12. Mobilità e infrastrutture

Il ruolo delle infrastrutture all'interno del sistema economico risulta sempre più determinante in una regione come il Veneto caratterizzata da una forte dinamicità del tessuto economico produttivo e da una posizione geografica strategica.

Il territorio regionale presenta sia infrastrutture di eccellenza, anche su scala nazionale (porti e aeroporti), sia aspetti di criticità legati soprattutto alla presenza di alcuni snodi delle linee ferroviarie e stradali che collegano le diverse parti del Paese lungo le direttrici nord-sud ed est-ovest.

Caratteristico del Veneto è un continuo traffico di attraversamento che si aggiunge alla normale mobilità regionale, e da un lato va a condizionare negativamente la mobilità delle persone e delle merci, dall'altro provoca un innalzamento dei costi di produzione rispetto alle aziende concorrenti localizzate oltre i confini regionali.

Dai dati provvisori sugli spostamenti quotidiani rilevati in occasione del 14° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, risulta che il Veneto è una delle regioni con le punte più elevate di pendolarismo: il 52,3% della popolazione residente effettua degli spostamenti quotidiani. Il 68,4% di queste persone si muove per motivi di lavoro, mentre il restante 31,6% per motivi di studio. Oltre metà degli spostamenti (52,8%) avviene all'interno dello stesso comune di residenza, il 38% verso altro comune della stessa provincia e il 7% verso altre province del Veneto. I tempi di percorrenza sono piuttosto brevi, in quanto l'85,8% degli spostamenti richiede al massimo mezz'ora e solo il 2,9% supera i 60 minuti.

Ne consegue che il settore delle infrastrutture di trasporto necessita di attenzione particolare per poter conciliare adeguatamente la domanda di grande viabilità - dando la precedenza ai corridoi internazionali - con le prioritarie esigenze della mobilità strettamente regionale.

Inizio Pagina  La rete stradale

L'estensione stradale del Veneto (comprendente strade provinciali, statali e autostrade) rapportata alla popolazione ed ai veicoli circolanti sul proprio territorio, evidenzia ulteriormente il nodo critico della nostra regione: 22 chilometri di strada disponibili per 10.000 abitanti, contro i 29 a livello nazionale. Peggiora la situazione se si considerano i chilometri disponibili per 10.000 veicoli circolanti registrati sul rispettivo territorio: poco più di 30 nel Veneto, 41 in Italia. L'estensione della rete stradale per 100 Kmq di superficie del Veneto, pari a 54 chilometri, è invece analoga a quella dell'Italia, pari a 56 chilometri. Sono 95 i chilometri di strade comunali disponibili nel Veneto per 10.000 abitanti, 116 per l'Italia; migliora invece la situazione se si considera l'estesa stradale in rapporto alla superficie, 232 chilometri per 100 Kmq nel Veneto rispetto a 222, valore medio nazionale.

Nel periodo 1999:2002 tutti i tronchi autostradali presenti sul territorio regionale sono stati caratterizzati da valori di traffico in continuo aumento, sia che si consideri il traffico totale, sia che l'attenzione venga rivolta ai dati di traffico suddivisi nelle categorie veicoli leggeri e pesanti. Questi ultimi presentano variazioni percentuali più consistenti, ad ulteriore conferma della specificità della nostra regione quale territorio di attraversamento.

Inizio Pagina  Le ferrovie

Anche il settore ferroviario rappresenta una criticità nel sistema dei trasporti veneto, penalizzato soprattutto da una presenza di linee a singolo binario e non elettrificate. Il trasporto ferroviario è caratterizzato da due componenti, quella degli spostamenti ripetitivi di tipo pendolare e quella degli spostamenti a lunga percorrenza interregionali e internazionali. Entrambe sono oggetto di interventi migliorativi: da un lato il Sistema Ferroviario Regionale Metropolitano dovrebbe rappresentare uno degli strumenti principali per decongestionare l'area centrale veneta dagli effetti del pendolarismo, dall'altro la realizzazione della linea veloce sulla tratta Milano-Venezia, come parte del corridoio europeo destinato a proseguire verso l'Europa dell'Est, dovrebbe dare risposta alla domanda di grande viabilità.

Inizio Pagina  I porti

Il sistema portuale veneto è formato sostanzialmente dai porti di Venezia e Chioggia. Il primo ha sicuramente un ruolo più importante e negli ultimi anni ha registrato incrementi sia nel settore commerciale che in quello turistico. Risultano in costante crescita sia il traffico cargo, che nel 2003 ha superato per la prima volta la soglia dei 30 milioni di tonnellate di merce complessivamente movimentata, sia la movimentazione dei containers, che nel 2003 ha registrato un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente. Molto importante anche il traffico passeggeri: in costante crescita negli ultimi anni, ha subito una leggera flessione solo nel 2002, ma già nel 2003 ha segnato un record assoluto, registrando più di 1,1 milioni di persone.

Degno di nota è anche il porto di Chioggia, soprattutto per il traffico merci. Spicca su tutti l'anno 2002, durante il quale il traffico complessivo ha superato gli 1,8 milioni di tonnellate, con un incremento di poco superiore al 30% rispetto all'anno precedente.

Inizio Pagina  Gli aereoporti

I tre aeroporti di Venezia, Verona e Treviso sono caratterizzati da una domanda di trasporto legata per lo più ai flussi turistici.

L'aeroporto Marco Polo di Venezia è il terzo per importanza su scala nazionale, dopo Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Nel periodo 1999:2002 ha registrato una crescita lenta e costante nel numero totale di passeggeri, fra i quali prevalgono quelli diretti verso destinazioni internazionali. Per quanto riguarda il traffico merci, invece, sempre con riferimento allo stesso arco temporale, si registra un andamento abbastanza altalenante.

Anche l'aeroporto Catullo di Verona registra nel tempo una crescita lenta e costante nel numero di passeggeri, soprattutto per quanto riguarda il traffico internazionale che nel 2003 è cresciuto di circa il 12% rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda il traffico cargo il 2002 è stato un anno boom, con un aumento del 32% della merce totale movimentata (+37,2% per la merce movimentata via terra).

Per quanto riguarda l'aeroporto di Treviso, infine, non si può che sottolinearne la continua crescita e importanza, soprattutto con riferimento al progetto di integrazione con l'aeroporto di Venezia che istituisce il "Sistema Aeroportuale di Venezia" allo scopo di distribuire razionalmente il traffico tra i due scali.

Inizio Pagina  Gli interporti

Sul territorio veneto sono presenti due interportimolto importanti per la loro posizione geografica strategica: Verona e Padova. Non solo si trovano all'incrocio delle due direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest, ma sono anche ben forniti di infrastrutture che assicurano i principali collegamenti stradali e ferroviari. I dati relativi alla movimentazione merceologica nei due interporti per il periodo 1999:2002 ne confermano il ruolo importante all'interno del sistema nazionale dei trasporti intermodali.

Inizio Pagina  La mobilità e l'incidentalità stradale

Strettamente collegato alla dotazione infrastrutturale ed alle sue criticità è lo stato della mobilità e, conseguentemente, dell'incidentalità stradale. Nel corso del 2002 il parco veicoli circolanti sul territorio regionale ha continuato a crescere, anche se in misura inferiore rispetto al dato nazionale, con una preferenza per le autovetture a gasolio (+18,1%) rispetto a quelle alimentate a benzina (-1,6%). I motocicli aumentano di circa il 7% nel Veneto, meno che in Italia dove aumentano del 8,2%. Sempre nel 2002 sono 59 le autovetture per 100 abitanti nel Veneto come in Italia, l'indicatore ha subito un incremento un po' più contenuto nel Veneto (+0,2%) rispetto all'Italia (+0,8%); analogamente sono 6 i motocicli per 100 abitanti nel Veneto (7 in Italia) ed anche le variazioni degli ultimi anni sono sempre risultate inferiori a quelle nazionali (+5,6% nel 2002 in Veneto rispetto a +7,6% in Italia).

I dati relativi all'anno 2002 sono confortanti per ciò che riguarda il fenomeno dell'incidentalità stradale: incidenti, morti e feriti sono diminuiti rispettivamente del 8,2, 7,3 e 7,4%, contro un aumento pari circa all'1% per il dato Italia, grazie anche a tutte le iniziative di prevenzione propedeutiche all'avvio della revisione del codice della strada. Gli indicatori di mortalità, lesività e pericolosità, invece, si mostrano pressoché stabili nel Veneto, fattore che induce comunque a non abbassare la guardia soprattutto per ciò che riguarda i fattori soggettivi che sono alla base degli incidenti stradali. Risulta, infatti, da uno studio patrocinato dal Ministero delle Infrastrutture come la recente entrata in vigore della patente a punti abbia sì comportato un cambiamento notevole nei comportamenti dei guidatori, riducendo il numero di morti e feriti, ma per ridurre ancora gli effetti degli incidenti stradali, siano necessarie campagne mirate di prevenzione ed educazione che rendano gli automobilisti consapevoli dei fattori psichici che è opportuno tenere sotto controllo per evitare di rimanere coinvolti, o provocare, un incidente.

Inizio Pagina  L'accessibilità stradale

Da uno studio realizzato dall'Istituto di ricerca BAK Basel Economics, frutto della collaborazione di diverse istituzioni, tra cui la stessa Regione Veneto, relativo all'accessibilità dei territori dello Spazio Alpino allargato, è possibile desumere i punti di forza e le criticità delle diverse aree. Sono stati calcolati alcuni indicatori che tengono conto dei tempi di percorrenza, delle reti di circolazione internazionale, della qualità del trasporto pubblico e privato, distinguendo tra reti stradali e ferroviarie. Concentrandosi sull'accessibilità per le persone, gli indicatori calcolano il prodotto economico potenzialmente raggiungibile in rapporto al valore assunto complessivamente dalle principale città dell'area alpina allargata. Ne risultano delle graduatorie che misurano la posizione delle diverse regioni europee in base a quanto agevolmente possono essere raggiunte attraverso percorsi intercontinentali e interregionali, questi ultimi via strada e via ferrovia.

Nella graduatoria dell'accessibilità intercontinentale, il primo posto è occupato da Francoforte e la prima città italiana è Milano (47° posto). Venezia è la prima città veneta in 102° posizione, seguita da Treviso (122°), Padova (130°), Verona (148°), Vicenza (153°), Rovigo (164°) e Belluno ( 206°).

Per quanto riguarda l'accessibilità interregionale tramite strada, la graduatoria è guidata da Köln (in Germania) e la prima città italiana, Como, si trova al 131° posto. Tutte le città capoluogo del Veneto si collocano nella seconda metà della classifica: Verona è al 151° posto, tutte le altre sono comprese fra il 174° e il 187°.

Anche la classifica dell'accessibilità interregionale tramite ferrovia ha Köln al primo posto, Milano al 40°, e vede Verona, Vicenza, Padova, Rovigo e Venezia entro le prime 140 posizioni, molto più in basso Treviso (171°) e Belluno (197°).

Inizio Pagina  Le opere pubbliche

La fonte ufficiale Istat per i dati sulle opere pubbliche è la "Rilevazione delle opere pubbliche e di pubblica utilità". Gli ultimi dati disponibili risalgono al 2000 poiché è in corso una revisione dell'organizzazione della rilevazione al fine di integrarla con le informazioni provenienti dagli Osservatori Regionali sui Lavori Pubblici.

Dalle informazioni relative ai bandi per opere pubbliche sul territorio regionale raccolte dall'Osservatorio Regionale degli Appalti presso la Segreteria Regionale all'Ambiente e Lavori Pubblici risulta che durante l'anno 2003 sono stati pubblicati 2.045 bandi, per un importo complessivo pari a 1.009.776.725 euro, il 70% dei quali da parte dei comuni per un valore pari al 55% del totale.

Le categorie di strade, autostrade, ponti, ecc. risultano quelle interessate dal maggior numero di bandi (36%) ed evidenziano perciò la propensione territoriale a soddisfare la sempre maggiore domanda di mobilità stradale. In secondo luogo si privilegia il settore edilizio, civile e industriale (28% dei bandi). Più del 60% dei bandi appartiene a fasce d'importo medie, inferiori a 300.000 euro, un altro 29% è compreso fra i 300 mila e 1 milione di euro, il restante 9% ha importi superiori al milione di euro.

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