nota 1)
venete rappresentano il 13,8% del totale
nazionale (seconda quota regionale più alta dopo la Lombardia);
le specializzazioni più diffuse sono il mobile/arredamento/tessile della casa
e il tessile/abbigliamento. Il Veneto rappresenta la terza realtà regionale più importante, dopo
Lombardia e l'Emilia-Romagna, con l'11,6% dei centri commerciali
(nota 2)
italiani.
Si consolida la formula che vede, affiancata all'offerta commerciale,
la presenza di attività terziarie ed artigianali, di pubblici esercizi e di
spazi di intrattenimento; infatti il settore occupa nel complesso 14.160
addetti di cui l'84,5% lavora in esercizi del commercio al dettaglio, il 7,8%
in pubblici esercizi, il 3% nell'artigianato ed il restante 4,7% negli altri servizi. Processi di modernizzazione della distribuzione commerciale Nel corso del decennio intercorso tra i due Censimenti generali dell'industria e dei servizi del 1991 e del 2001, il settore della distribuzione commerciale è stato interessato da intensi mutamenti strutturali che hanno interessato maggiormente il segmento alimentare, nel quale la forte diminuzione delle unità locali è stata determinata dalla sopracitata sostituzione dei piccoli negozi specializzati con medie e grandi unità di vendita despecializzate, ed in misura minore il segmento del non alimentare, qui infatti a fronte di settori (tessile, abbigliamento, calzature, mobili) in cui la flessione è stata rilevante sia per le unità locali che per gli addetti, altri settori (elettrodomestici, ferramenta) hanno contenuto la crisi soprattutto in termini di occupazione. In Italia è netta la prevalenza della piccola distribuzione rispetto alle altre categorie di vendita al dettaglio, ma a livello regionale si evidenziano importanti differenze territoriali che vedono le regioni settentrionali, in particolare Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, staccarsi dalle altre con incidenze inferiori. Il Veneto è una tra le regioni che più rappresentano un profilo strutturale di tipo "europeo" caratterizzato dal forte insediamento della grande distribuzione; infatti gli esercizi fino a 150 mq. rappresentano l'87,9% del totale con il 41,4% della superficie commerciale (a livello nazionale rispettivamente sono il 91,8% delle unità locali con il 52% della superficie di vendita) mentre quelli più grandi, oltre 400 mq., sono il 4% con una superficie pari al 41,5% del totale, dati ben superiori a quelli nazionali (il 2,3% delle unità locali e il 31,1% della superficie di vendita). La superficie media commerciale degli esercizi di vendita veneti, 108,7 mq, è la quarta più elevata tra le regioni italiane (dopo Lombardia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta) e risulta molto lontana dagli 85,3 mq. dell'Italia.
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