Capitolo 5

La qualita' spaziale
Sovraffollamento correlato con le condizioni familiari

Un aspetto rilevante della qualità abitativa è il comfort spaziale, definito come rapporto tra dimensione (metri quadrati o numero di stanze) e numero di componenti e tipologia della famiglia. Situazioni di disagio si possono verificare se una famiglia si trova a vivere in uno spazio ristretto, in un alloggio non adeguato per dimensioni al numero dei suoi componenti, che rischiano così di vedere limitata la propria privacy e la propria libertà.
In letteratura il disagio spaziale è molto studiato per vari motivi, perché compromette la qualità dell'abitare, con possibili effetti negativi sullo stato di salute, sul benessere fisico e mentale delle persone. In situazioni di sovraffollamento può essere più difficile mantenere buone condizioni igieniche e può aumentare il rischio di diffusione di malattie, specie respiratorie e infettive, e di incidenti domestici. Un affollamento eccessivo può essere anche causa di stress e amplificare le tensioni familiari.
Vivere in spazi ristretti può anche avere conseguenze negative sul comportamento e il livello di apprendimento dei bambini, se, ad esempio, questi non dispongono di una stanza adeguata e tranquilla per leggere o fare i compiti. Inoltre, se condividono la camera da letto o sono costretti a dormire in stanze non adibite a questo scopo, possono avere il sonno disturbato e risentirne di conseguenza. È quello che succede, ad esempio, quando condividono la camera con fratelli più grandi, che, rientrando a orari diversi, interrompono il sonno dei loro fratelli più piccoli ancora in età scolare.
Inoltre, in una realtà come quella del nostro Paese, in cui il numero di componenti del nucleo familiare tende a ridursi, il sovraffollamento abitativo sembra correlarsi in maniera più netta a situazioni di povertà. È pertanto considerato un importante indicatore per misurare la povertà abitativa e, più in generale, il livello di povertà di una famiglia (Nota 1).
 
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5.1 - Modi di misurare l'affollamento

Una prima misura dello stato di affollamento, utilizzata a livello europeo, è data dal rapporto tra il numero di componenti della famiglia e il numero di stanze della casa: un'abitazione viene considerata adeguata se ogni persona del nucleo familiare ha a disposizione almeno una stanza (Nota 2) nella quale isolarsi e poter godere di un livello minimo di privacy; quindi, se il numero medio di persone per stanza è superiore a 1 si è in presenza di sovraffollamento. A livello UE27 l'indicatore è pari a 0,6 e si osserva generalmente un maggiore affollamento nelle abitazioni dei Paesi dell'Est, specialmente in Romania, mentre la situazione migliore si riscontra in Belgio, con 0,4 persone per stanza. Rispetto alla media europea, l'affollamento in Veneto è un po' più alto (0,7), ma comunque meno presente che in Italia (0,8). (Figura 5.1.1)
Un altro modo per misurare l'affollamento è quello di rapportare la superficie dell'abitazione al numero di componenti della famiglia. Questo secondo approccio, a differenza del primo, mette in evidenza la comodità, in termini di spazio, dell'abitazione in cui la famiglia vive, piuttosto che la possibilità di ricavarsi uno spazio per sé. Per il Veneto si traduce in 55,5 mq a disposizione in media per ogni persona, contro i 51 mq a livello italiano, confermando la differenza osservata in precedenza. Tra le regioni italiane è uno dei valori più elevati, preceduto di poco solo da quello di Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Molise ed Emilia Romagna. Nelle regioni meridionali mediamente le abitazioni risultano di dimensioni più ridotte, specie in Campania, dove ogni persona dispone in media di circa 43 mq. (Figura 5.1.2)
A livello territoriale (Nota 3) , come si può desumere dalla mappa dei valori comunali dell'indicatore al Censimento 2001, nella prevalenza dei comuni di piccola-media dimensione le famiglie dispongono di case meno spaziose: sono mediamente costruzioni più recenti e insediamenti relativamente nuovi; in questi comuni infatti c'è stato un forte incremento demografico nell'ultimo periodo, anche per l'offerta di condizioni abitative più vantaggiose e più accessibili specie per le giovani coppie o le famiglie più numerose.
Nei comuni capoluogo, viceversa, ci sono case più grandi, o perché di maggior pregio o perché risalgono ad anni in cui la distribuzione e la disponibilità degli spazi delle abitazioni erano concepite in maniera diversa rispetto alle nuove costruzioni. Inoltre, molti giovani hanno abbandonato i quartieri centrali della città per trasferirsi nei comuni delle cinture delle aree urbane e sono rimasti i genitori anziani, in case spaziose e sovradimensionate. La fuga dei residenti dai centri urbani e nel contempo l'incremento dei "city users", ossia di chi usa la città per i servizi e le opportunità che offre ma non vi abita, stanno cambiando il volto dei centri urbani, con conseguenze importanti sulle infrastrutture della mobilità. In questo senso proprio la questione abitativa rappresenta uno dei fattori principali per il recupero della vita delle città.
Nelle province di Treviso e di Padova le famiglie possono godere di abitazioni più ampie, in media rispettivamente con 54 e 53 mq per persona. La realtà veneziana è particolare, con case generalmente più piccole o più affollate che nel resto del territorio regionale, con circa 48 mq per persona, mentre nelle altre province la situazione è molto simile e l'indice di affollamento non si discosta da quello regionale (nel 2001 51,8 mq). (Figura 5.1.3)
Entrambi gli indicatori appena descritti sono di facile comprensione, tuttavia sono misure dell'affollamento piuttosto grezze, in quanto il bisogno di spazio di una famiglia cresce proporzionalmente al numero di componenti, ma vi è anche un effetto di "economia di scala" dello spazio, ad esempio, una famiglia di due persone per stare bene non necessariamente deve disporre di uno spazio doppio rispetto a quello di una persona. È opportuno, quindi, ricorrere a misure più affinate che tengano conto della dimensione della famiglia, come anche di alcune caratteristiche dei suoi componenti, quali il sesso e l'età.
Il primo metodo proposto di seguito è quello adottato dalla Commissione di indagine sulla povertà e sull'emarginazione - Presidenza del Consiglio dei Ministri in uno studio del 1997, che, per individuare i livelli minimi di spazio abitativo, definisce soglie diverse a seconda del numero di componenti della famiglia (Nota 4) . Le famiglie che rimangono al di sotto di questi standard si trovano in condizioni di sovraffollamento e quindi di disagio abitativo.
Utilizzando tale metodologia emerge che in Veneto il 5,5% delle famiglie (circa 111mila) si trova in una situazione di sovraffollamento abitativo, il 30% in condizioni di normalità. Il 65% delle famiglie vive, invece, in abitazioni sottoutilizzate, ossia dispone di una superficie che può ritenersi al di sopra del normale fabbisogno. Il problema del sovraffollamento risulta meno grave che in Italia, dove il 9,5% delle famiglie vive in questa condizione.
Il dato non deve essere considerato nel suo valore assoluto, poiché le soglie utilizzate per il calcolo presentano un certo grado di arbitrarietà, ma risulta comunque importante per capire la distribuzione del fenomeno e per fare confronti tra famiglie con caratteristiche diverse. In particolare si osserva che le situazioni di sovraffollamento aumentano al crescere del numero di componenti, specie se la famiglia è formata da quattro o più persone. Per i nuclei familiari con uno e due componenti sono molto frequenti, invece, situazioni di sottoutilizzo (rispettivamente 76% e 70%, anziché 65%), ciò è probabilmente dovuto anche alla presenza di anziani soli o in coppia che vivono in abitazioni di grandi dimensioni. (Tabella 5.1.1) (Tabella 5.1.2)
Il secondo metodo proposto per il calcolo del sovraffollamento abitativo è quello definito a livello europeo da Eurostat. Tale metodo risulta ancora più articolato e preciso, in quanto tiene conto non solo della dimensione della famiglia, ma anche delle caratteristiche per sesso ed età dei suoi componenti. Si considera sovraffollata un'abitazione in cui le persone che vi abitano non hanno a disposizione un numero minimo di stanze pari a:
  • una stanza per famiglia;
  • una stanza per ogni coppia;
  • una stanza per ogni componente di 18 anni e oltre;
  • una stanza ogni due componenti dello stesso sesso di età compresa tra i 12 e i 17 anni;
  • una stanza ogni componente di sesso diverso di età compresa tra i 12 e i 17 anni;
  • una stanza ogni due componenti fino a 11 anni di età, indipendentemente dal sesso.
La metodologia adottata da Eurostat definisce, tra le altre condizioni, che ogni persona di età superiore ai 18 anni deve disporre di una propria stanza da letto e che due persone di sesso diverso possono condividere la stessa stanza solo fino ai 12 anni e non oltre. La mancanza di privacy, dunque, è un problema importante non solo per gli adulti ma anche per i più giovani: ad esempio può non essere facile per un adolescente condividere la camera da letto con fratelli di età molto differenti, specie se di genere diverso.
Secondo quest'ultimo criterio (Nota 5), più restrittivo dei precedenti, la percentuale di famiglie in condizioni di sovraffollamento per l'Italia sale al 16%, rispetto ad esempio alla stima del 9,5% ottenuta con il metodo della Commissione di indagine sulla povertà, e per il Veneto dal 5,5% al 10,3%, pari a circa 207mila famiglie. Tra le regioni italiane, la realtà veneta è molto buona, seconda soltanto a quella osservata in Friuli Venezia Giulia e decisamente migliore rispetto alla media nazionale. (Figura 5.1.4)

Figura 5.1.1

Indice di affollamento medio: persone per stanza in Veneto e nei Paesi dell'UE27 - Anno 2009

Figura 5.1.2

Indice di affollamento medio: mq per persona, per regione - Anno 2009

Figura 5.1.3

Indice di affollamento (IA) nei comuni del Veneto (mq per persona) - Anno 2001

Figura 5.1.4

Percentuale di famiglie e persone in condizioni di sovraffollamento, per regione - Anno 2009 (*)

Tabella 5.1.1

Matrice di affollamento delle famiglie. Veneto - Anno 2009

Tabella 5.1.2

Percentuale di famiglie in condizioni di sovraffollamento e sottoutilizzo abitativo per numero di componenti. Veneto e Italia - Anno 2009
 
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5.2 - Chi vive il disagio maggiore

Un'analisi più approfondita degli indicatori di affollamento per alcune caratteristiche della famiglia fa emergere delle situazioni problematiche. Infatti, il sovraffollamento è più evidente tra chi è in affitto (20% delle famiglie venete e 28% di quelle italiane) e ha reddito basso (Nota 6) (16% delle famiglie venete e 24% di quelle italiane). Sono risultati abbastanza prevedibili, in quanto generalmente le famiglie ricorrono all'affitto o in via transitoria, quindi sono disposte per qualche anno ad accontentarsi di spazi più contenuti in vista di una sistemazione migliore, o perché mediamente hanno un reddito più basso rispetto a quelle che vivono in case di proprietà, e minori disponibilità economiche consentono l'accesso ad abitazioni meno dotate in termini di spazio oltre che di servizi.
A livello nazionale inoltre si osserva una percentuale elevata (24%) di coppie con figli a carico in situazioni di sovraffollamento. Invece, non emergono differenze di rilievo a seconda del grado di urbanizzazione della zona in cui si vive. (Tabella 5.2.1)
A livello europeo il confronto è possibile solo in termini di percentuale di persone che vivono in condizioni di sovraffollamento abitativo, gli unici dati al momento pubblicati, e non in termini di famiglie. Secondo quest'ultimo criterio emerge ancora più evidente la differenza tra i Paesi dell'Est Europa, con maggiori problemi di sovraffollamento, e i Paesi dell'UE15, dove la situazione di disagio abitativo interessa in genere una percentuale ridotta della popolazione.
La situazione italiana, poi, non appare particolarmente favorevole: il 23% delle persone vive in abitazioni con spazi non adeguati, valore superiore alla media europea e soprattutto distante dal dato degli altri Paesi UE15, fatta eccezione per la Grecia. Il Veneto invece si colloca in una posizione migliore, con il 15% delle persone, quasi 735mila, che vivono in condizioni di sovraffollamento, valore inferiore alla media dell'UE27, ma ancora lontano dagli Stati dell'Europa centro-settentrionale. (Figura 5.2.1)
Anche per la realtà europea valgono le considerazioni fatte in precedenza: si osservano ad esempio livelli di sovraffollamento maggiori tra chi è in affitto, tra chi ha un reddito più basso o si trova a rischio povertà. Inoltre la percentuale di persone che vivono in abitazioni sovraffollate diminuisce al crescere dell'età, questo dato risulta più facilmente interpretabile se letto in stretta relazione con la tipologia familiare. Infatti le persone sole mostrano percentuali molto basse di sovraffollamento; ciò è abbastanza scontato visto che lo spazio abitativo è a loro uso esclusivo, inoltre spesso si tratta di anziani che continuano a vivere nella loro vecchia casa, che in passato condividevano con coniuge e figli, e che risulta di dimensioni ampie rispetto alle loro attuali esigenze. Il tasso di sovraffollamento aumenta tra coloro che vivono in famiglie di almeno due persone e risulta particolarmente elevato se si hanno figli a carico e al crescere del numero dei figli. Dal confronto emerge la situazione di grave disagio dell'Italia tra le famiglie con figli, tanto che il 35% delle persone si trova in condizioni di sovraffollamento abitativo, valore che sale al 60% nelle famiglie con tre o più figli.
In generale, inoltre, a livello europeo, oltre a tassi di sovraffollamento più contenuti, si osserva anche una situazione di minore disparità abitativa tra le tipologie familiari, come evidenziato dalla variabilità dell'indicatore. (Tabella 5.2.2)
Oltre a indicatori di tipo oggettivo, ovvero la superficie media o il numero di stanze abitabili per persona, per valutare l'affollamento si può ricorrere a misure soggettive, come la percezione che le persone hanno degli spazi in cui vivono, se li ritengono sufficienti o insufficienti per le attività quotidiane. Per questa ragione si è messo a confronto il dato relativo al sovraffollamento abitativo, calcolato con la metodologia definita da Eurostat, e la percentuale di famiglie che dichiarano di vivere in case troppo piccole o al contrario di godere di spazi più che sufficienti.
Il confronto mette in evidenza un andamento strettamente correlato dei valori ottenuti con i due metodi: per l'88% delle famiglie (83% in Italia) la percezione della qualità degli spazi corrisponde alla situazione effettiva. E' quasi sempre vero per chi non ha problemi di spazio, viceversa tra le famiglie che vivono in condizioni di sovraffollamento oggettivo solo il 30% ne percepisce il disagio mentre il 70% non si lamenta.
Gli indicatori basati su criteri oggettivi evidenziano quindi livelli di sovraffollamento maggiori rispetto a quanto viene percepito e a livello nazionale tale differenza risulta ancora più evidente nelle situazioni maggiormente critiche, come per le famiglie con figli a carico, in affitto e con minori disponibilità economiche. Sembra, quindi, che in questi casi le famiglie si siano adattate allo spazio abitativo a loro disposizione, anche se al di sotto degli standard definiti come adeguati. (Tabella 5.2.3)

Figura 5.2.1

Percentuale di persone che vivono in condizioni di sovraffollamento abitativo, in Veneto e nei Paesi dell'UE27- Anno 2009 (*)

Tabella 5.2.1

Percentuale di persone che vivono in condizioni di sovraffollamento abitativo, in Veneto e nei Paesi dell'UE27- Anno 2009 (*)

Tabella 5.2.2

Percentuale di persone in condizioni di sovraffollamento abitativo, per alcune caratteristiche. Veneto, Italia e Unione Europea - Anno 2009 (*)

Tabella 5.2.3

Percentuale di famiglie in condizioni di sovraffollamento abitativo e che dichiarano spazio insufficiente nell'abitazione. Veneto e Italia - Anno 2009 (*)
 
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Risposte ai quesiti

  1. Quante famiglie e persone vivono in condizioni di sovraffollamento?

    La qualità "spaziale" dell'abitare è misurata nel capitolo in base ai seguenti indicatori:
    1. numero medio di persone per stanza, che assume valori inversamente proporzionali al livello qualitativo, cioè a valori più alti corrispondono livelli di qualità più bassi;
    2. numero medio di metri quadrati di superficie dell'abitazione per persona, che assume valori direttamente proporzionali al livello qualitativo dell'abitazione;
    3. percentuale di famiglie che vivono in condizioni "normali", di "sovraffollamento" o di "sottoutilizzo", in base a due sistemi di standard.
      1. basato sulla superficie dell'abitazione in relazione al numero di componenti della famiglia. Ci si trova in sovraffollamento quando la superficie dell'abitazione risulta minore di 30, 50, 65, 80, 110 e 125 metri quadrati, rispettivamente per famiglie di uno, due, tre, da quattro a sei, sette e otto o più componenti (Commissione di indagine sulla povertà e sull'emarginazione - Presidenza del Consiglio dei Ministri, 1997).
      2. basato sul numero di stanze in relazione alla numerosità e alla composizione della famiglia, tenendo conto anche del sesso e dell'età dei componenti (Eurostat); criterio più specifico e restrittivo rispetto al sistema 1
    4. percentuale di persone che vivono in condizioni di sovraffollamento, secondo la definizione Eurostat (standard 2 al punto c)
    5. percentuale di famiglie che dichiarano di vivere in abitazioni con spazi insufficienti alle proprie esigenze.
    La qualità spaziale misurata secondo i due indicatori "persone per stanza" e "metri quadrati per persona" è nel Veneto soddisfacente: il valore del primo indicatore (0,7 persone per stanza) è inferiore alla media nazionale (0,8) e si colloca in posizione mediana rispetto ai 27 Paesi europei; il secondo (56 mq per persona) supera di quasi 5 mq la media nazionale ed è inferiore di poco più di 1 mq dal valore della regione prima in graduatoria (57 mq del Friuli Venezia Giulia). Dalla mappa dei valori comunali dell'indicatore "mq per persona" si desume che la qualità spaziale più positiva caratterizza i comuni della fascia centrale della superficie regionale, nella direttrice da sud-ovest a nord-est.
    Anche rispetto alle situazioni di sovraffollamento il Veneto regge bene il confronto con le altre regioni italiane: vivono tale disagio, secondo gli standard Eurostat, il 10% delle famiglie (Italia 16%) e il 15% delle persone (Italia 23%). Si tratta di valori molto vicini a quelli del Friuli Venezia Giulia, regione che occupa il primo posto nella graduatoria delle regioni italiane. Le 207 mila famiglie venete, a cui corrispondono circa 735 mila persone, che vivono in abitazioni con spazi non adeguati rappresentano comunque una criticità da tenere presente nelle scelte di politica abitativa.
    In confronto con gli altri Paesi europei il Veneto presenta una situazione più positiva rispetto alla media UE27 (15% di persone in condizioni di sovraffollamento contro il 18%) ma più negativa dei Paesi UE15 (10%).
    La qualità spaziale percepita, misurata dalla percentuale di famiglie che dichiarano spazio insufficiente nell'abitazione, risulta relativamente più positiva di quella delle precedenti misure oggettive: l'8,3% delle famiglie contro il 10,3% del criterio oggettivo.

  2. Chi vive il disagio maggiore da sovraffollamento?

    Il disagio da sovraffollamento non colpisce in maniera omogenea tutte le categorie di famiglie e relative persone. Per verificare l'eventuale influenza di alcune caratteristiche socio-familiari sul livello di disagio, gli indicatori di affollamento sono stati messi in relazione con le seguenti variabili esplicative: titolo di godimento dell'abitazione, tipologia di famiglia, reddito familiare equivalente, rischio di povertà, dimensione della famiglia, livello di urbanizzazione dell'area.
    Situazioni di disagio più accentuate rispetto alla media veneta delle persone in condizione di sovraffollamento (15%) si riscontrano per le abitazioni in affitto a prezzi di mercato (33,5%), per le famiglie con figli a carico (22,8%; 33,6% per quelle composte da due adulti con 3 o più figli a carico, Italia 60%), per le persone di età inferiore ai 18 anni (22,5% contro il 5,2% delle persone di 65 anni o più), famiglie a rischio povertà (20,5%), famiglie che vivono in aree a basso livello di urbanizzazione (20%).
    Anche la qualità percepita è influenzata da alcune caratteristiche familiari: alla percentuale regionale complessiva dell'8,3% di famiglie che dichiarano insufficienti gli spazi corrispondono percentuali del 18,4% per le famiglie in affitto, del 13,8% per le famiglie a basso reddito, del 12,6% per le coppie con figli a carico.