Capitolo 10

Conclusioni
Punti di forza e criticità per le scelte di politica abitativa

A conclusione di ciascuno dei capitoli precedenti sono riportate delle sintesi conoscitive in risposta ai quesiti fondamentali del capitolo.
In questa parte conclusiva del rapporto viene proposta un'ulteriore sintesi complessiva, formulata per punti, corrispondenti ad aspetti positivi (punti di forza) e aspetti negativi (criticità) emersi dall'analisi.
I punti di forza non sono da intendere come "eccellenze" o traguardi ottimali già raggiunti, ma piuttosto come situazioni giudicate soddisfacenti, per le quali comunque sono possibili ulteriori sviluppi prioritari attraverso normali interventi di miglioramento continuo della qualità del sistema abitativo considerato.
Le criticità sono, invece, situazioni e processi di qualità ancora insoddisfacenti, per i quali è necessario attivare progetti innovativi di cambiamento, da prevedere e integrare nel processo di pianificazione abitativa (decisioni progettuali di politica e di strategia abitativa).
I giudizi positivi e di criticità sono da intendere in senso relativo e contingente: essi emergono dal confronto con altri sistemi nazionali o internazionali, con standard fissati a livello istituzionale, con ragionevoli criteri "sociali".
 
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10.1 - Punti di forza

Policentrismo demografico e produttivo diffuso ed equilibrato
In forma sintetica si può affermare che il Veneto è una realtà territoriale caratterizzata da un policentrismo reticolare: edilizia residenziale e produttiva, con funzione soprattutto economica, non concentrata in grossi agglomerati urbani, ma distribuita in più centri di dimensione e importanza equilibrata.
Il 55% della popolazione veneta vive in comuni a livello intermedio di urbanizzazione. Come appare in forma evidente dai cartogrammi dei valori comunali, la densità abitativa (abitanti per Kmq) e la relativa variazione degli ultimi 20 anni sono più intense nell'area centrale (direttrice Venezia-Verona), ma molto diffusa soprattutto nei comuni periferici delle città capoluogo e dei centri di maggiore dimensione. Per molte aree della fascia centrale del Veneto, con dinamica economica e occupazionale più distribuita nel territorio, la provincia continua ad avere un potere attrattivo molto superiore a quello dei capoluoghi; fanno eccezione le città di Belluno e di Rovigo, che continuano ad avere un'attrazione superiore a quella della provincia.
La superficie urbanizzata (parte di territorio occupata da insediamenti abitativi, produttivi, urbanistici e altro) nel 2006 supera di poco il 12% della superficie totale, con ampia variabilità dei valori provinciali: dal 2,9% di Belluno al 19,4% di Padova. L'incremento relativo di tale superficie è stato notevole soprattutto nel periodo 1983-94 (quasi il 10% la media veneta; Verona 16%, Rovigo 5%).
Popolazione e attività diffuse e distribuite in forma equilibrata contribuiscono a garantire una migliore qualità abitativa e di vita.
Residenzialità abitativa di tipo orizzontale anche di recente costruzione
Nel Veneto nel 2009 quasi il 60% delle famiglie (62% delle persone) vivono in abitazioni del tipo "villa, villino, casale unifamiliare (28%) o plurifamiliare (31%)", spesso circondate da terreno scoperto (verde, piante, giardino, orto, spazio attrezzato per giochi). Si tratta di tipologie abitative che offrono alla famiglia il massimo di libertà e di privacy. Solo il 14% delle famiglie (13% delle persone) vivono in condomini con 10 e più appartamenti (metà della media nazionale); la percentuale sale al 20% per famiglie composte da persone giovani, sole o in coppia, senza figli a carico.
Il 70% delle abitazioni occupate dalle famiglie venete è stato costruito negli ultimi 50 anni, soprattutto negli anni '60 e '70 del secolo scorso, rispettivamente con 30.000 e 35.000 unità immobiliari in media all'anno. Dal 1980 la media annua è di 25.000 unità.
Il turnover medio annuo di trasferimento della residenza da parte delle famiglie è del 5% (7,7% per le famiglie in affitto), a cui corrisponde una presenza media nella stessa abitazione di circa 20 anni.
Qualità abitativa strutturale soddisfacente delle abitazioni occupate
La qualità abitativa strutturale è stata misurata in base a varie caratteristiche corrispondenti a cinque dimensioni funzionali: servizi strutturali presenti (cucina abitabile, gabinetto interno, ecc...), problemi percepiti (umidità nei muri, nei pavimenti, strutture danneggiate, ecc...), possesso di beni durevoli fondamentali (frigorifero, lavatrice, ecc...), possesso di altri beni durevoli (telefono, personal computer, ecc...), adeguatezza degli impianti.
L'indicatore sintetico di qualità abitativa strutturale calcolato tenendo conto delle 28 caratteristiche considerate, con valori variabili in una scala di punteggi che vanno da 0 (qualità pessima, abitazione con modalità più negative in tutte le 28 caratteristiche) a 100 (qualità ottimale, abitazione con modalità più positive in tutte le 28 caratteristiche), presenta per il Veneto una distribuzione di valori familiari relativamente più positiva di quella nazionale: media aritmetica (84 punti su 100) di 3 punti percentuali superiore; 31% delle famiglie venete con valori superiori a 90 punti su 100 (Italia 21%); 2% di famiglie con valori inferiori a 60 (Italia 4%). Molto positiva la qualità strutturale delle famiglie costituite da coppie con figli a carico.
Buona la qualità abitativa spaziale
La qualità spaziale dell'abitazione è misurata in base a due criteri:
  1. persone per stanza;
  2. mq per persona.
La situazione del Veneto nel 2009 risulta relativamente più positiva di quella nazionale: 0,7 persone per stanza (Italia 0,8), 56 mq per persona (Italia 51). Dal cartogramma dei valori comunali dell'indicatore mq per persona risulta evidente che la qualità più positiva riguarda i comuni della fascia centrale del Veneto, nella direttrice sud-ovest/nord-est.
Anche rispetto agli standard che l'Eurostat utilizza per valutare il sovraffollamento, il Veneto regge bene il confronto nazionale: 10% di famiglie in tale condizione (Italia 16%), 15% di persone (Italia 23%).
Alta percentuale di famiglie e di persone in case di proprietà
Nel Veneto la percentuale di abitazione occupate in proprietà o usufrutto è salita dal 56% del 1971 al 77% (Italia 72%) nel 2009 (quasi 80% delle persone). In Italia e in particolare nel Veneto prevale la cultura della casa di proprietà, vista come un traguardo importante, una garanzia per il presente e per il futuro delle persone. Se la casa è di proprietà si è anche più propensi a prendersene cura, renderla più confortevole e adattarla alle proprie esigente. La percentuale scende molto per le famiglie costituite da singole persone (58%) e per le famiglie più povere, con redditi inferiori al 2° quintile di reddito, che nel 2009 era in Italia pari a 16.641 euro (54%).
La casa di proprietà comporta spesso uno sforzo rilevante in termini di risparmio e di investimento: nel 2009 in Veneto il 23% delle famiglie che vivono in casa di proprietà erano gravate da mutuo (Italia 20%).
Positivo il giudizio sull'accessibilità ai servizi del contesto abitativo
Nell'indagine annuale dell'Istat sugli "Aspetti della vita quotidiana" viene chiesto ai cittadini del campione di esprimere un giudizio sull'accessibilità ad alcuni servizi essenziali per la vita di tutti i giorni: farmacia, pronto soccorso, uffici postali, polizia, carabinieri, uffici comunali, asili nido, scuola materna, scuola elementare, scuola media inferiore, negozi d'alimentari, supermercati, sportelli dell'azienda del gas, sportelli dell'energia elettrica.
In Italia, l'accessibilità dichiarata risulta soddisfacente per quasi tutti i servizi: per alcuni servizi, tra i più essenziali, la percentuale delle famiglie che dichiarano di non avere nessuna o un po' di difficoltà di accesso supera il 90%. Nel Veneto, rispetto alla media nazionale la situazione risulta relativamente più positiva per quasi tutti i servizi. L'indicatore sintetico di accessibilità dichiarata in media rispetto a tutti i servizi considerati dall'Istat, variabile nel campo da 0 (tutte le famiglie dichiarano difficoltà per tutti i servizi) a 100 (qualità migliore, tutte le famiglie dichiarano nessuna difficoltà), assume in Veneto nel 2010 un valore pari a 76,3 punti percentuali (Italia 75, Trentino Alto Adige 83, Basilicata 67). Le famiglie di anziani dichiarano un livello di accessibilità relativamente più basso, anche se la maggioranza ritiene di abitare in una zona servita in modo adeguato.
Solidarietà intergenerazionale e rapporti di buon vicinato
La vicinanza abitativa di componenti della famiglia allargata (genitori, figli, fratelli, sorelle) favorisce la frequentazione, le relazioni e l'aiuto reciproco. Il 67% dei bambini, quando non sono a scuola o con i genitori, sono affidati ai nonni, conviventi o non; il 15% ad altri della rete parentale, il 10% ad amici e vicini di casa.
La coabitazione con la madre anziana aumenta con l'età del figlio; analogamente la distanza media dall'abitazione della madre dal figlio più vicino non coabitante diminuisce con l'età del figlio. Il 92% dei cittadini veneti nel 2010 si dichiara molto o abbastanza soddisfatto per i propri rapporti con i familiari. Il 60% delle persone si vedono con i parenti non coabitanti almeno una volta alla settimana. Il 38% delle famiglie confidano nella rete di vicinato (Italia 34%), il 7% dichiara di aver dato o ricevuto a o da un vicino una qualche forma di sostegno nell'ultimo anno.
Il livello di solidarietà intergenerazionale e sociale di buon vicinato sembra quindi soddisfacente.
 
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10.2 - Criticità

Difficoltà di accesso all'abitazione per i giovani e di sostenibilità per gli anziani
I giovani incontrano spesso notevoli difficoltà nell'accesso al mercato abitativo: disoccupazione, precarietà del lavoro, costi insostenibili per i canoni di affitto e per l'acquisto di una casa, barriere all'accesso al credito, scarsità di abitazioni economicamente accessibili sono fattori che condizionano pesantemente la scelta di iniziare un percorso autonomo di vita. Nel 2010 i giovani veneti di età 18-34 anni che abitavano ancora con la famiglia di origine erano il 63% dei maschi e il 50% delle femmine (in Svezia, rispettivamente 12% e 10%).
L'allungamento della vita umana e la denatalità sono fattori che contribuiscono all'invecchiamento della popolazione, fenomeno che impone progressivi cambiamenti nelle politiche sociali, anche con riferimento alle condizioni abitative da garantire alla popolazione. Oggi nel Veneto le persone che superano i 65 anni sono quasi un milione (20% della popolazione): di questi più del 25% vivono soli, 40% vivono in coppia senza altri componenti. Dal punto di vista economico gli anziani rappresentano un segmento molto vulnerabile della popolazione. Un terzo degli anziani soli arriva con difficoltà a fine mese; per questi anche le spese per l'abitazione risultano più impegnative, fino a raggiungere il quarto del proprio reddito e possedere una casa può diventare fonte di preoccupazione economica, piuttosto che uno stato di benessere.
"Umidità dei muri, dei pavimenti": problema percepito dal 20% delle famiglie
Anche se il Veneto regge bene il confronto con la media nazionale e con le altre regioni per quanto riguarda la qualità strutturale dell'abitazione, qualche criticità emerge con riferimento ai "problemi percepiti", in particolare per l'umidità di muri e pavimenti, dichiarato nel 2009 dal 20% delle famiglie venete. La media nazionale è del 17%.
La percentuale veneta sale al 27% per le famiglie in affitto (Italia 23%). Altri problemi vissuti dalle famiglie venete in affitto riguardano le "strutture danneggiate" (18%, Italia 15%) e lo "spazio insufficiente" (18%).
Nel Veneto circa 400.000 famiglie dichiarano di convivere con l'umidità, uno dei fattori che può avere effetti negativi per la salute delle persone.
Più di 700.000 persone in condizione di sovraffollamento
L'Eurostat definisce il sovraffollamento in base a criteri basati non solo sulla dimensione della famiglia, ma anche in base alla composizione per sesso ed età dei suoi componenti. Rispetto a tale criterio, nel Veneto nel 2009 il 10% delle famiglie, corrispondente al 15% delle persone, viveva in condizione di sovraffollamento abitativo (Italia, rispettivamente 16% e 23%; UE27 18% delle persone, UE15 10% delle persone).
Il Veneto regge bene il confronto nazionale, trovandosi al secondo posto della graduatoria delle regioni italiane, dopo il Friuli Venezia Giulia; tuttavia non si può non considerare critico il fatto che 207 mila famiglie con oltre 700 mila persone si trovino in condizioni di sovraffollamento. Le situazioni più critiche si riscontrano per chi vive in affitto a prezzi di mercato (34% delle persone) e le famiglie costituite da coppie con tre o più figli a carico (34% delle persone).
Sostenibilità, economica e percepita, critica per le famiglie in affitto e per le famiglie in proprietà con mutuo
La sostenibilità abitativa è misurata in modo oggettivo in base all'entità delle spese per la casa in relazione al reddito disponibile e in forma soggettiva tenendo conto delle dichiarazioni delle famiglie sulla percezione riguardante il peso relativo dei costi per l'abitazione.
Nel 2009 il 9% delle famiglie venete (180.000) spendevano più del 40% del reddito disponibile per la casa. La percentuale di persone era di poco inferiore al 7% (350.000). La percentuale di famiglie sale al 12% per i proprietari con mutuo e al 35% per le famiglie che vivono in affitto. Molto elevate sono le percentuali di famiglie che dichiarano pesante l'onere per le bollette (49%, 61% per quelle in affitto) e quello per il mutuo (67,5% dei proprietari con mutuo) e per l'affitto (50%). Le situazioni più critiche riguardano le persone sole sotto i 35 anni, le famiglie monogenitori con figli a carico e le persone sole di età superiore ai 65 anni.
Sono 300.000 i veneti che vivono in condizione di deprivazione abitativa
L'Eurostat propone un indice di grave deprivazione abitativa espresso dalla percentuale di persone che si trovano a vivere in condizione di sovraffollamento e in una abitazione che presenta almeno uno dei seguenti problemi: mancanza di gabinetto interno, vasca da bagno o doccia, scarsa luminosità, tetti, soffitti o porte danneggiati, umidità. La situazione del Veneto è più positiva della media nazionale ma leggermente meno favorevole della media europea. È comunque da considerare oggetto di preoccupazione sociale il fatto che in Veneto risiedono circa 300.000 persone in condizione di grave deprivazione abitativa. Le situazioni di maggior disagio riguardano le seguenti tipologie di famiglie: le famiglie in affitto a prezzi di mercato (14% rispetto al 6,2% della media regionale), i monogenitori con figli a carico, i giovani e le persone prive di titolo di studio.
Un altro fenomeno collegato con la precarietà abitativa sono gli sfratti, in forte aumento nel Veneto: nel 2010 rispetto al 2001 gli sfratti eseguiti sono triplicati (da 693 a 2.136) e le richieste di esecuzione quasi quadruplicate (da 1.037 a 4.055).
Non esistono dati attendibili e aggiornati sul fenomeno delle persone senza fissa dimora, condizione di massima deprivazione abitativa. Secondo una stima molto grossolana sarebbero in Italia 50-60 mila (se vale la proporzione con la popolazione residente, circa 4 mila nel Veneto).
Molte le famiglie che dichiarano la presenza di problemi nella zona di residenza
Le misure di qualità del contesto abitativo si basano sulle dichiarazioni delle famiglie sulla presenza di problemi nella zona di residenza riconducibili all'ecologia locale (inquinamento dell'aria, rumori, odori sgradevoli, sporcizia nelle strade), alla mobilità (traffico, difficoltà di parcheggio, difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici, scarsa illuminazione delle strade, cattive condizioni stradali) e alla preoccupazione per la sicurezza (reati subiti contro la persona e contro il patrimonio, comportamenti difensivi determinati dalla paura, sistemi di protezione dell'abitazione).
Le percezioni delle famiglie venete sono un po' più positive della media nazionale, ma più negative delle contigue regioni del Triveneto. Significative criticità emergono dalle percentuali di famiglie che dichiarano la presenza di alcuni problemi nella zona di residenza:
  1. inquinamento dell'aria, 38%;
  2. cattive condizioni delle strade, 43%;
  3. traffico, 36%;
  4. criminalità (fenomeno molto o abbastanza presente nella zona), 24%.
Le predette opinioni espresse dalle famiglie si riferiscono all'indagine svolta dall'Istat nel 2010. La situazione risulta comunque molto migliorata rispetto al 2000 con riferimento a molti problemi, ad eccezione di quelli concernenti la qualità dell'aria, le cattive condizioni stradali e le difficoltà di parcheggio.
L'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata: molte domande e poche assegnazioni di alloggi
L'edilizia residenziale pubblica ha la finalità di favorire la locazione o la proprietà di alloggi a protezione delle famiglie economicamente svantaggiate. Gli interventi regionali in questo campo si concretizzano nella concessione di finanziamenti agevolati o di contributi a fondo perduto a enti, persone fisiche o imprese mirati a potenziare il patrimonio abitativo da destinare alla locazione a canone sociale o moderato o da cedere in proprietà a prezzo convenzionato.
In questo contesto rientrano anche le attività di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, ossia relativamente ad alloggi a totale o prevalente carico della Regione da concedere esclusivamente in locazione a canone sociale a persone particolarmente svantaggiate dal punto di vista economico (L. R. n. 10 del 1996). Gran parte di questo patrimonio pubblico nel Veneto (90%) è gestito dalle sette Aziende territoriali (Ater), funzionanti a livello provinciale: nel 2010 si tratta di 39.540 alloggi, per l'86% di proprietà delle Ater stesse e per il resto gestito dalle Ater per conto dei comuni. Il patrimonio abitativo gestito direttamente dai comuni è molto variabile nelle sette province.
Nel 2010 le persone ospitate nelle 36.727 unità immobiliari delle Ater occupate sono 87.211 (2,4 per abitazione, con uno spazio pro capite di 39 mq), pari a circa l'1,8% della popolazione, una quota molto modesta rispetto alla dimensione degli interventi di alcuni Paesi europei.
L'intervento delle Ater del Veneto appare molto modesto anche considerando la quota parte di famiglie che chiedono sostegno e che ottengono risposta positiva. Nel 2009, in risposta ai bandi di concorso dei comuni, sono state presentate 16.200 domande ammissibili rispetto ai criteri di disagio abitativo previsti: solo il 6,5% di queste (Padova 3%, Belluno 12%) hanno avuto assegnato un alloggio (2,1 assegnazione per 10.000 abitanti, extracomunitari 2,9).