1. LE CONSEGUENZE DEGLI INCIDENTI
Serie storica 1994:2003
Dettaglio 2003 L'Italia, come gli altri Paesi membri dell'Unione Europea, con il Piano nazionale della sicurezza stradale si è posta l'obiettivo di ridurre entro il 2010 il numero di morti e di feriti in incidenti stradali del 50%. Negli ultimi anni, con il fine di comprimere l'elevato costo sociale e umano causato da questo fenomeno, nel nostro Paese si è intrapreso un percorso normativo in tema di sicurezza stradale culminato nel 2003 con l'entrata in vigore di importanti modifiche al codice della strada e soprattutto con l'introduzione della patente a punti. Nel corso del 2003 lungo la rete stradale del Veneto sono stati rilevati 18.005 incidenti stradali l'8% di quelli nazionali, i quali hanno provocato il decesso di 686 persone e il ferimento di altre 25.330. Ogni giorno in media sulle strade venete sono morte 1,9 persone e ne sono rimaste ferite altre 69 in 49 incidenti stradali. Nel 2003 i sinistri con decessi aumentano del 4,3% rispetto al 2002, incrementando i morti dell'8,2%, invertendo la tendenza decrescente che si era registrata fino all'anno precedente. È da dire che nel corso degli ultimi anni la rilevazione dei decessi è andata perfezionandosi attraverso una migliore accuratezza della stessa da parte delle autorità preposte, ciò può aver condizionato in qualche modo l'eccessivo manifestarsi del fenomeno della mortalità. La serie storica provinciale degli incidenti stradali dal 1994 al 2003 ( TAVV. 1.2 e 1.11) evidenzia andamenti diversi fra le province. Elemento comune è la diminuzione dei sinistri nel corso del 2003 rispetto al 2002, ad eccezione di Padova. Gli incidenti mortali aumentano, invece, in tutte le province tranne che a Vicenza e Venezia (TAV. 1.11). Queste sono le uniche a influire positivamente sulla situazione regionale con la loro tendenza contraria al resto della regione, mentre è soprattutto l'incremento verificatosi nella provincia di Verona a influire sull'aumento del fenomeno per l'intero Veneto (nota 4) Le serie storiche provinciali dal 1994 al 2003 dei feriti e dei morti (TAVV. 1.24 e 1.26) presentano andamenti molto diversificati fra le province, analoghi al trend degli stessi incidenti. Come nel caso degli incidenti totali, le province che contribuiscono maggiormente alla diminuzione dei feriti in sinistri avvenuti nel Veneto sono Verona, Venezia e Treviso (nota 5) . Mentre, analogamente a quanto accade per gli incidenti mortali, è soprattutto Verona la provincia a cui si deve attribuire l'incremento sull'intero territorio regionale dei decessi lungo la rete stradale veneta (nota 6) La distribuzione comunale dei morti e dei feriti nel 2003 (TAVV. 1.25 e 1.27), risulta analoga a quanto precedentemente osservato per il totale incidenti e per i soli incidenti mortali. Anche in questo caso il fenomeno osservato si concentra nei capoluoghi di provincia e nelle zone ad essi limitrofe. Queste ultime in modo particolare hanno subìto forti cambiamenti demografici negli ultimi 30 anni. Infatti il fenomeno di urbanizzazione delle aree circostanti il comune capoluogo si è negli anni consolidato, manifestandosi attraverso il sostanziale rafforzamento delle cinture urbane (nota 7) a scapito dei capoluoghi stessi. Come risulta infatti da uno studio da noi realizzato sulla base dei dati censuari degli ultimi 30 anni, a parte Belluno e Rovigo, in tutte le aree centrali del Veneto i comuni capoluogo perdono popolazione a favore delle proprie cinture, spesso in maniera piuttosto considerevole, come nel caso di Treviso dove il capoluogo ingloba nel 2003 circa 73 residenti ogni 100 della prima cintura, quando nel '71 la popolazione di Treviso superava la prima periferia per il 33%. Così anche Vicenza che perde 87 residenti ogni 100 della prima cintura, Padova (77,4), Venezia (71,4) e Verona (77). Tra le zone più distanti dal capoluogo, la seconda cintura di Verona si espande maggiormente, il capoluogo perde 68 residenti in suo favore. Certamente la popolazione sceglie di vivere dove vi è una maggiore convenienza all'acquisizione o all'affitto di una casa o dove sono considerati più favorevoli altri fattori di origine socio-ambientale e viene sempre meno influenzata da fattori legati alla vicinanza al luogo di lavoro o studio. Questo è anche testimoniato dal fatto che la quota degli spostamenti quotidiani per motivi di studio o lavoro, registrati sempre ai censimenti, si rivolge sempre più all'esterno del proprio comune di appartenenza mentre diminuiscono i movimenti all'interno del proprio comune evidenziando così una tendenza al radicarsi di un'abitudine alla mobilità pendolare verso luoghi più distanti. In quanto a misure di sicurezza i dati del 2003, riferiti all'intero territorio regionale, indicano che il 96,1% dei conducenti coinvolti in incidenti e il 98,4% di quelli risultati incolumi utilizzava il casco o la cintura, a conferma della buona osservanza delle misure di sicurezza sul territorio regionale. Tutte le province, esclusa Rovigo, presentano percentuali di utilizzo superiori al 95.
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